Tibet

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Messaggioda Berto » gio mag 22, 2014 7:31 am

Padova, alla Festa dei Popoli vietata bandiera del Tibet

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http://www.lindipendenza.com/padova-all ... -del-tibet

Costretti a togliere la bandiera tibetana a seguito delle pressioni della comunità cinese. E’ accaduto a Padova, alla Festa dei Popoli, una kermesse per presentare peculiarità e tradizioni delle varie nazioni del mondo.

Poco lontano dallo stand riservato all’associazione buddhista padovana Tara Cittamani era stato posizionato quello della comunità cinese che avrebbero intimato di togliere la bandiera. ”Più volte – ha raccontato il direttore del centro buddhista Marco Parolin – dei membri della comunità cinese si sono avvicinati al nostro stand per fotografare, intimando di togliere la bandiera e minacciandoci dicendo che non volevano che accadessero incidenti e che sarebbe stato un peccato se qualcosa avesse rovinato la tranquillità di quella giornata”. Alla fine, dopo aver contattato gli organizzatori, è arrivata una richiesta formale di rimuovere la bandiera. Per oggi pomeriggio l’associazione Tara Cittamani che esponeva la bandiera del Tibet incontrerà il Comune per chiedere spiegazioni su come tutto ciò possa essere accaduto e per chiedere una “riparazione morale” magari attraverso l’ allestimento di un banchetto o qualche altra manifestazione promozionale. Non è escluso che l’associazione buddhista decida di intraprendere le vie legali.

Ora l’associazione chiede un incontro con comune e non esclude le vie legali.
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Re: Tibet

Messaggioda Berto » dom dic 14, 2014 8:20 am

Tibet, svelati dossier sulla guerriglia "I soldi della Cia al Dalai Lama"

http://www.repubblica.it/esteri/2012/06 ... a-36841119

La Sueddeutsche Zeitung: nel 1951 il leader della non violenza approvò la lotta armata. Gli Usa addestrarono per anni i guerriglieri, salvo poi sacrificare l'appoggio alla causa per la realpolitik e la normalizzazione dei rapporti con la Cina - dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI

BERLINO - Il Dalai Lama sapeva dall'inizio dell'appoggio della Cia, i servizi segreti americani, alla lotta armata del popolo tibetano contro l'occupante cinese. A quanto pare approvò, pur essendo simbolo mondiale della non violenza. Cominciò con impegni segreti Usa col legittimo governo tibetano, dunque col Dalai Lama in persona, dal 1951 al 1956, dopo la brutale occupazione cinese del Tibet nel 1950. La storia è narrata dagli investigative reporters della Sueddeutsche Zeitung, e sicuramente avrà provocato salti di gioia all'ambasciata cinese a Berlino.

I primi contatti risalgono a un anno dopo l'aggressione cinese. Sono tra il Dalai Lama e agenti americani attraverso l'ambasciata Usa a New Delhi e il consolato a Calcutta. Il Pentagono assicurò al Dalai Lama in persona, scrive la Sueddeutsche, armi leggere e aiuti finanziari al movimento di resistenza. Nell'estate 1956, l'operazione della Cia in Tibet diventa un dossier a sé, assume il nome di "ST Circus".

Si propone, dicono carte segrete e testimonianze dei veterani Cia come John Kenneth Knaus, di "fare il possibile per tenere in vita il concetto di un Tibet autonomo". E "sviluppare resistenza contro sviluppi in Tibet guidati dalla Cina comunista". Knaus racconta il suo primo, freddo incontro con il Dalai Lama. Washington si impegnò ad addestrare guerriglieri tibetani nella lotta armata contro l'occupante cinese, ad armarli, e anche a versare 180mila dollari l'anno, scrive il quotidiano liberal di
Monaco citando un presunto dossier segreto, "somme dichiarate come aiuto finanziario al Dalai Lama".

Ai memorandum della Cia seguirono i fatti. I guerriglieri tibetani furono addestrati in campi segreti prima in isole dei mari del sud, poi a Camp Hale sulle montagne rocciose, dove le condizioni climatiche erano simili a quelle tibetane. I contatti col Dalai Lama e col suo seguito c'erano sempre, anche durante la sua avventurosa fuga dal Tibet occupato a Dharamsala in India. I guerriglieri addestrati dalla Cia furono fino a 85mila, la loro organizzazione si chiamava "Chushi Gangdrug".

Ufficiali e istruttori tibetani formati dagli americani venivano paracadutati da vecchi bombardieri Boeing B17 (le gloriose Fortezze volanti che piegarono Hitler e il Giappone) in volo a bassa quota sul Tibet occupato senza contrassegni. I guerriglieri attaccavano in piccoli gruppi. "Uccidevamo volentieri quanti più cinesi possibile, e a differenza di quando macellavamo bestie per cibarci, non ci veniva di dire preghiere per la loro morte", dice un veterano della resistenza tibetana.

Il Dalai Lama, scrive la Sueddeutsche, non è che abbia mentito, ma certo non ha raccontato finora tutta la verità sui suoi rapporti con la lotta armata. Lui che viene salutato come il Papa, "Sua Santità", nel titolo del quotidiano tedesco è definito con un attacco malizioso "Heiliger Schein", apparenza di santità. L'operazione Cia col Dalai Lama cominciò nei Cinquanta, ma finì bruscamente. Dopo il viaggio segreto dell'allora Segretario di Stato Usa Henry Kissinger a Pechino, inizio della normalizzazione Usa-Cina. La causa tibetana fu sacrificata allora alla realpolitik delle due potenze. Molti guerriglieri tibetani si spararono in bocca o si tagliarono la gola o le vene piuttosto che cadere in mano al Guabuo, la Gestapo cinese. Altri, mastini della guerra, fuggirono a sud e si arruolarono nei migliori corpi speciali indiani.

(09 giugno 2012)
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