Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » sab ott 30, 2021 8:24 pm

Anziano non può tornare a casa sua: è stata occupata da una rom
Valentina Dardari
30 Ottobre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/roma/anz ... 1635585947

Un anziano ha cercato di fare ritorno a casa sua, dopo che si era allontanato per sottoporsi a degli esami medici, ma si è trovato la serratura cambiata. Con tanto di occupante abusivo al suo interno, una rom, che gli ha impedito l’accesso. Secondo quanto raccontato dal Messaggero, alla donna è bastato solo scardinare la porta blindata per potervi accedere e prendere possesso dell’appartamento sito in via Pasquale Del Giudice, nel quartiere romano Don Bosco. Quando il giorno dopo l’anziano proprietario, ex funzionario di un'azienda pubblica, ha fatto ritorno alla sua abitazione ha trovato l’amara sorpresa. “Qui ora ci abito io, faccia quello che vuole” avrebbe detto l’occupante abusivo.


La serratura era stata cambiata

L’uomo, un 86enne celibe, senza figli, lo scorso 14 ottobre si era dovuto allontanare dall’appartamento per alcuni accertamenti clinici. Una volta ritornato in quella che credeva essere ancora la sua casa, ha però trovato la serratura cambiata. Al suo interno una donna dal cognome, anche quello subito cambiato sul campanello, probabilmente rom, con tanto di figlia e cane. Sul terrazzino anche i panni stesi della famigliola abusiva. Inutile chiedere aiuto alle forze dell’ordine. I carabinieri hanno infatti spiegato alla povera vittima che non vi era un furto in corso e quindi era impossibile per loro procedere allo sfratto forzato. Sarebbe dovuto intervenire un giudice per dare l’ordine. Infatti, l'occupazione abusiva prevede solo una denuncia in stato di libertà. In poche parole, l’anziano si è trovato sfrattato da casa sua da una donna che adesso può tranquillamente utilizzare i suoi arredi, i suoi elettrodomestici e ammirare perfino i suoi quadri appesi alle pareti. Fortunatamente l’86enne ha trovato ospitalità presso il fratello, in attesa che l’autorità giudiziaria faccia qualcosa in seguito alla denuncia sporta dall’uomo.


L'anziano sfrattato da una rom

Tutto sarebbe iniziato la sera del 13 ottobre, quando l’amministratore del condominio ha avvertito l’anziano: “Degli inquilini hanno sentito strani rumori provenire dall'appartamento”. L’uomo, pensando che i ladri fossero scappati perché scoperti, non aveva allertato la polizia e aveva pensato di andare il giorno dopo a vedere la situazione. “L'indomani, il 14 ottobre verso le 11.30, mi recavo a casa per verificare. Ho provato a inserire le chiavi nella toppa della serratura e ho constatato che non erano più funzionanti. Notato l'evidente danneggiamento della porta ho dedotto che era stata sostituita la serratura. Avendo paura di trovare ancora qualcuno all'interno, mi sono recato in un ufficio di polizia per chiedere un immediato intervento, ma mi veniva consigliato di tornare a casa, cioè fuori casa, chiamare il numero di emergenza e aspettare l'arrivo, effettivamente immediato, di una pattuglia" ha scritto la vittima nella denuncia. E ha poi aggiunto: “Gli operanti, però, dopo aver constato l'impossibilità di entrare nella mia abitazione con le mie chiavi hanno suonato. A quel punto compariva una donna a me sconosciuta che accettava di fare entrare i carabinieri”.



Tutti i suoi effetti personali sono in casa

Quello che è poi accaduto subito dopo sembra una amara barzelletta. Infatti, come ha raccontato il povero sfrattato: “I militari, con mio immenso stupore, forse anche per evitare problemi di ordine pubblico nei miei confronti, mi invitavano ad allontanarmi dalla mia abitazione, nonostante avessi rappresentato loro che vivo e ho sempre vissuto lì. Quindi sono dovuto andare via e quella donna è rimasta dentro casa senza che io potessi fare nulla”. Tra l’altro, come l’anziano ha spiegato, all’interno dell’abitazione ci sono anche tutti i documenti sanitari, che per lui sono indispensabili, oltre alle medicine salvavita e a tanti beni di valore. Senza contare la decina di quadri d'autore, i libri rari, una collezione di monete, un'altra di accendini d'oro, e poi orologi, vestiti e scarpe di marca.

Il legale che assiste il pensionato, l’avvocato Alessandro Olivieri, si augura di riuscire a sbloccare la situazione in tempi brevi, o almeno di riuscire a far rientrare il suo assistito in casa. “L'impossibilità di poter procedere in flagranza ha di fatto privato il mio assistito non solo della possibilità di tornare a casa, ma anche di quella di riavere cose indispensabili. Ci auguriamo che l'intervento dell'autorità giudiziaria trovi una soluzione, in tempi brevissimi” ha spiegato l’avvocato.





Don Bosco, chi è la donna che aveva occupato la casa di Ennio: "Non sapevo dove passare la notte"
Lorenzo Nicolini
5 novembre 2021

https://www.romatoday.it/cronaca/chi-ha ... bosco.html

Non sapeva dove passare la notte così ha pensato bene di occupare un appartamento, quello di Ennio Di Lalla, 86 anni. È questa la versione che una donna di 28 anni, residente nel campo nomadi di via dei Gordiani, ha dato ai carabinieri ammettendo di aver fatto "suo" quell'appartamento, senza permesso, mentre in casa c'erano ancora i mobili e gli effetti personali dell'anziano.

Secondo quanto ricostruito, la 28enne, insieme ad altre 5 persone (ancora non identificate), aveva occupato l'appartamento al Don Bosco, la notte tra il 13 e il 14 ottobre, sostituendo la serratura e cambiando finanche il nome sul citofono. Ennio Di Lalla, che invece secondo la sua denuncia, si era assentato per qualche giorno a causa di motivi di salute, si è così ritrovato con l'amara sorpresa: la casa nella quale abitava dal 1953 era stata occupata.

A ricostruire quanto accaduto sono stati i carabinieri della Stazione di Cinecittà che oggi hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica. A seguito della denuncia presentata da Di Lalla che, lasciato incustodito l'appartamento era stato avvisato da alcuni condomini che qualcuno si era introdotto e stabilito al suo interno, di fatto occupandolo, i carabinieri hanno informato la Procura di Roma con un dettagliato fascicolo, proponendo il sequestro urgente dell'immobile.

Una mossa che ha consentito, nel giro di pochi giorni, di identificare nell'appartamento occupato la donna di 28 anni che ha poi ammesso di averlo occupato non sapendo dove passare la notte. La Procura ha così instaurato un procedimento penale a suo carico, con le ipotesi di reato di "danneggiamento e invasione di terreni o edifici", ottenendo dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma il decreto con cui è stato disposto il sequestro dell'immobile e il conseguente sgombero.

Ad eseguire le attività delegate dalla Procura sono stati i carabinieri che hanno attivato i Servizi sociali di Roma Capitale per trovare una sistemazione alloggiativa per gli occupanti abusivi. L'appartamento di Di Lalla è stato trovato a soqquadro. In una stanza, la 28enne aveva accatastato tutti i beni personali dell'anziano usando di fatto quella camera, come un magazzino. Sistemate alcune pratiche burocratiche Di Lalla, al momento nominato come custode dell'appartamento, potrà tornarne in possesso. "È finito un incubo", ha detto l'anziano mentre, insieme ai carabinieri, salive le scale per tornare in quella casa che negli ultimi 23 giorni lo aveva tenuto con il fiato sospeso.


"La mia casa una latrina...": lo choc dopo l'uscita dei rom
Francesca Galici
7 Novembre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1636277849

Ci sono voluti 23 giorni affinché il signor Ennio Di Lalla, 86 anni, tornasse in possesso del suo appartamento in zona Don Bosco, periferia sud di Roma. Dei rom gli avevano occupato la casa un giorno che l'anziano signore era andato in ospedale per dei controlli periodici al cuore. Tornò a casa, dopo aver trascorso dei giorni dal fratello, e trovò la serratura cambiata e una donna con un bambino al suo interno. Per oltre 20 giorni Ennio ha dovuto dormire da suo fratello, finché finalmente non è stato firmato l'ordine di sfratto. Ma l'odissea dell'uomo non è finita qui, perché è vero che ora Ennio è tornato in possesso della sua abitazione, ma le rom gliel'hanno distrutta prima di andare via, senza dirsi pentite e giurando che l'avrebbero rifatto altrove. Al momento la casa è sotto sequestro, i carabinieri probabilmente glela ridaranno tra lunedì e martedì.

"Quando venerdì, dopo 23 giorni, sono rientrato finalmente a casa mia, ho avuto un malore. Mi è preso uno spavento, non la riconoscevo più. C'erano decine, che dico, centinaia di sigarette spente sul tavolo. La pipì del loro cane, un dogo, sparsa dappertutto. La cera delle candele era sciolta sul pavimento e sopra i mobili, perché l'avvocato Olivieri nel frattempo aveva fatto staccare a quelli la corrente e i rom si facevano luce con i moccoli", ha raccontato al Corriere della sera.

Ennio Di Lalla ha trovato anche un televisore non suo all'interno della casa e perfino le tende del salotto cambiate. "Ci vivo dal '53 e sapete qual era la prima cosa che facevo la mattina dopo essermi svegliato? Guardavo le foto al muro di mamma e papà, le foto dei viaggi, l'Hermitage di San Pietroburgo, le cascate di Iguazu, che bella la Patagonia. Prima del Covid avevo messo in programma di tornarci. Ecco, adesso, dopo questa storia brutta dei rom, se la salute mi assiste ho deciso che ci tornerò", ha rivelato al Corriere.

Lo stress dell'ultimo mese è stato forte per il signor Ennio, tanto che ora il suo avvocato, Alessandro Olivieri, cerca di preservarlo da ogni tipo di emozione. "I rom hanno svuotato tutto: le vetrinette dove tenevo gli orologi e i 60 accendini d'oro. Dai muri hanno staccato pure le tele di Domenico Purificato, il pittore era un amico di famiglia. Per farsi spazio, gli occupanti hanno ammucchiato tutto nel mio studio", continua a raccontare.

Nel suo palazzo ci sono altri due appartamenti occupati e probabilmente è da lì che è partita la voce che il signor Ennio era andato via. "Quando i carabinieri hanno suonato il campanello, si è affacciata una signora con accento straniero, una certa Nadia, con un bimbo in braccio e il dogo. Situazione kafkiana: io sul pianerottolo, lei dentro casa. E pure con un contratto nuovo della luce, il suo nome sul citofono e sulla buca delle lettere. Pazzesco no? Un proprietario sfrattato da un'abusiva. Solo da noi può succedere una cosa così", dice con un velato senso di amara ironia.

Ora il signor Ennio vuole riprendersi la sua vita, ma non prima di aver ringraziato il suo legale: "Una cosa che voglio fare subito, è pagare il fabbro che l'altro giorno ha messo la serratura nuova dopo lo sgombero. C'erano così tante telecamere che non ho capito più niente. E poi appena arriverà il dissequestro voglio festeggiare con l'avvocato Olivieri. Gli devo una pizza: ma la mangeremo a casa, non si sa mai".



"Colpire gli occupanti". La mossa per fermare il furto delle case
Francesco Boezi
7 novembre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1636304773

La storia del signor Ennio Di Lalla è solo l'ultima tra quelle balzate agli onori delle cronache, mentre di "case rubate" si parla ormai da tempo. Il problema sembra divenire strutturale ogni giorno che passa e la Lega ha deciso di prendere in mano la situazione, ragionando su un provvedimento legislativo che possa sanare il vuoto normativo. L'onorevole Manfredi Potenti è convinto che la situazione passi da un intervento che preveda un "immediato rientro". Velocizzare i tempi e fornire strumenti giuridici nuovi, insomma, sembrano le due direttrici della legge che il Carrocio sta per portare all'attenzione di governo e Parlamento. Casi come quelli del signor Ennio non devono accadere più.

Onorevole Potenti, le "case rubate" stanno diventando un problema in Italia. Come mai?

"Il problema degli alloggi "occupati" è un fenomeno complesso e variegato. Nei casi simili a quello del signor Ennio, gli autori sono soggetti criminali che si accaniscono sui più deboli. Si tratta di occupanti la cui crescente esigenza abitativa è spesso connessa a problemi di regolarità amministrativa sul territorio nazionale, alla mancanza di lavoro che è stata aggravata da mesi di situazione economica, che è una conseguenza del Covid19, cui è seguita la diminuzione delle tradizionali attività di sostentamento di questi soggetti. Quindi, in una parola, la causa è la marginalità sociale di larghe fasce di soggetti".

Così avete deciso di proporre una legge ad hoc. Cosa dovrebbe prevedere?

"La bozza che abbiamo in corso di approfondimento prende atto dell'esistenza di una fascia grigia di situazioni di occupazioni illegittime. Una fascia che è estranea ai casi di preesistenza di un rapporto abitativo stabile (Potenti intende quello derivante da un contratto scaduto, di affitto al nero, di morosità, ndr) . Quindi, parliamo di dover allontanare autori di reato di violazione di domicilio, invasione di terreni od edifici o di turbativa, cui segue l'esigenza di un immediato reintegro nella detenzione del legittimo titolare, persona offesa, il che presuppone un contestuale intervento dello Stato già dal momento della presentazione stessa della querela. Come nel caso del signor Ennio, non possiamo far attendere per il rientro in casa il provvedimento di dissequestro".

Perché esiste una marcata difficoltà nel restituire le case ai legittimi soggetti proprietari?

"Come tutte le autorità amministrative anche quelle di polizia non hanno poteri coercitivi se non c'è prima un ordine del giudice che le autorizza. Significa in parole povere che il sistema normativo tutela il valore di un domicilio privato esistente di fatto in un dato momento - come quello apparente dell'occupante - , per cui è indispensabile ricorrere ad un provvedimento giurisdizionale che richiede tempo e denaro. Il caso del cambio di nome sul campanello della casa del signor Ennio è infatti la dimostrazione che l'abusivo ha necessità di mascherare comunque una stabilità abitativa, ed è appunto su questi casi di apparenza rispetto ad una pregressa situazioni abitativa che la nostra proposta andrà a colpire gli occupanti".

Secondo lei, la questione delle "case rubate" ha a che fare in qualche modo con i limiti nell'integrazione?

"Lasciare una massiva possibilità di accesso al Paese a cittadini privi di ogni risorsa o professionalità crea i presupposti di una polveriera sociale. Sono persone che si riversano nelle ormai sature periferie italiane, ponendosi in concorrenza ai tanti bisognosi presenti, e non hanno altra via che auto-organizzare per vie brevi ed in proprio la risposta ad ogni esigenza vitale, anche prevaricando il prossimo".

Non ha paura delle critiche dei buonisti per un provvedimento di questo tipo?

"Nessuna paura in quanto le garanzie costituzionali e, non ultima, la precisa volontà di colpire un fenomeno criminale, permetterà di calibrare la risposta normativa rispetto al bisogno di tutelare il diritto di proprietà ed ogni situazione di legittima disponibilità di un alloggio abitativo".

Pensa che il Parlamento ed il governo possano recepire una legge ad hoc? Non rischia di essere una battaglia di bandiera e basta? La situazione, nelle Aule, è complessa...

"Ci confronteremo senza pregiudizio ponendo alla base di tutto la persona. Sensibilizzeremo il Governo e quella parte del Parlamento che vorrà sostenere la Lega rispetto a questa battaglia. Lo Stato deve comunque dare una risposta attraverso la previsione di uno strumento agile, per evitare che si sviluppino fenomeni imprenditoriali come quello spagnolo ove società private vengono assoldate per "convincere" gli occupanti, attraverso un'opera di mediazione, a lasciare i locali abusivamente occupati".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » ven nov 05, 2021 8:31 pm

La mafia degli zingari e le truffe sulle case



Truffa zingari acquisto appartamento
anno 2007

https://it.diritto.condominio.narkive.c ... partamento

Truffa zingari acquisto appartamento

Salve,
vorrei un parere riguardo una presunta truffa.
In un condominio c'e' un appartamento in vendita tramite agenzia.
L'agenzia presenta un acquirente, una donna italiana, che versa 30 mila euro di acconto.
Dopo poco, si viene a scoprire che la famiglia di tale signora è un gruppo di zingari, uno dei più accaniti, pregiudicati, disonesti e malavitosi di tutta la zona.
Il condominio intero si ribella al proprietario dell'appartamento, sconsigliando vivamente di vendere ai zingari.
Le motivazioni sono varie: se vivi in un condominio dove ci sono zingari, con il tempo molti abbandoneranno casa, svendendola... e chi vuole acquistare casa dove ci sono zingari? Solo altri zingari... in definitiva una vera e propria scalata.
Il problema è che per rinunciare a questo acquirente, bisogna versare la caparra più il doppio della stessa: in totale 60.000 euro ai quali vanno aggiunti 5.000 per la "rispettabile" agenzia.
Ora, dato che, già questa manovra è stata attuata dalla stessa famiglia di zingari in un altro paese vicino, e si è risolta sempre con il versamento del doppio della caparra... come risolvere la questione?
Attualmente tutti i vicini e i condomini stanno raccogliendo i soldi per evitare questo "cancro".
Sembra una vera e propria organizzazione malavitosa atta a truffare centinaia di persona l'anno.
E' denunciabile? Come risolvere la cosa?



Il raggiro dei rom, caparra poi occupano il cantiere
L'Eco di Bergamo
Venerdì 11 Maggio 2007

https://www.ecodibergamo.it/stories/Cro ... _33872_11/

Le vittime non ne parlano, spesso perché si vergognano. Ma un nuovo tipo di raggiro ad opera di gruppi rom ha preso piede in Lombardia, Bergamasca compresa. La truffa è giocata sul filo delle legalità, basata sulla possibilità che viene data ai venditori di case di rescindere un contratto d’acquisto in cambio della restituzione del doppio della caparra consegnata dal potenziale acquirente al momento del preliminare.

Alcuni rom hanno in più casi provocato questa rescissione, giocando sul fatto d’essere invisi al resto della popolazione: dopo essersi piazzati con la roulotte sulla «loro proprietà», hanno chiesto ai costruttori, anche con minacce, più il doppio della caparra per andarsene.

I primi segnali sono arrivati dalla Bassa: una messinscena da parte di gruppi di nomadi che, pare, siano sempre gli stessi a entrare in azione in diverse località lombarde. Nel Trevigliese sono stati segnalati almeno quindici casi in pochi mesi. I costruttori coinvolti, però, difficilmente ne hanno parlato: il timore sarebbe quello di essere additati come venditori incapaci di valutare i propri clienti.


Nomade si finge imprenditore: truffa da decine di migliaia di euro
10 marzo 2014

https://www.bresciatoday.it/cronaca/lon ... ruffa.html

Una truffa ben congegnata, frutto di anni di malavitosa ‘esperienza’. Un nomade residente a Lonato si spacciava per imprenditore, per trattare affari immobiliari: sfruttava poi un cavillo del Codice Civile, sulla restituzione della caparra, si portava a casa spesso il doppio di quanto investito.

Ha funzionato finché i Carabinieri non l’hanno colto sul fatto, e fatto allontanare con il Foglio di Via. Stava trattando un affare che mai avrebbe chiuso, con un proprietario immobiliare di Lazise: si era presentato vestito in giacca e cravatta, a bordo di un’auto di lusso; aveva già anticipato quasi 20mila euro di caparra per acquistare una villetta, in zona residenziale e vista lago.

Al momento dello ‘scambio’ vero e proprio però, l’uomo si è presentato con tutta la (numerosa) famiglia, un paio di roulotte e pure un piccolo esercito di animali, da giardino e non. Il proprietario a questo punto si è deciso ad annullare l’affare, per non infastidire i vicini: qui la truffa ha avuto ‘effetto’, proprio per quel cavillo del Codice Civile.

Se c’è un anticipo di caparra, e poi l’affare immobiliare salta per scelta del venditore, tale caparra deve essere restituita, ma raddoppiata. Lo "zingaro" gardesano stava per farla franca di nuovo, ma è stato fermato in tempo.





Comprano una casa e ricattano il venditore Presa la banda dei rom
Michele Perla
8 Luglio 2008

https://www.ilgiornale.it/news/comprano ... i-rom.html

Si sono presentati in cantiere in abiti distinti, senza destare alcun sospetto, per acquistare un appartamento. Hanno lasciato un assegno come caparra, per poi tornare qualche giorno dopo e spiegare all’imprenditore che erano zingari, e che sarebbero andati ad abitarvi in sette, parcheggiando la roulotte in giardino. Il piano l’avevano studiano per bene. Sapendo che la loro presenza avrebbe compromesso le vendite degli alloggi, infatti, hanno offerto al costruttore un’ alternativa: la restituzione della caparra insieme ad un «bonus» per togliere il disturbo. L’avevano studiato, il piano, ma non è andato come si erano immaginati. Perché al posto del premio hanno trovato le manette: quelle dei carabinieri che li hanno arrestati con l’accusa di tentata truffa ed estorsione.
Tutto ha inizio un pomeriggio dello scorso fine settimana, quando due uomini, che si fingono fratelli vestiti in maniera elegante, si presentano in un cantiere residenziale di Cerro Maggiore (comune dell’hinterland nord di Milano), spiegando al titolare di voler comprare un piccolo alloggio. Contrattano il prezzo e gli consegnano un assegno di diecimila euro come caparra, in attesa di perfezionare il compromesso.
Nei giorni successivi, però, i due - questa volta con abbigliamento trasandato - tornano in cantiere insieme ad una donna e a due bambini in tenera età, svelando all’imprenditore il fatto di essere zingari di origine romena di etnia rom, e di voler andare a vivere nel mini alloggio in sette persone, comprese le due mogli di uno dei due, come loro usanza. Ma non basta. I due, infatti, spiegano di voler anche parcheggiare nei pressi del garage una roulotte per ospitare la suocera di uno di loro. L’imprenditore, conosciute le intenzioni dei nomadi, risponde loro di non volere più perfezionare l’acquisto dell’appartamento, rendendosi disponibile a restituire la caparra. Offerta che viene rifiutata.
Così i due, che hanno organizzato la truffa, chiedono di più: 2mila euro, minacciando che in caso contrario si sarebbero insediati con le proprie roulotte davanti al cantiere, per gettare discredito sulla sua attività e far crollare il prezzo degli appartamenti. L’avrebbero addirittura denigrato affiggendo all’ingresso del cantiere un cartello con la scritta «gli zingari vendono l’appartamento».
Resosi conto di avere a che fare con dei poco di buono, il costruttore ha preferito rivolgersi ai carabinieri di Legnano, che gli hanno consigliato di fissare in cantiere l’incontro per il pagamento di quanto richiesto. In altre parole, i militari organizzano una trappola. E puntuali, venerdì, i due zingari si sono presentati per incassare i quattrini. Ma bloccati con in tasca il danaro, dal palazzo in costruzione ne sono usciti in manette.


La truffa geniale: «L'affitto ai rom» E faceva rescindere contratti firmati
Redazione Web
25 Settembre 2014

https://www.ilgazzettino.it/nordest/udi ... 07754.html

UDINE - Stipulava un contratto di compravendita di un immobile, versava la caparra, ma poi tornava sul posto pubblicizzando la futura presenza di nomadi in zona e l'intento di allestire campi nomadi nelle aree condominiali o nelle vicinanza allo scopo di indurre il venditore a rescindere il contratto, costringendolo a restituire anche il doppio della caparra.

È la singolare ed efficace iniziativa di un cittadino di etnia nomade, F.B., di 56 anni, residente a Trivignano Udinese, per questo rinviato oggi a giudizio dal gup del tribunale di Udine Emanuele Lazzaro, con l'accusa di estorsione, relativa a due episodi. I fatti, avvenuti a Premariacco, risalgono al 2006 e al 2007, l'uomo in un caso era riuscito a intascare 6 mila euro, nell'altro 10.500 euro.

Per la vicenda era stata emessa nel 2010 una prima sentenza di non luogo a procedere per intervenuta remissione di querela dal tribunale di Cividale. La Procura generale si era allora rivolta alla Cassazione che aveva trasmesso gli atti alla Corte d'appello di Trieste che, nel 2013, pronunciandosi per la nullità, aveva trasmesso gli atti alla procura di Udine.



È un inganno al limite del sottile confine che separa il consentito dal non consentito.
http://old.ancebrescia.it/articoli/_22% ... truffa.pdf
l'unico modo per evitare di restituire il doppio, è quello di non proporre caparre confirmatorie, ma solo penitenziali (art. 1386 del Codice Civile). Queste seconde prevedono, in caso di recesso, la sola restituzione dell'importo ricevuto e senza effetti sul contratto.
L'inquietante percorso che costringe (art. 1385 del Codice Civile) un costruttore edile a restituire il doppio di quanto incassato con la caparra confirmatoria.


Alberto Pento
A questa gente, il buon uomo e buon cittadino, per difendersi dal suo propoliferare parassitario, predatorio e criminale, per non sostenerlo, promuoverlo e incrementarlo
non dovrebbe dare mai niente, niente elemosine, niente carità, niente solidarietà, niente assistenza, niente compassione, niente di niente, specialmente alle donne madri con bambino o bambini;
non dovrebbe fare affari, comprare da loro o vendere a loro specialmente le case e il resto lo dovrebbe vendere previo pagamento anticipato in contanti o con bonifico bancario avvenuto e accertato; non dovrebbe comprare nulla specialmente merce o cose non documentate e sicuramente rubate; sarebbe meglio anche rifiutare le vendite laddove è possibile (a parte i cibi, i vestiti, le medicine) non sapendo la provenienza delle risorse finanziare da questi impiegate, che con ogni certezza proverrebbero da crimini a danno di qualcuno della comunità e non certo da lavoro, da oneste attività (a parte forse qualche caso come per coloro che svolgono l'attività dei giostrai ?), o da vincite al totocalcio, da regali del caso o da provvidenze miracolistiche divine che non esistono;
dovrebbe tenerlo a distanza di sicurezza in ogni dove e non farlo mai entrare in casa propria;
dovrebbe diffidarne in maniera assoluta senza alcun cedimento umano, fraternizzante, cristiano, civile che per questa brutta e cattiva gente sono solo debolezze di cui aprofittarne.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » lun nov 29, 2021 3:05 am

Caos alla Stazione Termini, tre nomadi minorenni accerchiano una 64enne: urla e strattonamenti
Fortunata Cerri
domenica 28 Novembre 2021

https://www.secoloditalia.it/2021/11/ca ... tonamenti/

Ancora aggressioni alla Stazione Termini a Roma. Alla fermata della metropolitana i carabinieri hanno arrestato due ragazze di 14 e 15 anni e un 17enne di origini bosniache. I tre sono anche già noti alla giustizia, domiciliati nell’insediamento nomadi di Tivoli sono accusati di rapina impropria. Ecco la ricostruzione di quanto accaduto. Il gruppo, a bordo del treno, ha accerchiato una donna di 64 anni rubandole il portafoglio dalla tasca del giaccone. La vittima però si è subito accorta di quanto accaduto e ha rincorso i tre. Così è riuscita a bloccare il più grande che però, con l’aiuto delle complici, ha continuato a strattonare la donna nel tentativo di guadagnare la fuga, facendola anche cadere a terra.
Una scena che non è passata inosservata. Un carabiniere libero dal servizio ha visto quanto stava accadendo e, con l’aiuto di una guardia giurata in servizio, è intervenuto riuscendo a bloccare i tre e a recuperare il portafoglio, contenente documenti e 200 euro in contanti. I tre arrestati sono stati accompagnati nel Centro di Prima Accoglienza per i minori di via Virginia Agnelli.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » gio dic 02, 2021 3:20 am

Sgominata banda nel campo rom di Chiesa Rossa a Milano: in meno di due anni furti nei cantieri per 700mila euro: "Ora sgombero"
Il campo rom covo dei ladri. Ma Sala non vuole sgomberarlo...

Francesca Galici
1 Dicembre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/milano/l ... 93141.html

Quello dei campi rom di Milano è un problema annoso, per il quale la sinistra non ha mai fatto niente di concreto per trovare una soluzione. Anzi. La delinquenza in queste aree che vivono al di fuori dei paletti della legalità è tornata sulle pagine della cronaca nazionale per un'indagine condotta dal pm Francesca Crupi. È emerso che una banda di rom ha rubato mezzi nei cantieri, rivendendoli e ricavando oltre 700mila euro con 13 colpi messi a segno.

La loro base opertiva era il campo rom di Chiesa Rossa, periferia sud di Milano. Le indagini sono iniziate con il ritrovamento di un'auto con targhe clonate rubata a Lainate nel febbraio 2020. La banda ha operato nelle province di Varese, Pavia e Milano. Si fingevano operai per avere accesso ai cantieri, dove poi veniva commesso il furto. Sono state eseguiti 7 ordini di custodia cautelare e 2 ordinanze di presentazione davanti alla polizia giudiziaria. I 9 identificati sono tutti italiani e 8 di questi sono di etnia rom. Le forze dell'ordine sono riuscite a recuperare 16 mezzi rubati, che sono tornati nelle disponibilità dei legittimi proprietari.

"Ormai notizie come queste non ci stupiscono più ed è grave che sia così ma è il chiaro risultato del lassismo della sinistra che da oltre dieci anni ha completamente perso il controllo nei campi rom. A Chiesa Rossa, dove sono stata insultata e aggredita fisicamente dai rom, era attiva una famiglia di ladri e ricettatori che si è intascata la bellezza di 700.000 euro rubando mezzi dai cantieri e rivendendoli nell'est Europa", ha commentato in una nota Silvia Sardone, consigliere comunale della Lega a Milano.

L'episodio in questione è solo l'ultimo di una lunga serie e il consigliere, nella nota, si chiede: "Vorrei capire cos'altro debba succedere a Chiesa Rossa perché il Comune di Milano intervenga: in questo campo sono stati trovati coltelli e spade, c'è stata una sparatoria nel 2018, ci sono truffe cicliche ai danni di corrieri, sversamenti di rifiuti, il 65% delle famiglie non paga, ora spunta persino la banda famigliare di ladri...".

Silvia Sardone, quindi, si rivolge direttamente al primo cittadino del capoluogo lombardo: "Il sindaco Sala ci dica cosa ha intenzione di fare, penso che lo deva ai milanesi stufi di questo insediamento che diventa sempre più uno scempio allucinante. Ma considerato che uno degli abitanti ha pure sostenuto Sala candidandosi in una lista di sinistra, ci sono poche speranze che cambierà qualcosa... Lo sgombero del campo, chiaramente, sarebbe l'unica strada sensata da intraprendere".
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » lun dic 13, 2021 9:54 pm

Nomade incinta svaligia casa con la figlia di 9 anni. È il 18° furto: mai stata dentro
Nomade è alla nona gravidanza e non ha mai fatto un giorno di carcere nonostante un cumulo di pene pari a 30 anni di galera
Francesca Galici
13 Dicembre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 95648.html

La sera del 12 dicembre gli agenti della squadra mobile di Milano hanno fermato una nomade croata di 33 anni subito dopo il furto in un appartamento in via del Giambellino a Milano. La donna è stata arrestata in flagranza di reato mentre lasciava la casa appena svaligiata. Ad allertare le forze dell'ordine sono stati i vicini di casa che, sentendo rumori sospetti, hanno deciso di chidere l'intervento delle forze dell'ordine. Quando gli agenti sono arrivati sul posto hanno trovato la donna con addosso la refurtiva appena trafugata, ossia qualche abito e alcuni gioielli, ma soprattutto insieme a lei c'era una bambina.

La donna, che è incinta di 7 mesi, ha effettuato la rapina insieme alla figlia di 9, una degli 8 che la nomade ha già mentre è in attesa del nono figlio. Vive in un camper e questa non è la prima volta che viene fermata dai poliziotti. La donna è accuasata di ben 18 colpi, che sono solo quelli acclarati. Per questi dovrebbe scontare 30 anni di galera ma sarebbero dovuto essere 57, così come stabilito dal tribunle di Genova, se il giudice di Milano non le avesse concesso uno sconto di pena. Tuttavia, al momento la nomade non ha trascorso nemmeno un giorno dietro le sbarre. Il motivo? La sequenza di gravidanze di questi anni, che l'hanno resa inadatta alla vita in carcere.

E anche stavolta, infatti, dopo l'arresto i poliziotti non hanno potuto dare seguito all'esecuzione di carcerazione e la nomade è stata accompagnata alla clinica Mangiagalli di Milano. Ovviamente, come prevede la legge, dovrà essere processata per direttissima ma visto lo stato avanzato della gravidanza, è probabile che nemmeno questa volta potrà essere condotta in carcere per scontare la sua pena, che ora aumenterà ulteriormente dopo l'ultimo furto in appartamento. È plausibile che, così come accaduto anche le altre volte, la donna venga accompagnata dagli uomini delle forze dell'ordine nel camper in cui ha il suo domicilio e in cui vive con i suoi 8 bambini in attesa dell'arrivo del nono.

Questo non è certo il primo caso simile nel nostro Paese. Solo pochi mesi fa salì alla ribalta delle cronache il caso di una donna di 33 anni con 12 gravidanze alle spalle. Con una condanna a 30 anni di carcere sulle spalle, la nomade di origine bosniaca fino ad agosto non aveva mai fatto un giorno di carcere proprio perché la sequela di gravidanze non la rendeva compatibile con la galera. Lo scorso agosto, però, non è riuscita a evitare l'arresto ed è stata condotta a Rebibbia per scontare le 12 sentenze.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » mer dic 15, 2021 9:17 pm

In questo video il protagonista è una vittima di usura da parte del clan che si ritrova faccia a faccia con Pasquale Casamonica, detto Rocky.
Questo è quello che succede in pieno giorno...
23 ottobre 2021
https://www.facebook.com/watch/?ref=sav ... 3964975991
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » mar dic 21, 2021 7:39 am

Picchiato sullo scuolabus, le reazioni politiche
Gli interventi di maggioranza (Pd) e opposizioni (CambiAmo, M5s) a seguito del grave episodio di violenza di cui è stato vittima un bambino di 13 anni da parte di una banda di giovanoi rom abitualti alla violenza, alla prepotenza, e alla prevarocazione



https://www.quinewsvaldera.it/ponsacco- ... itiche.htm

PONSACCO — Di fronte al grave episodio di violenza avvenuto su uno scuolabus, in cui un bambino di 13 anni è stato picchiato da tre coetanei ed è e finito in ospedale, i vari schieramenti politici locali prendono posizione. Tutti sono uniti nel condannare l'episodio e nell'esprimere vicinanza alla famiglia, divisi nelle azioni da intraprendere.

Per il Partito Democratico e le eealtre forze di maggioranza si è trattato di un "gravissimo episodio di violenza". Esprimendo "la massima vicinanza al bambino aggredito ed ai suoi familiari", per il Pd "Ponsacco è una comunità civile nella quale non c'è posto per fenomeni di bullismo come quello accaduto, la cui gravità è tale da richiedere di essere trattata con grande serietà da parte di tutti".

"A questo riguardo - proseguono dal Pd di Ponsacco - , condividiamo la decisione presa dall'Amministrazione di sospendere per 4 mesi dal servizio del pulmino i ragazzini colpevoli dell’aggressione, rimandando la possibilità di ulteriori restrizioni al completamento delle indagini dei carabinieri. Certamente a tutto questo dovranno essere affiancati progetti a supporto del disagio giovanile e sul piano educativo. Proprio per questo daremo il nostro appoggio alla giunta per mettere in campo azioni efficaci contro il bullismo, lavorando in rete con la scuola e le famiglie".

"Condividiamo inoltre l’appello che la nostra sindaca ha rivolto sia agli alunni che ai genitori - concludono dalla maggioranza - di non aver paura a denunciare fatti come questi e qualsiasi atto di bullismo o minaccia che possano verificarsi, poiché le denunce sono fondamentali per poter intervenire con certezza ed efficacia. Sicuramente alla luce di questo episodio saranno prese ulteriori misure di sorveglianza sui pullman da estendere anche per le scuole medie. Ogni forma di violenza merita una ferma condanna e intendiamo ribadire che ciascun comportamento personale è vincolato dal tenere di conto dei diritti, ma anche dei doveri, ai quali nemmeno gli adolescenti possono venirne meno".

Per il gruppo di minoranza "Insieme CambiAmo Ponsacco" è "l'ennesimo episodio di bullismo che indigna e scuote tutta Ponsacco". "L’aggressione è avvenuta mercoledì scorso - sottolineano -, il tutto perché il malcapitato, un ragazzo adolescente, è intervenuto quando una sua compagna veniva costretta a guardare un video porno sul telefonino da un gruppetto di bulli. Siamo certi che le forze dell’ordine faranno prontamente chiarezza e gli organi preposti prenderanno serie provvedimenti in merito all’accaduto".

"La vittima dell’aggressione è stato da prima accerchiato dai 6/7 coetanei prepotenti - proseguono da "Cambiamo" -, mentre uno di loro lo tratteneva da dietro il collo e gli altri lo colpivano con pugni al volto e alla testa, gettato a terra battendo di nuovo la testa. Arrivato a casa, il ragazzo ha raccontato in lacrime l'accaduto ai genitori, che sono stati costretti a recarsi al pronto soccorso dove sul referto riscontravano la frattura ad una costola e varie tumefazioni al volto".

"Ovviamente l’atto viene condannato da chiunque abbia un minimo di senso civico e da quanto si apprende dai giornali, il servizio di trasporto scolastico, per il gruppetto di prepotenti, è stato sospeso per 4 mesi" commentano a questo punto dal gruppo di minoranza, secondo cui "i programmi di integrazione, quelle che piacciono tanto alla alle amministrazione di sinistra, risultano puntualmente fallimentari perché sono fondati sull’assistenzialismo buonista e questo ne è l’ennesima dimostrazione. Noi siamo dell’idea che, dopo un episodio del genere tale servizio debba essere revocato e non soltanto sospeso, come ha preannunciato il sindaco Brogi, in quanto la stessa giunta comunale, da anni, ha messo a disposizione tanti strumenti per l’integrazione e per tutta risposta, la comunità rom se ne abusano e ne fanno un uso sbagliato o ancora peggio non li vogliono usare, e con questo evento hanno dimostrato di essere un pericolo per l’incolumità delle persone. L’integrazione deve invece passare dal rispetto delle regole, quelle che valgono per tutti, altrimenti si ingenera un circolo vizioso e paradossale in cui certe comunità ottengono meccanismi premiali in virtù dei loro comportamenti scorretti".

"Tutto ciò che è un pericolo per la comunità Ponsacchina - queste le conclusioni di "Insieme CambiAmo Ponsacco -, il sindaco e la giunta hanno l’obbligo morale di attuare qualsiasi forma di tutela per la comunità stessa. Consapevoli che l’amministrazione non ha un potere giudiziario, ma gestisce i servizi, quindi invitiamo la stessa a diffidare gli aggressori dall’utilizzo di questo trasporto scolastico. Più volte hanno affrontato argomenti sociali come quello del bullismo attraverso incontri e iniziative, adesso è il momento di intervenire quando accadono episodi seri e pericolosi come questi intervenendo in maniera decisa con tutti gli strumenti che ha a disposizione l’amministrazione senza cadere nell’ipocrisia, adesso si deve avere la forza di agire, nei limiti ovviamente di quelli che sono i poteri stabiliti per le amministrazioni pubbliche.
Purtroppo a questo punto è una questione culturale, quindi l’integrazione non c’è e non è
voluta. Questi sono figli che molto probabilmente vivono in un contesto familiare che li educa alla violenza e non al rispetto civile, una visione che non è accettabile dalla nostra comunità. Quello che è successo ieri al ragazzo, schernito e malmenato da un gruppo di coetanei, è gravissimo e deve farci riflettere tutti! A lui e alla sua famiglia va tutta la nostra solidarietà e vicinanza".

Il Movimento 5 Stelle di Ponsacco, infine, ha presentato interpellanza Comunale. "Ormai la misura è colma - ha commentato Gianluigi Arrighini -. La situazione sul territorio ponsacchino, si rende sempre più tesa, a causa di scontri, in questo ultimo caso, addirittura, un ragazzo messo si è messo a difesa di una sua coetanea, oggetto probabilmente di "attenzioni particolari". In tre lo hanno letteralmente malmenato, mandandolo all'ospedale, con la milza spappolata. Tante sono le lamentele, di genitori che non si sentono tranquilli per i loro figli".

Con l'interpellanza il M5s chiede al sindaco "una ricostruzione dei fatti che hanno portato all'atto di bullismo, e interventi tempestivi perché questi fatti non accadano più". "La nostra comunità, non merita, essere portata a così bassi livelli, le istituzioni devo immediatamente reagire, prima che sia troppo tardi", ha concluso Arrighini.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » mer dic 22, 2021 4:29 am

In fuga dai poliziotti, aggredisce gli agenti e chiama a raccolta gli abitanti del campo nomadi
Serena De Salvador
21 dicembre 2021

https://www.ilgazzettino.it/nordest/pad ... 97287.html

PADOVA - Ha forzato un posto di blocco mentre era alla guida di una Renault Clio con a bordo un altro uomo. Poi, per cercare di scappare, si è scagliato contro gli agenti e ha chiamato in aiuto alcuni degli abitanti del campo nomadi di via Longhin. È terminata con un arresto per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali la serata di Dillan Stoiko, 19enne italiano di origine nomade. Inoltre il ragazzo è stato anche denunciato per per porto di oggetti atti a offendere, dal momento che nell'auto aveva anche un gancio di ferro lungo 25 centimetri.


L'INSEGUIMENTO

Tutto è cominciato nel pomeriggio di domenica, quando una pattuglia della polizia aveva intimato l'alt alla Clio nella zona est della città. Il giovane alla guida dell'auto però non si era fermato, premendo invece sull'acceleratore per allontanarsi dalla pattuglia. Gli agenti avevano quindi diramato una segnalazione alla centrale operativa e alle altre pattuglie in zona, descrivendo l'auto e le due persone a bordo. La svolta è arrivata quando un equipaggio della Squadra volante ha intercettato la Renault lungo via Longhin, diretta dalla rotatoria della Stanga verso il campo nomadi. Nonostante l'auto della polizia si fosse messa di traverso sulla strada per bloccare la corsa della Clio, il 19enne al volante ha ugualmente tentato di infilarsi dentro al cancello del campo nomadi.


LA COLLUTTAZIONE

A quel punto Stoiko e il ragazzo che era in auto con lui sono scesi. Per consentire all'amico di scappare infilandosi tra le baracche, il 19enne si è lanciato contro gli agenti che nel frattempo avevano chiesto l'intervento dei rinforzi. Non solo, perché mentre colpiva il poliziotto ha anche chiamato a raccolta alcuni altri abitanti del campo perché gli dessero man forte. Approfittando della confusione, anche Stoiko ha cercato di scappare a piedi ma è stato bloccato da un secondo agente. Non si è però arreso, colpendolo con una gomitata al torace, dei calci e torcendogli il polso fino a quando è stato definitivamente fermato e caricato du un'auto di pattuglia per essere portato in questura. Mentre l'agente ferito andava al pronto soccorso per le medicazioni, uscendone poi con una prognosi di tre giorni, Stoiko veniva arrestato per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Perquisendo la Renault è anche stato trovato nell'abitacolo un gancio di traino di ferro, lungo 25 centimetri, che il 19enne non ha saputo spiegare a cosa servisse. Ritenendo che potesse averlo con sé per commettere altri reati, gli agenti hanno anche provveduto a denunciarlo per porto di oggetti atti a offendere.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » ven gen 14, 2022 8:29 am

I Carabinieri di Treviso hanno arrestato oggi una banda specializzata in aggressioni agli anziani, composta da sei cittadini di nazionalità romena che sarebbero autori di una quindicina di colpi tra rapine e scippi.

Luca Zaia
13 gennaio 2022

La banda è ritenuta responsabile di 11 furti e 2 rapine in provincia di Treviso avvenuti tra giugno e agosto 2021.
Tra gli anziani derubati dalla banda un 91enne e alcuni over70 che venivano avvicinati nei pressi dei supermercati, mercati, chiesi, cimiteri e abitazioni. Raggiri gravissimi accompagnati da minacce di morte nei confronti dei pensionati, derubati di orologi e monili per un bottino di svariate migliaia di euro.
Complimenti a tutte le forze dell’ordine che quotidianamente sorvegliano il nostro territorio e garantiscono un presidio irrinunciabile di legalità e convivenza civile.
Purtroppo basta un attimo di distrazione e il raggiro è compiuto, ma la notizia di oggi è sicuramente confortante perché è chiaro che al fianco dei nostri anziani ci sono dei veri e propri angeli custodi!


Derubavano gli anziani con la "tecnica dell'abbraccio", banda sgominata
Nicola Cendron, Alvise Wollner 1
3 gennaio 2022

https://www.trevisotoday.it/cronaca/tre ... -2022.html

I componenti di una banda specializzata in aggressioni agli anziani sono stati arrestati giovedì 13 gennaio al termine delle indagini condotte dai carabinieri del Comando provinciale di Treviso con il coordinamento della locale Procura della Repubblica.

Il gruppo, composto da sei cittadini di nazionalità romena (2 uomini e 4 donne), l'estate scorsa aveva imperversato nel Nord Italia e, in particolare, in provincia di Treviso, mettendo a segno una quindicina di colpi tra rapine e scippi. Le accuse contro la banda sono: furto e rapina aggravata, lesioni personali volontarie aggravate in concorso. Quattro le persone finite in carcere: la 29enne G.L. rintracciata dai carabinieri in provincia di Viterbo, il compagno G.S. anche lui 29enne rinchiuso nel carcere di Lanciano. In prigione anche il 28enne S.L. e la compagna D.B. fermati dai militari dell'Arma in provincia di Bologna. Ancora irreperibili, invece, le altre due donne che completavano la banda (avevano un ruolo marginale) contro cui è stato emesso un divieto di dimora in Veneto.

La base

Gli indagati avevano come punto di ritrovo un Bed&Breakfast di Mestre da cui partivano la mattina per poi farvi rientro una volta messi a segno furti e rapine. Per spostarsi usavano auto intestate a terzi, cambiandole subito non appena venivano fermati per dei controlli stradali.

I colpi

La banda è ritenuta responsabile di 11 furti e 2 rapine in provincia di Treviso avvenute tra giugno e agosto 2021:

A Castelfranco Veneto il 1 giugno
A Ospedaletto, Padernello e Montebelluna il 9 giugno
A Mogliano Veneto l'11 giugno
A San Vito di Altivole il 14 giugno
A Volpago del Montello il 17 giugno
A Conegliano il 28 giugno
A Silea il 2 luglio
A Roncade il 4 luglio
A Nervesa della Battaglia il 5 luglio
A Oderzo il 24 agosto
A Castelfranco Veneto il 26 agosto

La tecnica e le vittime

Tra gli anziani derubati dalla banda un 91enne e alcuni Over 70 che venivano avvicinati nei pressi dei supermercati, mercati, chiesi, cimiteri e abitazioni. Raggiri gravissimi accompagnati da minacce di morte nei confronti dei pensionati, derubati di orologi e monili per un bottino di svariate migliaia di euro.




Alberto Pento
Nazionalità rumena o zingari (sinti e rom)?

Derubava anziani con la tecnica dell'abbraccio: sequestrati due appartamenti a nomade
21/10/2021

https://tgpadova.telenuovo.it/cronaca/2 ... i-a-nomade

Due immobili per il valore di 250 mila euro sono stati sequestrati ad una 64enne di origine sinti residente a Rimini già sottoposta alla misura di sorvegliata speciale. Il 27 settembre il Tribunale di Bologna, sezione misure di prevenzione, ha confermato il lavoro investigativo svolto dalla Polizia di Stato di Rimini disponendo il sequestro cautelare finalizzato alla confisca dei beni che secondo le indagini la donna avrebbe acquisito con denaro di provenienza illecita attraverso reati contro il patrimonio commessi a danno di anziani, privati dei propri averi con la notoria tecnica dell'abbraccio. La donna è stata riconosciuta colpevole di numerosi furti pluriaggravati commessi, sin dal 1997, a Padova, Urbino, Trento, Riccione, Cesena, Gabicce, Fano, Gradara, Cortina d'Ampezzo, Milano Marittima e negli ultimi anni nella provincia di Forlì-Cesena.


DERUBAVANO GLI ANZIANI CON LA TECNICA DELL'ABBRACCIO, SMASCHERATI DUE LADRI 03/05/2021
https://www.youtube.com/watch?v=RpmIJsp6czU


Cremona: derubavano anziani con la tecnica “dell’abbraccio”, tre arresti
Polizia di Stato
22/06/2016

https://www.poliziadistato.it/articolo/ ... 5560920041

Con la tecnica “dell’abbraccio” riuscivano a derubare soprattutto uomini anziani benestanti di preziosi e Rolex; quando non riuscivano a sfilare l’oggetto prezioso con destrezza, ci provavano con lo “strappo”.

Da alcune settimane a Cremona e provincia si verificavano episodi del genere ad opera di un gruppo di romeni di etnia Rom.

Le malcapitate vittime venivano avvicinate per strada da una giovane donna di bell’aspetto che, con la scusa di chiedere informazioni, iniziava con l’uomo una conversazione che si faceva via via sempre più “affettuosa”; la donna, sfruttando il suo aspetto avvenente, giungeva, prima di salutarlo, ad abbracciare ripetutamente la vittima iniziando a toccarlo sul tronco, le spalle e le braccia fino ad arrivare a sfilargli, a volte addirittura senza che la persona si accorgesse, orologi di grande valore.

Prima che la vittima si rendesse conto dell’accaduto la donna saliva a bordo di un’auto dove c’erano i suoi complici ad attenderla e si allontanavano velocemente.

In quasi tutti i casi denunciati era stata segnalata la presenza, immediatamente prima e dopo i fatti, di un’autovettura Seat Leon di colore scuro con targa spagnola.

Questo particolare non è sfuggito però a un poliziotto libero dal servizio che, mentre era a passeggio in centro città, ha visto passare la Seat con targa spagnola con a bordo un uomo e due donne. Il poliziotto segnalava il fatto alla sala operativa per allertare le pattuglie e mezz’ora dopo giungeva anche la segnalazione di un cittadino a cui, poco prima, avevano tentato di portargli via un orologio del valore di 25 mila euro con la tecnica dell’abbraccio.

A quel punto le volanti, guidate dalla sala operativa che dai monitor collegati alle telecamere cittadine aveva individuato l’auto sospetta, bloccavano i malviventi in Viale Po, mentre si dirigevano verso la periferia cittadina.(Video)

A bordo c’erano due donne ed un uomo di etnia Rom, che sono stati arrestati per il reato di tentato furto.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » lun gen 24, 2022 7:50 am

Flaminio, rapinatore seriale di tassisti con la roncola: «Ti taglio la testa»
Rinaldo Frignani
23 gennaio 2022

https://roma.corriere.it/notizie/cronac ... b7cc.shtml

Gli agenti dei commissariati San Basilio e Villa Glori hanno catturato un pregiudicato rom di 34 anni che viveva in una roulotte nei pressi dell’Auditorium. Per ora ricostruiti due colpi, ma secondo chi indaga ne avrebbe commessi altri per ora non denunciati

La sua barbetta è rimasta impressa nelle vittime. E forse anche in altri tassisti che potrebbero essere stati aggrediti e rapinati di notte fra Capodanno e l’Epifania. Non si esclude anche prima. Per questo adesso la polizia spera che qualcuno si faccia avanti, vincendo la paura, per denunciare di essere stato derubato da un pregiudicato rom di 34 anni, con numerosi precedenti, anche per rapina, rintracciato e arrestato in una roulotte parcheggiata nei pressi dello Stadio Flaminio. R.A. - il nome non è stato divulgato su ordine della procura in base alle nuove norme che proteggono i presunti autori di reato - è stato riconosciuto da due tassisti minacciati con una roncola e costretti a consegnare l’incasso della serata dal rom che si era finto cliente. Prima, la notte di Capodanno, dall’Auditorium a San Basilio, e poi, il 6 gennaio, sul percorso inverso. «Dammi i soldi o ti ammazzo», diceva il rapinatore ai conducenti, non appena giunti a destinazione.

La minaccia, come hanno ricostruito gli agenti dei commissariati San Basilio e Villa Glori, scattava non appena il tassista comunicava al cliente il prezzo della corsa. Le uniche - per ora - due vittime hanno avuto paura di essere colpite al collo con la roncola da giardinaggio che il bandito gli aveva mostrato dal sedile posteriore. In tutto il rom è fuggito con un bottino di circa 350 euro, nella prima occasione era ubriaco.

A rimanere impressa nella memoria dei conducenti, che erano stati avvicinati dal bandito ai parcheggi dei taxi, è stata però la sua barbetta: inconfondibile, tanto che hanno subito riconosciuto il 34enne. Nella roulotte gli agenti hanno anche sequestrato la roncola usata per minacciare le vittime. «Abbiamo avuto paura che potesse tagliarci la testa», è stata la testimonianza dei tassisti. Il passaparola fra gli autisti era già partito all’inizio di gennaio, con l’invito ad alzare la guardia, di notte, su quella tratta particolare, Parioli-San Basilio, dove il rapinatore seriale era già entrato in azione.
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