Ƚa storia contà so Raixe Venete da Rexistensa Veneta

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Messaggioda Berto » mar dic 16, 2014 11:39 pm

Ƚa storia contà so Raixe Venete da Rexistensa Veneta
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Naltra storia so łi veneteghi ke ła se cata so Raixe Venete

Messaggioda Berto » mer dic 17, 2014 12:04 am

I Veneti antichi, nostri progenitori

Grazie alla scoperta di centinaia di siti antichissimi, l’archeologia ci conferma che le nostre terre venete sono state stabilmente ed intensamente abitate dai nostri antenati sin dalle epoche remote, in particolare da 3.000 – 4.000 anni fa’ in poi.

Le prime fonti storiche ci dicono che i popoli originari del veneto furono inizialmente spinti verso le montagne nell’area trentino-veneto-friulana in seguito all’arrivo dei Veneti, tra il 1200 e il 900 avanti cristo. Infatti, forti variazioni climatiche causarono l’inaridimento dei loro territori d’origine e li costrinsero ad una emigrazione in massa.
Gli storici antichi raccontano che I Veneti venivano dalla Paflagonia, situata nel nord dell’attuale Turchia ai confini con la terra delle Amazzoni e dell’impero Ittita. Erano forti, progrediti ed organizzati, conoscevano bene la lavorazione del ferro (appresa dagli Ittiti), della terra e dell’idraulica (nascono allora le prime opere di canalizzazione e di arginazione dei fiumi in Veneto).
Gli autoctoni originari ed i veneti “Paflagoni” superato il primo impatto coabitarono, si integrarono e si fusero dando origine all’etnia dei veneti del Veneto (ci furono anche i veneti della Bretagna e del lago di Costanza e della Stiria fin su al Baltico). Entrambe le popolazioni erano di origine indoeuropea, parlavano una lingua simile pur se diversa: si capivano.

I Veneti erano fieri e combattivi ma non rissosi; vivevano pacificamente sapendo ben difendere i propri confini (soprattutto dai vicini Celti arrivati dopo). Assorbirono tutte le successive immigrazioni: dei Celti e dei Romani prima e delle popolazioni germaniche barI-Veneti-Antichi-in-mostra-a-Padova_1bariche (portavano barbe lunghe) poi (goti, longobardi, franchi ecc.). I nuovi arrivati erano numericamente inferiori, pertanto, si integrarono assorbendo la cultura, la lingua e l’identità veneta. Forse alcune colonie venete sono probabilmente arrivate fino in Etruria e in Lazio (Venetulani) ed hanno contribuito alla fondazione di Roma.

I veneti autoctoni più antichi abitavano nei castellari, villaggi fortificati posti su alture o colli (i toponimi “castelo” o “castelaro” spesso indicano un luogo elevato dove tremila anni fa esisteva un castelaro) i nuovi colonizzarono i terreni paludosi di fondovalle, in prossimità degli svincoli viari. Il tiglio era il loro albero sacro e attorno ad esso si riunivano i saggi del villaggio. Sacro e rispettato era il cavallo (ad Altino – VE – sono state rinvenute sepolture di cavalli), infatti, erano universalmente noti per gli allevamenti di stupendi cavalli. Erano religiosi, bruciavano i loro morti su pire di legno profumato e raccoglievano le ceneri in urne di terracotta o bronzo (situle) che seppellivano in cassette di pietra inoltre veneravano diversi dei in templi all’aperto immersi nei boschi sacri, in particolare la dea Rejtija (il cui massimo centro di culto pervenutoci era presso Lagole di Pieve di Cadore), ma anche nei centri importanti (Vicenza, Padova, Este, Treviso Montebelluna ec.) Trimuzijat dio dalle tre teste, Aponus venerato nei pressi di Abano (PD) ed altri.

Il fortissimo amore dei Veneti per la Madonna, testimoniato dai numerosi capitelli, chiese e santuari ad essa intitolati, (non comune fuori dal Veneto) è un retaggio popolare del culto antichissimo e diffuso della dea Rejtija surrogata, in seguito alla cristianizzazione, con la figura della Madonna (A testimonianza del grande rispetto e della grande considerazione di questo popolo per la donna). I Veneti antichi (come i moderni) erano avventurosi e temerari commercianti (si spingevano fino al mar baltico e all’Etruria o più a sud), erano abili artigiani e valorosi guerrieri: bloccarono l’espansione celtica ai confini veneti sia a nord che a occidente, coabitando in maniera pacifica con i Celti Cenomani stanziati tra Verona e Bergamo.

Dal 6° secolo a.c. si diffuse la scrittura: il venetico, coevo dell’Etrusco. Le sue tracce sono diffuse in tutto il Veneto fino alla Carnia. Mirabili sono le tavolette bronzee “atestine” conservate al museo nazionale di Este – PD, che testimoniano la presenza di una scuola di scrittura nei pressi
del tempio di Este, e numerose iscrizioni su bronzo, pietra o ciotoli visibili nei musei di Padova, Vicenza Treviso, Pieve di Cadore ecc..

Una etnia omogenea e attiva con almeno 500.000 abitanti e una ricchezza tale da qualificarla, nel primo secolo a.c., come terza città dell’Impero romano per numeriscrizione-thumbo di cavalieri (500 aristocratici). La saria Padova li se ga dexmentegà de metarghe el nome.

Erano esperti di ingegneria idraulica visto che concepirono il “Graticolato” (chiamato erroneamente romano, in realtà di origine Venetica), una griglia estremamente precisa di strade e canali irrigui a nord di Padova, e realizzarono parecchie strade (successivamente risistemate e rinominate in epoca romana). ???

Tra i diversi personaggi famosi veneti, di cui è rimasta una memoria storica, sono da citare gli scrittori Tito Livio (padovano), Catullo (veronese) e Virgilio (mantovano). Addirittura Tito Livio incomincia la poderosa opera della storia di Roma in dieci volumi (la favola di Romolo e Remo e i sette re di Roma) raccontando il mito delle origini del popolo veneto, e dell’arrivo di Antenore suo capostipite.

Prima e durante l’Impero Romano, per quanto se ne sa, i Veneti furono soltanto “nazione”, cioè una popolazione dai caratteri fisici, linguistici e organizzativi ben delineati.???

Una organizzazione politica, anche se non ci sono precise evidenze storiche, ci doveva essere, considerato che gli storici affermano che poteva armare un esercito di 120.000 soldati. I Veneti, da sempre nemici dei Celti, vedevano nei Romani degli alleati ed in più occasioni corsero in loro soccorso per bloccare le invasioni celtiche.

Nel 395 a.c. e del 225 a.c. inviarono in difesa di Roma ca. 20.000 tra fanti e cavalieri. L’alleanza tra veneti e romani condusse, tra il 2° ed il 1° a.c., alla integrazione dei primi nel nascente impero dei secondi, a differenza di altri popoli e territori conquistati con la forza e brutalmente sottomessi, ed alla nascita della provincia “Venethia et Histria”.
Nell’impero romano furono parecchi i veneti a sedere nel senato imperiale e a ricoprire cariche importanti.
Tacito ricorda che Peto Trasea, padovano vissuto nel primo secolo d.c., era unanimemente ricordato come l’ultimo grande senatore di Roma repubblicana per l’onestà ed il coraggio dimostrati nella difesa della Repubblica, quando l’impero stava inesorabilmente scivolando verso la dittatura. Venne condannato a morte da Nerone per averne coraggiosamente condannato l’arbitrio e lo strapotere nonché la corruzione dei costumi di Roma ed il suo degrado morale.

???
Nelle guerre civili del primo secolo d.c., i veneti appoggiarono la fazione perdente, e ciò causò l’occupazione ed il costoso mantenimento delle truppe imperiali della fazioVenetiane vincente, la riduzione dei privilegi ed il pagamento di cospicui tributi.
Con la decadenza e la caduta dell’impero romano (476 d.c.) la pianura veneta, non più difesa da una organizzazione militare efficace, divenne terra di passaggio e di saccheggio da parte degli eserciti barbari, che da oriente si spingevano verso le Gallie.

???
Arrivarono in disordine e si dispersero in tutto il territorio della pianura Padana. Talvolta vi si insediarono stabilmente e sostituirono le strutture dell’amministrazione romana con le proprie consuetudini, fondate sulla prassi, più che su leggi scritte, e sul potere autoritario dei duchi e dei condottieri. Influenzarono il linguaggio indigeno, ma più con infiltrazioni lessicali che con modifiche morfologiche arricchendo la lingua veneta che, comunque, poi fecero loro. Goti, Longobardi, Franchi si sovrapposero in ordine di tempo.
Per tutto il medioevo la nazione Veneta restò spezzata in feudi (contee, marche, ducati e sculdascie) assegnati a uomini d’arme o alla nobiltà straniera di fiducia degli imperatori germanici e invisa alla popolazione. Di qui ebbe origine l’aristocrazia delle dispotiche Signorie di terra.
Mentre nell’area lagunare si sviluppò la comunità veneta nella sua forma più consona, quella repubblicana e democratica, da cui trasse origine l’aristocrazia veneziana quindi esclusivamente indigena e mercantile (benemeriti della Repubblica).

Comitato Rexistensa Veneta


Vera storia dei veneti de Rexistensa Veneta

https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... lraUk/edit
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Messaggioda Berto » gio dic 18, 2014 7:38 am

Vara coante ensemense ke li conta par çerte robe li xe come li taliani:

1
Gli autoctoni originari ed i veneti “Paflagoni” superato il primo impatto coabitarono, si integrarono e si fusero dando origine all’etnia dei veneti del Veneto (ci furono anche i veneti della Bretagna e del lago di Costanza e della Stiria fin su al Baltico). Entrambe le popolazioni erano di origine indoeuropea, parlavano una lingua simile pur se diversa: si capivano.

Ancora co sta ensoulsa e fantomatega categoria etnega endouropea ke no la vol dir gnente; veneti de Lgo de Costansa, de la Stiria e del Baltego ? Ancora co sti Paflagoni ke la xe na envension xletrana, de li doti leterà..


2
Gli storici antichi raccontano che I Veneti venivano dalla Paflagonia, situata nel nord dell’attuale Turchia ai confini con la terra delle Amazzoni e dell’impero Ittita. Erano forti, progrediti ed organizzati, conoscevano bene la lavorazione del ferro (appresa dagli Ittiti), della terra e dell’idraulica (nascono allora le prime opere di canalizzazione e di arginazione dei fiumi in Veneto).

L'edraolega la jera xa partegà da li ogagni (palafitari) e da li teramarigoli (teramare).


3
Erano religiosi, bruciavano i loro morti su pire di legno profumato e raccoglievano le ceneri in urne di terracotta o bronzo (situle) che seppellivano in cassette di pietra inoltre veneravano diversi dei in templi all’aperto immersi nei boschi sacri, in particolare la dea Rejtija (il cui massimo centro di culto pervenutoci era presso Lagole di Pieve di Cadore), ma anche nei centri importanti (Vicenza, Padova, Este, Treviso Montebelluna ec.) Trimuzijat dio dalle tre teste, Aponus venerato nei pressi di Abano (PD) ed altri.

Trimuzijat nol jera on dio a tre testa, no ghè gnaona testemognansa. E Aponus lè na envension de li doti.


4
I Veneti antichi (come i moderni) erano avventurosi e temerari commercianti (si spingevano fino al mar baltico e all’Etruria o più a sud), erano abili artigiani e valorosi guerrieri: bloccarono l’espansione celtica ai confini veneti sia a nord che a occidente, coabitando in maniera pacifica con i Celti Cenomani stanziati tra Verona e Bergamo.

Ghe manca i Carni de la furlania e i Catubrini del Cador. La tera veneta la jera piena de çelti, la Coultura de Halstatt-Este la xe anca çelto-veneta.


5
Erano esperti di ingegneria idraulica visto che concepirono il “Graticolato” (chiamato erroneamente romano, in realtà di origine eenetica), una griglia estremamente precisa di strade e canali irrigui a nord di Padova, e realizzarono parecchie strade (successivamente risistemate e rinominate in epoca romana). ???

Sta kì de la gradela veneta lè na epotexi de bepin Segato ma la xe tuta da verefegar e da demostrar. La par pì na çenturiasion.


6
Prima e durante l’Impero Romano, per quanto se ne sa, i Veneti furono soltanto “nazione”, cioè una popolazione dai caratteri fisici, linguistici e organizzativi ben delineati.???
... I Veneti, da sempre nemici dei Celti, vedevano nei Romani degli alleati ed in più occasioni corsero in loro soccorso per bloccare le invasioni celtiche.

Ma come nemighi dei çelti se prima a te ghè scrito ke li conviveva co i Cenomani e mi ghe go xontà anca i Carni de la furlania e i Catubrini del Cador, la tera veneta la jera piena de çelti.


7
Con la decadenza e la caduta dell’impero romano (476 d.c.) la pianura veneta, non più difesa da una organizzazione militare efficace, divenne terra di passaggio e di saccheggio da parte degli eserciti barbari, che da oriente si spingevano verso le Gallie.
???
Arrivarono in disordine e si dispersero in tutto il territorio della pianura Padana. Talvolta vi si insediarono stabilmente e sostituirono le strutture dell’amministrazione romana con le proprie consuetudini, fondate sulla prassi, più che su leggi scritte, e sul potere autoritario dei duchi e dei condottieri. Influenzarono il linguaggio indigeno, ma più con infiltrazioni lessicali che con modifiche morfologiche arricchendo la lingua veneta che, comunque, poi fecero loro. Goti, Longobardi, Franchi si sovrapposero in ordine di tempo.
Per tutto il medioevo la nazione Veneta restò spezzata in feudi (contee, marche, ducati e sculdascie) assegnati a uomini d’arme o alla nobiltà straniera di fiducia degli imperatori germanici e invisa alla popolazione. Di qui ebbe origine l’aristocrazia delle dispotiche Signorie di terra.
Mentre nell’area lagunare si sviluppò la comunità veneta nella sua forma più consona, quella repubblicana e democratica, da cui trasse origine l’aristocrazia veneziana quindi esclusivamente indigena e mercantile (benemeriti della Repubblica).

Ma cosa conteo sù a si pexo de li taliani ke li conta ke la Talia al termene de l'enpero roman la xe stà spakà en mile toki ke i Savoia li garia remeso anseme co la cola del resorxemento, desfando i veneti e e el Veneto.
Cusì sti pori veneti fanfaroni li scançela pì de 1000 ani de storia: tuto el mexoevo, la naseda dei comuni, la renasensa ouropea grasie ai xermani ... e tuto l'aporto enteno-coultural e lengoestego de le xenti xermane: goti, longobardi, sasoni, franki, tirolexi.



Ente la tera veneta ghe i jera i duki come a Venesia e doxe vol dir duca/dux/duce/doge.
Pensè a primi doxi venesiani ke li se copava come ridare ... pensè a come ke l''arestograsia venesiana la se ga calà le braghe co Napoleon e come ke la ne ga portà drento a l'oror talian.
Mile ani de storia no li se scançela cusì .
Mi a so veneto vixentin e no so venesian e a go raixe xermane come almanco on terso dei veneti.
Mi no vojo naltra arestograsia venesiana.



Duki e doxi/dogi (ducati e dogado - dux e duce)
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Falbe storie e miti: no lomè Roma e Venesia
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El primo doxe ?: Paoluccio Anafesto e ƚa vioƚensa ƚagounare
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L'arestocrasia venesiana jerela na casta veneta?
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Veneti ke sogna na nova Repiovega Arestogratega
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Mexoevo - ani o secołi veneto-xermani (suxo 900 ani) e naseda o sorxensa dei comouni
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La democrasia comounal no la xe nata a Venesia o tra i grego-veneteghi de la lagouna
Comun, Arengo, Mexoevo, Istitusion
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Istitusion Venete
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Istitusion Venete - Storia
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Naltra storia so łi veneteghi ke ła se cata so Raixe Venete

Messaggioda Berto » gio dic 18, 2014 7:50 am

Ła Repiovega Veneto Venesiana lè termenà entel 1797 par responsabeletà e colpa de l'arestograsia venesiana e no de altri

viewtopic.php?f=160&t=807

Napoleon lè stà ƚa cartina de tornasol kel ga meso en ƚuxe ƚa deboƚesa e l'enconsestensa/pokesa poƚedega de ƚa Repiovega Veneto-venesiana de ke ƚi ani.
I venesiani de anco ƚi xe purpio taƚiani patoki, no ƚi vol recognosar ƚe so responsabeƚetà e ƚi scarga ƚa colpa so ƚi altri.
Ke Dio e san Marco ƚi ne scanpe da i venesiani ke no i ga pì el senso de ƚe so colpe e de ƚe so mexerie e ke ƚi se crede sora dei altri cofà l'ojo.
Basta far el confronto co i secoli de ƚa goera de Cambrai endoe ke ghe jera altra tenpra de omani.
Pitosto ke verxarse a ƚa nobeltà e a l'arestograsia veneta de tera ƚi ga prefaresto caƚarse ƚe braghe e consegnar ƚa Tera Veneta al criminal corso; sti venesiani ƚi xe stà traditori del Veneto, dei Veneti e de ƚa Repiovega Veneta.
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Re: Ƚa storia contà so Raixe Venete da Rexistensa Veneta

Messaggioda Berto » dom dic 21, 2014 6:53 am

Ƚi Çelti Çenomani de Verona, i Carni de ƚa Furlania e i Catubrini del Cador no ƚi jera nemighi dei veneti e i fa parte de ƚe xenti venete:
Gałi e çelti ente ła tera veneta e en Ouropa
viewtopic.php?f=134&t=520

Anca i Reti de ƚe piemontane e dei monti ƚi fa parte de le xenti venete::
I Reti
viewtopic.php?f=134&t=513

Anca ƚi Ogagni de Verona e de Viçensa ƚi fa parte de ƚe xenti venete:
Euganei/ Eugani/ Ougagni/Ogagni 1
viewtopic.php?f=134&t=515

Anca ƚi Istri
Istri, Iliri, Xlavi:
viewtopic.php?f=152&t=510

Anca i Xermani ƚi fa parte de ƚe xenti venete:
Xermani, Germani
viewtopic.php?f=134&t=524
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Re: Ƚa storia contà so Raixe Venete da Rexistensa Veneta

Messaggioda Berto » dom dic 21, 2014 6:53 am

El memolo prejudiçio contro i xermani, col mito de Roma kel se reçicla ente coelo de Venesia:


La nascita dello Stato Veneto

Venezia città, e poi capitale dei Veneti, nasce dopo la fine della romanità e al di fuori di tutto il riordinamento, sia territoriale che politico-culturale, che fu dato all'Europa dai popoli germanici.

L'Europa orientale e mediterranea restò zona d'influenza dell'Impero bizantino. Nel VII° secolo sulle rive del mediterraneo prevalsero prima gli Arabi e alla fine i Turchi. Contro questi conquistatori Venezia condurrà le sue lotte in mare.

Risale al periodo delle invasioni barbariche la lenta nascita e crescita di Venezia.
Per sfuggire la violenza distruttiva, i Veneti dal Friuli al Veneto si rinchiusero nelle città oppure si rifugiarono sulle montagne o nelle isole della laguna. (???)

Questi ultimi divennero uomini di mare salvati dall'amore per la libertà (???).

Sulla laguna Venezia si rafforzò, prosperò e divenne potenza. Si sottrasse, anche con le armi, al predominio dell'impero d'Oriente. Poi, dalla laguna, ritornò alla terraferma e unificò il Veneto, togliendo i feudi alle casate medievali, eliminando le antiche Signorie straniere(???).

Il merito storico di Venezia è quello dei grandi stati Nazionali d'Europa centrale e del nord: ha (parzialmente) realizzato l'unificazione geografica delle province venete, sottomettendo le signorie straniere che si erano costituite nei grandi e piccoli centri urbani dopo che le invasioni barbariche, succedutesi alla caduta dell'impero Romano, portarono all'insediamento in Europa dei reami barbarici e del Sacro Romano Impero.(???)

Venezia compì, dopo 1000 anni, la riunificazione delle terre Venete nella nuova “Venethia”, la Repubblica di Venezia. E Venezia, la città che custodì le spoglie, la civiltà ed il nome dell’antico Stato, parte del grande impero romano (la Venethia et Histria), ritornò a dare vita, nome e civiltà al nuovo stato unitario nella Repubblica di Venezia.(???)

Venezia alla fine del processo di riunificazione, compiuto nella prima metà del 1400, elevò la “Venethia” a livello di stato sovrano e potenza marittima, con civiltà largamente autonoma: benessere economico, libertà, istituzioni di governo e cultura originali e superiori alla media europea. Con l'amministrazione di Venezia i Veneti trovarono pace e concordia(???).
Le secolari lotte intestine tra feudatari(di stirpe barbarica) per il predominio locale ebbero fine.(???)
Dal 1400 al 1797, quasi 400 anni di storia unitaria, di stato sovrano, indipendente, illuminato, invidiato e rispettato in tutto il mondo di allora.


E i veneti de tera ke łi jera almanco diexe o vinti ‘olte coełi de ła lagouna, contałi gnente?
E i migranti xermani ke łi xe devegnesti veneti contałi gnente?
E ła çeveltà comounal ke no ła xe na envension venesiana contała gnente?
E łe goere çeviłi del dogado lagounar venesian col masamento e l'orbamento dei doxi?
E łe goere de Venesia dogal, comounal e repiovegana ente la tera veneta, ente l’Adreatego, entel Medeiteragno?
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Re: Ƚa storia contà so Raixe Venete da Rexistensa Veneta

Messaggioda Berto » dom nov 25, 2018 10:53 am

Mexoevo - ani veneto-venesiani en lagouna - 1.000 e pì ani - de cu 650 come comoun e repiovega (Bixansio e Repiovega Serenisima)

viewforum.php?f=137

Doxe

http://it.wikipedia.org/wiki/Doge_(Venezia)

Il Doge (veneziano: Doxe, /dɔze/) era la suprema magistratura della Repubblica di Venezia, istituita sin dal 697 e durata fino alla caduta della Repubblica, il 12 maggio 1797. Al doge ci si rivolgeva anche con i titoli di Monsignor el Doxe, Serenissimo Principe o Sua Serenità o con l'originale latino Dux, cioè duca ("comandante" o "generale").
Dipanatasi su un periodo storico di mille e cento anni e per un numero di centoventi successori (escludendo le sovrapposizioni di coreggenza nelle epoche più antiche), l'istituto ducale veneziano subì una profonda evoluzione che, dall'accezione militare primitiva, evolse prima rapidamente in forma monarchica e poi, solo in epoca successiva, in magistratura repubblicana.
L'istituzione ducale, a Venezia, ha origini bizantine risalenti alla nomina del primo dux Paolo Lucio Anafesto, nel 697, quale governatore militare della Venezia bizantina per conto dell'Esarca di Ravenna. Contesa nel periodo 726-737 tra Veneziani e Bizantini e brevemente interrotta a seguito del trasferimento del potere ai Magistri Militum, l'elettività ducale fu, a partire dal 742, definitivamente sottratta al controllo imperiale, sancendo così l'inizio della monarchia ducale, che durò, con alterne vicende, sino all'XI secolo. In tale periodo l'istituto ducale si modellò sulla forma della monarchia bizantina, divenendo a tratti ereditario e duplicandosi, con l'uso da parte del doge regnante di associarsi al trono il successore designato nella forma di un coreggente o co-Dux.

Nei primi tre secoli di Venezia vi furono ventotto dogi,
di cui quattordici deposti, con accecamento, taglio della barba e dei capelli per sfregio o per forzata tonsura (al modo bizantino), oppure uccisi in rivolte;
quattro preferirono abdicare,
uno cadde in battaglia
e solo nove morirono di morte naturale.
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