Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » mar mag 25, 2021 10:14 pm

Sparò e uccise un bandito in fuga, 9 anni e sei mesi per Massimo Zen
Massimo Zen, la guardia giurata condannata per omicidio volontario
Denis Barea
19 maggio 2021

https://www.trevisotoday.it/cronaca/ved ... -2021.html

Nove anni e sei mesi e una provisionale immediatamente esecutiva di 180 mila euro per le partri civili (rappresentati dall'avvocato Fabio Crea). Questa la condanna inflitta oggi mercoledì 19 maggio in abbreviato a Massimo Zen, la guardia giurata 49enne che il 22 aprile del 2017 sparò e uccise a Barcon di Vedelago Manuel Major, 36enne giostraio che stava fuggendo in auto dopo aver realizzato dei colpi ad alcuni bancomat. La sentenza ha tenuto conto della concessione delle attenuanti generiche e dello sconto per il rito alternativo, pari a un terzo della pena. Il pubblico ministero Gabriella Cama aveva chiesto 14 anni.

Vanno invece a processo, prima udienza fissata per il 15 marzo del 2022, Manuel Cancarello, 45enne, e Christian Liziero, 46enne, i due colleghi di Zen, entrambi di Paese, accusati a vario titolo di favoreggiamento e interferenza nelle comunicazioni dei carabinieri. Cancarello sarebbe anche, secondo le Procura, l'uomo che ha piazzato la pistola giocattolo ritrovata a ridosso della strada in cui era avvenuta la sparatoria, che avrebbe dovuto indurre gli inquirenti ad avvalorare la tesi della legittima difesa di Zen, che aveva detto di aver risposto al fuoco proveniente dalla Bmw con dentro Major Jody Garbin e Euclide Major.

«Una sentenza - spiega il legale del "ranger" della Battistolli Davide Panico - di cui vogliamo leggere le motivazioni e per la quale sicuramente ricorreremo in appello. C'erano tutti gli elementi per riconoscere a Massimo Zen la legittima difesa, ha protetto la sua incolumità dalla macchina dei banditi che si stava dirigendo contro di lui».

Secondo l'accusa la notte del 22 aprile del 2017 Zen posizionò la sua auto di traverso lungo via Pomini a Barcon di Vedelago, al fine di impedire o rallentare il passaggio della vettura sulla quale viaggiavano i malviventi, autori quella stessa notte di alcuni assalti a terminali Atm. La guardia giurata esplose tre colpi di pistola Glock, in direzione dell'autovettura, uno dei quali, attraversando il parabrezza lato passeggero, ha centrato al capo nella zona temporale destra Manuel Major, che era alla guida della Bmw, morto qualche giorno dopo il ricovero.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » mar mag 25, 2021 10:14 pm

Ucraina: gente inferocita caccia la comunità rom da un villaggio vicino Odessa
https://www.youtube.com/watch?v=eDL3moIgzRY
Gli zingari non hanno alcun rispetto per la gente del posto, ricattano e rubano nelle case.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » mar giu 01, 2021 6:54 am

Ecco la banda criminale e mafiosa degli Spada, clan zingaro


Arrestati fratelli Spada: sorella delle vittime costretta a prostituirsi per pagare debiti di droga
Natascia Grbic
29 maggio 2021

https://www.fanpage.it/roma/arrestati-f ... -di-droga/

Sequestrati, torturati, seviziati e umiliati con la diffusione di video sui social, per qualche grammo di crack. Ridotti in schiavitù, picchiati e minacciati con l'aggravante del metodo mafioso, che a gennaio ha fatto condannare all'ergastolo uno dei capi del clan e a oltre 150 anni di reclusione altri 17 membri. I fratelli Francesco e Juan Carlo Spada, rispettivamente di 34 e 31 anni, sono stati arrestati questa notte dai poliziotti del X Distretto di Ostia: per loro accuse gravissime, che vanno dal traffico di droga, all’estorsione, dal sequestro di persona, all’associazione a delinquere, fino alla riduzione in schiavitù, il tutto aggravato dal metodo mafioso.

I due ragazzi seviziati e torturati dagli Spada

A far partire le indagini, la madre dei ragazzi torturati dai due aguzzini, giovani rampolli emergenti della famiglia sinti che da anni terrorizza e spadroneggia nel territorio di Ostia. Ha chiamato gli investigatori dal bagno di casa, parlando piano per non farsi sentire: disperata, tra i singhiozzi ha avuto la forza di raccontare cosa stava accadendo nella sua famiglia. Una storia dell'orrore quella tra i palazzi di piazza Gasparri: la sorella dei due giovani torturati, e figlia della donna, era costretta a prostituirsi per ripagare gli enormi debito contratti dai fratelli, dipendenti dalla cocaina. Gli Spada se ne approfittavano e volevano sempre più soldi. Non solo: si divertivano a seviziare e torturare i due, totalmente inermi a causa della loro dipendenza.

Arrestati fratelli Spada e sequestrato un appartamento

Le indagini lampo condotte dagli agenti di Ostia sono partite immediatamente a seguito della denuncia della donna, che da anni doveva pagare agli Spada dei soldi per un garage occupato in via Forni. I poliziotti hanno prima ottenuto la fiducia dell'intero nucleo familiare, riuscendo in questo modo a trovare in breve tempo evidenti riscontri investigativi che hanno portato in poco tempo in carcere i fratelli Francesco e Juan Carlo Spada. Gli agenti hanno sequestrato anche un appartamento.



Chi sono gli Spada?
Gli Spada sono una numerosa famiglia di origine Sinti arrivata a Roma dall’Abruzzo negli anni Cinquanta. Secondo i magistrati che negli anni hanno indagato su di loro, i capi della famiglia sono anche i leader di un’organizzazione criminale che estorce il pizzo ai commercianti della zona, intimidisce i gruppi di criminali rivali e gestisce l’assegnazione delle case popolari. Circa una dozzina tra membri della famiglia Spada e loro alleati sono stati condannati per tre volte nel corso degli ultimi tre anni e tutte e tre le volte con l’aggravante del metodo mafioso. La prima nel 2016, altre due nel 2017.
9 novembre 2017
https://www.ilpost.it/2017/11/09/ostia- ... casapound/

Ostia è un quartiere enorme nel comune di Roma. Ha 230 mila abitanti e se fosse una città sarebbe la 14esima più grande d’Italia. Il Municipio X di Roma, in cui si trova la città di Ostia vera e propria, è un’area che comprende quartieri residenziali come Infernetto, Malafede, Dragona e Dragoncello, e aree turistiche come il Lido di Ostia, la “spiaggia di Roma”, che attrae ogni estate decine di migliaia di romani. La zona comprende anche aree disagiate, come Nuova Ostia, dove grandi palazzi di edilizia popolare si alternano a infrastrutture fatiscenti e piazze di spaccio. È qui, a Nuova Ostia, che martedì un giornalista del programma Nemo, di RaiDue, è stato picchiato mentre faceva alcune domande sui rapporti tra CasaPound (Roberto Spada, l’autore dell’aggressione è stato arrestato giovedì pomeriggio), che alle elezioni di domenica ha ottenuto uno storico risultato, e gli Spada, una famiglia che alcuni chiamano “clan” e i cui componenti sono stati più volte condannati per reati come estorsione e minacce con l’aggravante del metodo mafioso.

Chi sono gli Spada?
Gli Spada sono una numerosa famiglia di origine Sinti arrivata a Roma dall’Abruzzo negli anni Cinquanta. Secondo i magistrati che negli anni hanno indagato su di loro, i capi della famiglia sono anche i leader di un’organizzazione criminale che estorce il pizzo ai commercianti della zona, intimidisce i gruppi di criminali rivali e gestisce l’assegnazione delle case popolari. Circa una dozzina tra membri della famiglia Spada e loro alleati sono stati condannati per tre volte nel corso degli ultimi tre anni e tutte e tre le volte con l’aggravante del metodo mafioso. La prima nel 2016, altre due nel 2017.

Tra gli altri è stato condannato anche Carmine Spada, detto “Romoletto”, fratello di Roberto Spada, l’autore dell’aggressione di martedì e considerato dai magistrati il capo del clan. Per il momento, quasi tutti gli esponenti della famiglia processati hanno ricevuto condanne di primo grado. Nel recente passato sono stati descritti come un gruppo in ascesa nella criminalità romana, ma oggi non sono tra i principali gruppi criminali italiani. L’ultima relazione della Direzione Distrettuale Antimafia parla diffusamente delle precedenti famiglie criminali ostiensi (come i Fasciani, su cui torneremo tra poco), mentre agli Spada dedica soltanto una riga in una nota a pié di pagina.

Le attività criminali di cui sono accusati i membri della famiglia Spada finiti sotto processo vanno dall’estorsione alle violenze, passando per le intimidazioni. Uno dei loro affari principali, secondo i magistrati, è la gestione delle case popolari. Gli atti dei magistrati parlano spesso di scontri con altre famiglie criminali per il controllo di queste case, che spesso servono come residenza proprio ai componenti dei “clan”. Gli Spada controllano anche diverse palestre a Nuova Ostia, l’area stretta tra piazza delle Repubbliche Marinare e l’idroscalo: è un quartiere costituito in buona parte da case popolari, dove – come in tutte le periferie romane – le strade sono piene di buche, l’illuminazione stradale spesso manca e la raccolta dei rifiuti funziona male, così come gli altri servizi pubblici.

In questa parte della città, dove non sono molti ad avere un lavoro o un’abitazione regolare, gli Spada sono diventati negli ultimi anni un misto tra benefattori e aguzzini. Le loro palestre sono state a lungo gratuite per i giovani del quartiere, mentre i membri del clan si adoperavano per aiutare le famiglie in maggiore difficoltà sostituendosi allo Stato.

Cosa c’entra CasaPound?
Nel corso dell’ultimo anno, la stampa si è accorta della nascita di un rapporto sempre più stretto tra alcuni esponenti della famiglia Spada e CasaPound, un partito neofascista che ha ottenuto crescenti consensi nelle aree più periferiche e degradate di Roma. CasaPound ha organizzato la distribuzione di pacchi di cibo alle famiglie più povere di quartieri come Nuova Ostia, un’attività che l’ha messi in contatto con chi quelle attività le porta avanti da anni, come la famiglia Spada. Roberto Spada, l’uomo che ha aggredito il giornalista di Nemo e che fino a questo momento è incensurato, ha apertamente appoggiato il candidato di CasaPound al Municipio di Ostia, Luca Marsella. A Nuova Ostia, dove vivono gli Spada, CasaPound ha raggiunto più del 20 per cento dei voti. Secondo diversi giornali, il giorno della votazione i seggi erano presidiati da attivisti di CasaPound e membri e amici della famiglia Spada. Oggi, i dirigenti di CasaPound tra cui Marsella, hanno fatto una conferenza stampa per prendere le distanze dall’aggressione.

A Ostia c’è la mafia?
Nel 2015 Andrea Tassone, presidente PD del Municipio X, fu coinvolto nell’inchiesta Mafia Capitale per aver fatto favori a Salvatore Buzzi, il socio di Massimo Carminati. Il municipio venne sciolto per infiltrazioni mafiose ed è rimasto commissariato fino alle elezioni di domenica scorsa (Tassone è stato poi condannato a cinque anni). Questo episodio, in cui la famiglia Spada non sembra entrare direttamente, è una delle poche occasioni in cui a Ostia è stata riconosciuta una vera e propria influenza di tipo mafioso.

In città nessuno è mai stato condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso, ma in molti hanno ricevuto condanne aggravate dall’utilizzo di metodi mafiosi. Significa che secondo i magistrati in città si era creato un clima di paura, omertà e intimidazione. Tutti quanti sapevano a chi bisognava obbedire e a chi si doveva portare rispetto, senza che ci fosse bisogno di manifestarlo costantemente e in maniera eclatante. Nonostante questo, negli ultimi anni sono stati frequenti le intimidazioni e gli attentati incendiari nei confronti di coloro che non erano disposti a pagare il pizzo alle famiglie che a turno controllavano la città.

I gruppi criminali che comandavano a Nuova Ostia, e in alcuni casi riuscivano ad estendere la loro influenza anche su altre aree della città, sono cambiati spesso nel corso dell’ultimo decennio. Scontri interni tra varie fazioni e gli arresti della magistratura hanno decimato una dopo l’altra le famiglie criminali cittadine, portando a un rapido “turnover” tra chi controllava le estorsioni ai commercianti e l’assegnazione delle case popolari. All’inizio del decennio in città comandavano gli eredi della Banda della Magliana, la più grande e potente organizzazione criminale romana, particolarmente forte tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta. Due esponenti di questo gruppo, Francesco Antonini, detto «Sorcanera», e Giovanni Galleoni, soprannominato «Baficchio», furono uccisi in un agguato in pieno giorno nel 2011.

Antonini e Galleoni sono stati gli ultimi a essere uccisi nella fase più violenta della lotta per il potere in città, cominciata negli anni Duemila e terminata con il loro omicidio. Da allora in città ci sono stati ferimenti, gambizzazioni, sparatorie intimidatorie, pestaggi, ma non ci sono più stati omicidi. Dopo gli eredi della Banda della Magliana, in città hanno preso il potere i Triassi, seguiti dai Fasciani (duramente colpiti da una serie di arresti nel 2013) e, infine dagli ultimi arrivati, gli Spada, che compaiono nelle carte dei magistrati come gruppo criminale di una certa rilevanza a partire dal 2013. Anche se oggi gli Spada sono arrivati al punto più alto della loro notorietà nazionale, il potere della famiglia sembra essere entrato in una fase discendente. Gli arresti hanno decimato i suoi componenti più attivi, mentre i media hanno iniziato a interessarsi sempre di più alle loro attività. L’aggressione compiuta da Roberto Spada nei confronti del giornalista di Nemo ha ulteriormente alzato l’attenzione nei loro confronti. Domani, i giornalisti e inviati manifesteranno davanti alla palestra degli Spada – che proprio oggi è stata chiusa per problemi di autorizzazioni. Sabato anche il Movimento 5 Stelle ha annunciato una manifestazione contro la criminalità.


Ostia, muore Enrico Spada Macistino, erede del clan: allerta per il funerale show
Mirko Polisano
19 dicembre 2019

https://www.ilmessaggero.it/roma/news/e ... 35001.html

È morto all'ospedale San Camillo di Roma martedì notte, Enrico Spada, figlio di Ottavio Maciste e soprannominato a sua volta Macistino, vista la mole fisica imponente anche se negli ultimi tempi - dopo essere entrato e uscito dal carcere - aveva perso diversi chili. Classe 1986, era considerato l'erede, il «predestinato» colui che doveva portare avanti gli affari di famiglia, di quel clan Spada che per metà è in carcere e i cui vertici sono stati condannati - in primo grado - all'ergastolo. Tra questi anche il padre Ottavio e gli zii Carmine e Roberto -quello della testata - mentre Enrico in quel processo a seguito dell'operazione Eclissi era stato assolto. Era tornato in libertà a fine settembre ed era per questo considerato uno degli eredi, pronto a prendere in mano le redini dell'organizzazione criminale, sradicata ma che aveva a Ostia il suo quartier generale.

Calcio, «i mafiosi siete voi, Roberto Spada è un santo»: cori choc contro i giocatori del Montespaccato

Roma, vecchi clan e boss emergenti in guerra per spartirsi il litorale

IL DOCUMENTO
Enrico Spada è morto per una patologia cardiaca all'ospedale San Camillo di Roma e i funerali sono previsti per questa mattina alla parrocchia Sant'Agostino nel quartiere Stagni di Ostia. Un'informativa è arrivata in questura che sta lavorando per blindare le esequie e vietare qualsiasi tipo di «fuori programma». Niente show, dunque, in stile Casamonica, secondo lo stile sinti. Ai familiari di Enrico Spada sarà o notificato un provvedimento che obbliga a svolgere una cerimonia strettamente privata, priva di «modalità clamorose». Le esequie saranno comunque superblindate con istituzioni e forze dell'ordine in stato di allerta per evitare carrozze, cavalli e musica a tutto volume. Amava la canzone neomelodica, Enrico e la sua pagina facebook è piena di suoi video con le esibizioni in locali e feste. E non è stato escluso l'ingaggio di uno dei cantanti neomelodici che arrivasse da Napoli per un breve concerto da dedicare a Enrico Spada.


GLI OSPITI
In un primo momento era addirittura circolato il nome di Tony Colombo che qualche mese fa ha sposato Tina Rispoli, la vedova del boss della camorra Gaetano Marino, con una cerimonia nuziale su cui è stata poi aperta un'inchiesta dalla Procura Antimafia. Stop anche a qualsiasi tipo di corteo. L'allerta è alta. Le forze dell'ordine saranno pronte a entrare in azione. Niente bande, musiche equivoche e Ferrari multicolori che potrebbero creare ingorghi alla viabilità. Gli uomini in divisa e in borghese saranno appostati in ogni angolo del litorale per monitorare i flussi di traffico. Per l'ultimo omaggio al figlio del boss è prevista la partecipazione delle grandi folle. Il dispositivo di sicurezza non può permettersi falle. Quelle leggerezze e distrazioni che anni quasi costarono la testa all'ex sindaco Marino nel giorno dell'ultimo saluto a Vittorio Casamonica, capo stipite dell'altra famiglia criminale di rom e sinti che è imparentata proprio con gli Spada.

IL PRECEDENTE
Aveva un nome importante Macistino, si chiamava Enrico Spada proprio come Pelè, il «Re» di piazza Gasparri il primo boss che negli anni'80 aveva semitato terrore e paura a Ostia: noto sieropositivo, usava il suo sangue infetto per minacciare chi non obbediva ai suoi ordini. Morì di Aids nel 2016: anche a lui furono vietati i funerali show. Il carro, simbolo degli zingari, anche questa volta salvo colpi di scena in barba alle regole- non accompagnerà nessuno.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » lun giu 21, 2021 2:51 pm

Sacerdote del clero di Milano, è morto a 92 anni dopo una vita tutta dedicata a rom e sinti
Milano. Nomade per il Vangelo: addio a don Mario Riboldi, prete degli zingari
Lorenzo Rosoli
mercoledì 9 giugno 2021

https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/n ... 1623261264

La canonica? Una roulotte. La cappella? Un container. Il tabernacolo? Una tenda cucita a mano dalle donne della comunità sinti. È morto martedì sera a Varese don Mario Riboldi, sacerdote del clero di Milano. Una vita condivisa in tutto e fino in fondo con gli zingari. «Mica per fare l’operatore sociale – aveva raccontato anni fa ad Avvenire – ma solo perché sono un prete che si è sentito chiamato a portare il Vangelo fra chi, troppo a lungo, troppo spesso, è stato ignorato dai cattolici, a volte ancora così chiusi nelle loro parrocchie». Lui, la sua parrocchia, l’aveva portata – o, meglio, l’aveva incontrata – sulle strade, nei campi, nella vita dei nomadi. Fin dall’episcopato di Giovanni Battista Montini, il futuro Paolo VI, aveva iniziato a vivere con loro, a viaggiare con loro. Aveva imparato la loro cultura e le loro lingue. «Non per fare il maestro: ma per essere scolaro, con loro, alla scuola della Parola che salva», insisteva don Riboldi, che aveva tradotto il Vangelo di Marco in cinque lingue zingare. Lo stesso aveva fatto con testi liturgici, preghiere, canti. «E più della predicazione – non si stancava di ripetere – è importante la preghiera. Perché la conversione non è un frutto dei nostri sforzi ma un dono di Dio».

Mario Riboldi era nato il 21 gennaio 1929 a Biassono (Monza e Brianza) ed era stato ordinato sacerdote nel Duomo di Milano il 28 giugno 1953. Dal 1971 al 2018 è stato incaricato per la Pastorale dei nomadi della diocesi di Milano. Ma a farsi prossimo dei sinti e dei rom aveva già iniziato fin dalla fine degli anni ’50. «"Chi porta loro il Vangelo?": ecco la domanda che don Mario, appena ordinato, al primo incarico a Vittuone, si fece dopo aver incontrato un gruppo di sinti. A quella domanda ha risposto col dono della sua vita. Le opere sociali sono importanti e utili, ma nulla va in profondità come la Parola di Dio. E don Mario non ha costruito cattedrali nel deserto, si è occupato solo di portare la Parola di Dio», testimonia don Marco Frediani, attuale incaricato per la Pastorale dei nomadi a Milano, che ha condiviso con don Riboldi alcuni anni di vita "itinerante". Gli ultimi: dal 2018, infatti, le peggiorate condizioni di salute avevano costretto l’anziano prete a lasciare la roulotte per la casa di riposo «San Giacomo» di Varese, dove si è spento martedì. Don Riboldi, ricorda inoltre don Frediani, ha avuto un ruolo decisivo nel cammino verso gli altari di Zefirino Giménez Malla, il primo beato gitano, e – con don Bruno Nicolini – nell’organizzazione dello storico incontro di Paolo VI con gli zingari, il 26 settembre 1965 a Pomezia.

A quell’incontro – e al ruolo che vi ebbe don Riboldi – fa riferimento anche l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio Gian Carlo Perego, neo presidente della Fondazione Migrantes, per ricordare nel sacerdote ambrosiano «una figura centrale, nel cammino post conciliare, della pastorale dei rom e dei sinti». «Voi nella Chiesa non siete ai margini, siete nel suo cuore», disse papa Montini a Pomezia. Parole che sono diventate, per don Riboldi, «il programma di una vita pastorale che lo ha visto camminare lungo tutte le strade d’Italia e d’Europa per incontrare le famiglie e le comunità rom e sinti». «Ringraziamo il Signore per il dono del suo lungo e fedele ministero sacerdotale speso con lo zelo del buon pastore», si legge nel messaggio di cordoglio dell’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, e del Consiglio episcopale milanese «in comunione con il presbiterio diocesano». Il funerale verrà celebrato domani alle 11 nella natìa Biassono.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » lun giu 21, 2021 2:51 pm

Treviso, sequestrata la villa della famiglia rom con conti milionari: sul cancello la scritta vip
Alberto Beltrame e Serena De Salvador
21 giugno 2021

https://www.ilmessaggero.it/italia/trev ... 35245.html

SPRESIANO (TREVISO) - Un bilocale da 52 metri quadri sulla carta, che nella realtà è invece una lussuosa villa, dimora di una famiglia di quattro persone. Nessuno di loro però, incluso il padre e titolare dell’immobile, ha mai lavorato o presentato dichiarazioni dei redditi. Come è stata quindi pagata quella dimora? Secondo l’Antimafia e la Procura grazie a una vita di affari illegali. Per questo ieri mattina,sabto 19 giugno, la Guardia di finanza ha posto sotto sequestro la villa di Spresiano in località Fornaci di Roberto Braidic, 55enne trevigiano di etnia Rom con precedenti e condanne penali per minacce, lesioni, truffe, insolvenze fraudolente, ricettazione, rapina e tentati furti. Inoltre la Finanza ha “congelato” disponibilità finanziarie per 550mila euro poiché l’uomo è ritenuto, sulla base del Codice antimafia applicato per il provvedimento emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Venezia, “socialmente pericoloso”. «Grazie ai nostri strumenti –hanno spiegato dal comando provinciale– è stato possibile evidenziare una palese sproporzione tra il suo patrimonio e il non aver mai svolto alcuna attività lavorativa».

La villa dei rom

Le indagini patrimoniali seguite dalla compagnia di Treviso non hanno riguardato solo Braidic, ma anche la posizione economico finanziaria della moglie e delle due figlie, tutte con precedenti penali. A questo scopo sono stati usati la banca dati delle Fiamme gialle e il software Molecola del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata, quello utilizzato anche nelle indagini sul clan dei Casamonica a Roma. «Così è stato possibile incrociare migliaia di dati economico finanziari in tempi rapidissimi» hanno ribadito gli uomini impegnati negli accertamenti disposti dalle Procure di Treviso e Venezia.

Una sfilza di precedenti

Assegni falsi, truffe su compravendite di auto e motociclette, persino l’accusa di aver ideato un raggiro a una finanziaria di Torino. I precedenti di Braidic sono stati il punto di partenze delle indagini dei finanzieri che già negli scorsi anni, applicando le normative antimafia, avevano sequestrato una villa a un capoclan, sulla carta nullatenente, nella Castellana. Decine le denunce accumulate negli anni dal 55enne, in particolare dal 1983 al 2019. Su di lui il tribunale ha emesso una condanna per rapina a fine anni Novanta e una per insolvenza fraudolenta nel 2004. Poi una sfilza di segnalazioni per truffe, ricettazioni, minacce, falsità materiale, percosse e altri reati. L’ultimo caso pendente, per il quale il 55enne è tuttora a processo, riguarda l’aggressione ai titolari del ristorante Al Gambero di Quinto. Sei anni fa si era presentato ai tavoli del locale e aveva pranzato in compagnia di sei amici. Ma al momento di pagare aveva preso la via d’uscita ed era salito in auto, andandosene. Il proprietario l’aveva quindi inseguito ma Braidic, che non voleva pagare, lo aveva scaraventato a terra.

Odore di mafia

La procedura Antimafia è scattata non perché il 55enne sia considerato un uomo di vertice della criminalità organizzata, ma per la sospetta provenienza delle sue disponibilità da attività illecite che lo hanno portato a essere classificato come socialmente pericoloso. Nonostante il sequestro, Braidic e i familiari per ora possono continuare a vivere nella villa di Spresiano, cinta da un cancello con l’insegna “Vip”. Almeno fino all’udienza, fissata a settembre a Venezia, durante la quale in contraddittorio il 55enne dovrà dimostrare che il suo patrimonio è frutto di denaro “pulito”. Se non ci riuscirà, la casa sarà confiscata. In quell’occasione di deciderà anche se applicargli la misura della sorveglianza speciale.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » dom giu 27, 2021 12:14 pm

Il piano diabolico dei rom per derubare gli anziani
Rosa Scognamiglio
27 Giugno 2021


https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1624786063

Agli arresti sono finite 23 persone di etnia rom mentre altre 22 sono state denunciate. Derubavano gli anziani di soldi e gioielli con la tecnica dell'abbraccio
Il piano diabolico dei rom per derubare gli anziani
Furto di un Rolex con la tecnica dell'abbraccio

Sorrisi, carezze e abbracci. E intanto, le rapinatrici rom svuotavano le tasche degli anziani di soldi, monili e gioielli. Un trucco vecchio come il mondo, quello del furto con la "tecnica dell'abbraccio", che ha lucrato fior fior di quattrini a una maxi organizzazione criminale operativa nelle città del Nord e del Centro Italia. La banda, composta da ben 48 affiliati - tutti di etnia rom - ha messo a segno circa una sessantina di colpi tra la fine del 2019 e l'inizio del 2021. Ma Grazie alle indagini condotte dal nucleo operativo radiomobile di Legnago, in provincia di Verona, nella giornata di venerdì 25 giugno, 23 persone sono finite in manette e altre 22 sono state denunciate.


L'organizzazione

Nulla era affidato al caso. I membri della banda - tutti in età compresa tra i 20 e i 45 anni e residenti in Romania - vivevano di fatto in diverse città del nord Italia. A capo dell'organizzazione c'erano i rom che si occupavano dell'attività logistica, ovvero, coloro che mettevano a disposizione degli altri circa una dozzina di case e 55 vetture intestate a prestanome o immatricolate all'estero. Tale impostazione garantiva agli affiliati di spostarsi agevolmente da una regione all'altra dell'Italia. Ma non è tutto.

Le auto di cui si servivano gli esecutori materiali dei furti erano intestate a società fittizie di autonoleggio, in modo da fugare ogni sospetto nel caso in cui fossero sottoposte a un controllo da parte delle Forze dell'ordine. In casi estremi, il veicolo veniva fatto magicamente sparire attraverso dei passaggi di proprietà.


La tecnica del furto con l'abbraccio

Le rapine ai danni degli anziani avvenivano con modalità precise e ampiamente collaudate. Di fatto, erano le donne della banda ad occuparsi del raggiro. Avvistata la vittima - in un parcheggio o al parco - la rom scendeva dal veicolo guidato dal complice e, simulando una pregressa conoscenza col malcapitato, lo abbracciava per sfilargli i monili in oro oppure l'orologio di pregio che portava al polso. Dopo aver incassato il bottino, la rapinatrice risaliva poi sull'autovettura per darsi alla rapidamente fuga. Durante il traggitto svestiva gli "abiti da lavoro" e cambiava pettinatura per eludere eventuali controlli di riconoscimento da parte delle Forze dell'Ordine.


Le indagini

L'attività di indagine è partita dalla presenza sospetta di un alto numero di donne rom ai domiciliari presso abitazioni localizzatte in diversi Comuni nella competenza territoriale dei carabinieri della compagnia di Legnago. Tutte quante erano state tratte in arresto per furto aggravato ai danni di anziani con la tecnica dell'abbraccio. Inoltre, le stesse indicavano come residenza presso cui essere sottoposte alla misura restrittiva le abitazioni affittate da un Rom che era al vertice dell'organizzazione.

Una volta nella provincia di Verona, venivano raggiunte dalle loro famiglie. I carabinieri hanno accertato che giornalmente le donne prelevate dalle loro abitazioni, raggiungevano parcheggi o pubbliche vie dove si ponevano ad osservazione di luoghi frequentati da anziani come cimiteri, uffici postali, aree residenziali e chiese.


Gli arresti

Il complesso lavoro svolto dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Legnago ha portato all'emissione di provvedimenti restrittivi a carico di 23 indagati da parte del Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Verona. Ulteriori 22 persone sono state deferite per truffa in quanto titolari di società e ditte individuali create ad hoc e funzionali al ruolo di "prestanomi": due sono state deferite per ricettazione. Inoltre, nel corso dell'attività d'indagine, tre persone sono state arrestate per rapina aggravata avvenuta in Schio (Vi) e Follonica (Gr) ed una dall' Autorità giudiziaria tedesca per furto. Complessivamente, l'attività d'indagine ha permesso attribuire all'organizzazione criminale ben 53 casi tra rapine e furti subiti da persone anziane.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » mar lug 06, 2021 8:17 pm

La 91enne denuncia il ladro rom, lui la rapina e la stupra
Rosa Scognamiglio
6 Luglio 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1625578018

Il rom aveva rapinato l'anziana un anno prima dello stupro. "Si è trattato di un gesto di sfregio", ha spiegato il capo della Mobile

La 91enne denuncia il ladro rom, lui la rapina e la stupra

L'ha rapinata e poi stuprata "per sfregio" un anno dopo un tentativo di furto andato a vuoto. Un vero e proprio piano criminale quello architettato da Euro Seferovic, 19enne rom, ai danni di un'anziana di 91 anni piemontese. Il ragazzo, residente nel campo nomade di via Guerra, ad Asti, è stato arrestato nella mattinata di lunedì 5 luglio e condotto in carcere a Torino: dovrà rispondere dei reati di rapina e violenza sessuale.

La rapina choc

Stando a quanto riferisce il portale lavocediasti.it, i fatti risalgono alla sera dello scorso 20 maggio. Il rom si è introdotto dal giardino nell'abitazione della 91enne sfondando la porta finestra con una grossa ascia. Senza indugiare, una volta dentro la casa, ha raggiunto l'anziana per aggredirla e sottrarle gli ori che indossava: la fede e un paio di orecchini. Inibita la vittima con le minacce, ha poi tentato di raccattare qualche banconota dai cassetti ma invano. A quel punto, è scattata la furia.

L'orrore sul corpo dell'anziana

Il 19enne ha trascinato l'anziana in camera da letto afferranndola per un braccio. Quindi l'ha svestita e gettata sul letto intimandole il silenzio. Dopo essersi assicurato di averla immobilizzata, l'ha stuprata "con inaudita violenza", scrive il giornale astigliano. Lo ha fatto per ben 30 minuti salvo poi darsi alla fuga col bottino. Sotto choc per l'aggressione subita, la 91enne ha lanciato l'allarme al 112. Non appena gli agenti della Mobile sono giunti sul luogo della segnalazione hanno potuto constatare quanto accaduto provvedendo a richiedere l'intervento del 118 per l'anziana vittima.

Le indagini e la cattura

Grazie al contributo della polizia scientifica è stato possibile risalire all'identità dell'aggressore. I tecnici hanno definito il profilo del ragazzo lavorando sulle tracce di liquido seminale rinvenute sul ventre dell'anziana. Da lì, la scoperta choc: si trattava dello stesso rom che, un anno prima, aveva tentato di rapinare la 91enne. Rintracciato nel campo nomade di via Guerra, ad Asti, il 19enne è stato condotto in carcere a Torino.

"Ieri è stato arrestato e condotto al carcere Le Vallette di Torino, dove si trova anche un reparto di sex offender", ha spiegato Federico Mastorci capo della squadra mobile di Asti che rimarca: "Si è trattato di un gesto di sfregio, particolarmente violento nei confronti della signora".

Le indagini sono state condotte dalla squadra mobile terza sezione reati contro il Patrimonio e la Pubblica Amministrazione, con il coordinamento della procura e del pm Gabriele Fiz. Ieri l'ordinanza di arresto emessa dal gip, Giorgio Morando.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » sab lug 10, 2021 9:38 pm

Postamat mal caricato, prelievi raddoppiati: in 20 si rifiutano di ritornare i soldi. Sono quasi tutti rom
Giovedì 8 Luglio 2021

https://www.leggo.it/italia/cronache/po ... 69461.html

Si è conclusa nei giorni scorsi l’articolata indagine della Squadra Mobile di Treviso, che ha consentito di individuare tutti i responsabili dei prelievi fraudolenti effettuati presso le Poste di San Liberale a Treviso.

In particolare, nel mese di agosto del 2019, personale dell’ufficio postale “Treviso 5 –San Liberale”, nel ricaricare il Postamat, ha invertito erroneamente le cassette contenenti rispettivamente le banconote da euro 20 e da euro 50, così che, per un’intera giornata, agli utenti che hanno fruito dell’Atm hanno avuto somme superiori a quelle formalmente richieste.

La notizia di tale anomalo funzionamento si è diffusa rapidamente e alcune persone, in malafede, hanno effettuato indebiti prelevamenti, così lucrando le eccedenze erogate. Nei giorni a seguire, infatti, solo alcuni utenti hanno restituito le somme indebitamente percepite, mentre la maggior parte, nonostante la ricezione di telefonate e lettere raccomandate, ha trattenuto il denaro illecitamente prelevato, arrecando all’ente un danno complessivo di circa 10mila euro.

A seguito di un’articolata attività di indagine, la Squadra Mobile ha identificato tutti i soggetti responsabili, individualmente o in concorso, dei prelievi fraudolentemente effettuati, accertando, tra le altre cose, che, nella pressoché totalità dei casi, tali prelevamenti erano stati preceduti da ricariche effettuate pochi minuti prima, con la chiara finalità di lucrare il denaro erogato in eccedenza rispetto alla somma formalmente richiesta.

Tra i responsabili delle condotte illecite ci sono diversi componenti di famiglie rom residenti a Treviso, che hanno operato in concorso tra loro e che in un caso si sono avvalsi anche della collaborazione di un minore non imputabile.

Nei giorni scorsi tutti i 20 indagati sono stati convocati negli uffici della Squadra Mobile per la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso nei loro confronti dalla locale Procura della Repubblica, che, condividendo le risultanze investigative di questo ufficio, ha ipotizzato nei confronti dei predetti il reato di concorso in furto pluriaggravato e continuato.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » mar ago 03, 2021 10:09 pm

Aggrediscono un muratore e gli rubano lo stipendio, arrestati
Imola Oggi
31 luglio 2021

https://www.imolaoggi.it/2021/07/31/agg ... stipendio/

Roma – Hanno aggredito un muratore, rapinandolo, e poi sono fuggiti a bordo di un bus Atac. I tre, però, non avevano fatto i contri con i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia San Pietro che, unitamente ai colleghi della Stazione Roma Madonna del Riposo, del Nucleo Radiomobile di Roma e dell’8° Reggimento Lazio, li hanno inseguiti.

A finire in manette tre romeni, di 39, 33 e 21 anni, tutti senza occupazione e già noti alle forze dell’ordine, con le accuse di rapina, lesioni personali e resistenza a Pubblico Ufficiale. I tre, ieri sera, hanno avvicinato un loro connazionale in circonvallazione Cornelia e, dopo averlo aggredito, lo hanno derubato di 1.270 euro in contanti, compenso del suo lavoro di muratore. I malviventi sono poi fuggiti salendo a bordo di un autobus linea Atac 791.

I Carabinieri sono intervenuti a soccorso della vittima e, dopo aver acquisito le prime indicazioni e le informazioni sui rapinatori, hanno effettuato delle ricerche. Poco dopo, i Carabinieri hanno notato i malviventi a bordo dell’autobus all’altezza di piazza Carpegna e li hanno bloccati.

Nel corso dell’identificazione, i fermati hanno opposto resistenza e uno dei tre, il 21enne, ha spintonato e scalciato nei confronti di un Carabiniere. Gli arrestati sono stati portati in caserma e trattenuti nelle camere di sicurezza, in attesa del rito direttissimo mentre la vittima della rapina è stata ricoverata in osservazione presso l’ospedale Gemelli per le lesioni riportate al volto.
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Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » mar ago 03, 2021 10:11 pm

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