Alberto Pento. Le percentuali dei votanti alle elezioni nella Regione amministrativa del Veneto non possono essere utilizzate per dimostrare l’inesistenza nei veneti della loro volontà diffusa e radicata di autodeterminazioneVittorio Selmo
20 luglio 2018
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... nt_mention Alberto Pento. Le percentuali dei votanti alle elezioni nella Regione amministrativa del Veneto non possono essere utilizzate per dimostrare l’inesistenza nei veneti della loro volontà diffusa e radicata di autodeterminazione.
Più onestamente dovrebbero venire in considerazione anche altri elementi decisivi, allo scopo di non nascondere, anche stavolta, la verità.
Per tutti basti citare l’assenteismo massiccio, specie nelle ultime votazioni, ma anche in precedenza, ke lascierebbero intendere, (in certe zone anche oltre il 40%), un dimostrato rigetto dell’italia partitica e, con essa, dell’Italia tout court, in favore della propria libertà.
A quanto sopra va aggiunta la nausea dei veneti autentici indipendentisti, per la votazione di partiti apparentemente “venetisti”, ma in realtà collusi col Sistema dei Partiti italiani, con i quali hanno che hanno spartito i rimborsi elettorali, dopo aver incassato i voti dei veneti più sprovveduti ed ingabolati.
Per il resto la storia elettorale veneta per l’indipendentismo, resta una delle più sofferte e drammatiche vicende di cui abbiamo dovuto prendere atto. Cosi come degli autentici tradimenti politici messi in atto nelle singole città ed in Regione e nel Parlamento della Repubblica Italiana, da coloro che si erano fatti votare in nome e per l’indipendenza veneta, per poi fare unicamente il loro interesse personale ed abbandonare i veneti al loro destino.
Alberto Pento
L'autodeterminazione o desiderio naturale di essere liberi, autonomi, indipendenti, di autogovernarsi, di essere sovrani e padroni di se stessi, della propria terra, dei propri beni, del proprio lavoro, dei propri diritti umani, civili e politici, ... oltre ad essere un sentimento/bisogno/aspirazione/desiderio naturale universale lo è sopratutto laddove l'uomo e le sue comunità sono maltrattate, depredate, disprezzate, sofferenti, a rischio di sterminio e estinzione.
Anch'io come uomo e come veneto (non serenissimo) vorrei esserlo sopratutto in uno stato come quello italiano che mi maltratta, mi depreda, mi disprezza, mi fa soffrire e mi impedisce di vivere responsabilmente e degnamente.
L'autodeterminazione o desiderio naturale di essere liberi, autonomi, indipendenti, di autogovernarsi, di essere sovrani e padroni di se stessi, della propria terra, dei propri beni, del proprio lavoro, dei propri diritti umani, civili e politici, non va certo interpretata come vorrebbero o intenderebbero gli indipendentisti invasati dall'idolatria politico-religiosa venezianista con il suo mito e con al suo centro la morta Serenissima da rescuscitare, restaurare, riprendere come se fosse stato il paradiso in terra e la perfezione politica e sociale.
La responsabilità e la colpa in ogni caso è sempre in buona parte dei veneti stessi, nel passato remoto, ieri, come oggi e come domani.
Certamente più una persona ha coscienza e potere più è responsabile.
Sul tradimento degli uomini di potere va ricordato quello dell'aristocrazia veneziana nel settecento che ha impedito la democratizzazione della sovranità di tutti i veneti nella Repubblica Serenissima a dominio veneziano e che ha favorito la conquista di Napoleone con tutte le conseguenze che ci hanno portato ad essere parte dello stato italiano.
Maurizio Bedin
Alberto Pento dunque? Cosa si fa? I casi, d'azione, da prendere in considerazione sono parecchi. Ma voglio partire da alcune tue affermazioni. La tua visione "giacobina" traspare netta nell'affermare "... Invasati dall'idolatria...venezianista (?)... la morta Serenissima da resuscitare, restaurare, riprendere come se fosse stato il paradiso in terra e la perfezione politica e sociale".
Mettiamo i puntini dove vanno, ok? C'è tutta una letteratura in merito. Di questa, un buon 80% (sto al ribasso) parla del "de cuius" in maniera ammirevole e come esempio di governo illuminato. Logicamente, rapportato al contesto storico del tempo. Stessa cosa ora, a nostri tempi, nessuno potrebbe portare l'Italia ad esempio per gestione del bene comune, giustizia, servizi al popolo e millee altri aspetti.
Ti garantisco che i Veneti, sebbene astiosi, baruffanti, ed ogni altra "virtù" tu voglia affibbiare loro, qualora avranno la possibilità di autodeterminazione, NON faranno una copia della precedente, in quanto cambiati i tempi e le esigenze sociali (contesto storici, ricordi?), ma mi auguro mantengano quei principi che sono tuttora validi, del contrappeso politico e giuridico e del servizio sociale. Mi auguro uno Stato dove il cittadino (brutta parola giacobina), sia responsabile in prima persona delle scelte politiche e sociali, non delegando a terzi, ma dopo una piena informazione. Una forma molto simile alla cosiddetta democrazia diretta, tipo Svizzera.
Poi, fanatismi o meno, credo che nessuno, con un minimo di discernimento, può giustificare, preferire od accettare, quanto (non) ci viene offerto dallo Stato che ci colonizza da quasi 153 anni. Ed a che costo...
Alberto Pento
A me interessano i fatti più che i libri sui fatti e un fatto è che la Serenissima non ha fatto nulla per promuovere il popolo veneto, una nazione e uno stato dei veneti, tanto meno la sovranità di tutti i veneti in una Repubblica veneta e non solo veneziana.
Poi un'altro fatto innegabile è che Venezia non ha combattuto e non ha organizzato i veneti per resistere e per impedire che le terre venete e i loro abitanti finissero sotto a Napoleone.
Il resto sono chiacchere senza gran valore.
Se la Serenissima fosse stata un paradiso in terra per i veneziani e per tutti i loro sudditi veneti e non veneti, avrebbero combattuto tutti fino alla morte per essa, ma così non è stato.
Se la Serenissima avesse promosso il popolo veneto, una nazione e uno stato del popolo veneto o delle genti venete e la sovranità di tutti i veneti in una Repubblica veneta e non solo veneziana con un sacro patto come quello svizzero del Grütli, probabilmente vi sarebbe a tutt'oggi uno stato veneto indipendente come vi è ancora quello svizzero nonostante Napoleone.
La storia è costituita dai fatti e non dalle chiacchere e sopratutto non torna indietro.
Patto del Grütli
https://it.wikipedia.org/wiki/Patto_eterno_confederale Il Patto confederale o lettera di alleanza (in tedesco Bundesbrief) documenta l'alleanza eterna o lega dei tre cantoni forestali (in tedesco Ewiger Bund der Drei Waldstätten), ovvero l'unione dei tre cantoni dell'odierna Svizzera Centrale che si formò ai primi di agosto dell'anno 1291. Viene chiamato anche Patto del Grütli, dal nome del luogo dove venne stipulato.
Maurizio Bedin
Mazarol Veneto concordo con te . È spesso in contrapposizione con tutti i patrioti, difendendo posizioni giacobine. In quanto a fatti di difesa dei territori veneti, sto leggendo degli scritti di Thomas Okey e di Horatio Brown in merito. Essi affermano che i Veneti, oltre alle Pasque veronesi, sono insorti in molti altri moti insurrezzionali. In molti altri luoghi dei territori veneti. In pochi ne parlano, ma non fu solo Verona. Verona fu la sommossa eclatante. Come dicono questi storici, ci furono moltre altre insurrezzioni, non registrate negli annali in quanto il governo era in subbuglio e poi decaduto . Ma le testimonianze di prelati e popolo, di allora, dicono che NON fu una accettazione pacifica essere invasi dai francesi giacobini in mome di una fantomatica egalité, fraternité, liberté. Infatti, anche quelle del 1809 non furono registrate dal governo napoleonico, ma ebbero luogo. Eccome.
Dunque, il "caro" Pento, asserisce cose solo dal punto di vista degli occupanti e solo la versione "ufficiale".
La verità ha bisogno di angolature diverse. E di diverse testimonianze.
Se guardassimo alla verità odierna solo in termini ufficiali, saremmo tutti felici e contenti. Ma con il c... o rotto.
Maurizio Bedin
Alberto Pento no!!!
A te NON interesssno i fatti. Poi, quali fatti ? Da che fonte ? Wikipedia? Ma fammi il piacere... Marco Polo, Palladio, Dandolo, Bragadin, Sebastiano Venier, Goldoni, Vivaldi, Tiziano Vecellio, etc., tutti italiani!!!!!
O sei tarato o sei un troll.
Dammi tu le prove che i personaggi che ho nominato sono italiani... Grazie.
Orazio Scavazzon
Quante panzane scrive l'alberto , vi posso confermare che il popolo veneto durante l'occupazione napoleonica ovunque ha cercato di ribbellarsi combattendo e morendo . Nel torrione del castello inferiore di marostica esiste una testimonianza dell'epoca dove è scritto che nella piana di cartigliano è avvenuto un sanguinoso scontro aprile 1797 tra le truppe locali unificate delle guarnigioni di schio, thiene , bassano, asiago , ma purtroppo nulla potè fermare le soverchianti forze napoleoniche
Alberto Pento
Che vi siano state qua e là in terra veneta delle insorgenze e delle ribellioni all'occupazione francese non è una novità e nessuno lo nega, ma furono eventi occasionali, non generalizzati e che non coinvolsero in modo organizzato e istituzionale tutti i veneti, tutti i territori soggetti a Venezia. Quello che invece non vi è stato è la mobilitazione dell'esercito della Serenissima, dello Stato veneto, per impedire a Napoleone di occupare le terre venete, per resistergli e per cacciarlo, Venezia fece di tutto per non contrastare Napoleone e ritirò tutte le truppe difatto abbandonando i suoi domini di terra alla conquista del francese.
Chi di voi mi sa dire qualche nome di battaglie combattute dall'esercito della Serenissima contro Napoleone?
O forse sono io che nascondo le gloriose battaglie sostenute dalla Serenissima a difesa delle terre venete dall'invasore Napoleone?
Alberto Pento
Mazarol Veneto ha scritto:
Maurizio Bedin non perdere tempo con il signor Alberto,storico da Wikipedia,l'unica cosa che gli viene bene è denograre la Serenissima e il popolo Veneto,anche se si dichiara appartenente al nostro popolo,ne è uno dei suoi più acerrimi nemici!
Alberto Pento scrive
Io sono nemico di chi mi manca di rispetto e di chi manca di rispetto ai veneti che siano veneti che si negano come veneti e si affermano come italiani sia che siano veneti che si negano come italiani per affermarsi come veneziani; io sono nemico di tutti i fanfaroni propugnatori di miti che ingannano, i fanatici, i bugiardi e i falsificatori della storia siano essi italiani o veneti.
Ricordo che la stragrande maggioranza dei veneti etnici finora si è politicamente espressa come italiana e per l'Italia, quindi la minoranza minimale venetista se vuole avere qualche change deve loro amore fraterno e democratico rispetto, come i venetisti venezianisti invasati dal mito di Venezia Serenissima debbono amore fraterno e democratico rispetto ai veneti venetisti che non si sentono veneziani e che non apprezzano l'idolatria politica impostata sul mito della Serenissima.
Senza coscienza storica vera, senza amore e rispetto per gli altri veneti, per tutti i veneti anche per quelli che si sentono e si vogliono italiani, l'indipendentismo veneto non andrà mai da nessuna parte, specialmente quello invasato dal mito di Venezia che per fanatismo patriottico e cronica ignoranza falsifica la storia.
La veneticità o venetidudine non è monopolio dei venetisti/venezianisti indipendentisti
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 153&t=2875 https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 6250904785 Alberto Pento
Maurizio Bedin ha scritto:
Alberto Pento no!!!
A te NON interesssno i fatti. Poi, quali fatti ? Da che fonte ? Wikipedia? Ma fammi il piacere... Marco Polo, Palladio, Dandolo, Bragadin, Sebastiano Venier, Goldoni, Vivaldi, Tiziano Vecellio, etc., tutti italiani!!!!!
O sei tarato o sei un troll.
Dammi tu le prove che i personaggi che ho nominato sono italiani... Grazie.
Alberto Pento risponde
cosa si può rispondere a una persona come questo Maurizio Bedin, che manca di rispetto, abissalmente ignorante, fanatica e invasata, che lancia demenziali e insensate accuse?
Io in questo filone e in altri non ho mai parlato di Marco Polo, Palladio, Dandolo, Bragadin, Sebastiano Venier, Goldoni, Vivaldi, Tiziano Vecellio, etc., non ho mai detto che erano italiani.
Se poi la politica enciclopedica di wikipedia Italia ha stabilito di trattare i personaggi storici degli ex stati della penisola italica come se fossero personaggi della storia italiana o come italiani non è certo responsabilità mia, non sono io il padrone di wikipedia e non per queste stranezze o anomalie, l'enciclopedia wikipedia nel suo complesso perde di valore.
Mazarol Veneto
Alberto Pento solo esempi perchè come le tue affermazioni sono smentite dai riscontri storici,se non capisci questo è appunto inutile discuterne con tè!WSM!!!
Maurizio Bedin
Alberto Pento moleghela. Te ga roto le bale. Te si pezo de na zeca in tei maroni. Quanto ciapito
al mese da l'occupante?
Par esar veneto ghe vol fede, corajo e determinaxion. Ti no tin ga gnanca una de ste qua. Lasseme star venduo de l'ostia. Da notar ca te si duro de comprendonio... I te ga martelà par ben... Ostia.
Maurizio Bedin
Alberto Pento qua e là delle insorgenze? Come le guerre "vinte" dal TUO Stato? Tutte di aggressione! Dai, Pento, non abusare della mia pazienza verso la cialtronaggine al soldo della manipolazione dell'evidenza. Ti prego... abbi pietà di te stesso. Stai scivolando nel ridicolo!
Alberto Pento
Tutto qua quello che sapete dire, nessun nome di battaglie combattute dall'esercito della Serenissima contro Napoleone per fermarlo e cacciarlo dai territori veneti?
Io sono felicissimo di essermi allontanato da un mondo, quello venetista venezianista pieni di personaggi ignoranti, invasati e demenziali come voialtri.
Grazie mille volte grazie!
Mazarol Veneto
Alberto Pento comincia tù a fare esempi di battaglie vinte dai Savoia e terre liberate dagli italiani,poi calati nei contesti storici dell'epoca,fai confronti "Onesti" e forse qualcuno ti darà ancora retta!
Maurizio Bedin
Mazarol Veneto forse eh... Visto l'andazzo.
Orazio Scavazzon
A difesa delle terre venete si può con certezza annoverare le battaglie fatte dalle guarnigioni di bergamo e brescia , le pasque veronesi , guarnigione di vicenza , battaglia piana di cartigliano alto vicentino , alcuni scontri sedati nel sangue anche a venezia ad occupazione avvenuta .
Ma credo sia inutile parlare con chi nega che le montagne siano più alte della pianura
Mazarol Veneto
Orazio Scavazzon senza dimenticare la Battaglia di Lissa dove i marinai affondarono anche la corazzata re d'italia al grido di Viva San Marco!
Alberto Pento
La battaglia di Lissa fu un confronto militare navale tra il Regno d'Italia e l'Impero austroungarico e nulla c'entra con Napoleone e la Serenissima.
I veneti in qualità di sudditi dell'impero austriaco parteciparono come soldati e marinai austriaci.
Alberto Pento
Orazio Scavazzon ha scritto
A difesa delle terre venete si può con certezza annoverare le battaglie fatte dalle guarnigioni di bergamo e brescia , le pasque veronesi , guarnigione di vicenza , battaglia piana di cartigliano alto vicentino , alcuni scontri sedati nel sangue anche a venezia ad occupazione avvenuta .
Ma credo sia inutile parlare con chi nega che le montagne siano più alte della pianura
Alberto Pento scrive
Tutti episodi limitati, spontanei, marginali e non generalizzati che Venezia frenò e a cui mise fine per non doversi scontrare veramente con Napoleone.
Bergamo e Brescia invece non si ribellarono ai francesi ma a Venezia, mi sa che confondi i periodi storici quello della Guerra di Cambrai nel 16°secolo e quello dell'invasione napoleonica e la fine della Serenissima nel 18°secolo.
Le rivolte di Bergamo e Brescia
La rocca di Bergamo, città ribellatasi il 13 marzo 1797.
Il generale Junot, comandante francese nel Veneto occupato.
https://it.wikipedia.org/wiki/Caduta_de ... di_Venezia Conquistata Mantova il 2 marzo 1797, i francesi si liberarono dell'ultima importante sacca di resistenza asburgica. In tale posizione, gli occupanti finirono per forzare apertamente la democratizzazione di Bergamo, che, su pressione del generale d'Hilliers, si ribellò il 13 marzo all'autorità veneziana. Tre giorni più tardi il provveditore straordinario Battagia, nel tentativo di riportare all'ordine Bergamo, emanò un'amnistia generale per chiunque avesse causato turbamento alla pubblica quiete. Il magistrato cominciava però già a presagire il ribollire di Brescia, città in cui risiedeva e sulla quale erano in quel momento in marcia i rivoluzionari bergamaschi.
In quello stesso 16 marzo, Napoleone, battuto sul Tagliamento l'arciduca d'Austria Carlo, vide finalmente spianata la strada dell'Austria.
Il giorno successivo, dal canto suo, il Senato provvide a inviare attestati di gratitudine sovrana alle città e castelli mantenutisi fedeli, ordinando finalmente anche i primi provvedimenti difensivi. Si decretò lo sbarramento delle lagune, l'istituzione di ronde armate nelle città del Dogado e il richiamo delle unità navali di stanza in Istria. Si ordinò altresì l'incremento delle attività dell'Arsenale, cuore militare dello Stato, e l'invio di rinforzi di truppe oltremarine in Terraferma. Il 19 marzo, poi, i Tre Inquisitori di Stato riferirono allo stesso Senato lo stato generale dei reggimenti veneti. Per Bergamo, in rivolta, risultavano tagliati i collegamenti, così che gli Inquisitori riferivano di attendere notizie dai castelli e dalle valli circostanti. Brescia risultava invece ancora tranquilla, sotto il pieno controllo del provveditore Battagia, così come Crema, per la quale si richiedeva però un rafforzamento del presidio militare. Verona pareva invece in pieno fermento antifrancese, mentre Padova e Treviso tacevano, anche se la prima rimaneva sotto costante osservazione per il potenziale pericolo connesso alla presenza dello Studium. Si leggeva infatti:[1]
«Bergamo: i capi sollevati sostenuti da francesi, e si tenta di screditare la repubblica, interrotte le comunicazioni, si attendono notizie dalle valli e luoghi e castelli della Provincia.
Brescia mediante le prudenti direzioni del provveditore straordinario è tuttora ferma (...).
Crema (...) reclama un qualche presidio militare.
Verona (...), il di cui popolo disse sembrargli non inclinato ai francesi, (...) che (...) non lasciano di essere e armati e pericolosi. (...)
Padova oltre non esser pur troppo immune dal veleno in alcuni della città e dello Studio (...) ha numero di scolari delle città oltre il Mincio (...).
Treviso non offre peculiari osservazioni.»
(Relazione dei Tre Inquisitori di Stato del 19 marzo 1797 sullo stato delle provincie venete)
In realtà, però, gli Inquisitori ignoravano che a Brescia il giorno precedente (18 marzo), un gruppo di notabili, desiderosi di liberarsi del governo serenissimo per via di taluni sgarbi ricevuti, ma nell'indifferenza generale e con il solo supporto della vicina Bergamo nonché dei francesi che dal castello minacciavano l'intera città con la scusa di reprimere un fantomatico brigantaggio, vi era già stata una rivolta e che il Battaglia, per non creare danni alla popolazione ancora filo-veneta, aveva deciso di abbandonare con gli schiavoni la città. La notizia degli eventi venne infatti recata al Senato solo il 20 marzo, dopo l'arrivo a Verona dal provveditore Battagia, scampato alla rivolta. Il governo sembrò a quel punto reagire. Si inviò a tutti i reggimenti una lettera ducale per ordinare l'apprestamento all'assoluta difesa e per reclamare il rinnovo del giuramento di fedeltà. Il 21 marzo, mentre Bonaparte entrava a Gradisca, prendendo il controllo di Tarvisio e dell'accesso alle valli austriache, giunse la prima risposta: Treviso si proclamava ancora pienamente fedele a Venezia. Il giorno seguente però, pervenne da Udine una lettera da parte degli ambasciatori veneziani inviati a parlamentare con Napoleone. Questi informavano il governo dell'atteggiamento sempre più evasivo e sospetto tenuto dal generale francese. Di rimando il governo ritenne utile informare pertanto i principali magistrati di Terraferma, tutti concentrati a Verona, della necessità di operare con la massima circospezione nei confronti dei francesi: in pratica limitando il concetto di assoluta difesa espresso nella lettera ducale, nella speranza di non dar modo a Napoleone di entrare in aperto conflitto. Il 24 marzo, comunque, giunsero i rinnovi di fedeltà da parte delle cittadinanze di Vicenza e Padova, in breve seguite da Verona, Bassano, Rovigo e, di lì a poco, da tutti gli altri centri. Numerose deputazioni giunsero persino dalle valli bergamasche, pronte a sollevarsi contro i francesi.
Il 25 marzo, però, i rivoluzionari lombardi occuparono Salò, seguita, il 27 marzo, da Crema, dove il giorno successivo venne proclamata la Repubblica Cremasca. Anche i napoleonici si facevano sempre più spavaldi, intervenendo prima con un corpo di cavalleria nella repressione della resistenza cremasca e poi, il 31 marzo, colpendo con fuoco d'artiglieria Salò, ribellatasi ai giacobini. Questa però resistette, riconsegnandosi a Venezia.
Alberto Pento
Le rivolte popolari ottocentesche contro i francesi come quella di Schio del 1809, dodici anni dopo la fine della Serenissima non c'entrano nulla con gli accadimenti settecenteschi che portarono alla fine della Repubblica veneziana.
https://www.altovicentinonline.it/schio ... utogoverno Luglio, le insorgenze venete dimenticate dalla storia ufficiale
9 Lug 2012
ETTORE BEGGIATO*
http://www.lindipendenzanuova.com/insorgenze-venete L’insorgenza veneta del 1809 è sistematicamente ignorata dalla storiografia “ufficiale”. Nessuna sorpresa per la verità, visto che i veneti sanno tutto sulle oche del Campidoglio, conoscono a memoria i nomi dei sette re di Roma ma ben poco sanno di quanto straordinaria sia la loro storia, la storia del popolo veneto.
Napoleone aveva portato la nostra Terra in condizioni di miseria e disperazione come mai nella nostra storia, imponendo la coscrizione obbligatoria (ben 26.000 giovani veneti morirono nella disfatta in terra russa nel 1812) e una serie di tasse pesantissime (pensiamo a quella sul macinato, vera e propria tassa sulla fame). Il nostro popolo reagì con particolare vigore, al suono della campana a martello: i francesi, in nome della libertà, dell’eguaglianza e della fraternità, riportarono l’ordine con centinaia e centinaia di morti.
Particolarmente interessante è un passo del diario della contessa Ottavia Negri Velo che ricorda come il 10 luglio 1809 “A Schio si è fondato la sede del loro governo, il maggior numero vuole San Marco”: è evidente che fra le venete e i veneti che scesero in piazza c’era una notevole dimensione culturale e politica per arrivare a costituire un governo; la storiografia ufficiale ne parla, invece, come un’accozzaglia di “briganti”, di sbandati.
Un’altra pagina emblematica di quelle rivolte è quella riportata dal diario di Pietro Basso, sarto di Asolo, che sottolinea come il giorno 8 luglio “Le done de Loria, accordate con quele di Besega, le a desfà la municipalità”: siamo in provincia di Treviso e sono le donne venete che insorgono contro la soldataglia napoleonica; ma da Loria si potrebbe passare a Legnago, a Valdagno, ad Adria, a Camposanpiero, a tante altre comunità che si ribellarono contro le orde napoleoniche, come si erano ribellate nel 1797 (e penso, per esempio, ai 5 giovani fucilati dai francesi a Mussolente).
Una pagina, quella del 1809, che meriterebbe di essere conosciuta dal popolo veneto; mancò una figura leggendaria come l’eroe tirolese Andreas Hofer che guidasse il nostro popolo, e mancò anche chi, come il grande pittore spagnolo Francisco Goya tramandasse ai posteri l’eroismo di chi lottava per la propria libertà contro i crimini dell’occupante napoleonico.
*Autore di “1809, l’insorgenza veneta. La lotta contro Napoleone nella Terra di San Marco”
Maurizio Bedin
Alberto Pento te ghe vinto ti.... Par asimento. Rompaghe le bale a qualcun'altro. Grassie.
Maurizio Bedin
Alberto Pento ma quanto..... Intelijente sito? Dopo 12 ani dopo, secondo la to grande intelijensa, jera xa tuto desmentegà? Seto dove ca te mando? Indovina ... a la veneta naturalmente... Parkè te vojo ben anca se ti si.... quel ke te se...VIMDTM
Orazio Scavazzon
Orazio scavazzon ha scritto : vai a cacare
Maurizio Bedin
Orazio Scavazzon alla so maniera. Alberto Pento ha scritto :...
Mazarol Veneto
Maurizio Bedin te lo gò za dito,l'e uno che varda al deo e no vedarà mai la luna,par esempio sua bataja de Lissa,se concentra sul fato che xe i austriaci a farla,no sul fato che i marinai criase W San Marco ancora dopo ani che la Serenissima gera stà scanceà! Ma xe inutie parlar de storia co chi spara solo date e documenti"ofisiai" falsi fin sue raixe,come se al popoło centrase qualcosa sue stupidae de pochi!
Maurizio Bedin
Mazarol Veneto te ghe raxon. Ghe lo ho xa dito al Pento che ghe la mòla de... ma nol capisse gnanca queo. Xe on troll al soldo de... qualchedun.
Maurizio Bedin
Però... Lassame dir na ultima parola...
Vedemo se el sior Alberto Pento el ga da ridir anca su dati certi.
https://adria.italiani.it/insorgenze-ve ... xst0_j-uCE Orazio Scavazzon
El trovarar da dir su la paroea insorgenze
El dirà ke adria no xè in veneto
Alberto Pento
San Marco è il Santo patrono di Venezia e anche la marina veneziana lo aveva come emblema e lo aveva ieri quando era al servizio dell'Austria nella battaglia di Lissa come ce l'ha oggi che è al servizio dell'Italia, vedasi il Reggimento San Marco che grida e invoca San Marco.
https://www.youtube.com/watch?v=HEJVMlIe8yE Inno battaglione San Marco
https://www.youtube.com/watch?v=D4pl6L8W1QE Maurizio Bedin
Alberto Pento oggi è al servizio dell'Italia?
Ma sai quel che dici /scrivi?
Si sono impossessati di tutto! Oltre alla ns Storia e tradizioni anche dei corpi militari : la fanteria da sbarco! I Savoia manco sspevano cos'era il mare... E non lhanno copiato solo loro...
Più scrivi e più ti sputtani.
Maurizio Bedin
Alberto Pento spero per te che il tuo nome sia un nickname
Sai che sputtanamento, altrimenti...
Gino Quarelo
A Lissa i veneti erano sudditi austriaci e hanno combattuto per l'Austria, poi sono diventati sudditi e cittadini italiani, per loro esplicita volontà e hanno combattuto per l'Italia. Hanno combattuto anche per Napoleone, magari per forza ma l'hanno fatto morendo nella sua campagna di Russia.
Voi potete starnazzare come oche quanto volete ma la storia passata non cambia, come non cambierà quella futura con queste vostre demenzialità
Alberto Pento
Non si confondano le non diffuse e non generalizzate insorgenze popolari antifrancesi, prima e dopo la caduta della Serenissima, con moti di resistenza militare dello Stato veneziano o Serenissima Repubblica contro Napoleone e le sue armate, operazioni militari che mai vi furono, anzi Venezia per paura adirittura aprì le porte delle città e delle fortezze, ritirò le sue armate e finanziò le casse di Napoleone con zecchini sonanti.
La Serenissima come stato, vigliaccamente non si oppose militarmente all'invasione, all'occupazione, alla depredazione e alla conquista delle terre venete e alla sottomissione delle genti venete suddite di Venezia che Venezia abbandonò al loro destino.
Le insorgenze antifrancesi di Adria avvenute dopo la fine della Serenissima, come le altre furono moti spontanei contro le depredazioni e le angherie dei francesi e non certo moti di ribellione per ripristinare lo stato della Serenissima.
Maurizio Bedin Gino Quarelo varda che te go sgamà da on toco... moleghela de cambiar profilo, tanto che te sipi Gino, o Alberto Pento... Sempre el solito m... te resti.
Maurizio Bedin
Alberto Pento spero che te gapi bisogno de andare al cesso, ogni tanto, cosita te me lassi on fia in pace.... E va mona ogni tanto. Te faría tanto ben... credame.
Mazarol Veneto
Maurizio Bedin lasa star, Mauri no te vedi che al seta a rigirar la fritaja,all'italiana se desmentega che Venesia zera aleata e dichiaratamente neutrale in te cuea guera,come l'italia del 15/18 i se desmentega che da aleati i gà atacà ae spae l'Austria come co i nasisti,prima i se alea e dopo i gira le spae e i te pugnała ma la colpa la ze dei altri! Lasei star i bauchi o i rompibae a presinder come sto chi!
Gino Quarelo
Repubblica Veneta, specificità e durata, realtà e mito; la mia Patria, no!
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 8312942245 Mazarol Veneto
Gino Quarelo no g'avevo dubi! Mi invese stae in compagnia de Goffredo Parise e de tanti come lù! E tì và in mona ała Veneta sensa rancor,tanto no g'avemo perso gnente!WSM!!!!
Maurizio Bedin
Mazarol Veneto te ghe si cascà anca ti... No te ghe riessi a resistare, ah?
Alberto Pento
Goffreso Parise parla del Veneto della Patria Veneta e non della Serenissima, proprio come me
https://www.miglioverde.eu/piazzetta-go ... ria-diceva "Sono nato, cresciuto e vissuto a Vicenza fino ai diciotto anni e poi a Venezia e poi a Milano, e poi a Roma e poi nel mondo. Mi è bastato poco per eleggere nel mio animo Venezia a capitale del Veneto, ed è di quella città che mi sento figlio, ma non interamente."
Io diversamente da Parise mi sento figlio di Vicenza e del Veneto, molto meno di Venezia.
Mazarol Veneto
Alberto Pento come dicevo inutile! Se non hai ancora capito che Venezia è nata dal popolo Veneto e poi ne è diventata la capitale,che è il terzo e non il primo tentativo che i Veneti hanno fatto per farsi una capitale nell'acqua,che Venezia oggi ma Venethia prima cioè città dei venetici come venetice erano le terre abitate dai Venetici oggi Veneti,non comprenderai mai la Serenissima ne i suoi comportamenti che come ti ripeto per l'ultima volta sono anche figli della sua epoca,non vai da nessuna parte,storicamente parlando!
Alberto Pento
Rivoalto poi divenuto Venezia è nato sì dalle genti venete ma si è sviluppata in ambito imperiale romano bizantino di cui era provincia e il suo primo doge dal nome pare essere stato un greco-bizantino (Paoluccio Anafesto).
Dopo secoli, in cui la maggior parte dei veneti per circa 900 anni ha avuto un'altra storia in ambito imperiale germanico, i veneti tutti sono divenuti sudditi dei veneti veneziani di Venezia per 400 anni, e in questo periodo non vi è stata la formazione di un vero popolo veneto in senso nazionale e non vi è stata alcuna formazione di uno stato veneto a sovranità di tutti i veneti, dopodiché Venezia ha rinunciato e perso vergognosamente il ruolo di dominante e di guida dei veneti, abbandonando vilmente la terra veneta alla conquista di Napoleone contro il quale non ha rischiato nulla perdendo però lo stesso quasi tutto e finanche la dignità.
Oggi è una città che resta sì capitale del Veneto in memoria del passato, ma io come capitale preferirei Verona.
Il Veneto o terra veneta non era abitato solo dai venetici ma anche dagli euganei, dei reti, dai celti, a cui si sono aggiunti latini e romani, germani in gran quantità (goti, longobardi, sassoni, franchi, tirolesi, alemanni, bavaresi), slavi e altre minoranze (etrusche, istro illiriche, greco armene, giudaiche).
Altre cose scritte da Goffredo Parise:
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Quando vedo scritto all’imbocco dei ponti sul Piave: « Fiume Sacro della Patria » mi commuovo ma non perché penso all’Italia bensì perché penso al Veneto. Fuori del Veneto per me è terra straniera e forse ostile. Non ho mai combattuto come altri possono aver fatto questo sentimento perché è veramente il più forte, né amo in maniera particolare i veneti per il solo fatto di essere veneti.
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Non mi sono mai interessato di politica, né nazionale né internazionale perché è politica che riguarda solo marginalmente la mia Patria. E tuttavia, detto tutto questo, non sono più veneto da molti anni e se la mia regione ha ormai spazi internazionali il mio sentimento è piccolissimo e fortissimo ed è tutto racchiuso nel Veneto, specie sulle immense ghiaie infocate del Piave durante l’estate e l’azzurro torrente che vi scorre in mille rivoli e pozze gelide.
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Non parlerò del dialetto che come scrittore non amo perché soltanto in questo penso che la mia patria linguistica è l’italiano, che può anche essere una traduzione psichica del dialetto stesso ma non amo i dialetti come lingua letteraria: i dialetti (tutti) sono fatti per essere parlati e nel luogo esatto dove sono nati e sviluppati, in quei piccoli luoghi perché il dialetto cambia da un chilometro all’altro.
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Ma il centro vero e solo e unico della mia Patria lo dirò ora: è una casetta, una specie di casa delle fate, minuscola e vecchia, con tutto vecchio dentro ma efficiente e caldo a cominciare dal focolare, che sta proprio sui bordi del Piave e spesso ne viene sommersa. A mezzo metro da una finestrella che ho fatto aprire verso nord per guardare le montagne e la neve, in maggio arriva 1’upupa a trafficare per il suo nido, rizzando la sua crestina vanitosa e giustamente “ilare” come dice il poeta. A pochi metri, su un altro salice picchia il picchio, con quel movimento del becco come la piccozza del minatore o dello scalatore di vette. Le rane cantano dentro piccoli stagni e ruscelli che si gettano nel Piave, le lepri, all’alba, giocano all’amore in coppie, in piedi, una rivolta verso l’altra come danzando, un alveare naturale si e formato tra i due vetri di una finestrella e da un giorno all’altro, un grosso gufo è sceso dal camino in una frana di fuliggine odorosa, le lucciole girano e il sapore del mare quando è scirocco giunge ad avvertire che la partenza, se voglio, può essere imminente oppure no, a seconda dell’estro. La mia Patria è Ponte di Piave, un paesetto vicino un chilometro, con una fontana di acqua ferruginosa, ma sto qui, abito a Roma, all’estero. Perché? Perché cosi è la vita”.
Mazarol Veneto
Alberto Pento io abito a la Orotava isola di Tenerife,come da saccente vedi sul mio logo,ospite di un popolo fiero come il Guance,ma autoesiliato per stare lontano dai falsiveneti come tè! Ma se qualcuno mi chiede dov'è la mia patria non ho bisogno di indicarla nella carta geografica,basta che indichi la parte sinistra del mio petto!
Gino Quarelo
Andeas Hofer è un tirolese un eroe che i veneti non hanno mai avuto. I veneti avevano Venezia che invece si è calata le braghe. Due storie diverse, da una parte un popolo vero e dall'altra un non popolo, un popolo mancato.
Annamaria Deoni
Credo che sia ovvio che non è un cognome Veneto.
Annamaria Deoni
Credo altrettanto che non uccida leggerlo.
Annamaria Deoni
E comunque per memoria famigliare le insorgenze Venete sono avvenute fino al 1922. Chiaro che Napoleone non centra. Ma i nostri vecchi ci hanno provato finché hanno potuto. E per non essere incarcerati si sono imbarcati per Nova York, attraversando il nord Italia a piedi e salpando col bastimento a Genova. Ho trovato nel sito della compagnia di navigazione dell'epoca riscontro del loro arrivo e pure gli esiti della visita medica di ingresso e nelle lettere personali conservate da nonna il motivo del "viaggio". Sono i Veneti di oggi che mi preoccupano, soprattutto i sabotatori. Buona giornata.
Gino Quarelo
Io mi preoccuperei di più dei venetisti fanfaroni e venditori di illusioni, degli ingannatori, degli aprofittatori e caregari, del mitomani, invasati e fanatici, degli ignoranti presuntuosi e arroganti, degli antidemocratici e illiberali, dei filo nazi maomettani e degli antisemiti, dei bugiardi, dei falsificatori della storia.
Annamaria Deoni
Pur ammettendo che l'ambiente è in parte ambiguo e corrotto, l'aggressività verbale, la saccenza, e il pregiudizio nei confronti dei conterranei allontana tutti da un sano percorso di consapevolizzazione prima e di azione, in seconda battuta, per il raggiungimento del nostro obiettivo. Questa acredine, questo odio viscerale e la presunzione di avere la verità assoluta in tasca è disarmante e deterrente. Queste cose uno se le aspetta da un nemico, da un "giacobino"... Mi spiace ma questo modo di fare mi offende e mi umilia. Io non mi permetterei mai di screditare così il mio prossimo. E soprattutto giunti a questo livelli di convincimento, non mi dichiarerei Veneto. Perché alla fine questo è odio allo stato puro.
Alberto Pento
Per me i conterranei sono tutti i veneti e non vanno confusi con la minoranza venetista venezianista, a cui propabilmente tu ti riferisci e contro la quale vanno le mie poco lusinghiere critiche, i miei caustici giudizi, e per taluni aspetti demenziali il mio motivato disprezzo.
Io non confondo "i veneti" con questa minimale minoranza di veneti venetisti affetti dalle demenziali presunzione e arroganza di sentirsi e di considerarsi più veneti e più veri veneti degli altri, e che dopo vent'anni di frequentazione, militanza e approfondimento "venetista" sono senza volerlo arrivato a considerare questi venetisti invasati e presuntuosi, data la loro assoluta mancanza di rispetto e di amore, miei nemici di fatto e nemici dei veneti e di una possibile indipendenza veneta tutta da ripensare (nemici di fatto come lo sono stati i veneziani a suo tempo che non hanno ritenuto i veneti tutti fraternamente degni di partecipare democraticamente alla sovranità della Repubblica e che hanno abbandonato le terre venete e i veneti a Napoleone senza muovere un dito per difenderli come sarebbe stato nel loro dovere visto che erano i signori della Serenissima e dominavano tra l'altro il Veneto e i veneti).
Gino Quarelo
Io poi non confonderei le ribellioni, le sollevazioni, le rivolte alle angherie o di classe con le insorgenze di un popolo contro un dominio straniero, per liberarsi, essere indipendenti e avere la sovranità politica, sono cose diverse, completamente diverse.
Mazarol Veneto
Gino Quarelo ti sei descritto bene!
Renato Moro
I ze guastatori de a Republik of Italy cioè REPVBLICA IDAGLIANA cioè Repubblica italiana 4 nomi i ga pignorati e falliti falza società di diritto pubblico e a naso i ze anca gheffi wsm