La Storia dei veneti contà da Edoardo Rubini e Ouropa Veneta
viewtopic.php?f=148&t=626
VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA: STORIA ED ISTITUZIONI
http://www.europaveneta.org/img/areadia ... uzioni.pdf
1. DALLA CADUTA DI ROMA ALLA REPUBBLICA VENETA
Durante l'Età del Ferro gli antichi Veneti, già presenti sul nostro territorio, formavano una nazione evoluta che si componeva di numerose comunità, ciascuna retta da una propria assemblea. Il sistema della conduzione comune della politica, che si conobbe in forme evidenti e consolidate nelle epoche successive, risale proprio a quella fase primordiale.
Tale sistema di democrazia diretta continuò sotto l'Impero Romano ed era sempre attivo al suo crollo (???).
Roma cadde conquistata dagli Eruli di Odoacre nel 476, ma già nel 452 l'invasione degli Unni aveva sovvertito il panorama geopolitico d'Europa, fino ad allora egemonizzata dalla potenza politica, militare ed economica dell'Urbs.
Il dilagare delle orde mongoliche mise a nudo la nuova situazione. Quell'enorme mosaico di popoli, che l'assetto imperiale non rese affatto omogeneo, si sbriciolò innescando una serie di sommovimenti politici. All’insegna del divide et impera, Roma aveva alimentato le differenze tra i vari popoli, facendo premio sulle identità storiche: permanevano vistose differenze etno-culturali, che ora interagivano con le nuove presenze barbariche.
Le città venete si trovarono a dover fronteggiare gli invasori contando sulle sole proprie forze, poiché l'Impero non era più in grado di dare nessuna copertura nella difesa militare.
Gli antichi municipia furono man mano abbandonati favorendo la nascita e lo sviluppo dei centri costieri minori, i quali tesero ad organizzarsi come Stato confederale. La fondazione della nuova organizzazione politica fu sancita dall'assemblea generale dei Venetici, che si raccolse a Grado nell'anno 466.
La sovranità romana stava per essere liquidata. Una storia nuova batteva alle porte. ???
Nel 493 l'Italia diviene il Regno dei Goti, retto da Teodorico, che estende il suo controllo anche sulla Venetia, ma senza scontri bellici. La situazione si rimette in moto nel 535, quando l'Imperatore d'Oriente Giustiniano manda il generale Belisario a conquistare l'Italia.
In particolare, il fronte si rovescia nel 552, quando i Bizantini, alla testa del generale Narsete, lanciano la seconda spedizione: muovendo da Salona (vicino a Spalato), occupano Grado. In quel frangente le genti lagunari li aiutano ad attraversare i Sette Mari, quindi i Goti escono per sempre dallo scenario veneto. Si apre quindi la feconda stagione del legame politico con l'Impero Romano d'Oriente.
Un'altra data-chiave è il 568 : i Longobardi, già di rinforzo a Narsete con loro armate, irrompono in Friuli. Il Vescovo di Aquileia Paolino è costretto a riparare a Grado. Tra il 602 ed il 639 la Venetia è investita dalla tempesta longobarda: cadono prima Padova e Monselice, poi Oderzo ed Altino, ma gli invasori non riescono a penetrare in laguna. (???)
La Venetia maritima resta libera ed indipendente e si stacca politicamente dalla Venetia terestre, la quale subisce il processo di feudalizzazione ad opera dei duchi longobardi. Il Patriarcato di Grado assurge allora a roccaforte della Chiesa nazionale veneta (???), in contrapposizione a quello di Aquileia, soggetto al controllo longobardo. Ci vorrà quasi un millennio prima che, nel '400, Venezia possa ripristinare la sovranità veneta nelle città di Terraferma (???).
Torniamo alle vicende della Venetia maritima.
Nel 697, circa due secoli e mezzo dopo il primo Arengo di Grado, avvenne la svolta. Pervennero ad Eraclea le genti di tutte le città marittime da Grado a Cavarzere (l'antico Dogado): un unico Arengo (assemblea generale) elesse un unico capo e fondò il nuovo Stato unitario. L'Arengo era la sede istituzionale deputata ad assumere gli orientamenti politici di fondo: guerra o pace, alleanze e patti con gli stranieri, mutamenti istituzionali, commerci, leggi generali, ecc.
I poteri di governo, invece, erano esercitati dal Consesso Tribunizio, formato dai Tribuni delle dodici città principali, tra le quali Giovanni Diacono annovera Grado, Bibione, Caorle, Eraclea, Jesolo, Torcello, Murano, Rialto, Malamocco, Chioggia, ecc. Nel 742 la sede del Dogado passò da Eraclea a Malamocco e nell'811 da questa a Rialto (così si chiamava infatti allora la città di Venezia).
L'attribuzione più importante dell'Arengo altomedievale era l'elezione del doge e in tale sede si procederà fino all'elezione di Lorenzo Tiepolo nel 1268.
In quell'anno la competenza viene trasferita per intero al Maggior Consiglio (allora contava 445 membri), essendo composto dai migliori cittadini, nobili
e non nobili, eletti di anno in anno da un gruppo di elettori che godevano della fiducia generale.
Va ricordato che già dal 1172 l'Arengo non eleggeva più in via diretta il Doge (per acclamazione) come nei primi tempi; Sebastiano Ziani fu infatti designato da undici elettori nominati dall'Arengo, il quale infatti manteneva la facoltà di approvare la scelta mediante la collaudatio populi.
Come dicevamo, solo dopo il 1268 l'elezione cessò di avvenire tramite il popolo ed in quell'occasione si tenne in basilica di San Marco, con l'Arengo riunito tutt'intorno, sempre dotato del potere di ratificarla con la collaudatio. Infine il Maggior Consiglio stabilì con Parte del 7 aprile 1423 che tutte le leggi da esso stesso approvate non dovevano più essere presentate in Arengo per la collaudatio di approvazione.
L'Arengo non doveva più essere convocato e una pallida sopravvivenza di esso rimase nella cerimonia di presentazione e giuramento al popolo del Doge neoeletto.