Nomadi, lo schiaffo leghista al Pd: campo sgomberato in soli 2 mesiGiuseppe De Lorenzo Eugenia Fiore
Mer, 30/10/2019
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... WcbzRTRRKwA Ferrara l'accampamento attivo da 30 anni in condizioni igieniche pessime. Così è stato abbattuto in poco tempo
Quel campo nomadi c'è, o meglio c'era, da più di trent'anni. Siamo a Ferrara, a pochi chilometri dal centro. In via delle Bonifiche, proprio sotto i cavi dell’alta tensione, spuntano i resti dell'insediamento nomade.
I sinti vivevano in uno scenario raccapricciante, tra bagni comuni intasati dalle feci e fogne a cielo aperto che scorrevano accanto ai giochi dei bambini. Ora la neo amministrazione di centrodestra, come promesso in campagna elettorale, ha chiuso il campo. Un intervento record messo a segno in pochissimo tempo (guarda il video).
Ad agosto, dopo soli due mesi dalle elezioni nel Comune emiliano, è stata la volta dello sgombero. A inizio ottobre, invece, sono arrivate le ruspe per abbattere definitivamente le baracche in modo da evitare nuove occupazioni. "Qui ci abitavano 40 persone nella totale illegalità - spiega Nicola Lodi, vicesindaco e assessore leghista alla Sicurezza di Ferrara - C’era un regolamento che è stato totalmente disatteso, per cui le condizioni igienico-sanitarie erano al livello di una periferia africana. Qui non poteva vivere nessuno, nemmeno un animale". Per 30 anni, però, sotto gli occhi dei sindaci di sinistra, ci hanno abitato donne, uomini e anche bambini. Due di loro, di 3 e 5 anni, erano addirittura sconosciuti a forze dell’ordine e assistenti sociali. "I genitori sono senza documenti", spiega Lodi, "Arrivano da Roma e altri tre dei loro figli erano già stati dati in affido. Ma qui nessuno ha mosso un dito: i minori non censiti non erano seguiti dai medici, non avevano la residenza. Una violazione totale dei diritti umani".
Il campo si era trasformato nel tempo in buco nero d'illegalità "tollerato per troppo tempo dalle amministrazioni di sinistra". Il tutto a spese dei contribuenti, con migliaia di euro di risorse drenate dalle casse pubbliche. I documenti degli ultimi dieci anni parlano chiaro: nel 2013 per il rifacimento dell'impianto elettrico sono volati via 34mila euro; tre anni dopo, la messa a norma gli impianti idraulici è costata quasi 51mila euro; e nel 2016 sono stati pure demoliti e ricostruiti i bagni con 38mila euro. A questi vanno poi aggiunti 391.929 euro per l'energia elettrica e ben 94.042 per l'acqua. Un salasso. Il fatto è che, nonostante gli sforzi economici, il campo a inizio estate si presentava comunque in condizioni disastrose. "Potremmo chiamarlo lo scandalo delle spese pazze - dice Lodi - un milione di euro che non si sa dove sia finito". La Lega ha presentato un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale nei confronti delle precedenti amministrazioni di sinistra. Anche perché, ora che la situazione è sanata, il tutto costerà al Comune "solo 2.800 euro" per i prossimi sei mesi. Molto meno che in passato.
I nomadi sono stati trasferiti in case vere e dovranno pagare luce, gas, acqua e affitto. "È gente che ha il reddito di cittadinanza e pensione perché ha dei figli invalidi", aggiunge il vicesindaco. Tre famiglie state sistemate a Monestirolo, due a Cà Frassinetta e sei nuclei a Ferrara. "Un po’ di autocritica e vergogna da parte del Pd è venuta anche questa volta a mancare", sottolinea Lodi, che fa notare come il Pd abbia attaccato il Carroccio "su cose irrisorie" mentre per anni ha lasciato proliferare una situazione di totale illegalità. Il dato finale è sotto gli occhi di tutti: "Oggi nel campo non c’è più nessuno: i bimbi sono a scuola e le famiglie sono in una casa normale, pulita e sana dove possono vivere". E le casse comunali ringraziano.
Pugno di ferro leghista sui nomadi: sei mesi per rispettare la leggeGiuseppe De Lorenzo Eugenia Fiore
Gio, 31/10/2019
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 1QphGZIyw8 Ferrara, il piano della Lega: nomadi sistemati in alloggi temporanei. Devono pagare le utenze o partirà lo sfratto
"Sì, siamo contenti della mia nuova sistemazione". Eva e suo marito lo dicono senza mezzi termini: "È meglio così". Oggi vivono in un appartamento normale, con acqua luce e gas che dovranno pagare come tutti i normali cittadini.
Certo, fa strano sentir dire a un nomade che la Lega "ha fatto bene" o che un esponente del Carroccio "è stato bravo". Non rientra nel gioco delle parti cui siamo abituati. Ma è così. A Ferrara, come promesso in campagna elettorale, il campo nomadi è stato sgomberato, i suoi occupanti ricollocati e costretti a pagare utenze o affitto.
Era il lontano 1989 quando il campo di via delle Bonifiche venne aperto per "riconoscere dignità" a chi è vive in base a "specifità culturali". "Ci abitavano 40 persone, il regolamento era completamente disatteso e le condizioni igieniche a livello delle periferie africane", racconta il vicesindaco leghista Nicola Lodi. Un panorama fatto di baracche, liquami riversati in strada e immobili fatiscenti. Degrado, ovvio. Ma anche criminalità.
Il cambio di passo risale allo scorso giugno, quando il centrodestra conquista la guida del Comune ferrarese dopo 70 anni di monocolore rosso. Una delle prime mosse è affrontare la grana di via delle Bonifiche. Quanto l'Ausl va sul posto trova "gravi criticità igienico-sanitarie e di sicurezza dell'area": si va dai servizi igienici "in precarie condizioni strutturali" (con tanto di "materiale fecale" sul pavimento), fino alle "deiezioni umane e rifiuti" ad intassare i locali. Per non parlare dei "rifiuti di scarico delle acque domestiche e dei servizi igienici" lasciate ristagnare "a cielo aperto" vicino alle baracche. Pochi giorni i pompieri fanno giro nel campo e trovano bombole GPL "non protette dalle intemperie", dai raggi solari o dalle possibili manomissioni, oltre alle "colonnine multipresa della distribuzione elettrica" lasciate alla pioggia. Il tutto a forte rischio incendio.
In teoria gli occupanti avrebbero dovuto provvedere alla manutenzione dell'area loro assegnata. Ma non l'hanno fatto, nonostante le migliaia di euro pubblici investiti nel tempo (leggi qui). "In dieci anni ci è costato un milione di euro - elenca il vicesindaco - Si tratta di circa 100mila euro l’anno, quindi 8mila euro al mese". Senza contare che le precedenti amministrazioni non hanno mai chiesto "un solo centesimo" ai nomadi. Il regolamento prevedeva un "canone per l’occupazione dell’area" e l'uso dei servizi, ma la delibera non era mai stata adottata. Solo anno scorso venne stabilito un canone "di ospitalità giornaliera" da 10 euro a famiglia. Gli uffici comunali dovrebbero recuperare migliaia di euro di ammanchi, ma non sarà cosa semplice.
Alla "vergogna targata Partito Democratico", il centrodestra ha messo una pezza con uno sgombero lampo (leggi qui). I nomadi sono stati trasferiti altrove in base alla normativa vigente: 17 persone vivono nelle strutture dell'associazione Viale K già adibite all'emergenza abitativa, altre 17 hanno ottenuto appartamenti Erp (perché con minori e disabili a carico), una persona ha trovato riparo in un progetto di cohousing e altre 3 sono uscite in autonomia dal campo beneficiando di un progetto della regione. Non si poteva sbatterli in strada, ovviamente: sono cittadini italiani e la legge lo vieta. La sfida è trovare una via che elimini sprechi e degrado, senza violare le norme.
Il piano ferrarese costerà al Comune molto meno che in passato: le utenze sono state intestate alle singole famiglie e chi vive negli alloggi Erp pagherà pure l'affitto. Tolti i 10mila euro per spostare le casette e allestire i nuovi appartamenti, l'unico esborso pubblico fisso sarà di circa 2.800 euro al mese, tra tirocini formativi (nella speranza che trovino un lavoro) e contributi all'associazione che ospita i nomadi nelle proprie strutture. Si tratta comunque di una situazione temporanea, massimo sei mesi. Lo sperimentale progetto leghista prevede che i nomadi rispettino tutti gli impegni per ottenere la proroga degli alloggi, altrimenti dovranno trovarsi una sistemazione autonoma. "Abbiamo stabilito chi poteva mantenersi, ricollocato le persone in difficoltà e chiuso il campo - rivendica Lodi - Dopo 30 anni i nomadi si pagano luce, acqua e affitto". La domanda è: se vantano debiti di migliaia di euro per non aver mai pagato le utenze quando vivevano nel campo, perché dovrebbero iniziare adesso? "Se fra sei mesi avranno mantenuto i loro impegni, bene. Altrimenti arriverà lo sfratto".