Venezuela

Re: Venezuela

Messaggioda Berto » dom mar 17, 2019 1:23 pm

Venezuela, un po' di chiarezza, fatta da chi conosce la situazione e la costituzione Venezuelana.
January 26, 2019

https://lafenicetricolore.wixsite.com/l ... enezuelana

Riassunto a beneficio degli italiani di ciò che è accaduto in Venezuela negli ultimi 4 anni.

1.- Nel 2015 si vota in Venezuela per eleggere l’ Assemblea Nazionale (Parlamento unicamerale, diversamente dall’Italia in cui ci sono Camera dei Deputati e Senato). L'opposizione a Maduro ottiene la MAGGIORANZA ASSOLUTA DEI SEGGI.

QUESTO È L'UNICO ORGANO DI GOVERNO DEMOCRATICAMENTE ELETTO

2.- Poiché Maduro aveva perso il controllo del Parlamento, ha creato nel 2017 una "Assamblea parallela"(illegittima e inconstituzionale). L'ha chiamata: Assemblea Nazionale Costituente, formata al 100% dai suoi fedelissimi. Ovviamente l’ Assamblea Nazionale Costituente è ILLEGITTIMA.

3.- Questa Assamblea illegittima ha iniziato a prendere decisioni illegittime, tra queste quella di convocare elezioni presidenziali anticipate , con un Consiglio Nazionale Elettorale controllato da Maduro senza la partecipazione dei partiti oppositori al governo e senza trasparenza (fatti denunciati dalla Unione Europea , Organizzazione degli Stati Americani, Gruppo di Lima e Comitato per i diritti Umani delle Nazioni Unite).
Inoltre Maduro fa arrestare i principali leader dell’opposizione, e persegue importanti leader dell’ Assemblea Nazionale (eletta democraticamente) che sono costretti a fuggire all’estero. Anche il procuratore della repubblica è costretto a fuggire all’estero.

4.- Il risultato di questa elezione truccata realizzata a maggio 2018 non è accettato. Questa seconda elezione di Maduro è ILLEGITTIMA.

5.- Il periodo presidenziale di Maduro è scaduto. Iil 10 gennaio 2019 forte del risultato delle elezioni illegittime Maduro assume un secondo mandato di fronte all’assemblea nazionale costituente illegittima.

6.- In questo momento esiste UN VUOTO PRESIDENZIALE in Venezuela, poiché Maduro é illegittimo.

7.- Pertanto il 23 gennaio 2019 il Presidente del Parlamento venezuelano legittimamente eletto dal popolo ha giurato la Presidenza ad interim in base all'articolo 233 della Costituzione vigente della Repubblica del Venezuela.
(In Italia in questo caso il presidente del senato assume l’incarico di presidente ad interim).

Quindi JUAN GUAIDÓ NON SI È AUTOPROCLAMATO. NON È STATO UN COLPO DI STATO.

Guaidó ha assunto la sua responsabilità come Presidente del Parlamento legittimamente eletto e in questo momento cerca di condurre il Paese verso una svolta democratica che culminerà con nuove elezioni libere.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Venezuela

Messaggioda Berto » dom mar 24, 2019 8:47 pm

Nicolas Maduro ha detto che vuole convertirsi all'Islam
Nicolás Maduro dijo que quiere convertirse al Islam
Noticias de Israel
By חדשות ישראל
Last updated Mar 24, 2019

https://israelnoticias.com/internaciona ... 7JlH7Lr4Lc

El ministro de Relaciones Exteriores turco, Mevlüt Çavuşoğlu, dijo el fin de semana pasado que el presidente venezolano, Nicolás Maduro, le había dicho que estaba considerando convertirse al Islam, informó el sitio web de noticias turco Gazete.

Según Çavuşoğlu, los dos, que se reunieron en septiembre del año pasado, hablaron de la serie de televisión turca “Resurrección de los muertos: Ertuğrul”, que narra la vida de Ertuğrul, el padre de Osmán primero, quien fundó el Imperio Otomano. “Maduro se puso de pie y dijo que esta serie enseña el verdadero Islam, y gracias a esa serie, quizás algún día él también acepte convertirse al Islam”, dijo Çavuşoğlu sobre su conversación con Maduro. “Estamos felices y orgullosos de escuchar esas palabras”, agregó. En el momento de escribir este artículo, Maduro no había respondido a la revelación de Çavuşoğlu.

Al igual que el asunto iraní con Venezuela , las relaciones entre Turquía y Venezuela también se han fortalecido en los últimos años, y el comercio entre los dos países ha alcanzado nuevos niveles. Los dos países firmaron una serie de acuerdos, que también incluyen grandes proyectos económicos. Según el informe, las exportaciones de Turquía a Venezuela aumentaron un 411% este año, totalizando $ 8.66 millones, solo en enero de 2019.


Il ministro degli esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu ha detto lo scorso fine settimana che il presidente venezuelano Nicolas Maduro gli aveva detto che stava considerando di convertirsi all'Islam, ha riferito il sito web turco Gazete.

Secondo Çavuşoğlu, i due, che si sono incontrati nel settembre dello scorso anno, hanno parlato della serie televisiva turca "Resurrezione dei morti: Ertuğrul", che racconta la vita di Ertuğrul, il primo padre di Osman, che ha fondato l'Impero Ottomano. "Maduro si è alzato e ha detto che questa serie insegna il vero Islam, e grazie a quella serie, forse un giorno accetterà di convertirsi all'Islam", ha detto Çavuşoğlu a proposito della sua conversazione con Maduro. "Siamo felici e orgogliosi di sentire queste parole", ha aggiunto. Al momento di scrivere, Maduro non aveva risposto alla rivelazione di Çavuşoğlu.

Come la questione iraniana con il Venezuela, anche le relazioni tra Turchia e Venezuela si sono rafforzate negli ultimi anni e gli scambi commerciali tra i due paesi hanno raggiunto nuovi livelli. I due paesi hanno firmato una serie di accordi, che comprendono anche importanti progetti economici. Secondo il rapporto, le esportazioni della Turchia verso il Venezuela sono aumentate del 411% quest'anno, per un totale di 8,66 milioni di dollari, solo nel gennaio 2019.

Tradotto con www.DeepL.com/Translator
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Venezuela

Messaggioda Berto » mar mar 26, 2019 9:15 pm

Venezuela, rischio invasione
Carlo Cauti
Caracas rischia un'invasione militare capeggiata da Brasile e Colombia, con l'appoggio degli Usa. Maduro lo sa ed evita di provocarla
22 Marzo 2019

https://eastwest.eu/it/retroscena/crisi ... X2_1XlRX44

«Non esiste». Così il Ministro della Difesa del Brasile, Fernando Azevedo e Silva, ha riposto ai giornalisti su un possibile intervento militare brasiliano nel turbolento Paese vicino. Un’ipotesi che si discute da settimane sempre più apertamente, soprattutto dopo l’aggravarsi della crisi politica venezuelana, con la contrapposizione tra il dittatore Nicolás Maduro e il Presidente autoproclamato Juan Guaidó. Ma il Ministro brasiliano ha dichiarato che l’intervento militare non è stato preso in considerazione. Una posizione condivisa dal Presidente della Colombia, Ivan Duque, secondo cui l’intervento militare «non è un cammino per il Venezuela».

Eppure, le cose non stanno proprio così. Venti di guerra paiono soffiare con sempre maggior forza verso Caracas.

La possibilità di un intervento militare è stata sollevata per la prima volta da Ricardo Hausmann, ex Ministro venezuelano e professore di Harvard. In un articolo pubblicato nel gennaio 2018 su Project Syndicate, Hausmann ha sottolineato la necessità di un intervento umanitario “per porre fine alla carestia causata dall’uomo che minaccia le vite di milioni di venezuelani”, ovvero Maduro.

Durante tutto il 2018 si sono susseguite dichiarazioni roboanti, come quella del Presidente dell’Organizzazione degli Stati Americani, Luis Almagro, che non ha scartato l’ipotesi di intervento armato. O anche quella del vice Presidente brasiliano, generale Hamilton Mourão, che durante la campagna elettorale dello scorso ottobre ha parlato di una possibile «missione Onu» in Venezuela a guida brasiliana. E meno di 24 ore dopo la vittoria di Jair Bolsonaro, di cui Mourão è vice, il quotidiano Folha de S.Paulo pubblicava un lungo articolo sui contatti presi dal Governo colombiano con la squadra del Presidente eletto, per formare un'alleanza militare e intervenire in Venezuela con l’appoggio statunitense per rovesciare Maduro.

Bogotà ha immediatamente cercato in tutti i modi di negare la veridicità dell’articolo. Anche con modalità inusuali. Come ad esempio la lettura di un comunicato in streaming on line da parte del Cancelliere colombiano, Carlos Holmes Trujillo. Un eccesso di zelo che ha spinto molti a dare per vero quanto era apparso sul Folha.

Percezione rafforzata pochi giorni dopo dalle dichiarazioni del consigliere per la Sicurezza Nazionale Usa, John Bolton, che ha manifestato l'interesse americano verso un'alleanza proprio con il Brasile e la Colombia. Bolton si è recato in visita nei due Paesi incontrando Bolsonaro a Rio de Janeiro, nel suo appartamento, poco dopo la sua elezione. I due avrebbero parlato di installare una base militare Usa in territorio brasiliano e di un possibile intervento in Venezuela, negando poi pubblicamente qualsiasi azione di forza. Poche settimane dopo, Bolton è stato “pizzicato” dai fotografi con un foglio di appunti in cui appariva scritto “5.000 soldati in Colombia”: questo prima di dichiarare in conferenza stampa che «tutte le opzioni sono sul tavolo» per risolvere la crisi venezuelana. Anche quella militare. Ipotesi apertamente avallata da diversi membri del Congresso, come il senatore Marco Rubio. E anche dall’amministrazione di Donald Trump, che ha appena scelto il falco Elliott Abrams come inviato speciale per le questioni venezuelane. Nomina che parla da sola, dato che Abrams è stato responsabile dei rapporti con i Contras durante gli anni di Ronald Reagan.

Sotto un profilo operativo la possibilità di un intervento militare in Venezuela emerge con maggiore concretezza. Nel novembre 2017 il Brasile ha realizzato un’enorme esercitazione in Amazzonia, l’AMAZONLOG, in prossimità del confine venezuelano. A queste manovre hanno partecipato militari colombiani, peruviani e, per la prima volta, anche forze militari statunitensi mai autorizzate fino ad allora a entrare in Amazzonia, considerata territorio sacro dai militari brasiliani. Nondimeno, nel novembre 2018 un’altra gigantesca esercitazione militare, la CRUZEX 2018, ha avuto luogo a Natal. Città famosa per aver ospitato l’unica base militare Usa in Brasile, quella utilizzata durante la Seconda Guerra Mondiale come trampolino per l’invasione dell’Africa francese. Inoltre, il Governo brasiliano ha iniziato i negoziati per affittare la base di Alcântara agli Usa. Tutti eventi che fanno pensare a un impegno militare nordamericano nella regione, possibile solo grazie all’appoggio logistico del Brasile.

Peraltro, Brasilia sta ricevendo da diversi mesi ingenti quantitativi di armamenti da parte degli Usa. L’Esercito brasiliano ha già incorporato centinaia di blindati e obici M109A, M113 e M998 donati, non venduti, da Washington. Un numero evidentemente eccessivo per un Paese come il Brasile, che non affronta minacce serie alla sua sicurezza né è impegnato in grandi operazioni all’estero. Oltre ai blindati, gli statunitensi stanno donando alle Forze Armate brasiliane grandi quantità di armamenti leggeri di diverso tipo. E dovrebbero arrivare a breve anche elicotteri d’attacco Super Cobra e aerei C-23 Bravo Sherpa. Velivoli ideali per le operazioni amazzoniche. Peraltro, da parte sua, il Brasile sta portando avanti una politica di riarmo con l’acquisizione della portaelicotteri PHM Atlantico, la costruzione dei sottomarini classe Scorpène (di cui uno nucleare) e dei caccia multiruolo Gripen. Che aumenteranno sensibilmente la capacità d’azione dei militari verde-oro.

Sotto un profilo politico sono ripresi i contatti per rafforzare la cooperazione militare bilaterale, principalmente a livello di Stati Maggiori. Ma anche tra le cancellerie, grazie all’intensa attività del Ministro degli Esteri, Ernesto Araújo, considerato il più filoamericano del Governo Bolsonaro. Araújo si è riunito a metà gennaio con alcuni tra i leader più estremisti dell’opposizione venezuelana, redigendo in seguito una nota durissima contro il Governo di Caracas, criticata dagli ambasciatori più anziani in quanto eccessiva. L’intransigenza del Ministro è arrivata al punto di irritare i vertici militari brasiliani, che lo hanno messo “sotto tutela” dopo avere proposto di interrompere tutti i contatti con il Venezuela. In altri tempi, questo sarebbe stato il preludio a una guerra.

Ovviamente in Venezuela questa congiuntura è denunciata da mesi come preparatoria per un’invasione. Non a caso Maduro sta cercando in tutti i modi di garantirsi la lealtà delle Forze Armate e ha già chiesto aiuto a cinesi e russi. I Tupolev 160 atterrati nelle scorse settimane, oltre al Boeing della russa Nordwind Airlines, sarebbero la prova che anche Mosca prende sul serio l’ipotesi di un’aggressione. E non è disposta a perdere un alleato così prezioso nel cortile di casa degli Usa.

Il Sudamerica sta vivendo un momento di tensione crescente. La crisi politica in atto in Venezuela non pare permettere soluzioni indolori. Maduro non è disposto a cedere il potere, soprattutto perché consapevole che il passo successivo sarebbe la sua condanna all’esilio o un processo per rispondere dei crimini commessi. Dall’altro lato le opposizioni sembrano essere arrivate finalmente ad un consenso sulla figura di un leader capace di detronizzare l’erede di Hugo Chávez. E l’appoggio ricevuto dall’estero, come i riconoscimenti internazionali della legittimità presidenziale di Guaidò, hanno galvanizzato chi si oppone al regime di Maduro. Con il passare del tempo, la possibilità di un intervento in Venezuela appare sempre più concreta. Soprattutto nel caso in cui il paese sprofondasse in una sanguinosa guerra civile. O se le forze di sicurezza iniziassero una dura repressione contro le opposizioni. Oppure se l’incolumità stessa di Guaidò fosse minacciata. A quel punto un’azione internazionale sarebbe inevitabile, sotto l’ombrello giuridico della “responsabilità di proteggere”. Non è un caso che le forze di sicurezza non stiano sparando sulle folle come nel 2017. Maduro è consapevole che basta una scintilla per dare fuoco alle polveri. Resta da capire se abbia anche compreso che la sua permanenza a Palácio de Miraflores è ormai segnata. Comunque vada.



Venezuela, sbarca esercito russo e aumentano difese anti-aeree
25 Marzo 2019, di Alberto Battaglia

https://www.wallstreetitalia.com/venezu ... jPWLn2O3V4

Il Venezuela si prepara a rispondere ad eventuali aggressioni militari. Secondo le immagini satellitari catturate da Image Sat International, una società attiva nei servizi geospaziali, è possibile osservare l’installazione di ulteriori missili di difesa anti-aerea S-300. Le installazioni si trovano a sud di Caracas, e sarebbero state attivate nelle ultime ore, dopo il completamento delle esercitazioni lo scorso febbraio.

Nella foto in basso, Image Sat ha evidenziato i missili S-300 aggiuntivi schierati nella base aerea di Captain Manuel Rios nello stato di Guarico del Venezuela.

Che in Venezuela inizino a tirare venti di guerra è un’impressione confermata da quanto riportato ieri dall’agenzia Reuters, che aveva testimoniato l’arrivo dell’Aeronautica russa e del suo personale militare sul suolo del Paese. L’arrivo è avvenuto sabato: due aerei russi sono atterrati a Caracas “con a bordo un funzionario della difesa russo e circa 100 soldati, secondo quanto riportato dai media, in un rafforzamento dei legami tra Caracas e Mosca”, ha scritto l’agenzia.
Il giornalista Javier Mayorca ha riportato che il primo dei due aerei avrebbe trasportato Vasily Tonkoshkurov, capo dello staff russo delle forze di terra; il secondo era un aereo cargo che trasportava 35 tonnellate di materiale, ha sostenuto il reporter.

L’arrivo del personale militare russo, seguito a stretto giro dal potenziamento delle difese anti-aeree del Venezuela ha alimentato speculazioni sull’intenzione deliberata di lanciare un messaggio agli Stati Uniti.



Trump: la Russia deve lasciare il Venezuela
27.03.2019

https://it.sputniknews.com/politica/201 ... GH4TYkgDLs

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha avvertito che la Russia deve uscire dal Venezuela. Due aerei di truppe russe sono attualmente nel paese dell'America Latina in base ai sensi di un trattato di cooperazione firmato nel 2001.

Circa 100 soldati russi sono atterrati in Venezuela sabato, una dimostrazione di sostegno al governo per il presidente Nicolas Maduro. La mossa ha causato turbamento a Washington, tuttavia, con il vicepresidente Mike Pence ha definito lo spiegamento una "provocazione inutile".

Pence ha anche invitato la Russia a ritirare il suo sostegno a Maduro e a sostenere con Juan Guaido, il leader dell'opposizione supportato da Washington che si è dichiarato presidente a interim a gennaio.

Mercoledì, Trump ha incontrato la moglie di Guaido, Fabiana Rosales, e ha promesso il suo sostegno a suo marito. Dopo che lo slancio della sua corsa per la presidenza è svanito, Guaido ha continuato a criticare il governo di Maduro, accusando martedì il leader venezuelano di violare la costituzione del paese accogliendo le truppe russe.

Il ministero degli Esteri russo, nel frattempo, ha insistito sul fatto che lo spiegamento fosse effettuato "in stretta conformità con la costituzione di quel paese e nel pieno rispetto delle sue norme legali".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Venezuela

Messaggioda Berto » lun apr 01, 2019 12:56 am

???

La denuncia dal Sudamerica: "I figli di Chavez e Maduro hanno conti protetti in Vaticano"

sabato 30 marzo
Massimiliano Mazzanti

https://www.secoloditalia.it/2019/03/la ... m=facebook

Caro direttore,
Le Sinistre esultano, a leggere che anche dal Vaticano si sollevano perplessità sui metodi con cui le destre internazionali intenderebbero tutelare i diritti della Famiglia. E sono le stesse Sinistre – hanno anche una sorta di rete spionistica-finanziaria creata all’uopo per amplificare sui media questo genere di scandali – che lanciano spesso accuse contro spezzoni dell’establishment mondiale che nasconderebbero montagne di soldi in questo o in quel “paradiso fiscale”. Curiosamente, sono ancora e sempre le stesse Sinistre che paiono non accorgersi di quanto vanno denunciando svariate emittenti televisive e sudamericane da un pro’ di tempo a questa parte, mettendo in dubbio non solo il “metodo”, ma anche la “sostanza” di certe operazioni finanziare dello IOR tese a tutelare i dubbi privilegi di alcune famiglie, in particolare quelle di Chavez e di Maduro. Per come la pone Jaime Bayly nel suo omonimo e seguitissimo “Show”, la questione è molto semplice e chiaramente illustrata: Maria Gabriela Chavez avrebbe in deposito in conti controllati dal Vaticano 851 milioni di dollari; Nicolas Maduro 859 milioni di dollari; Diosdado Cabello altri 50 milioni. Insomma, un fiume di denaro – sottratti ai rispettivi popoli? Pare proprio di sì – che starebbero buoni buoni accucciati all’interno delle “mura leonine” senza che ciò imbarazzi particolarmente i vertici della Curia di Papa Francesco. Bayly – per documentare il suo “scoop” e rafforzare la sua richiesta di spiegazioni al Vaticano – ha letto pubblicamente anche il numero del conto corrente di Mauro: 001315924. Insomma, una questione ben più scottante e interessante, quella dei conti vaticani dei “dittatori rossi”, di quella riguardante lo “stile” con cui a Verona si difendono i diritti della Vita, del Bambino e della Famiglia. O no?
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Venezuela

Messaggioda Berto » ven apr 26, 2019 10:48 pm

Venezuela, nuove sanzioni Usa contro Nicolas Maduro
Manuel Glauco Matetich - Ven, 26/04/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ven ... RSUpm9YUi4

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato una nuova serie di sanzioni contro il governo venezuelano

Il fine giustifica i mezzi, come diceva Niccolò Machiavelli. E nel caso degli Stati Uniti , il fine di fermare definitivamente il contestato presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, prevede l’utilizzo di tutti i mezzi a disposizione.

Così sono state emanate una nuova serie di pesanti sanzioni economiche contro Caracas da parte dell’amministrazione Trump per spodestare l’uomo forte venezuelano una volta per tutte.

Le ultime sanzioni in ordine cronologico risalgono allo scorso 17 aprile quando lo stesso Donald Trump in prima persona ha posto un severo veto su tutte le transazioni finanziarie tra gli Stati Uniti e la Banca Centrale del Venezuela, che si è vista ridurre ineluttabilmente la possibilità di accedere e detenere una cospicua quantità di valuta estera, principalmente dollari statunitensi.

Questa nuova disposizione, decisa unilateralmente da Washington, è solamente l’ultima mossa attuata dopo il congelamento lo scorso 22 marzo di tutti i beni e le attività della Banca di Stato dello Sviluppo Economico e Sociale del Venezuela negli Stati Uniti o con riferimento verso cittadini americani.

La stretta sulle banche venezuelane ha comportato inevitabilmente un pesante freno al finanziamento delle casse statali, iniziato il 24 agosto del 2017 quando Trump decise di emanare un decreto sul divieto di negoziazione di nuovo debito sovrano emesso dal governo di Caracas e dalla Petróleos de Venezuela S.A. (Pdvsa), la compagnia petrolifera statale del Paese.

Tutto ciò ha comportato un’enorme inadempienza da parte del Tesoro statale, tanto che a dicembre 2018, come riportato dall’azienda di consulenza venezuelana Ecoanalitica, le obbligazioni in default e i ritardi di pagamento hanno raggiunto quota 6.337 milioni di dollari e 6.986 milioni, rispettivamente. Negli ultimi anni il Venezuela è sprofondato in una spirale fuori controllo di debiti e di povertà, soprattutto a causa del forte embargo internazionale sul principale asset strategico del paese. L’oro nero di Caracas, ovvero il petrolio, è stato preso di mira dagli Stati Uniti con l’obiettivo di destabilizzare l’intero paese sudamericano, dal momento che le ampie riserve petrolifere presenti nel paese finanziano oltre il 95% del bilancio statale.

Nicolas Maduro ha denunciato le azioni perpetrate da Washinton definendole “un crimine contro l’umanità”, una vera e propria “rapina” ai danni della popolazione venezuelana, oramai divisa a metà tra manifestanti pro Maduro e sostenitori di Juan Guaidó, presidente dell’Assemblea nazionale, che ha giurato come presidente ad interim del paese e che vanta di un forte appoggio politico dalla comunità internazionale.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Venezuela

Messaggioda Berto » mer mag 01, 2019 9:19 pm

Venezuela, Guaidó lancia l'offensiva finale contro Maduro. Forze armate divise, il governo invia i blindati contro i contestatori
Il presidente del Senato: "L'esercito è con me". Replica il ministro della Difesa: "E' un tentativo di golpe, ma è fallito"
30 aprile 2019

https://www.repubblica.it/esteri/2019/0 ... -225169943

CARACAS - Tensione altissima in Venezuela dove il presidente dell'Assemblea nazionale Juan Guaidò, ha lanciato un messaggio video alla nazione accompagnato da Leopoldo López, storico leader dell’opposizione a Nicolas Maduro, liberato poche ore fa dagli arresti domiciliari con un blitz degli uomini fedeli a Guaidò.

Il paese è sull'orlo della guerra civile: le prossime ore saranno decisive per capire con chi si schiereranno i vertici militari, il sostegno dei quali è al momento rivendicato da entrambe le parti in conflitto.

Durante le proteste, alcuni blindati si sono mossi verso la folla: almeno una persona è stata investita. I feriti sono decine: almeno 52 seonco quanto riportano le agenzie di stampa. Secondo l'ong Foro Penal vi sono già stati 11 arresti fra i manifestanti.

Guaidò nel suo video era circondato da un gruppo di soldati: ha esortato i militari fedeli a Maduro e la popolazione a scendere in strada per chiedere la "cessazione definitiva dell'usurpazione". Ma il governo Maduro ha reagito con mano pesante, inviando per le strade i mezzi blindati che hanno cercato di disperdere i contestatori a forza di idranti.

Guaidó ha trasmesso un video sui social network lanciando un "grande appello ai dipendenti pubblici" per "recuperare la sovranità nazionale". Quindi ha ringraziato i "coraggiosi" per il sostegno e ha assicurato che le Forze armate sono "chiaramente dalla parte del popolo, fedeli alla Costituzione".
Venezuela, Guaidó in video sui social: "L'esercito è con la gente, la fine dell'usurpazione è iniziata"
Condividi

Lopez era stato condannato a 14 anni di carcere, tramutati in arresti domiciliari, dopo le rivolte del 2014 a Caracas (43 morti) contro la penuria di beni di prima necessità e la violazione dei diritti. Il Venezuela “ha iniziato la fase definitiva per la fine dell'usurpazione, l'Operazione Libertà”, ha dichiarato appena libero.

“Sono stato liberato da militari agli ordini della Costituzione e del presidente Guaidò”, ha scritto su Twitter il leader di Voluntad Popular. "Mi trovo nella Base La Carlota. Mobilitiamoci tutti. E' ora di conquistare la libertà. Forza e Fede".

Lopez ha poi chiesto asilo politico all'ambasciata del Cile. "Lilian Tintori e sua figlia sono entrati come ospiti della nostra missione diplomatica a Caracas. Pochi minuti fa suo marito, Leopoldo López, si è unito lì alla sua famiglia. Il Cile ribadisce l'impegno con i democratici venezuelani", conferma in un tweet il ministro degli Esteri cileno, Roberto Ampuero.
Venezuela, Guaidó lancia l'offensiva finale contro Maduro. Forze armate divise, il governo invia i blindati contro i contestatori

La risposta di Maduro: "È un golpe"
Il governo del presidente Maduro ha reagito dicendo di essere impegnato a “sventare un golpe”: “Informiamo il popolo del Venezuela che in questo momento stiamo affrontando e neutralizzando un ridotto gruppo di militari traditori che hanno occupato il Distributore Altamira (il principale accesso alla città, ndr) per promuovere un colpo di Stato contro la Costituzione e la pace della Repubblica", scrive su Twitter il ministro dell'Informazione di Nicolas Maduro, Jorge Rodriguez. “A questo tentativo si è unita l'ultradestra golpista e assassina, che ha annunciato il suo piano violento da mesi. Chiamiamo il popolo alla massima allerta”.

In serata il ministro della Difesa Vladimir Padrino Lopez ha ridimensionato il tentativo di golpe, dicendo che solo alcune unità delle Forze armate si erano unite ai golpisti, e che il tentativo è fallito.
Esteri
Venezuela, Guaidó scrive a Conte, Salvini e Di Maio: "Incontro sulle libere elezioni". Aiuti umanitari in arrivo
Caos Venezuela, gli Usa: "Noi con Guaidò"
Diverse le reazioni dalle cancellerie di tutto il mondo. Gli Stati Uniti sostengono la mossa di Guaido. "La Fanb (Fuerza Armada Nacional Bolivariana, ndr) deve proteggere la Costituzione e il popolo venezuelano", ha twittato il Consigliere per la Sicurezza nazionale, John Bolton. "Essa - ha aggiunto, rivolgendosi al ministro della Difesa venezuelano, Vladimir Padrino - deve stare al fianco dell'Assemblea nazionale e delle istituzioni legittime contro l'usurpazione della democrazia. Gli Stati Uniti stanno con il popolo del venezuela". Il presidente russo Vladimir Putin ha riunito il consiglio di sicurezza russo. L'Unione europea è tornata a chiedere una soluzione pacifica. Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha condannato il tentativo di Guaidò. La Colombia ha chiesto una riunione di emergenza del Gruppo di Lima, organizzazione di 12 paesi nata per reagire alla crisi in Venezuela.

L'appoggio degli Stati Uniti è determinante per Guaidò: "Abbiamo parlato con i nostri alleati nella comunità internazionale e abbiamo il loro forte sostegno per questo irreversibile processo di cambiamento nel nostro Paese. L'Operazione Libertà è iniziata e resisteremo fino a raggiungere un Venezuela libero", ha scritto il leader dell'opposizione su Twitter.



Venezuela, Pompeo: gli USA garantiranno la sicurezza a Guaidò
01.05.2019

https://it.sputniknews.com/mondo/201905 ... a-a-guaido

Gli Stati Uniti faranno tutto il possibile per garantire la sicurezza al leader dell'opposizione venezuelana Juan Guaidò. Lo ha dichiarato oggi il segretario di stato americano Mike Pompeo in un'intervista a Fox Business.

"Faremo tutto quanto è in nostro potere per garantire che non sia arrecato alcun danno ai leader che scelgono la strada giusta, che si orientano verso la democrazia. Juan Guaidò, senza dubbio, sarà al centro di questo", ha detto Pompeo.

Egli ha sottolineato di essere disposto a “rischiare la propria vita” per proteggere Guaidò.

Allo stesso tempo, il Pompeo ha rifiutato di rivelare in quale modo gli Stati Uniti intendono garantire la sicurezza a Guaidò in Venezuela, e ha ribadito che Washington e i suoi alleati sono pronti a reagire prontamente nel caso in cui Guaidò dovesse trovarsi in pericolo.

In precedenza, Pompeo ha detto che i lanciamissili russi non ostacoleranno l'intervento militare USA in Venezuela.

Ieri il leader dell'opposizione venezuelana Juan Guaidò aveva annunciato l'inizio della fase finale dell'operazione Libertà, diretta a rovesciare il legittimo presidente del Paese Nicolas Maduro, mediante una rivolta dell'esercito. Il leader dell'opposizione è stato sostenuto dalle autorità statunitensi.

Sullo sfondo della dichiarazione di Guaidò, i suoi sostenitori hanno organizzato una rivolta a Caracas nel distretto Chacao. Per disperderli le forze dell'ordine hanno usato i gas lacrimogeni. A seguito degli scontri, secondo gli ultimi dati, 69 persone sono rimaste ferite.

Il 21 gennaio sono iniziate proteste di massa in Venezuela contro l'attuale presidente del paese, Nicolas Maduro. Il 23 gennaio, il capo dell'Assemblea nazionale di opposizione, Juan Guaidò, si è proclamato l'attuale presidente del Venezuela, ed è stato immediatamente riconosciuto dagli Stati Uniti e da un certo numero di paesi dell'America Latina.




Venezuela, è guerra civile dopo il fallito colpo di stato
Manuel Glauco Matetich - Mer, 01/05/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ven ... 87408.html

“Iniziamo la fase finale per mettere fine a Maduro e staremo nelle strade fino al raggiungimento della cessazione dell'usurpazione”, ha affermato oggi il presidente ad interim del Venezuela Juan Guaidό, dopo l’insuccesso del golpe militare di poche ore fa. La capitale Caracas è sull’orlo del precipizio di una guerra interna lunga e sanguinosa

E’ scoppiata la guerra civile in Venezuela. Carri armati, uomini delle forze speciali, bombe molotov e rivoltosi pronti a tutto. Ecco la situazione reale e cruda che si vive in queste ore per le vie di Caracas, la capitale del paese sudamericano.

Le barricate lungo le strade della città e i bossoli esplosi per terra lasciano poco spazio all’immaginazione. E’ arrivato il momento della verità: Maduro o Guaidό?

Un bollettino di guerra arrivato immediatamente alle agenzie di stampa estere che hanno fatto girare la notizia della presa finale di Caracas da parte dei sostenitori del presidente dell’Assemblea nazionale venezuelana, Juan Guaidό, in prima linea nell’esortazione delle manifestazioni in tutto il paese contro “il nemico della libertà del popolo venezuelano”, il presidente in carica Nicolas Maduro.

Gli scontri lanciati dal presidente ad interim Juan Guaidό, che gode dell’appoggio politico della comunità internazionale, non sono riusciti a strappare la capitale al rivale dittatore Maduro, che in un discorso televisivo ieri sera ha descritto gli attacchi come una "schermaglia golpista" e ha promesso un procedimento penale contro i responsabili, esaltando la fedeltà dell’alto comando militare e i nervi saldi mantenuti dal suo governo, capace di controllare la grave situazione in atto.

I contestatori di Caracas si sono uniti ad un gruppo di soldati pro Guaidό e insieme hanno assaltato le forze di polizia dislocate lungo le vie cittadine. I violenti scontri hanno provocato oltre 70 feriti e la morte di un manifestante, in seguito ad un colpo di arma da fuoco sparato dalle forze filo chaviste di Maduro.

Sempre ieri mattina, sono scoppiati altri focolai di guerra armata tra le due fazioni avversarie vicino la base militare di La Carlota, dove un veicolo blindato ha investito volontariamente un gruppo di manifestanti dell'opposizione, lasciando diverse persone a terra, come trasmesso da un servizio messo in onda dalla televisione locale.

Nonostante il fallimento del golpe insurrezionale di poche ore fa, Juan Guaidό ha lanciato un messaggio video tramite i suoi social network invitando le forze armate ad unirsi alla maggioranza del paese "per continuare ad avanzare nella fase finale di #OperationLiberty" per mettere fine all’usurpazione del potere di Nicolas Maduro.

“Oggi abbiamo iniziato la fase finale di # Operation Freedom. E domani continueremo, con più spirito che mai. - ha dichiarato Guaidό - Sapevamo che l'inizio non sarebbe stato facile, ma abbiamo dimostrato che ci sono soldati disposti a difendere la Costituzione, e molti altri ancora. Ogni volta in più luoghi del Venezuela cominciamo a vedere che sono le stesse forze dell'ordine che proteggono la gente per la strada. L'informazione è vera, l'Usurpatore aveva tutto pronto per andare, e sono state le forze straniere che lo hanno costretto a rimanere. Oggi non ha fatto altro che nascondersi, senza che noi vediamo quella maggioranza di persone che si vanta. Domani andremo forte per il coraggio che oggi, in poche ore, il Popolo ha mostrato di uscire in massa. In tutto il paese abbiamo visto la nostra gente per la strada e continueremo a vederli fino alla fine. Quando si parla di libertà, non lasciamo il lavoro a metà. Siamo impegnati con tutti: con i nostri figli, con quelli che hanno attaccato oggi, con quelli delle nostre Forze Armate che hanno fatto il passo per un Venezuela migliore e quelli che stanno per darlo. La fase finale di # OperationLiberty è iniziata e continueremo ad essere organizzati, uniti e determinati dal nostro futuro.”

L’Operazione Libertà lanciata da Guaidό ha scatenato anche altre proteste armate in diverse città del paese, tra cui Maracaibo, San Cristobal, Barquisimeto (ovest) e Valencia (nord), come riportano le testimonianze di alcuni civili.

La situazione è sempre più incrinata e anche Maduro inizia a tentennare, nonostante l'uomo forte di Caracas cerchi di apparire tranquillo e fermo sulle sue posizioni in pubblico. Sono infatti trapelate poche ore fa delle informazioni top secret riguardo ad un’eventuale fuga del dittatore venezuelano a Cuba, salvo poi essere dissuaso da uno dei suoi alleati storici, la Russia di Vladimir Putin. Ad affermare ciò, è stato il Segretario di Stato americano Mike Pompeo in prima persona, che non ha perso tempo per screditare la fragilità del potere di Maduro e assicurare nuovamente l’appoggio del presidente Donald Trump e di tutti gli Stati Uniti al fianco del popolo venezuelano e del neoleader Juan Guaidό.

Caracas sta vivendo un clima avvolto in una spirale di tensione e terrore. Di fronte all'accelerazione degli eventi accaduti nelle ultime ore in Venezuela, le reazioni si sono moltiplicate. Gli alleati di Caracas, in primis Cuba, Bolivia, Turchia, seguiti da Cina e Russia, hanno condannato il tentativo di colpo di stato ad opera dei ribelli venezuelani, denunciato il movimento golpista di Guaidό. Dalla parte opposta, invece, Stati Uniti, Nazioni Unite e Unione europea hanno esortato un cessate il fuoco, invitando le parti a trovare “una soluzione politica, pacifica e democratica” , come dichiarato dall’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri, Federica Mogherini, in una dichiarazione a mezzo stampa.

La pressione sul governo di Nicolas Maduro, rieletto a luglio 2017 tramite un’elezione farlocca e non democratica, si fa sempre più pesante. Le severe sanzioni imposte dagli Stati Uniti a Caracas hanno messo in ginocchio l’intero paese sudamericano, che vanta la più grande riserva di petrolio al mondo e all’epoca utilizzata dall’ex presidente Hugo Chavez per finanziare enormi investimenti pubblici per ammodernare e sviluppare lo stato. La continua lotta interna nel paese ha catapultato la popolazione in uno stato di assoluta emergenza, caratterizzato da forti carenze di beni di prima necessità e di medicinali, situazione insostenibile che ha prodotto un esodo inarrestabile di venezuelani. Secondo le cifre riportate dall’Onu, dal 2015 ad oggi quasi 3 milioni di persone sarebbero fuggite dal Venezuela.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Venezuela

Messaggioda Berto » ven mag 03, 2019 7:50 am

Venezuela, il golpe che non c’è stato. I russi dietro la «beffa» dei militari? Uccisa manifestante
Rocco Cotroneo
1 maggio 2019

https://www.corriere.it/esteri/19_maggi ... 5964.shtml

Venezuela, il golpe che non c’è stato. I russi dietro la «beffa» dei militari? Sostenitori del presidente Maduro si radunano di fronte a un murale che ritrae l’«eroe» Simón Bolívar (AP Photo/Boris Vergara)

La fotografia di oggi — ennesima giornata di marce di protesta contro e a favore del regime — vede al momento uno sconfitto e un mezzo vincitore. La spallata finale di Juan Guaidó non c’è stata, la rivolta non è andata oltre qualche immagine sui social. Nicólas Maduro è ancora al potere, appoggiato dalla gran parte delle forze armate. A poche ore dall’annuncio della sua liberazione dai domiciliari, il leader oppositore Leopoldo López è dovuto correre a rinchiudersi nuovamente, stavolta nell’ambasciata spagnola con moglie e figlia, per evitare la quasi certa vendetta del chavismo. Intanto a Caracas si sono verificati nuovi scontri tra manifestanti e la Guardia nazionale bolivariana, mentre sono in corso le marce contrarie di sostenitori di Maduro e oppositori.


Venezuela, la «rivolta» di Caracas: guerriglia nella capitale

Anche per Guaidó non sono ore tranquille, potrebbe essere arrestato in qualsiasi momento, e vive in una sorta di semiclandestinità. Ma perché la giornata della rivolta finale (o del golpe, secondo il regime) si è afflosciata nel giro di poche ore? Chi ha sbagliato, o meglio come ha fatto Maduro a liquidare la questione senza nemmeno aver bisogno di una forte repressione? Se fossero vere le parole di John Bolton, il consigliere per la Sicurezza Nazionale Usa, ci troveremmo di fronte ad una vera e propria stangata ai danni di Guaidó. «C’era un accordo dietro le quinte — ha detto Bolton —. Alcuni uomini chiave del regime avrebbero dovuto disertare, spianando la strada alla caduta di Maduro».

Parole rafforzate dalla ricostruzione dei fatti (anch’essa da prendere con le pinze) del segretario di Stato Mike Pompeo: «Maduro era pronto a salire su un aereo, per scappare a Cuba. Poi è stato fermato dai russi». Siamo di fronte, insomma, ad uno scenario da post guerra fredda in grado di far impallidire quella vera, con tutto il contorno dei film di spionaggio. Se così fosse, gli Usa avrebbero erroneamente dato il via libera all’operazione finale di Guaidó e López, fornendo loro però informazioni fasulle: non esisteva uno scenario di deposizione di Maduro all’interno del regime stesso. Alla «fregatura» avrebbero partecipato attivamente uomini di Mosca.

I militari venezuelani infatti, tranne poche diserzioni di soldati semplici, non si sono spaccati. Il quadro del fallimento era già chiaro nel primo pomeriggio ora di Caracas, a otto ore dall’inizio dell’operazione. A quel punto — e Maduro non era nemmeno apparso in pubblico — López aveva già deciso di chiedere aiuto diplomatico (prima al Cile, infine alla Spagna) e una ventina di militari ribelli avevano fatto lo stesso con il Brasile. Non secondaria, infine, la mancata risposta della piazza. C’erano poche migliaia di manifestanti nelle strade, i venezuelani sono esausti. Fine della sfida. Non finisce qui naturalmente. La nuova sfida delle manifestazioni in corso oggi potrebbe non avere molta rilevanza, ma la decisione dell’amministrazione Trump di non desistere dalla partita venezuelana resta chiara. «Pur preferendo una transizione democratica, l’opzione militare resta in piedi», ha insistito ieri Pompeo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Venezuela

Messaggioda Berto » ven mag 03, 2019 7:51 am

Venezuela, la Corte Suprema ordina l’arresto di Leopoldo Lopez
leonardo martinelli
2 maggio 2019

https://www.lastampa.it/2019/05/02/este ... agina.html

La Corte Suprema di Giustizia venezuelana ha spiccato oggi un ordine di cattura nei confronti del coordinatore del partito Voluntad Popular, Leopoldo Lopez, che stava scontando una condanna a 13 anni agli arresti domiciliari, ma che il 30 aprile è stato liberato da soldati fedeli a Juan Guaidó, leader oppositore autoproclamatosi presidente ad interim, partecipando ad una rivolta militare vicino alla base aerea di La Carlota. Attualmente Lopez si trova «ospite» nell’ambasciata della Spagna nella capitale venezuelana.

Il tribunale ha reso noto di aver revocato nei suoi riguardi il beneficio degli arresti domiciliari, e di aver chiesto al Servizio bolivariano di intelligence nazionale (Sebin) di catturarlo.

Se catturato dagli agenti del Sebin, sarebbe trasferito in un carcere di massima sicurezza dove dovrà restare per il resto della sua pena, meno i cinque anni, due mesi e 12 giorni già scontati.



Leopoldo Lopez inseguito dal regime di Maduro: "Non torno in carcere"

https://newsmondo.it/venezuela-leopoldo ... refresh_cp

Il leader dell’opposizione al regime di Maduro, Leopoldo Lopez, è “ospite” dell’ambasciata spagnola a Caracas. La Corte Suprema ne ha ordinato l’arresto.

CARACAS – La Corte Suprema del Venezuela ha spiccato un ordine di arresto nei confronti di Leopoldo Lopez, uno dei leader dell’opposizione al regime di Maduro. Il coordinatore del partito Voluntad Popular stava scontando una pena a 13 anni agli arresti domiciliari. Il tribunale ha reso noto di aver revocato nei suoi riguardi il beneficio degli arresti domiciliari, e di aver chiesto al Servizio bolivariano di intelligence nazionale (Sebin) di catturarlo.

La protezione della Spagna

Leopoldo Lopez, è stato liberato lo scorso 30 aprile da soldati fedeli a Juan Guaidò, capo del Parlamento e autoproclamato presidente del Venezuela. Attualmente, Lopez si trova all’interno dell’ambasciata spagnola di Caracas, come “ospite”. Le autorità diplomatiche iberiche hanno comunicato che non consegneranno l’uomo alla giustizia venezuelana.


https://www.youtube.com/watch?v=vTtJfdkj_os

Le parole di Lopez

Leopoldo Lopez, proprio dall’ambasciata spagnola, ha dichiarato: “Non ho paura né del carcere né di Nicoolas Maduro. Il carcere è un inferno ma non ne ho paura; non ho paura di Maduro, non ho paura della dittatura“. Il 48enne ha poi sottolineato che non è rientrato a casa poiché lo avrebbero portato nuovamente nel carcere militare di Ramo Verde. Infine, Lopez ha sostenuto l’azione di Guaidò, la quale “ha causato una frattura nel regime: si è aperta una crepa e questo è un colpo alla Forza armata“.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Venezuela

Messaggioda Berto » ven mag 03, 2019 12:58 pm

L'Italia e la farsa del governo: metà col dittatore, metà contro
Massimo Malpica - Ven, 03/05/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... eZx49l6cBU

La Farnesina tentenna: "Si lavori per il compromesso"

D'accordo su niente. Tantomeno sul Venezuela. Le due anime del governo, sempre più spesso allineate su trincee diverse a seconda dell'appartenenza politica, sono spaccate anche nella valutazione della crisi venezuelana tra Maduro e Guaidò.

Così tanto che l'Italia è praticamente l'unica non solo a non sostenere il presidente dell'Assemblea nazionale che si oppone al regime di Nicolàs Maduro e al chavismo. Conseguenza inevitabile delle contrapposizioni interne all'esecutivo, con i Cinque Stelle più o meno apertamente schierati a favore dell'ex vice di Hugo Chávez, tanto da essersi in molti espressi contro il tentato «golpe eterosostenuto» e aver espresso preoccupazione per «il rischio di una deriva violenta», allineandosi più o meno sulla posizione della Russia.

Salvini e la Lega, come è noto, sono invece dalla parte di Guaidò senza se e senza ma, nonostante i buoni rapporti del leader del Carroccio con Putin, e chiedono nuove e libere elezioni per il Venezuela, pur sperando in una «soluzione non violenta». Due punti di vista praticamente inconciliabili, che fanno il verso al braccio di ferro a distanza tra Usa e Russia, che è a sua volta un'eco della Guerra fredda che fu. E di gelo, nel governo, tra le componenti gialla e verde ce n'è da tempo. Quello sulla soluzione da auspicare a Caracas dopo l'escalation degli ultimi giorni è solo l'ultimo in ordine di tempo. Che, nel caso di specie, ha fatto dell'Italia l'unico Paese del G7 che non ha riconosciuto come legittima la presidenza di Guaidò.

A tentare una sintesi, e ad abbozzare una presa di posizione italiana sulla situazione nel Paese sudamericano, è stato ieri il titolare della Farnesina, Enzo Moavero Milanesi. Che ha «auspicato» che proprio Usa e Russia «esercitino una funzione pacificatrice» per cercare di raggiungere «un accordo di compromesso tra le parti che deve portare alla concessione di nuove elezioni presidenziali». Sì al voto, dunque, anche secondo il ministro degli Esteri. Che però resta equidistante tra Guaidò e Maduro (e tra Russia e Stati Uniti). Spiegando appunto che «per noi, per l'Italia, è fondamentale che si evitino delle escalation di carattere militare che avrebbero soltanto degli effetti terribili sulla popolazione». L'invito, dunque, è alla «moderazione», che Moavero esercita egli stesso insieme alla diplomazia, riuscendo a stigmatizzare ogni soluzione «militare» sia che avvenga «col contributo di forze interne al Paese», sia tramite «influenze esterne». E sempre il capo delle nostre feluche ricorda poi come il governo italiano non riconosca né Maduro (negando legittimità alle ultime elezioni presidenziali) né Guaidò come «capo provvisorio», avendo preferito tenere «una linea di maggior prudenza», evitando «di anteporre protagonisti ed antagonisti» per risolvere la questione.

Prudenza, insomma. Una soluzione ideale, forse l'unica a dirla tutta, per evitare, anche all'interno del governo, di dover affrontare la questione «anteponendo» protagonisi e antagonisti dei due fronti opposti.



Petrolio, armi e 17 miliardi: il dittatore è il "tesoro" di Putin
Roberto Fabbri - Ven, 03/05/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... wTolJRvQvQ

La Russia non vuole perdere gli enormi crediti maturati con Caracas. Che col regime può essere un suo avamposto

Dietro la tragica confusione in cui si dibatte l'impoverito Venezuela è sempre più evidente il braccio di ferro in perfetto stile guerra fredda tra gli Stati Uniti di Donald Trump e la Russia di Vladimir Putin.

É evidente l'intenzione della Casa Bianca di impedire che Caracas si trasformi irreversibilmente in un'altra Avana, scalzando dal potere lo screditatissimo Nicolàs Maduro con l'appoggio della quasi totalità dei Paesi latinoamericani. Più interessanti e complesse sono le motivazioni che spingono il Cremlino a legarsi al regime chavista-castrista e a ingaggiare per il controllo del Venezuela una sfida con Washington che davvero sembra rimandare indietro le lancette della Storia di oltre mezzo secolo.

In sintesi, le ragioni di Mosca sono di tre ordini: geopolitico, economico e di politica interna, strettamente connesse tra loro. Riguardo al primo punto, è evidente fin dai tempi della presidenza Obama che la Russia ha cercato di cogliere ogni occasione concessa da un rivale in fase di ripiego geostrategico per guadagnare spazi insperati. Da anni Putin tesse una rete globale che prevede intese con una serie di regimi che Ronald Reagan avrebbe con buone ragioni accomunato sotto l'etichetta di Impero del Male: dalla Cina all'Iran, dalla Siria a Cuba, dalla Bolivia fino appunto al Venezuela oggi nelle mani brutali di Maduro e dei suoi corrotti generali. É un gioco simile a quello che negli anni Settanta e Ottanta giocava l'Unione Sovietica di Leonid Brezhnev in Paesi come l'Angola, il Mozambico, l'Etiopia, l'Egitto, l'Algeria, il Vietnam, l'Afghanistan e tanti altri: l'obiettivo era allora ed è oggi il contrasto all'egemonia mondiale degli Stati Uniti. Il Venezuela non solo galleggia sul petrolio, ma ha anche una posizione strategica nel continente sud americano, affacciato sul Mar dei Caraibi che Washington pretende sia considerato cosa sua. Per affermare il suo ruolo di garante del traballante Maduro, Putin non esita a giocare carte militari, come l'invio a Caracas di un centinaio di uomini delle forze speciali e specialisti di cybersicurezza, arrivando nel dicembre scorso alla mossa che più di tutte ha suscitato la reazione americana: l'invio di due super bombardieri Tupolev-160 in grado di trasportare testate atomiche. Il messaggio era inequivocabile: non solo intendiamo difendere Maduro, ma vogliamo trasformare il Venezuela in un nostro avamposto.

Il secondo punto, quello economico, ha chiari legami con il primo. La Russia di Putin ha venduto a Chavez prima e a Maduro poi interi arsenali: sistemi anti aerei e missili russi proteggono i cieli venezuelani da eventuali attacchi americani o dei loro alleati, e le forze armate fedeli al dittatore di Caracas possono contare su aerei da combattimento, carri armati e kalashnikov made in Russia. Maduro paga i suoi conti in petrolio, ma i suoi debiti sono di gran lunga superiori alle disponibilità: solo tra il 2016 e il 2017 la Russia ha concesso prestiti per 17 miliardi di euro. Rosneft, la compagnia petrolifera russa gestita dal socio di Putin, Igor Sechin, ha oggi crediti per 10 miliardi, mentre il monopolista russo delle armi Rosoboronexport attende ancora il saldo di 11 miliardi di dollari per merce venduta a credito.

Il terzo e ultimo punto non è il meno importante. Consapevole della natura autoritaria del proprio sistema politico, Putin cerca sempre di impedire la caduta di simili regimi amici all'estero: teme l'effetto contagio, specialmente dopo quanto accaduto in Ucraina dopo la cacciata del suo fedelissimo Viktor Yanukovich. Le pressioni della piazza contro Maduro non devono riuscire a farlo cadere, perché un domani lo stesso potrebbe accadere a lui: anche Chavez, qualche anno fa, era molto popolare, poi il vento è girato.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Venezuela

Messaggioda Berto » ven mag 03, 2019 7:37 pm

???


Il piano Usa fallito: "Tre fedelissimi pronti a tradire"
Redazione - Ven, 03/05/2019 - 09:21
2-3 minuti

Tre figure di spicco della cerchia di Nicolas Maduro erano riuscite a mettere a punto un piano segreto in 15 punti con l'opposizione venezuelana per arrivare a un cambio di regime nel Paese senza spargimento di sangue.

In base all'accordo Maduro avrebbe avuto garantita un'uscita dignitosa verso Cuba e avrebbe lasciato il posto a Juan Guaidó. Ma il piano è drammaticamente sfumato, quando Maduro lo ha scoperto, il che ha spinto Guaidó ad accelerare i tempi. Secondo il «Wall Street Journal», negli ultimi mesi l'opposizione venezuelana e il governo americano avevano avuto contatti ripetuti con persone vicine a Maduro: in primis, Vladimir Padrino, il ministro della Difesa, che si sarebbe pentito all'ultimo. I militari avevano progettato il piano insieme ai funzionari del Consiglio di sicurezza degli Stati Uniti. Secondo Washington, ai contatti hanno partecipato anche il giudice presidente della Corte Suprema, Maikel Moreno, e il comandante della guardia d'onore presidenziale e capo dell'intelligence militare, Ivan Rafael Hernandez Dala. Trump era a conoscenza di tutto. Per convincere Padrino a far tradire i militari sarebbe stato usato anche un messaggio della sua famiglia. L'idea era di prendere la base aerea de La Carlota all'alba del 1° maggio. Ma il 30 aprile qualcuno ha ordinato la liberazione di Leopoldo Lòpez, uno dei leader storici dell'opposizione venezuelana. Il che ha creato confusione, anche in Padrino. Ora cominceranno le purghe.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Dove le cose non vanno bene

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti

cron