Carinsia pexo de ła Greça (Jorg Haider e Hypo Bank?)

Carinsia pexo de ła Greça (Jorg Haider e Hypo Bank?)

Messaggioda Berto » mer mar 18, 2015 11:55 pm

Carinsia pexo de ła Greça (Jorg Haider e Hypo Bank?)
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La Carinzia al collasso debito pubblico alle stelle

Nessuno può rimborsare le obbligazioni di Hypo Bank, dal valore di 10,2 miliardi Il governo del Land ha chiesto aiuto a Vienna con una delibera approvata da tutti di Marco Di Blas 11 marzo 2015

http://messaggeroveneto.gelocal.it/udin ... 1.11023541

UDINE. Alle volte può bastare la dichiarazione improvvida di un ministro per scatenare una tempesta. Il downgrade del Land Carinzia e la prospettiva di un suo fallimento, con tutti gli scenari apocalittici - e, a dire il vero, anche un po' fantascientifici - di “un nuovo caso Lehman”, di “una Grecia nel cuore dell’Europa” o addirittura di un effetto domino che potrebbe coinvolgere l’intero continente, ebbene tutto questo nasce dalla dichiarazione del ministro delle finanze austriache Hans Jörg Schelling, che lo Stato non avrebbe più risposto delle garanzie prestate da Klagenfurt ai creditori di Hypo Bank. In altre parole, il Land Carinzia d’ora in avanti si sarebbe dovuto arrangiare da solo a onorare l’impegno assunto con una parte dei creditori dell’ex holding bancaria, garantendo obbligazioni fino a un ammontare di 10,2 miliardi di euro.

Non occorre essere esperti di finanza per capire cosa ciò significhi. La Carinzia ha un bilancio annuale di 2,3 miliardi, su cui grava un debito di 3,2 miliardi. Si trova già in difficoltà a gestire le proprie finanze, per pensare ad altro. Come potrebbe soddisfare gli obbligazionisti di Hypo Bank, i cui titoli giungono a scadenza e che lo Stato non vuol più rimborsare? Non può farlo. Non ne ha i mezzi. Il fallimento sarebbe una conseguenza inevitabile.

leggi anche:
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Ma questa è una “terra incognita”, dove si sa come si entra, ma non si sa come si esce. Non lo sanno nemmeno gli addetti ai lavori, perché non ci sono precedenti di un Land fallito e i casi analoghi che spesso si citano in queste circostanze riguardano altri Paesi lontani, con sistemi costituzionali completamente differenti, che qui non fanno testo. È questa incertezza che deve aver indotto Moody's qualche giorno fa a declassare il rating della Carinzia addirittura di 4 gradini in un colpo solo, da A2 a Baa3. Il che significa che il Land, indebitato fino al collo, per procurarsi altri soldi dovrà pagarli a interessi più elevati. Gli servono immediatamente 30 milioni per finanziare la Kabeg (la società di gestione degli ospedali del Land). Ma a fine giugno ne avrà bisogno di altri 100 e di altri 100 ancora entro la fine dell’anno.

Siamo allo stato di emergenza, che ha indotto ieri il governo del Land a chiedere aiuto allo Stato. Lo ha fatto in ginocchio, con una delibera approvata all’unanimità dai rappresentanti di maggioranza e di opposizione, come si fa soltanto in caso di catastrofi naturali o di guerra. La richiesta non è di soldi - che il ministro delle finanze, come abbiamo visto, non intende più dare - ma di accesso al finanziamento attraverso l’apposita agenzia federale (Öbfa), per ottenere il denaro a tassi più favorevoli, che con il rating Baa3 sarebbero impensabili.

All’orizzonte resta, naturalmente, lo spettro del fallimento. Quali conseguenze potrebbe avere? Su quale patrimonio potrebbero avvalersi i creditori? Occorre uno sforzo di immaginazione per trovare una risposta: chi è interessato ad acquistare ospedali, scuole, camion spargisale, le sedi degli uffici del Land? Certo, qualcuno potrebbe farlo e poi riaffittare gli immobili al Land, per consentirgli di operare. Ma come farebbe il Land a pagare l’affitto, se già ora ha appena le risorse sufficienti per l’ordinaria amministrazione?

Siamo in presenza di un periodo ipotetico dell’irrealtà, ma con cui ci si deve confrontare e che probabilmente, alla fine del percorso, ha un solo obiettivo: ridurre le pretese degli obbligazionisti e degli altri creditori a una parte soltanto del loro credito, come accade normalmente in tutte le procedure concorsuali. Se questo è lo scopo, allora l’uscita del ministro Schelling dell’altro giorno non appare più tanto improvvida e i contribuenti austriaci dovranno essergliene grati, perché farebbe risparmiare loro alcuni miliardi.

E il rischio Grecia? e l’effetto domino sul sistema finanziario europeo? Forse la tempesta scatenata dal ministro è solo in un bicchier d'acqua. Gli obbligazionisti esposti con Hypo Bank sono per lo più banche, fondi, compagnie di assicurazione, esposti per miliardi in prestiti più o meno performanti nell'Est Europa. Non saranno i crediti verso Hypo Bank che determineranno la reazione a catena.
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Re: Carinsa pexo de la Grecia (Jorg Haider?)

Messaggioda Berto » ven apr 24, 2015 8:27 am

La Carinzia è in bolletta e si aggrappa a Vienna

L’incontro, che si preannuncia drammatico, con il governo federale per chiedere soldi. La Regione paga solo ciò che è necessario: stipendi, luce, soccorsi. Abolito pure il bonus bebè di Marco Di Blas

23 aprile 2015

http://messaggeroveneto.gelocal.it/udin ... 1.11289877

VIENNA. Un mese, al massimo un mese e mezzo. Il Land Carinzia non può sopravvivere più a lungo di così con le sole proprie risorse. Già dal primo di questo mese ha bloccato tutte le uscite facoltative. Si paga solo ciò che è necessario: stipendi, luce elettrica, soccorso stradale.

Tutto il resto è fermo o rinviato a tempo indeterminato. Quanto la situazione sia drammatica lo si deduce dalla decisione presa l'altro ieri dalla giunta regionale di annullare, a partire dal mese prossimo, il cosiddetto "Babygeld". Si tratta di un'eredità dell'era Haider, quando si spargeva a piene mani denaro pubblico a destra e a manca, per creare consenso. Il "Babygeld" era un contributo corrisposto una tantum alle mamme, purché cittadine austriache o dell'Ue.

Già quattro anni fa era stato dimezzato, date le ristrettezze di bilancio, riducendolo a 500 euro. Dal mese prossimo scomparirà del tutto. Ma dopo il "Babygeld" potrebbero essere cancellati anche altri cardini del welfare carinziano, tanto seducenti da aver indotto molti italiani a prendere la residenza oltreconfine.

Tutto dipenderà dall'incontro in programma oggi a Vienna con il cancelliere Werner Faymann (Spö), il vicecancelliere Reinhold Mitterlehner (Övp) e il ministro delle finanze Hans Jörg Haider (Övp).

Un "viaggio a Canossa" della giunta al completo, per chiedere l'aiuto del governo federale nel rifinanziamento delle vuote casse carinziane. Per capire le ragioni di questa emergenza, per certi versi improvvisa, bisogna fare un passo indietro, almeno fino al marzo scorso, quando il ministro Schelling, alle prese con i costi del salvataggio di Hypo Bank che avevano superato ormai i 5 miliardi, e di fronte all'emergere di nuove falle, aveva dichiarato che lo Stato austriaco non avrebbe più pagato un centesimo ai creditori dell'ex banca carinziana.

Il passo indietro dello Stato austriaco ha avuto come immediata conseguenza la chiamata in causa del Land Carinzia, che in passato si era fatto garante delle obbligazioni assunte da Hypo Bank e lo è ancor oggi per 10,2 miliardi. Una somma che il Land ovviamente non ha, mentre invece ha già di suo debiti per 3,2 miliardi. La conseguenza successiva è stata che le società di rating hanno declassato in un sol colpo di 4 punti l'affidabilità finanziaria della Carinzia, che ora non può più accedere al credito, mentre invece stanno giungendo a scadenza i debiti contratti in passato (340 milioni solo quest'anno).

Ecco dunque la ragione dell'odierno vertice a Vienna, dove gli amministratori della Carinzia si presenteranno in ginocchio. Il paradosso della situazione è che il disastro non è stato causato dagli amministratori attuali che, detto per inciso, sono socialdemocratici e popolari come i loro interlocutori viennesi (più un assessore dei Verdi), bensì dei loro predecessori del clan Haider.

La nuova giunta carinziana, in carica da due anni, ha fatto salti mortali per colmare i buchi lasciati dai suoi predecessori, riducendo di 125 milioni il debito del Land. Difficile prevedere che cosa uscirà dall'incontro di oggi. Dai contatti già avvenuti a livello di funzionari sarebbe emersa l'intenzione di Vienna di procurare il finanziamento richiesto, ma mettendo il Land sotto tutela. Si parla addirittura di una sorta di commissariamento, analogo alla troika per la Grecia. Il governatore della Carinzia, Peter Kaiser, confida in una soluzione politica, che preservi l'autonomia e la dignità della sua regione, ma pare che i margini di trattativa siano inesistenti.
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Re: Carinsia pexo de ła Greça (Jorg Haider?)

Messaggioda Berto » lun apr 27, 2015 7:10 am

Haider on fanfaron pexo de Bosi e on poledegante eresponsabile, parasida e ladro come coeli taliani (anca veneti) ?

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Re: Carinsia pexo de ła Greça (Jorg Haider e Hypo Bank?)

Messaggioda Berto » mar apr 28, 2015 5:41 am

Austria, Hypo Alpe Adria: con il fallimento programmato si attua il modello europeo di rivalsa sui creditori
in Notizie Economiche
di Simone Casavecchia | 2 Marzo 2015 - 12:43
Il caso di Heta, la bad bank di Hypo Alpe Adria, non è solo il primo fallimento «controllato» di una banca ma anche il primo caso concreto di applicazione delle nuove regole europee che chiamano in ballo gli investitori in caso di difficoltà di un istituto di credito.

http://www.forexinfo.it/Austria-Hypo-Al ... a-fallisce

Giorni contati per Hypo Alpe Adria Bank International. Il ministero delle Finanze austriaco ha, infatti, deciso di sospendere le iniezioni di liquidità alla bad bank Heta creata proprio per risolvere i problemi finanziari dell’istituto di credito austriaco. Ma, al di là della cronaca, il caso di Hypo Alpe Adria e della sua bad bank si configurano come un esempio interessante di fallimento pilotato di una banca e, soprattutto, come il primo caso di concreta applicazione delle regole europee di bail in ovvero, le nuove regole bancarie, in base alle quali, in caso di difficoltà finanziarie di una banca non sono i contribuenti (correntisti ma anche cittadini stessi, per tramite dello Stato) a dover accollarsi i debiti relativi ma gli investitori (creditori).

La Hypo Alpe Adria, un istituto di credito austriaco di primaria importanza, era stata nazionalizzata nel 2009, dopo che aver realizzato pesantissime svalutazioni su crediti tossici nel Balcani. A seguito delle difficoltà finanziarie della banca era stata creata un’apposita Bad Bank, la Heta Asset Resolution, che nello scorso Giugno, a seguito di una revisione degli asset, ha evidenziato perdite per un valore compreso tra 5,1 e 8,7 miliardi di euro.

Il Governo di Vienna avrebbe dovuto iniettare fino a 7,6 miliardi di euro nella bad bank, per sostenere un debito da oltre 11 miliardi di euro che è costato ai contribuenti austriaci già 5,55 miliardi di euro. Il Ministero delle Finanze austriaco con una recente decisione, presa a seguito dei primi risultati di un’analisi degli asset della banca ha, però, respinto questa eventualità, sancendo di fatto il fallimento pilotato della banca.

La decisione è arrivata anche in vista della scadenza del prossimo venerdì, momento in cui la band bank dell’istituto Hypo Alpe-Adria ha un bond in scadenza da 450 milioni di euro, oltre a quello, da 500 milioni di euro in scadenza al prossimo 20 Marzo. Il ministero delle Finanze di Vienna ha comunque, reso nota la decisione di rispettare le garanzie, per 1 miliardo di euro, sul debito subordinato emesso da Heta nel 2012.
A questa notizia occorre aggiungere anche la decisione dell’autorità di vigilanza austriaca Finanzmarktagentur (Fma) che ha previsto una moratoria dei debiti di Heta Asset Resolution fino al 31 maggio del 2016.

Si tratta di decisioni che oltre a causare, con ogni probabilità, pesanti perdite per i creditori della banca e conseguenti azioni legali che gli investitori metteranno in atto, determina un cambio di rotta nelle politiche finanziarie austriache. L’Austria, infatti, come tradizionalmente hanno sempre fatto i Paesi nordici (Germania e Olanda) aveva sempre utilizzato il cosiddetto «modello bail out» che, in caso di difficoltà bancarie, faceva gravare sui contribuenti il peso di quelle difficoltà dal momento che era lo Stato a correre in soccorso della stessa Banca finanziandone i debiti (come in qualche modo avviene in territorio italiano per il Monte dei Paschi, ad esempio).

Ora, complici anche le nuove regole europee del «bail in» sul credito, le difficoltà di una banca e le relative perdite peseranno anche sui creditori che subiranno, essi stessi, perdite derivanti dal mancato risarcimento dei titoli.
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Re: Carinsia pexo de ła Greça (Jorg Haider e Hypo Bank?)

Messaggioda Berto » mar apr 28, 2015 5:50 am

Il primo crac bancario pagato dai correntisti, in Austria. Anche clienti italiani coinvolti nel fallimento di Hypo Alpe Adria che Vienna non vuole salvare

http://cinquantamila.corriere.it/storyT ... d4ee0dcade

Il Messaggero, lunedì 9 marzo 2015

Un crack da 8,7 miliardi, un governo che se ne lava le mani e per la prima volta i clienti di un banca europea bevono l’amaro calice del bail in, la procedura approvata nel giugno 2013 che impone a soci, creditori e correntisti di farsi carico dei debiti del proprio istituto. La sgradevole primizia spetta alla bad bank di Hypo Alpe Adria Bank. Vale a dire Heta Resolution, dove sono confluiti gli asset tossici di una banca austriaca che accusa un debito di oltre 11 miliardi. Il ministero delle Finanze di Vienna, che nel 2009 aveva nazionalizzato l’istituto spendendo in quasi 6 anni 5,5 miliardi dei contribuenti per turare la falla, ha deciso di abbandonare la banca che affonda al suo destino applicando la misura Ue che comporta perdite anche per i creditori. L’autorità di vigilanza austriaca Fma ha già disposto una moratoria dei debiti di Heta sino al 31 maggio 2016, ma la procedura comporterà robusti rovesci per i creditori ed innescherà una serie di azioni legali a catena.
LO SPETTRO DEL 1931
La sorte della Hypo Alpe Adria, una delle più grandi banche austriache, è ormai appesa ad un filo sottile. Lo stesso cancelliere austriaco ha paventato che il fallimento, previsto per il 17 marzo prossimo, rischia di far rivivere le vicende del Creditanstalt, la banca austriaca il cui crack nel maggio del 1931 scatenò la grande recessione in Europa, mentre altri analisti scorgono nella vicenda il ripetersi di un disastro finanziario dentro l’Eurozona pari a quello di Cipro dell’anno scorso. La vicenda appare come un monito per chi si illude che le ricchezze depositate in banca non corrano pericoli. È stato l’Ecofin del 26 giugno di due anni fa a rompere gli schemi tradizionali cancellando il bail out (salvataggio da fuori) a favore del bail in. In pratica: stop con i salvataggi bancari operati dallo Stato il cui onere viene scaricato indiscriminatamente sui contribuenti. D’ora in avanti a pagare per evitare il fallimento di una banca saranno gli azionisti. Per l’esattezza: in caso una banca Ue si dichiari insolvente soci, creditori e correntisti copriranno fino all’8% delle sue passività. Azionisti e sottoscrittori di bond possono perdere fino al 100% di quanto investito. Mentre sul fronte correntisti in linea di principio l’onere toccherà prima alle grandi aziende, poi ai correntisti individuali e infine alle Pmi. Con una sola certezza: i depositi sotto i 100 mila euro non verranno toccati. Il crack della banca viennese, raccontano fonti vicine al dossier, colpirà pesantemente il mercato interno ma tremano anche molti correntisti tedeschi e italiani. Mentre a quanto pare la Banca mondiale ci rimetterà 200 milioni.

Un rovescio figlio della decisione di scommettere su una banca che 15 anni fa appariva in forte ascesa. Approfittando delle garanzie pubbliche, a quel tempo Adria Bank cominciò ad estendere la sua raccolta verso l’estero: Italia, Germania, Macedonia, Serbia, Ungheria e Ucraina. Il suo bilancio si impennò dai 5,4 miliardi di euro del 2000 fino ai 43,3 miliardi del 2008. Ma, inevitabilmente, con la crescita della quantità si deteriorò la qualità degli interventi creditizi e nel 2009 con la crisi finanziaria Usa il governo di Vienna intervenne nazionalizzando la Hypo e comprando alla cifra simbolica di 1 euro ciascuna le sue partecipazioni. Un’operazione di salvataggio che però ha solo prolungato l’agonia senza risolvere la situazione.

Michele Di Branco
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Re: Carinsia pexo de ła Greça (Jorg Haider e Hypo Bank?)

Messaggioda Berto » mar apr 28, 2015 5:57 am

LEHMAN D'EUROPA - IL CRAC DELLA BANCA AUSTRIACA HYPO ALPE ADRIA RISCHIA DI PORTARE AL FALLIMENTO LA CARINZIA. E INTANTO PAGANO CREDITORI E CORRENTISTI - TRA TANGENTI AL DEFUNTO HAIDER E PERDITE MILIARDARIE, UNO SCANDALO DI CUI POCHI PARLANO
La banca era stata nazionalizzata, ma dopo aver scoperto un altro buco da 7,6 miliardi, Vienna ha annunciato che non pagherà i debiti in scadenza o gli interessi: un bail-in che potrebbe portare una montagna di ricorsi legali e il default della regione Carinzia...
10 mar 2015 17:35

http://www.dagospia.com/rubrica-4/busin ... -96175.htm

1. NUOVA LEHMAN D'EUROPA? TRA GRECIA ED AUSTRIA, CROLLA LA SPERANZA

Gloria Grigolon per http://www.trend-online.com

Si torna a discutere della stabilità delle banche europee, della loro influenza e del loro coinvolgimento non solo economico, ma anche “istituzionale”. Questione di partiti? No, questione di partecipazioni.

BAD BANK SENZA SUCCESSO

Accantonate per un attimo le vicende italiane che, senza dare il tempo di ragionare, fanno ricondurre subito la mente al caso Monte Paschi, questa volta l’allarme arriva dall’Austria, con il Ministro delle finanze che si è rifiutato si sostenere la bad bank Heta Asset Resolution appartenente all’istituto Hypo Alpe Adria. “Resolution” nel nome ma non nei fatti a quanto pare.

La banca avrebbe fatto emergere una perdita da 7,6 miliardi di euro (dati Bloomberg), innescando il “bail in” secondo le regole europee (Ecofin, 26 giugno 2013): la perdita totale graverà infatti non solo sull’istituto e sui soci, ma anche sui propri creditori e correntisti.

LA PRIMA LEHMAN D’EUROPA?

Una prima Lehman d’Europa? Della banca della Carinzia, regione problematica dell’Austria (ribattezzata la “piccola Atene” dagli inglesi), il Governo se n’è lateralmente lavato le mani, scaricando il peso di un debito ormai troppo consistente su chi a quella stessa banca ha dato fiducia.

Secondo la direttiva Ue, se una banca dichiara l’insolvenza, azionisti e sottoscrittori di bond possono perdere fino al 100% del capitale investito, mentre i correntisti (per ordine gerarchico) verranno coinvolti a partire dalle grandi aziende, per poi giungere ai correntisti individuali e alle PMI. Unica certezza: depositi sotto i 100mila euro non saranno presi in considerazione. Secondo il dossier sulla banca di Vienna, a rimetterci sarà non solo il mercato interno, ma anche investitori tedeschi ed italiani.

A RIMETTERCI, I CREDITORI

Nello specifico della vicenda, fino al 31 maggior 2016 l’Autorità di vigilanza austriaca ha disposto una moratoria dei debiti in capo ad Heta, la quale ha attualmente bond in scadenza da 450 milioni di euro (entro venerdì 13 marzo) e 500 milioni di euro (entro venerdì 20 marzo). Rimborsi che, inutile a dirsi, non verranno rispettati e che andranno a pesare sui creditori austriaci.

A seguito del caso Lehman, Hypo Alpe Adria era infatti stata nazionalizzata nel 2009 per soccombere al problema delle svalutazioni su crediti di bassissima qualità nella zona dei Balcani (con una spesa da 5,5 miliardi di soldi dei contribuenti in 6 anni) per evitarne il fallimento. Dopo aver scoperto un nuovo buco da 7,6 miliardi, Vienna ha reso noto che rispetterà unicamente la garanzia da 1 miliardo di euro stipulata su un debito straordinario emesso da Heta nel 2012, ma che non farà fronte a nessun altro pagamento.

RISCHIO EFFETTO DOMINO

Quali sono i rischi? Innanzi tutto il contagio e secondariamente…il contagio. Il fallimento di una banca austriaca (teoricamente tra le zone più virtuose d’Europa) e della regione della Carinzia, spingono al coinvolgimento diretto non solo degli altri istituti operanti sul territorio, ma anche delle banche straniere ad essa collegate (tra cui Bayern Landersbank ed il Fmsw di Monaco di Baviera), che, in ipotesi non così remote, potrebbero tradursi in un effetto domino (specie in un'Europa in cui la Grecia fa il diavolo a quattro per non pagare...).


2. LA REGIONE AUSTRIACA CHE RISCHIA IL DEFAULT - LA CARINZIA RISCHIA DI DOVER PAGARE MILIARDI DI EURO PER IL FALLIMENTO DELLA BANCA HYPO ALPE ADRIA

Giovanni Zagni per http://www.linkiesta.it

Mentre l’Europa attende di scoprire il destino della Grecia travolta dalla crisi economica, con il bilancio pubblico tenuto in piedi solo dai prestiti internazionali, un disastro economico su scala minore rischia di svolgersi lontano dai riflettori in uno Stato federale austriaco, ai confini con l’Italia.

La questione è tornata d’attualità dopo che il quotidiano britannico Telegraph ha pubblicato sabato 7 marzo un articolo dal titolo «L’Austria sta rapidamente diventando l’ultimo incubo del debito per l’Europa». Nell’articolo, il giornalista economico Jeremy Warner ha scritto che «i mercati finanziari e i politici» stanno sottostimando il rischio che viene dai guai di Heta, la bad bank creata per gestire le perdite del defunto istituto di credito Hypo Alpe Adria.

Poco tempo fa alcuni revisori dei conti hanno trovato nei bilanci di Heta un ulteriore ammanco stimato tra i 4 e i 7,6 miliardi di euro. Il ministro delle Finanze austriaco Hans Jörg Schelling si è affrettato a dichiarare che Heta non riceverà più soldi pubblici per sanare i suoi debiti e che bisognerà passare a un bail in che ricadrà sui creditori privati. Il cancelliere austriaco Werner Faynmann ha detto che il governo vuole sedersi a un tavolo con i creditori per proporre loro un piano di riduzione del debito. Il prossimo futuro rischia di vedere una pioggia di ricorsi legali.

Nel frattempo, venerdì 6 marzo l’agenzia di rating Moody’s ha declassato il debito dello Stato federale della Carinzia di ben quattro gradini, da A2 a Baa3, con outlook negativo.

Il governo centrale si è tirato indietro e ha sospeso i pagamenti sul debito. Il problema, però, è che il debito di Heta è formalmente garantito dalla Carinzia, su cui si potrebbero rivalere i creditori. La Carinzia, Kärnten in tedesco, è uno dei nove stati che compongono la repubblica federale austriaca, un rettangolo di novemila chilometri quadrati a nord del Friuli. Con circa 560mila abitanti e un bilancio annuale di 2,2 miliardi di euro, è lo Stato federale più povero del paese.

«Hypo manderà in bancarotta la Carinzia», ha previsto Warner sul Telegraph, «una mini-Grecia che va a finire male nel cuore dell’Europa». La situazione, ha aggiunto, rischia di avere conseguenze a cascata in altre Landesbanken creditrici di Heta fuori dall’Austria, in particolare in Baviera. La stampa austriaca riporta che alcuni istituti di credito tedeschi stanno già pensando ad azioni legali per riavere i loro soldi.

Il ministro delle Finanze austriaco Schelling ha dichiarato ieri a Bruxelles che il paragone tra l’Austria e la Grecia è «completamente inappropriato», ma ha proseguito con frasi meno rassicuranti: «Non riguarda la Repubblica austriaca. Abbiamo detto dall’inizio che rispetteremo in pieno i nostri impegni. Riguarda il Land della Carinzia».

Il governatore Peter Kaiser, del Partito socialdemocratico austriaco (SPÖ), ha dichiarato il 3 marzo che la situazione è «precaria» e che lo Stato, da solo, non può onorare il debito complessivo di 11 miliardi di euro ereditato da banca Hypo Alpe Adria.

La banca, un tempo uno dei principali datori di lavoro in Carinzia, non è un problema nuovo per le finanze del paese: i contribuenti austriaci, prima dello stop, ha già fornito oltre 5 miliardi di euro dopo la nazionalizzazione. Il governatore Kaiser ha sottolineato che i guai vengono dal periodo del suo predecessore, il controverso politico di estrema destra Jörg Haider. Haider è morto l’11 ottobre 2008 in un incidente stradale a poca distanza da Klagenfurt, la capitale della Carinzia.

Durante il suo lungo mandato da governatore, cominciato nel 1999, Haider permise che Hypo Alpe Adria – in cui il governo locale aveva una quota di maggioranza fino al 2007 – si trasformasse da piccolo istituto locale fondato nel lontano 1896 a protagonista di operazioni finanziarie molto rischiose. In particolare, Hypo Alpe Adria dava prestiti con scarse garanzie in Croazia, Bosnia e altri paesi, forte delle garanzie del governo locale che le permetteva di trovare soldi a tassi molto vantaggiosi sui mercati.

Nell’arco di pochi anni si ritrovò con una montagna di crediti inesigibili e venne travolta dalla crisi finanziaria internazionale. La banca bavarese BayernLB comprò Hypo Alpe Adria nel 2007, ma due anni dopo lo Stato austriaco fu costretto a nazionalizzarla per evitare gravi conseguenze per il settore bancario europeo. Un anno fa venne istituita ufficialmente Heta, la bad bank per le sofferenze di Hypo Alpe Adria.

Una commissione indipendente nominata dal governo austriaco, la cosiddetta Commissione Griss, ha concluso un anno di indagini sulla vicenda rilasciando, tre mesi fa, un documento che chiama in causa tutti: le autorità della Carinzia, in primo luogo, ma anche la banca centrale austriaca e il governo di Vienna, che secondo la commissione hanno ignorato molto a lungo i segnali di allarme.

Nel frattempo, delle operazioni della banca si sono cominciate a interessare anche le autorità giudiziarie, scoperchiando uno dei più grandi scandali finanziari della storia austriaca. Nel 2010, due anni dopo la morte di Haider, decine di persone finirono sotto inchiesta in Austria, in Germania e nei paesi balcanici per reati di frode, tangenti, insider trading e una moltitudine di altri reati collegati alla vicenda. Il 27 ottobre scorso l’amministratore delegato di BayernLB, Werner Schmidt, è stato condannato da un tribunale di Monaco a 18 mesi di carcere per aver pagato tangenti a Haider durante i negoziati per l’acquisizione.

Ora è iniziato un altro capitolo della storia, che promette di non essere l’ultimo. L’ente di regolazione austriaco del settore bancario, la FMA, ha preso il controllo della banca e ha detto che fino a maggio del 2016 non verranno pagati i debiti in scadenza né gli interessi, agendo sulla base dei nuovi regolamenti sul settore bancario approvati dall’Ue in conseguenza della crisi finanziaria europea.

Se la Carinzia sarà lasciata da sola e i creditori vorranno andare per le vie legali, il Land potrebbe trovarsi sul lastrico. Da parte sua, il governatore Kaiser ha detto che il default di uno Stato federale austriaco non si è mai verificato prima, e quindi non è chiaro che cosa potrebbe succedere. Ma il ministro delle Finanze austriaco Hans Jörg Schelling dispensa sicurezza, dicendo che né la Carinzia né Heta sono a rischio di insolvenza e che il bilancio federale non verrà toccato dalla vicenda.
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Re: Carinsia pexo de ła Greça (Jorg Haider e Hypo Bank?)

Messaggioda Berto » mar apr 28, 2015 6:13 am

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Haider.jpg

http://it.wikipedia.org/wiki/J%C3%B6rg_Haider
Jörg Haider (Bad Goisern, 26 gennaio 1950 – Köttmannsdorf, 11 ottobre 2008) è stato un politico austriaco. Fondatore della BZÖ (Alleanza per il futuro dell'Austria), in passato era stato leader del partito conservatore FPÖ (Partito della Libertà austriaco), che proprio con Haider aveva ottenuto il miglior risultato di sempre alle elezioni legislative del 1999, diventando il secondo partito austriaco.
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Re: Carinsia pexo de ła Greça (Jorg Haider e Hypo Bank?)

Messaggioda Berto » mar apr 28, 2015 6:24 am

Coando ke coełi de ła LIFE łi xe ndà en Carinsia (ancora no ghe jera Haider)

http://archiviostorico.corriere.it/1997 ... 8197.shtml

FEDERALISTI A LISSONE
Life: " asilo industriale " in Carinzia

Giurano che quella di San Valentino sara' solo una missione esplorativa. Ma, nello stesso tempo, anticipano che se la politica italiana nei confronti dell'impresa non cambiera', sono pronti a espatriare in massa nella vicina Austria, a chiedere quasi un "asilo industriale". Come annunciato, il 14 febbraio 300 associati del Life, andranno in avanscoperta a Klagenfurt, capoluogo della Carinzia, per valutare direttamente sul posto le opportunita' e i vantaggi di un ipotetico trasferimento di capitali e forza lavoro. La decisione e' stata presa ieri sera al termine del consiglio nazionale che si e' svolto a Lissone, in Brianza. "Ci piange il cuore ma noi dobbiamo pensare a tirare avanti le nostre aziende e qui da noi non e' piu' possibile. Si pagano troppe tasse, mancano i servizi viari, il mercato del lavoro non ha flessibilita', lo Stato e' inefficiente" si e' sfogato Giorgio Panto, presidente dell'associazione dei Liberi Imprenditori Federalisti Europei, con 4800 iscritti. Meglio dunque il Nord Europa? "Si', perche' in Austria il lavoro costa meno della meta' rispetto all'Italia - ha aggiunto il cinquantaquattrenne re degli infissi. - E poi i cugini d'Oltralpe sono grandi estimatori della operosita' e della fantasia degli imprenditori del Nord Italia". Nutrito il programma della trasferta programmata per la festa degli innamorati: sono previsti incontri con il presidente della Regione Carinzia, con imprenditori, tributaristi e fiscalisti. Alla riunione di ieri ha preso parte anche Geremia Agnoletti, l'ideatore del "711" nato in contrapposizione al "117" della Guardia di Finanza. "Il "711" - ha spiegato - e' un numero fittizio, quello che i cittadini devono comporre per segnalarci lussi, vizi, agi di politici, burocrati e finanzieri e' in realta' il 166 - 222666".


CARINZIA, LO STATO E’ AMICO DELL’IMPRESA (???)
9 Jan 2012 • 56 Commenti

di CARLO MELINA

http://www.lindipendenzanuova.com/carin ... ellimpresa

«Venite in Carinzia. Fare impresa qui conviene». L’offensiva è partita nel 2010, sotto forma di lettere (3000), spedite ad altrettante aziende venete: «vi offriamo sgravi fiscali e contributi a fondo perduto». Parola di Gerhard Dofler, il governatore del Land austriaco che ha appena rinnovato con Luca Zaia e Renzo Tondo, presidenti delle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, il trattato di cooperazione esistente fra 3 delle aree componenti quell’Euroregione preconizzata già nel 1978 da Carlo Bernini, e ancora da realizzarsi. Perché a Roma piace poco.

«Viste le condizioni, più che di un’offensiva, parlerei di un’opportunità» spiega Carlo Trevisan (nella foto qui a fianco), imprenditore veneziano della LIFE a cui la Carinzia piace parecchio. Tanto che sta meditando di impiantare uno stabilimento per la produzione di wine box entro l’anno. «Ho visitato Klagenfurt poco prima di Natale. All’Ente per lo sviluppo del Land conoscono le vessazioni cui è sottoposto un imprenditore italiano e hanno un presupposto chiaro: tutto ciò che ruota attorno all’impresa e all’imprenditore è cosa buona». Che tradotto significa fisco equo, manodopera preparata (all’ottavo posto nel mondo per produttività) e burocrazia leggera.

«In Carinzia lo Stato è amico dell’impresa, la favorisce, non la ostacola come in Italia. L’imprenditore versa un’aliquota unica del 25% sugli utili, calcolati su una base imponibile minore del 50% rispetto a quella italiana, perché l’insieme dei costi deducibili è molto ampio, con percentuali del 100%. – chiarisce entusiasticamente Trevisan – Le spese per ricerca e sviluppo sono detraibili al 135%. L’IRAP non esiste, così come il bollo auto. Quando decidi che vuoi aprire bottega, poi, compili due moduli e in 7 giorni sei pronto per partire, senza bisogno di alcuna certificazione della Camera di Commercio».

Il capitolo manodopera riserva ulteriori sorprese: «il sistema di formazione professionale e universitaria è di qualità eccellente, così come l’iter di inserimento nel mondo del lavoro. Ciascun iscritto ad un corso professionale, per esempio, sin dal primo anno trascorre 3 giorni sui banchi e tre giorni in un’azienda (sempre la stessa), fino alla fine del percorso di studi. Terminato il quinquennio, può venire assunto con ulteriori agevolazioni per il datore di lavoro».

Naturalmente esistono alcune condizioni cui l’investitore deve sottostare: «In Carinzia non accettano chiunque. Preferiscono piccole-medie aziende, con capannoni di massimo 200 metri quadrati. All’Ente per lo sviluppo richiedono assicurazioni circa i processi di lavorazione e assemblaggio dei prodotti. E l’impresa deve rispettare il territorio, al fine di mantenere un buon equilibrio fra zone residenziali e industriali. Anche il multiculturalismo è visto con sospetto, mentre è ben accetta l’immigrazione da paesi che abbiano un background culturale simile a quello austriaco. Tutto questo però ha un rovescio della medaglia: il creditore è tutelato, e i pagamenti devono essere effettuati secondo la data fattura, senza tante deroghe. I controlli fiscali, poi, sono puntuali, ma mai a sorpresa».
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Re: Carinsia pexo de ła Greça (Jorg Haider e Hypo Bank?)

Messaggioda Berto » mar apr 28, 2015 6:30 am

Da łe stéłe a łe stàłe ai caxini o bordełi par na renaseda economega

El novo gran bordeło de ła Carinsia
https://www.google.it/search?newwindow= ... B660%3B440

Dall'est 140 prostitute, la Carinzia inaugura il maxi bordello sul confine
È costato 7 milioni di euro, apre oggi pomeriggio
Nella prima giornata di visite già 3mila persone
...

http://247.libero.it/rfocus/19281682/1/ ... ul-confine


Un maxi bordello alle porte di Tarvisio
Sarà inaugurato a Hohenthurn in Carinzia e vedrà 140 ragazze all’opera. Investimento da 7 milioni di Marco Di Blas
06 giugno 2013

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cro ... -1.7207943

UDINE. Hohenthurn è un paesino carinziano di 807 abitanti al confine con l’Italia, subito al di là del valico di Tarvisio. Tra qualche mese la sua popolazione crescerà di colpo di 100-140 unità. Il “miracolo demografico” sarà dovuto all’inaugurazione di un nuovo super-bordello, che darà lavoro – si fa per dire – a oltre cento prostitute, fino ad un massimo di 140, secondo i piani dei finanziatori. Già da questo dato appare evidente che non si tratta di un bordello qualsiasi, ma del più grande che si sia mai visto in Carinzia. Basti dire che l’investimento supera i 7 milioni di euro e che, alla sua entrata in esercizio, nel prossimo autunno, darà un lavoro “normale” (a parte quello delle prostitute) a 40 persone, dagli addetti all’amministrazione al personale delle pulizie.

Gli investitori vengono dalla Germania e dalla Svizzera e, come spesso succede in questo settore economico, di essi non si sa molto di più. Le loro strategie, invece, sono ben chiare: puntare sulla clientela proveniente dall’Italia, dove questo genere di servizio sembra essere molto richiesto ma, di fatto, fuori legge.

In Austria, invece, è un’altra musica. La prostituzione è consentita ed è regolamentata per legge, con norme che riguardano sia le modalità di svolgimento, sia gli aspetti sanitari, a tutela dei clienti e delle donne che la esercitano. Non solo, rientrando a tutti gli effetti nel settore economico terziario, le prestazioni sono soggette al fisco, con beneficio per l’erario e per le casse del Comune. Si spiega probabilmente così il fatto che l’amministrazione di Hohenthurn, benché retta con maggioranza assoluta dal Partito popolare (equivalente di quella che un tempo era la nostra Democrazia cristiana) non abbia storto il naso davanti alla prospettiva di un bordello sul proprio territorio. Il sindaco Florian Tschinderle non ha avuto nulla da ridire in proposito, considerando probabilmente provvidenziale l’arrivo degli investitori elvetico-tedeschi. Hanno avuto da ridire, invece, le organizzazioni cattoliche. «Un progetto del genere – ha protestato Elisabeth Wiesflecker, presidente del consiglio parrocchiale – è contrario ai valori cristiani».

Alle obiezioni di ordine morale si aggiungo quelle di ordine pubblico. Molti temono che il bordello, proprio perché in zona appartata, possa diventare luogo di smercio di droghe o si presti al traffico di donne, soprattutto dell’Est Europa, costrette a prostituirsi contro la loro volontà. A queste preoccupazioni risponde il capo della Polizia criminale di Villach, Gottlieb Türk, rassicurando sui controlli svolti periodicamente, ma talvolta anche a sorpresa, da personale ispettivo del suo reparto appositamente addestrato.

Il rischio di un vero e proprio sfruttamento della prostituzione di donne in condizioni quasi di schiavitù esiste realmente. Suor Silke Mallmann, del Centro di assistenza Talitha della Caritas, da tempo impegnata su questo fronte, ne sa qualcosa. La religiosa non chiede un divieto di prostituirsi, come in Italia, perché convinta che la prostituzione regolamentata dallo Stato sia il male minore, ma ritiene che dal 10 al 15 per cento delle donne si prostituiscano perché costrette con la violenza a farlo. Non più del 5% lo farebbero “per passione”, come cantava De Andrè. Il resto, cioè la stragrande maggioranza, si prostituirebbe volontariamente sì, ma indotta da gravi necessità economiche.
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Re: Carinsia pexo de ła Greça (Jorg Haider e Hypo Bank?)

Messaggioda Berto » dom ago 16, 2015 8:15 pm

Il filo-nazista Jörg Haider fu uno dei leader politici austriaci più discussi - ma anche più carismatici - del dopoguerra. Intorno alla sua morte a 58 anni sono nate varie teorie di complotti politici.

http://www.viaggio-in-austria.it/joerg-haider.html

Chi era Jörg Haider?
"Fu un uomo politico di tipo nuovo: un comunicatore, estroverso, con grande facilità di rapporti ad ogni livello di popolazione. ... Un uomo rampante, sempre abbronzato che firmò autografi come una pop-star. Ebbe un vestito per ogni occasione: un completo Armani, i jeans da discoteca, il vestito tradizionale della Carinzia."

Così Corrado Augias caratterizza il personaggio di Jörg Haider, nella sua indagine televisiva che potete vedere in basso a questa pagina. Haider fu un uomo politico di indubbio carisma, molto popolare e un oratore travolgente che sfruttò con grande abilità tutti i registri della demagogia e del populismo, capace di vendere idee vecchie come fossero nuove. Si circondava sempre di belle donne (e di begli uomini), cantava alle feste ed era molto sportivo: partecipava addirittura alla maratona di New York. Arrivò sulla scena austriaca come un ciclone, dopo decenni di quiete politica in cui democristiani e socialisti (ÖVP e SPÖ) si alternavano e delle volte si alleavano, spartendosi i posti politici, amministrativi ed economici in un sistema di rigida lottizzazione. Corrado Augias: "Liberò la politica dalla noia, intercettò le paure della gente e conquistò anche i voti degli operai."

Politicamente Haider si muoveva tra neoliberalismo, nazionalismo e anti-europeismo, nostalgia filo-nazista e uno strisciante antisemitismo che traspirava inequivocabilmente dalle sue parole. Sostenne che le unità speciali naziste "SS" erano leali combattenti di guerra che andavano stimati e che gli oppositori di Hitler erano dei traditori. E quando il cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal era in visita in Austria, nel 1995, un dirigente del partito di Haider gli disse: "Per voi i forni sono già pronti. Ma per lei basta la pipa di Haider." Più tardi Haider si scusò per alcune delle sue esternazioni filo-naziste più spinte, mostrandosi come un uomo politico più moderato, senza però risultare molto convincente. I suoi alleati a livello europeo erano i movimenti nazionalisti e neofascisti di Le Pen in Francia e "Forza Nuova" in Italia, ma anche la "Lega Nord" di Umberto Bossi. Era amico personale di Saddam Hussein che andò a trovare a Bagdad e dal quale ricevette 2,5 milioni di dollari per le sue attività politiche. Ebbe anche rapporti molto amichevoli con uno dei figli di Gheddafi.

Haider era nato nel 1950 in una famiglia di convinti nazisti, cosa che influenzò certamente il suo futuro orientamento politico. Entrò presto in politica e a 18 anni era già leader della "gioventù liberale" dell'Alta Austria. Nel 1999, portò il suo primo partito, la FPÖ (Freiheitliche Partei Österreichs, Partito austriaco della libertà), che negli anni sessanta era intorno al 5% dei consensi, a diventare il secondo partito dell'Austria, con il 27% dei voti. Dopo l'abbandono dell'FPÖ e la fondazione del nuovo partito BZÖ (Bündnis für die Zukunft Österreichs, Alleanza per il futuro dell'Austria) riuscì a ottenere il 42,5% dei voti nella sua Carinzia, di cui fu governatore per complessivamente 11 anni. Nelle altre regioni invece i suoi consensi erano mediamente tra il 5 e il 10%.

Gli altri stati europei videro il fenomeno Haider con crescente preoccupazione, non per la sua influenza sulla politica austriaca, ma per il fatto che Haider era vicino a quella tendenza filo-tedesca in Austria che, fin dall'inizio del '900, voleva l'unione con la Germania e che non si è mai estinta, fino ad oggi. "Anche Hitler proveniva dall'Austria" era la preoccupazione di molti. Quando il partito di Haider faceva parte della coalizione governativa, tra il 2000 e il 2003 (insieme alla ÖVP, Österreichische Volkspartei, un partito di centro-destra) gli altri stati dell'Unione Europea interruppero persino temporaneamente i rapporti diplomatici con l'Austria. Ma anche in Austria l'opposizione contro Hauder fu forte: per due anni, ogni giovedì si organizzavano delle manifestazioni anti-Haider a Vienna, i così detti "Donnerstagsdemonstrationen", alle quali parteciparono centinaia di migliaia di persone.

Per le fortissime critiche all'estero, ma anche in Austria, Haider si ritirò dalla politica, almeno a livello nazionale, mantenne però una forte influenza sul suo partito.

La sua morte
Haider morì in un incidente stradale, l'11 ottobre 2008, all'1:15 della mattina. La sua macchina, una potente Volkswagen Phaeton, andava a 142 km all'ora (la Phaeton ha un dispositivo elettronico, una specie di black box, che registra le funzioni della macchina negli ultimi 30 secondi) in un tratto dove c'era il limite di 70, in più c'era la nebbia. Dopo un sorpasso, la macchina andò fuori controllo, si ribaltò, finì fuori strada e si schiantò contro un palo di cemento. Haider aveva passato la sera ad una festa in discoteca a Velden organizzata per presentare una nuova rivista, dopo fu visto in un locale per gay a Klagenfurt. Era ubriaco, aveva nel sangue un tasso alcolico di 1,8 grammi/litro (il limite di legge austriaco è di 0,5).

Dopo la sua morte è nato, soprattutto in Carinzia, un vero e proprio culto di Haider. Il tratto stradale dove è morto è diventato una specie di luogo di pellegrinaggio per molti abitanti della regione e per l'ultra-destra di tutta l'Europa. Molti dei suoi seguaci lo venerano come fosse un santo.

Ed era prevedibile che, nel caso di un uomo politico così stravagante e discusso, le voci su una morte causata da sabotaggi della macchina e/o complotti politici non sono mai cessate, nonostante il fatto che alcuni mesi dopo l'incidente le autorità austriache avevano chiuso l'inchiesta sulla sua morte, escludendo tutte queste ipotesi. Una delle teorie più in voga era (ed è) un complotto del Mossad, il servizio segreto israeliano, un'altra quella delle banche ebraiche americane che Haider aveva sempre ritenute maggiormente responsabili per i guai del mondo. Si sono ipotizzati manomissioni della macchina e persino un attentato con una bomba o con un razzo. Anche se la dinamica dell'incidente non è del tutto chiarita e l'indagine della polizia ha certamente delle carenze, queste ipotesi sembrano per lo più pilotate da interessi politici.


Enigma - La misteriosa morte di Jörg Haider (1 di 6)
https://www.youtube.com/watch?v=oQ8TO_lq3Mo
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