Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » dom set 19, 2021 10:47 am

COMUNICATO STAMPA DELL'ASSOCIAZIONE UPRE ROMA
Associazione UPRE ROMA
15 settembre 2021
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 9193929:50

Il giornalista Filippo Facci condannato per diffamazione con l’aggravante dell’odio razziale nei confronti della minoranza rom e sinta
Stamattina il tribunale di Milano ha condannato a 5 mesi di carcere e a un risarcimento di 10.000 euro per l’associazione UPRE ROMA che lo ha chiamato in causa per le dichiarazioni rese nella trasmissione televisiva “Quarta repubblica”, nella quale affermava, tra l’altro, che “non esiste la cultura rom”, che “i rom non si possono integrare” e si poneva la domanda retorica “esiste un rom che abbia in programma di essere onesto in questo Paese?”.
Le offese alla più grande minoranza in Italia, tuttora non riconosciuta, non sono solo gravi ma feriscono e umiliano un’intera comunità di donne uomini e bambini ai quali la vita è resa già abbastanza difficile dal pregiudizio che ne limita l’accesso ai servizi, al lavoro, a un’istruzione adeguata.
L’associazione Upre Roma ringrazia l’avvocato Gilberto Pagani che ha patrocinato con convinzione e partecipazione la causa e si augura che sentenze come questa aprano una riflessione tra chi ha la grande responsabilità di informare i cittadini e aiutarli a osservare la realtà senza il velo della discriminazione e del pregiudizio.


Alberto Pento
Aspettiamo l'appello.
In Italia dovrebbe formarsi un'associazione civile a tutela dei diritti umani e civili dei cittadini indigeni violati da "taluni zingari" tra cui anche "alcuni rom"; che si costituisca anche parte civile in tutti i procedimenti giudiziari che vedono gli zingari e i rom come criminali imputati e condannati e che chiedano l'applicazione della Legge Mancino contro il razzismo predatorio di costoro.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » lun set 20, 2021 8:55 pm

Casamonica, è mafia. La sentenza del maxiprocesso: condannato il clan della Romanina
Lunedì 20 Settembre 2021

https://www.ilmessaggero.it/roma/news/c ... 5NoYjxzvqs

Il clan dei Casamonica teneva in piedi un sistema mafioso a Roma. Dopo l'ordinanza del gip e le prime condanne in rito abbreviato, lo ha riconosciuto anche il Tribunale che ha condannato a 400 anni complessivi una quarantina fra capi e affiliati alla famiglia, imputati fra l'altro per estorsione, usura e detenzione illegale di armi. Dopo sette ore di camera di consiglio, giudici della X sezione penale hanno deciso trent'anni di carcere per il boss Domenico Casamonica, accogliendo in pieno l'istanza della Procura, che complessivamente aveva chiesto oltre 630 anni di reclusione.

Casamonica, oro e contanti nelle stories: la follia social su TikTok e Instagram
Casamonica, le condanne

Severe le pene per gli altri capi, Giuseppe Casamonica (20 anni e mezzo) e Luciano (12 anni e 9 mesi), e pene pesanti sono arrivate in primo grado anche per Salvatore (25 anni e 9 mesi), Pasquale (23 anni e 8 mesi) e Massimiliano Casamonica (19 anni).


Esulta la sindaca Raggi

Esulta la sindaca di Roma Virginia Raggi, che ha costituito il Comune parte civile nel maxiprocesso iniziato a ottobre 2019, grazie a indagini scattate cinque anni prima: «Io di fronte al clan dei Casamonica non mi sono mai piegata, non ho mai indietreggiato di un passo, non ho mai avuto paura di loro. Ho sempre lottato per il bene dei romani a volto scoperto, ho chiamato per nome e cognome chi ha umiliato e offeso la città. Vivo sotto scorta per questo. Oggi il tribunale di Roma ha confermato l'associazione a delinquere di stampo mafioso. Ha confermato che è mafia. Questa sentenza non cancella gli anni di soprusi e violenze, ma è un risultato importante per chi vive in questa città. È la conferma che a Roma il clima è cambiato. Oggi si chiude un capitolo, ma la lotta per contrastare criminalità e mafia non si ferma. Io sarò sempre in prima linea». «È una sentenza storica che finalmente mette nero su bianco che Casamonica equivale a mafia ed un segnale importante da dare ai cittadini del nostro territorio», dichiara il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. E l'avvocato Giulio Vasaturo, legale di parte civile per l'associazione antimafia Libera, sottolinea anche come il verdetto serva a «fare luce su una sequela di episodi di estorsione e violenza rimasti sino ad oggi impuniti, anche a causa della dilagante omertà imposta dal clan nel quadrante sud-est della capitale».

A differenza del Mondo di Mezzo, quell'ecosistema criminale che aveva messo le mani su Roma ma che secondo la Cassazione non rappresentava un'associazione mafiosa, al sistema Casamonica può applicarsi il 416 bis del codice penale: intimidazioni, omertà, delitti per controllare il territorio e le sue attività sono stati riscontrati. E ora le nuove condanne (dopo le 14 in rito abbreviato e i tre patteggiamenti nel maggio del 2019), sono un altro colpo al clan, che disponeva di numerosi capannoni, ville e villette con piscina, anche abusive, in parte distrutte e in parte confiscate e assegnate a realtà sociali. Una realtà venuta a galla con l'indagine 'Gramignà dei carabinieri, coordinata dai pm della Dda di piazzale Clodio che ha portato a una serie di arresti. Nella sua requisitoria il pm Giovanni Musarò ha sottolineato anche il ruolo svolto da due collaboratori di giustizia che hanno fornito agli inquirenti elementi preziosi per ricostruire la struttura criminale del clan.


Il documentario su Discovery

Dopo il documentario « Casamonica - Le mani su Roma», andato in onda sul Nove, che ricostruiva la storia, l'ascesa del clan e la mappa dei loro business criminali a Roma, nel giorno della sentenza del maxiprocesso da oggi su Discovery+ arriva lo speciale - in due episodi - «Casamonica - La resa dei conti». Scritto da Carmen Vogani, con la conduzione di Nello Trocchia, lo speciale è una produzione originale Videa Next Station a cura di Giulia Cerulli e racconta un processo durato due anni, che ha chiamato a testimoniare vittime ed ex membri della famiglia, attraverso interviste inedite ai principali protagonisti, intercettazioni e video esclusivi, tra cui una violenta aggressione che viene mostrata per la prima volta.



Papa: "I Rom sono fratelli, dobbiamo accoglierli"
Nell’udienza generale il Pontefice ha ripercorso le tappe del viaggio a Budapest e in Slovacchia
22 settembre 2021

https://www.adnkronos.com/papa-i-rom-so ... fkRps2Xgwv

Udienza generale del Papa interamente dedicata al recente viaggio apostolico a Budapest e in Slovacchia. "Lo riassumerei così: è stato un pellegrinaggio di preghiera, un pellegrinaggio alle radici, un pellegrinaggio di speranza", ha detto Bergoglio.

Il Pontefice ha quindi ricordato le tappe del viaggio: "La prima è stata a Budapest, per la Santa Messa conclusiva del Congresso Eucaristico Internazionale. Grande è stata la partecipazione a questa celebrazione. Il popolo santo di Dio, nel giorno del Signore, si è riunito davanti al mistero dell’Eucaristia, dal quale continuamente è generato e rigenerato. Era abbracciato dalla Croce che campeggiava sopra l’altare, a mostrare la stessa direzione indicata dall’Eucaristia, cioè la via dell’amore umile e disinteressato, dell’amore generoso e rispettoso verso tutti, della fede che purifica dalla mondanità e conduce all’essenzialità. Questa fede ci allontana da mondanità che è un tarlo e ci rovina da dentro".

Quindi Francesco ha parlato della celebrazione a Šaštín, in Slovacchia, presso il Santuario della Vergine dei Sette Dolori, dove "un grande popolo di figli è accorso per la festa della Madre, che è anche la festa religiosa nazionale".

Un viaggio che, ha ricordato ancora il Pontefice, è stato anche un "pellegrinaggio alle radici. Incontrando i fratelli Vescovi, sia a Budapest sia a Bratislava, ho potuto toccare con mano il ricordo grato di queste radici di fede e di vita cristiana, vivide nell’esempio luminoso di testimoni della fede. Ho percepito la forza di queste radici nella celebrazione della Divina Liturgia in rito bizantino, a Prešov, nella festa della Santa Croce. Nei canti ho sentito vibrare il cuore del santo popolo fedele, forgiato da tante sofferenze patite per la fede".

In proposito, il Papa ha ricordato: "piu’ volte ho insistito sul fatto che queste radici sono sempre vive, piene della linfa vitale che è lo Spirito Santo, e che come tali devono essere custodite: non come reperti da museo, non ideologizzate e strumentalizzate per interessi di prestigio e di potere, per consolidare un’identità chiusa. No. Questo vorrebbe dire tradirle e sterilizzarle". Un pellegrinaggio anche "di speranza- ha rimarcato Francesco-. Speranza nel vedere tante coppie giovani e tanti bambini, di fronte all’inverno demografico".

Bergoglio ha poi reso omaggio alle Suore Missionarie della Carità del Centro Betlemme a Bratislava, che accoglie le persone senzatetto:"Penso alla comunità Rom e a quanti si impegnano con loro per un cammino di fraternità e di inclusione. È stato commovente condividere la festa della comunità Rom: una festa semplice, che sapeva di Vangelo. I Rom sono fratelli dobbiamo accoglierli". Quindi il monito al l’unità: "Cari fratelli e sorelle, questa speranza si realizza, si fa concreta solo se declinata con un’altra parola: insieme. A Budapest e in Slovacchia ci siamo trovati insieme con i diversi riti della Chiesa Cattolica, insieme con i fratelli di altre Confessioni cristiane, insieme con i fratelli Ebrei, insieme con i credenti di altre religioni, insieme con i più deboli. Questa è la strada, perché il futuro sarà di speranza se sarà insieme non da soli".



Tutte le demenzialità e le incoerenze di un uomo che non merita il mio rispetto e che ci fa tanto del male
viewtopic.php?f=199&t=2933
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6636654604
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » gio set 23, 2021 6:05 am

Polizia insegue auto con 6 rom a Roma e finisce fuori strada: 2 agenti feriti, nomadi fuggiti
Marco De Risi
22 settembre 2021

https://www.ilmessaggero.it/roma/news/p ... 10219.html

Un inseguimento pericoloso e rocambolesco fra la polizia ed un'auto con a bordo sei rom che non si sono fermati all'alt degli agenti. Il bilancio è da brividi: due poliziotti sono finiti in ospedale con oltre venti giorni di prognosi. Un'auto della polizia è andata completamente distrutta. L'inseguimento a una Clio con a bordo i nomadi è durato vari chilometri lungo la periferia del Casilino fino a San Basilio. La conclusione si è avuta verso via Popoli, presa contromano dall'auto dei fuggitivi, che non hanno rispettato neanche i semafori rossi. Poi, gli zingari si sono dileguati per le campagne facendo perdere le proprie tracce.

Auto della polizia fuori strada, rom in fuga a piedi

Il posto di blocco non rispettato dagli uomini in fuga era all'inizio di via di Tor Cervara, vicino la via Tiburtina. Erano circa le due quando è scattato l'inseguimento. L'equipaggio di una volante ha chiesto aiuto alla sala operativa chiedendo rinforzi proprio a causa di un'auto che non si era fermata all'alt. Più equipaggi della polizia si sono gettati all'inseguimento. Su un tratto di via di Tor Cervara il pauroso incidente. Una volante è uscita di strada prendendo in pieno un cartellone stradale.

«Non sporcate la strada»: nigeriano pestato a Roma dai rom che rovistavano nei cassonetti, è gravissimo

L'auto si è accartocciata ed i poliziotti sono rimasti incastrati dentro. I due hanno dovuto faticare non poco per uscire dalle lamiere insanguinati e doloranti. Sono stati soccorsi dal personale di un'ambulanza che li ha trasportati fino all'ospedale Cristo Re. Dopo gli accertamenti i poliziotti sono stati refertati con 21 giorni di prognosi ciascuno per una serie di tumefazioni ed ecchimosi causate dal pauroso incidente. Altre pattuglie hanno continuato a inseguire la Clio dei nomadi. C'è stato un avvicinamento in via di Rocca Cencia, periferia del Casilino, poi l'auto ha imboccato via Popoli per due volte: una in contromano. I sei zingari sono riusciti a fuggire a piedi. C'è stata anche una vasta battuta in zona. Più volanti hanno cercato di trovare i fuggitivi ma che sono riusciti ad eclissarsi nel nulla. Evidentemente si tratta di gente esperta della zona che ospita più campi nomadi.

Cerca di sfuggire alla polizia nascondendosi in un campo rom, poi ferisce due agenti: arrestato 44enne


EPISODI FREQUENTI
Questi tipi d'inseguimento capitano molto spesso in città. Sempre dei nomadi che non si fermano all'alt e cercano di fuggire ai controlli delle forze dell'ordine. È assai probabile che abbiano degli arnesi da scasso oppure portino in auto della refurtiva. Una cosa è sicura non si fermano all'alt delle forze dell'ordine proprio perché stanno in una situazione d'illegalità. Per esempio l'altra notte, la Clio è risultata rubata. «C'è da credere - si lascia sfuggire un investigatore - che il gruppo su un'auto rubata andasse a commettere qualcosa d'illecito: un furto o una rapina». In quel tratto di campagna, è arrivata anche una squadra della polizia scientifica che si è messa a cercare qualche traccia utile dei banditi sull'auto abbandonata. Gli agenti potrebbero trovare nell'abitacolo diverse impronte digitali.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » gio set 23, 2021 8:59 pm

Stop ai campi ma niente case: le pretese dei rom che si sentono discriminati
Francesca Galici
23 Settembre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/milano/s ... 1632412311

Rom e sinti vogliono lasciare i campi e trovare nuove soluzioni abitative che non siano case: Santori e Pavlovic avanzano proposte, Sardone frena
Stop ai campi ma niente case: le pretese dei rom che si sentono discriminati

I rom non vogliono più vivere nei campi, legali e abusivi, di Milano. Lo ha dichiarato Dijana Pavlovic, candidata indipendente del Partito democratico alle prossime elezioni amministrative. Tutto giusto, se non fosse che l'alternativa ai campi non sono case regolari ma cosiddette "micro-aree". La proposta, firmata insieme al capo sardina Mattia Santori, prevede l'individuazione di zone in cui le comunità rom e sinti possano continuare a vivere secondo la loro consuetudine ma non più nel degrado dei campi.

"Esiste una questione abitativa che, per i rom e sinti, è particolare. Parliamo di una minoranza che ha modi di vivere e di abitare diversi da quelli che noi consideriamo standard. Tanto che è stata stipulata una 'strategia nazionale di inclusione' dal 2012 al 2020, poi prolungata, che prevede quattro assi: occupazione, istruzione, alloggio e assistenza sociale. Ma al momento esistono 192 insediamenti mai variati e alcuni, quelli che chiamiamo campi, sono diventati storici, una situazione che da emergenziale è diventata permanente", ha detto Mattia Santori. Dijana Pavlovic, invece, per rivendicare il diritto di vivere in Italia ma non in modo "standard" si è rifatta alla Costituzione: "Le parole dell'articolo 3 sono ad oggi disattese per le minoranze non riconosciute, come la comunità rom e sinti, che oltre a subire pregiudizi non vedono riconosciuto il diritto all'abitare nelle forme e modalità che appartengono alla loro storia e cultura".

Una situazione paradossale che è stata commentata da Silvia Sardone, consigliere comunale di Milano ed eurodeputata della Lega: "Si scrive micro-aree, si legge moltiplicazione dei campi rom: la proposta avanzata dalla portavoce dei sinti, candidata col Pd a Milano, insieme al capo Sardina, anche lui candidato col Pd a Bologna, è a dir poco impraticabile se vogliamo mantenere un minimo di decoro e di sicurezza nella nostra città". Il consigliere ha spiegato: "I rom dicono che hanno un diverso modo di vivere e preferirebbero un modello alternativo di vita, non in campi dove non si conoscono l'un l'altro ma in piccoli insediamenti famigliari. A tal proposito ho due domande: 1) perché i nomadi non possono adeguarsi e vivere come fanno tutti gli altri? 2) dove andrebbero ricavate queste micro-aree?".

Per la Sardone è giusto superare il concetto dei campi ma "allora superiamo anche la mentalità rom che rifiuta a priori di poter vivere in una casa, pagando l'affitto e le bollette, come fanno milioni di italiani e stranieri ben integrati". Per l'esponente della Lega, la questione discriminatoria non ha però senso di esistere: "Sento dire che i rom sono discriminati perché non gli si permette di vivere come vorrebbero: ma siamo su scherzi a parte? A Milano i rom sono coccolati da dieci anni, prima con Pisapia poi con Sala, hanno prodotto buchi di decine e decine di migliaia di euro perché non pagano le spese, hanno costituito campi irregolari, baraccopoli da terzo mondo, prendono sussidi su sussidi e hanno il coraggio di lamentarsi?".

Quindi ha concluso, facendo riferimento alla situzione di Milano: "I due campi irregolari e i quattro regolari attualmente presenti a Milano vanno sgomberati perché hanno dimostrato di essere un fallimento sia dal punto di vista dell'integrazione che da quello economico: esistono le graduatorie delle case popolari, i rom si mettano in coda".
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » sab set 25, 2021 12:49 am

Paura al Pigneto, un rom scippa una donna, poi investe tre agenti col motorino. Rom manda all’ospedale gli agenti: volevano proteggere una donna da un scippo.
Angelica Orlandi
venerdì 24 Settembre

https://www.secoloditalia.it/2021/09/pa ... evastante/

Al Pigneto scene da una Roma fuori controllo. Un bosniaco ha scippato una donna, picchiato gli agenti intervenuti, poi è fuggito su uno scooter rubato e investito tre poliziotti: si erano immolati per fermare la fuga del malvivente. Scene di ordinaria follia, una sequenza da film, se non fosse che eravamo tra il Prenestino, Pigneto e Malatesta. E non era unu film. Il balordo è un 29enne bosniaco nato a Milano, ricostruisce Roma today . Una vecchia conoscenza delle Forze dell’Ordine. I poliziotti erano sulle sue tracce da tempo, perché il giovane si era reso – almeno stando alle indagini – responsabile di una serie di scippi: tutte con lo stesse modalità. Furti in serie commessi soprattutto nella zona dell’Esquilino e di Termini.

Bronson R., nato a Milano nel ’92, è un italiano di origini rom. Dopo aver individuato il suo nascondiglio in un casolare diroccato dietro Villa De Sanctis, a Centocelle, gli agenti hanno seguito i suoi spostamenti. Hanno visto il 29 enne allontanarsi sullo scooter, poi risultato rubato, e lo hanno seguito nella zona del Prenestino Labicano. È tra questa vie che gli agenti hanno seguito i suoi spostamenti, mentre il giovane si spostava a bordo di uno scooter Sh 125 rubato. Gli appostamenti sono andati a buona fine, si fa per dire. All’altezza di via Prenestina, il 29enne bosniaco ha scippato una donna di 37 anni per poi fuggire a piedi. Gli agenti lo hanno inseguito e bloccato. Ma ne è nata una violenta colluttazione, con il ladro capace di farsi strada e salire sullo scooter che aveva parcheggiato poco distante per guadagnarsi la fuga.

C’è stato un inseguimento. Poco più tardi, i poliziotti hanno notato il malvivente tra il Pigneto e Malatesta, ancora a bordo dello scooter rubato. Certi che il avrebbe fermato la marcia, tre agenti hanno occupato l’incrocio tra via Erasmo Gattamelata e via Roberto Malatesta, immolandosi con i loro corpi. Il 29enne ha invece continuato la marcia, e li ha investiti. Sfrecciando a tutta velocità ha travolto i poliziotti. L’impatto è stato devastante. Il parabrezza dello scooter è stato distrutto nello schianto contro il primo agente. Poi si è abbattuto contro gli altri due, per finire infine la sua corsa dopo pochi metri. A quel punto gli altri agenti in borghese sono riusciti ad ammanettarlo. Le indagini sono ora in corso per ricostruire la catena di scippi messi a segno. Nell’impatto ha fratturato la gamba sinistra di un agente e il braccio di un suo collega. Il primo a finire sotto le ruote dello scooter è stato invece scaraventato a terra ed è ancora in osservazione al Policlinico Umberto I.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » sab set 25, 2021 7:12 am

Agrigento, bimba di 11 anni trascinata e violentata da 4 nomadi: le amiche minacciate non si presentano al processo
Gerlando Cardinale
24 Settembre 2021

https://www.rassegneitalia.info/agrigen ... -processo/

Le amiche della presunta vittima, che sarebbe stata trascinata in un vicolo e violentata, non si presentano in aula per testimoniare e i giudici ne ordinano l’accompagnamento coattivo.

Passaggio a vuoto al processo a carico di quattro giostrai, accusati di avere abusato della bimba nei giorni successivi alla festa della Madonna di Fatima, ad Aragona, dove era stato allestito un luna park in cui gli imputati lavoravano.

Si tratta di Bogdan Petru Corcoz, 22 anni, di origini rumene e residente ad Aragona; Vasile Lucian Isache, 25 anni, anche lui residente ad Aragona e nato in Romania; Costantin Cosmin Babiuc Pavel, 24 anni, rumeno e Riccardo Fonte, 60 anni, di Caltanissetta. Sono accusati di violenza sessuale di gruppo aggravata.

In una delle udienze precedenti c’era stato il drammatico racconto in aula della madre. “Era uscita con alcune amiche ed è stata adescata da quattro uomini che l’hanno trascinata in un vicolo e, a turno, l’hanno violentata”. La presunta vittima, all’epoca dei fatti, il 13 maggio del 2015, doveva ancora compiere dodici anni.

La ragazzina (costituita parte civile ed assistita dagli avvocati Daniela Posante e Antonella Arcieri), è stata già ascoltata durante l’incidente probatorio. La madre, invece, è stato il primo teste sentito al processo, in corso davanti ai giudici della prima sezione penale, presieduta da Alfonso Malato.

La donna, citata dal pubblico ministero Elenia Manno, aveva risposto pure alle domande dei legali degli imputati (il collegio difensivo è composto dagli avvocati Salvatore Cusumano, Samantha Borsellino, Marcello Lus e Valentina Burgio) e ha confermato quanto raccontato in aula dalla ragazzina.

“Non ci ha detto subito cosa fosse accaduto – ha spiegato -, abbiamo notato che era a disagio e ha iniziato a raccontarci che era stata adescata in un vicolo e aveva subito abusi. Le sue amiche si erano allontanate e non hanno nè assistito nè potuto chiamare soccorsi”. La denuncia, nei giorni successivi, portò all’individuazione di alcuni sospettati che furono sottoposti ad intercettazioni.

Le ragazzine avrebbero dovuto riferire la loro versione dei fatti ma non hanno risposto alla convocazione. Torneranno, dopo essere state accompagnate dalle forze dell’ordine in aula, l’8 novembre.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » mar set 28, 2021 8:47 pm

Tutti rom o zingari ma il media non lo dice, lo tace e lo nasconde


Perugia: sgominata banda specializzata in furti in casa, 12 prendevano reddito cittadinanza
28 settembre 2021

https://www.rainews.it/dl/rainews/artic ... 8c780.html

Le indagini della Polizia hanno permesso di ricostruire la struttura di un sodalizio criminale ben strutturato e organizzato dedito alla commissione di reati contro il patrimonio. La Polizia di Stato di Perugia ha dato esecuzione ad un'ordinanza cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Perugia a carico di otto persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti in abitazione nella zona di Assisi e nelle province di Arezzo e Siena. Gli indagati, 16 complessivamente, tutti già noti alle forze dell'ordine sempre per reati contro il patrimonio, sono uomini e donne italiani e stanziali nella zona di Assisi e Cannara. Un sodalizio, riconosciuto dall'Autorità Giudiziaria come una vera e propria associazione a delinquere, legati da vincoli di parentela, con una struttura organizzativa ben delineata nei compiti, con basi logistiche ben definite e capace di avvicendarsi nei ruoli e fronteggiare situazioni di crisi avvalendosi dell'apporto di tutti membri. Un vero e proprio consorzio familiare che ha saputo dotarsi nel tempo di un programma criminoso sempre più affinato, destinato a proiettarsi nel tempo, a rimodularsi secondo le necessità.

L'anima del gruppo le donne
Un sistema che da anni sul territorio ha seminato nel corso del tempo terrore e insicurezza tra gli abitanti delle zone del circondario, specie quelle più isolate.In un anno i poliziotti sono riusciti ad arrestare in flagranza di reato alcuni dei componenti della banda subito dopo aver commesso il fatto, altre volte sono riusciti a recuperare la refurtiva e restituirla ai legittimi proprietari derubati anche dei loro ricordi più cari. L’anima del gruppo le 6 donne. Senza scrupoli, scaltre e astute avevano la più piccola di 22 anni la più grande di 40. Alcune di loro erano specializzate in scippi e furti in casa. Il metodo era sempre lo stesso: aggiravano le padrone di casa, scelte appositamente sole e anziane, spacciandosi per venditrici di articoli vari o bisognose dei servizi igienici. Tra le altre c'è chi si prestava a farsi intestare le autovetture, utilizzate per commettere i furti, chi trasportava la refurtiva fuori regione per essere piazzata e chi invece aveva il compito di custodire gli oggetti di valore dopo essere stati rubati e portati agli uomini della banda.

Un sistema costruito nei dettagli
Alcuni degli uomini della banda riuscivano a portare avanti il loro piano criminale anche se sottoposti a regime di restrizione delle libertà personale. Il loro piano era ben strutturato e non ha conosciuto battute d'arresto, se non durante il periodo del lock down. Spietati e pericolosi, a bordo di auto appositamente scelte di grossa cilindrata affrontavano ed eventualmente reggevano inseguimenti e tentativi di blocco da parte delle Forze dell'Ordine. Ed è stata proprio in una di queste circostanze che una volante è stata danneggiata perché i ladri in fuga dopo aver commesso un furto non si sono fermati, forzando il blocco. In quell'occasione venne arrestato l'unico rimasto all'interno dell'auto: il conducente ferito.

Le auto
Le auto scoperte venivano cambiate velocemente e venivano utilizzate anche targhe false. Lunghi e articolati erano i sopralluoghi che effettuavano nella scelta delle abitazioni su cui fare il colpo: tutte sufficientemente isolate, raggiungibili attraverso strade sterrate con scarsi sistemi di sorveglianza e controllo delle abitudini dei proprietari. Nel corso dei colpi i telefoni venivano tenuti appositamente spenti per non dare indizi della loro presenza sul luogo dei furti. Il profilo altamente professionale dell'organizzazione criminale è dimostrato anche dalla individuazione di due vere e proprie basi logistiche, nella periferia di Assisi, dove i componenti della banda si riunivano prima di partire, prendendo le autovetture designate, distribuendosi gli ''arnesi'' del lavoro, come aste, bastoni, piedi di porco, guanti e altri indumenti per camuffarsi.

Ruoli ben definiti
Oltre a partecipare attivamente alla commissione dei furti, c'era chi, stando agli arresti domiciliari, forniva la propria abitazione come base logistica agli esecutori materiali e vigilava sulle operazioni; chi faceva da staffetta all'auto su cui viaggiavano i complici dopo aver perpetrato i furti; chi aveva il compito invece di custodire le autovetture utilizzate per la commissione dei furti, caricarvi e scaricarvi gli attrezzi da scasso, lavarle e nel caso, grazie ad un'officina nella zona industriale di Bastia Umbra, cambiarne anche colore; chi infine faceva da vedetta nella fase di rientro dei veicoli in zona. Grazie ai servizi svolti dagli agenti di polizia, agli arresti effettuati nel corso del tempo e alla refurtiva recuperata e subito riconsegnata ai proprietari, è stato possibile per il pm che ha coordinato le indagini definire un impianto accusatorio importante e contestare agli indagati il delitto di associazione per delinquere.

12 prendevano il reddito di cittadinanza
Dalle indagini è emerso che 12 dei 16 indagati beneficiano del reddito di cittadinanza.



Sgominata banda di ladri, arrestati 8 rom
28 Set. 2021

https://www.quotidianodellumbria.it/quo ... tati-8-rom

Personale del commissariato di Assisi ha dato esecuzione a misure cautelari a carico di otto rom. Complessivamente 16 gli indagati, residenti nella zona tra Assisi e Cannara, 12 dei quali risultati beneficiari di reddito di cittadinanza.
I destinatari delle misure cautelari sono stati ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti in abitazione tra le zone di Assisi, Arezzo e Siena. Per due è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per cinque gli arresti domiciliari e per uno l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Gli uomini della presunta banda sono definiti dalla polizia «di notevole profilo criminale», «efferati e senza scrupoli», «veri e propri professionisti del crimine». Del gruppo facevano comunque parte, sempre in base da quanto emerso dalle indagini, uomini e donne legati da vincoli di parentela.
Un vero e proprio consorzio familiare che ha saputo dotarsi nel tempo di un programma criminoso sempre più affinato, destinato a proiettarsi nel tempo, a rimodularsi secondo le necessità. Attiva già da anni sul territorio ha seminato nel corso del tempo terrore e insicurezza tra gli abitanti delle zone del circondario, specie quelle più isolate.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » sab ott 02, 2021 9:37 am

Così 2 rom (pregiudicate) intascavano il reddito di cittadinanza
Rosa Scognamiglio
1 Ottobre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1633126295

Le due sorelle rom, entrambe con precedenti penali, avevano dichiarato falsa identità per intascare il reddito di cittadinanza. Stimato un danno all'erario per circa 45mila euro
Così 2 rom (pregiudicate) intascavano il reddito di cittadinanza

Residenze fittizie e documenti falsi. È stato questo l'espediente con cui 2 sorelle rom, entrambe con precedenti penali, hanno intascato per oltre un anno il reddito di cittadinanza. Le "furbette" sono state stanate dalla Squadra Mobile di Treviso nell'ambito di alcune verifiche sulle residenze dei pregiudicati di etnia rom nel Trevigiano. La stima dei danni causati all'erario ammonta a ben 45mila euro.

Le residenze e i documenti falsi

Stando a quanto si apprende al quotidiano online Prima Treviso, le due rom vivevano di fatto in un'abitazione del quartiere San Lazzaro di Treviso anche se, agli atti del certificato di residenza, risultava tutt'altro. Le "furbette", entrambe pregiudicate, avevano fornito false dichiarazioni nel tentativo di sfuggire ai controlli della polizia locale e per accaparrarsi il reddito di cittadinanza. Con questo espediente hanno intascato indebitamente il denaro causando un danno all'erario di circa 45mila euro.

L'indagine della Squadra Mobile

Per circa un anno hanno messo fieno in cascina beneficiando del sussidio grillino fino a quando, da un'indagine condotta dalla Squadra Mobile di Treviso in collaborazione con la direzione provinciale dell'INPS, è emerso il magheggio. A seguito di alcuni controlli al quartiere San Lazzaro, gli agenti hanno rilevato la presenza di alcune famiglie rom (sprovviste del certificato di residenza) occupanti alcune abitazioni. Attraverso una complessa e articolata attività di indagine con le autorità locali, gli investigatori hanno potuto accertare che le due rom avevano fornito documenti falsi e alterato gli atti ufficiali allo scopo di intascare il reddito di cittadinanza.

Danni all'erario per 45mila euro

Il danno causato all'erario dalle sorelle rom è di circa 45mila euro. Le operazioni hanno consentito il deferimento delle due pregiudicate all'Autorità giudiziaria: ora rischiano entrambe 6 anni di reclusione. Nel contempo, è stata avviata immediatamente la procedura per la revoca del sussidio grillino. La fulminea interruzione delle erogazioni, sollecitata da questa Squadra Mobile ed effettuata tempestivamente dall’INPS, ha evitato un ulteriore danno erariale stimabile in circa 30.000 euro
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » mer ott 06, 2021 5:57 pm

Incinta di 8 mesi: così la rom derubava i turisti
Rosa Scognamiglio
6 Ottobre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1633518622

La rom, una 18enne incinta all'ottavo mese di gravidanza, derubava i turisti della Capitale. In manette sono finiti anche altri nomadi che partecipavano ai furti
Era incinta di 8 mesi ma, nonostante fosse in stato interessante, continuava a derubare i turisti stranieri che ogni giorno affollano le strade di Roma. La futura mamma rom (18 anni) è stata sorpresa dai carabinieri della stazione di San Lorenzo in Lucina mentre tentava di mettere a segno l'ennesimo colpo ai danni di una donna americana. In manette sono finite altre due persone, sempre di nazionalità romena, che agivano in correità con la diciottenne.

Come agiva la ladra

Sebbene fosse giovanissima, la rom vantava già un curriculum fitto di precedenti penali per furti, furtarelli e reati a vario titolo. Tanto che, nel giro di pochissimo tempo, era diventata "l'incubo dei turisti" stranieri. Stando a quanto si apprende da le pagine de Il Messaggero, la ragazza metteva in atto sempre il medesimo modus operandi approfittando dello stato interessante per raggirare le vittime. In questo modo, non solo riusciva ad avvicinare agevolmente i malcapitati ma avrebbe evitato il carcere qualora fosse stata colta con le mani nel sacco. Un "trucchetto" vecchio come il mondo che pare abbia funzionato fino a quando, nella giornata di martedì 5 ottobre, i carabinieri della stazione di San Lorenzo in Lucina l'hanno sorpresa a rapinare una turista americana di 69 anni in visita a Roma.

Il gruppetto di borseggiatori seriali

La futura mamma (e ladra) avrebbe agito in correità con altre due persone: tutti abilissimi boserggiatori seriali. Oltre alla 18enne, infatti, sono finiti in manette un 20enne romeno e un'altra nomade di 19 anni. Il trio era domiciliato presso l'accampamento dell'Agnina ma operava - con discreto successo - in molte piazze della Capitale. I militari dell'Arma hanno fermato i rom in via Francesco Crispi, nel centro di Roma, mentre tentavano di dileguarsi dopo aver messo a segno l'ennesimo colpo ai danni di una turista americana. Per tutti e tre sono scattate le manette ai polsi; alla 69enne straniera è stata restituita la refurtiva.

Fermati altri ladri rom

Durante le attività di controllo, altre persone sono state colte in flagranza di reato. Si tratta dei cosiddetti "topi d'auto" - di nazionalità romena e tunisina - che scassinavano le vetture parcheggiate nelle vie adiacenti al centro storico capitolino. Più precisamente, i carabinieri sono intervenuti in via Cappellini dove hanno sorpreso una coppia mentre faceva razzia all'interno di un'automobile in sosta. I due, finiti poi in manette, erano dotati di un "kit" per lo scasso con anche un martello frangi-vetro. Segno si trattava di un modus operandi sistematico e già ben collaudato.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » mer ott 13, 2021 8:41 pm

Gratteri smantella la roccaforte rom dello spaccio: "Fastidiosi, spregiudicati e senza coscienza"
Mimmo Famularo
13 Ottobre 2021

https://calabria7.it/gratteri-smantella ... coscienza/

Vendevano droga di qualsiasi tipo a quasi tutti i tossicodipendenti di Catanzaro e dei paesi limitrofi le due organizzazioni di etnie rom, legate tra di loro da rapporti parentali, smantellate da carabinieri e polizia nel blitz di questa notte nella zona Sud della città, tra viale Isonzo e il quartiere Pistoia. Un dato rimarcato dal procuratore Nicola Gratteri nella conferenza stampa che ha illustrato i dettagli dell’operazione che, non a caso, è stata denominata in codice “Aesontium”. Un volume d’affari notevole perché a rifornirsi di cocaina e di altre sostanze stupefacenti c’era anche la “Catanzaro bene”. Centinaia le persone che si rivolgevano – così come evidenziato dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla – ai due gruppi criminali e che nell’arco di oltre quattro anni di attività investigativa sono state segnalate alla Prefettura di Catanzaro quali assuntori.

Il “quartiere commerciale” della cocaina e i “baby-pusher”

L’indagine è nata da un sequestro di droga nel settembre del 2016. Carabinieri e polizia hanno proceduto parallelamente e l’epilogo è stato convergente. Nel cuore della notte si sono ritrovati nella zona Sud di Catanzaro per espugnare la roccaforte rom presidiata da vedette e dal telecamere di videosorveglianza come fosse una Repubblica autonoma. Gli inquirenti sono riusciti a ricostruire i ruoli di ogni componente dei due sodalizi: dal vertice fino alla manovalanza; dagli approvvigionamenti che avvenivano per il tramite di un soggetto di origini albanesi che dimorava in Puglia e da elementi contigui alle cosche del versante della costa ionica fino alla distribuzione al dettaglio spesso affidata a minorenni, in alcuni casi anche baby-pusher in qualche caso neppure adolescenti. Nel quartiere dello spaccio c’era di tutto: marijuana, hashish, cocaina, eroina. Una sorta di centro commerciale all’area aperta dedito al traffico illecito di sostanze stupefacenti.

L’angoscia dei cittadini

“Questa indagine – ha dichiarato Gratteri – riguarda la vita quotidiana della città di Catanzaro. Mi è capitato spesso in questi anni di sentire tanti cittadini vivere nell’angoscia di vedersi rubare l’auto o della droga venduta in pieno giorno”. Il procuratore di Catanzaro ha definito le due organizzazioni criminali che avevano di fatto il monopolio nella distribuzione al dettaglio delle sostanze stupefacenti in città “fastidiose” per l’odioso reato del furto di auto con la restituzione attraverso la tecnica del “cavallo di ritorno”. Una vera e propria estorsione a discapito di onesti cittadini. “Non è concepibile – ha detto Gratteri – che questa gente abbia il controllo assoluto e totale di un quartiere di Catanzaro”. Un’area che dominavano con l’ausilio di vedette e di telecamere di videosorveglianza. Fastidiosi ma anche “spregiudicati” perché vendevano la droga a ragazzi e la facevano vendere pure da minorenni. “Il massimo della spregiudicatezza e della crudeltà senza un minimo di coscienza. Anche queste indagini – ha concluso Gratteri – sono importanti perché riguardano la qualità della vita dei cittadini”.
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