Ła storia dei veneti contà dal VSG de Casoła

Re: Ła storia dei veneti contà dal VSG de Casoła

Messaggioda Berto » dom feb 09, 2014 8:59 pm

13) Avevano una moneta?

La nazione veneta coniò moneta sin dall'anno 1000 anche se diversi studiosi ammettono che la Veneta Serenissima Repubblica avesse la concessione dagli imperatori bizantini anche prima. Grazie ai suoi commerci, la produzione monetaria veneta ebbe notevoli influenze in tutto il bacino del Mediterraneo ed in Europa. La moneta più ricorrente e famosa fu il ducato veneto o zecchino, anche se poi le monete circolanti furono molte altre per es: il soldo, la lira, il bagattino, la gazzetta, la osella ecc.

Si łe xenti venete łe gheva skei xa ente łi miłegni v.C.: el skeo pì vecio el se ciamava dragma/dracma veneta (çelta e norega)

Skei (etimołoja)
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... 1UTWs/edit
Immagine

Dapò ghe xe stà łi skei del periodo veneto-roman, coełi del periodo veneto-xerman e veneto-venesian-bixantin
e dapò łi skei veneto-venesiani, coełi françoxi, lonbardo-veneto-ostriaghi, coełi tałiani e deso l’Euro.
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Re: Ła storia dei veneti contà dal VSG de Casoła

Messaggioda Berto » dom feb 09, 2014 8:59 pm

14) Quali i motivi della sua estinzione o decadenza?

La decadenza della Veneta Serenissima Repubblica fu causata dal mio punto di vista da due fattori primari e cioè dall'invasione militare della Francia napoleonica e dall'incapacità della classe politica del tempo di reagire e combattere come seppe fare nei secoli antecedenti. C'è da dire che mentre la classe politica non ha saputo contrastare quella chiara aggressione militare, il popolo veneto ha sempre combattuto negli anni ed ha sempre rivendicato l'indipendenza del Veneto per cui da un punto di vista basato dalla volontà popolare la Veneta Serenissima Repubblica non è mai decaduta.

Mi a credo ke ła raxon ła sipia stà l’encapaçetà de ł’arestograsia venesiana de verxar łe porte del poder połedego a l’arestograsia e a ła borghexia de tera, come ke xe capità en França endoe xe rivà ła revołuosion ke ła ghe ga tajà ła testa al Re e kì da naltri, xe rivà Napoleon kel ga costrenxesto l’arestograsia venesiana a abdegar dal poder.

Ła fin de ła Repiovega Arestogratega Veneta
viewtopic.php?f=138&t=521

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http://www.filarveneto.eu/la-repiovega- ... ega-veneta
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Re: Ła storia dei veneti contà dal VSG de Casoła

Messaggioda Berto » dom feb 09, 2014 10:14 pm

Cari fradei veneti del VSG

ła storia de łe xenti venete e de l’ara veneta ła xe pì granda e łonga de coeła de Venesia e de ła Repiovega Veneta.



Carte de storia veneta - da ła pristoria a ła Repiovega Serenisima Veneta
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... xvb2c/edit
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Re: Ła storia dei veneti contà dal VSG de Casoła

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2014 9:37 am

Germano Battilana
18 Novembre 2013 at 5:56 pm #
VENETO SERENISSIMO GOVERNO


Dalla pace romana alla spuria “pace italiana”

Possiamo elencare parecchie varietà di tirannia: le dittature antiche, medioevali e moderne, i dispotismi aperti e dissimulati, le innumerevoli autocrazie, oligarchie e plutocrazie che durante il lungo percorso della storia hanno devastato la società umana. La tirannia non è nulla di nuovo: infatti, non appena l’uomo ha scoperto il principio corruttore del capitale e il potere associato con il possesso della ricchezza materiale, è comparsa sulla terra la tirannia, universalmente condannata come una pessima forma di governo. I tipi più comuni della tirannia sono due: quello spudorato e brutale, senza pretesti o persuasioni artificiose, un potere palesemente illegittimo, fondato sulla forza con arbitrarietà, noncuranza dei diritti fondamentali della popolazione. Il secondo tipo di dispotismo, fondato a volte attraverso l’occupazione militare ma più spesso per l’imposizione economica-culturale, è più sottile del primo: ben intenzionato in apparenza ma totalmente ipocrita; esperto nell’effettuare la cinica occultazione, il lavaggio del cervello che non di rado convince gli oppressi a credere sinceramente che il sistema oppressivo lavori per il bene comune! Come esempi del primo tipo di tirannia, quella non mascherata, posso citare i regime totalitari degli assiri imperialisti, degli unni, mongoli, normanni, turchi seljuki e ottomani; nei tempi più recenti, ci sono gli esempi della Spagna e dell’Inghilterra, i duri e crudeli poteri coloniali par excellence; nel secolo XX° nazisti, fascisti.

La seconda varietà di tirannia, quella “soft” è stata creata dagli antichi persiani, il cui fondatore Ciro “il grande” ha praticato una scaltra politica: invadere il territorio delle nazioni sovrane sotto il pretesto di “portare pace, progresso e unità”; Alessandro re di Macedonia, non ha intrapreso altro quando è partito dalla terra natale verso la conquista del mondo. La Francia giacobina e post-rivoluzionaria, l’Austria imperiale, la Gran Bretagna vittoriana, gli U.S.A e l’Unione Sovietica, tutti hanno sottomesso altri popoli con la furba offerta di una “missione civilizzatrice” (la quale contiene l’allusione malevola di una “cultura superiore” da imporre), “l’unica garanzia di mantenere pace e ordine” nelle zone. La strategia di questa forma di neo-colonizzazione è l’introduzione di un pernicioso cancro di anti-valori che pian piano scalzano e corrodono le tradizioni nazionali. Quanti popoli sono stati schiavizzati così nel nome della libertà! In questi casi, la graduale acculturazione dei popoli sottomessi spesso diventa tanto profonda che l’originale civilizzazione scompare, travolta dall’insidiosa assimilazione con gli invasori.

La storia della penisola italica dimostra lo sforzo del potere centrale (Roma, nei tempi antichi come oggi) di creare una vasta zona di influenza di tendenza sempre più imperialista. Poco tempo dopo lo stabilimento di Alba Longa sulle sette colline, i latini hanno già cominciato a sentire il “bisogno” di espandere la nuova fondazione: di annettere sempre più territorio altrui alla sfera amministrativa romana. Gli antichi romani hanno convertito migliaia di vicini in sudditi, strappando senza scrupoli terre, beni, donne, diritti e ultimamente, perfino l’identità culturale/etnica, attraverso l’imposizione della cultura romana (???).
L’espansione romana, nell’epoca imperiale, si è estesa dalle coste atlantiche fino all’Asia Centrale: tutto quel territorio essendo obbligato a osservare la stessa legge romana (???). Ma quel sistema apparentemente omogeneo non ha portato la pace, solo la sottomissione, in molte zone, e il conformismo. Quando i cesari non hanno potuto conquistare con le armi, hanno concertato una politica “soft” offrendo ai popoli limitrofi una “amichevole federazione” “associazione” con Roma.
Anche questa scaltra tattica è quasi sempre risultata nell’acculturazione penetrante (???) o nell’assorbimento sociopolitico del popolo federato.

Quella era la sorte riservata a tutti i gruppi etnici della penisola italica, tranne uno: La nazione Veneta. ???

I paleoveneti, possessori di una brillante e originale civilizzazione, già plurimillenaria quando Enea guidava i primi Latini, dovuta alla fierezza e incorruttibilità morale della loro gente potevano resistere a tutti gli sforzi dei romani di conquistare, assimilare o annettere il territorio Veneto. Gli statisti romani, conoscendo bene l’onore dei paleoveneti nel tempo di pace e la loro intrepidezza nel tempo di guerra, invece di intraprendere azioni belliche hanno preferito firmare con loro un patto di amicizia, cooperazione e mutua difesa. Ma l’inabilità di conquistare quel popolo indomabile ha gravemente ferito l’orgoglio marziale dei romani. Benché lo status dei paleoveneti riguardo all’impero era quello di alleato, i romani per non cadere nel ridicolo hanno confezionato il famoso mito della “decima regio, Veneta et Histria” un territorio”ufficialmente” incluso dentro i confini dell’impero romano. Ma le fonti storiche imparziali, più l’evidenza archeologica, ci dimostrano che quella eterea X Regio non è mai esistita. Durante tutto il periodo imperiale, i paleoveneti hanno continuato a promulgare la propria legislazione, a erigere le proprie pietre miliari, a fare affari commerciali e convegni con i barbari, in aggiunta a effettuare missioni di pace e tenere a bada i potenziali nemici transalpini. I nostri antenati Veneti hanno conservato la loro toponomastica, i loro tipici nomi e cognomi, la loro venerabile religione. C’era, sì una certa “verniciatura”, alquanto superficiale, di romanizzazione nel territorio Veneto… specialmente nell’iconografia artistica… ma il fondo della cultura è rimasta autenticamente Veneta.

Certi “studiosi” moderni si sforzano a “provare” al pubblico che la vasta maggioranza dei toponimi Veneti attuali si deriva dall’antico latino.

Anche questa è una fallacia capricciosa, creata per glorificare la presunta romanità del Veneto.

Toponimi come acelum, bellunum, meduacus amnis, brenta, atria, vecetia, opitergium, tergeste, patavium, aponus, timavus, potrebbero suonare come puro latino: ma tutti sono di indiscutibile origine Venetica.
Lo stesso vale per nomi femminili come Carminia, Paetilla, Paetinia, Ostiala, Lemonia, Voltilia; e per nomi maschili come Fugantius, Fremantio, Voltiomnos, Trebiasius…
Anche Aquileia… da molto tempo considerato come fondazione romana… contiene il fonema pre latino kw, cui variante nella lingua Venetica è kv; probabilmente il nome originale era Akvilea, ed era un insediamento paleoveneto (??? o ???.
Secondo il grande studioso Padovano Giovanni Battista Pellegrini, Aponus “è di origine preromana, luogo di culto delle acque benefiche. E’ verosimile che il toponimo sia derivato di un tema idronimico indoeuropeo (???) assai diffuso: acqua”. Timavus, afferma Pellegrini, contiene il “suffisso- avo-ava assai comune in nomi locali preromani.

L’antica radice Venetica pad, con i varianti; pat e p(a)et, è all’origine del nome padus (il fiume Po), di Patavium/padua (=Padova), del cognome Paeto (reso giustamente famoso dal patriota Veneto Trasea Peto), e di tanti altri vocaboli della lingua Veneta attraverso i secoli. Anche il nome Padania ha un’ origine Veneta!

Considerando che la lingua Venetica, come il latino, è sorta dalla madre-stirpe indo-europea, la similitudine di questi due idiomi non deve sorprenderci. Ma è da ricordare che il Venetico antidata la lingua latina da parecchi secoli! In questo caso, e ricordando anche che Plinio enumera una tribù dei Venetulani “fra i popoli laziali”, possiamo anche immaginare che forse i romani hanno preso in prestito terminologia e toponimi dai paleoveneti, e non viceversa!.

Altri miti, manipolati per scopi propagandistici sono quello del “buon troiano” Antenore e del “buon romano” Trasea Peto.

Il fatto è che tutti e due erano Veneti… buonissimi, genuini Veneti… ma questa è una realtà troppo scomoda per gli storiografi e politici del sistema italiano, che devono, ad ogni costo, cancellare ogni traccia della splendida civiltà Veneta perché, secondo loro, non esiste né è esistita mai una Nazione Veneta con storia, cultura e identità propria.

Secondo gli “studiosi” che si sono venduti allo stato invasore, Antenore… se non era un personaggio inventato, di favola… era soltanto un oscuro parente del re troiano Priamo. Dopo la guerra di Troia, lui sarebbe scappato dalle rovine di Ilium con un’amorfa massa di profughi Troiani,Veneti, e Anatolici; forse, fondò un insediamento chiamato Padua, (nell’Illiria!) che diversa dalla verità è questa versione! L’Antenore storico era Veneto, il rispettatissimo consigliere e guida morale del suo popolo: supremo portavoce della pace, marito e collaboratore della sacerdotessa di Reitia a Troia, fondatore di una nuova, gloriosa patria ad Este, Padova, Altino, persino sulla laguna…

Per quanto riguarda Trasea Peto, questo ammirevole statista e filosofo, lungi da essere un rampollo di Romolo o Remo, era della più illustre stirpe Paleoveneta: un fermo difensore dei caratteristici valori Veneti come la libertà, la giustizia, la pace attraverso la tolleranza. Lui, alleato di Roma, si sedeva con solenne dignità nel Senato ma non è mai stato un suddito servile, mansuetamente fedele al potere romano! Infatti, Trasea Peto lottò tutta la vita, con alto coraggio e integrità di spirito, contro la cinica tirannia imperiale che aveva frantumato l’indipendenza italica. E’ stato lui, Trasea, il principale protagonista nel complotto che ha frustrato i progetti megalomani di Nerone, in particolare, il sinistro piano del demente imperatore a sopprimere le libertà politiche, sociali e religiose della Nazione Veneta. Trasea Peto, degnissimo di lode, ha sofferto il martirio: è martire ed eroe, ma per la causa Veneta, non quella di Roma.

Gli stessi sostenitori “dell’unità d’Italia” che ci negano ogni briciolo di originalità, che rifiutano l’idea della grandezza preistorica dei nostri avi, scartano anche una delle date più importanti del nostro calendario Patrio: la fondazione di Venezia ( 25 marzo 421 d.c.). Quegli ultra-scettici, con una tipica mancanza di logica e di intelligenza, basano la loro incredulità sul fatto che certi manoscritti del basso Medioevo esprimono dubbi sulla veridicità di quella data. Ciò nonostante, tutti i documenti Veneti anteriori al basso Medio-evo affermano la fondazione della repubblica Veneta lagunare precisamente il 25 marzo 421 d.c. Per quale strana ragione gli “studiosi” moderni hanno tanta fede nei manoscritti compilati molti secoli dopo il fatto, ma respingono come invenzione la preziosa evidenza storiografica che risale a una epoca immediatamente successiva alla fondazione?

Similmente, gli scettici ufficiali negano categoricamente o si beffano dei seguenti dati:

a) Il viaggio dell’Evangelista San Marco nel territorio Veneto: gli “studiosi” diffidenti ammettono che verosimilmente San Tommaso ha predicato nell’India, San Brendano ha scoperto le regioni artiche e il continente Americano; ma non accettano l’idea “osata” che San Marco abbia visitato le nostre coste! ???
b) La dichiarazione divina: PAX TIBI MARCE…Ma i romanisti accettano ben volentieri l’autenticità del messaggio a Costantino al ponte Milvio…
c) L’acquisto legale delle reliquie di San Marco: i maliziosi convertono questo episodio nel furto delle spoglie mortali del Santo, perpetrato da due mercanti Veneziani senza scrupoli.
d) Il ritrovamento delle reliquie marciane credute perse durante l’incendio del 976 d.c.
e) L’ininterrotta indipendenza Veneta, fino al 1797: quasi tutti gli “storici” italiani insistono che i Veneti erano primi sudditi di Roma, poi di Bisanzio: benché esista abbondante evidenza per smentire quella soggezione (???).
f) L’esistenza del primo Doge, Paolicio/Paoluccio Anafesto. Più di uno “studioso” lo ha identificato con l’esarca bizantino di Ravenna. Benché nome e cognome sembrano d’origine Greca (sarebbe Pavliskos Anàfestos) questo magnifico personaggio, sia Veneto o Elleno, era sempre un sincero paladino del nostro popolo; lui, con straordinaria energia e lungimiranza, ha costruito i fondamenti del futuro splendore di Venezia.
g) L’abolizione della schiavitù. La libera federazione dei popoli lagunari, nucleo storico della Veneta Serenissima Repubblica, è il primo stato del mondo che ha ufficialmente vietato la schiavitù (proclamazione del Doge Orso Ipato, 8° secolo d.c.)???
h) La dedizione spontanea dei comuni e dei territori esteri (???). Uno dei miti più sfacciati confezionati dai nemici di Venezia è quello del ”progetto imperiale” della Veneta Serenissima Repubblica. Al contrario: la Serenissima da sempre deplorò e condannò tutti i tipi di aggressioni coloniali, cinico espansionismo e invasione. Tanto profondo era l’universale prestigio della nostra repubblica… dovuto alla sua costante difesa di giustizia e autodeterminazione in tutto il mondo… che, molto frequentemente, le città di terraferma e dell’estero hanno richiesto l’incorporazione dentro il dominio Veneto. ( E’ interessante osservare che il vocabolo DOMINIO, in questo senso, deriva non da Dominus, signore, ma da Domus= casa.) Così, la gente che si è dedicata alla Serenissima (dedizione= devozione ) diventano “amici di casa”, godendo tutti i diritti e privilegi della cittadinanza Veneta.
i) Il nostro idioma tradizionale è una lingua vera e propria, non un dialetto. La lingua Veneta ha avuto un’evoluzione parallela a quella dell’italiano, con forte sopravvivenza degli elementi Venetici.
j) Un altro colossale, imperdonabile mito ufficiale è quello della “quasi unanime decisione” dei Veneti di unire il nostro territorio al regno Sabaudo d’Italia nel 1866. Questo cosiddetto “referendum”, una truffa sprezzante, un’insopportabile burla della volontà popolare, è stato effettuato praticamente sulle punte delle baionette. I parroci hanno perfino minacciato i fedeli a votare SI all’annessione, o sopportare le conseguenze, in questo mondo come nell’aldilà! Noi del Veneto Serenissimo Governo dalla fondazione abbiamo sempre insistito sull’urgenza di rifare il referendum del 1866 con legalità e serietà, per determinare la vera volontà politica dei Veneti: se vogliamo considerarci cittadini della “repubblica” Italiana o, invece, affermare il nostro diritto inalienabile all’indipendenza, al pieno godimento delle millenarie tradizioni e norme giuridiche Venete.

Anche questo brevissimo elenco dei falsi miti, diffamazione e abusi contro la nostra identità Veneta, ci dimostra la forza e persistenza dell’oppressione ufficiale attraverso i secoli. La vantata PAX romana, in realtà, non era più pacifica di questa fasulla pace e prosperità italiana proclamata dai “bonaccioni” di sinistra come Enrico Letta e ipocriti di centro sinistra, o centro destra. O l’infausto vangelo del presidente Napolitano dell’Italia “fortunata e indivisibile” Sono precisamente politici come loro, e i loro avidi partiti che hanno portato tanti guai a questa penisola nei tempi recenti. Il nostro Veneto, purtroppo, da quasi un secolo e mezzo è classificato erroneamente come parte di una invenzione politica amministrativa chiamata “Italia” Ma noi siamo convinti che, dentro il cuore e dentro la coscienza di ogni Veneto di buona volontà arde il riconoscimento delle nostre vere radici; un’origine etnica che risale all’alba della civiltà europea. Siamo Veneti, un popolo valoroso e fiero. Oggi, nonostante tutte le fallacie che cercano di convincerci che i conformismi sono i migliori cammini da seguire verso il successo materiale, affermiamo che, noi Veneti dobbiamo ritrovare quel coraggio ancestrale che ha ispirato i nostri avi a intraprendere gloriosi gesti nel nome della libertà. Saremo ancora intrepidi e risoluti nella difesa della nostra Veneta Patria, fieri di essere Veneti, saldi nella resistenza, qualsiasi avversità avvenga.

PER UNA RINNOVATA COSCIENZA MARCIANA

Germano Battilana

Veneto Serenissimo Governo
Casella Postale 24 -36022 Cassola (VI)
VENETO
pepiva@libero.itkancelliere@katamail.it
Tel. +39 349 1847544 – +39 340 6613027
http://www.serenissimogoverno.eu
http://www.radionazionaleveneta.org
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Re: Ła storia dei veneti contà dal VSG de Casoła

Messaggioda Berto » gio ott 01, 2015 9:23 pm

???

VENETO SERENISSIMO GOVERNO

Ufficio di presidenza

Contributo del Veneto Serenissimo Governo ai movimenti popolari, ai movimenti di liberazione e ai governi per la pace e l’autodeterminazione dei Popoli.

Il documento si articola in quattro parti:

Prima parte: Identità del Popolo Veneto e suoi diritti (giovedì 03/09/2015)
Seconda parte: Situazione economica (giovedi 10/09/2015)
Terza parte: Prospettive etico-sociali (giovedì 17/09/2015)
Quarta parte: Politica delle alleanze e costruzione di un vasto fronte di lotta (martedì 22/09/2015)

Identità del Popolo Veneto e suoi diritti

I Veneti sono un popolo indoeuropeo (???) antichissimo. Saranno i Veneti stabilitesi tra le Alpi e l’Adriatico nel corso dei millenni a mantenere la propria identità, con uno sviluppo culturale autonomo, generando Venezia, non soltanto come sintesi del proprio nome etnico, ma propulsore nei secoli di una invidiata civiltà-modello promotore nelle arti, nelle scienze, nei commerci, nella tolleranza, nella diplomazia, il benessere e le buoni leggi; combattendo e versando il sangue del nostro Popolo nella difesa della nostra Patria e dell’Europa (il più alto esempio è stato nella battaglia di Lepanto).

Il nostro Popolo non ha mai accettato (???) l’occupazione militare ed economica della nostra Patria da parte di Francia, Austria-Ungheria, Italia, Terzo Reich, e dell’Unione Europea. Abbiamo sempre lottato e pagato pesantemente, con alterna fortuna, ma il filo rosso che ci unisce alla Veneta Serenissima Repubblica non si è mai spezzato: il Veneto Serenissimo Governo omaggia e ringrazia tutti i Patrioti Veneti che hanno mantenuto e conservato questo filo; rende particolare omaggio ai Patrioti che hanno sconfitto la canaglia nazi-fascista nella guerra di liberazione, 1943-1945. Nel contempo eleva ad esempi da seguire i Patrioti, che nel 1997 hanno liberato, anche se per poche ore, Piazza San Marco a Venezia dagli occupanti italiani.

A fronte di tali premesse il Veneto Serenissimo Governo già dai lontani anni 80 ha percorso la strada del diritto internazionale sancito dalla pace di Vienna 1866, che prevedevano un referendum dove il Popolo Veneto liberamente e senza interferenza avrebbe deciso il proprio destino, e ha inviato un memorandum* che ne tracciasse la strada ai governi firmatari (al governo italiano e austriaco) e allo stato garante (Francia), senza ricevere risposte pertinenti ed adeguate (se escludiamo alcuni abboccamenti peraltro non significativi, da parte del governo francese di Sarkozy).

Abbiamo pazientato oltre il necessario (???), pertanto il Veneto Serenissimo Governo rigetta il memorandum e si ritiene libero di agire secondo gli interessi del nostro popolo ad avere una patria libera ed indipendente. Per raggiungere l’obbiettivo il Veneto Serenissimo Governo si appella e fa sue le indicazioni del Foreign Office gennaio 1943, conferenza di Teheran dicembre 1943, vertice di Mosca Stalin-Churchill ottobre 1944, seconda conferenza di Quebec Churchill Roosevelt settembre 1944, conferenza di Yalta febbraio 1945.

Queste indicazioni dovevano destrutturare dal punto di vista geografico, politico ed economico, e impedire al Terzo Reich e all’impero italiano, che una volta assorbite le conseguenze della disfatta della guerra 1939/1945, da loro stessi voluta e provocata non fossero in grado di ricommettere gli stessi crimini contro l’umanità. ???

E’ quanto sta attuando la coppia Merkel-Schaeuble non con la guerra, ma con lo strangolamento economico (???). La Germania sta tentando d’impossessarsi dell’Europa mediterranea, dopo aver ingannato l’Europa stessa e l’Unione Sovietica, (con la caduta del muro di Berlino negli anni 90) come già visto a Monaco nel 1936, in questo contesto la Germania non ha rispettato i patti da essa sottoscritti, avendo inoltre ricevuto ingenti aiuti economici dalla stessa Europa.

Adesso sta affamando la Grecia, tentando di metterla succube in ginocchio. Ciò che non è riuscito a Hitler potrebbe riuscire alla signora Merkel. Prima toccherà alla Grecia, poi saranno quei paesi dall’economia traballante.

Combattere i piani di Merkel e Schaeuble e dei loro lacchè, è il compito che si assumono il Veneto Serenissimo Governo, il Popolo Veneto e tutti i Popoli amanti della libertà. ???

*Memorandum per il Governo Italiano

Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia e tradizioni Venete, preso atto del grande pericolo in cui si trova la Veneta patria e non solo, alla luce, sia dell'attentato del 11/09/2001, sia dei bombardamenti sull'Afghanistan, preso atto dell'incapacità del governo italiano di gestire l'attuale grave situazione politica militare.

Prima che questo stato ci porti all'interno di un conflitto dagli sbocchi imprevedibili, con lutti e immani sofferenze non solo per il Popolo Veneto ma per tutti i popoli coinvolti.
Il Veneto Serenissimo Governo ritiene inoltre, che chi è responsabile dell'attuale caos e decadimento morale e materiale, e chi ha abbassato il livello di guardia contro l'espansionismo islamico, siano governi che non hanno né la capacità né la forza morale per guidare la riscossa dei popoli.
In questo contesto il Veneto Serenissimo Governo, prima di un nuovo "8 settembre" e al sicuro caos e violenze incontrollabili che ne seguiranno , chiede che rapidamente sia posto all'ordine del giorno il rifacimento del referendum del 1866, che unì illegalmente il Veneto all'Italia, e pone come base per le trattative questi sotto elencati punti.

Il Veneto Serenissimo Governo chiede il ripristino delle autorità del Veneto Serenissimo Governo sulla Veneta Patria attraverso:

1- Costituzione di una commissione quadripartita presieduta dalla Francia e composta dall'Austria, Italia e Veneto Serenissimo Governo per il controllo della regolarità del rifacimento del referendum del 1866 che unì illegalmente il Veneto all'Italia;
2- Consegna di tutte le basi militari Italiane e il loro materiale alle autorità militari francesi;
3- Nomina di un generale francese plenipotenziario per la gestione provvisoria dell'amministrazione militare e civile, e per la gestione e la proclamazione dei risultati del referendum;
4- Non interferenza delle basi NATO e USA presenti sul Veneto territorio durante lo svolgimento e la preparazione del referendum;
5- Qualsiasi ingerenza da parte di chicchessia durante la preparazione e lo svolgimento del referendum sarà considerato atto ostile;
6- Libertà immediata e senza condizioni per tutti i Veneti Patrioti. Il rigetto di questo diritto legale del popolo Veneto, significa assumersene tutte le relative responsabilità sul piano storico, politico e giuridico.

Situazione economica in Veneto

La situazione economica attuale è a dir poco disastrosa e senza via d’uscita. Essa si protrae dal 2008. Il Veneto Serenissimo Governo ha da tempo inquadrato questo scenario: già nel 2005 esso ha prodotto un documento sulla situazione economica, tracciando alcune linee fondamentali per un’economia alternativa, nell’interesse del nostro Popolo.

Il colpo decisivo al tracollo dell’Italia e delle economie europee mediterranee è stata l’entrata nell’euro, non perché l’euro sia la causa determinante, ma è stata l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso, già ampiamente pieno. Il tentativo dell’Europa, attraverso l’euro, di contrastare il mondo unipolare statunitense è fallito per due ragioni sostanziali;

1° causa- la riorganizzazione della Federazione Russa, e la sua capacità militare di contrastare l’egemonismo statunitense,

2° causa- è intrinseca all’Europa: il suo sviluppo economico disuguale non può avere una moneta omogenea, nonostante il tentativo della troika di sopperire a ciò costruendo gabbie salariali. Ma la causa decisiva era ed è l’incapacità di avere strutture militari e deterrenti atomici per imporre la propria strategia economica.

E’ noto a qualsiasi economista che le monete nazionali servono a compensare le tensioni economiche e monetarie internazionali; servono a dare competitività al prodotto interno, con la svalutazione e aumentando la massa monetaria. Inoltre tutto questo serve a incentivare l’acquisto di prodotti nazionali. Vedi quanto è avvenuto all’inizio degli anni ’90 tra il marco e la lira. Ciò ha permesso lo straordinario boom economico del nord produttivo.

Quindi, secondo un’analisi superficiale, si potrebbe trarre la conclusione che un’uscita dall’euro sarebbe la soluzione più ovvia,come qualcuno sta prospettando; questa non è una soluzione praticabile, perché dopo oltre 15 anni di permanenza nella moneta unica, i danni prodotti in termini di indebitamento con la troika (F.M.I., B.C.E., U.E.) sono di proporzioni irreversibili; né questa generazione, né quelle future potranno fare fronte al debito procurato dalle classi dirigenti dal 1861 al 2001, e dal 2001 ad oggi dalla troika.

A fronte di codesto scenario ci sono due ,e non tre,alternative: o accettare quanto gli affamatori della troika hanno programmato per il nostro Popolo o ribellarsi, per difendere le nostre famiglie, la nostra società, la storia, la cultura, e dignità, con atti rivoluzionari appropriati, che il Veneto Serenissimo Governo riassume in alcune parole d’ordine ben definite, e non negoziabili :

1° uscita dalla Unione Europea,
2° uscita dalla NATO,
3° cancellazione unilaterale del debito contratto dall’Italia dal 1861 al 2001, e dal 2001 ai giorni nostri dalla troika, (i danni provocati dalle guerre e dall’occupazione militare politica economica della nostra Patria sono ben maggiori dei presunti debiti fatti a nome del nostro Popolo, i supposti debitori si rivolgano a Francia, Austria, Italia, Germania, USA, Gran Bretagna, i quali hanno usato il territorio Veneto per le loro guerre di aggressioni al nostro Popolo e ad altri Popoli, causando migliaia di morti, danni materiali non quantificabili e provocando la diaspora veneta);
4° proprietà sociale delle strutture di difesa e sviluppo legate al benessere e alla felicità del nostro Popolo,
5° difesa di tutte le forze economiche e sociali motrici dello sviluppo socioeconomico della nostra Patria Veneta.

No alla terza via: uscire dall’euro e adottare una moneta nazionale, all’interno del percorso indicato dalla troika (come stanno tentando di imporre alla Grecia), mantenendo inalterati i rapporti di produzione, in quanto è una via antipopolare, tendente a scaricare sulle masse popolari il peso della ristrutturazione, portando alla miseria e alla distruzione i rapporti sociali all’interno del nostro Popolo. Questo piano è sostenuto da importanti settori della classe dirigente economica e politica della Germania, sulla base del “piano Schaeuble “.

Il Veneto Serenissimo Governo non invita alla resistenza, ma indica nel processo rivoluzionario, senza compromessi, l’unica possibilità di non essere schiavizzati dagli affamatori e l’unica strada per raggiungere l’indipendenza totale della Veneta Patria.

Trasformeremo la partita di calcio con le regole impostateci dalla troika in una partita di rugby con le regole che decideranno il Popolo Veneto e il Veneto Serenissimo Governo.

Prospettiva etico sociale del Veneto

Per parlare di ciò che vogliamo come nostro futuro dobbiamo prima di tutto fare un lavoro introspettivo, riconoscere le nostre motivazioni, i nostri sogni, i nostri desideri, le nostre aspirazioni, i nostri bisogni e non da ultimo come vogliamo lasciare il mondo che abbiamo ricevuto in custodia alle generazioni future.


Non dobbiamo farci guidare dall'istinto ma guidarlo noi stessi, essendo consci che ciò che ci distingue dagli altri esseri viventi è il nostro libero arbitrio, è la possibilità/obbligo costante di scegliere come noi vogliamo trasformare la nostra vita, come il nostro incidere cambia il nostro futuro, e con esso trasforma il presente ed il futuro di chi ci sta attorno.

Quanto ci accade ogni giorno è frutto anche di ciò che abbiamo o non abbiamo fatto, dire che ciò che avviene nella nostra vita è colpa degli altri serve solo a deresponsabilizzarci così da legittimare l'assenza di proattività delle nostre azioni quotidiane, perdendo quindi la capacità di produrre un cambiamento, quando è necessario.

Noi, come Veneto Serenissimo Governo, abbiamo sempre affermato di riferirci per la nostra azione al decalogo che Moshé ricevette sul Monte Sinai, ciò significa assumersi immense responsabilità, prima di tutto verso noi stessi, perché senza un profondo cambiamento personale nulla avviene. La tradizione che prima di noi ha accettato le Parole sul Sinai da Dio ha costantemente studiato, discusso e scritto su ciò che questi insegnamenti, queste Parole significano per l'intero mondo e per i popoli che le accettano. Accettare le parole ricevute da Moshé non significa solo accettare la natura divina di questo ordinamento ma comprenderne la valenza metastorica, in cui spazio e tempo si annullano, in cui l'essere umano diviene compartecipe della creazione attraverso la scelta delle sue azioni, quotidianamente.

Quindi ogni nostra scelta va a modificare la creazione, ed il creato, e ciò può avere un influsso positivo o negativo sulla vita, nella sua accezione più ampia. Il libero arbitrio con la conseguente responsabilità individuale prima e collettiva poi ha una valenza assoluta, il disimpegno significa cadere nell'idolatria, o più semplicemente in una logica complottistica, in cui i cambiamenti sono predeterminati ed immutabili, che annichilisce la persona e la rende simile ad un essere inanimato.

Può essere necessario capire ed indicare come si modificano sia gli scenari geopolitici mondiali sia quelli locali, ma questo rischia di trasformarsi in un inutile esercizio dialettico di puro carattere speculativo se non si traduce in azione atta a modificare il nostro futuro, e per fare ciò è sufficiente usare il buon senso. Se si ragiona sugli oleodotti, sulle guerre a bassa intensità, sulla pressione migratoria, sul terrorismo internazionale, sulla crisi alimentare, sull'inquinamento globale, sul problema degli alloggi, sulla sicurezza, sul mondo del lavoro, sulla sanità, sulla parità dei diritti e dei doveri per tutti gli esseri umani, sull'accesso allo studio dando soluzioni populistiche e demagogiche si ripropongono soltanto schemi egemonici e di potere volti a cambiare i fattori ma non il risultato. Dobbiamo fin da ora cambiare il modo di ragionare basato sul contingente e senza prospettive a medio e a lungo termine, altrimenti continueremo a vendere il futuro dei nostri figli per il nostro benessere immediato. Dobbiamo ragionare su cosa portiamo sulle nostre tavole e come esso è stato prodotto, riscoprendo la varietà e la peculiarità dei prodotti locali, dobbiamo pensare alle fonti energetiche con cui facciamo andare i nostri elettrodomestici, dobbiamo prestare attenzione a quanti rifiuti produciamo, allo spreco di acqua, a non barattare i diritti dei giovani lavoratori per una pensione. Pretendere che chi studia con merito venga valorizzato dalla società. Lottare contro le lobby che mascherano il neoschiavismo con la solidarietà incoraggiando l'immigrazione deregolata. Dare uno stop all'edificazione senza progetti a solo scapito del territorio, incentivare le ristrutturazioni che non deturpino il territorio ma che in maniera armonica lo difendano e lo valorizzino. Pretendere una sanità che abbia una visione olistica dell'essere umano e che lo tratti come singolo irripetibile e non lo associ alla patologia che ha.

Quindi per noi, che ci attuiamo per la libertà e la riscoperta del nostro Popolo Veneto, è necessario partire da questo lavoro di consapevolezza: capire che cosa vogliamo, da dove veniamo, gli errori commessi, fare autocritica, così da proporre un modello realmente nuovo capace di sostenere le persone individualmente e collettivamente, in grado di sviluppare la vita. Non tutto ciò che è passato e bello ed auspicabile. Dobbiamo lottare perché al nostro Popolo sia restituito il libero arbitrio, la possibilità di decidere se vuole ridiventare nazione indipendente, ma, nel frattempo, questo non deve significare che, quotidianamente, non abbiamo la possibilità di scegliere su altre questioni. Veneto è chi ama il Veneto a prescindere da logiche di nascita o sangue, amare il Veneto significa amare con esso l'intero creato, perché il Veneto esiste in quanto parte integrante della creazione. Un felice isolamento non porta a nulla anzi porta alla distruzione, è necessario relazionarsi con gli altri in un'ottica di reciprocità e di rispetto.

Negli ultimi anni il movimento indipendentista Veneto si è concentrato sul Referendum per l'indipendenza facendo sua la rivendicazione costitutiva del Veneto Serenissimo Governo del 1987, ora il principio che i Veneti possano rivendicare la propria indipendenza è una cosa diffusa tra tutto il nostro Popolo, e aldilà di tutte le capziosità dell'Italia e dei vari approfittatori e collaborazionisti locali prima o poi si arriverà alla possibilità di scegliere tra Veneto ed Italia. Ora è giunto il tempo di ragionare sul futuro Veneto indipendente per non trovarci impreparati a questo storico evento, per questo propiniamo un modello in cui il principio di delega venga superato o quanto meno venga ribaltato, in cui ognuno sia responsabile in prima persona della propria azione od inazione. Le considerazioni su fatte sono viste in un ottica di continuità e di specificazione con il modello dell'autogestione dei Liberi Territori Veneti secondo i millenari valori della Veneta Serenissima Repubblica, da noi proposto nel 2008, in cui ognuno è chiamato costantemente ad agire in un clima di fraternità ed amicizia per ricercare la felicità di tutti per lasciare un mondo migliore di come lo abbiamo trovato.

Politica delle alleanze e costruzione di un vasto fronte di lotta

E’ evidente che le analisi fin qui elaborate necessitano di ulteriori approfondimenti, e devono possedere la forza di coinvolgere movimenti popolari, movimenti indipendentisti, movimenti di liberazione e governi che abbiano al primo punto del loro essere gli interessi dei rispettivi popoli.

Il Veneto Serenissimo Governo si fa promotore per la costruzione di un ampio fronte di lotta per la salvaguardia della pace, della storia, della cultura e delle tradizioni dei nostri popoli, indicando alcuni punti che possono essere integrati e organizzati, ma devono costituire la base di discussione.

1) lotta per la pace
2) diritto dei popoli all’autodeterminazione
3) contrasto al terrorismo islamico, e a qualsiasi altra forma di terrorismo
4) guerra senza quartiere al neonazismo
5) dura opposizione all’antisemitismo
6) uscita dall’euro
7) lotta all’egemonismo economico
8) uscita dalla NATO
9) lotta al neoimperialismo
10) costruzione,in Europa, di una confederazione di stati indipendenti

Questo è il contributo e l’appello che il Veneto Serenissimo Governo rivolge ai Popoli Europei, ai movimenti popolari, movimenti indipendentisti, movimenti di liberazione e ai governi che, in buona fede, intendono difendere le loro genti.


Longarone, 22 settembre 2015


Veneto Serenissimo Governo
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VENETO
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