Veneti che danno dei mona ad altri veneti altro pensanti

Veneti che danno dei mona ad altri veneti altro pensanti

Messaggioda Berto » ven apr 03, 2020 1:46 pm

Veneti che danno dei mona ad altri veneti diversamente pensanti

viewtopic.php?f=148&t=2903
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Veneti che danno dei mona ad altri veneti altro pensanti

Messaggioda Berto » ven apr 03, 2020 1:48 pm

VENETO: UN POPOLO DI “MONE”
Giancarlo Costa
28 marzo 2020

Questa mia riflessione, che volevo esternare molti anni fa, l’ho tenuta riservata in attesa di un avvenimento importante ed ora la rendo di pubblico dominio perché si sono avverate le condizioni. Io sono fermamente convinto che la stragrande maggioranza dei veneti siano idioti; non ho detto tutti i veneti, bensì la grande maggioranza.

La minoranza è composta di persone molto intelligenti, oneste e capaci che purtroppo soffrono di vivere in un’area sottosviluppata culturalmente e civilmente.

I motivi di questa condizione sono dovuti principalmente a ragioni biologiche e sociologiche del passato. Le ragioni biologiche riguardano le carenze nutrizionali: la povertà del Veneto era tale che non ci fosse cibo a sufficienza e si mangiava soprattutto polenta con qualcosa di contorno, ma molta polenta perché riempiva lo stomaco, da dove deriva il termine “polentone”. Le malattie imperversavano ed ovviamente lo sviluppo cerebrale non si trovava nelle condizioni ottimali. Condizioni che non si sono verificate nel sud Italia in quanto ricchi di vitamina C (agrumi) e vitamina D (il sole). Ecco perché i meridionali in larga misura sono molto più intelligenti dei veneti.

Il secondo aspetto riguarda la parte sociologica: il grande disastro nella società veneta è stato prodotto dal latifondo agrario che ha ridotto di fatto in schiavitù l’intera comunità che aveva come unico sistema di sostentamento l’agricoltura. L’apoteosi del disastro è avvenuta con l’introduzione della mezzadria. Il contadino, diventato mezzadro, ha cominciato a rubare al padrone per vendicarsi dei maltrattamenti subiti, a mio giudizio con giusta ragione, e così ha sviluppato una forma di furbizia molto accentuata che si è tramandata anche alle generazioni a seguire.
A questo ha fatto seguito il comportamento della chiesa cattolica che approfittando della povertà, dell’ignoranza e della disperazione del popolo lo teneva soggiogato con il metodo della confessione-ricatto e della commistione che ha avuto in seguito con la politica, non permettendo alla gente di accedere ad informazioni diverse dai loro dogmi che vertevano sulla sofferenza come metodo di espiazione, allontanando l’idea di una felicità terrena. È famoso il detto popolare dei nostri vecchi: “Non entrare nei segreti dello stato, nei misteri della chiesa e riguardati dalla malizia del contadino”, inteso come furbizia del mezzadro.

Ora che abbiamo acquisito ulteriori informazioni scientifiche possiamo definirla una conseguenza dell’epigenetica. Siamo prodotti, specchi e creatori dell’evoluzione, dato che l’evoluzione si è evoluta per evolvere, quel che si chiama evolvibilità.
Un’evoluzione della mezzadria verso la furbizia; furbizia che si manifesta al giorno d’oggi in mille rivoli ma che a differenza del passato non paga più. E allora diventi “mona”. Sempre il mio nonno prima citato mi diceva continuamente: “figlio mio quando tu saprai quanto mona sei allora sarai intelligente”.
Questa cosa i veneti non l’hanno ancora capita e credono di essere intelligenti perché si sono riscattati dalla mezzadria e si sono arricchiti.
Allora verrebbe da chiedersi se la furbizia si sia trasformata in intelligenza creativa, ahimè non è accaduto perché non è possibile (sarebbe lungo da spiegare). Il perché non possa avvenire il passaggio da furbizia a fenomeno intellettivo mi è stato chiarito dal mio amico Philippe, ex dirigente compagnia petrolifera Total, in seguito ad una discussione che ha avuto modo di ascoltare fra me ed un industriale veneto che ha fatto molti soldi nonostante la sua ignoranza. Terminata la conversazione telefonica mi sono rivolto a lui chiedendogli come fosse possibile che un uomo di una simile ignoranza e tracotanza avesse fatto una fortuna economica con le sue aziende, la sua risposta fu lapidaria: Ç’était après la guerre – Era il dopo guerra.
Voleva dire che nel dopo guerra potevi fare qualsiasi cosa e riuscivi a fare soldi. A conferma che non serve l’intelligenza ma la furbizia e l’intuito.

A questo proposito si apre il capitolo gestione della Regione Veneto di cui io ne sono un feroce oppositore, verbale ovviamente perché non ho altri strumenti operativi. Io ritengo che il governatore Zaia sia un mezzadro, cioè che rappresenti esattamente la gestione dell’amministrazione regionale con la furbizia di cui sopra descritta perché è impressa nella sua forma mentis. A supporto di quanto affermo sono alcuni avvenimenti delle ultime ore e di questa situazione di crisi. L’unica cosa che sa dire è: “rimanete a casa”. Ha un comitato scientifico, da lui nominato che fa acqua da tutte le parti, per citarne una non hanno mai fatto la distinzione fra morti con corona virus e per corona virus, non hanno mai dichiarato apertamente di quali patologie soffrivano i deceduti e soprattutto non hanno mai speso parole sull’innalzamento del sistema immunitario, sulla clorochina che stanno usando in tutto il mondo e sono medici, professori con titoli e cattedre, mamma mia come siamo ridotti!!!

Ecco che anche in questi professionisti la furbizia della mezzadria si è sostituita alla professionalità. Un altro avvenimento è stato quando Zaia, governatore del Veneto, ha fatto vedere in televisione come lavarsi le mani gesticolando come un primate nei confronti del popolo veneto mona, però il superlativo lo ha raggiunto, sempre in conferenza stampa, rivolto ai mone con la seguente sortita: “Mi raccomando non comprate MONATE in Internet perché i corrieri sono allo stremo”. Vedete come la “MONITÀ” della cultura veneta sia perennemente presente? È proprio parte del DNA di questo popolo. E tralascio il fatto che ora si sente il nuovo ducetto impartendo ordini al popolo mone avendo osato dire: “Non fatemi arrabbiare perché divento cattivo”. Pensa se i produttori di prosecco diventano cattivi perché quest’anno non riescono a vendere il vino per colpa della chiusura che bastonate gli danno con il badile.
Molte volte sento dire che i veneti sono dei lavoratori indefessi ed onesti. Concordo per i lavoratori indefessi, anche i mussi lavorano e prendono bastonate e si fanno portare via i soldi dal meridione d’Italia più intelligente dei furbi mone. E a questo proposito sono trent’anni che la Lega racconta la balla dell’autonomia veneta. Un movimento politico che in trent’anni non riesce a raggiungere il suo principale obiettivo dovrebbe avere il pudore o di fare una rivoluzione o di sciogliersi.
Per quanto riguarda l’onestà avrei qualche perplessità: di scandali ne abbiamo visti a sufficienza a partire dalla bretella autostradale aeroporto Marco Polo, condannati Bernini presidente regione veneto e Gianni De Michelis, il passante di Mestre che è costato sei volte le autostrade francesi, l’ospedale all’angelo di Mestre fatto in project financing che con gli interessi che pagano ai privati costa come cinque ospedali, per arrivare al MOSE, passando per gli scandali delle cave, ecc., ecc. L’onestà sta di casa in altri Paesi non certamente in Veneto e nemmeno in Italia che è uno degli stati più corrotti al mondo, informativa OCSE.
Riassumendo, per chi non avesse ancora ben focalizzato la mia opinione: la stragrande maggioranza dei veneti sono MONE ed una sparuta minoranza sono bravi, intelligenti ed onesti che soccombono alla stupidità dei più. A dimostrazione che la democrazia elettiva non può funzionare. Un mona non può votare per un genio perché non lo capisce, deve votare per un mona come lui perché sono sulla stessa frequenza, ma siccome i mone producono danni irreparabili bisogna assolutamente cambiare i paradigmi della selezione degli organi gestionali della res pubblica.
Ho scritto questa breve disamina nella speranza di poter risvegliare qualche coscienza per salvare il Veneto, in assoluto la più bella regione del mondo, ripeto la più bella del mondo non dell’Italia o dell’Europa, del mondo.
P.S.: Sono ben accetti tutti i commenti comprese le offese di qualsiasi tipo perché servono per spostare gli indici percentuali.




Gino Quarelo
Zaia sarà anche mona però ha ricevuto l'apprezzamento dell'università di Harvard, mentre i governati italiani al cui schieramento ideologico pare appartenere anche l'autore di questo pezzo demenziale, hanno invece ricevuto il disprezzo più vergognoso.


Ora Harvard boccia l'Italia: "Così i politici hanno sottovalutato il virus"
Alessandra Benignetti - Lun, 30/03/2020

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/or ... 47881.html

L'Harvard Business Review, la rivista scientifica del celebre ateneo americano, boccia il "modello Italia". Dalla sottovalutazione del rischio, alle misure graduali e frammentate: ecco tutti gli errori del governo Conte

Altro che “modello Italia”. Ora la Harvard Business Review, la rivista scientifica dell’omonimo ateneo statunitense, mette in guardia i politici europei ed americani e gli chiede di guardare al nostro Paese per capire quali sono gli errori da non commettere nell’affrontare l’emergenza coronavirus.

Ed eccole le pecche del sistema italiano: sottovalutazione del rischio, frammentazione delle misure e delle risposte alla crisi. "Sfortuna" a parte, gli analisti di Harvard rimproverano al governo italiano di aver preso inizialmente sottogamba l’epidemia che sarebbe esplosa di lì a poco investendo il Paese come uno tsunami. Nonostante ci fosse l’esperienza cinese ad indicare la strada da percorrere, sottolineano gli esperti, c’è stato un "fallimento sistematico di assorbire ed agire sulla base delle informazioni esistenti in modo rapido ed efficace".

I rischi sottovalutati

Il meccanismo psicologico che è scattato lo scorso febbraio, secondo gli analisti, è stato quello di cogliere soltanto le informazioni "che confermano il nostro modo di vedere le cose o le nostre ipotesi iniziali". Insomma, le campagne pubbliche per dire no al razzismo, gli aperitivi, "Milano non si ferma", per Harvard sono state iniziative inopportune e non hanno fatto altro che spianare la strada al virus. Gli studiosi denunciano "lo scetticismo" sia da parte delle persone, sia da parte dei politici, "nonostante diversi scienziati continuavano a mettere in guardia sulla potenziale catastrofe".

"A fine febbraio I politici italiani si stringevano le mani a Milano per sottolineare che non c’erano rischi e che l’economia non doveva fermarsi per via del virus, una settimana dopo uno di loro era positivo al Covid-19", si legge nell’articolo. Nel caso di una minaccia di questo tipo, al contrario, il tempismo "nell’interpretare rapidamente cosa sta accadendo" è fondamentale.

Le misure graduali

La seconda lezione che insegna la reazione italiana alla pandemia è "l’importanza di avere un approccio sistematico ed evitare soluzioni parziali". Secondo gli esperti i decreti del premier Giuseppe Conte, che hanno imposto una serie di progressive restrizioni, settimana per settimana, sono arrivati in ritardo rispetto alla crescita esponenziale del virus. Per dirla con le parole dei professori del celebre ateneo americano: "L’Italia ha seguito la diffusione del virus, piuttosto che prevenirla".

Inoltre, l’approccio graduale di Palazzo Chigi, notano ad Harvard, avrebbe"inavvertitamente facilitato la diffusione". L’iniziale chiusura delle province del Nord, infatti, ha provocato la fuga di massa nel resto d’Italia, dicono gli esperti. Al contrario, scrivono, "una risposta efficace ha bisogno di essere sviluppata con un sistema di azioni coerenti adottate simultaneamente", come è successo in Cina ed in Corea del Sud.

La frammentazione delle risposte

Non solo, ad Harvard sottolineano come il governo abbia ignorato anche gli esempi virtuosi che aveva in casa. Il caso di studio è quello dell’approccio differente in Lombardia e Veneto. Nella regione del Nord Est è stato adottato "un approccio molto più proattivo al contenimento del virus", con una strategia più ampia che ha portato ad una riduzione del numero dei contagi. È il caso, ad esempio dell’estensione dei test anche agli asintomatici.

Per gli analisti di Harvard il governo avrebbe dovuto tenere conto di queste intuizioni per aggiornare la strategia nelle altre regioni e a livello centrale. Ma questo, sottolineano, è stato fatto soltanto pochi giorni fa. E infine il problema della raccolta dei dati, altro punto debole della strategia italiana. All’inizio ci sono state poche informazioni, e ora sono poco precise.

Insomma la lezione che secondo Harvard bisogna imparare dall’Italia è che "non c’è tempo da perdere, dato l’avanzamento esponenziale del virus". E la seconda è che per vincere la battaglia contro il Covid-19 serve "una mobilitazione da guerra sia in termini di risorse umane che di risorse economiche".



Gino Quarelo
Il pezzo è tutto svolto su un demenziale pregiudizio verso i contadini e i proprietari terrieri e il lavoro dei campi, mondo dal quale proviene il buon Zaia, diplomato e laureato in Scienze della Produzione Animale, ma con ancora le mani grosse e callose da zappatore, ereditate da generazioni di contadini stolidi e furbi secondo questo schincapenne;
Il pezzo è composto unicamente per dare contro al buon Zaia e al mondo veneto che lo ha espresso e che vota Lega, il buon mondo del fare, dell'uomo di buona volontà che è certamente all'antitesi di quello della chiacchera inutile e delle utopie parassitarie a cui sembra appartenga questo insulso intellettuale della penna, buono a nulla e frustrato perché quelli come lui non l'hanno spuntata e mai la spunteranno entrando nella cabina di comando del Veneto.
Volevo chiamarlo bifolco della penna ma il rispetto che porto per i lavoratori della terra e delle stalle è tale da non poterlo accostare a questo indegno e inutile individuo.

Altri passaggi che denotano la scarsa intelligenza e l'inconsistenza umana dell'autore, sono:

1) l'attribuzione di fervida intelligenza ai meridionali regno della mafiosità e della violenza, che tengono le loro terre nell'inciviltà, nel sottosviluppo e in parziale miseria; in contrapposizione alla stolidità furbesca attribuita ai veneti che votano il laureato Zaia e la Lega;
2) l'incapacità questa sì stolida di capire che la stragande maggioranza dei morti con corona virus sono morti per il coronavirus, siano essi sani o malati, a parte forse qualche raro caso che comunque non si poteva certamente indagare con l'autopsia per mancanza di tempo data l'urgenza della pandemia, sia per il rischio inutile di contagio;
3) l'ignoranza abissale nel non saper rilevare che la corruzione politica e amministrativa e bancaria in Veneto, più che una dote naturale dei veneti è una induzione proveniente dall'Italia e che comunque la corruzione veneta è tra le più basse della penisola e che il Veneto in ambito italico resta una delle aree più civili.
4) l'apice dell'ignoranza demenziale, dove si intravede anche il pregiudizio ideologico e l'inettitudine intellettuale il povero Costa lo raggiunge nella descrizione dell'imprenditore veneto arricchitosi nel primo dopoguerra in cui l'economia veneta è passata dalla prevalente agricoltura all'industria come se l'impresa industriale possa essere portata avanti solo con la furbizia e l’intuito senza l'intelligenza e come se anche l'agricoltura e l'allevamento del bestiame si possa svolgere allo stesso modo senza l'intelligenza.
La miseria umana e il deserto intellettuale di quest'uomo frustrato e ignorante non hanno confini.

Nonostante siano numerose le magagne dei veneti restano sempre una delle popolazioni italiane più civili, umane, laboriose, fattive, meno parassitarie, violente, criminali e certamente tra le più responsabili.
Ma quello che più da pensare è che ci sia qualche veneto che arriva a dare credito e valore alle critiche insulse di questo poveretto.



Gedeone Nenzi
Leggendo i vari commenti capisco che i “mone” no i pol capir in quanto tali! Sono convinti di quello che “hanno capito” e temono il cambiamento.
“Meio cussì che canbiar in pezho”!(paura)
“Vutu conbater far che?”(mancanza di visione)
Tanto per far capire il mio pensiero, io, guardando al mio passato mi rendo conto di essere stato “mona” più di una volta, e in più, non sono affatto certo che non lo sarò di nuovo in futuro ... per questo STO ATTENTO e osservo!
Ribadisco che Zaia, bravo veneto della sinistra Piave, sta portando avanti il Veneto “meglio possibile” ... ma non risolverà MAI il problema alla radice, in quanto ha l’animo del mezzadro, non pensa di poter avere un proprio terreno ed arrangiarsi! Non fa polemica, non provoca, cerca di sedurre l’avversario anche se prende pesci in faccia, per paura di essere “cacciato dal fondo agrario”. Così non ne usciremo maiiiiii ....
WSM



Alberto Pento
È un classico che chi si ritiene più intelligente degli altri, sia come persona che come gruppo minoritario illuminato, si permetta di dare del mona (o stupido) agli altri e alla maggioranza che non lo riconosce come il più intelligente, sapiente e illuminato, e di solito si tratta di persone e di minoranze presuntuose e ignoranti, fideistiche e dogmatiche.

Nel caso specifico abbiamo una persona veneta che si ritiene appartenere ad una minoranza veneta piu intelligente e illuminata, che critica la maggioranza dei veneti con argomenti del tutto insensati e privi di fondamento che denotano solo una demenziale presunzione e una grande ignoranza.
Chi critica l'imperfezione altrui deve anche proporre un modello di perfezione sensato, se non è in grado di proporre alcunché la figura del mona la fa proprio lui.

In politica per non fare la figura del mona bisogna saper porporre un progetto alternativo, ben articolato nei particolari, comprensibilie a tutti, sensato e condivisibile ai più ma sopratutto per essere convincente, accettato e sostenuto con la partecipazione attiva e il voto, deve essere accompagnato da un progetto di fattibilità ancora più preciso e puntuale nei modi e nei tempi.
Se manca la critica corretta, il modello di perfezione di riferimento costituito da un progetto politico alternativo alla realtà imperfetta criticata, che sia un progetto sensato, convincente e sopratutto fattibile nei minimi particolari abbiamo solo a che fare con un mona.
Se i veneti in maggioranza preferiscono il realismo della Lega e di Zaia alle vane chiacchere prive di progettualità, di sensatezza e sopratutto di fattibilità che provengono dalle minoranze indipendentiste è proprio perché non sono mone e sicuramente sono assai più intelligenti di loro.
Non esiste nel mondo minoritario indipendentista alcun progetto alternativo alla realtà del Veneto come regione dello Stato italiano da rendersi autonoma che sia progetto compiuto, articolato, sensato, convincente, fattibile.
L'intelligenza sta proprio qua nello sforzo di concepire e di elaborare ciò che ancora non esiste, sempre che questo inesistente sia possibile e da concepire e da elaborare.

E un giudizio analogo al mio sul mondo indipendentista, lo fa da anni anche Enzo Trentin entrando nello specifico dei vari progetti e programmi dei gruppi, dei movimenti e dei partiti che nascono e muoiono come funghi in questo variegato e litigioso mondo minoritario che pare essere ceco e privo di intelligenza.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Veneti che danno dei mona ad altri veneti altro pensanti

Messaggioda Berto » ven apr 03, 2020 1:50 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Veneti che danno dei mona ad altri veneti altro pensanti

Messaggioda Berto » ven apr 03, 2020 1:51 pm

Gedeone Nenzi ( ... a parte i mone)
1 aprile 2020

https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 409445633/


... facebook continua a chiedermi: “cosa stai pensando?”
A parte il fatto che in qualche caso è meglio che non lo scriva, ma poi ... che cazzo te ne frega? ... tanto non cambia mai niente!

Comunque, caro Facebook, oggi ho tempo da perdere perciò ti rispondo:
... sto pensando che anche il problema del virus evidenzia come sia ASSOLUTAMENTE NECESSARIA una gestione politica e amministrativa FEDERALE per cercare di far funzionare la democrazia!

All’inizio della pandemia i veneti sono stati visti come “untori”, ricordate che alle frontiere chiedevano l’area di provenienza. Non bastava avere il documento italiano ma verificavano e se eri VENETO NON PASSAVI!
Dopo un po’ neanche se eri un lombardo e poi neanche gli emiliani e romagnoli ecc. ecc. ....
Quindi in virus è razzista...! Ma pensa un po’...
Ma no! Invece si evidenziano le aree territoriali OMOGENEE, vale a dire dove ci sono “popolazioni” ( persone che fanno parte di un POPOLO) con determinate abitudini, stili di vita, tradizioni, sistemi lavorativi e forse anche con certe caratteristiche genetiche. È poi evidente a tutti, credo, ( ... a parte i mone) che le varie aree, o popolazioni, attraverso le istituzioni di governo regionale, si sono organizzate in modi diversi, scontrandosi spesso con le indicazioni dello stato centralista. Al punto che, il presidente del consiglio italiano ha perfino minacciato di esautorare certi presidenti di regione (non Governatori!), che agivano in autonomia per cercare di salvare vite umane(!!), emanando ordinanze ad hoc.
Anche in questi giorni, i vari popoli che compongono il puzzle Italia, hanno reazioni e bisogni differenti, hanno tempistiche diverse, vogliono cose diverse.
Infatti, i vari presidenti di regione cercano di fare del loro meglio per sopperire ai bisogni, mentre dai governati di Roma arrivano solo “mancate risposte”, freni, ritardi, sequestri, disposizioni irrealizzabili, finanziamenti a parole, critiche, minacce, ma soldi, i nostri, mai!
Lo vuoi capire che l’unica soluzione, e non solo per questo virus, è l’INDIPENDENZA? Con una organizzazione FEDERALE, magari con un grande CONFEDERAZIONE tra stati.
Lo sai vero che la Germania, l’Austria, gli Stati Uniti d’America, la Russia, l’Australia è molti altri ancora, oltre alla “mitica” Svizzera, sono Repubbliche Federali?
USA= 50 stati.
Russia= 86 varie entità autonome.
Germania= 16 lander
Austria= 9 lander
Australia= 6 stati
Svizzera= 26 cantoni
Italia= 0 ... abbiamo ancora un sistema dell’800.
WSM e i veneti indipendenti.






Gino Quarelo
Anche nell'Ottocento nell'ambito del dibattito risorgimentale italiano non è mancato chi sognasse/volesse/proponesse uno stato federalista per esempio Carlo Cattaneo e Daniele Manin, purtroppo è prevalso il centralismo Savoiardo piemontese e poi romano.
Resta il fatto che nell'Ottocento i veneti in mancanza di alternative hanno aderito, in buona parte convintamente, a questi moti e all'annessione allo Stato italiano.

La maggior parte dei veneti è consapevole che se vi fosse un certo federalismo potrebbero star meglio infatti al referendo consultivo sull'autonomia hanno votato a maggioranza Sì.
Diverso è il caso della completa indipendenza per la quale i veneti a maggioranza non hanno mai dimostrato pubblicamente ed elettoralmente di desiderarla e di volerla, nemmeno nell'ultimo ventennio caratterizzato dall'insorgenza di moti autonomisti e indipendentisti.

Per quanto riguarda le modalità per arrivare all'autonomia, la realtà non offre che due alternative: la via politica democratica (che richiede un certa maggioranza sia in ambito veneto che italiano) che mi pare possa esserci o la via politica dell'antagonismo e dello scontro radicale sia politico che civile (e richiede una stragrande maggioranza compatta e decisa, disposta ad ogni iniziativa di disobbedienza civile, fiscale, politica e militare) che mi pare al momento non esista per niente e nulla fa presumere che possa formarsi nel prossimo futuro.

Per quanto riguarda l'opzione indipendentista mancano del tutto analisi, approfondimenti, progetti istituzionali e di fattibilità compiuti e sensati capaci di convincere e di aggregare i veneti, tutte cose che vanno perseguite innanzi tutto e non certo arrafazzonate per raccattare voti alle elezioni regionali o per alimentare sterili polemiche e inutili scontri verbali sui social e nei media.

Sicuramente la stragrande maggioranza sensata dei veneti non vorrebbe di certo un guerra civile per l'indipendenza del Veneto, specialmente in un momento come questo che la renderebbe ancor più cruenta e dannosa per tutti, sopratutto per i veneti, momento storico in cui la mobilitazione di massa e gli assembramenti aumenterebbero a dismisura i contagi con il rischio di distruzione e di paralisi mortale degli ospedali.

In ambito dell'utopico, tanto per parlare, dello storicamente e teoricamente possibile ma praticamente improbabile, esisterebbe anche l'ipotesi della rivoluzione non violenta che richiederebbe però una maggioranza rilevantissima di almeno tre/quarti della popolazione veneta che decidesse compatta determinata come un sol uomo di pretendere l'indipendenza piantandola dura, attraverso la disobbedienza civile, fiscale e politica radicale ma ciò richiederebbe l'esistenza di una minoranza pervadente, forte, cosciente al massimo grado, capace di conquistare e aggregare i veneti come se fosse una forza sovrumana e divina (che in realtà non esiste), orientandoli in massa in questa direzione, ma bisognerebbe chiedersi: se non è capitato secoli fa quando i veneti facevano parte di uno stato a dominio di una parte di loro (i veneziani) che però non hanno avuto questa volontà, questa capacità, questa vista ideale e spirito di comunanza veneta, come possiamo pensare che possa accadere oggi?
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm


Torna a Ła storia dei veneti, del Veneto o de łe Venesie contà da: ...

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti

cron