Re: Censimento dei nomadi o seminomadi (rom, sinti e altri)

Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » lun apr 17, 2023 10:51 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » lun apr 17, 2023 10:52 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » lun apr 17, 2023 10:54 am

30/8) sequestri di persona, furto di animali: bestiame, cavalli, cani
(vedasi anche capitolo 8/8) rapine alle gioiellerie e ai rappresentanti di gioielli capitolo 9/8) assalti ai bancomat)

Commissione parlamentare antimafia [2001 - 2006]
gianni belloni
https://www.parlamento.it/application/x ... oranza.pdf

La «commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare» della XIV legislatura [2001-2006] svolse uno studio approfondito sulla situazione veneta. Ne da conto la relazione di minoranza [centrosinistra]. Di seguito la parte dedicata al Veneto. In particolare segnaliamo la parte dedicata al riciclaggio in cui si afferma: "la casistica degli accertamenti sviluppati da uffici investigativi e giudiziari ed i segnali che provengono da alcune situazioni atipiche presenti nel mondo imprenditoriale, bancario e parabancario della regione si rivelano indicativi di un contesto ambientale particolarmente permeabile a tentativi di infiltrazione di esponenti della criminalità organizzata italiana e straniera attuabili attraverso la penetrazione di capitali di illecita o quanto meno dubbia provenienza per consentirne il riciclaggio e/o l’investimento in attività legali".

Al Veneto, diversamente dalla Lombardia, la Commissione ha dedicato una impegnativa missione. L'occasione è stata utile per acquisire informazioni e spunti sulla presenza di organizzazioni di tipo mafioso, la cui consistenza è stata dimostrata dalla recentissima operazione 'Ghost dog'. Essa ha svelato il preoccupante tentativo di ricostruire la cosiddetta 'mala del Brenta':sono state arrestate 33 persone ritenute responsabili di 8 omicidi, 24 tentati omicidi, 16 assalti a furgoni portavalori e 60 rapine alle banche. Le indagini hanno permesso di scoprire che la banda aveva progettato, tra l'altro, tre attentati: uno contro l'attuale capo della squadra mobile di Venezia Alessandro Giuliano, figlio del capo della squadra mobile di Palermo, Boris Giuliano, assassinato dalla mafia 25 anni fa; uno contro il dirigente della Digos di Venezia, Diego Parente; ed uno contro l'ex capo della banda, Felice Maniero. I

In dieci anni l'organizzazione criminale aveva accumulato una ventina di milioni di euro, denaro utilizzato per acquistare beni di lusso, pagare gli avvocati per i componenti della banda arrestati, e proprio per finanziare la ricostituzione della mala del Brenta.
La prima organica analisi della Commissione sulle manifestazioni della criminalità organizzata in Veneto risale agli inizi del passato decennio (“Relazione Smuraglia” del 13.1.1994 relativa alla missione a Venezia del giugno 1993).
All’epoca, il fenomeno era alimentato dall’intreccio delle attività svolte da aggregazioni, non sempre omogenee, di esponenti dei vecchi sodalizi autoctoni, delle tradizionali organizzazioni di tipo mafioso meridionali e dei primi gruppi di matrice straniera.
Successivamente, un concorso di cause contingenti ha fatto registrare nuovi sviluppi che hanno costituito fondato motivo di allarme sociale.
...
Giostrai nomadi

Sempre relativamente alla malavita autoctona, rilevante continua ad essere l’attività svolta dai giostrai nomadi: dopo aver alimentato nei passati decenni il fenomeno dei sequestri di persona - in alcuni casi in collaborazione con esponenti della Banda Maniero – negli ultimi tempi si sono dedicati prevalentemente a rapine ai danni di banche e uffici postali.

Privi di una struttura organizzativa stabile e piramidale, gli esponenti della categoria operano attraverso aggregazioni trasversali ai vari raggruppamenti, create anche occasionalmente, e si distinguono per gli atteggiamenti omertosi e per efferate forme di violenza.

Cambisti del Casinò

In ambienti circostanti il Casinò di Venezia non è scomparsa del tutto la presenza dei cambisti, i quali, oltre a cambiare assegni bancari a giocatori in difficoltà ad interessi usurari, tendono a concedere prestiti agli stessi alle medesime condizioni e ad assumere comportamenti estorsivi per il recupero dei crediti.



La stagione dei sequestri di persona
a cura della redazione di Cosa Vostra
26 Luglio 2019
https://www.articolo21.org/2019/07/la-s ... i-persona/
Nel libro “Mafia come M” abbiamo voluto inserire anche la stagione dei sequestri di persona avvenuta in Veneto tra gli anni Settanta e l’inizio degli anni Novanta. Infatti, spulciando le cronache giornalistiche di qualche decennio fa, ci siamo accorti di quante persone siano state rapite da organizzazioni criminali per ottenere i soldi dei riscatti. Vicende spesso dimenticate e poco conosciute, così come i nomi delle vittime e i drammi familiari collegati.
“In Veneto, ad esempio, la Mafia del Brenta si era resa protagonista di alcuni rapimenti, spesso fallimentari, come nei casi di Marina Rosso Monti e dell’industriale Renato Andretta. Poi anche l’anonima sequestri aveva rapiti e successivamente liberato Gianni Comper e Sergio Mosole; la ‘Ndrangheta aveva sequestrato Carlo Celadon nel 1988 e rilasciato dopo 831 giorni di prigionia – il più lungo della storia – in Aspromonte. Diversa sorte era toccata a Marco Padovani, rapito sempre dalla ‘Ndrangheta nel 1982 e liberato dopo un anno, dietro pagamento di riscatto; egli, però, sarebbe uscito psicologicamente distrutto da quella terribile esperienza, tanto da suicidarsi nel 1985”.
Rapire una persona al fine di ottenere il riscatto sembrava essere davvero un reato facile e imitabile, tanto che anche una donna fu rapita da alcuni imprenditori piemontesi, mentre una ragazza fu sequestrata da alcuni studenti.
“Ma nel Nordest chi orchestrava e perpetrava questo crimine per lo più faceva parte della cosiddetta “banda dei giostrai”. E giostrai lo erano di nome e di fatto. Così, per restare in tema, è stata ribattezzata “Operazione Luna Park” l’azione delle Forze dell’Ordine, avviata con le inchieste dei giudici Francesco Saverio Pavone e Carlo Mastelloni. Nel 1987 il dottor Pavone aveva fatto arrestare una trentina di criminali, poi altri sei nel 1990. Nel 1994 il dottor Mastelloni aveva emesso altri quarantaquattro mandati di cattura: con la collaborazione del ROS dei Carabinieri, la Direzione distrettuale antimafia di Venezia, aveva fermato il gruppo criminale in questione. Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Abruzzo”.
Tra il 1975 e il 1986 la “banda dei giostrai” aveva messo a segno un numero impressionante di sequestri di persona. “Vittime erano uomini facoltosi, spesso imprenditori, ma anche ragazze minorenni. I rapimenti venivano messi in atto persino sulle attrazioni dei luna park. Non deve trarre in inganno il nomignolo della banda, che di un’organizzazione mafiosa sembrava condividere alcuni aspetti: la struttura gerarchica e l’omertà che vigeva all’interno delle famiglie dei giostrai, assai restie a collaborare con lo Stato. Spesso gli affiliati non conoscevano i nomi di chi partecipava ai delitti (per rendere ancor più difficile il lavoro dell’Autorità Giudiziaria nel caso di fermo di un sospettato); soltanto le menti dell’organizzazione, i vertici, conoscevano le identità dei criminali”.
Inoltre non tutti i rapimenti si erano conclusi con un “lieto fine”; ad esempio l’mprenditore milanese Gianfranco Lovati Cottini, rapito a Caorle, fu trovato carbonizzato nella propria auto malgrado fosse stato pagato interamente il suo riscatto; non sarebbe stata l’unica vittima.
Nel libro abbiamo raccolto i nomi di chi ha subito un sequestro, nomi che uniscono il Veneto a quanto accadeva nel resto d’Italia. Poi, c’è l’importante tema del riciclaggio del denaro sporco. Che fine hanno fatto i soldi dei sequestri di persona? “Parecchi miliardi, secondo l’inchiesta giudiziaria, erano finiti nei circuiti dei casinò jugoslavi, gestiti della Mafia del Brenta, anche per conto della mafia siciliana – in quegli anni infatti i rapporti “criminali” nel Nordest erano divenuti sempre più stretti e significativi. E così, anche in questa vicenda, ricompaiono nomi già noti alle cronache per attività illecite, come quello del milanese Mario D’Agnolo e quello del chioggiotto Armando Boscolo Meneguolo”.
Infine sottolineiamo quanto sia stato difficile l’attività giudiziaria che ha portato all’arresto della “banda dei giostrai”. Attraverso cinque collaboratori di giustizia si è riusciti ad individuare i capi della struttura criminale, ma catturarli non è stato semplice. Ad esempio, “Walter Prina, detto “Cinenti”, è stato arrestato soltanto nel 2008, grazie a circostanze fortuite: un brigadiere l’ha riconosciuto – nonostante la patente falsa – perché era stato lui ad arrestarlo vent’anni prima, per un sequestro di persona. In caserma, Prina ha mantenuto fino all’ultimo la calma, arrendendosi soltanto davanti alla prova schiacciante fornita dalle impronte digitali. Vicenda dalle tinte romanzesche, che non devono però distogliere l’attenzione dal chi ci troviamo di fronte: capi responsabili di un’organizzazione criminale, talvolta assassini”.

[Tratto da “Mafia come M. La criminalità organizzata nel Nordest spiegata ai ragazzi” – Linea Edizioni, 2019]



CATTURATA LA BANDA DEI GIOSTRAI

la Repubblica.it
GIORGIO CECCHETTI
9 gennaio 1994

https://ricerca.repubblica.it/repubblic ... strai.html

VENEZIA - Oltre trenta miliardi. Questo il fatturato della banda di sequestratori che i carabinieri del raggruppamento operativo speciale hanno sconfitto con i quarantaquattro mandati di cattura firmati dai giudici veneziani Francesco Saverio Pavone e Carlo Mastelloni. Ben trentatré i rapimenti che l' organizzazione, per la maggior parte composta di giostrai (per questo l' operazione ha preso il nome in codice di Luna park), ha portato a termine tra il 1975 e il 1986 in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo e in altre regioni (l' ultimo tentativo di sequestro, comunque, era stato messo a segno nel 1990 a Brescia ed è fallito).
Oltre al reato di sequestro di persona è stato contestato a tutti anche quello di associazione per delinquere di stampo mafioso. Fondamentale nella fase finale dell' indagine è stato il contributo di cinque "pentiti", uno dei quali, Giovanni Bernasconi, si è ucciso in una cella del carcere di Alessandria soffocandosi con un sacchetto di plastica. Prima di morire, comunque, ha voluto ribadire che tutte le sue dichiarazioni corrispondevano al vero e lo ha lasciato scritto in una lettera indirizzata agli inquirenti.
Grazie a lui e agli altri quattro, i magistrati veneziani e i carabinieri hanno potuto far luce su rapimenti rimasti impuniti per quasi vent' anni. "Il mito dell' impenetrabilità delle organizzazioni criminali - ha dichiarato ieri il giudice Mastelloni - è stato rotto grazie alla professionalità delle forze dell' ordine e al benefico flusso di informazioni tra queste e la magistratura. Si stanno, così, riscrivendo torbide pagine sui reati più efferati di bande criminali la cui caratteristica, l' omertà, viene frantumata da una progressiva azione di recupero di dati attinti dai collaboratori di giustizia". "Il salto di qualità nell' azione di contrasto delle forze dell' ordine - gli ha fatto eco il vicecomandante dei Ros Mario Mori - si deve grazie anche alla legislazione premiale che ha aiutato a rompere il muro dell' omertà". Omertà che tra nomadi e giostrai è stata davvero impenetrabile per decenni. In questa inchiesta, infatti, si sono potuti finalmente chiarire terribili episodi, come quello dell' imprenditore milanese Gianfranco Lovati, bruciato nel 1975 nella sua auto dopo il pagamento del riscatto, o quello l' anno seguente della diciassette milanese Emanuela Trapani, figlia del presidente della Helene Curtis, tenuta in ostaggio per un mese e mezzo.
Questi gli altri rapimenti contestati: i veronesi Ivo Antonini, Aldo Mirandola e Giampiero Crespi, gli emiliani Ernesto Devoti e Giovanni Fagioli, il pescarese Armando Caldora, l' avellinese Paolo Scopettuolo, i milanesi Luigi Rossi, Luigi Galbiati, Rino Balconi, Alfredo Cozzi e Dante Mauri, i comaschi Elio Fattorini e Pierantonio Colombo, i mantovani Lucio Vaccari ed Umberto Gandellini, il bresciano Luigi Gnutti.
L' organizzazione era divisa in compartimenti stagni e solo chi stava al vertice conosceva l' identità dei vari componenti della banda, mentre i nomi dei capi erano sconosciuti ai più. La maggior parte dei sequestri è stata messa a segno nel nord-Italia, ma le menti stavano a Roma e anche i riscatti venivano fatti pagare nella capitale, solitamente lungo la tangenziale. Undici dei 44 mandati di cattura (l' inchiesta procede con il vecchio rito ed è uno di quei pochi processi che ha come scadenza il 31 dicembre dell' anno in corso) sono stati notificati in carcere, mentre all' appello mancano ancora cinque persone.
Tra quelli già finiti dietro le sbarre ci sono i capi dell' organizzazione, coloro che gestivano e controllavano ogni fase del rapimento, dai controlli sul candidato al sequestro prima dell' azione al riciclaggio del denaro del riscatto. Sono i romani Olivo Suffrè, 53 anni, e Walter Prina, 47 anni, il veneziano Mario Major, 40 anni, il ferrarese Gigino Moretti, 58 anni, e il veronese Lorenzo Marzari, 53 anni.
Negli anni Settanta, quando l' organizzazione muoveva i primi passi, i soldi dei riscatti venivano soprattutto investiti nell' acquisto di nuove attrazioni viaggianti, visto che la maggior parte dei sequestratori di fatto svolgeva l' attività di giostraio. Poi, negli anni Ottanta, la banda è stata costretta a riciclare il denaro a causa dei controlli scattati sul loro conto e, allora, si sono fatti più stretti i rapporti tra i nomadi e le organizzazioni criminali mafiose. Stando alle accuse, infatti, parecchi miliardi provenienti dai sequestri di persona sono finiti nei casinò jugoslavi gestiti dalla malavita veneta per conto della mafia siciliana, tre i nomi di coloro che avrebbero collaborato in questa operazione: il milanese Mario Plinio D' Agnolo, da anni in Costa Rica dov'è proprietario di alberghi, il veneziano Armando Boscolo, imprenditore nel settore della pesca, e il vicentino Antonio Vignato.



Diciannove sequestri: preso il boss dei «giostrai»
26 Settembre 2010
https://www.ilgiornale.it/news/dicianno ... strai.html
Super ricercato, pluriomicida, evaso nel 2004, finalmente stato arrestato dai carabinieri di Vicenza a Romano di Lombardia (Bergamo). Si tratta di Orlando Held, 73 anni, nei cui confronti la procura generale di Firenze aveva emesso nel 2004 un ordine di esecuzione per l’espiazione della pena all’ergastolo per sequestro di persona a scopo di estorsione, omicidio volontario, rapine, porto e detenzione illegale di armi e reati contro il patrimonio. L’indagato però era fuggito dall’ospedale San Martino di Genova, dove si trovava - agli arresti- dopo un’operazione cardiaca.
Held è stato bloccato dai militari in un campo nomadi di Cascina Pascolo. Il latitante faceva parte di un gruppo criminale noto come la «banda dei giostrai» che tra il 1975 e il 1983, si era resa responsabile di 19 sequestri di persona ai danni di imprenditori del nord Italia, tra i quali quello di Gianfranco Lovati Cottini avvenuto a Caorle (Venezia) il 13 aprile 1975, ucciso dopo pochi giorni durante la prigionia e ritrovato carbonizzato all’interno di una autovettura rubata nel Bresciano e di Luigi Galbiati anch’esso ucciso a Bovisio Masciago (Milano) durante il tentativo di sequestro il 5 aprile 1977: i sequestratori riuscirono afarsi pagare 9 miliardi di lire.
La banda venne sgominata nel 1994 dal Ros carabinieri coordinati dalla direzione distrettuale antimafia di Venezia.
Nel corso della perquisizione del camper di Held i carabinieri hanno sequestrato varia documentazione attestante false generalità (Francesco Rossi e Antonio Beghin).
L’uomo è stato portato nel carcere di Bergamo. Held faceva parte della cosiddetta «banda dei giostrai», smantellata dal Ros guidati dall’alliora vicecomandante Mario Mori con 44 mandati di cattura nell’ambito dell’inchiesta del giudice istruttore Francesco Saverio Pavone e poi del collega Carlo Mastelloni che ereditò l’inchiesta avviata già a metà degli anni Ottanta e che aveva portato agli arresti di una trentina di persone nel 1987 e poi di altre sei nel 1990, tra Veneto, Lombardia, Lazio, Campania, Emilia Romagna e Abruzzo. Tra i sequestri di persona della banda anche quello di Emanuela Trapani, la figlia dell’ industriale della Helen Curtis, sequestrata a Milano il 13 dicembre 1976 e liberata il 22 gennaio ’ 77, dopo il pagamento di un miliardo. Dell’azione furono accusati Renato Vallanzasca e i suoi complici, ma la banda dei giostrai, per gli inquirenti veneziani, ci avrebbe messo lo «zampino» forse nella stessa gestione del riscatto.
«Esprimo le mie più vive congratulazioni al comando dei carabinieri di Vicenza - commenta il governatore veneto Luca Zaia È un altro successo delle forze dell’ordine che testimonia l’efficacia dell’azione voluta dal ministro dell’Interno Roberto Maroni contro la criminalità nel nostro Paese».





Il furto di animali in Italia era uno dei delitti più comuni fino a non molti decenni fa, si rubavano prevalentemente gli animali di allevamento, da trasporto e da carne : galline, pecore, capre, vacche, cavalli.


L'abigeato, in diritto, è il reato di furto di bestiame, tipicamente quello oggetto di allevamento
. La parola deriva dal tardo latino giuridico abigeatus, astratto di abigeus, 'ladro di bestiame', a sua volta dal verbo latino abigere, 'allontanare spingendo', composto di ab-, 'via', 'da', e agĕre, 'portare'.
https://it.wikipedia.org/wiki/Abigeato
Furti e razzie di animali e persone sono praticati fin dal Neolitico e probabilmente anche prima. Per questo motivo il furto di bestiame è presente nella mitologia e in testi sacri da lungo tempo. Ad esempio è presente nel testo irlandese Táin Bó Cúailnge, nei Rgveda indiani (Panis). Nell'inno omerico a Ermes, quest'ultimo ruba del bestiame ad Apollo.

Nei miti antichi, l'abigeato è spesso associato a razzie e rapimenti di donne, come ad esempio il ratto delle Sabine. Nel diritto romano, era severamente punito in considerazione della gravità del danno arrecato al derubato, per la tipica connotazione di bene strumentale principale dell'attività dell'allevatore in genere svolta da quanto trafugato. L'abigeato è peraltro un reato di potenziali perniciose conseguenze sociali e di ordine pubblico, proprio in ragione dello scelus che se ne compie: è noto, infatti, che molte concatenazioni di crimini contro il patrimonio e contro la persona (sino a vere e proprie faide) hanno avuto origine da abigeati. Diventa un reato autonomo solo dopo l'imperatore Adriano, e soprattutto tra la fine del III e l'inizio del IV secolo, come attestato dalle Pauli Sententiae.

La gravità delle sanzioni è andata nel tempo attenuandosi con la minore percezione di gravità sociale dell'illecito dovuta alla progressiva minore importanza riconosciuta ai settori economici dell'agricoltura e della zootecnia.

Italia

Dopo una certa diminuzione, la commissione di abigeati è tornata a crescere a partire dagli anni 2000 nelle aree agricole del territorio italiano, con conseguenze economiche sovente gravi per i derubati. Per la repressione dell'abigeato sono in uso diverse strategie, quali la regolamentazione dei mercati delle carni e le nuove tecnologie di marchiatura del bestiame. La persistenza di mercati clandestini strutturati, sempre più spesso con "operatività" internazionale, consente agli abigeatari di smaltire anche grossi quantitativi di capi che, attraverso frodi documentali di semplice realizzabilità, vengono ben presto immessi nuovamente sui mercati ordinari. Allo stato delle cose, la mera vigilanza territoriale resta la più efficace arma di contrasto del fenomeno.

Se il caso più frequente è quello di furto di una pluralità di animali da lavoro o da macello, si discute in giurisprudenza sull'eventuale configurabilità della fattispecie tipica anche per il caso di furto di singoli capi, ciò che parrebbe a tutta prima escluso dalla vigente normazione; pare invece escludersi la configurabilità nel caso di furto di singoli animali da diletto o da compagnia. Attualmente, nel diritto penale italiano l'abigeato non è più previsto come reato distinto, bensì solo come circostanza aggravante del furto, in particolar modo dall'art. 625, co. 1, n. 8) del codice penale italiano.


Razzia di animali: ritrovati al campo nomadi
il Resto del Carlino
Zoe Pederzini
27 lug 2017

https://www.ilrestodelcarlino.it/bologn ... -1.7736059

Denuncia il furto di galli, galline e tacchini dal proprio pollaio e alcuni animali vengono casualmente ritrovati durante un sopralluogo per lo sgombero di un campo nomadi. Il ladro di polli, denunciato per ricettazione, è un 40enne romeno, pluripregiudicato e ben noto alle forze dell’ordine di Pianoro, residente appunto nel campo nomadi al confine tra Bologna e Rastignano in prossimità del parco del Paleotto.

I fatti sono iniziati nel marzo scorso. Vittima della vicenda un pensionato pianorese 80enne che gestisce, per hobby e svago, un orto ed un pollaio sulla Fondovalle Savena a neanche un chilometro a piedi dal campo nomadi. Nel marzo scorso, poi ad aprile e infine a maggio, l’80enne è stato vittima di vari furti: dal suo orto sono stati sottratti vari ortaggi, sempre nella notte, e dal pollaio erano state sottratte una quarantina di galline oltre a due tacchini, del valore circa di cento euro l’uno. Il pensionato pianorese, a quel punto, visto il reiterarsi di episodi, che avvenivano sempre nella notte, si è recato nella locale caserma dei carabinieri per sporgere denuncia. Grande era, infatti, il dispiacere per la perdita delle galline e dei tacchini, e non per motivi economici. Gli animali, infatti, non venivano venduti dal pensionato a terzi, erano veri e proprio animali da cortile e da compagnia di cui prendersi cura e con cui produrre le uova da consumare in famiglia. Pareva non esserci una soluzione a questi furti, fino a che la scorsa settimana la polizia locale di Bologna non ha fatto un primo sopralluogo in vista di uno smantellamento prossimo del campo nomadi. Qui i vigili urbani hanno, infatti, rinvenuto una struttura adibita a pollaio dove venivano tenuti alcuni esemplari di galline, denutrite e malconce. La polizia locale felsinea, a quel punto, si è messa subito in contatto con i carabinieri della stazione di Pianoro sapendo che i militari avevano ricevuto svariate denunce, inerenti proprio il furto di alcune galline a pochissima distanza dal campo nomadi.

I militari si sono dunque recati in loco per verificare la situazione e hanno portato con loro l’80enne pensionato. Questo, quasi commosso, ha riconosciuto subito, dal piumaggio e da alcune macchie, le sue amate galline. Purtroppo delle quaranta rubate ne erano rimaste solo dodici. Queste, però, sono state tratte in salvo e, insieme al proprietario, hanno fatto rientro nel ‘nido’ sulla Fondovalle Savena. Ad essere denunciato per ricettazione è stato il 40enne romeno, perché il pollaio abusivo si trovava nell’area di competenza della sua baracca.






???
I rom adesso rubano pure i cani. In Italia un rapimento ogni 15 minuti
Aurora Vigne
Gio, 03/05/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 22040.html

Attraverso delle organizzazioni criminali i cani vengono poi smistati in "allevamenti lagher" nei paesi dell'Est
Non solo furti a raffica nelle case. Ora i rom rubano pure i cani.
I dati resti noti da Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) parlano chiaro: ogni 15 minuti viene rapito un cane in Italia. Come denunciato da Quinta colonna, si tratta infatti del nuovo business dei nomadi in quanto la maggior parte dei furti sarebbe riconducibile a bande di rom organizzate. A parlare del fenomeno è stato anche Libero che spiega come i cani vengano direttamente prelevati dalle nostre case o dai giardini per poi scomparire nel nulla. Ma non solo: gli animali vengono direttamente rubati dalle mani del proprietario che gira con il guinzaglio. Un vero e proprio "scippo" del cane. Ma poi che fine fanno i nostri cani? Sempre secondo il quotidiano spesso si tratta di furti su commissione. Attraverso delle organizzazioni criminali i cani vengono poi smistati in "allevamenti lagher" nei paesi dell'Est mentre altri vengono venduti al Nord. A volte, però, il loro destino potrebbe essere più crudele: i cani rischiano infatti la vivisezione clandenstina oppure vengono trasformati in veri e propri corrieri della droga. In totale si tratterebbe di un business da 5-7 milioni l'anno.




ANALISI IN CORSO I rom adesso rubano pure i cani. In Italia un rapimento ogni 15 minuti

di Luca Mastinu | Maggio 04, 2018

https://www.bufale.net/analisi-in-corso ... 15-minuti/

Ci segnalano un articolo pubblicato il 2 maggio 2018 sul quotidiano Il Giornale:

I dati resti noti da Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) parlano chiaro: ogni 15 minuti viene rapito un cane in Italia. Come denunciato da Quinta colonna, si tratta infatti del nuovo business dei nomadi in quanto la maggior parte dei furti sarebbe riconducibile a bande di rom organizzate. A parlare del fenomeno è stato anche Libero che spiega come i cani vengano direttamente prelevati dalle nostre case o dai giardini per poi scomparire nel nulla. Ma non solo: gli animali vengono direttamente rubati dalle mani del proprietario che gira con il guinzaglio. Un vero e proprio “scippo” del cane. Ma poi che fine fanno i nostri cani? Sempre secondo il quotidiano spesso si tratta di furti su commissione. Attraverso delle organizzazioni criminali i cani vengono poi smistati in “allevamenti lagher” nei paesi dell’Est mentre altri vengono venduti al Nord. A volte, però, il loro destino potrebbe essere più crudele: i cani rischiano infatti la vivisezione clandenstina oppure vengono trasformati in veri e propri corrieri della droga. In totale si tratterebbe di un business da 5-7 milioni l’anno.

L’articolo si apre con un riferimento all’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (AIDAA), di cui ci siamo occupati a più riprese (consulta il nostro archivio). Proprio l’AIDAA, dunque, avrebbe reso nota questa notizia. Nel profilo del suo fondatore, infatti, troviamo un video in cui viene esposto questo problema:

La stessa dichiarazione è ripresa da The World News e, come sostiene Il Giornale, fa capo a un servizio andato in onda durante una puntata della trasmissione Quinta Colonna del 24 marzo 2017. I dati erano raccolti in base alle segnalazioni ricevute dalle guardie zoofile e si parlava proprio di un nuovo business delle comunità rom. Si tratta, dunque, di informazioni che arrivano direttamente da chi opera sul campo, ma non sono riportate le basi sulle quali AIDAA – nella persona del suo fondatore – ritiene che in Italia si compia un furto di animali ogni 15 minuti (o 3 ogni ora) da parte di zingari.

L’Associazione ha pubblicato un comunicato il 20 aprile:

Roma (20 Aprile 2018) – Non passa ora che tre cani vengono rubati o rapiti, in particolare cani di piccola taglia, questi i dati relativi al 2017 raccolti attraverso gli appelli sui social e gli articoli sui giornali. Ogni giorno sono circa 70 i cani rapiti, che moltiplicati per il totale dei giorni dell’anno fa oltre 25.000 cani che scompaiono ogni anno nel nulla. Di questi meno di 2.0000 (?) sono stati quelli ritrovati lo scorso anno e che quindi sono stati riportati a casa, mentre degli altri si è persa traccia. Dalle segnalazioni e dalle denunce elaborate come al solito i cani maggiormente preda dei ladri sono quelli costosi e di piccola taglia, in particolare Maltesi, Chihuahua, Pinscher, ma anche Bull inglesi e francesi. Molti di questi scompaiono direttamente durante i furti in casa o in appartamento, e non sempre purtroppo vengono poi denunciate per tempo i furti e questo da ai ladri un vantaggio non indifferente. Dove sono destinati questi cani? Molti alla riproduzione, rubati in Italia, prevalentemente da zingari gli stessi vengono poi “esportati” verso i paesi dell’est Europa dove vengono poi usati negli allevamenti i maschi come riproduttori e le femmine come fattrici, per quanto riguarda invece i cani sterlizzati o piu anziani questi vengono spesso rivenduti anche nei paesi del nord Europa dove i costi per un cane di razza è proibitivo mentre questi cani immessi nel circuito dei canili o dei negozi specializzati (spesso ignari della loro stessa provenienza) sono rivenduti a prezzi mediamente dimezzati rispetto a quelli di mercato. “La situazione dei cani rubati è spesso sottovalutata- ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- noi chiediamo maggiori controlli a partire dall’obbligo di lettura del microchip da parte dei veterinari sempre fatto questo che potrebbe aiutare a ritrovare i cani rubati almeno in parte ed inoltre chiediamo maggiori controlli sui trasferimenti a livello di anagrafe canina almeno per le razze che sappiamo essere maggiormente oggetto di questi furti”. Il giro economico dei furti di cani in Italia si aggira ogni anno dai 5 ai 7 milioni di euro.

I dati sarebbero dunque stati raccolti nel 2017 attraverso appelli sui social e sugli articoli di giornale. L’articolo riporta con certezza le modalità e la provenienza dei rapitori, ma non si trovano altre fonti presso le quali sia possibile verificare i contenuti. Altrettanto troviamo sul sito Dogsitter, che rimanda in ogni caso al comunicato dell’AIDAA. Ancora, l’Associazione aveva parlato di zingari anche in occasione di rapimenti di animali tra Roma e Fregene nel 2015. Nel 2016 una catena su Facebook indicava i Rom come potenziali rapitori di animali nella Capitale.

Restiamo in attesa, ora, di maggiori informazioni circa le statistiche presentate da AIDAA, nella promessa di aggiornavi in un prossimo articolo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » lun apr 17, 2023 10:54 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » lun apr 17, 2023 1:58 pm

31/8) disumanità e inciviltà, ferocia demenziale e razzismo etnico


Roma, anziana morta dopo rapina in casa: 5 arresti. "Colpita alle spalle mentre chiedeva aiuto"
13 maggio 2019

https://roma.repubblica.it/cronaca/2019 ... -226148640

Si tratta di cinque rom: uno si è costituito, due sono stati bloccati nella capitale. Gli altri due a Torino e Ventimiglia. L'89enne fu aggredita nell'abitazione di via Pizzo Bernina nella notte tra domenica e lunedì, è spirata il giorno dopo a causa dei numerosi traumi

Sarebbe stata colpita brutalmente alle spalle mentre tentava di chiedere aiuto a una vicina di casa. Si sta delineando sempre con maggiore chiarezza la dinamica della rapina avvenuta nel quartiere di Montesacro a Roma, a seguito della quale una donna di 89 anni ha perso la vita. Per quella violenta aggressione oggi cinque persone sono state arrestate. Ora devono rispondere a vario titolo della rapina e dell'omicidio di Anna Tomasini. L'anziana, colpita nella notte tra domenica e lunedì scorsi, è deceduta il giorno dopo in ospedale a causa dei traumi riportati.

A eseguire i fermi carabinieri e polizia. I fermati sono 5 rom - quattro di origine serba ed uno di origine bosniaca - di età compresa tra i 20 e 42 anni. La svolta alle indagini, che ha permesso di risalire alla identità dei soggetti, è arrivata quando uno dei componenti del gruppo ha manifestato la volontà di costituirsi, presentandosi alla stazione carabinieri di Cinecittà. I primi elementi indiziari raccolti hanno consentito di risalire ai suoi complici che nel frattempo, in fuga, si erano allontanati dalla capitale.

L'intensa attività info-investigativa ha consentito ai carabinieri, nel giro di poche ore, di rintracciare tutti i componenti della banda: uno di loro è stato rintracciato nel campo nomadi di via Salviati, un altro nei pressi della stazione ferroviaria di Pomezia-Santa Palomba e un terzo in provincia di Torino, quest'ultimo rintracciato grazie alla collaborazione fornita dai carabinieri della compagnia di Moncalieri. Le indagini svolte su un quinto componente della banda, di nazionalità serba, hanno consentito di verificare che lo stesso, nella mattinata di domenica, era stato arrestato dalla polizia di frontiera di Ventimiglia perchè a un controllo era risultato irregolare nel territorio nazionale, nel quale aveva fatto rientro dopo essere stato espulso.

Secondo le prime ammissioni rese ai militari, la sera del 5 maggio scorso, i cinque avevano raggiunto via Pizzo Bernina per commettere il furto all'interno dell'abitazione dell'anziana donna, al secondo piano dello stabile. Dopo aver infranto il vetro di una finestra ed aver fatto irruzione, hanno sorpreso l'anziana, che nel frattempo, accortasi di quanto stava accadendo, era riuscita ad allertare una vicina di casa telefonandole.

In quel momento uno dei malviventi, nel tentativo di bloccare la richiesta d'aiuto della donna, l'avrebbe aggredita alle spalle dietro tramortendola. Tuttavia, come emerso dai primi accertamenti svolti dalla polizia, le urla d'aiuto dell'anziana avevano attirato l'attenzione di alcuni vicini che avevano notato due soggetti scappare dall'abitazione della donna e dileguarsi a bordo di un'autovettura station wagon di colore grigio. Nel corso delle operazioni, i carabinieri e la polizia hanno recuperato e sequestrato la citata autovettura, trovata nella disponibilità di un soggetto bosniaco abitante nel campo di via Salviati.



CHE SCHIFO!!!
"Gli italiani sono MERDE". Così la "signora" ROM che chiede il pizzo ai senzatetto per dormire all'aeroporto di Linate. Chi già soffre e non ha casa né lavoro viene TAGLIEGGIATO da una banda di DELINQUENTI.
Spero che questa gentaglia venga cacciata dall'Italia a calci in c..o!
https://www.facebook.com/salviniofficia ... 8883513155


Bimba di 2 anni morta a Como, arrestato fidanzato della madre. L'autopsia: "Segni abusi sessuali"
Rosa Scognamiglio
23 gennaio 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 18857.html

L'uomo aveva raccontato che la bimba era rimasta schiacciata da una stufetta ma l'autopsia ha rivelato l'orrore di abusi sessuali reiterati
Ai carabinieri aveva raccontato che la bimba, di appena 18 mesi, era rimasta schiacciata da una stufa elettrica mentre stava giocando.

Ma, invece, la verità era ben altra. Dopo una serrata attività di indagine, i militari della Compagnia di Cantù hanno tratto in arresto un operaio romeno di 25 anni, fidanzato della madre della piccola, per maltrattamenti con esito letale e abusi sessuali su minore.

La morte della bimba

I fatti risalgono allo scorso 11 gennaio, in un appartamento di via Dante Aligheri, a Cabiate (Como). Il giovane, un romeno di 25 anni, era in casa da solo con la bimba quando si sarebbe consumata la tragedia. Secondo la versione fornita ai carabinieri dall'uomo, la piccola sarebbe rimasta schiacciata da una stufetta mentre stava giocando. Ma le gravissime lesioni riportate alla testa della giovanissima vittima hanno insospettito i militari dell'Arma che, sin da subito, si sono adoperati per fare luce sulla tragica vicenda. La bimba, infatti, è morta poco dopo l'arrivo in codice rosso all'ospedale di Bergamo per un arresto cardiocircolatorio.

L'orrore sul corpo della piccola

L'autopsia sulla salma della bambina ha dato un esito a dir poco rabbrivendente. I medici avrebbero riscontrato sul corpo della piccola ferite compatibili con lesioni da abusi sessuali. Il 25enne, stando a quanto riferisce il Corriere della Sera, non solo avrebbe percosso la bimba in più occassioni ma l'avrebbe sottoposta anche a sevizie. Appurata la drammatica verità, i carabinieri della Compagnia di Cantù hanno proceduto all'arresto del sospetto assassino. Il giovane romeno è stato intercettato dai militari a casa della madre, a Lentate sul Seveso, e sottoposto alla misura di custudia cautelare in carcere. La mamma della bimba avrebbe dichiarato di essere estranea alla vicenda.

Mariastella Gelimini: "Vicenda assurda"

Sulla tragedia è intervenuta anche Mariastella Gelmini capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. "Fa inorridire la violenza indicibile con la quale e' stata uccisa una bimba di 18 mesi nel comasco. "Un'altra vicenda assurda, dopo la morte inaccettabile della piccola Antonella, a Palermo, causata da un tragico gioco sull'educazione proposto da Tik Tok. - ha dichiarato la Gelmini al portale di informazione online Ottopagine.it -Drammi diversi che ci interrogano sui nostri figli in una realta' violenta che ogni giorno s'imbarbarisce sempre di piu'. Torna con prepotenza la necessita' di sostenere la famiglia, con tutti i mezzi. Perche' fuori dallo scontro politico quotidiano, tutti noi dobbiamo saper tutelare il bene più prezioso: i nostri figli".



Famiglia rom devasta ospedale: curate prima noi degli italiani
12 gennaio 2021

https://voxnews.info/2021/01/12/famigli ... -italiani/

Avevano appreso della morte di un parente e così, per superare il dolore, padre 39enne, madre 36enne e i due figli, rispettivamente di 19 e 17 anni hanno bevuto alcolici fino a ubriacarsi. Il più giovane della famiglia nomade, però, si è sentito male, così tutti insieme domenica pomeriggio intorno alle 17 sono andati in pronto soccorso.

Il gruppetto ha fin da subito creato problemi, lamentandosi degli inevitabili rallentamenti dovuti alle procedure anti-Covid. Ma a un certo punto sono passati ai fatti, sfondando le porte scorrevoli dell’ospedale pur di portare all’interno il giovane che si era addormentato senza rispondere agli stimoli esterni. La famiglia è riuscita così ad accedere all’area verde dopo la poderosa spallata del padre, che ha scardinato la porta sganciandola dai blocchi di sicurezza, pur di non aspettare il loro turno e fare prima.

Con toni accesi il capofamiglia assieme all’altro figlio hanno intimato e minacciato il medico di turno che ha così preso in carico il minore constatando al momento una forte assuefazione da bevande alcoliche. Nel frattempo è stata allertata la polizia che è intervenuta in pronto soccorso. I quattro nomadi, mamma, papà e i due figli, tra cui il minorenne, sono stati tutti identificati e denunciati per interruzione di pubblico servizio.


90enne aggredita a bastonate in strada a Roma da uno sconosciuto: la confessione shock sulla "prova di forza"
Un 30enne ha aggredito con un bastone una 90enne a lui sconosciuta in via Collatina a Roma: la motivazione shock data dall'aggressore alla Polizia
Stefano D'Alessio
05-03-2023

https://notizie.virgilio.it/90enne-aggr ... za-1560046

Una donna di 90 anni è stata aggredita a colpi di bastone da uno sconosciuto in via Collatina a Roma, nel pomeriggio di venerdì 3 marzo.
Stando a quanto riferito da ‘La Repubblica’, l’aggressore, un 30enne che vive in un campo Rom in via Salviati, ha incrociato l’anziana su un marciapiede in via Collatina attorno alle ore 14,30 di venerdì. La donna aveva appena preso un caffè in un bar sulla strada. Una telecamera ha inquadrato la scena.

Il trentenne ha colpito in testa con una mazza di legno l’anziana donna. Il colpo è stato così forte che il bastone si è spezzato in due.
L’ospedale Pertini di Roma, dove è stata ricoverata la donna dopo l’aggressione subita in via Collatina.

Cosa è successo dopo l’aggressione
Un sistema di videosorveglianza ha registrato il momento in cui il 30enne, appena ha sorpassato l’anziana, si è voltato, è tornato indietro e con tutta la sua forza ha sferrato la mazzata sulla nuca della donna.
La donna è svenuta in strada ed è stata poi soccorsa dal barista, che l’ha fatta sedere su una sedia e ha chiamato l’ambulanza. La novantenne è stata ricoverata all’ospedale Sandro Pertini.
Un gruppo di cittadini si è messo all’inseguimento dell’aggressore, lo ha bloccato e ha tentato di linciarlo. Proprio il 30enne ha chiamato l’ambulanza per farsi soccorrere, raccontando: “Mi hanno aggredito”. Le immagini delle telecamere e i racconti dei testimoni hanno però portato al suo arresto, con l’accusa di lesioni aggravate.

La confessione shock dell’aggressore
Come riportato da ‘La Repubblica’, l’aggressore ha motivato così il gesto alla Polizia: “Volevo far vedere ai miei familiari che anche io so fare queste cose, le stesse che fanno loro”. Poi ha aggiunto: “La mia famiglia mi considera un debole e volevo dimostrare a mia mamma che non lo sono“.
L’anziana donna, in un primo momento, dopo l’aggressione, aveva raccontato “Mi voleva derubare”. Quando le è stata spiegata la reale motivazione, riporta ‘La Repubblica’, si sentita addolorata e utilizzata “come un bersaglio per mettere alla prova il coraggio di un ragazzo che può essere suo nipote”.



Ucraina: gente inferocita caccia la comunità rom da un villaggio vicino Odessa
https://www.youtube.com/watch?v=eDL3moIgzRY
Gli zingari non hanno alcun rispetto per la gente del posto, ricattano e rubano nelle case.
Gli zingari non hanno alcun rispetto per la gente del posto, ricattano e rubano nelle case.
La polizia è riuscita a ristabilire l'ordine e a riprendere il controllo della situazione nella cittadina ucraina di Loshchynivka, nella regione di Odessa, dopo gli scontri di sabato tra i residenti e alcuni esponenti della comunità rom. Le tensioni sono cominciate dopo il ritrovamento del corpo di una bimba di 9 anni, violentata e uccisa per la cui morte è sospettato proprio un giovane rom che è stato arrestato.

Ucraina: gente inferocita caccia la comunità rom da un villaggio vicino Odessa
Di Euronews
28/08/2016

https://it.euronews.com/2016/08/28/ucra ... ino-odessa

La polizia è riuscita a ristabilire l’ordine e a riprendere il controllo della situazione nella cittadina ucraina di Loshchynivka, nella regione di Odessa, dopo gli scontri di sabato tra i residenti e alcuni esponenti della comunità rom. Le tensioni sono cominciate dopo il ritrovamento del corpo di una bimba di 9 anni, violentata e uccisa per la cui morte è sospettato proprio un giovane rom che è stato arrestato.
Un abitante di Loshchynivka sceso in piazza per manifestare contro i rom ha spiegato il senso di esasperazione di chi abita nel villaggio da sempre: “Sono passati 3 anni da quando si sono stabiliti qui… 3 anni. E questo è quello che abbiamo in cambio.I rom non hanno alcun riguardo per la popolazione locale che vive qui da 200 anni! Infastidiscono i bambini a scuola, ricattano e rubano dalle case”.
La gente inferocita ha attaccato le case dove vivono i rom per tentare di cacciarli definitivamente dalla città. Con l’intervento della polizia si è arrivati a una soluzione: è stato creato un cordone di sicurezza perchè i rom possano recuperare le proprie cose e lasciare le loro abitazioni, dove non sono più al sicuro.







Sciacalli sulle macerie del tornado, presi due rom

Stavano rovistando a Dolo in mezzo alle case abbattute dal maltempo, si erano già impossessati di pezzi di rame
10 Luglio 2015
https://mattinopadova.gelocal.it/padova ... 1.11754180
DOLO. Sulle macerie sono arrivati gli sciacalli.
Marito e moglie, di origine rom, sono stati arrestati dai carabinieri nella tarda serata di giovedì 9 mentre stavano aspontando del materiale dalle macerie lasciate dal passaggio del tornado di mercoledì 8.
In particolare, la coppia si stava impossessando di pezzi di grondaie in rame. Un materiale, questo, che fa molta gola ai predoni poiché viene rivenduto sul mercato nero dei metalli. Per evitare episodi di sciacallaggio, purtroppo frequenti nei giorni successivi ai disastri, già nelle ore successive alla tromba d'aria le forze dell'ordine e i volontari avevano organizzato un servizio di controllo e monitoraggio delle vie flagellate.
Sedici squadre avevano monitorato le zone per cercare di scongiurare furti che vanno uteriormente a ferire chi è già molto provato dagli eventi.



Marito e moglie rom di origine bosniaca sono stati arrestati dai carabinieri. Nel furgone, avevano materiale trafugato nelle case. Aumentano i controlli
Tromba d’aria, fermati due sciacalli partiti da Torino per rubare grondaie di rame

10 luglio 2015

https://corrieredelveneto.corriere.it/v ... 2912.shtml
Marito e moglie rom di origine bosniaca sono stati arrestati dai carabinieri. Nel furgone, avevano materiale trafugato nelle case. Aumentano i controlli
VENEZIA Non hanno perso tempo. Pensavano, forse, che in questo momento nessuno avrebbe badato a loro. Gli sciacalli, tanto temuti dai sindaci e dalla prefettura, hanno cominciato a uscire allo scoperto sulla Riviera del Brenta. Arrivati da Torino, da dove risiedono, li hanno fermati i carabinieri di Dolo, giovedì sera a Cazzago, mentre stavano cercando di rubare grondaie ed altri materiali in rame e in ferro dai cumuli di macerie lasciati da parte dai volontari che da giorni lavorano senza tregua per rimettere in sesto il territorio. Tra il materiale rubato, anche una bicicletta, che i due, marito e moglie rom di origine bosniaca ma appunto residenti in Piemonte, avevano posizionato all’interno di un furgone. Furgone in cui sono state ritrovati materiali e suppellettili trafugati dalle case abbandonate.
I due, entrambi 30enni, sono stati arrestati e portati in camera di sicurezza in caserma in attesa del processo per direttissima con l’accusa di furto aggravato. La prefettura, per evitare il fenomeno, fin dalla prima notte aveva messo a disposizione il battaglione di Mestre e 16 pattuglie di rinforzo (14 dei carabinieri, una della Polizia di Stato e una della guardia di Finanza) per servizi anti sciacallaggio. Non solo: anche i cittadini si sono organizzati in servizi volontari notturni per sorvegliare le case abbandonate o danneggiate gravemente dal tornado. Il sindaco di Mira Alvise Maniero e i suoi assessori sono scesi in strada in prima persona, insieme a un gruppo di cittadini, per monitorare la situazione a Porto Menai e nell’area artigianale Pip di Mira.


"Papà stava morendo. Gli hanno portato via i soldi dentro la tasca"
Travolto e ucciso dal camper di una rom. «Spariti anche documenti e portamonete»
10 giugno 2017

https://www.cronacaqui.it/cronaca/papa- ... tasca.html

«Mio padre era appena andato via dal Caf in cui aiutava un amico, come ogni venerdì aveva preso i soldi della cassa. Li aveva di sicuro in tasca, con i documenti e con un portamonete a molla che usava da trent’anni, ma è tutto sparito. L’hanno rubato, mentre mio padre era agonizzante sull’asfalto, mentre mio padre stava morendo».

È ancora sconvolta, e infuriata, Gemma Giagnotto, figlia di Oreste, morto in strada dell’Aeroporto il 12 maggio, travolto da un camper guidato da una zingara che ha invertito improvvisamente la marcia centrando il suo scooter. E non vorrebbe credere che sia neppure possibile un tale sfregio a un uomo riverso a terra dopo uno schianto terribile. «Mio padre aveva i soldi dei cittadini che avevano fatto il cud per la dichiarazione dei redditi del caf spiega Antonio, l’altro figlio di Oreste – chi ha fatto questo, chi l’ha derubato, si è sporcato di un crimine abominevole e pagherà per tutto questo». Oreste Giagnotto, ricostruisce ancora Gemma, «non aveva un portafoglio, soltanto un portamonete che per noi ha anche un grande valore affettivo. Le banconote le teneva in tasca con i documenti. Ma in tasca sono stati trovati soltanto due mazzi di chiavi, quelle di casa e quelle dell’auto, e il portapastiglie con le medicine che prendeva per il cuore».




Raid Casamonica in un bar, la moglie del titolare: "Giusto denunciare. Paura? No". La disabile: 'Gli ho ricordato l'educazione'
7 maggio 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... ne/4338915

“L’unica cosa giusta da fare in questi casi è chiamare le forze dell’ordine e denunciare“. Non ha dubbi Roxana, la moglie del titolare del Roxy Bar dove il giorno di Pasqua due esponenti del clan Casamonica, Antonio Casamonica e suo cugino Alfredo Di Silvio, hanno aggredito prima una disabile e poi il marito. Adesso, si è mossa anche la magistratura, con l’indagine affidata ai magistrati della Dda romana.

Raid Casamonica in un bar: botte a una disabile

Lei, che aveva convinto il marito a riaprire dopo due giorni di chiusura, perché quel locale è la loro vita, lo dice chiaro e tondo: “Io non ho paura, non la ho mai avuta. A prescindere da chi sono e di chi è la nazionalità”. Assicurando che ora il marito sta bene, Roxana racconta che la signora – presa a cinghiate e scalciata dai due, perché aveva reagito di fronte alla loro prepotenza e al desiderio di essere serviti subito – è “tornata qui anche nei giorni dopo, la ammiro perché è l’unica che ci ha aiutato“.

La disabile ha invece ripercorso con il Corriere della Sera gli attimi dell’aggressione: “Urlava contro il barista che conosco da una vita, è un amico, e io gli ho semplicemente ricordato l’educazione“, ha detto. “Mi ha urlato tu non sai con chi stai parlando, poi ha iniziato a picchiarmi, mi ha sputato in faccia, mi ha preso per il collo”, ricorda. Poi le grida, le minacce: “Quell’uomo mi stava pestando a calci e mi diceva “ti ammazzo” – spiega la donna, invalida civile – Io gli ho risposto che sì lui mi ammazzava, ma poi andava in galera”.

Intanto la procura di Roma ha aperto un’indagine per lesioni, minacce e danneggiamento nei confronti dei due membri del clan, che spadroneggia alla Romanina. Il fascicolo è in mano ai pm dell’Antimafia che stanno valutando la possibilità di contestare l’aggravante mafiosa sia a Casamonica che a Di Silvio.

Dopo che la notizia del pestaggio, avvenuto lo scorso 1 aprile, è stata anticipata da Repubblica, è intervenuto anche il ministro dell’Interno Marco Minniti: “Ho telefonato al capo della Polizia Franco Gabrielli, al quale ho chiesto una risposta ferma e tempestiva – ha detto il titolare del Viminale – Atti di questo tipo non possono rimanere impuniti”.

In giornata, la sindaca Virginia Raggi ha fatto visita ai proprietari del locale. Su Twitter, la prima cittadina ha scritto: “Uniti contro la criminalità. Le immagini dell’aggressione dei Casamonica nei confronti di una donna disabile e un barista sono inaccettabili. Le istituzioni non abbassano lo sguardo. #FuoriLaMafiaDaRoma”. Il governatore della Regione Lazio ha invece annunciato un “contributo economico a titolo di risarcimento per i danni ricevuti” e la costituzione di parte civile nel processo: “Non si possono tollerare soprusi e violenze di questo tipo”, ha spiegato Nicola Zingaretti.


https://www.facebook.com/salviniofficia ... 3368798155
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » lun apr 17, 2023 1:58 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » lun apr 17, 2023 1:59 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » lun apr 17, 2023 1:59 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » lun apr 17, 2023 1:59 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » lun apr 17, 2023 1:59 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Zingari - Singani (storia ed etimologia) - il feroce e nazista razzismo degli zingari

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

cron