Guido Bergamo de Trevixo, on personajo stranbo

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Messaggioda Berto » ven giu 03, 2016 2:16 pm

Guido Bergamo de Trevixo, on personajo stranbo
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Nol me par però on endependentista veneto e gnanca on venesianista
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Guido Bergamo de Trevixo, on personajo stranbo

Messaggioda Berto » ven giu 03, 2016 2:18 pm

Bejato el ło conta cofà on venetista
http://www.lindipendenzanuova.com/berga ... o-centrale

BERGAMO: FEDERALISTA, VENETISTA E CONTRO IL GOVERNO
8 May 2012 • di ETTORE BEGGIATO

“Il governo centrale di Roma, questo governo di filibustieri, di ladri e camorristi organizzati, non si accorgerà di noi se non ci decideremo a far da noi” e ancora “Ora basta! Il problema veneto è così acuto che noi da oggi predicheremo la ribellione dei veneti. Cittadini, non paghiamo le tasse, non riconosciamo il governo centrale di Roma, cacciamo via i prefetti, tratteniamo l’ammontare delle imposte dirette nel Veneto”. Non è il sacrosanto sfogo di qualche indipendentista veneto del terzo millennio, ma sono le parole d’ordine, le denuncie di un autorevolissimo politico veneto, Guido Bergamo, leader del partito repubblicano trevigiano, più volte parlamentare, tra i promotori de “La Riscossa” il battagliero foglio dei repubblicani della Marca, morto nel 1953; speriamo che l’anno prossimo, in occasione del sessantesimo anniversario della morte, ci siano adeguate iniziative per una rilettura della sua opera anche in chiave “federalista e venetista” visto che finora è stata valorizzata soprattutto la dimensione mazziniana, laico-socialista e antifascista.

Siamo subito dopo la fine della prima guerra mondiale e Guido Bergamo, come scrive Livio Vanzetto, diventa popolarissimo nel Montebellunese perché sentito e vissuto dalla gente come “uno dei nostri”: è di estrazione popolare, è interno alla società e assume atteggiamenti sempre congruenti con la cultura locale.

Il malcontento nel Veneto è altissimo e Roma risponde escludendo i veneti dal primo ministero Orlando (anche allora i veneti erano buoni solo per portare i voti e per produrre reddito, proprio come adesso) e ……creando un ministero, il Ministero delle Terre Liberate! Per la verità a capo del neonato ministero venne posto il deputato veneziano Antonio Fradeletto, anche per cercare di sanare una situazione politica sempre più grave.

“I deputati veneti, infatti, venivano accusati di negligenza rispetto ai problemi della regione e di sentirsi “troppo Romani” quando si trovavano nella capitale, e dunque invitati a sottrarsi al “demone seduttore di Roma” ponendo in primo piano il “problema veneto”, la cui soluzione non poteva più essere procrastinata” (Daniele Ceschin su “Venetismi”) Luigi Luzzatti, già presidente del Consiglio dei Ministri, profondo conoscitore della nostra gente, scrive al suo successore Vittorio Emanuele Orlando il 7 febbraio 1919 del timore che in Italia potesse sorgere “un’Irlanda Veneta, mutando i paesi più patriottici e più sobri nel chiedere, in ribelli della disperazione” e il prefetto di Treviso segnala al Ministero la possibilità che nel Trevigiano si crei un movimento separatista tendente a staccare il Veneto dall’Italia.

Ed è ancora Guido Bergamo a denunciare la presenza massiccia di burocrazia non veneta (“A Treviso si è costituito un ministero con funzionari che non hanno la fiamma di veneti e che non capiscono né i bisogni né il linguaggio delle nostre popolazioni”) reclamando una vera autonomia regionale, un’autentica riforma federale “da Roma non avremo salute, finché da Roma non parta una parola di vera libertà per tutte le regioni d’Italia, finché insomma a Roma non si sancisca il fato della Repubblica Federale Socialista Italiana!” “L’unità d’Italia è un non senso” scrive “La Riscossa” il 15 maggio 1920 che il 15 ottobre 1921 si chiede se il Governo voleva che “il sentimento autonomista dei Veneti si trasformasse in aperta ribellione ed assumesse carattere nettamente separatista” Il fascismo calpestò l’idealità e l’ardore di Guido Bergamo; ricordiamolo a sessantanni dalla morte, così attuale, profetico direi: “Roma non si accorgerà di noi se non ci decideremo a far da noi”.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Guido Bergamo de Trevixo, on personajo stranbo

Messaggioda Berto » ven giu 03, 2016 2:19 pm

Cusì lè contà so Wikipedia

https://it.wikipedia.org/wiki/Guido_Bergamo
Guido Bergamo (Montebelluna, 26 dicembre 1893 – Venezia-Mestre, 26 giugno 1953) è stato un medico, politico e antifascista italiano.

Figlio di Luigi e di Virginia Callegher, studiò presso l'Istituto "Cavanis" di Possagno e poi al liceo "Canova" di Treviso.

Si interessò di politica sin dalla giovinezza prendendo parte al movimento giovanile repubblicano al seguito Teodorico Tessari. Nel 1913, con Eugenio Chiesa, Giuseppe Chiostergi e Napoleone Porro, aderì alle prime battaglie per l'organizzazione dei contadini del Montello e fu uno dei protagonisti dello sciopero al Canapificio Veneto di Crocetta del Montello. L'anno successivo promosse con altri il periodico La riscossa.

Mentre frequentava la facoltà di medicina presso l'università di Bologna si avvicinò agli ambienti sindacali e fu tra i più convinti interventisti. Partecipò alla Grande Guerra nel 7º Reggimento alpini e ottenne quattro medaglie d'argento e tre croci di guerra, nonché la promozione a capitano; per questi motivi ebbe l'onore di accompagnare la salma del milite ignoto da Aquileia a Roma.

Assieme al fratello Mario, nel 1919, fondò il Fascio di combattimento di Bologna; ma, insofferente alla svolta a destra del movimento, nel giro di qualche mese dopo si candidò a Treviso in una lista di repubblicani e reduci di guerra. La sua elezione non venne tuttavia convalidata in quanto non aveva l'età minima prevista dalla legge.

Nel 1921 e nel 1924 fu però eletto alla Camera sempre tra le file dei Repubblicani. Membro della corrente di sinistra, rimase molto attivo nella terra di origine tanto da rendere Montebelluna e dintorni una roccaforte del partito: tra il 1919 e il 1925 i repubblicani ressero gli undici comuni del circondario e vi organizzarono una vasta rete di cooperative.

La sua attività politica fu però sempre più avversata dai fascisti che, d'altra parte, Bergamo attaccava mediante pubblicazioni e articoli di giornali. Nel 1922, dopo uno scontro tra fascisti e repubblicani a Treviso, questi ultimi avallarono il bando di Bergamo dalla città per evitare rappresaglie.

Pur avendo sottoscritto il documento con cui i deputati repubblicani aderivano alla secessione dell'Aventino, si dichiarò contrario a rinunciare alle possibilità di lotta offerte dal Parlamento. Frattanto, gli attacchi fascisti continuavano e raggiunsero il loro apice nel novembre del 1926, quando fu incendiata la sua clinica; negli stessi giorni fu pubblicato un comunicato sulla Voce fascista in cui veniva bandito dalla vita politica. Il 9 novembre, infine, fu fatto decadere dal mandato parlamentare.

Dopo aver trascorso un breve esilio in Egitto, fu obbligato a vivere a Mestre. Qui vi trascorse tutto il resto del Ventennio, ormai lontano dalla politica.

Dopo l'Armistizio di Cassibile prese parte al convegno di Bavaria durante il quale fu organizzata la Resistenza del Triveneto e vennero costituiti i primi nuclei partigiani; nel 1945 diresse l'Insurrezione a Mestre.

Nel 1946 si candidò alla Costituente, ma non fu eletto. Nel 1948 lasciò i repubblicani entrando nel Fronte Democratico Popolare.

Quanto alla sua attività di medico, Bergamo si distinse come esperto tisiologo, pubblicando vari saggi sulla tubercolosi. Aveva fatto largo uso della radiologia e morì per le sue conseguenze.
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Re: Guido Bergamo de Trevixo, on personajo stranbo

Messaggioda Berto » ven giu 03, 2016 2:22 pm

GUIDO BERGAMO
eroe alpino

http://www.anaconegliano.it/storia/guidobergamo.htm

Non tutti sapranno che la nostra provincia trevigiana ha l’onore di annoverare, tra gli Alpini che diede alla Patria, anche una Medaglia d’oro al valor civile.
E’ questi l’On. Gr. Uff. Dott. Guido Bergamo, nato a Montebelluna e deceduto dieci anni or sono, il 26 giugno 1953, dilaniato dal processo di disfacimento causato dall’effetto del radio usato in esperienze svolte per il bene dell’umanità.
Come giustamente Ugo Facco De Lagarda ha espresso nella prefazione della ristampa del volume di Guido Bergamo «Frammenti di vita 1943» il cui ricavato della vendita andrà a beneficio della Fondazione dei Mutilatini dell’Alpino Don Carlo Gnocchi, Egli fu un uomo completo — soldato, tribuno, medico, umanista — da meritare il ricordo indelebile degli italiani tutti.
Guido Bergamo aveva fatto tutta la «15-18» come ufficiale alpino meritandosi sette decorazioni al valore tra cui numerose medaglie d’argento e, dal 1919 al 1925, fu deputato al Parlamento; gli andò male col graduale monopolismo politico ma Egli non rinunciò alla propria idea che riemerse dopo la conclusione dell’ultimo conflitto.
Per vent’anni Egli si era dedicato alla scienza radiologica subendo la contaminazione che gli provocò, come l’altro alpino medaglia d’oro al v.c. Prof. Mario Ponzio di Torino, dolorosissime mutilazioni ed infine la morte.
Il più alto riconoscimento al valor civile ha coronato la Sua vita esemplare di soldato valoroso e di altrettanto eroico cittadino.
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