Venezuela, Guaidó lancia l'offensiva finale contro Maduro. Forze armate divise, il governo invia i blindati contro i contestatoriIl presidente del Senato: "L'esercito è con me". Replica il ministro della Difesa: "E' un tentativo di golpe, ma è fallito"
30 aprile 2019
https://www.repubblica.it/esteri/2019/0 ... -225169943 CARACAS - Tensione altissima in Venezuela dove il presidente dell'Assemblea nazionale Juan Guaidò, ha lanciato un messaggio video alla nazione accompagnato da Leopoldo López, storico leader dell’opposizione a Nicolas Maduro, liberato poche ore fa dagli arresti domiciliari con un blitz degli uomini fedeli a Guaidò.
Il paese è sull'orlo della guerra civile: le prossime ore saranno decisive per capire con chi si schiereranno i vertici militari, il sostegno dei quali è al momento rivendicato da entrambe le parti in conflitto.
Durante le proteste, alcuni blindati si sono mossi verso la folla: almeno una persona è stata investita. I feriti sono decine: almeno 52 seonco quanto riportano le agenzie di stampa. Secondo l'ong Foro Penal vi sono già stati 11 arresti fra i manifestanti.
Guaidò nel suo video era circondato da un gruppo di soldati: ha esortato i militari fedeli a Maduro e la popolazione a scendere in strada per chiedere la "cessazione definitiva dell'usurpazione". Ma il governo Maduro ha reagito con mano pesante, inviando per le strade i mezzi blindati che hanno cercato di disperdere i contestatori a forza di idranti.
Guaidó ha trasmesso un video sui social network lanciando un "grande appello ai dipendenti pubblici" per "recuperare la sovranità nazionale". Quindi ha ringraziato i "coraggiosi" per il sostegno e ha assicurato che le Forze armate sono "chiaramente dalla parte del popolo, fedeli alla Costituzione".
Venezuela, Guaidó in video sui social: "L'esercito è con la gente, la fine dell'usurpazione è iniziata"
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Lopez era stato condannato a 14 anni di carcere, tramutati in arresti domiciliari, dopo le rivolte del 2014 a Caracas (43 morti) contro la penuria di beni di prima necessità e la violazione dei diritti. Il Venezuela “ha iniziato la fase definitiva per la fine dell'usurpazione, l'Operazione Libertà”, ha dichiarato appena libero.
“Sono stato liberato da militari agli ordini della Costituzione e del presidente Guaidò”, ha scritto su Twitter il leader di Voluntad Popular. "Mi trovo nella Base La Carlota. Mobilitiamoci tutti. E' ora di conquistare la libertà. Forza e Fede".
Lopez ha poi chiesto asilo politico all'ambasciata del Cile. "Lilian Tintori e sua figlia sono entrati come ospiti della nostra missione diplomatica a Caracas. Pochi minuti fa suo marito, Leopoldo López, si è unito lì alla sua famiglia. Il Cile ribadisce l'impegno con i democratici venezuelani", conferma in un tweet il ministro degli Esteri cileno, Roberto Ampuero.
Venezuela, Guaidó lancia l'offensiva finale contro Maduro. Forze armate divise, il governo invia i blindati contro i contestatori
La risposta di Maduro: "È un golpe"
Il governo del presidente Maduro ha reagito dicendo di essere impegnato a “sventare un golpe”: “Informiamo il popolo del Venezuela che in questo momento stiamo affrontando e neutralizzando un ridotto gruppo di militari traditori che hanno occupato il Distributore Altamira (il principale accesso alla città, ndr) per promuovere un colpo di Stato contro la Costituzione e la pace della Repubblica", scrive su Twitter il ministro dell'Informazione di Nicolas Maduro, Jorge Rodriguez. “A questo tentativo si è unita l'ultradestra golpista e assassina, che ha annunciato il suo piano violento da mesi. Chiamiamo il popolo alla massima allerta”.
In serata il ministro della Difesa Vladimir Padrino Lopez ha ridimensionato il tentativo di golpe, dicendo che solo alcune unità delle Forze armate si erano unite ai golpisti, e che il tentativo è fallito.
Esteri
Venezuela, Guaidó scrive a Conte, Salvini e Di Maio: "Incontro sulle libere elezioni". Aiuti umanitari in arrivo
Caos Venezuela, gli Usa: "Noi con Guaidò"
Diverse le reazioni dalle cancellerie di tutto il mondo. Gli Stati Uniti sostengono la mossa di Guaido. "La Fanb (Fuerza Armada Nacional Bolivariana, ndr) deve proteggere la Costituzione e il popolo venezuelano", ha twittato il Consigliere per la Sicurezza nazionale, John Bolton. "Essa - ha aggiunto, rivolgendosi al ministro della Difesa venezuelano, Vladimir Padrino - deve stare al fianco dell'Assemblea nazionale e delle istituzioni legittime contro l'usurpazione della democrazia. Gli Stati Uniti stanno con il popolo del venezuela". Il presidente russo Vladimir Putin ha riunito il consiglio di sicurezza russo. L'Unione europea è tornata a chiedere una soluzione pacifica. Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha condannato il tentativo di Guaidò. La Colombia ha chiesto una riunione di emergenza del Gruppo di Lima, organizzazione di 12 paesi nata per reagire alla crisi in Venezuela.
L'appoggio degli Stati Uniti è determinante per Guaidò: "Abbiamo parlato con i nostri alleati nella comunità internazionale e abbiamo il loro forte sostegno per questo irreversibile processo di cambiamento nel nostro Paese. L'Operazione Libertà è iniziata e resisteremo fino a raggiungere un Venezuela libero", ha scritto il leader dell'opposizione su Twitter.
Venezuela, Pompeo: gli USA garantiranno la sicurezza a Guaidò01.05.2019
https://it.sputniknews.com/mondo/201905 ... a-a-guaido Gli Stati Uniti faranno tutto il possibile per garantire la sicurezza al leader dell'opposizione venezuelana Juan Guaidò. Lo ha dichiarato oggi il segretario di stato americano Mike Pompeo in un'intervista a Fox Business.
"Faremo tutto quanto è in nostro potere per garantire che non sia arrecato alcun danno ai leader che scelgono la strada giusta, che si orientano verso la democrazia. Juan Guaidò, senza dubbio, sarà al centro di questo", ha detto Pompeo.
Egli ha sottolineato di essere disposto a “rischiare la propria vita” per proteggere Guaidò.
Allo stesso tempo, il Pompeo ha rifiutato di rivelare in quale modo gli Stati Uniti intendono garantire la sicurezza a Guaidò in Venezuela, e ha ribadito che Washington e i suoi alleati sono pronti a reagire prontamente nel caso in cui Guaidò dovesse trovarsi in pericolo.
In precedenza, Pompeo ha detto che i lanciamissili russi non ostacoleranno l'intervento militare USA in Venezuela.
Ieri il leader dell'opposizione venezuelana Juan Guaidò aveva annunciato l'inizio della fase finale dell'operazione Libertà, diretta a rovesciare il legittimo presidente del Paese Nicolas Maduro, mediante una rivolta dell'esercito. Il leader dell'opposizione è stato sostenuto dalle autorità statunitensi.
Sullo sfondo della dichiarazione di Guaidò, i suoi sostenitori hanno organizzato una rivolta a Caracas nel distretto Chacao. Per disperderli le forze dell'ordine hanno usato i gas lacrimogeni. A seguito degli scontri, secondo gli ultimi dati, 69 persone sono rimaste ferite.
Il 21 gennaio sono iniziate proteste di massa in Venezuela contro l'attuale presidente del paese, Nicolas Maduro. Il 23 gennaio, il capo dell'Assemblea nazionale di opposizione, Juan Guaidò, si è proclamato l'attuale presidente del Venezuela, ed è stato immediatamente riconosciuto dagli Stati Uniti e da un certo numero di paesi dell'America Latina.
Venezuela, è guerra civile dopo il fallito colpo di statoManuel Glauco Matetich - Mer, 01/05/2019
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ven ... 87408.html “Iniziamo la fase finale per mettere fine a Maduro e staremo nelle strade fino al raggiungimento della cessazione dell'usurpazione”, ha affermato oggi il presidente ad interim del Venezuela Juan Guaidό, dopo l’insuccesso del golpe militare di poche ore fa. La capitale Caracas è sull’orlo del precipizio di una guerra interna lunga e sanguinosa
E’ scoppiata la guerra civile in Venezuela. Carri armati, uomini delle forze speciali, bombe molotov e rivoltosi pronti a tutto. Ecco la situazione reale e cruda che si vive in queste ore per le vie di Caracas, la capitale del paese sudamericano.
Le barricate lungo le strade della città e i bossoli esplosi per terra lasciano poco spazio all’immaginazione. E’ arrivato il momento della verità: Maduro o Guaidό?
Un bollettino di guerra arrivato immediatamente alle agenzie di stampa estere che hanno fatto girare la notizia della presa finale di Caracas da parte dei sostenitori del presidente dell’Assemblea nazionale venezuelana, Juan Guaidό, in prima linea nell’esortazione delle manifestazioni in tutto il paese contro “il nemico della libertà del popolo venezuelano”, il presidente in carica Nicolas Maduro.
Gli scontri lanciati dal presidente ad interim Juan Guaidό, che gode dell’appoggio politico della comunità internazionale, non sono riusciti a strappare la capitale al rivale dittatore Maduro, che in un discorso televisivo ieri sera ha descritto gli attacchi come una "schermaglia golpista" e ha promesso un procedimento penale contro i responsabili, esaltando la fedeltà dell’alto comando militare e i nervi saldi mantenuti dal suo governo, capace di controllare la grave situazione in atto.
I contestatori di Caracas si sono uniti ad un gruppo di soldati pro Guaidό e insieme hanno assaltato le forze di polizia dislocate lungo le vie cittadine. I violenti scontri hanno provocato oltre 70 feriti e la morte di un manifestante, in seguito ad un colpo di arma da fuoco sparato dalle forze filo chaviste di Maduro.
Sempre ieri mattina, sono scoppiati altri focolai di guerra armata tra le due fazioni avversarie vicino la base militare di La Carlota, dove un veicolo blindato ha investito volontariamente un gruppo di manifestanti dell'opposizione, lasciando diverse persone a terra, come trasmesso da un servizio messo in onda dalla televisione locale.
Nonostante il fallimento del golpe insurrezionale di poche ore fa, Juan Guaidό ha lanciato un messaggio video tramite i suoi social network invitando le forze armate ad unirsi alla maggioranza del paese "per continuare ad avanzare nella fase finale di #OperationLiberty" per mettere fine all’usurpazione del potere di Nicolas Maduro.
“Oggi abbiamo iniziato la fase finale di # Operation Freedom. E domani continueremo, con più spirito che mai. - ha dichiarato Guaidό - Sapevamo che l'inizio non sarebbe stato facile, ma abbiamo dimostrato che ci sono soldati disposti a difendere la Costituzione, e molti altri ancora. Ogni volta in più luoghi del Venezuela cominciamo a vedere che sono le stesse forze dell'ordine che proteggono la gente per la strada. L'informazione è vera, l'Usurpatore aveva tutto pronto per andare, e sono state le forze straniere che lo hanno costretto a rimanere. Oggi non ha fatto altro che nascondersi, senza che noi vediamo quella maggioranza di persone che si vanta. Domani andremo forte per il coraggio che oggi, in poche ore, il Popolo ha mostrato di uscire in massa. In tutto il paese abbiamo visto la nostra gente per la strada e continueremo a vederli fino alla fine. Quando si parla di libertà, non lasciamo il lavoro a metà. Siamo impegnati con tutti: con i nostri figli, con quelli che hanno attaccato oggi, con quelli delle nostre Forze Armate che hanno fatto il passo per un Venezuela migliore e quelli che stanno per darlo. La fase finale di # OperationLiberty è iniziata e continueremo ad essere organizzati, uniti e determinati dal nostro futuro.”
L’Operazione Libertà lanciata da Guaidό ha scatenato anche altre proteste armate in diverse città del paese, tra cui Maracaibo, San Cristobal, Barquisimeto (ovest) e Valencia (nord), come riportano le testimonianze di alcuni civili.
La situazione è sempre più incrinata e anche Maduro inizia a tentennare, nonostante l'uomo forte di Caracas cerchi di apparire tranquillo e fermo sulle sue posizioni in pubblico. Sono infatti trapelate poche ore fa delle informazioni top secret riguardo ad un’eventuale fuga del dittatore venezuelano a Cuba, salvo poi essere dissuaso da uno dei suoi alleati storici, la Russia di Vladimir Putin. Ad affermare ciò, è stato il Segretario di Stato americano Mike Pompeo in prima persona, che non ha perso tempo per screditare la fragilità del potere di Maduro e assicurare nuovamente l’appoggio del presidente Donald Trump e di tutti gli Stati Uniti al fianco del popolo venezuelano e del neoleader Juan Guaidό.
Caracas sta vivendo un clima avvolto in una spirale di tensione e terrore. Di fronte all'accelerazione degli eventi accaduti nelle ultime ore in Venezuela, le reazioni si sono moltiplicate. Gli alleati di Caracas, in primis Cuba, Bolivia, Turchia, seguiti da Cina e Russia, hanno condannato il tentativo di colpo di stato ad opera dei ribelli venezuelani, denunciato il movimento golpista di Guaidό. Dalla parte opposta, invece, Stati Uniti, Nazioni Unite e Unione europea hanno esortato un cessate il fuoco, invitando le parti a trovare “una soluzione politica, pacifica e democratica” , come dichiarato dall’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri, Federica Mogherini, in una dichiarazione a mezzo stampa.
La pressione sul governo di Nicolas Maduro, rieletto a luglio 2017 tramite un’elezione farlocca e non democratica, si fa sempre più pesante. Le severe sanzioni imposte dagli Stati Uniti a Caracas hanno messo in ginocchio l’intero paese sudamericano, che vanta la più grande riserva di petrolio al mondo e all’epoca utilizzata dall’ex presidente Hugo Chavez per finanziare enormi investimenti pubblici per ammodernare e sviluppare lo stato. La continua lotta interna nel paese ha catapultato la popolazione in uno stato di assoluta emergenza, caratterizzato da forti carenze di beni di prima necessità e di medicinali, situazione insostenibile che ha prodotto un esodo inarrestabile di venezuelani. Secondo le cifre riportate dall’Onu, dal 2015 ad oggi quasi 3 milioni di persone sarebbero fuggite dal Venezuela.