Peke, magagne e robe fate mal de ła LIFE e creteghe

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Messaggioda Berto » sab mar 29, 2014 8:18 am

Peke, magagne e robe fate mal de ła LIFE e creteghe
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Peke, magagne e robe fate mal de ła LIFE

Messaggioda Berto » sab mar 29, 2014 8:19 am

Masa caouxe łegałi

Masa caouxe perse, màsa skei butà via par pagar avogadi, màsa poca ponderasion so ste enesiadive

vedase caouxe INPS INAIL CCIAA
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Re: Peke, magagne e robe fate mal de ła LIFE

Messaggioda Berto » sab mar 29, 2014 8:20 am

Ła Spa de produsion tełevixiva

On tristo falimento, mancansa de responsabeletà de tanti e coalke mexeria omana


A xe purpio vero co se riscia i skei de i altri no se xe gran responsabełi.

Colomban, "furbetto" con i fondi Ue per l'area di Manfredonia

Prima di diventare assessore M5s alle Partecipate a Roma, l'imprenditore veneto aveva provato a investire in Puglia. Con fondi europei che non gli sarebbero spettati: venne stoppato e l'affare saltò
di WALTER GALBIATI
http://www.repubblica.it/politica/2016/ ... -154638145

ROMA - Diciassette anni fa era sceso al Sud insieme a un manipolo di imprenditori veneti per rilanciare le sorti dell’area industriale di Manfredonia (Foggia). Tre mesi fa è stato chiamato a Roma, in qualità di assessore, per mettere ordine nella partecipate del Comune, fonti di dolori e buchi per l’amministrazione capitolina. Eppure quell'avventura imprenditoriale non è andata come tutti avrebbero voluto. Tanto che il pentastellato imprenditore era finito tra le file dei furbetti dei finanziamenti pubblici.

Ai tempi, correva l’anno 1999, Massimo Colomban era alla guida della sua creatura Permasteelisa, un colosso leader mondiale nei rivestimenti per palazzi in vetro e acciaio. L’aveva fondata lui e l’aveva guidata fino al 2002, quando, dopo averla portata a un fatturato di oltre un miliardo di euro, decise di lasciarla a una ottantina di manager fidati.

La missione in Puglia, invece, era nata sulle ceneri dell’insediamento dell’Eni tra Manfredonia e Monte Sant’Angelo, un complesso industriale in cui si producevano fertilizzanti. La crisi negli anni 80 e i vari disastri ambientali avevano portato, con strascichi giudiziari, alla chiusura della produzione nel 1993 nell’ambito del piano di riassetto della divisione agricoltura dell’Enichem. Per ricollocare i lavoratori e rilanciare la zona creando un nuovo distretto industriale più variegato, fu stipulato un contratto d’area a cui avevano aderito tutti, dal governo ai sindacati, dagli industriali agli enti locali. I lavori erano iniziati nel ’98 con il primo protocollo sottoscritto da 8 aziende che avrebbero dovuto beneficiare di 91 milioni di fondi pubblici. Il vero colpo, però, arriva col secondo protocollo, grazie a un invito rivolto agli imprenditori del Nord-Est a delocalizzare le proprie produzioni in Puglia. Le imprese interessate da otto diventano 66 e i milioni di finanziamenti salgono a 356.

È il 10 marzo 1998 quando il premier Romano Prodi, alla presenza del ministro dell’industria Pierluigi Bersani, chiama tutti a Palazzo Chigi per firmare l’accordo. E a luglio dello stesso anno è sempre Prodi a intervenire in una cerimonia al Castello di Manfredonia in cui viene stipulato il gemellaggio tra Treviso, Vicenza e Foggia: sulla carta, un successo perché saranno ben 27 le aziende venete pronte a trasferirsi. Anche se l’esito sarà poi di tutt’altro segno. Tra i ben intenzionati figura Colomban, che da Treviso scende in Puglia non con la sua ammiraglia, Permasteelisa, ma con una società di nuova costituzione, la Solar Tech srl. L’azienda si occupava di superfici esterne, in particolare di pannelli solari, e si doveva insediare nella zona industriale di Manfredonia. Secondo le tabelle predisposte dall’ufficio del responsabile unico del contratto d’area, la Solar Tech avrebbe dovuto sostenere un investimento complessivo di 57,555 milioni di euro, di cui 41,958 sarebbero dovuti arrivare dai fondi europei attraverso l’assegnazione del Cipe. Un investimento cospicuo, perché nessun’altra delle 66 aziende ad eccezione della Futura filati (43,3 milioni) aveva ricevuto un così grande ammontare di finanziamenti.

I fondi vengono deliberati a marzo 1999, ma un anno dopo, prima ancora che la Solar Tech avvii le proprie attività, la Commissione europea scopre qualcosa che forse non si sarebbe dovuto sapere. In una rara indagine sulla destinazione delle proprie risorse, la Commissione giunge alla conclusione che la Solar Tech non può più ricevere tutti i 42 milioni previsti. Il motivo risiede nella sua compagine azionaria che agli occhi della Ue non è quello di una piccola e media impresa, come avrebbero voluto far credere i soci. L’azienda è controllata dagli imprenditori Colomban (46%), Pavan (15%), Bonotto (15%) e per il 24% dalla Permasteelisa. Per la commissione la presenza tra gli azionisti di Colomban, padre padrone di Permasteelisa, e della stessa società leader nei pannelli, trasforma la Solar Tech in una società satellite del medesimo gruppo. Perdendo di fatto lo status di Pmi. “La Commissione europea - si legge nella nota pubblicata a novembre 2000 - ha deciso che l'Italia potrà accordare a Solar Tech srl soltanto una sovvenzione di 34 milioni di euro, invece dei 43 milioni di euro notificati, vale a dire 9 milioni in meno”.

La riduzione è stata imposta perché “Solar Tech non poteva beneficiare della maggiorazione di aiuto che è autorizzata in favore delle piccole e medie imprese (Pmi). È infatti risultato, nel corso dell'indagine, che in realtà Solar Tech fa parte del grande gruppo industriale Permasteelisa e non soffre degli svantaggi tipici delle Pmi”. Un taglio di 9 milioni di euro, pari al 20% dei finanziamenti che ha fatto salire a oltre 25 milioni di euro la necessità di mezzi propri. Finanziamenti che sarebbero stati illeciti, ma che la Ue ha scoperto. E il venire meno dell’appoggio pubblico, probabilmente ha fatto desistere Colomban. Come si andata a finire lo rivelano le carte del commissario unico. Alla voce “situazione” relativa alla Solar Tech compare monolitica la parola “Rinuncia”. Dell’azienda oggi non esiste più traccia: Colomban l’ha guidata fino al 2003, poi nel 2005 è stata cessata. Del progetto di Manfredonia, restano pochissime imprese. E perfino Prodi tornato in zona, ha parlato di un fallimento.
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Re: Peke, magagne e robe fate mal de ła LIFE

Messaggioda Berto » ven set 16, 2016 9:01 am

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Re: Peke, magagne e robe fate mal de ła LIFE e creteghe

Messaggioda Berto » mer ott 19, 2016 6:51 am

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Re: Peke, magagne e robe fate mal de ła LIFE e creteghe

Messaggioda Berto » mer ott 19, 2016 6:52 am

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Re: Peke, magagne e robe fate mal de ła LIFE e creteghe

Messaggioda Berto » mer ott 19, 2016 6:52 am

LIFE - creteghe
http://www.life.it/1/per-chi-fate-tutto-cio/#more-6774
Per chi fate tutto ciò?
Pubblicato 18 ottobre 2016 | Da daniele
Merita pubblicazione questa accorata mail di una giovane imprenditrice cresciuta fin da bambina in ambiente LIFE. Le perplessità che si pone sono le stesse che di tanto in tanto, ci assalgono anche noi, vecchi militanti, e soprattutto sono condivise dai nostri famigliari che spesso, come Lei, ci rinfacciano la cruda realtà. Ma è proprio vero che casa, Chiesa (in senso metaforico!) e famiglia possono garantire in se il piacere di vivere, l’estrema gioia, pur concedendoci come vittime sacrificali agli assalti delle bande criminali di politici e affaristi che hanno interesse opposto al nostro benessere anche spirituale?

La risposta al prossimo post. Daniele Quaglia



Ciao Daniele, È da un po’ che ci penso, se scriverti o fare a meno.

Solitamente destino il mio tempo alle cose ed alle persone che contano e che hanno un valore nella mia vita, perchè sono un modello, uno stimolo o semplicemente perchè voglio loro bene… e spero che questa premessa sfati qualsiasi pregiudizio o fraintendimento.

Mi rivolgo a Daniele, perchè da lui ricevo le mail di “Life”, ma scrivo anche a Fabio perchè lo stimo e so quanto ama la sua famiglia.

Ero piccolissima e sentivo parlare di Life, Quaglia e Padovan, Lega.
Ero adolescente e sentivo parlare di Life, Quaglia e Padovan, Lega.
Sono diventata adulta e continuo a sentir parlare di Life, Quaglia e Padovan e indipendentisti veneti.
Ora però conosco anche voi, i propositi di Life ed ho maturato la convinzione che non si cambiano le persone, se esse non vogliono cambiare.

Intanto sono passati decenni, il paese in cui vivo è sempre lo stesso (perchè gli italiani, i veneti e gli imprenditori non vogliono cambiare), per non dire che è rovinosamente peggiorato, le persone sono sempre le stesse, per non dire che sono tristemente cadute in basso, impapinate come sono con il naso costantemente sopra uno smartphone ed un polpastrello a massaggiargli lo schermo per passare informazioni di cui non conoscono neppure bene i backstage e per fare amicizia con perfetti sconosciuti, magari togliendo tempo e disponibilità alla propria famiglia.

Ieri ero bambina e vedevo mio papà arrabbiarsi perchè Life consigliava così.
Ieri ero bambina e vedevo mio papà affannarsi per metter in atto le proteste secondo gli orientamenti Life.
Ieri ero bambina e vedevo mio papà coltivare odio e rancore per i funzionari pubblici che vessano ingiustamente seppure legalmente le aziende e gli italiani onesti
Oggi sono adulta e continuo a vedere mio papà assatanato per gli ideali Life, e provo tristezza, amarezza, preoccupazione, perchè si è rovinato decenni di vita in proteste, che a noi figli hanno solo lasciato l’amaro di aver visto il papà preferire altri ed altro alla Famiglia ed alla serena e calda quiete domestica, ed oggi, che è ancora in tempo per rimediare, non vede che Life, indipendentisti e company… ancor prima della sua SALUTE.

È risaputo che ognuno dinanzi ad uno stesso pensiero ne fa una propria interpretazione personale. 1000 persone sentono lo stesso messaggio, ma questo messaggio avrà altrettante manifestazioni diverse. Sicuramente la manifestazione di mio papà non è quella di Daniele o Fabio, e quella di Fabio non è la stessa di Daniele.

Non sentitevi quindi rimproverati dalla sottoscritta, ma lasciatemi dirvi che nessuno di voi si sciacquarvi + la bocca dicendo che portate avanti certe battaglie per il bene dei vostri figli…. perchè il bene dei vostri figli è vedere i genitori in pace non in costante guerra con il mondo ma soprattutto con sè stessi.

Con Fabio ho in comune la battaglia contro i pesticidi. Per alcuni anni ho militato sul fronte WWF nelle modalità Life, poi mi sono resa conto che per una battaglia giusta stavo mettendo a repentaglio la mia serenità quotidiana e quella di chi non sopportava + di vedermi costantemente arrabbiata col mondo.

Non ho smesso di lottare, continuo a farlo tutti i giorni nelle mie scelte quotidiane, e ora + che da bambina sento il desiderio di trasmettere a mio papà (MA NON CI RIESCO) che non ha nessun senso che lotti ancora insieme a voi per qualcosa che non lascerà niente a nessuno o per lo meno non di certo alla sua famiglia.

Quanto vi scrivo non vuole essere uno sterile sfogo e neppure un aspro rimprovero, ma un consiglio: basta istigare le persone alla lotta assatanata, continuate pure a portare avanti i vostri ideali di giustizia, ma fatelo con la consapevolezza di aver tolto tanti papà alle rispettive famiglie, e per non ripetere questo grave errore rendendo vana oltre che inadeguata la vostra guerra contro il sistema, dovete fermarvi e ritararne le modalità enfatizzando che militanti indifferenti al tempo ed alla quiete che tolgono alle loro famiglie, nuocciono alla vostra immagine di UOMINI credibili a cui guardare come esempio.

Entrambi potreste essere miei genitori, lasciatemi dirvi e senza offesa, che avete un’età in cui potete togliervi il piacere di VIVERE, di godere della salute e del tempo chi vi è donato, facendo tesoro anche delle critiche + sgradite per aiutare i vostri figli e nipoti a seguire orme + sagge, perchè la vita è una e pure breve per cambiare il mondo.

Quando mi rivolgo al plurale a voi/vostri etc. non mi riferisco a voi Fabio e Daniele, ma a voi come gruppo, mio papà compreso.

Noi il mondo non lo cambieremo mai, ma possiamo non renderci complici di chi lo sta distruggendo e per fare questo non è necessario fare guerre o proteste rumorose. Facciamo la nostra parte dentro le famiglie dove siamo nati.

“Siate una benedizione per gli altri oltre che per voi stessi” ed è un augurio che rivolgo anche a me stessa.

Con stima, (segue firma)


Risposta a “Per chi fate tutto ciò?”
Pubblicato 19 ottobre 2016 | Da daniele

http://www.life.it/1/risposta-a-per-chi-fate-tutto-cio

Cara XXXXX, comprendo il tuo stato d’animo che spesso è anche il mio e la situazione che stai vivendo la stanno vivendo anche i miei, uno in particolare.

Spesso mi domando come sarebbe potuta essere la mia vita senza invischiarmi in LIFE che ha stravolto quella che poteva essere una vita normale in una famiglia normale.

Ma cos’è la normalità? Il vivere sereno?

Sono figlio di artigiani che dopo la guerra si son dati daffare per creare prospettive di vita migliori per loro, per la nostra famiglia e indirettamente per quella dei collaboratori che trovavano lavoro nella nostra azienda.

Fatti salvi gli anni 50 e 60 dove vigevano norme più umane che ti consentivano di concordare il reddito direttamente con il funzionario delle “tasse” dell’ufficio ….. non ricordo il nome che comunque non era di certo Agenzia delle Entrate, tutti gli altri anni a seguire sono stati un assalto forsennato della burocrazia statale al nostro lavoro e alle nostre famiglie.

Non voglio raccontarti tutta la mia vita ed i motivi che trasformano un premuroso padre di 4 piccoli bambini in un ribelle: questo lo potrai sapere se hai la pazienza di leggere “Veneto Libero!” autobiografico, titolo che non poteva essere più espressivo dei miei sentimenti.

Anch’io ho fatto l’artigiano ed ho ancora l’iscrizione alla CCIAA dopo quasi 10 anni di inattività della Crisval snc, perché fino ad ora non ho mai avuto i soldi per la cancellazione e ogni anno continua ad arrivarmi il “diritto camerale” da pagare, che non ho mai pagato quando la società era attiva figurati se lo pagherò ora!

In tanti anni mi son fatto un’idea di cosa è necessario per trascorrere una vita tranquilla: lavoro e la giusta quantità di guadagno equivalenti a serenità da portare in famiglia.

Due situazioni che non sempre ti accompagnano e guardandomi attorno ho visto anche un’altra cosa: chi pretende di essere onesto pagando tutte le tasse difficilmente può armonizzare lavoro e guadagno e la serenità svanisce.

Per di più, sai bene che chi ha una partita IVA lavora doppio di un dipendente e le responsabilità occupano ogni spazio del suo tempo ma guadagna, in rapporto, la metà.

La jella di essere nati liberi imprenditori porta ad essere schiavi di questa libertà: liberi di lavorare quanto e come vogliamo con il corpo e con la mente, 24 ore su 24!

E se non guadagni a sufficienza ci pensa lo Stato con la bacchetta magica degli studi di settore che ti obbligano a pagare anche quando non hai guadagnato, invece di aiutarti.

E’ questo lo stato d’animo che dovrebbe consentire di goderci la famiglia e la vita?

Magari in casa avrei litigato per non aver tentato di cambiare le cose!

Non è vero che, “noi il mondo non lo cambieremo mai” perché allo stesso modo che pochi individui ci hanno portato a questa situazione altrettanti pochi potranno liberarci da questa schiavitù economica, sociale e culturale.

La storia è un ciclo continuo che si ripete: solo 150 anni fa non esistevano gli italiani e prima siamo stati 15 anni francesi e per 50 austriaci, da oltre 3000 Veneti e solo Veneti e i 2800 che ci siamo autogovernati hanno coinciso con il massimo splendore del nostro Popolo. ???

Gran parte dei Veneti non sanno queste cose, la colpa è dell’insegnamento scolastico imperniato su un sistema coloniale e questi Veneti perfettamente colonizzati se ne sono fatti una ragione del tipico modo di dire : “kosa vuto konbatare!”.

Col processo “Po£isia Veneta” sto rischiando 10 anni di galera perché la cara italja che adotta facile facile i trattati internazionali, con la stessa disinvoltura li ignora, e ci attribuisce reati che in verità non sono altro che l’esercizio di diritti che i trattati internazionali riconoscono anche ai Veneti.

Ma da 150 anni ci siamo abituati all’imbroglio, alla diffida reciproca, al concetto che il cittadino debba fregare lo stato prima che lo stato freghi lui e in questo clima, forse solo io, Fabio, tuo padre e qualche altro, riteniamo che non sia possibile trascorrere un’esistenza serena.

Forse siamo visionari da sembrare più egoisti che altro ma solo quando le cose saranno tornate al loro naturale decorso, quando ritorneremo liberi, forse qualcuno, tra i tanti, capirà.

A me basterebbe assaporare anche solo per qualche minuto l’aria di LIBERTA’; in questo mi sento estremamente egoista!

Con affetto Daniele Quaglia


Coaja, no a xe vero ca semo stà par 2800 lebari e endependenti e k'a se ghemo aotogoernà.
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Re: Peke, magagne e robe fate mal de ła LIFE e creteghe

Messaggioda Berto » mer ott 19, 2016 8:03 am

Le creteghe de Panto

LIFE: GIORGIO PANTO, PERCHE' LASCIO LA PRESIDENZA

https://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Panto
http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnA ... 172600.php

Milano, 18 apr. -(Adnkronos)- ''Confermo ufficialmente le mie dimissioni dalla carica di presidente della Life Italia''. Inizia cosi' la lettera con la quale Giorgio Panto spiega perche' si e' dimesso dalla carica di presidente nazionale della Life (Liberi Imprenditori Federalisti Europei). ''Quando accettai la carica di presidente su richiesta pressante di Fabio Padovan -afferma Panto- sognavo un'organizzazione che avesse la forza delle idee di rinnovamento per colloquiare con le istituzioni al fine di cambiare le regole democraticamente ma con determinazione''.

''Entrando in Life -prosegue- ho trovato persone intelligenti e lungimiranti con una proposivita' incisiva, che potrebbero fare crescere l'organizzazione ma, ahime', ho trovato anche e soprattutto persone incapaci di comprendere l'importanza del dialogo e pronte esclusivamente a gridare e a lamentarsi senza alcun intento di trovare soluzioni fattive''.

''E' stato detto -si legge ancora nella lettera- 'Panto non ha il virus Life': e' vero se avere questo virus significa identificare lo scopo Life solo come 'litigare furiosamente con la Guardia Finanza' o appartenere a quella decina che non hanno pagato l'Ici o la tassa d'iscrizione alla Camera di Commercio. La Guardia di Finanza e' la parte militarmente esecutiva, ed e' forzatamente obbediente. Quello che serve e' dialogare con chi le regole le stabilisce'' (segue)



https://forum.termometropolitico.it/362 ... -life.html

Venerdì, 8 Luglio 2005

IL CASO In una intervista rilasciata nel 2001 al "Giornale" aveva usato espressioni considerate lesive della reputazione
Offese Padovan, Panto deve pagare
L�imprenditore di S. Biagio dovrà versare 10mila euro al fondatore della Life e altrettanti all�associazione
Conegliano

Chissà se s'erano mai davvero tanto amati. Di sicuro però il "divorzio" di Giorgio Panto dalla Life, e dal suo fondatore Fabio Padovan, è costato caro all'attuale leader di Progetto Nordest. Il "re dei serramenti in legno", come veniva descritto nell'articolo del "Giornale" finito al centro di un processo per diffamazione, è stato infatti condannato dal Tribunale di Monza a risarcire complessivamente con 24.500 euro i Liberi imprenditori federalisti europei ed il loro storico ex presidente.

La querelle era cominciata il 23 settembre 2001, quando il quotidiano oggi diretto da Maurizio Belpietro aveva pubblicato un'intervista a Panto , in cui erano riportate «una serie di affermazioni del tutto gratuite, false e assolutamente lesive dell'immagine del Padovan e della Life», come si legge nella querela sporta all'epoca dall'avvocato Riccardo Sossai per conto dell'associazione e del titolare della Otlav. Ricordando i suoi trascorsi da presidente nazionale del sindacato delle piccole aziende, il proprietario del "regno" televisivo del Veneto aveva espresso degli apprezzamenti poco lusinghieri nei confronti tanto dell'ente di viale Italia quanto del suo ideologo della prima ora. Le dichiarazioni, mai smentite, erano state ritenute dagli interessati «assolutamente offensive dell'onore e della reputazione del dottor Fabio Padovan, della Life e degli stessi associati», nonché «tendenti a screditarne l'immagine». Una tesi sostanzialmente accolta dalla Procura e quindi dal Tribunale, allorché non era stata fatta valere l'esimente del diritto di critica politica, in quanto i commenti di Panto sarebbero andati al di là «della verità obiettiva delle affermazioni».

Alla vittoria in sede penale era poi seguita la battaglia civile. Nei giorni scorsi questo nuovo round si è concluso a Monza, città in cui viene stampato "Il Giornale", con l'accoglimento della domanda avanzata mediante l'atto di citazione proposto dalla Life e da Padovan. Il giudice Mirko Buratti ha condannato Panto al risarcimento dei danni, quantificandoli in 10mila euro a favore del sindacato e altrettanti nei confronti dell'ex parlamentare della Lega Nord, oltre agli interessi legali maturati dalla data della sentenza al saldo effettivo. Inoltre l'imprenditore di San Biagio di Callalta dovrà rifondere le spese di lite, pari ad altri 4.500 euro.

Angela Pederiva
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Re: Peke, magagne e robe fate mal de ła LIFE e creteghe

Messaggioda Berto » mer ott 19, 2016 9:28 pm

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