Anziano non può tornare a casa sua: è stata occupata da una rom
Valentina Dardari
30 Ottobre 2021
https://www.ilgiornale.it/news/roma/anz ... 1635585947
Un anziano ha cercato di fare ritorno a casa sua, dopo che si era allontanato per sottoporsi a degli esami medici, ma si è trovato la serratura cambiata. Con tanto di occupante abusivo al suo interno, una rom, che gli ha impedito l’accesso. Secondo quanto raccontato dal Messaggero, alla donna è bastato solo scardinare la porta blindata per potervi accedere e prendere possesso dell’appartamento sito in via Pasquale Del Giudice, nel quartiere romano Don Bosco. Quando il giorno dopo l’anziano proprietario, ex funzionario di un'azienda pubblica, ha fatto ritorno alla sua abitazione ha trovato l’amara sorpresa. “Qui ora ci abito io, faccia quello che vuole” avrebbe detto l’occupante abusivo.
La serratura era stata cambiata
L’uomo, un 86enne celibe, senza figli, lo scorso 14 ottobre si era dovuto allontanare dall’appartamento per alcuni accertamenti clinici. Una volta ritornato in quella che credeva essere ancora la sua casa, ha però trovato la serratura cambiata. Al suo interno una donna dal cognome, anche quello subito cambiato sul campanello, probabilmente rom, con tanto di figlia e cane. Sul terrazzino anche i panni stesi della famigliola abusiva. Inutile chiedere aiuto alle forze dell’ordine. I carabinieri hanno infatti spiegato alla povera vittima che non vi era un furto in corso e quindi era impossibile per loro procedere allo sfratto forzato. Sarebbe dovuto intervenire un giudice per dare l’ordine. Infatti, l'occupazione abusiva prevede solo una denuncia in stato di libertà. In poche parole, l’anziano si è trovato sfrattato da casa sua da una donna che adesso può tranquillamente utilizzare i suoi arredi, i suoi elettrodomestici e ammirare perfino i suoi quadri appesi alle pareti. Fortunatamente l’86enne ha trovato ospitalità presso il fratello, in attesa che l’autorità giudiziaria faccia qualcosa in seguito alla denuncia sporta dall’uomo.
L'anziano sfrattato da una rom
Tutto sarebbe iniziato la sera del 13 ottobre, quando l’amministratore del condominio ha avvertito l’anziano: “Degli inquilini hanno sentito strani rumori provenire dall'appartamento”. L’uomo, pensando che i ladri fossero scappati perché scoperti, non aveva allertato la polizia e aveva pensato di andare il giorno dopo a vedere la situazione. “L'indomani, il 14 ottobre verso le 11.30, mi recavo a casa per verificare. Ho provato a inserire le chiavi nella toppa della serratura e ho constatato che non erano più funzionanti. Notato l'evidente danneggiamento della porta ho dedotto che era stata sostituita la serratura. Avendo paura di trovare ancora qualcuno all'interno, mi sono recato in un ufficio di polizia per chiedere un immediato intervento, ma mi veniva consigliato di tornare a casa, cioè fuori casa, chiamare il numero di emergenza e aspettare l'arrivo, effettivamente immediato, di una pattuglia" ha scritto la vittima nella denuncia. E ha poi aggiunto: “Gli operanti, però, dopo aver constato l'impossibilità di entrare nella mia abitazione con le mie chiavi hanno suonato. A quel punto compariva una donna a me sconosciuta che accettava di fare entrare i carabinieri”.
Tutti i suoi effetti personali sono in casa
Quello che è poi accaduto subito dopo sembra una amara barzelletta. Infatti, come ha raccontato il povero sfrattato: “I militari, con mio immenso stupore, forse anche per evitare problemi di ordine pubblico nei miei confronti, mi invitavano ad allontanarmi dalla mia abitazione, nonostante avessi rappresentato loro che vivo e ho sempre vissuto lì. Quindi sono dovuto andare via e quella donna è rimasta dentro casa senza che io potessi fare nulla”. Tra l’altro, come l’anziano ha spiegato, all’interno dell’abitazione ci sono anche tutti i documenti sanitari, che per lui sono indispensabili, oltre alle medicine salvavita e a tanti beni di valore. Senza contare la decina di quadri d'autore, i libri rari, una collezione di monete, un'altra di accendini d'oro, e poi orologi, vestiti e scarpe di marca.
Il legale che assiste il pensionato, l’avvocato Alessandro Olivieri, si augura di riuscire a sbloccare la situazione in tempi brevi, o almeno di riuscire a far rientrare il suo assistito in casa. “L'impossibilità di poter procedere in flagranza ha di fatto privato il mio assistito non solo della possibilità di tornare a casa, ma anche di quella di riavere cose indispensabili. Ci auguriamo che l'intervento dell'autorità giudiziaria trovi una soluzione, in tempi brevissimi” ha spiegato l’avvocato.
Don Bosco, chi è la donna che aveva occupato la casa di Ennio: "Non sapevo dove passare la notte"
Lorenzo Nicolini
5 novembre 2021
https://www.romatoday.it/cronaca/chi-ha ... bosco.html
Non sapeva dove passare la notte così ha pensato bene di occupare un appartamento, quello di Ennio Di Lalla, 86 anni. È questa la versione che una donna di 28 anni, residente nel campo nomadi di via dei Gordiani, ha dato ai carabinieri ammettendo di aver fatto "suo" quell'appartamento, senza permesso, mentre in casa c'erano ancora i mobili e gli effetti personali dell'anziano.
Secondo quanto ricostruito, la 28enne, insieme ad altre 5 persone (ancora non identificate), aveva occupato l'appartamento al Don Bosco, la notte tra il 13 e il 14 ottobre, sostituendo la serratura e cambiando finanche il nome sul citofono. Ennio Di Lalla, che invece secondo la sua denuncia, si era assentato per qualche giorno a causa di motivi di salute, si è così ritrovato con l'amara sorpresa: la casa nella quale abitava dal 1953 era stata occupata.
A ricostruire quanto accaduto sono stati i carabinieri della Stazione di Cinecittà che oggi hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica. A seguito della denuncia presentata da Di Lalla che, lasciato incustodito l'appartamento era stato avvisato da alcuni condomini che qualcuno si era introdotto e stabilito al suo interno, di fatto occupandolo, i carabinieri hanno informato la Procura di Roma con un dettagliato fascicolo, proponendo il sequestro urgente dell'immobile.
Una mossa che ha consentito, nel giro di pochi giorni, di identificare nell'appartamento occupato la donna di 28 anni che ha poi ammesso di averlo occupato non sapendo dove passare la notte. La Procura ha così instaurato un procedimento penale a suo carico, con le ipotesi di reato di "danneggiamento e invasione di terreni o edifici", ottenendo dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma il decreto con cui è stato disposto il sequestro dell'immobile e il conseguente sgombero.
Ad eseguire le attività delegate dalla Procura sono stati i carabinieri che hanno attivato i Servizi sociali di Roma Capitale per trovare una sistemazione alloggiativa per gli occupanti abusivi. L'appartamento di Di Lalla è stato trovato a soqquadro. In una stanza, la 28enne aveva accatastato tutti i beni personali dell'anziano usando di fatto quella camera, come un magazzino. Sistemate alcune pratiche burocratiche Di Lalla, al momento nominato come custode dell'appartamento, potrà tornarne in possesso. "È finito un incubo", ha detto l'anziano mentre, insieme ai carabinieri, salive le scale per tornare in quella casa che negli ultimi 23 giorni lo aveva tenuto con il fiato sospeso.
"La mia casa una latrina...": lo choc dopo l'uscita dei rom
Francesca Galici
7 Novembre 2021
https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1636277849
Ci sono voluti 23 giorni affinché il signor Ennio Di Lalla, 86 anni, tornasse in possesso del suo appartamento in zona Don Bosco, periferia sud di Roma. Dei rom gli avevano occupato la casa un giorno che l'anziano signore era andato in ospedale per dei controlli periodici al cuore. Tornò a casa, dopo aver trascorso dei giorni dal fratello, e trovò la serratura cambiata e una donna con un bambino al suo interno. Per oltre 20 giorni Ennio ha dovuto dormire da suo fratello, finché finalmente non è stato firmato l'ordine di sfratto. Ma l'odissea dell'uomo non è finita qui, perché è vero che ora Ennio è tornato in possesso della sua abitazione, ma le rom gliel'hanno distrutta prima di andare via, senza dirsi pentite e giurando che l'avrebbero rifatto altrove. Al momento la casa è sotto sequestro, i carabinieri probabilmente glela ridaranno tra lunedì e martedì.
"Quando venerdì, dopo 23 giorni, sono rientrato finalmente a casa mia, ho avuto un malore. Mi è preso uno spavento, non la riconoscevo più. C'erano decine, che dico, centinaia di sigarette spente sul tavolo. La pipì del loro cane, un dogo, sparsa dappertutto. La cera delle candele era sciolta sul pavimento e sopra i mobili, perché l'avvocato Olivieri nel frattempo aveva fatto staccare a quelli la corrente e i rom si facevano luce con i moccoli", ha raccontato al Corriere della sera.
Ennio Di Lalla ha trovato anche un televisore non suo all'interno della casa e perfino le tende del salotto cambiate. "Ci vivo dal '53 e sapete qual era la prima cosa che facevo la mattina dopo essermi svegliato? Guardavo le foto al muro di mamma e papà, le foto dei viaggi, l'Hermitage di San Pietroburgo, le cascate di Iguazu, che bella la Patagonia. Prima del Covid avevo messo in programma di tornarci. Ecco, adesso, dopo questa storia brutta dei rom, se la salute mi assiste ho deciso che ci tornerò", ha rivelato al Corriere.
Lo stress dell'ultimo mese è stato forte per il signor Ennio, tanto che ora il suo avvocato, Alessandro Olivieri, cerca di preservarlo da ogni tipo di emozione. "I rom hanno svuotato tutto: le vetrinette dove tenevo gli orologi e i 60 accendini d'oro. Dai muri hanno staccato pure le tele di Domenico Purificato, il pittore era un amico di famiglia. Per farsi spazio, gli occupanti hanno ammucchiato tutto nel mio studio", continua a raccontare.
Nel suo palazzo ci sono altri due appartamenti occupati e probabilmente è da lì che è partita la voce che il signor Ennio era andato via. "Quando i carabinieri hanno suonato il campanello, si è affacciata una signora con accento straniero, una certa Nadia, con un bimbo in braccio e il dogo. Situazione kafkiana: io sul pianerottolo, lei dentro casa. E pure con un contratto nuovo della luce, il suo nome sul citofono e sulla buca delle lettere. Pazzesco no? Un proprietario sfrattato da un'abusiva. Solo da noi può succedere una cosa così", dice con un velato senso di amara ironia.
Ora il signor Ennio vuole riprendersi la sua vita, ma non prima di aver ringraziato il suo legale: "Una cosa che voglio fare subito, è pagare il fabbro che l'altro giorno ha messo la serratura nuova dopo lo sgombero. C'erano così tante telecamere che non ho capito più niente. E poi appena arriverà il dissequestro voglio festeggiare con l'avvocato Olivieri. Gli devo una pizza: ma la mangeremo a casa, non si sa mai".
"Colpire gli occupanti". La mossa per fermare il furto delle case
Francesco Boezi
7 novembre 2021
https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1636304773
La storia del signor Ennio Di Lalla è solo l'ultima tra quelle balzate agli onori delle cronache, mentre di "case rubate" si parla ormai da tempo. Il problema sembra divenire strutturale ogni giorno che passa e la Lega ha deciso di prendere in mano la situazione, ragionando su un provvedimento legislativo che possa sanare il vuoto normativo. L'onorevole Manfredi Potenti è convinto che la situazione passi da un intervento che preveda un "immediato rientro". Velocizzare i tempi e fornire strumenti giuridici nuovi, insomma, sembrano le due direttrici della legge che il Carrocio sta per portare all'attenzione di governo e Parlamento. Casi come quelli del signor Ennio non devono accadere più.
Onorevole Potenti, le "case rubate" stanno diventando un problema in Italia. Come mai?
"Il problema degli alloggi "occupati" è un fenomeno complesso e variegato. Nei casi simili a quello del signor Ennio, gli autori sono soggetti criminali che si accaniscono sui più deboli. Si tratta di occupanti la cui crescente esigenza abitativa è spesso connessa a problemi di regolarità amministrativa sul territorio nazionale, alla mancanza di lavoro che è stata aggravata da mesi di situazione economica, che è una conseguenza del Covid19, cui è seguita la diminuzione delle tradizionali attività di sostentamento di questi soggetti. Quindi, in una parola, la causa è la marginalità sociale di larghe fasce di soggetti".
Così avete deciso di proporre una legge ad hoc. Cosa dovrebbe prevedere?
"La bozza che abbiamo in corso di approfondimento prende atto dell'esistenza di una fascia grigia di situazioni di occupazioni illegittime. Una fascia che è estranea ai casi di preesistenza di un rapporto abitativo stabile (Potenti intende quello derivante da un contratto scaduto, di affitto al nero, di morosità, ndr) . Quindi, parliamo di dover allontanare autori di reato di violazione di domicilio, invasione di terreni od edifici o di turbativa, cui segue l'esigenza di un immediato reintegro nella detenzione del legittimo titolare, persona offesa, il che presuppone un contestuale intervento dello Stato già dal momento della presentazione stessa della querela. Come nel caso del signor Ennio, non possiamo far attendere per il rientro in casa il provvedimento di dissequestro".
Perché esiste una marcata difficoltà nel restituire le case ai legittimi soggetti proprietari?
"Come tutte le autorità amministrative anche quelle di polizia non hanno poteri coercitivi se non c'è prima un ordine del giudice che le autorizza. Significa in parole povere che il sistema normativo tutela il valore di un domicilio privato esistente di fatto in un dato momento - come quello apparente dell'occupante - , per cui è indispensabile ricorrere ad un provvedimento giurisdizionale che richiede tempo e denaro. Il caso del cambio di nome sul campanello della casa del signor Ennio è infatti la dimostrazione che l'abusivo ha necessità di mascherare comunque una stabilità abitativa, ed è appunto su questi casi di apparenza rispetto ad una pregressa situazioni abitativa che la nostra proposta andrà a colpire gli occupanti".
Secondo lei, la questione delle "case rubate" ha a che fare in qualche modo con i limiti nell'integrazione?
"Lasciare una massiva possibilità di accesso al Paese a cittadini privi di ogni risorsa o professionalità crea i presupposti di una polveriera sociale. Sono persone che si riversano nelle ormai sature periferie italiane, ponendosi in concorrenza ai tanti bisognosi presenti, e non hanno altra via che auto-organizzare per vie brevi ed in proprio la risposta ad ogni esigenza vitale, anche prevaricando il prossimo".
Non ha paura delle critiche dei buonisti per un provvedimento di questo tipo?
"Nessuna paura in quanto le garanzie costituzionali e, non ultima, la precisa volontà di colpire un fenomeno criminale, permetterà di calibrare la risposta normativa rispetto al bisogno di tutelare il diritto di proprietà ed ogni situazione di legittima disponibilità di un alloggio abitativo".
Pensa che il Parlamento ed il governo possano recepire una legge ad hoc? Non rischia di essere una battaglia di bandiera e basta? La situazione, nelle Aule, è complessa...
"Ci confronteremo senza pregiudizio ponendo alla base di tutto la persona. Sensibilizzeremo il Governo e quella parte del Parlamento che vorrà sostenere la Lega rispetto a questa battaglia. Lo Stato deve comunque dare una risposta attraverso la previsione di uno strumento agile, per evitare che si sviluppino fenomeni imprenditoriali come quello spagnolo ove società private vengono assoldate per "convincere" gli occupanti, attraverso un'opera di mediazione, a lasciare i locali abusivamente occupati".