Torna la L.I.F.E. barricadera. Chiavegato: “Siamo pronti allo scontro”
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di LEONARDO FACCO
Ricordate la L.I.F.E. barricadera e rivoltosa di una quindicina d’anni fa? Quella che organizzava i Gruppi di Intervento Rapido in difesa degli imprenditori vessati dallo Stato? Quella che distribuiva il manualetto con le 20 regole auree da adottare in caso di visita della Guardia di Finanza? Ora, ricominciando dal Veneto, è pronta a ripartire, con più slancio e determinazione di un tempo.
La scorsa settimana, la L.I.F.E. – nata da un’intuizione di Fabio Padovan - ha eletto all’unanimità il suo nuovo presidente. E’ Lucio Chiavegato, che dopo aver chiuso la sua esperienza con la politica ha deciso di impegnarsi per ridare smalto all’associazione dei Liberi Imprenditori Federalisti Europei: “Ho lasciato dopo che Veneto Stato ha deciso di candidarsi alle elezioni politiche, contrariamente a quanto si era sempre predicato. Ho mantenuto la parola, mi sono dimesso dalla presidenza del partito al termine di un anno di impegni – come avevo promesso dopo la rottura che si era consumata al congresso -, ma quando Veneto Stato ha optato per presentare le liste per le elezioni romane ho preferito mollare”.
Chiavegato non abiura l’indipendentismo, anzi, ma da imprenditore s’è reso conto che nella sua regione, ma non solo, non è più possibile lavorare: “Serve una struttura che tuteli i Veneti che investono e che fanno impresa. Da qui la ripartenza della L.I.F.E. Veneto, che conta su un centinaio di soci risoluti e stanchi del sistema vessatorio – burocratico e fiscale – che pretende solo di sfruttare chi produce”.
Ripartire, certo, ma da dove, con quale progetto? “Con un progetto che è un gradino sopra quello della L.I.F.E. di quindici anni fa. Mi spiego. Una volta, la L.I.F.E. aveva i G.I.R. (Gruppi di Intervento Rapido) che andavano in soccorso di quegli iscritti che venivano visitati dalle Fiamme Gialle). Oggi, andremo oltre: creeremo i G.R.A. (Gruppi di Resistenza Attiva, dei quali faranno volontariamente parte gli iscritti che lo richiederanno), che – sia chiaro – non avranno nulla di gandhiano. Se la Guardia di Finanza, l’Agenzia delle Entrate, Equitalia verranno a farci visita avranno delle grane enormi”. Del tipo? “Contrasto totale a chi si permette di rompere le balle a chi lavora! Paghiamo tasse assurde, la burocrazia rende impossibile lavorare e per una cartella o una scadenza sballata questi pensano di poter pignorare le nostre aziende o metterle sotto sopra coi loro controlli da ghestapo?. E anche ai signori che lavorano per Equitalia diremo chiaro alcune cosette e li andremo a visitare personalmente, battendogli la mano sulla spalla e dicendo loro: «Non ci interessa se tu fai solo il tuo lavoro per conto di un’agenzia infame, evita di farlo, cercati un lavoro onesto che è meglio»”.
E anche su quando lo Stato attiverà le istanze di pignoramento dei capannoni, Chiavegato ha pochi dubbi: “Lo facciano, so bene che la loro macchina non si fermerà. Noi neppure però. Ci presenteremo in Tribunale e vedremo se qualche speculatore furbetto avrà il coraggio di fare un’offerta per acquistare in svendita le proprietà dei nostri soci. Io dico di no. Noi garantiremo solidarietà ed appoggio ai nostri soci. Siamo pronti allo scontro”.
Chiavegato ha scelto di mettersi in gioco, ritiene non vi siano alternative: “Noi non vogliamo né suicidarci né andarcene dalla nostra terra, dove abbiamo creato le nostre aziende e dato lavoro a tanta gente. Sono loro che se ne devono stare alla larga da noi. E’ giunto il momento che torni la L.I.F.E. vecchia maniera, anche un po’ più incazzata, dato che tutte quelle associazioni di categoria colluse non fanno altro che da passacarte per lo Stato gabellatore. Sono solamente loro complici e vivono di soldi pubblici ovviamente, puntando a far carriera in politica. Quindici anni fa, quando la L.I.F.E. iniziò a battagliare e a finire sui giornali, i benpensanti ci additavano come dei pazzi, degli esagitati, degli eversivi. Oggi, la metà di loro ha chiuso, qualcuno è fallito e s’è impiccato e qualcun altro ha delocalizzato. In uno Stato governato da puttanieri e ladri ribellarsi è un dovere, anzi no, un diritto”.
Rapporti con la politica? “Con loro il rapporto sarà di cordiale distacco. Che voti chi vuole la gente che sta con noi. Non andremo a cercare sponde politiche, dopodiché se qualche partito vorrà appoggiarci bene. In passato, abbiamo già visto i danni causati dal finto medico di Gemonio, che ha solo usato strumentalmente la L.I.F.E.”.
Dal Veneto – la sede è a Spresiano in provincia di Treviso – l’organizzazione dei liberi imprenditori federalisti vorrebbe espandersi anche in altre regioni, dove già ora ci sono delle piccole cellule in parte attive o in fase di attivazione. Se ci fosse qualche volonteroso può mettersi in contatto scrivendo a info@life.it, oppure telefonando in sede: 0438-61605
http://www.life.it/tag/storia-life/page/6
Basta ciacole e proclami Lucio, basta palki televixivi, basta Santoro, basta microfoni o brincavoxe e megafoni o xlargavoxe.