La storia contà da Nicoła Buxin

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Messaggioda Berto » lun ott 10, 2016 7:10 am

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: La storia contà da Nicoła Buxin

Messaggioda Berto » lun ott 10, 2016 7:11 am

Lettera agli italiani da un veneto: vogliamo tornare a governare casa nostra
9 Oct 2016
di NICOLA BUSIN

http://www.lindipendenzanuova.com/lette ... asa-nostra

Il rapporto tra i Veneti e gli Italiani è sempre stato complesso. Entrato parzialmente nel regno dei Savoia nel 1866, il popolo Veneto ha visto la sua completa unificazione sotto il governo italiano solo nel 1918 dopo la fine della grande guerra. Da dire che questa prima annessione avvenne con un referendum, voluto dall’impero austro ungarico anche per rispetto della storia della Serenissima, i cui contorni truffaldini solo ora vedono una corretta definizione. I vari stati presenti nella penisola già prima dell’unificazione interagivano tra loro in modo sempre più esteso, accomunati da condizioni economiche e culturali che travalicavano gli aspetti politici. In ogni caso tutti questi stati italiani erano dominati dai vari re, principi e papi; altra questione quella Veneta dove da più di mille anni il governo era nelle mani di una Repubblica.

Come ha scritto anche Indro Montanelli la civiltà Veneta non fu mai italiana ma europea e cristiana. Difatti a differenza dei vari regnanti italici Venezia non fu mai interessata ad espandere i propri domini nella penisola, considerando solo i territori verso est, al fine di permettere il grande sviluppo commerciale con l’oriente a cui però mai si assimilò, anzi fu il baluardo della civiltà occidentale contro l’islam. La civiltà Veneta quindi ben distinta da quella italiana nel reciproco rispetto anche se l’interazione culturale è sempre stata ampia e ricca di occasioni di crescita comune. Se c’è un aspetto da sfatare dei Veneti è quello di un popolo razzista o chiuso in se stesso. Al contrario ha saputo per primo al mondo proibire la tratta degli schivi nel 960 con la “Promissione” del Doge Pietro IV Candiano, ha accolto gli Armeni donando loro un’isola della laguna, ha accolto gli Ebrei donando loro, primi in Europa, un intero quartiere della città e molti altri episodi simili.

Altra questione che merita un approfondimento è quella legata alla politica, il Veneto bacino di voti della Lega Nord quando in realtà ormai i vertici italiano – milanesi non hanno alcun interesse a tutelare l’identità Veneta. E’ stato eletto un Governatore Veneto che probabilmente sta subendo questa imposizione centralista, un uomo che attualmente potrebbe decidere con una scelta coraggiosa di staccare la Liga Veneta dalla Lega Nord e probabilmente troverebbe la base pronta a seguirlo. Perchè in realtà il triste abbraccio avvenuto negli anni novanta tra Bossi e i vertici Veneti di allora ha prodotto un movimento politico che non ha mai corrisposto con la storia della penisola, una forzatura quella della Padania Bossiana come una forzatura fu quella del Risorgimento di unificazione italiana.

La civiltà Veneta ha sempre avuto le proprie peculiarità. Si può affermare che non potrebbe esistere un’Italia priva di Milano che è il centro economico e finanziario della penisola, mentre potrebbe esistere e anzi dovrà ritornare ad esistere una Venezia libera e con un proprio governo. Un Veneto staccato da Roma e, a questo punto, da una cultura sociale ed economica che non gli appartiene e che sente solo come occasione di sopraffazione, di sfruttamento e di dileggio. Cari italiani questo dovete capire, che i Veneti desiderano solo ritornare a governarsi da soli perchè i 150 anni di esperienza vissuta hanno solo significato lacrime e sangue, tentativi di normalizzazione culturale non riconoscendo ancor oggi la nostra meravigliosa lingua come lingua ufficiale e anzi tentando di sopprimerla.

150 anni che ci hanno visto sottrarre immense ricchezze da parte di uno stato predone che con quei soldi alimenta un apparato repressivo che non ha pari in un mondo civilizzato. 150 anni che hanno visto una moltitudine di Veneti abbandonare le proprie terre soprattutto a causa delle gabelle insopportabili imposte da un avulso potere centrale. 150 anni in cui il popolo Veneto è riuscito a risorgere e a creare ricchezza e una organizzazione produttiva a tutti i livelli che non ha pari in Europa, ma non grazie, nonostante Roma. Pertanto cari italiani, amici fraterni, non pensate in modo egoistico a noi Veneti come a quelli da sfruttare. Chiediamo solo rispetto, chiediamo di ritornare liberi, chiediamo di esistere contro chi solo per profonda ignoranza e interesse personale si fa beffa delle nostre sacrosante aspettative.

1.100 anni di storia, 1.100 anni di ricchezza, 1.100 anni di Repubblica, 1.100 anni di libertà e di benessere confrontati a 150 anni di lacrime e sangue, di guerre, di sopraffazione, di diaspora, di dileggio. Non chiediamo nulla a tutti voi, chiediamo solo di esistere perchè assieme, noi Veneti e voi Italiani, potremo fare grandi cose, ma se non capite non potremo mai crescere. Abbiate quindi fiducia delle nostre potenzialità che ben conoscete e riconoscete i nostri diritti. Siate fieri e condividete la nostra passione per San Marco e quando passando per le nostre terre vedrete sventolare tante bandiere con il leone ricordate che su quella bandiera, unica al mondo, è scritto pace.
Non vogliamo che una multicultura sperimentale frutto di errati convincimenti ideologici ci sia imposta, sappiamo che questi esperimenti avranno ripercussioni tremende sulla nostra pelle. Desideriamo che la nostra cultura Veneta continui ad esistere e sia un faro per tutti gli altri.

Per gentile accordo con l’autore http://www.dirittodivoto.org
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Re: La storia contà da Nicoła Buxin

Messaggioda Berto » lun ott 10, 2016 7:25 am

Caro Buxin

no lè sta kì, coeła ca te conti ti, ła storia dei veneti.

Entel 1918 no se ga conpletà l'ognefegasion del Veneto a ła Tałia parké Trento e Trieste no łe xe mai stà venete. L'ognefegasion del Veneto ła ghe xe stà tuta entel 1866;

a te confondi Venesia col Veneto, a te confondi ła Serenisima e łi so domegni col Veneto, a te confondi ła storia de Venesia e dei venesiani co ła storia dei veneti de tera ke łi xe veronexi, trevixani, bełumat, vixentini, pavani, ruigoti;

i veneti (de ła łagouna e de tera) non łi xe mai stà na nasion e on popoło ognio parké ła Repiovega Serenisima no la jera federal;

i miłe e çento ani de ła Repiovega Serenisima, no łi xe stà purpio miłe e çento e i veneti de tera łi ga fato parte de ła repiovega lomè ke par 400 ani, come suditi e no come çitadini sorani;

soto Venesia i veneti tuti no łi xe mai stà na nasion e on popoło soran kel se ga goernà da lù memo, ke goernava a jera lomè la casta arestogratega venesiana e tuti staltri łi jera suditi.
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Re: La storia contà da Nicoła Buxin

Messaggioda Berto » lun nov 21, 2016 11:14 pm

Gli italianisti del pd VS il Popolo Veneto
Di Nicola Busin

http://www.raixevenete.com/gli-italiani ... olo-veneto

Una premessa: la stampa ed i media italiani definiscono quei cittadini Veneti che amano le proprie terre, tradizioni,italia-sottosopra lingua, cultura, storia, “Venetisti”. Non è dato di capire perché una persona che dichiara di appartenere al popolo Veneto sia “Venetista”, molto più semplicemente la corretta definizione è “Veneto”. In realtà sono quelle persone residenti in Veneto che amano l’Italia e la cultura italiana (Unidentified Flying Object) che sono “italianisti”.

Un aspetto che appare sempre più evidente anche ai meno attenti è l’atteggiamento della sinistra italiana ed in particolare del PD Veneto nei confronti del popolo Veneto. Questo aspetto sta diventando sempre più incomprensibile per tutte le persone dotate di senso civico, rispettose della libertà e in possesso di un minimo di cultura.

Che il popolo Veneto esista e sia sempre esistito è un dato fuori da ogni ragionevole dubbio. Che questo popolo con la sua civiltà non sia mai stato italiano ma europeo e cristiano è la storia che lo descrive. Le costrizioni e angherie subite dai Veneti a cura prima del regno sabaudo e poi dalla repubblica italiana sono così evidenti che pure un cieco riuscirebbe a leggerle. Iniziando dal 1866 le ricche Venezie furono spogliate nei modi più arroganti e coercitivi degli esattori savoiardi soprattutto per far fronte ai debiti delle guerre intraprese per ottenere l’unità dei vari territori presenti nella penisola italiana. Metà popolazione Veneta lasciò a malincuore le proprie terre, caso unico per dimensioni e non paragonabile ad alcuna altra zona del regno, praticamente un esodo biblico. I Veneti voltarono le spalle ad una patria imposta che si era rivelata matrigna e incompatibile con i propri riferimenti culturali, sociali, di giustizia, di imposizione fiscale. Andarono a creare altre Venezie in Brasile ma anche in Messico e in altre parti del mondo. Lo studioso Gabriele De Rosa nei suoi scritti ben evidenzia lo spirito Veneto nei confronti dello stato italiano, uno spirito che permane tuttora: nessun clamore, nessuna alzata di scudi o di baionette, nessuna invasione di piazze, semplicemente i Veneti voltano le spalle allo stato a se ne vanno all’estero trovando velocemente occasioni lavorative data la loro serietà, rispetto delle regole, spirito di abnegazione e intelligenza.

Lo stereotipo del tipico Veneto visto dall’italiano medio è ben rappresentato dalle dichiarazioni del fotografo Oliviero Toscani : “….i veneti sono un popolo di ubriaconi, alcolizzati atavici, i nonni, i padri, le madri: poveretti i veneti, non è colpa loro se uno nasce in quel posto, è un destino. Basta sentire l’accento veneto: è da ubriachi…..” Da evidenziare che la giustizia italiana ha considerato queste affermazioni del tutto plausibili in spregio al popolo Veneto. Aggiungiamo che per i giudici della Corte Costituzionale il popolo Veneto ha finito di esistere nel 1866 perché inglobato nel popolo italiano a seguito di un plebiscito (truffaldino). Misteri della giustizia italiana, come dire il popolo Armeno, il popolo Curdo, il popolo Ebraico e quanti altri hanno finito di esistere perché incorporati in altri non ben definiti popoli. Di questi passo ogni popolo sarà assorbito nel popolo mondiale, con una unica cultura mondiale, una lingua mondiale, il tutto in uno standard di individuo mondiale che fa angoscia al solo pensiero: il 1984 di Orwell può essere una lettura illuminante anche se qui i blocchi mondiali sono tre. Il PD quindi con la sua ideologia della multiculturalità, che un bambino nato tra persone di etnie diverse è più bello e più forte, che le radici identitarie sono anacronistiche, desuete, un tuffo nostalgico nel passato, rappresenta in realtà una pericolosa deriva liberticida.

Manifestazione_Veneto_nazioneIn questi giorni di ricorrenza dell’annessione delle terre Venete al regno sabaudo, fa pensare sentire questi politici delle sinistra veneta inneggiare alla conquistata italianità, raccontare del grande risorgimento prodromo delle grandi conquiste venete (sic!). Cosa frulli nella testa di questi politici è difficile capire per chi è dotato di un minimo di buon senso, di un minimo di cultura storica ed economica. Probabilmente sono politici ossequiosi del potere centrale romano dato che le scelte delle varie candidature dipendono proprio da Roma. Ormai ai più diventa irritante vedere e sentire le prese di posizione dei consiglieri regionali e dei deputati piddini eletti nelle due camere. La recente proposta di legge regionale, la 116/2016, relativa alla dichiarazione di minoranza etnica per i Veneti all’interno dello stato italiano (convenzione internazionale sulle minoranze nazionali) vede da una parte chi si sente di appartenere proprio a questo popolo e dall’altra una minoranza inorridita dalla proposta perché italianista. Quali siano gli aspetti positivi nel voler desiderare di essere conformati al popolo italiano è difficile capire per chi sia libero da sovrastrutture mentali ideologiche. Nessun motivo plausibile può essere accampato da questi politici italianisti; in realtà il PD e i suoi accoliti si dimostrano liberticidi, fuori dalla storia, desiderosi di cancellare un popolo, una lingua, una cultura millenaria, con il rischio concreto di mandare fuori mercato una enorme organizzazione produttiva per eccesso di prelievo fiscale e di burocrazia, per carenza di infrastrutture.

Non è nell’omologazione il futuro dell’uomo, la vera ricchezza dell’umanità sono le comunità che si autogovernano, i tanti popoli che con le loro tradizioni e caratteristiche creano cultura, sviluppano attività produttive, amano il lavoro ed entrano in competizione. Perchè senza la competizione, seppur non esasperata, non si creano nuove opportunità di crescita e di benessere. Ecco il popolo Veneto desidera ancora competere con tutto il mondo ma senza un potere romano che rappresenta solo un problema, un ostacolo difficile da superare e che limita le possibilità di espansione. La civiltà Veneta ha raggiunto un livello così elevato in ambito culturale, produttivo, sociale che è di esempio per altri popoli. Da evidenziare anche la grande capacità inclusiva dei Veneti per quanti arrivano nelle proprie terre: i nuovi arrivati sempre più frequentemente si innamorano della cultura Veneta, ne diventano partecipi e desiderano difenderla. Questo deve capire la sinistra Veneta a difesa del popolo a cui appartiene: tutti uniti per crescere e salvare la nostra cultura, la nostra economia, il futuro dei nostri figli, concetto semplice ma di difficile comprensione per chi ha la mente offuscata da convincimenti ideologici in via di estinzione.
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