Venezuela

Re: Venezuela

Messaggioda Berto » dom gen 27, 2019 1:57 am

Venezuela, Guaidó si proclama presidente. Rinconosciuto da Trump , Trudeau e dai Paesi dell'America latina
Mario Calabresi
2019/01/23

https://www.repubblica.it/esteri/2019/0 ... -217300406

Juan Guaidó si è autoproclamato presidente "pro tempore" del Venezuela. Guaidó è il presidente dell'Assemblea Nazionale, il Parlamento dominato dall'opposizione e dichiarato nei giorni scorsi "illegittimo" dal Tribunale supremo controllato dal regime. In piazza, davanti ai sostenitori riuniti a Caracas, ha lanciato ufficialmente la sua sfida a Nicolás Maduro, che due settimane fa si era insediato per un secondo mandato presidenziale, ma l'opposizione non ha mai riconosciuto il risultato delle elezioni e diversi Paesi considerano illegittimo il leader chavista.

Donald Trump è stato il primo a riconoscere Juan Guaidó come capo dello Stato ad interim. "Non consideriamo nulla, ma tutte le opzioni sono sul tavolo", ha detto ai giornalisti alla Casa Bianca quando gli è stato chiesto se intendesse inviare i militari statunitensi in Venezuela. Al presidente americano hanno fatto seguito i riconoscimenti di Canada, Argentina, Brasile, Perù, Ecuador, Costa Rica e Paraguay. In Venezuela è una giornata di grande tensione, con l'opposizione in piazza in tutto il Paese contro Maduro, che si è affacciato dal balcone del palazzo presidenziale di Caracas e ha detto: "Siamo la maggioranza, siamo il popolo di Hugo Chavez. Siamo in questo palazzo per volontà popolare, solo la gente ci può portare via", ha aggiunto, intimando ai diplomatici americani di lasciare il Paese entro 72 ore.
Sui social si moltiplicano immagini e video della manifestazione che, oltre a Caracas, sta riempiendo le piazze di altre città venezuelane come Barquisimeto, Maracaibo, Barinas e San Cristóbal. Intanto, in altri punti della capitale si sta svolgendo la contro-manifestazione dei simpatizzanti di Maduro: secondo Union Radio, in tre punti di Caracas è in corso la concentrazione dei dimostranti favorevoli al governo, che si stanno dirigendo verso Plaza O'Leary, nel centro cittadino, per ribadire il loro sostegno al presidente della Repubblica. Quattro i morti negli scontri.



Venezuela, Trump riconosce Guaido. Maduro caccia i diplomatici Usa

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/a ... f0f49.html

"Concedo 72 ore ai diplomatici Usa perché lascino il Paese": lo ha detto il presidente venezuelano Nicolas Maduro citato dai media locali. "Dispongo di interrompere le relazioni diplomatiche e commerciali con il governo imperialista" di Washington, ha aggiunto.

Il leader dell'opposizione venezuelana, Juan Guaido, si è autoproclamato presidente del Paese, davanti ai sostenitori riuniti a Caracas. Guaido, davanti a migliaia di sostenitori, ha alzato la propria mano destra affermando di "assumere formalmente la responsabilità dell'esecutivo".

Il presidente americano Donald Trump ha ufficialmente riconosciuto Guaido presidente del Venezuela. L'inquilino della Casa Bianca ha quindi lanciato un appello a tutte le capitali occidentali a seguire il suo esempio e a rinnegare il governo di Nicolas Maduro. "Il popolo del Venezuela ha con coraggio fatto sentire la propria voce contro Nicolas Maduro e il suo regime e ha chiesto liberta' e rispetto per la legge": lo afferma Trump nella dichiarazione in cui riconosce il leader dell'opposizione di Caracas Juan Guaido come legittimo presidente. "Nel suo ruolo di presidente dell'Assemblea nazionale e' l'unico ad essere stato legittimamente eletto", aggiunge il presidente americano.

Guaidó, leader dell'Assemblea nazionale del Venezuela, controllata dall'opposizione, ha rivolto un appello anche alle Forze armate nel prestare giuramento come presidente della Repubblica, chiedendo loro di "ristabilire la Costituzione" nel paese sudamericano.




La felicità di un popolo che si sta liberando di un male assoluto, del male nazi-social-comunista e del suo dittatore Maduro

https://www.facebook.com/SoloEnVenezuel ... 8919010760
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » dom gen 27, 2019 1:58 am

I sinistri o nazi comunisti a fianco di Maduro



Mosca, a fianco del Venezuela di Maduro
Viceministro Esteri, partner strategico, cooperazione continuerà
Gennaio 24, 2019

http://www.ansa.it/amp/sito/notizie/mon ... ff537.html


(ANSA) - MOSCA, 24 GEN - "Abbiamo sostenuto e continueremo a sostenere il Venezuela, che è nostro amico e nostro partner strategico". Lo ha detto il vice ministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov. "Ci schieriamo al suo fianco per salvaguardarne la sovranità e per proteggere il principio della non interferenza negli affari interni (degli altri Stati)", ha detto Ryabkov. "La cooperazione pratica tra la Russia e il Venezuela continuerà in diversi settori e non abbiamo alcuna intenzione di ridimensionarla", ha aggiunto.


Venezuela, Juan Guaidó si autoproclama presidente ad interim. Trump lo riconosce e Maduro: "Ci difenderemo a ogni costo"
23 Gennaio 2019

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/0 ... ce/4919230

Il capo dell’assemblea nazionale di Caracas, il parlamento dominato dall’opposizione, si è proclamato presidente davanti a migliaia di sostenitori, ha alzato la propria mano destra affermando di "assumere formalmente la responsabilità dell’esecutivo". Proteste dalla scorsa notte: 13 morti. Il partito del presidente ha fatto appello ai sostenitori per riunirsi davanti al palazzo Miraflores per sostenere il governo

Venezuela nel caos. Juan Guaidó, capo dell’assemblea nazionale di Caracas, il parlamento dominato dall’opposizione, si è proclamato presidente ad interim in attesa di nuove elezioni ed è stato immediatamente riconosciuto dagli Stati Uniti e da Luis Almagro, il segretario generale dell’Organizzazione degli Stati americani che riunisce 35 Paesi delle Americhe. Il riconoscimento è arrivato in particolare da Brasile, Perù, Ecuador, Costa Rica, Argentina, Colombia, Paraguay e Messico. C’è anche il Canada di Justin Trudeau. Dalla parte di Nicolas Maduro la Bolivia di Evo Morales. Chiuso nel palazzo Miraflores, il numero uno destituito fa sapere che si difenderà ad ogni costo e chiama i suoi sostenitori: “Siamo qui per la volontà del popolo”.

Guaidó, 35 anni e noto già dal 2007 quando guidò le proteste studentesche contro Hugo Chavez, ha giurato a Caracas davanti a migliaia di persone e rivolto un invito alle Forze armate affinché si impegnino a “ristabilire la Costituzione”. E con uno slogan di obamiana memoria: “Sì, se puede” ha avviato un durissimo confronto con Maduro, 56 anni, al potere dal 2013 quando successe a Hugo Chavez. Per palazzo Miraflores bollato l’iniziativa del deputato è un “colpo di stato fascista”. Dalla notte migliaia di manifestanti si sono riversati nelle strade di diverse città: al momento, stando a diverse fonti, si contano 13 morti nel corso delle proteste e la ong Foro Penal Venezolano ha segnalato 43 persone arrestate e “vari feriti”.

Maduro: “Concedo 72 ore ai diplomatici Usa perché lascino il Paese”
Il segretario di Stato statunitense Mike Pompeo ha esortato le forze di sicurezza del Venezuela a “sostenere la democrazia. Ripetiamo il nostro appello ai militari e le forze di sicurezza del Venezuela perché sostengano la democrazia e proteggano i cittadini venezuelani. Gli Stati Uniti sono pronti a fornire assistenza umanitaria al popolo del Venezuela appena le condizioni lo permetteranno”. La risposta di Maduro non si è fatta attendere: “Siamo la maggioranza, siamo il popolo di Hugo Chavez. Siamo in questo palazzo per volontà popolare, solo la gente ci può portare via”. Il partito del presidente ha fatto appello ai sostenitori per riunirsi davanti al palazzo Miraflores per sostenere il governo. “Ci difenderemo a ogni costo, hanno intenzione di governare da Washington. Siamo in una battaglia storica, nessuno abbassi la guardia. Concedo 72 ore ai diplomatici Usa perché lascino il Paese”. “Dispongo di interrompere le relazioni diplomatiche e commerciali con il governo imperialista” di Washington, ha aggiunto. Secondo il giornale El Nacional funzionari della guardia nazionale hanno lanciato lacrimogeni in alcune stazioni metro di Caracas per disperdere i dimostranti anti-governativi.

Nel primo commento sui fatti mercoledì mattina, Maduro ha detto martedì che l’esercito “ha dato innumerevoli prove di disciplina, coesione e preparazione per affrontare qualsiasi minaccia dai nemici della patria” e in un breve discorso in tv, ha accusato il governo americano, attraverso il vice presidente Mike Pence, di aver ordinato “un colpo di stato fascista“. Per rappresaglia, ha ordinato una “revisione totale delle relazioni” diplomatiche con gli Usa. Pence, da parte sua, ha espresso sostegno al “popolo del Venezuela”, che “reclama libertà”.

Guaidó alle ambasciate: “Restate a Caracas”
Guaidó ha invece chiesto alle missioni diplomatiche presenti a Caracas di restare nel paese sudamericano. “In virtù dei poteri conferitimi dalla Costituzione, comunico a tutti i capi delle missioni diplomatiche e al loro personale accreditato in Venezuela che lo stato venezuelano desidera fortemente mantenere la loro presenza diplomatica nel nostro paese. “Qualsiasi disposizione contraria sarebbe invalida, dal momento che verrebbe da persone o entità che, a causa della loro natura usurpativa, non hanno l’autorità legittima a decidere sulla questione”.

Donald Trump: “Il popolo ha chiesto libertà” – Pochi minuti dopo il suo annuncio, Donald Trump ha diffuso una nota per annunciare il suo appoggio a Guaidó, sottolineando che “in questo ruolo come legittimo ramo del governo eletto dal popolo venezuelano, l’Assemblea nazionale ha invocato la costituzione del Paese per dichiarare illegittimo Nicolás Maduro e dunque il suo incarico vacante”. Il popolo del Venezuela, ha aggiunto il presidente degli Usa, “ha con coraggio fatto sentire la propria voce contro Maduro e il suo regime e ha chiesto libertà e rispetto per la legge”, sottolineando che “nel suo ruolo di presidente dell’Assemblea nazionale (Guaidó, nda) è l’unico ad essere stato legittimamente eletto”. Rispondendo a una domanda il numero uno della Casa Bianca ha detto: Non stiamo valutando niente ma tutte le opzioni sono sul tavolo”.

Caos Venezuela, Guaidò si proclama presidente: migliaia di persone in piazza

Oas: “Ha tutto il nostro riconoscimento” – Poi Trump ha fatto appello ad altri Paesi occidentali affinché anche loro riconoscano Guaidó come nuovo presidente assicurando che continuerà a “usare appieno il peso del potere economico e diplomatico degli Stati Uniti per spingere per il ripristino della democrazia venezuelana”. Tra i primi a seguirlo c’è stato il segretario dell’Oas: “Le nostre congratulazioni a Juan Guaidó come presidente incaricato del Venezuela – ha scritto Almagro su Twitter – Ha tutto il nostro riconoscimento per promuovere il ritorno del Paese alla democrazia”. Un alto funzionario dell’amministrazione Trump ha avvertito che verranno considerate “tutte le opzioni” se Maduro userà la forza: “Se scelgono di rispondere con la violenza, se scelgono di fare del male a membri dell’Assemblea nazionale – spiega, citato da LaPresse – tutte le opzioni sono sul tavolo per gli Stati Uniti a proposito dell’azione da intraprendere”.

Il giuramento: “Ora libere elezioni” – L’autoproclamazione del presidente ad interim è avvenuta a Caracas, dove il capo dell’assemblea nazionale, davanti a migliaia di sostenitori in piazza da giorni, ha alzato la propria mano destra affermando di “assumere formalmente la responsabilità dell’esecutivo”. Ha affermato di aver preso questa decisione “per ottenere la fine dell’usurpazione, un governo di transizione e libere elezioni”. Dopo il giuramento, ha chiesto di giurare anche ai presenti nella manifestazione di impegnarsi “a ristabilire la Costituzione in Venezuela”. Tramite i social ha poi rivolto un appello anche alle Forze armate chiedendo loro di aiutare nel ristabilire la Costituzione: “Oggi abbiamo un appuntamento storico con la nostra patria: civili, politici e militari, avremo l’opportunità di ritrovarci con il popolo in tutto il Venezuela – ha detto – Fratelli e sorelle, sappiamo molto bene che la violenza è l’arma dell’usurpatore, la nostra è invece la voce di milioni di venezuelani che incontreremo di nuovo in strada, in pace per il Venezuela”. Il ministro della Difesa venezuelano, generale Vladimir Padrino Lopez, ha dichiarato in un tweet che le Forze Armate del suo paese “non accettano un presidente imposto da oscuri interessi o che si è autoproclamato a margine della legge”, confermando il suo appoggio a Nicolas Maduro. “La disperazione e l’intolleranza stanno aggredendo la pace della Nazione”, ha sottolineato Padrino Lopez, secondo il quale “i soldati della Patria” non accettano la presidenza di Guaidò perché le Forze Armate “difendono la nostra Costituzione e sono garanti della sovranità nazionale”.

Lo scontro tra poteri – Da tempo Maduro considera “illegale” il lavoro dell’assemblea nazionale. E negli scorsi giorni due sentenze della sezione costituzionale del Tribunale supremo di giustizia hanno provato a ribaltare alcune decisione prese dall’assemblea presieduta dall’autoproclamato presidente ad interim. In particolare, il 5 gennaio i giudici avevano dichiarato “privo di validità” il giuramento dei nuovi vertici dell’assemblea, mentre nelle scorse ore ha ribadito che le iniziative adottate dall’Assemblea nazionale in sostituzione delle prerogative del potere esecutivo presieduto dal presidente “sono incostituzionali”.

Spagna chiede risposta comune all’Unione europea –Il ministro degli Esteri spagnolo, Josep Borrell, ha chiesto che l’Unione Europea convochi una “rapida riunione” a livello ministeriale per affrontare la crisi politica in Venezuela, per “preservare l’unità di azione” dell’Ue. Parlando con i media a margine di un seminario, Borrell ha sottolineato che “non si possono prendere decisioni come questa a caldo, senza essere ben informati”, aggiungendo che “non prenderemo posizione semplicemente per andare dietro ad altri”. L’Ue non ha riconosciuto la liceità delle elezioni presidenziali venezuelane dell’anno scorso e dunque non riconosce la legittimità del secondo mandato di Nicolas Maduro come capo dello Stato, apertosi lo scorso 10 gennaio, ma non ha ancora preso posizione sulla proclamazione oggi del presidente dell’Assemblea Nazionale, Juan Guaidò, come presidente ad interim del paese sudamericano. “Spero che tutta l’Europa si unisca nel sostegno alle forze democratiche in Venezuela. A differenza di Maduro, l’Assemblea parlamentare, incluso Juan Guaidò, ha un mandato democratico dai cittadini venezuelani” in un tweet il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk. “Seguo con molta attenzione gli eventi in Venezuela. Contrariamente a Maduro, Guaidó ha legittimità democratica. Si devono rispettare le manifestazioni e la libertà di espressione di un popolo che è stanco di morire di fame e di soffrire gli abusi di Maduro” scrive in un tweet il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.




Cgil, inizia l'era Landini e il congresso approva mozione pro-Maduro
Agostino Corneli - Gio, 24/01/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 34021.html

La crisi in Venezuela entra anche nella Cgil. L'estensore del documento ha voluto rispondere dicendo che non è un testo pro-Maduro. Ma il testo lo smentisce

Inizia subito con una polemica il nuovo corso della Cgil di Maurizio Landini.

Come riporta Il Corriere della Sera, "mentre al congresso della Cgil in corso a Bari tutti erano presi dal voto del comitato direttivo e dell'assemblea generale che eleggeranno il nuovo segretario generale e la segreteria, è passata all'unanimità una 'mozione urgente' sulla crisi in Venezuela che 'condanna con estrema fermezza le ingerenze e le pressioni esterne, a partire dall'embargo imposto dagli Usa su farmaci e sistema finanziario' e censura le 'prese di posizione a favore dell'auto-proclamazione a capo dello Stato del presidente del Parlamento, Juan Guaidó'".

Naturalmente, la lettura che è stata data da tutti i presenti è stata quella di un chiaro sostegno a Nicolas Maduro in un momento in cui tutto l'Occidente si schiera contro il governo di Caracas. E il fatto che sia arrivata in concomitanza con l'elezione di Landini, è sembrata essere la certificazione delle posizioni terzomondiste e fortemente anti-americane dell'ala più radicale della Cgil e della Fiom.

Sergio Bassoli, responsabile delle relazioni con ll'America latina della Cgil ed estensore del documento ha dichiarato che il testo "non è pro-Maduro". Anzi, ha ricordato: "La Cgil si appella a tutte e parti in capo per il rispetto dello stato di diritto e per la protezione dei diritti umani, evitando azioni violente, repressive e di non ritorno allo stato democratico". Ma la rettifica appare quantomeno di dubbia sostanza. E sono molti i delegati che hanno storto il naso di fronte a questo documento.


Venezuela, sparisce il post di Beppe Grillo che inneggiava al presidente Maduro
Tommaso Labate
25 gennaio 2019

https://www.corriere.it/politica/19_gen ... 285e.shtml

«Ooops… Sorry, but the page you are looking for doesn’t exist». Che per chi non fosse pratico con l’inglese vuol dire «scusa, ma la pagina che stai cercando non esiste». La pagina in questione, che pure era parte integrante del blog di Beppe Grillo, rimandava a un post in cui il 3 luglio del 2015 l’allora capo assoluto del Movimento 5 Stelle esaltava l’attacco frontale che il presidente del Venezuela aveva sferrato all’Unione europea. «Maduro attacca l’Europa e manda un messaggio ai greci», twittava il comico genovese dal suo account. Il tweet è rimasto, la pagina sparita, cancellata, sbianchettata. «Ooops».

Da quel luglio di quasi quattro anni fa ne sono successe di cose. I Cinque Stelle, da movimento di opposizione che esaltava il modello venezuelano post Chávez, si sono fatti forza di governo. Grillo, da capo assoluto, è diventato un «semplice» (virgolette d’obbligo) garante, che tra l’altro non disdegna punte di ammirazione proprio per quell’amministrazione Trump che sta provando a spegnere la luce che illumina Maduro. La rimozione della questione venezuelana dal blog è l’anticamera di una svolta? Il M5S, che nel 2017 promosse con un gruppo di deputati guidato da Manlio Di Stefano (oggi sottosegretario agli Esteri) una risoluzione che impegnava il governo Gentiloni «ad assumere iniziative nei confronti dell’alleato statunitense affinché vengano rimosse le inique sanzioni che colpiscono il Venezuela», adesso pare aggrapparsi al principio dell’Europa che deve parlare con una voce sola: «Sia super partes», dice Di Stefano. In fondo, è la stessa Europa che il presidente venezuelano aveva attaccato nel luglio del 2015 incassando i complimenti di Grillo. L’Ue è rimasta, i complimenti spariti, Maduro si vedrà.
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » dom gen 27, 2019 2:01 am

Venetisti ignoranti e demenziali


REPUBBLICA VENETA – MALDESTRO TENTATIVO DI GOLPE IN VENEZUELA! RISPETTARE LA DEMOCRAZIA IN VENEZUELA.
Albert Gardin
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 0608931350

comunicato stampa

La Repubblica Veneta riconosce come unico e legittimo rappresentante del Popolo Venezuelano quello approvato dalle istituzioni venezuelane e condanna i piani criminali del cartello delle mafie internazionali che vuole spingere il Venezuela in una guerra fratricida.
Le difficoltà economiche in cui è costretto a muoversi il Venezuela, uno dei paesi più ricchi al Mondo per materie prime, sono da attribuire, nella quasi totalità, al collaudato e piratesco sistema delle sanzioni commerciali, messe in pratica da quei paesi che ora vorrebbero imporre ai Venezuelani un Governo sottomesso agli USA.
Speriamo che a prevalere per tutti i Venezuelani, siano il buon senso e l'interesse superiore della nazione!
In questo difficile momento, la Repubblica Veneta manifesta totale fiducia all'unico Governo legittimo Venezuelano!
Venezia 24.1.2019

Albert Gardin – CXXI Doge

Ufficio Dogale – San Polo 2398 – 30125 Venezia
governoveneto@gmail.com – info 338 8167955



Alberto Pento
Grazie agli USA che difendono i popoli e gli uomini liberi dai dittatori in tutto il mondo, faro di civiltà e di libertà.
Trump appoggia il venezuelano Guaidó e dietro di lui Bolsonaro e poi il Cile, il Perù, l'Ecuador, la Colombia, il Paraguay, l'Argentina e il Guatemala.
L'autcrate russo Putin ex nazi comunista appoggia invece il dittatore assassino Maduro come fa Landini il nuovo segretario della CIGL e tutti i nazi comunistI italiani e veneti.
Grazie ancora USA!




Alberto Pento
Meno male che sei una farsa e un falso doge, altrimenti i veneti starebbero freschi.
Cosa ci si potrebbe aspettare da uno che sta dalla parte dei dittatori e degli autocrati della terra, siano essi nazi social comunisti, nazi maomettani, ex nazi comunisti autocratici.
Che Dio ci scampi da venetisti-venezianisti come te!

Ecco con chi sei schierato:
Sul fronte internazionale pro-Maduro si sono apertamente esposti Messico, Cuba, Bolivia, Turchia, Cina, Russia, Siria ed Iran.

Potresti dare la mano a questo filosofo demenziale social nazi comunista




Attentato contro Maduro. Viva Maduro e il socialismo patriottico!
Diego Fusaro
https://www.diegofusaro.com/attentato-m ... atriottico
Venezuela, attentato contro Maduro. L’imperialismo made in USA fa di tutto per aggredire e mettere a morte chi gli resiste. Lunga vita agli Stati non allineati e al socialismo antiglobalista. “Patria o muerte” (Che Guevara).

https://www.facebook.com/evelin.carolin ... cation=ufi
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » dom gen 27, 2019 2:03 am

La falsa democrazia del dittatore nazi socialista Maduro erede di Chávez.

Venezuela, Maduro ha giurato: "Abbiamo rispettato la democrazia, la Costituzione e il nostro popolo"
L'antidiplomatico
10/01/2019

https://www.lantidiplomatico.it/dettnew ... 5694_26674

Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha prestato giuramento quest’oggi presso la Corte Suprema di Giustizia (TSJ) per il periodo costituzionale 2019-2025.

"Ho rispettato la Costituzione. Oggi assumo la presidenza della Repubblica per il secondo mandato per ordine del popolo”, ha dichiarato il presidente operaio dopo aver prestato giuramento.

Il Presidente ha ricordato nel suo discorso la campagna mediatica tessuta a reti unificate contro il Venezuela e ricordato che "sono almeno vent’anni che siamo sottoposti a una campagna di manipolazione".

“In Venezuela dobbiamo difenderci da manipolazione, menzogne mediatiche, politiche, imboscate (...) Il Venezuela è un paese profondamente democratico, potremmo dire che la democrazia è stata ristabilita nel paese 20 anni fa con la Costituzione e la Costituente" , ha sottolineato.

In Venezuela c’è una solida democrazia

Ha inoltre rimarcato che nel paese v'è una democrazia solida, profonda, popolare e rivoluzionaria della classe operaia, dei poveri, dei lavoratori, del popolo, "non una democrazia per le élite e i potenti”.

"Il Venezuela non è solo una democrazia solida in ambito elettorale, è una democrazia in fase di costruzione con una visione socialista, comunale e rivoluzionaria (...) ha un popolo che partecipa costantemente ai processi sociali, economici e politici della comunità", ha aggiunto.

Difesa della libertà e dell'indipendenza

Nicolas Maduro ha ribadito l’appello della Rivoluzione Bolivariana per i popoli del mondo a riprendere le bandiere in difesa della libertà e indipendenza contro le pretese dei poteri egemonici di imporre un'ideologia imperialista.

"Il mondo è più grande dell'impero degli Stati Uniti e dei suoi governi satelliti, c'è un mondo al di là, qui siamo presenti. Non è più un mondo unipolare”.

Poi ha sottolineato l'importanza di un ulteriore rafforzamento dei blocchi di integrazione come l'Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR), la Comunità degli Stati dell'America Latina e dei Caraibi (CELAC), l'Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA) e Petrocaribe che "sono seriamente minacciati perché vogliono imporre nuovamente l'ideologia interventista, intollerante e imperialista, che ha caratterizzato il XX secolo in America Latina e nei Caraibi".

Un chiaro messaggio è stato inviato al presidente colombiano Ivan Duque, sempre in prima fila nell’attaccare il Venezuela: "Mi piacerebbe vedere Ivan Duque, faccia a faccia, e parlare del Venezuela e così potrei parlare della Colombia e delle dozzine di uomini e donne uccisi ogni giorno, leader sociali e leader per i diritti umani", ha spiegato il presidente.

Inoltre, ha aggiunto che Caracas potrebbe anche parlare con Bogotà “dell'efficacia della lotta contro la produzione di cocaina e coca" e insegnare alla Colombia come il Venezuela, liberato dalla Drug Control Administration (DEA secondo il suo acronimo in inglese), ha potuto dichiarare il proprio territorio nazionale libero da queste colture.

Il presidente entra in carica per un nuovo periodo nel quale si è impegnato a "promuovere i cambiamenti necessari in Venezuela, per difendere il diritto alla pace e il rispetto della Costituzione”.

Nicolás Maduro è stato eletto presidente il 14 aprile 2013 dopo la morte del presidente Hugo Chávez. Il 20 maggio dello scorso anno è stato rieletto con il 67,7% dei voti.

Normalmente, il giuramento si svolge nell'Assemblea nazionale (AN), tuttavia, dal momento che si trova in oltraggio giudiziario dal 2016, tutti i suoi atti sono nulli.

Almeno 112 paesi hanno riconosciuto l'investitura del presidente venezuelano per il nuovo mandato presidenziale.


"Io, oppositore di Maduro, vi racconto l'inferno del Venezuela"
Daniele Bellocchio
Mag 7, 2017
http://www.occhidellaguerra.it/opposito ... -venezuela


“Lanciate i vostri occhi al di là dell’Oceano Atlantico, guardate cosa sta succedendo qua in Venezuela, ascoltate le nostre urla, i nostri pianti, prestate attenzione a ciò che chiediamo. Noi vogliamo diritti e democrazia. Il governo di Maduro risponde invece con le armi e la repressione. Il popolo venezuelano non ha più niente da perdere e se il Presidente non si dimetterà, se non verranno effettuate riforme, se l’economia non verrà risanata in tempi brevi, allora non c’è scelta: sarà guerra civile”.

https://www.youtube.com/watch?v=EVQ9H_h98lI

È con queste parole e con un tono di voce che racchiude una miscellanea di paura, frustrazione ed esasperazione che un oppositore del governo venezuelano (che chiameremo col nome di fantasia Leon per motivi di sicurezza e per garantire la sua incolumità) ha raccontato, in esclusiva per Gli occhi della guerra, la realtà che si sta consumando in questi giorni nel Paese latinoamericano.

Il Venezuela da settimane è incendiato da continue proteste. Studenti, lavoratori e società civile si riversano ogni giorno nelle strade, chiedendo le dimissioni del presidente Nicolas Maduro, al governo dal 2013, dopo la morte di Hugo Chavez, accusando lui e il suo cerchio magico di aver trasformato il Paese in una dittatura. A rendere ancor più tesa la situazione nelle ultime ore è stato l’annuncio del Presidente di voler convocare un”’Assemblea Costituente del popolo” e il tutto è accompagnato, inoltre, da una disastrosa situazione economica e da una repressione armata da parte di esercito e forze dell’ordine, che sta trascinando la patria del ”socialismo bolivariano” in un vortice di violenza assoluta.

”Ogni giorno assistiamo a un acuirsi della violenza. Lo stato è passato da una repressione politica a una militare. Delinquenti comuni sono stati armati dal governo e costituiscono los colectivos armados. Gruppi paramilitari al soldo della ”rivoluzione”, che assaltano i quartieri residenziali, vanno alla ricerca degli oppositori, picchiano e uccidono a sangue freddo chi viene scoperto essere un manifestante. Nelle ultime ore si è diffusa la voce che l’oppositore Leopoldo Lopez sia stato avvelenato in carcere, ma nessuno ha notizie certe”. È questo il racconto che Leon fa mentre si trova in una città (anche in questo caso per motivi di sicurezza non riveliamo il nome del luogo) orientale del Venezuela e intanto, attraverso internet, invia video che mostrano pestaggi dei militari nei confronti di studenti inermi ed esecuzioni a freddo da parte di uomini armati. E, interrogato sui rischi che corre chi cerca di diffondere materiale compromettente per il governo, Leon aggiunge: ”Quando non si ha più nulla da perdere, non si temono più neanche le conseguenze. Ora polizia e servizi segreti entrano nelle case dei giovani e controllano cellulari e computer per vedere se hanno foto o materiale compromettente. Chi viene trovato in possesso di queste immagini poi viene portato in caserma e in carcere. E, a quel punto, sono botte e torture”.

I filmati che l’oppositore venezuelano invia mostrano ragazzi colpiti con ginocchiate nei testicoli e pugni nelle costole da soldati regolari, giovani nudi e con il corpo tumefatto dalle bastonate legati agli alberi, paramilitari che sparano a brucia pelo e in faccia a uomini a terra riversi in pozze di sangue, una giornalista afferrata per i capelli e trascinata sull’asfalto dalle forze dell’ordine e poi, in un’altra clip, una donna che urla ”delinquentes, delinquentes”, rivolgendosi ad alcuni poliziotti e che in risposta riceve una fucilata. ”Le cifre parlano di 30 morti circa. Non sono credibili quei dati; ogni giorno vengono assassinate molte persone, altre spariscono. Ora si stanno però organizzando i primi gruppi di oppositori che, dalle proteste di piazza, vogliono passare a un altro livello di scontro: quello della lotta armata clandestina. Gli studenti stanno sequestrando i camion di benzina e chiedendo il rilascio dei prigionieri politici: sono tutti segnali che la guerra civile è alle porte”. Poi, parlando della sua situazione personale, Leon ha confidato: ”Non posso nascondere di avere paura. Non si sa cosa succederà. Ho anche una famiglia e il futuro è davvero saturo di incubi. Inoltre, a spezzarci le ossa, è anche la crisi economica. L’inflazione è oltre l’800% annuale, il costo di mezzo chilo di pasta corrisponde a tre giorni di lavoro, non si trova più nulla nei mercati e nei centri commerciali. Occorre sempre rivolgersi al mercato nero. La situazione è disperata. In Venezuela non c’è il jihad , non c’è il terrorismo islamico e nemmeno il rischio di una bomba atomica come in Nord Corea. Ma la gente muore ogni giorno e il mondo non può rimanere indifferente”.



Maduro, presidente “illegittimo”
12 gennaio 2019
Antonio Dall'Osto

http://www.settimananews.it/politica/ma ... llegittimo

Giovedì scorso, 10 gennaio, nella capitale Caracas, Maduro ha giurato per il secondo mandato di sei anni come presidente del Venezuela. Non è una buona notizia per il paese e nemmeno per il mondo.

I vescovi – come avevano anticipato – non hanno partecipato alla cerimonia del giuramento. E l’Assemblea nazionale ha rifiutato di riconoscere il presidente. Il parlamento, da lui esautorato e sostituito da un’Assemblea costituente, è inefficace così che la chiara vittoria elettorale dell’opposizione del 2015 è diventata politicamente senza valore.

L’arcivescovo di Maracaibo, José Luis Azuaje, presidente della Conferenza episcopale del Venezuela, ha dichiarato che questo nuovo mandato è illegittimo e moralmente inaccettabile. E ha aggiunto che non si può più andare avanti così; il paese, non ha infatti alcun futuro se continua sulla strada intrapresa.

Si moltiplicano intanto le prese di posizioni in tutto il mondo, e soprattutto in America Latina, contro la legittimità della presidenza di Maduro. Dopo l’Argentina, la Colombia, l’Ecuador, il Perù e il Paraguay, anche Cile e Brasile hanno dichiarato ufficialmente il loro atteggiamento negativo.

Il presidente cileno Sebastián Piñera ha diramato una nota ufficiale in cui si dice che «il Cile non riconosce la legittimità del regime di Maduro», perché è giunto al potere «in modo illegittimo, come risultato di un’elezione che non ha risposto ai requisiti minimi e necessari» di una elezione «libera, democratica, trasparente e con presenza di osservatori internazionali».

Anche il ministero degli esteri brasiliano ha diffuso una nota ufficiale in cui è definito «illegittimo» il governo del presidente Maduro. Dopo aver precisato di voler riconoscere l’Assemblea nazionale come «unico organo costituzionalmente eletto», il comunicato afferma che «il Brasile continuerà a lavorare per la restaurazione della democrazia e dello stato di diritto in Venezuela e proseguirà il coordinamento con tutti i soggetti impegnati per la libertà del popolo venezuelano».


Un paese in profonda crisi

ll Venezuela ormai da anni è scosso da una profonda crisi politica interna. Il fenomeno, iniziato nel 2014, dopo la morte del leader rivoluzionario Hugo Chávez e la successiva controversa vittoria di Maduro, accompagnata da proteste di massa, in tutto il paese, è sfociato in un gigantesco esodo di massa. Finora circa tre milioni di venezuelani hanno abbandonato la loro terra a causa della persistente crisi degli approvvigionamenti, dell’alto tasso di criminalità, della dilagante inflazione e della repressione statale.

L’arcivescovo Josè Luis Azuaje ha affermato che il paese soffre di una drammatica crisi umanitaria. «Ci sono molte persone – ha affermato – che cercano del cibo tra i rifiuti. È una cosa contraria alla dignità umana». Scarseggiano anche i medicinali e, ogni giorno, circa 5.000 venezuelani si rifugiano all’estero. E se uno osa affermare che la causa di questa situazione è politica, subisce delle minacce.
Preoccupazione per la Chiesa

Il cardinale ha parlato anche del repentaglio a cui è esposta la democrazia e della minaccia ai diritti umani. Per quanto riguarda la Chiesa in Venezuela, ha dichiarato «che essa sta dalla parte dei bisognosi, anche se ciò comporta molti inconvenienti e molte difficoltà».

Un’eco di tutto ciò viene anche dalla Germania. Il presidente della commissione per i problemi mondiali della Conferenza episcopale tedesca, l’arcivescovo di Bamberg, Ludwig Schlick, ha dichiarato recentemente di essere molto preoccupato per la situazione dei cristiani, il cui impegno pastorale o caritativo ha assunto un carattere politico: queste persone – ha affermato – sono entrate ben presto in conflitto con l’apparato politico. Tutto ciò che è sospettato di mettere in discussione il pensiero e il monopolio dello stato viene represso. Le vessazioni amministrative e la sistematica discriminazione sono all’ordine del giorno. «Proclamare apertamente il messaggio di liberazione di Cristo del Vangelo, e anche solo parlare apertamente delle disfunzioni sociali – ha sottolineato il vescovo – espone a gravi rischi».

Questa è anche la ragione della crescita delle polemiche e dell’aggressione massiccia verso la Chiesa cattolica.

Amnesty International, da parte sua, accusa il governo di Maduro di essere corresponsabile di migliaia di esecuzioni extragiudiziarie e Human Rights Watch parla di torture e di violenze su ordine dei socialisti del governo di Caracas. E le Nazioni Unite, per l’anno appena iniziato, prospettano uno scenario quanto mai tetro: per la fine del 2019, ai precedenti tre milioni di profughi, potrebbero aggiungersene altri due-tre milioni.

Particolarmente energica è la critica a Maduro della vicina Colombia. Tra questo paese governato tradizionalmente dai conservatori e il Venezuela, da 20 anni in mano ai socialisti, esiste una profonda rivalità politica.

Il presidente della Colombia, Ivan Duque, da pochi mesi in carica, rifiuta anch’egli di riconoscere Maduro e questi gli risponde con scherno, definendo Duque un mercenario degli Stati Uniti: «Ivan Duque – dice – non va nemmeno alla toilette senza prima interpellare l’ambasciatore dei gringos».

Poco prima del giuramento di Maduro, è intervenuto anche papa Francesco per chiedere di continuare a cercare delle vie istituzionali pacifiche per risolvere la crisi politica, sociale ed economica del Venezuela e anche del Nicaragua che soffre di problemi analoghi.

Più chiaramente ancora si è espresso l’arcivescovo emerito di Coro, Roberto Lückert Leon, il quale, parlando con l’emittente colombiana W-Radio, ha affermato che «il papa teme che s’instauri una dittatura in Venezuela».

I socialisti venezuelani tuttavia credono in una ripresa del dialogo che era fallito, nonostante gli sforzi del Vaticano. Diosdado Cabello, numero due del Venezuela, ne è convinto. Ma tutti i tentativi finora effettuati, anche quelli del Vaticano, non hanno avuto successo.


Elezioni politiche venezuelane del 2015
https://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_ ... a_del_2015
Elezioni vinte dall'opposizione a Maduro con 109 seggi contro i 55 di Maduro
https://it.wikipedia.org/wiki/Unit%C3%A ... (Venezuela)


L'opposizione ha vinto le elezioni legislative in Venezuela
lunedì 7 dicembre 2015
Per la prima volta dopo 17 anni il partito di maggioranza in Parlamento non sarà quello di Nicolas Maduro e Hugo Chávez

https://www.ilpost.it/2015/12/07/risult ... -venezuela

In Venezuela l’opposizione ha vinto le elezioni legislative ottenendo la maggioranza all’Assemblea nazionale: è la prima volta che accade da 17 anni, quando era stato eletto presidente Hugo Chavez, rimasto a capo del paese fino alla sua morte nel 2013. Il Partito socialista unificato del Venezuela (PSUV), quello del presidente in carica Nicolas Maduro – e prima ancora di Hugo Chávez, che lo aveva fondato – ha riconosciuto la sconfitta. Il risultato delle elezioni ha creato una situazione nuova in Venezuela: la convivenza tra un governo chavista e un parlamento con una maggioranza di opposizione. Questo potrebbe significare innanzitutto che Nicolas Maduro non potrà più governare per decreto. Dopo aver vinto le elezioni presidenziali nell’aprile del 2013, infatti, Maduro ha sempre governato per decreto grazie alle cosiddette “leggi abilitanti”, promulgando le leggi senza bisogno dell’approvazione del Parlamento.

Secondo gli ultimi dati ufficiali, l’alleanza trasversale delle opposizioni composta da organizzazioni, partiti e associazioni per i diritti civili, la Mesa de la Unidad Democrática (MUD), ha ottenuto 107 seggi su 167 e il PSUV 55, tre seggi spettano alla minoranza indigena e due devono ancora essere assegnati. Già prima del voto secondo diversi analisti la questione non era tanto se l’opposizione avrebbe vinto, ma di quanto: in base alla maggioranza conquistata potrà infatti avere un minore o un maggiore margine di intervento, per esempio sulle leggi di amnistia per liberare dal carcere gli oppositori politici, sull’approvazione del bilancio, sul voto di censura contro i ministri e altri provvedimenti.

Le legislative di domenica 6 dicembre sono state interpretate come una specie di voto di fiducia del popolo sul governo e sul suo presidente, da tempo in grande difficoltà a causa della grave crisi economica, dell’inflazione, della diffusione della corruzione, dell’insicurezza dei cittadini e della persecuzione nei confronti del leader dell’opposizione. Maduro ha riconosciuto i «risultati negativi» delle elezioni dicendo che ha vinto una «contro-rivoluzione», e ha attribuito la sconfitta a una presunta «guerra economica», uno scontro sotterraneo in cui gli Stati Uniti si sarebbero alleati alle élite economiche del paese per distruggerlo: è l’argomento che Maduro usa fin dalla sua elezione per spiegare i problemi del Venezuela.

La situazione di Maduro era complicata anche per altre questioni: a novembre due suoi familiari sono stati arrestati con l’accusa di essere coinvolti nel contrabbando di 800 chilogrammi di cocaina negli Stati Uniti. Sempre a novembre il principale partito di opposizione ha denunciato Maduro per crimini contro l’umanità davanti alla Corte penale internazionale dell’Aia, per la dura repressione delle proteste antichaviste del febbraio 2014. Il documento fa riferimento ad attacchi “sistematici” per indebolire “il dissenso o la semplice critica al governo”; si parla di “omicidi, torture, detenzioni illegali, persecuzioni” e di “trattamenti inumani”. Il mese prima un importante leader dell’opposizione venezuelana, Leopoldo Lopez, era stato condannato a quasi 14 anni di carcere per aver guidato le proteste del 2014.
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » dom gen 27, 2019 2:07 am

Elezioni dell'Assemblea costituente in Venezuela del 2017
https://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_ ... a_del_2017
Le elezioni dell'Assemblea costituente in Venezuela del 2017 si sono svolte il 30 luglio. Le elezioni sono state convocate mediante decreto presidenziale, a differenza delle elezioni dell'Assemblea costituente del 1999, che furono convocate a seguito di un referendum. Secondo il presidente della Commissione elettorale nazionale (CNE), Tibisay Lucena, al voto sono andati 8,089,230 venezuelani, pari al 41,53% degli aventi diritto, mentre le opposizioni ne hanno denunciati solo 2 500000, ossia il 13%. Di altro parere rispetto alle due fazioni politiche, è stata SmartMatic, società che gestisce il voto elettronico da oltre 10 anni nel Paese, che ha denunciato circa 7 milioni di votanti.
L'opposizione ha deciso di non presentare candidati.


Venezuela: "Manipolate elezioni'. Anche l'Ue disconosce il voto
02/08/2017 18:55

https://www.huffingtonpost.it/2017/08/0 ... a_23061701

Alla vigilia dell'insediamento dell'Assemblea Costituente promossa da Nicolas Maduro, una rivelazione esplosiva dell'azienda che fornisce il supporto logistico per le elezioni in Venezuela ha aggiunto oggi un'altra dose di tensione alla già gravissima crisi politica a Caracas.

Antonio Mugica, amministratore delegato della Smartmatic, ha affermato che c'è una differenza di almeno un milione di voti tra le cifre sull'affluenza annunciate dal Consiglio Nazionale Elettorale (Cne) e quelle registrate dai sistemi elettronici della sua società.

"E' per questo che con il più profondo rammarico dobbiamo riferire che le cifre sull'affluenza delle votazioni del 30 giugno per l'Assemblea Costituente in Venezuela sono state manomesse, al di là di ogni dubbio", ha detto Mugica, sottolineando che "non possiamo garantire i risultati ufficiali".

Secondo le cifre ufficiali del Cne, poco più di 8 milioni di cittadini hanno partecipato alle elezioni, pari a un'affluenza del 41,53%. L'opposizione, da parte sua, ha detto che solo 2,83 milioni di venezuelani hanno votato domenica, pari al 12% degli aventi diritto.

Le rivelazioni della Smartmatic sono subito state riprese ed amplificate dall'opposizione. L'ex candidato presidenziale Henrique Capriles ha detto che confermano che "la Costituente è una truffa", mentre il presidente del Parlamento, Julio Borges, ha annunciato che presenterà una denuncia penale contro i membri del Cne per aver diffuso "risultati falsi".

Il governo, da parte sua, ha ignorato il clamore causato dalle rivelazioni della Smartmatic, procedendo con la consegna delle credenziali ai 545 membri della Costituente e confermando che il nuovo organo si istallerà domani nella sede del Parlamento, controllato dall'antichavismo dalle elezioni politiche del 2015.

Julio Borges, da parte sua, ha già annunciato che l'opposizione non intende cedere la sede del potere legislativo alla Costituente, avvertendo che si sta andando verso "uno scenario molto probabile di scontro violento" a Caracas.

Una manifestazione di protesta antichavista è stata promossa per domani a Caracas, in concomitanza con l'insediamento del nuovo organismo.

Le rivelazioni shock della Smartmatic hanno anche rafforzato la posizione dei paesi che hanno già dichiarato che non riconoscevano le elezioni per la Costituente - Usa, Argentina, Brasile, Colombia, Messico, Perù, Paraguay e Panama - e hanno spinto anche l'Unione europea a fare altrettanto: l'Ue ed i suoi Stati membri non riconoscono l'Assemblea costituente in Venezuela "poiché nutrono preoccupazioni sulla sua effettiva legittimità e rappresentatività" ed invitano il governo di Nicolas Maduro "a prendere misure urgenti per porre rimedio al corso degli eventi", ha dichiarato da Bruxelles l'alto rappresentante della Ue Federica Mogherini. Da parte sua, il segretario generale dell'Organizzazione degli Stati Americani (Osa), Luis Almagro, ha detto che le elezioni di domenica scorsa in Venezuela costituiscono "il broglio elettorale più grande della storia dell'America Latina, in percentuale e in milioni di votanti".



In Venezuela il partito di Maduro ha vinto le elezioni regionali, ma l'opposizione parla di brogli
https://www.ilpost.it/2017/10/16/venezuela-regionali
Il partito del presidente venezuelano Nicolas Maduro ha vinto le elezioni regionali, facendo eleggere un suo candidato governatore in 17 regioni su 23. L’opposizione ha accusato il governo di brogli: i sondaggi suggerivano infatti che la coalizione antigovernativa potesse vincere tra le 11 e le 18 regioni. La scorsa settimana il Dipartimento di Stato statunitense si era detto “molto preoccupato” per la possibilità che la Commissione elettorale venezuelana – controllata da Maduro – potesse in qualche modo manipolare l’esito del voto.


Venezuela: Maduro stravince le elezioni boicottate dall'opposizione e annuncia che chi non ha partecipato al voto non potrà partecipare alle presidenziali del 2018
2017/12/11

https://www.agensir.it/quotidiano/2017/ ... i-del-2018

È stato come segnare un gol a porta vuota. Il Partito socialista di Nicolás Maduro ha stravinto le elezioni comunali di ieri, prevalendo in oltre 300 dei circa 350 Comuni chiamati alle urne, tra cui 23 capitali degli Stati federali su 24. Ma la notizia del giorno è un’altra. Il presidente venezuelano, accusato da molte parti di aver ormai trasformato il Paese in una dittatura, ha annunciato che i partiti che non si sono presentati alle elezioni comunali saranno a causa di questa scelta esclusi anche dalle presidenziali del prossimo anno. Ben tre dei quattro maggiori partiti di opposizione, appartenenti alla Mesa de Unidad democratica, avevano infatti deciso di non partecipare alle Comunali, dopo aver criticato le modalità in cui erano avvenute le recenti elezioni regionali. La scelta di astenersi era stata apertamente criticata, alla vigilia, dall’arcivescovo di Caracas, card. Jorge Urosa Savino, il quale aveva dichiarato che “il voto è la miglior protesta”, ed aveva spiegato: “L’astensione è un errore. Senza partecipare la gente si arrende senza lottare per i propri diritti”.




La Spagna sul Venezuela: «Elezioni subito o Guaidó»Chi sta con chi: la mappa
25 gennaio 2019

https://www.corriere.it/esteri/19_genna ... 285e.shtml

La Spagna riconoscerà Juan Guaidó come presidente legittimo del Venezuela, se Nicolas Maduro non convocherà immediatamente nuove elezioni libere che rispettino gli standard democratici: «Altrimenti cercheremo un altro percorso nel quale Guaidó dovrà comunque avere un ruolo» annuncia il ministro degli Esteri spagnolo, Josep Borrell. Anche la Germania «sta valutando» di riconoscere l’autoproclamato presidente ad interim come capo di stato - già riconosciuto come tale da Usa, Canada e dai paesi sudamericani del «gruppo di Lima» - nonostante il «golpe» denunciato dall’erede di Chavez: «Maduro non può pretendere di essere presidente visto che le ultime elezioni non hanno soddisfatto gli standard democratici - dice il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert -, l'auspicio è che l'Europa parli con una voce sola su questa crisi catastrofica».

Anche l’Ue considera «non democratico e non indipendente» il voto che nel 2013 ha portato al potere Maduro. Ieri la Commissione aveva riferito di stare con le forze democratiche del paese, senza schierarsi tuttavia apertamente con Guaidò: «La nostra delegazione a Caracas è molto attiva e il dibattito sta andando avanti anche tra i Ventotto» spiega la portavoce Maja Kocijancic, affermando che attualmente sono «in corso molti contatti» tra il ministro degli Esteri europeo, Federica Mogherini, con gli stati membri e gli altri partner.

Il presidente americano Donald Trump non aspettava altro e pur di accelerare il processo di transizione è diposto a concedere una exit strategy indolore a Maduro, per convincerlo a desistere. Ad opporsi alla sua destituzione il blocco dei cosidetti «paesi non allineati», tra cui Cuba e Iran, più Messico e soprattutto Russia e Cina: le due superpotenze hanno già posto il loro veto nel caso il Consiglio di sicurezza Onu di sabato voglia imporre sanzioni al leader socialista. Le prospettive del paese restano quanto mai incerte.


Venezuela, Guaidò e il crepuscolo di Maduro, tra crisi del petrolio e iperinflazione
Roberto Da Rin
2019-01-24

https://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2 ... d=AEKDY7KH

È ancora presto per dire se le parole di Leopoldo Lopez, uno dei principali oppositori del Venezuela, siano state profetiche: «Niente e nessuno ci allontanerà dalla nostra lotta per liberare il popolo venezuelano dalla dittatura di Maduro». Questo suo proclama risale al 2016.

L’unica certezza è che il caos di queste giorni, 14 morti e centinaia di arresti, viene da lontano: iperinflazione, crollo della produzione petrolifera ed evanescenza del sistema economico produttivo.
La nomina di Nicolas Maduro, 56 anni, alla presidenza del Paese dal 2013 non ha mai generato fiducia tra gli operatori economici e tanto meno presso la comunità internazionale.

Petrolio e iperinflazione
Le compagnie petrolifere di mezzo mondo avevano rivisto i contratti nella lunga stagione politica di Hugo Chavez, predecessore di Maduro; ma avevano scelto di rimanere e spesso di proporre investimenti in tecnologie, accettando di ridurre gli utili incassati in epoche precedenti. Con Maduro è cambiato tutto e la produzione è scesa sul piano inclinato dell’inarrestabile débacle. Nel 2018 la produzione di greggio si è attestata a quota 1,1 milioni di barili al giorno, contro i 3 milioni del 2014.
Il petrolio, va ricordato è il primo asset del Venezuela, che rimane il Paese con le maggiori riserve stimate al mondo. I ricavi petroliferi così scalfiti hanno drasticamente aggravato il quadro macroeconomico.
La corsa dei prezzi è l’altra emergenza. Ormai c’è una iperinflazione, che ha raggiunto, nel 2018, livelli inimmaginabili, vicini al milione per cento. Anche se la misurazione, oltre un certo limite, perde di significato. L’unica certezza è che il bolivar, la moneta venezuelana, si è svalutata al punto da perdere ancoraggio con le altre valute. Con il salario di un mese oggi si acquista un solo pranzo in un fast food.

L’introduzione del Carnet della patria, una tessera annonaria con cui le fasce più deboli ricevono cibo dallo Stato, non copre le necessità della popolazione che ormai sperimenta una vera e propria carestia.
Gli interventi umanitari non sono sempre stati accolti dalla presidenza del Venezuela per paura di infiltrazioni esterne e ciò ha aggravato il contesto sociale. Le cifre non sono ufficiali, ma più di un milione di venezuelani, negli ultimi anni, ha lasciato il Paese: la Colombia ne ha accolti almeno 500mila. Laureano Marquez, intellettuale venezuelano, ha scritto “Sos Venezuela”, edito da Castelvecchi. «Il Paese, scrive, ha fatto un percorso: da dicta-blanda a dicta-dura».


Venezuela, ecco cosa sta succedendo nel Paese in crisi
di Alice Facchini
1 febbraio 2018

https://www.osservatoriodiritti.it/2018 ... enezuelani

«Il problema del Venezuela è la fame, una fame che fa morire la gente. Mi è capitato tante volte di vedere bambini che cercano nella spazzatura e lottano con i cani per prendere gli scarti di cibo. I cani e i gatti per strada sono sempre meno, chi non sa come sopravvivere li usa per sfamarsi. La gente è arrivata a mangiarsi anche gli animali dello zoo di Caracas».

Rita (il nome è di fantasia) ha 62 anni ed è arrivata da Caracas il giorno di Natale per venire a trovare sua figlia che vive in Italia. Seduta al tavolino del bar di fronte alla stazione di Bologna, sorride davanti a un cappuccino e una brioche alla crema: «Se mi vedevi qualche settimana fa ero più smunta, adesso ho ripreso peso. I venezuelani hanno perso in media dieci chili ognuno».

Da un punto di vista politico, il Paese potrebbe affrontare presto una novità importante. Nelle scorse ore, infatti, l’Assemblea Nazionale Costituente ha deciso che entro aprile ci saranno nuove elezioni presidenziali. Formalmente manca ancora la firma del presidente, Nicolás Maduro, che dovrebbe comunque arrivare a breve.


A Caracas economia in crisi da ormai quattro anni

Dal 2014 il Venezuela vive una crisi economica che ha messo in ginocchio il paese. L’inflazione oscilla tra il 700 e il 1.100% annuo e il bolivar, la moneta nazionale, è ormai carta straccia. Alla base di questa crisi è stata la caduta del prezzo del petrolio, risorsa su cui il Venezuela basa il 95% della sua economia. L’esportazione del greggio forniva le entrate necessarie per mantenere i costi dei servizi sociali messi in piedi ai tempi del governo socialista di Hugo Chavez.

«Oggi in Venezuela manca tutto: cibo, medicine, materie prime. Nei supermercati ci si aggira fra distese di scaffali vuoti, la gente si mette in fila all’alba per trovare qualcosa nei negozi, ma spesso è inutile».

Secondo le stime della Caritas, nel paese ci sono circa 280.000 bambini denutriti e un bambino su tre presenta danni fisici e mentali irreversibili. Il governo incolpa le potenze occidentali per la crisi in corso e ha deciso di non accettare aiuti umanitari.


«Il Venezuela sembra Auschwitz: anziani pelle e ossa»

Rita prende 6 dollari al mese di pensione. Per sopravvivere è aiutata dai figli emigrati all’estero: «Senza di loro non ce la farei. Per comprare un litro di latte avrei bisogno di 5 pensioni, una confezione da 30 uova mi costa una pensione e mezzo. Tutto questo se ho la fortuna di trovarli, perché la maggior parte delle volte il cibo non c’è. Per fortuna, noi abbiamo un piccolo orto dietro casa, ma ormai non si trovano più semi né prodotti contro gli insetti». E infatti tanta gente ha deciso di lasciare il Paese.

Nelle farmacie è disponibile solo il 38% delle medicine di base. «Il peggio è che, con questa povertà, le cure sono inutili. A cosa servono le medicine, se nessuno ha da mangiare?». Rita era un’infermiera e ora fa la volontaria in due case di cura per anziani.

«Sembra di essere ad Auschwitz. Gli anziani ormai sono pelle e ossa, mangiano solo vellutata di zucca allungata con l’acqua. Ogni settimana muoiono tre, quattro persone, a volte cinque. E non muoiono di malattia, muoiono di fame».

Nel paese del petrolio manca pure la benzina

Rita quando racconta non fa pause. Un torrente di parole sgorga dalla sua bocca, inarrestabile, come se le cose da dire fossero troppe e il tempo troppo poco. «Sembra paradossale, ma un altro problema è la benzina: nel paese del petrolio siamo rimasti senza. Solo a Caracas si trovano ancora distributori, ma si possono fare anche due giorni di coda per un pieno. Gli autobus sono stati dimezzati e la mattina la gente si spintona per riuscire a salire e andare al lavoro».
venezuela

Manifestazioni in Venezuela

Rita ha una piccola agenda dove si è appuntata alcune cose da dirmi, ma il suo racconto è così concitato che ben presto se ne dimentica. «Pensa che la mia patente è scaduta da mesi, ma gli uffici non l’hanno ancora rinnovata perché non hanno neanche la plastica per rifarmi la tessera. E anche la carta è finita, così oggi è nato un mercato nero di fogli scritti solo da una parte».

Crisi Venezuela: il presidente Maduro e la repressione

La crisi economica e sociale è legata a una crisi politica acuta. A marzo dell’anno scorso, il governo di Nicolás Maduro ha esautorato il parlamento controllato dalle opposizioni. Il 16 luglio, circa 7 milioni di venezuelani hanno votato in un referendum simbolico contro il presidente, ma i risultati sono stati ignorati.

Violentissime proteste hanno provocato più di cento morti e centinaia di feriti e arresti. «Non sono state morti accidentali, è stato un massacro selezionato: i cadaveri avevano un colpo di pistola in mezzo agli occhi».

Rita ha partecipato alle manifestazioni dello scorso anno ed è rimasta ferita lei stessa: «Ci hanno lanciato i lacrimogeni contro il petto, sui piedi, in faccia. Una volta sono caduta per terra e ho pensato: basta, più di così non ce la faccio. Per fortuna poi sono arrivati gli studenti di medicina dell’università che mi hanno soccorso, ma l’esercito ha lanciato lacrimogeni anche dentro le ambulanze».
venezuela

Manifestazioni in Venezuela

Fa una pausa, sospira, guarda da un’altra parte come se cercasse le parole. «Quando ero giovane ero una militante, credevo tantissimo nel modello socialista, non avrei mai pensato che quello stesso modello ci avrebbe portato fin qui».

Per disperdere le manifestazioni, oltre all’esercito agiscono i colectivos, gruppi paramilitari filogovernativi che si sono resi responsabili di molte violenze. «I colectivos si comportano come se fossero l’esercito personale di Maduro. Sono composti da persone senza scrupoli, ex delinquenti che si credono dio solo perché tengono in mano un’arma».

Secondo il New York Times, la situazione peggiorerà ancora nel corso nel 2018: l’inflazione è destinata ad aumentare e il governo difficilmente chiederà aiuti internazionali o accetterà di farsi da parte. Nel frattempo, sono sempre più gli osservatori che chiedono l’intervento della comunità internazionale.

Situazione a rischio anarchia in Paese «senza legge»

Nonostante tutto, a marzo Rita tornerà a Caracas. Sa che potrebbe chiedere asilo politico in Italia, ma non è quello che vuole. «Là c’è la mia casa. Non voglio fare l’eroe, il fatto è che qui morirei di ansia e di tristezza».

La cosa che teme di trovare al suo ritorno è la totale anarchia. Dopo le razzie nei negozi, da qualche settimana sono infatti iniziati i saccheggi nelle case. «Ormai tutte le scorte rimaste si trovano nelle case della gente, che appena può compra grandi quantità di beni da conservare anche per il futuro. Ad esempio, io ho ancora la carta igienica comprata 5 anni fa, oggi non se ne trova più».

Ma la cosa che la preoccupa di più sono le medicine. Ha una malattia cronica e ha bisogno di fare una cura, per questo in Italia ha comprato una grande quantità di medicinali da portare a Caracas, sperando che alla dogana non glieli sequestrino. «Le medicine hanno un grande valore nel mercato nero e i poliziotti fanno quello che gli pare, ormai non c’è più legge».

Rita è molto determinata a voler tornare in Venezuela, contrariamente a molti connazionali che stanno fuggendo in Brasile. E se sa benissimo cosa la aspetta: «La corrente a volte manca, si sono rubati anche i cavi elettrici, io non ho più il telefono da anni. L’acqua nel sistema idrico arriva solo una volta alla settimana, abbiamo due cisterne per conservarla. E poi è un’acqua schifosa, nera, va filtrata e poi bollita. Eppure non posso restarmene qui, a Caracas c’è mio marito, ci sono i miei connazionali. Ho lottato tutta la vita per il mio paese, ora non starò qui con le braccia incrociate».
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » dom gen 27, 2019 2:10 am

Cosa succede in Venezuela | Guaidó e Maduro si contendono il potere
25 Gennaio 2019 di Matteo Margheri
Cosa succede in Venezuela: il governo Maduro e la crisi economica

https://www.lenius.it/cosa-succede-in-v ... -economica

Il Venezuela è molto più vicino di quello che possiamo pensare e non è una questione geografica: oltre ai tantissimi italiani che vivono a Caracas e dintorni, ed ai venezuelani che stanno arrivando in Italia, il paese rimane centrale per gli equilibri geopolitici mondiali. Anche per questo, i fatti in Venezuela riscuotono sempre un grande interesse da parte dei media. Vediamo gli ultimi sviluppi e cerchiamo di capire meglio qual è la situazione.

Gli avvenimenti di gennaio 2019

Le elezioni presidenziali del maggio 2018 avevano sancito la conferma di Nicolás Maduro alla guida del Paese, con il 67,7% di preferenze.

Solo il 46,1% degli aventi diritto si era però recato alle urne: rispetto alle elezioni del 2013, si è registrato un calo dell’80% dell’affluenza a causa soprattutto del boicottaggio portato avanti dalle opposizioni per protesta contro i metodi anti-democratici del Presidente uscente.

L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani aveva denunciato fin da subito la mancanza di trasparenza delle votazioni e alcuni stati – tra cui Stati Uniti, Canada, Brasile e Argentina – si erano affrettati a non riconoscere il risultato delle elezioni.

Lo scorso 10 gennaio Maduro si è quindi insediato per il suo secondo mandato presidenziale e nel Paese le proteste, mai veramente cessate in questi anni, si sono fatte più decise. Il 23 gennaio l’opposizione ha organizzato una manifestazione anti-governativa che ha richiamato nelle piazze di Caracas, Barquisimeto, Maracaibo, Barinas e San Cristóbal migliaia di cittadini stremati dalla crisi e dalla povertà dilagante in tutto il Venezuela.

Proprio durante la manifestazione, Juan Guaidó, uno degli ultimi leader dell’opposizione rimasti in libertà e da pochi giorni Presidente del Parlamento, si è auto-proclamato Presidente ad interim del Paese con tanto di giuramento davanti alla folla.

In nome della difesa della Carta Costituzionale, Guaidó ha voluto applicare l’articolo 233 della Costituzione venezuelana che conferisce al Presidente dell’Assemblea nazionale l’incarico di Presidente pro tempore nel caso in cui sia necessario tutelare l’ordine democratico e per convocare nuove elezioni libere.

L’obiettivo sarebbe quello di convincere Maduro a presentare le proprie dimissioni in maniera pacifica e guidare il Paese in una transizione democratica fino alla nuova consultazione elettorale.

Chi è Juan Guaidó

Ingegnere e figlio della classe media Venezuelana, Juan Guaidó fin da studente manifesta la propria opposizione al chavismo: fra il 2007 e il 2008 aderisce alle proteste studentesche contro Hugo Chávez, per poi fare carriera nel partito centrista e progressista di Leopoldo López, Voluntad Popular.

López è stato uno dei principali oppositori del regime venezuelano e dal 2014 si trova agli arresti domiciliari con l’accusa di aver causato la morte di alcuni manifestanti durante le prime violente proteste contro Maduro.

Nel corso di questi anni, la leadership del partito è quindi passata di mano in mano via via che i vari esponenti di rilievo o venivano arrestati o fuggivano dal Paese. Quando all’inizio dell’anno a Voluntad Popular è toccata la presidenza del Parlamento secondo la regola di rotazione interna, Guaidó era dunque rimasto fra i pochi in grado di ricoprire l’incarico.

Pochi avrebbero scommesso su un exploit del giovane e semi-sconosciuto leader 35enne: eppure già l’11 gennaio, appena un giorno dopo l’insediamento di Maduro, durante un comizio in una delle quotidiane manifestazioni anti-governative, aveva pubblicamente dichiarato di essere pronto ad assumere l’incarico di Presidente in quanto considerava Maduro un “usurpatore illegittimo”.

Dichiarazioni che si sono poi concretizzate durante la manifestazione del 23 gennaio, da lui stesso indetta e pienamente appoggiata da La Mesa de la Unidad Democrática, la coalizione che racchiude l’opposizione venezuelana.

Le reazioni alla mossa di Guaidó

Dopo l’annuncio dalla piazza di Guiadó, Maduro ha risposto affacciandosi dal balcone presidenziale rivolgendosi alla folla dei suoi sostenitori riuniti in una contro-manifestazione:

Siamo la maggioranza, siamo il popolo di Hugo Chavez. Siamo in questo palazzo per volontà popolare, solo la gente ci può portare via, è in corso un Colpo di Stato.

Il Presidente ha chiesto le immediate dimissioni di Guiadó e ha poi lanciato forti accuse di intromissione agli Stati Uniti. Ha dato un ultimatum agli USA invitandoli a ritirare i propri diplomatici dal Paese entro 72 ore, rompendo così “ogni relazione diplomatica e commerciale con il governo imperialista”.

Nel frattempo nelle piazze è scoppiato il caos con continui scontri fra manifestanti anti-governativi, sostenitori di Maduro e forze di polizia. Il bilancio più recente parla di 14 morti causati dalla repressione dei militari e, secondo quanto raccolto da El Mundo, sarebbero ben 218 arresti dall’inizio delle manifestazioni.

Mentre il Venezuela è in subbuglio, America Latina e Occidente si affrettano a prendere posizione in favore di Guaidó. Uno dei primi a manifestare il proprio sostegno al Presidente auto-eletto è stato Trump, tramite il suo account Twitter.

“I cittadini del Venezuela hanno sofferto troppo a lungo nelle mani del regime illegittimo di Maduro. Oggi riconosco ufficialmente il Presidente dell’Assemblea Nazionale Venezuelana, Juan Guiadó, come Presidente ad Interim del Venezuela.”

Poco dopo, manifestazioni di sostegno sono arrivate anche dai Paesi vicini, ormai da tempo preoccupati della situazione venezuelana e delle conseguenze catastrofiche portate dalla gestione di Maduro: Brasile, Paraguay, Colombia, Argentina, Perù, Ecuador, Cile, Guatemala e Costa Rica sono dalla parte di Guaidó.

Alla schiera di sostenitori si aggiungono anche Canada e Unione Europea, la quale ha manifestato la propria posizione tramite le parole del suo Alto rappresentante Federica Mogherini: “L’Ue chiede con forza l’avvio di un processo politico immediato che porti a elezioni libere e credibili, in conformità con l’ordine costituzionale. Il popolo venezuelano si è pronunciato in massa per la democrazia e per la possibilità di determinare liberamente il proprio destino. La sua voce non può essere ignorata. L’UE sostiene pienamente l’Assemblea Nazionale in quanto istituzione democraticamente eletta.”

Sul fronte internazionale pro-Maduro si sono apertamente esposti Messico, Cuba, Bolivia, Turchia, Cina, Russia, Siria ed Iran.

Particolarmente dure le parole di Mosca che, in una nota del ministero degli Esteri, arriva a delineare lo scenario da vera e propria guerra civile: “La deliberata formazione di un doppio potere porta direttamente al caos e alla distruzione delle basi dello Stato venezuelano. Condanniamo fermamente coloro che spingono la società venezuelana nell’abisso di una sanguinosa guerra civile.”

Forte sostegno personale anche dal Presidente turco Erdogan che, come riportato dal portavoce della presidenza turca, in una telefonata privata con Maduro avrebbe detto:
Fratello mio Maduro, tieni duro, ti stiamo accanto!

Cosa può succedere in Venezuela?

A poche ore dall’annuncio di Guaidó, è difficile prevedere cosa può succedere. Il Venezuela è in perenne subbuglio e le manifestazioni continuano incessantemente, come anche gli scontri con le forze dell’ordine.

Maduro non sembra voler indietreggiare di un passo e pare abbia dalla sua parte ancora sia l’esercito che i tribunali. Ma in una situazione del genere lo scenario può cambiare velocemente: il forte sostegno internazionale a Guiadó può spingere molti fedeli del Presidente a voltargli le spalle in cambio di un trattamento di favore nel caso la sua caduta appaia inevitabile.

Proprio per questo motivo, l’auto-proclamato Presidente ad Interim ha offerto l’amnistia sia a Maduro che “a tutti coloro che siano disposti a mettersi dalla parte della Costituzione per recuperare l’ordine istituzionale”.

Tutto il mondo rimane con gli occhi fissi sul Venezuela in attesa di vedere se Maduro e Guiadó riusciranno a trovare una soluzione pacifica o se la repressione armata del governo spingerà altri attori internazionali a intervenire per “ripristinare la democrazia”.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » dom gen 27, 2019 2:12 am

VIVA IL CUCÙ

https://www.facebook.com/zioAlbert58/po ... 7276314292
Per qualche motivo le chiamano guerre "civili" ma sono solo eplosioni di inciviltà in cui la gente si butta a compiere azioni spregevoli di cui si vergognerà nei secoli.

Gli italiani ne sanno qualcosa, ci sono passati. Anche se ci sono ancora i partigiani che rivendicano il loro superiore diritto di compiere i loro crimini e i fascisti che rivendicano il merito di aver portato l'italia alla devastazione, gli italiani di buon senso sanno bene che si è trattato di follia distruttiva e omicida e che l'unica speranza che si può avere in certe situazioni è che passino presto.

Di fronte a quel che accade in Venezuela non è obbligatorio "prendere posizione", parteggiare per l'uno o per l'altro sperando di indovinare il meno infame. Non c'è un imperialismo un po' meno deleterio con cui schierarsi e sentirsi al sicuro, fanno entrambi schifo.

Torneranno le accuse di pavidità, di ignavia, come del resto accade sempre nelle ridicole e ipocrite "competizioni" elettorali italiane, o di quà o di là! "BISOGNA SCEGLIERE!"... bisogna un corno, fra due schifezze io non scelgo. È un atteggiamento "svizzero"? Quelli, sempre neutrali, di cui si dice che sono famosi per le banche, il cioccolato e il cucù? Molto bene, allora sono "svizzero", ne sono onorato, VIVA IL CUCÙ!
AV

Io sto con loro, con il popolo che vuole la libertà

https://www.facebook.com/evelin.carolin ... cation=ufi



CHI STA CON CHI
Niram Ferretti
26 gennaio 2019

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Sembra di essere tornati alla Guerra Fredda. La Russia che prende le difese di Maduro (ma va?) e si contrappone agli Usa. Mike Pompeo che dichiara "Ora è il momento per ogni altra nazione di scegliere da che parte stare, non si può più rimandare, niente più giochi, o si sta con le forze della libertà, o si è in combutta con Maduro e il suo caos". E chi sta con Maduro e il suo caos?, Putin naturalmente, l'uomo della provvidenza per molti, che sta anche con Assad, Khamenei e Erdogan. Tutti liberali, bella gente con cui organizzare una gita di piacere.

Intanto i maduristi, insediati nei 5Stelle, terzomondisti da Podemos nostro prendono le distanze dalle posizioni assunte da Salvini che è favorevole all'ultimatum imposto dalla UE a Maduro, (va detto che in questa circostanza Salvini non è piegato su posizioni putiniane). Interviene però il grande statista Di Battista, lui, antiamerikano un po' fascio un po' revolucionario, non ci sta, eh no! (a Washington ne terranno conto) all'ultimatum dato a Maduro il quale scrive su Twitter:

"Non riposeremo fino a quando non avremo sconfitto il colpo di Stato con cui si pretende di interferire nella vita politica del Venezuela, mettere da parte la nostra sovranità e instaurare un governo fantoccio dell'Impero statunitense".

"l'impero statunitense" è bellissimo, evoca la Morte Nera, Guerre Stellari, Noam Chomski. Che meraviglia ritrovare questo armamentario lessicale lo stesso che usa la Wanna Marchi della filosofia rossobruna, Dieghito Fusaro.

Aspettiamo Vauro, Gianni Minà e Moni Ovadia, ma intanto ci godiamo Donald Trump che aveva già avvertito Maduro nel suo primo intervento pubblico alle Nazioni Unite, lui, "Rocket Man" e l'Iran. L'Iran che con Maduro fa ottimi affari così come li faceva con Chavez. Deliquenti senza alcun pudore, narcotrafficanti e terroristi.

Che nostalgia delle belle intromissioni amerikane di una volta, tipo quella qui in Italia che impedì nel dopoguerra che il paese divetasse un satellite sovietico.

C'è da scommettere. Maduro. l'ex conducente di autobus che ha condotto il Venezuela allo sfascio economico, ballerà ancora per poco.
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » dom gen 27, 2019 7:03 pm

???

Ecco cosa c’è davvero dietro il colpo di Stato in Venezuela
26 gennaio 2017

http://www.occhidellaguerra.it/cosa-ce- ... -venezuela

La crisi venezuelana ha diverse chiavi di lettura, ma la più importante resta il petrolio, sul quale galleggia. Fattore decisivo dell’impegno Usa, che dura tempo, di rovesciare il governo chavista.

Il mondo libero accusa Nicolas Maduro di aver compresso la libertà. Vero, il caudillo non è un campione di democrazia, come non lo era Gheddafi né Saddam.

Resta che certe inclinazioni autoritarie, proprie di altri leader del mondo, sono guardate con ben altra indulgenza.

Si veda l’Arabia Saudita o il Ruanda, rette da leader graditi all’Impero d’Occidente, nonché primo esportatore di petrolio al mondo e Paese che commercia le immani ricchezze predate alla Repubblica democratica del Congo.

C’è una scena del film Vice, sul potentissimo Dick Chaney, nel quale i capi delle maggiori compagnie petrolifere Usa si presentano al nuovo potente subito dopo la vittoria, squadernandogli davanti una mappa dell’Iraq sulla quale sono contrassegnati i giacimenti petroliferi del Paese. Il resto è storia nota.

Non è difficile immaginare una scena analoga all’indomani dell’elezione di Trump, che subito dopo la vittoria ha intensificato le pressioni sul governo chavista (già martellato sotto l’amministrazione Obama). D’altronde il primo Segretario di Stato, Rex Tillerson, era Ceo della Exxon…

Da decenni gli Stati Uniti cercano di riprendere il pieno controllo del petrolio venezuelano. È giunto il momento di chiudere la partita, facendo leva sul malcontento diffuso e sui passi falsi del caudillo.

In gioco in questo momento non è solo il destino del Venezuela, ma del mondo. Gli Usa hanno visto erodere il loro ruolo globale dal nuovo interventismo russo e dallo sviluppo economico cinese.

Impossessarsi dei più ricchi giacimenti petroliferi del mondo, quelli di Caracas, per Washington è diventato decisivo.

Gli Usa diventerebbero d’incanto il primo produttore di oro nero. In tal modo Washington reputa di riuscire a fiaccare la Russia, la cui economia si basa sul commercio di tale risorsa energetica.

Non solo, grazie alla nuova leva petrolifera, Washington ritiene di riuscire a rendere insostenibili le pressioni che già oggi esercita sull’Europa perché receda il cordone ombelicale energetico che la lega a Mosca.

In tal modo, i Paesi europei che oggi sognano la fine della tutela atlantica saranno relegati nuovamente al ruolo ancillare a Washington.

Il rilancio dell’Impero d’Occidente avrebbe ovviamente anche ripercussioni nel confronto a distanza con Pechino, dato che il petrolio venezuelano consegnerà nuovi vantaggi a Washington.

Non solo, gli Usa, nonostante il ripiego momentaneo proprio dell’America First, saranno portati a tentare di ripristinare la perduta influenza su aree sfuggite al loro controllo e allargarla altrove.

Nuova assertività alla quale i suoi antagonisti saranno portati a opporsi con una rigidità maggiore.

Infatti, da quando Cina e Russia hanno rilanciato il loro ruolo, il confronto con gli Stati Uniti si è assestato, al di là dei picchi, su un basso profilo.

In fondo, finora è stato in gioco solo il riconoscimento da parte degli Usa del loro status di grandi potenze e dell’assetto multipolare conseguente.

La primazia energetica Usa darebbe nuovo alimento all’ipotesi unipolare, con conseguente pretesa della totale revoca delle richieste sino-russe e conseguente accettazione irrevocabile dell’ordine mondiale americano.

Nuova pretesa che sposterebbe il confronto sul piano esistenziale. Che non comporta cedimenti. Con rischi accresciuti per la conflittualità globale.

Come per l’Iraq e la Libia, non si tratta di sostenere Maduro, come non necessitava essere fan del crudele Saddam o del Colonnello per guardare con certo sospetto certe nefaste pretese di certi ambiti americani.

Pretese sulle quali esprime dubbi anche il senatore democratico Bernie Sanders, ricordando l’avventurismo Usa in Sud America e le dittature di un passato che è utile non dimenticare.

Si spera in qualche ricomposizione intra-venezuelana, ma oggi appare impossibile.


Alberto Pento
Credo che questa analisi sia intrisa di antimericanismo. Il petrolio non c'entra nulla, c'entra il fatto che il Venezuela del dittatore nazi social comunista Maduro è in crisi profonda, economica e politica, non per colpa degli USA ma per colpa esclusiva del regime demenziale di Maduro.


https://www.facebook.com/identitaitalia ... 3594808420
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » lun gen 28, 2019 8:58 pm

Venezuela: anche Israele riconosce l’opposizione come governo ufficiale
27 Gennaio 2019

https://breaking.rightsreporter.org/ven ... q9RM2b4Y1c

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato oggi che Israele ha deciso di riconoscere l’opposizione in Venezuela come governo ufficiale del paese.

«Israele si unisce agli Stati Uniti, al Canada, alla maggior parte dei paesi latinoamericani ed europei nel riconoscere la nuova leadership in Venezuela», ha affermato Netanyahu.
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » lun gen 28, 2019 8:59 pm

???

CAOS IN VENEZUELA

VENETO SERENISSIMO GOVERNO
Ufficio di Presidenza

La situazione in Venezuela è grave e sta precipitando, rischia di destabilizzare tutta l'America del sud e non solo. È evidente a tutti che questa crisi è in parallelo con il caos mondiale, ed è una distrazione di massa per coprire l'incapacità dei vari leader a risolvere le baraonde da loro stessi provocate.

Il "disfacimento" del Venezuela fa seguito alla Libia, alla Siria e alle cosiddette "primavere arabe. Noi, come Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica siamo per il principio della non interferenza di nessuna forza, sia statale o dei mercenari delle ONG, negli affari interni di un qualsiasi paese: siano i popoli a decidere il loro destino.

Per quanto riguarda i veneti della diaspora in Venezuela e nel resto del mondo, affermiamo solennemente che la loro Patria è il Veneto, e siamo pronti ad accoglierli a braccia aperte, in un Veneto libero e indipendente, che difenderà i loro interessi, perchè sono anche i nostri.

Nel contempo ricordiamo agli ipocriti governanti europei, mentre affermano che deve essere il popolo venezuelano in maniera chiara e trasparente a decidere il proprio futuro, i risultati del referendum del 22 ottobre 2017 in Veneto e del 01 ottobre 2017 in Catalogna: sia il popolo veneto che il popolo catalano, in maniera chiara, trasparente e inequivocabile hanno indicato le loro volontà: vivere in maniera libera, indipendente decidendo del proprio futuro.

Sanguisughe, sfruttatori dei popoli il precipizio si sta avvicinando anche per voi. I popoli si ribellano e vogliono nelle loro mani il proprio destino .


RIBELLARSI È GIUSTO

Venezia, Longarone 27 gennaio 2019
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente Valerio Serraglia

Veneto Serenissimo Governo
segreteriadistato@serenissimogoverno.org, – kancelliere@katamail.com,
Tel. +39 349 1847544 - +39 340 6613027
www.serenissimogoverno.eu
www.radionazionaleveneta.org
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