La Persia non islamica cova sotto all'Iran nazi maomettano

La Persia non islamica cova sotto all'Iran nazi maomettano

Messaggioda Berto » dom feb 16, 2020 9:50 am

La Persia non islamica cova sotto all'Iran nazi maomettano

La Persia non islamica ribolle e sta montando sotto all'Iran nazi maomettano, come un terremoto che sta per esplodere


viewtopic.php?f=200&t=2895
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La Persia non islamica cova sotto all'Iran nazi maomettano

Messaggioda Berto » dom feb 16, 2020 9:51 am

La discussione tra me (Gino Quarelo) e un iraniano persiano non islamico (Amir Sabet Azar)


Amir Sabet Azar
https://www.facebook.com/amir.honargune ... cation=ufi


Gino Quarelo
https://www.facebook.com/profile.php?id=100017003387674



Sono assai contento di sentire che l'antica Persia non islamica è viva e che non è andata perduta con l'invasione e la conquista dei nazi maomettani
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La Persia non islamica cova sotto all'Iran nazi maomettano

Messaggioda Berto » dom feb 16, 2020 9:52 am

Iran, Teheran, Torre commemorativa del Re(Shahyād Āryāmehr)
Amir Sabet Azar è con Vishka Sabet Azar.
15 febbraio 2020

Immagine


https://www.facebook.com/amir.honargune ... nt_mention

Fu costruita nel 1971 dall'architetto iraniano bahai Hossein Amanat in occasione delle cerimonie organizzate dall'ultimo Shah Mohammad Reza Pahlavi per festeggiare il 2500º anniversario della fondazione dell'Impero achemenide da parte di Ciro il Grande . Il progetto fu per lo più finanziato da un gruppo di cinquecento industriali iraniani.



Gino Quarelo
Ciro il grande non era nazi maomettano.


Amir Sabet Azar
Gino Quarelo Ma cosa c'entra questo. Ciro il Grande era il re dell'antico Iran(Persia).



Gino Quarelo
Realtà storiche diverse, nessuna similitudine con il presente. Il regime nazi maomettano imperialista iraniano finirà presto.



Amir Sabet Azar
Gino Quarelo La realtà è chiara . La tomba di Ciro il grande si trova nell'antica capitale di Persia della provincia di Pars Pasargad.

Gino Quarelo
Amir Sabet Azar Oggi l'Iran per il Mondo civile incarna il male.

Gino Quarelo
Ciro il grande nel 538 a.C. emise anche un editto che consentiva agli Ebrei non solo di fare ritorno in patria, ma di ricostruire il tempio di Gerusalemme.
https://it.wikipedia.org/wiki/Ciro_II_di_Persia


Gino Quarelo
Gino Quarelo Il regime nazimaomettano iraniano odierno invece vuole distruggere Israele e cacciare o sterminare gli ebrei.

Amir Sabet Azar
Gino Quarelo 40 anni fa, comunisti e gli islamisti con l'aiuto dell'Europa e del Partito democratico americano, i hanno occupato l'Iran. Oggi il popolo iraniano viene catturato da un governo non iraniano. Questo non è colpa del popolo iraniano.

Gino Quarelo
Amir Sabet Azar È senz'altro colpa di una parte del popolo iraniano, quella nazi maomettana sciita. Il governo è iraniano. Gli islamisti sono islamici al 100% come lo era Maometto che è stato il primo islamico islamista della storia. Le responsabilità dell'Europa e degli USA non sminuiscono quelle degli iraniani, sono loro gli attori principali.

Amir Sabet Azar
Gino Quarelo Nella seconda guerra mondiale Che gli europei hanno ucciso sei milioni di ebrei. Il regno secolare dell'Iran ha ospitato migliaia di ebrei polacchi.


Gino Quarelo
Amir Sabet Azar All'epoca di questi fatti l'Iran non era dominato dai nazi maomettani antisemiti.
Gli ebrei in Iran, nell'Iran islamico comunque sono sempre stati dhimmi.

Gino Quarelo
Gli europei non hanno ucciso 6 milioni di ebrei, sono stati caso mai gli europei nazisti, fascisti e comunisti a fare strage di ebrei.

Amir Sabet Azar
Gino Quarelo Da dove vengono veramente questa gente? Venivano dal Medio Oriente o dall'Europa?


Gino Quarelo
Amir Sabet Azar Questi erano solo una parte degli europei, non erano e non sono gli europei in senso generale.


Amir Sabet Azar
Gino Quarelo E oggi i comunisti sono nemici di Israele


Gino Quarelo
Sì i comunisti e i cristiani demo comunsiti.


Gino Quarelo
«Hitler non voleva sterminare gli ebrei all’epoca, li voleva espellere» ma nell’incontro a Berlino alla fine del 1941 «il mufti di Gerusalemme, Haj Amin al-Husseini, obiettò “verranno tutti qui” e quando Hilter gli chiese “cosa devo fare con loro?”, il mufti “rispose di bruciarli”»

Netanyahu “assolve” Hitler: “La Shoah idea dei palestinesi”
22 ottobre 2015

https://www.lastampa.it/esteri/2015/10/ ... 3D9UBv05aU
Sopravvissuti alla Shoah, storici del nazismo, leader dell’opposizione, ministri del governo e cittadini comuni: Israele è in rivolta contro il premier Benjamin Netanyahu che ha attribuito al mufti di Gerusalemme la responsabilità di aver suggerito ad Adolf Hitler l’idea di sterminare gli ebrei.

La bufera politica

Ad innescare la maggiore tempesta politica della sua carriera è quando dice parlando al XXXVI Congresso sionista a Gerusalemme: «Hitler non voleva sterminare gli ebrei all’epoca, li voleva espellere» ma nell’incontro a Berlino alla fine del 1941 «il mufti di Gerusalemme, Haj Amin al-Husseini, obiettò “verranno tutti qui” e quando Hilter gli chiese “cosa devo fare con loro?”, il mufti “rispose di bruciarli”». L’intento del premier è indicare nel mufti di allora, padre storico del nazionalismo palestinese, la genesi dell’odio antiebraico che incita i giovani arabi all’Intifada dei coltelli. Ma «riscrivere la storia a fini politici è il più grave degli errori», gli rimprovera Yehuda Bauer, maggiore storico della Shoah, imputandogli «affermazioni senza fondamento» perché «abbiamo il documento su quell’incontro e spiega come fu Hitler a parlare, chiedendo al mufti di fare propaganda nazista in Medio Oriente».

Un Paese in rivolta

Nell’arco di poche ore è quasi l’intero Paese che si solleva, imputando al premier di essere un «negazionista». Dina Porat, a capo degli storici dello Yad VaShem, è lapidaria: «Non si può dire che il mufti diede a Hitler l’idea di bruciare gli ebrei, è falso». Meir Litvak, storico all’Università di Tel Aviv, parla di «bugie» e Moshe Zimmermann, germanista all’ateneo di di Gerusalemme, trae le conclusioni: «Netanyahu si è aggiunto alla lunga lista di coloro che definiamo negazionisti» per aver ridimensionato le responsabilità dei nazisti nella Shoah.

È il pensiero che accomuna numerosi sopravvissuti, che affidano a radio e tv la protesta per aver «ridotto le colpe di Hitler». «Netanyahu deve scusarsi con i sopravvissuti - tuona il deputato dell’Unione sionista Itzik Shmuli - è una vergogna che il premier dello Stato ebraico avvalori il negazionismo». Nessuno mette in dubbio che il mufti sia stato «un antisemita violento collaboratore di Hitler - come dice il leader laburista Isaac Herzog - ma c’è stato un solo Hitler che scrisse il Mein Kampf e illustrò la Soluzione Finale al Reichtag». A dare il polso della rivolta popolare è la scelta di Moshe Yaalon, ministro della Difesa e fedelissimo del premier, di correggere Netanyahu: «La Storia è chiara, Hitler iniziò lo sterminio e il mufti si unì».

La difficile retromarcia

Per Saeb Erakat, negoziatore dell’Autorità palestinese, è l’occasione a lungo attesa di delegittimare l’avversario davanti ai suoi cittadini: «Il premier dimostra di odiare i palestinesi fino al punto da assolvere il più famoso criminale della storia». Netanyahu è accerchiato, appare vulnerabile, in bilico, ma si difende da Berlino, dove oggi vedrà John Kerry: «Non volevo assolvere Hitler ma dimostrare che il padre della nazione palestinese aspirava fin da allora alla nostra distruzione come dimostrano i verbali di Norimberga» con la «deposizione del vice di Eichmann, Dieter Wisliceny, che lo descrisse come colui che incitava ad accelerare lo sterminio».

Soluzione finale
https://it.wikipedia.org/wiki/Soluzione ... ne_ebraica
Il termine soluzione finale della questione ebraica (in lingua tedesca Endlösung der Judenfrage) fu usato dai nazionalsocialisti a partire dalla fine del 1940, dapprima per definire gli spostamenti forzati e le deportazioni ("evacuazioni") della popolazione ebraica che si trovava allora nei territori controllati dalla Wehrmacht, poi, dall'agosto del 1941, per riferirsi allo sterminio sistematico della stessa, che oggi viene comunemente chiamato Olocausto, o Shoah. Questo eufemismo serviva da una parte a mimetizzare il genocidio verso l'esterno, dall'altra per una giustificazione ideologica, come se davvero si risolvesse un problema di portata mondiale.



Gino Quarelo
Non vi è alcuna assoluzione di Hitler, ma solo una doverosa e necessaria precisazione per meglio comprendere chi sono i nazi maomettani palestinesi e che tipo di odio sia il loro, odio etnico-religioso proprio dei nazi maomettani a partire da Maometto.
Grande mossa questa di Netanyahu, mettere sullo stesso piano il nazismo hitleriano con quello maomettano, bravissimo!
Maometto fu assai peggiore di Hiter, non solo contro gli ebrei ma anche contro i cristiani e contro ogni diversamente religioso e pensante della terra. Il male assoluto.



Amir Sabet Azar
Gino Quarelo la gente iraniana è solo una schiava di un governo fascista. La maggior parte degli iraniani sono di origine ebraica. e gli ebrei iraniani sono una grande comunità in Iran e Israele .

Amir Sabet Azar
Gino Quarelo Ad oggi, nessun ebreo è stato ucciso in Iran. Ma nell'Europa moderna sei milioni di ebrei sono stati uccisi.

Gino Quarelo
Amir Sabet Azar

Iran, ebrei in Iran, persecuzione, guerra a Israel
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2237

Gino Quarelo
Islam scita, Iran e ebrei
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2221

Gino Quarelo
Che la maggior parte degli iraniani siano di origine ebraica è una cosa assolutamente non vera.



Amir Sabet Azar
Gino Quarelo Muhammad Amin al-Husseini era un sunnita arabo. Cosa c'entra questo con il popolo iraniano?


Amir Sabet Azar
Gino Quarelo periodo del Ciro i grande iraniani erano ebrei e zoroastriani.


Gino Quarelo
Amir Sabet Azar Non erano iraniani, caso mai erano sudditi dell'impero di Ciro, non facciamo confusione.

Gino Quarelo
Muhammad Amin al-Husseini era un sunnita arabo, sì, un nazi maomettano che voleva sterminare gli ebrei, come nazi maomettati sono gli sciiti iraniani, tutti seguaci di Maometto e del Corano.
L'antisemitismo nazi hitleriano si è raffrzato con quello nazi maomettano e viceversa, così ieri così oggi.


Amir Sabet Azar
Gino Quarelo Primo, tutti gli iraniani non sono musulmani. sono ebrei, cristiani, bahai, laici
secondo , tutti i musulmani nati in Iran non credano l'islam. Maggior parte sono laici.
Terzo, tutti i musulmani in Iran non sono antisemiti
Solo un piccolo gruppo che lavora per il malvagio governo islamico è antisemita, non il popolo iraniano.


Gino Quarelo
Amir Sabet Azar

Gli ebrei, i cristiani e i bahai sono minoranze di poche centinaia o di qualche migliaio o decine di migliai di persone (nel totale assommano a circa l'1% della popolazione) .
Che in Iran vi siano degli iraniani poco praticanti e laici può essere ed è auispcabile che siano sempre di più, però al momento in Iran comandano gli iraniani teocratici nazi maomettani.
Che l'Islam sia antisemita, anticristiano e anti ogni diversamente religioso e pensante è un fatto certo certificato da Maometto, dal Corano e dalla storia dell'islam.


Gino Quarelo
https://www.smartweek.it/la-situazione- ... 6Ss-0ZaTIs


La Situazione delle Minoranze Religiose in Iran
http://www.rivistamissioniconsolata.it/ ... 8z3wTXO23E


Caccaia ai cristiani in Iran
https://www.ilfoglio.it/chiesa/2018/12/ ... Z4DzGAWcsA


La minoranza cristiana in Iran, ufficialmente autorizzata ma in realtà perseguitata
https://it.aleteia.org/2020/01/10/la-mi ... TZgjh8xOrk
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La Persia non islamica cova sotto all'Iran nazi maomettano

Messaggioda Berto » dom feb 16, 2020 9:52 am

Amir Sabet Azar
Gino Quarelo Se gli iraniani sono nemici degli ebrei. Allora perché negli ultimi cento anni in Europa cattolica sono stati uccisi sei milioni di ebrei? e perche non c'erano problemi per gli ebrei in Iran. E ha anche ospitato ebrei polacchi.



Gino Quarelo
Perché gli ebrei nei paesi nazi maomettani erano pochi e perché gli ebrei erano trattati da dhimmi (inferiori e sottomessi), ogni tanto poi ne ammazzavano qualcuno e nel 900 gran parte dei paesi mussulmani hanno espulso la maggior parte degli ebrei:

Il 30 Novembre in Israele si commemora il destino di più di 850.000 ebrei che furono cacciati dagli Stati arabi e dall’Iran durante il XX secolo.

https://embassies.gov.il/rome/NewsAndEv ... ejNLFGGz_c


Esodo ebraico dai paesi arabi
https://it.wikipedia.org/wiki/Esodo_ebr ... ufYzUj4Ftg


Amir Sabet Azar
Gino Quarelo Non confrontare mai l'Iran con i paesi arabi musulmani. L'Iran è solo un paese occupato. A proposito, entrambi i gruppi sono ugualmente responsabili per l'uccisione e l'umiliazione degli ebrei da parte di musulmani e cattolici, e se studi la storia vedrai che i cattolici hanno massacrato gli ebrei più dei musulmani.



Amir Sabet Azar
Gino Quarelo gli studenti iraniani si rifiutanoi di calpestare le badiere di Israele e degli USA
https://www.open.online/2020/01/12/iran ... Y6ZZ7J0dFI



Gino Quarelo
Amir Sabet Azar Speriamo!



Gino Quarelo
Nel passato l'antisemitismo cristiano d'Europa era molto accentuato e gli ebrei in Europa dopo lo sdoganamento della Rivoluzione francese li ha visti crescere di numero (almeno 10 volte più che nei paesi nazi maomettani dove erano sempre rimasti dhimmi o cittadini senza diritti e di seconda classe poco più delle bestie) e in potenza economica, finanziaria e politica per cui la Germania nazista che demenzialmente vedeva in loro un pericolo, dapprima ha pensato di cacciarli e poi non potendolo fare (per mancata espansione in Africa) e su consiglio dei nazi maomettani loro alleati ha progettato di sterminarli uccidendone a milioni.

L'Europa e parte degli europei hanno le loro responsabilità e colpe però oggi come oggi l'antisemitismo europeo è più di matrice nazi maomettana e nazi comunista come nel resto del Mondo.


Amir Sabet Azar
Gino Quarelo Oggi di nuovo assistiamo alla nascita dell'antisemitismo in Europa. mica non è bastato uccidere sei milioni di ebrei, oggi vediamo la distruzione dei cimiteri ebraici. L'antisemitismo è ugualmente presente nella religione cattolica e nell'Islam.


Gino Quarelo
Amir Sabet Azar La Chiesa cattolica ha chiesto scusa, mentre il nazismo maomettano ancora no.

Gesù Cristo l'ebreo (il messia, salvatore e dio in terra dei cristiani) non ha mai ucciso e ordinato di uccidere e di sterminare gli ebrei o chichessia, il beduino Maometto ha ucciso e ordinato di uccidere ebrei, cristiani e ogni diversamente religioso e pensante della terra che non si sottomettesse e non si sottometta al nazismo maomettano e al suo idolo Allah e al suo demenziale profeta assassino Maometto.

Amir Sabet Azar
Gino Quarelo È facile dimenticare o perdonare l'uccisione di sei milioni di ebrei da parte dell'Europa?

Amir Sabet Azar
Gino Quarelo Perché accusi gli iraniani di antisemitismo?Perché hai visto in televisione che il regime islamico ha bruciato la bandiera israeliana o minacciato Israele? Non equivarrà mai all'uccisione di sei milioni di ebrei in europa. Fino ad oggi gli ebrei sono stati uccisi in Iran? O i cimiteri ebraici distrutti? L'Iran ha una grande comunità ebraica.



Gino Quarelo Amir Sabet Azar

Io non accuso gli iraniani ma i nazi maomettani iraniani, come accuso i nazisti hitleriani tedeschi e non e gli internazi comunisti. La comunità ebraica dell'Iran non è una grande comunità di uomini liberi ebrei ma una piccola comunità di ebrei dhimmi.

Il nazismo maomettano non solo è antisemita ma è anche anticristiano, anti ogni diversamente religioso e pensante della terra, quindi per me è il nazismo peggiore da sempre anche se i nazisti hitleriani hanno ucciso il maggior numero di ebrei. Oggi come oggi il pericolo per gli ebrei vivi e per Israele è costituito dal nazismo maomettano in generale e da quello iraniano e palestinese in particolare.

Io sono veneto, italiano ed europeo, ex cristiano divenuto aidolo e non ho alcuna responsabilità e colpa per lo sterminio degli ebrei, come non ce l'ha gran parte degli europei di oggi e di ieri.
Io non dimentico e non ho da perdonare nulla, tanto meno da farmi perdonare alcunché.

Ricordare o negare gli ebrei morti e maltrattare quelli vivi, no grazie!
viewtopic.php?f=197&t=2894
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674

Gino Quarelo
L'uso improprio e criminale o abuso dell'Olocausto per colpevolizzare e demonizzare l'Europa e gli europei
viewtopic.php?f=205&t=2888
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6124104303


Amir Sabet Azar
Gino Quarelo Non ti permetto di equiparare la nazione iraniana al falso stato arabo della Palestina. Perché la storia iraniana è molto sacra per i veri ebrei, e re iraniani come Ciro, Dario, Serse e Pahlavi sono sempre stati salvatori i ebrei. Le tombe di anziani ebrei come Esther, Mordecai, Daniele, ... sono in Iran. Oggi, tutti gli ebrei iraniani in Israele sono orgogliosi di essere iraniani. .Più di duemila iraniani sono stati uccisi per strala due mesi fa. perché hanno protestato di non volere l'Islam e lo Stato islamico. Ma i governi europei hanno taciuto e stanno cooperando nuovamente con il regime iraniano. Sono i governi socialisti e comonisti europei che dovrebbero vergognarsi di uccidere ebrei e cooperare con il regime fascista islamico.
Cammina per le strade di Roma, Napoli, Parigi, Berlino, ... e vedi le bandiere del paese falso palestina. È l'Europa che sostiene la Palestina, perché non vogliono che gli ebrei vengano in Europa.
L'Iran verrà rilasciato presto. E il principe Reza Pahlavi tornerà in Iran. E vedremo che la nazione iraniana è l'unico amico di Israele in Medio Oriente.

Amir Sabet Azar
Gino Quarelo il governo degli Stati Uniti d'America e Israele ha ripetutamente avvertito i governi europei di non cooperare con il regime islamico in Iran. Perché questo regime non è iraniano e uccide il popolo iraniano per strada ed è contro Israele. Ma per il bene dei propri interessi, i governi europei preferiscono lavorare con il regime eslamico.


Amir Sabet
Azar Gino Quarelo Non dimenticare che 2500 anni fa ،Il secondo tempio ebraico costruito dal re dell'Iran.e dopo Fu distrutto dai Greci e il re Dario, un sostenitore ebreo, fu assassinato dai romani. i greci hanno fatto chiamare il falso nome della Palestina per umiliare gli ebrei in Giuda. E hanno ucciso migliaia di ebrei.
E circa ottant'anni fa la storia è stata ripetuta di nuovo. E milioni di ebrei furono uccisi dai governi tedesco e italiano.
Dici che gli iraniani sono nemici degli ebrei. fin oggi gli iraniani erano salvatori ebrei, non un solo ebreo è stato ucciso in Iran.o distrutto un cimitero ebraico.



Iran, gli ebrei al voto in Sinagoga: 'Siamo iraniani'
(oggi ci sono circa 20mila ebrei in Iran)
Elisa Pinna e Mojgan Ahmadvand
26 febbraio 2016

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2 ... caba3.html


Nella sala della preghiera della sinagoga di Yusifad a Teheran, davanti al grande candelabro azzurro a sette braccia dipinto sulla parete di fondo, è stato allestito un seggio elettorale. Gli scrutatori sono musulmani, ma i votanti sono solo ed esclusivamente ebrei. La comunità ebraica iraniana, la più numerosa di tutto il Medio Oriente (ovviamente dopo Israele) con circa 20mila persone, ha diritto ad un proprio rappresentante nel nuovo Parlamento iraniano, o Majlis, così come gli armeni, i cattolici siriaci e gli zoroastriani, tutte minoranze 'protette' dalla costituzione islamica. A Teheran oggi si è votato anche nelle chiese e nei templi del fuoco.

Nella Sinagoga, il dovere elettorale è preso molto sul serio. Dati i numeri relativamente piccoli, stupisce il continuo via–vai di votanti, molti uomini con la kippah, donne velate, famiglie con bambini. All'ora di pranzo qualcuno porta grandi ceste di frutta e le appoggia sugli stessi tavoli dove si compilano le schede, prima di metterle nell'urna e di sigillare il voto timbrando l'indice della mano destra nell'inchiostro. I candidati in corsa sono due, Homayoun Samiha e Siamak Morsedes. "Noi ci sentiamo iraniani a tutti gli effetti. Stiamo bene qui. Non abbiamo problemi", spiega all'ANSA Elyas Abbian, proprietario di una gioielleria nel grande bazar di Teheran.

Abbian dice di ricevere continue pressioni da Israele, specie dai suoi parenti, perché anche lui compia la sua alya, ovvero il ritorno alla Terra Promessa. "L'emigrazione non è però un obbligo", sottolinea. Anche se non esistono rapporti diplomatici tra Israele e l'Iran - e anzi i due Paesi vengono spesso considerati nemici giurati - gli ebrei iraniani possono recarsi in preghiera a Gerusalemme. Nella sinagoga di Teheran, molti ammettono di essere stati in Israele, ma di essere poi tornati.

Chi doveva partire, ormai è partito. Ai tempi dello Scià vivevano in Iran circa 100mila ebrei. Poi la Rivoluzione del 1979 creò una situazione di paura. L'ayatollah Khomeini inquadrò gli ebrei come minoranza protetta ma i più non si fidarono. Gli ebrei hanno vissuto in Iran da 2500 anni, da quando giunsero in Persia liberati da Ciro il Grande, dopo la schiavitù di Babilonia. La storia della minoranza ebraica in Persia e poi in Iran è stata caratterizzata da alti e bassi, periodi di convivenza pacifica si sono alternati a periodi di persecuzioni e conversioni forzate. Dopo le tensioni vissute durante la presidenza di Ahmadinejad e il suo furore anti-sionista, per gli ebrei iraniani è cominciata una fase più positiva con Rohani. "Il sabato è rispettato come nostro giorno di festa, nelle nostre scuole si studia in ebraico, i nostri ragazzi possono fare il servizio militare vicino alle loro comunità, i nostri riti sono tutelati", afferma Abbian. "Anzi, il 99,9% dei miei amici sono musulmani e non vi sono problemi di religione. Io partecipo alle loro feste e loro vengono al Tempio". Abbian si ferma a parlare all'ingresso della Sinagoga, dove l'atmosfera sembra rilassata, tranquilla. Solo un soldato è di guardia, così come negli altri seggi. Gli ebrei iraniani sperano che il nuovo corso avviato da Rohani possa portare anche ad un dialogo con Israele? "Noi speriamo ovviamente di sì, però prima deve essere risolta la questione palestinese. Solo a questa condizione, Israele e Iran potranno diventare buoni amici", risponde senza esitazione il negoziante del bazar.
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La Persia non islamica cova sotto all'Iran nazi maomettano

Messaggioda Berto » dom feb 16, 2020 9:54 am

Gino Quarelo

Oggi l'Iran non è più la vecchia Persia e la sua religione prevalente non è più da migliaia di anni lo zoroastrismo o mazdeismo:
http://www.treccani.it/enciclopedia/zoroastrismo/

Ciro il grande era zoroastriano o mazdeo
https://it.wikipedia.org/wiki/Zoroastrismo



Oggi l'Iran è una teocrazia islamica o nazi maomettana che odia gli ebrei e Israele e che vorrebbe sterminare e distruggere


L’orologio dell’orrore di Rouhani A piazza Palestina il countdown dell’annientamento di Israele
26 giugno 2017

https://www.italiaisraeletoday.it/lorol ... i-israele/

Migliaia di iraniani hanno partecipato, come ogni anno, alle manifestazioni di odio anti-israeliano indette nell’ultimo venerdì di Ramadan, rinominato dal regime degli ayatollah “Giornata di al-Quds”, nome arabo di Gerusalemme. Le manifestazioni, definite “a sostegno del popolo palestinese”, anche quest’anno sono state caratterizzate da comizi colmi di retorica aggressiva, bandiere israeliane e americane date alle fiamme e la consueta sfilata di missili da guerra, compreso lo Zolfaghar, il missile che l’Iran ha lanciato la scorsa settimana su presunti obiettivi ISIS Siria.

Alle manifestazioni hanno preso parte anche il presidente iraniano Hassan Rouhani e altri importanti esponenti del regime, mentre la televisione di stato mandava in onda a ripetizione una canzone il cui testo annuncia che Israele “sarà spazzato via”.

La vera novità di quest’anno è stata l’inaugurazione di un nuovo orologio digitale in una piazza della capitale iraniana opportunamente nota come Piazza Palestina. Il nuovo orologio non indica l’ora. Conta, invece, i giorni che mancano alla distruzione di Israele, fissata per il 2040. La data si deve a un discorso del 9 settembre 2015 durante il quale la Guida Suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, ha proclamato che “il regime sionista cesserà di esistere entro i prossimi 25 anni”.

Abbastanza curiosamente – nota Becky Brothman, sul Jerusalem Post – quando nel 2040 Israele festeggerà il suo 92esimo e presumibilmente ultimo compleanno, ricorrerà il 47esimo anniversario del giorno in cui l’Olp (l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina) ha presumibilmente riconosciuto lo stato di Israele come stato legittimo.

In un video video Hossein Dehghan, ministro della difesa iraniano, dichiara: “L’annientamento di Israele, a Dio piacendo, deve essere compiuto dai palestinesi. Il resto del mondo islamico deve imporre pressione psicologica e politica e supportare i movimenti di resistenza affinché essi (i palestinesi), a Dio piacendo, abbiano successo”. Dal canto suo, un manifestante intervistato afferma: “La solidarietà di tutti i musulmani, che ammontano a due miliardi della popolazione mondiale, può facilmente spazzare via Israele dalla carta geografica”.


Conquista islamica della Persia
https://it.wikipedia.org/wiki/Conquista ... lla_Persia
La prima espansione araba si era sviluppata in tre direzioni: verso la Mesopotamia, verso Siria e Palestina e verso l'Egitto, favorita dall'indebolimento dei due grandi imperi. Il successore di Maometto, il califfo Abū Bakr, si impadronì senza difficoltà di al-Hīra nel 633 e raggiunse le sponde dell'Eufrate nel 634. Dopo aver sconfitto i Bizantini nella battaglia del Yarmuk (636), il secondo califfo ʿUmar b. al-Khaṭṭāb poté trasferire le sue truppe a oriente e riprendere le ostilità con i Sasanidi.
Lo scontro decisivo avvenne a Qādisiyya (637), dove l'esercito persiano guidato da Rostam fu sconfitto al termine di una battaglia protrattasi per una settimana e abbandonò tutto il basso Iraq agli Arabi che vi fondarono due basi fortificate (miṣr), Bassora e al-Kūfa.
Da qui essi avanzarono verso nord e verso est, occuparono Ahwāz e il Khūzistān (639), presero Ctesifonte (che rinominarono Madāʾin per il fatto che Ctesifonte sorgeva di fronte all'antica Seleucia), sconfissero nel 642 lo Shāhanshāh Yazdegerd III a Nihāvand, e si aprirono così la strada verso Isfahan e l'Iran centrale.

Poiché gli Arabi offrivano una relativa tolleranza religiosa ai popoli che si sottomettevano senza opporre resistenza, i nativi non avevano molto da perdere nel cooperare con gli invasori, facilitando così l'occupazione. Fu solo a metà del VII secolo, comunque, che cessò ogni resistenza da parte dell'elemento persiano. La conversione, che portava indubitabili vantaggi, fu abbastanza rapida tra la popolazione dei centri urbani, ma molto più lenta tra i contadini e la popolazione rurale, sicché la maggioranza dei Persiani non divenne musulmana fino al IX secolo.

Gli zoroastriani, all'inizio perseguitati dagli Arabi, furono infine riconosciuti tra la "Gente del Libro" (Ahl al-Kitab) citata nel Corano, ai quali il profeta Maometto aveva riservato la più ampia tolleranza. Gli Alidi (seguaci di ʿAlī b. Abī Ṭālib, più tardi evolutisi nello Sciismo), sebbene già presenti fin dall'inizio dell'islamizzazione, non divennero maggioranza se non a partire dal XV secolo per violenta imposizione alla popolazione persiana della dinastia Safavide. La lingua persiana, infine, adottò numerosi prestiti dall'arabo e non fu più scritta con l'alfabeto pahlavi ma con caratteri arabi.



Gino Quarelo
A me non dispiacerebbe affatto che in Iran si sviluppasse una rivoluzione che abbattesse il regime teocratrico nazi maomettano e che si istaurasse uno stato laico e illuminato che procedesse a deislamizzare il paese magari recuperando l'antico zoroastrismo.
Però al momento comandano i nazi maomettani sciiti, che io di sicuro come veneto, italiano ed europeo non appoggio di certo anche se in Europa vi sono molti che sostengono demenzialmente questa dittatura.
L'Europa è piena di contraddizioni, però nonostante tutto se Israele è potuto rinascere, in parte è anche grazie all'Europa:
https://it.wikipedia.org/wiki/Dichiaraz ... four_(1917)




Negli ultimi cinque secoli in Iran la comunità ebraica è stata emarginata e non di rado trattata come umanità deteriore. Ha subìto un trattamento simile a quello riservato ad altre minoranze, come i cristiani o anche i sunniti, a loro volta considerati infedeli, eretici e, naturalmente, impuri secondo il rito sciita. Le ragioni ideologico-teologiche della quarantennale conflittualità dell’Iran con arabi e israeliani sono maturate in questo scenario.

https://www.limesonline.com/cartaceo/pe ... i?prv=true



Amir Sabet Azar
Gino Quarelo È meglio sapere che il rischio cattolico per gli ebrei è maggiore dell'Islam. Perché l'antisemitismo viene dalla cultura greca e romana. Greci e Romani erano i grandi nemici degli ebrei. Cosa c'entra l'antisemitismo arabo con l'Iran? Greci, romani e arabi sono simili nella cultura antisemita. E cosa c'entra questo con l'Iran, anche se è musulmano.
Il profeta Maometto non era nemico degli ebrei e non disse nulla contro gli ebrei. Sono gli arabi musulmani che sono nemici degli ebrei. Il popolo iraniano è musulmano con la forza, porta solo il nome dell'Islam. L'antisemitismo non viene dall'Islam, viene dalla cultura araba, greca e romana. Il popolo iraniano ha ogni religione, non importa . perché non sono antisemiti e sono sempre stati salvatori ebrei.

Gino Quarelo
No, l'antisemitismo cattolico romano è l'antigiudaismo cristiano prettamente religioso, non deriva certo dall'antiebraismo politico greco-romano perché gli ebrei erano ribelli e non accettavano la supremazia di nessuno a casa loro, caso mai a questo antiebraismo politico si è sovrapposto quello religioso non appena l'eresia giudaico cristiana è divenuta la religione dell'Impero romano e greco-bizantino.
L'antisemitismo arabo è l'antigiudaismo religioso di Maometto e del suo nazismo maomettano che è proprio di tutto il Mondo islamico e quindi anche dell'Iran nazimaomettano.
Il criminale predatore e assassino Maometto è stato il primo antisemita islamico.

Negli ultimi cinque secoli in Iran la comunità ebraica è stata emarginata e non di rado trattata come umanità deteriore. Ha subìto un trattamento simile a quello riservato ad altre minoranze, come i cristiani o anche i sunniti, a loro volta considerati infedeli, eretici e, naturalmente, impuri secondo il rito sciita. Le ragioni ideologico-teologiche della quarantennale conflittualità dell’Iran con arabi e israeliani sono maturate in questo scenario.
https://www.limesonline.com/cartaceo/pe ... i?prv=true

L'Iran oggi è una dittatura teocratica nazi maomettana sciita degli Ayatollah che sono tutti iraniani
https://it.wikipedia.org/wiki/Ayatollah







Gino Quarelo
Maometto fu un ignorante, presuntuoso, invasato, esaltato, idolatra che si inventò il suo dio Allah tratto dagli idoli della Mecca, un dio-idolo dell'orrore, del terrore e di morte,
uno che abusò della credulità popolare e che poi si impose con la minaccia, l'intimidazione, il ricatto, la violenza (che non fu affatto per legittima difesa come raccontano i suoi seguaci per giustificarsi ma fu predatoria, aggressiva, sopraffatrice, assassina);
fu un bugiardo, un ladro, un razziatore rapinatore, sequestratore e ricattatore, schiavista, assassino e sterminatore;
fu un razzista al massimo grado che discriminò chiunque non si sottomettesse a lui e al suo idolo e che depredò, cacciò e sterminò ebrei, cristiani, zoroastriani e ogni diversamente religioso, areligioso e pensante che gli si contrapponesse e non si sottomettesse;
invase, depredò, ridusse in schiavitù e fece strage nei paesi altrui imponendo con la minaccia la sua politica e la sua criminale ideologia-teologia religiosa imperialista e totalitaria;
indusse al suicidio, all'omicidio e allo sterminio e fece dire al suo idolo, dettandolo ai suoi seguaci, ciò che poi fu scritto nel Corano e che da 1400 anni induce e istiga alla violenza, alla discriminazione, alla falsità, alla minaccia, alla depredazione, al disprezzo degli altri non maomettani, alla riduzione in schiavitù e alla dhimmitudine, all'omicidio, al suicidio-omicidio, all'assassinio e allo sterminio di ogni diversamente religioso, areligioso e pensante della terra che non si sottometta ai suoi seguaci e al loro orrendo idolo Allah.

Nessun uomo è profeta di Dio, chi si dice tale è solo un bugiardo, un presuntuoso e un blasfemo, Dio non ha bisogno di profeti, tanto meno di rivelarsi a qualcuno o di incarnarsi in qualcosa o in qualcuno.
Dio in verità non ha proprio bisogno di profeti tantomeno di essere imposto da chichessia o con la violenza, Dio non ha bisogno di mediatori, di intermediari, di interpreti, poiché Dio comunica direttamente con tutto il creato, con tutte le cose, con tutte le creature e quindi anche con l'uomo, egli sta direttamente nel cuore di tutte le cose ed è l'essenza della vita e dell'esistente.
Solo gli idoli hanno bisogno di rivelarsi e di profeti, di essere imposti con la violenza, la minaccia, l'intimidazione, il ricatto, l'omicidio e lo sterminio.
Solo gli idoli hanno bisogno di essere adorati e di avere moltitudini di shiavi e di sottomettere l'umanità intera e che questa si metta in ginocchio o si prostri declamando demenziali preghiere 5 volte al giorno: che Allah è grande, il più grande, il migliore.



Maometto gli ebrei e i cristiani di Magdi Allam


Cronaca del naufragio: Intervista con Magdi Allam - Caratteri Liberi
Niram Ferretti
6 febbraio 2019


http://caratteriliberi.eu/2019/02/06/ag ... gdi-allam/


Nel Corano è presente una spiccata componente antiebraica. Quale fu l’atteggiamento di Maometto nei confronti degli ebrei?

A Medina vivevano da dieci secoli tre tribù ebraiche, che di fatto rappresentavano la realtà autoctona della città ed erano anche la realtà più benestante grazie al fatto che erano più capaci a coltivare la terra, erano più capaci nell’allevamento delle greggi, erano più capaci anche nel fabbricare oggetti di artigianato e nel produrre armi. Avevano, diremmo oggi, un livello tecnologico più elevato e questo consentiva loro di avere anche un beneficio economico in quanto vendevano parte di quello che producevano.

Quando Maometto si trasferì a Medina volle appropriarsi dei beni degli ebrei e li indico pertanto come dei nemici. Riuscì astutamente a dividere le tre tribù ebraiche, anche perché ciascuna tribù faceva riferimento, sul piano delle alleanze, a una diversa tribù araba pagana. Non erano unite le tre tribù ebraiche. Maometto riuscì a dividerle ulteriormente e a costringere le prime due tribù che erano quelle meno forti e meno ricche ad abbandonare Medina lasciando lì i loro beni. La terza tribù ebraica, quella dei Banu Qurayshi, che era la più forte e la meglio armata ma era rimasta sola, nel 627, sempre dopo che Allah aveva rivelato a Maometto il versetto in cui gli ordinava di sterminarla, Maometto pose l’assedio alla fortezza in cui risiedevano, per 25 giorni.

I Banu Qurayshi erano impreparati all’assedio e si arresero. Maometto entrò e fece scavare una fossa nella piazza del mercato e fece portare uno ad uno gli ebrei maschi adulti e ad uno ad uno furono sgozzati e decapitati. Esattamente come ha fatto l’ISIS con i suoi nemici.

Nel Corano e soprattutto per quello che riguarda il dettaglio, nella raccolta dei detti e dei fatti attribuiti a Maometto, la Sunna, si precisa che il totale degli ebrei maschi adulti della tribù dei Banu Qurayshi decapitati oscilla tra i 600 e i 900 e Maometto personalmente decapitò i capi della tribù ebraica. Noi possediamo i nomi delle persone che furono personalmente decapitate da Maometto. Maometto è stato profondamente antiebraico e di conseguenza il Corano è un testo profondamente antiebraico che non ha nulla da invidiare sotto questo profilo al Mein Kampf. Gli ebrei sono considerati maledetti e i “più lontani dalla retta via” e per questo trasformati in scimmie e maiali, come leggiamo nei versetti coranici 51, 57 e 84 appartenenti alla quinta sura. “Troverai che i più acerrimi nemici di Allah sono i giudei e i politeisti” recita un altro versetto.



Amir Sabet Azar
Gino Quarelo secondo te Mohammad al-Husseini e Hitler erano iraniani? uno arabo e un altro europeo.
Quali cimiteri ebraici in Iran sono stati distrutti fino ad oggi? Quanti ebrei sono stati uccisi in Iran fino ad oggi? Questo è ciò che sta accadendo in Europa, non in Iran.
Sei milioni di ebrei sono stati uccisi in Europa. No in Iran. Il tempio ebraico fu distrutto dagli europei grechi. Ma il re dell'Iran ordinato la costruzione del tempio.
La religione non ha alcun effetto sul senso umanitario iraniano.


Maometto gli ebrei e i cristiani Magdi Allam


Cronaca del naufragio: Intervista con Magdi Allam - Caratteri Liberi
Niram Ferretti
6 febbraio 2019


http://caratteriliberi.eu/2019/02/06/ag ... gdi-allam/



Da anni, la voce controcorrente di Magdi Allam è presente nel mercato delle idee, con forza, lucidità e coerenza. Il prezzo che ha pagato e continua a pagare per raccontare un Islam nudo e crudo che nulla ha a che vedere con la cornice apologetica in cui è stato collocato dal discorso egemone è stato ed è ancora alto. Come altri intellettuali ex musulmani o musulmani critici dell’Islam, tra cui Ayaan Hirsi Alì, Ibn Warraq, Hamed Abdel Samad, gli è stata gettata addosso l’abituale accusa di essere islamofobo, lo psicoreato creato apposta per tacitare coloro che, della religione fondata da Maometto nel VII secolo, hanno da fornire una devastante critica.

In esclusiva per Caratteri Liberi.

Magdi Allam, di cosa parliamo esattamente quando parliamo di Islam? Ha un senso distinguere l’Islam come religione dall’Islam politico?

L’Islam si fonda su due pilastri, il Corano e Maometto. Il Corano è ciò che sostanzia, invera Allah. Per i musulmani il Corano è Allah stesso che si rivela a Maometto e il contenuto della rivelazione è riportato nel Corano. Il Corano è un testo sacro increato, al pari di Allah, della stessa sostanza di Allah, quindi guai a dire che il Corano è stato scritto da Maometto. Il Corano è Allah stesso. Diciamo che così come il cristianesimo si fonda sulla fede in Gesù Cristo, sul Dio che si fa uomo e si incarna in Gesù, l’Islam è la religione del Dio che si fa testo e si incarta nel Corano. Poi c’è Maometto, i cui detti e le cui azioni sono raccolte nella Sunna che rappresenta la seconda fonte sacra dell’Islam a cui si attinge per elaborare la sharia, la legge. Ma in realtà ciò che Allah prescrive nel Corano non è null’altro di ciò che Maometto ci dice che Allah gli avrebbe rivelato. Quindi, noi, dalla lettura del Corano, scopriamo innanzitutto una grande contraddizione tra la tesi fondante dell’Islam e cioè che il Corano è un testo increato e la realtà del contenuto del Corano che è invece totalmente calato nel tempo e nello spazio in cui visse Maometto.

Abbiamo un libro del tutto trascendente con un contenuto immanente legato intimamente alla vita di Maometto, alle sue gesta. Ecco perché, quando ci domandiamo che cosa è l’Islam noi dobbiamo calarci innanzitutto nella vita di Maometto il quale nacque nel 570 alla Mecca in una delle aree più torride del mondo dove c’è un deserto assoluto e poche fonti d’acqua da cui dipende la sopravvivenza delle persone. Ciò comporta sul piano del vissuto che l’individuo, per potere sopravvivere, doveva obbligatoriamente fare parte di una tribù, di un clan che garantendo militarmente il controllo del territorio garantiva anche l’accesso alle poche fonti d’acqua e di conseguenza alla sua sopravvivenza. Nel 622, i meccani cacciarono Maometto perché si ostinava a sostenere che bisognava adorare solo Allah, e Allah, va precisato subito, non è il nome arabo che corrisponde al Dio unico dell’ebraismo o al Dio uno e trino del cristianesimo. Allah è un dio pagano preesistente all’Islam. Il padre di Maometto, che lui non conobbe perché morì prima della sua nascita, si chiamava Abdallah, lo schiavo di Allah. Allah esisteva prima di Maometto, era uno dei 360 idoli che venivano adorati all’interno di un pantheon politeista arabo raffigurati da statuette o da immagini custoditi nella Kaʿba, che sarebbe poi diventato il principale luogo di culto dell’Islam. Ma prima dell’Islam lo stesso luogo era il principale luogo di culto del paganesimo arabo, dove le varie tribù adoravano i 360 idoli menzionati, tra i quali c’era appunto anche Allah.

Allah veniva considerato come il dio supremo, l’equivalente di Giove nel pantheon politeista romano o Zeus in quello greco. Maometto non ha creato una religione folgorato da un dio nuovo che all’improvviso compare nella sua vita. Maometto ha limitato il culto al dio pagano arabo Allah, monopolizzandolo e personalizzandolo sostenendo che Allah rivelava solo a lui ciò che i comuni mortali erano tenuti a fare o a non fare. I meccani lo cacciarono e lui si trasferì a Medina e lì creò una tribù dei musulmani, una propria tribù, e chi vi aderiva doveva obbligatoriamente adorare solo Allah e sottomettersi al suo potere. L’Islam nasce come uno Stato in nuce a partire da una tribù fondata da Maometto che lui non chiama tribù ma comunità. Quindi l’Islam, fin dall’inizio non è solo fede ma si presenta come un sistema di potere, un sistema politico, a cui si poteva e si può aderire molto facilmente. È sufficiente affermare “Credo che non vi è altro Dio al di fuori di Allah e credo che Maometto è il messaggero di Allah“, ma uscirne era impossibile, così come era impossibile uscire da qualsiasi tribù del deserto, perché si tradiva la tribù e si metteva a repentaglio la sua stessa sopravvivenza. E’ il motivo per cui ancora oggi l’Islam resta un sistema di potere impositivo, invasivo, e violento, perché nacque con queste connotazioni. Chi abbandonava la tribù di Maometto, la comunità musulmana, veniva subito condannato a morte perché veniva considerato come una minaccia. La sua fuoriuscita significava, infatti, che aveva preso accordi con un’altra tribù, che era diventato un nemico a tutti gli effetti.

Il jihad accompagna la storia dell’Islam dai suoi esordi. Intendo riferirmi al jihad non come sforzo inteso a disciplinare se stessi ma come guerra di conquista. Vi sono autori che arrivano a considerarlo il sesto pilastro dell’Islam. Quale è la sua posizione in merito?

Il Corano è pieno di versetti che fanno riferimento al jihad e il jihad è inteso in modo inequivocabile come guerra santa, perché in modo inequivocabile fu praticato da Maometto come guerra santa. Da quando, nel 622, fu cacciato dalla Mecca alla sua morte nel 632, tra razzie nei confronti di carovane di commercianti della Mecca e vere e proprie guerre, sia nei confronti di tribù arabe pagane che con la violenza furono obbligate a convertirsi all’Islam, sia anche nei confronti di tribù ebraiche e di tribù cristiane, e Maometto, va sottolineato, fu particolarmente violento nei confronti degli ebrei, complessivamente egli fu responsabile di un centinaio di razzie e guerre e in buona parte vi partecipò.

Maometto, negli ultimi dieci anni della sua vita è stato predone del deserto e ha personalmente combattuto, ha personalmente ucciso, ha personalmente sgozzato e decapitato i suoi nemici. Quindi il jihad è nella vita di Maometto e Maometto, per i musulmani, è l’esempio da emulare. Nessun musulmano contraddice ciò che ha fatto o detto Maometto perché questo significherebbe sconfessare le fondamenta stesse dell’Islam.

Storicamente noi dobbiamo sempre rifarci al vissuto di Maometto. Tutto ciò che è scritto nel Corano va riferito a questo vissuto. Quando, nel 621, Maometto volle convincere i rappresentati della tribù dei Banu Khazrai di Medina a convertirsi all’Islam e a proteggerlo una volta che lui si fosse trasferito, comprendendo che erano predoni del deserto e che sopravvivevano di razzie, ripensò quella che era stata la sua precedente posizione e legittimo l’uso della violenza. Nei versetti del Corano 36, 43 della sura 42, in un versetto si dice, “La sanzione di un torto è un male corrispondente ma chi perdona e si riconcilia avrà in Allah il suo compenso“. Questa era la posizione precedente che Maometto aveva assunto, poi però, comprendendo che per esigenze pratiche, doveva cambiare, modificò la sua posizione. Ai Banu Khazraj disse questo, sura 22, versetti 39 e 45, “A coloro che sono stati aggrediti è data l’autorizzazione di difendersi perché certamente sono stati oppressi e in verità Allah ha la potenza di soccorrerli…A coloro che senza colpa sono stati scacciati dalle loro case solo perché dicevano, ‘Allah è il nostro signore’”. Maometto dunque legittima il fatto che ai musulmani viene data la possibilità di contrastare chi si oppone loro.

Nel 624, nella battaglia di Badr, dal nome di una località dove Maometto riuscì a vincere un numero superiore di meccani che caddero in una trappola, Allah gli avrebbe rivelato che “Non si addice ad un profeta prendere prigionieri finché non avrà completamente soggiogato la terra”. Vi è qui un chiaro obbligo nei confronti dei musulmani ad uccidere. Nel versetto 39 della sura ottava è scritto, “Combatteteli finché non ci sia più politeismo e la religione sia tutta per Allah”.

Il politeismo era la spiritualità prevalente all’epoca nel deserto dell’Arabia dove nacque Maometto. Ci sono versetti del Corano in cui Allah dice che il jihad è un obbligo. Combattere i miscredenti non è facoltativo ma è un dovere. Va oltretutto aggiunto che, sempre in tema di guerra santa, esiste il concetto di martirio. Nel versetto 111 della sura nona si dice, “Allah ha comprato dai credenti le loro vite e i loro beni dando in cambio il paradiso poiché combattono sul sentiero di Allah, uccidono e sono uccisi“. Il paradiso è un luogo in cui entra chi uccide ed è ucciso. In questa prospettiva, per meritarsi il paradiso, è necessario uccidere il numero più alto possibile di miscredenti e poi si deve essere a propria volta uccisi. Vi è un altro versetto che legittima ciò, il versetto 169 della terza sura del Corano il quale recita, “E non chiamare morti coloro che sono stati uccisi sulla via di Allah, anzi, vivi sono, nutriti di grazia presso il Signore”.

Morire da martiri non è la morte ma è la vera vita. Si tratta di tutti quei versetti a cui fanno riferimento i terroristi islamici per rivendicare le atrocità che commettono. È fondamentale comprendere questo punto. Non si tratta di pazzi, come si vorrebbe far credere, di folli che disattenderebbero il vero Islam. È vero esattamente il contrario. Si tratta di quelli che più di altri ottemperano letteralmente e integralmente a ciò che Allah prescrive loro nel Corano e a ciò che ha fatto e detto Maometto nel corso della propria vita.

Lei da studioso dell’Islam e come egiziano conosce molto bene la storia della Fratellanza musulmana, il gruppo fondato da Hasan al Banna in Egitto nel 1928. Secondo il politologo tedesco Matthias Kuntzel, il ritorno del jihad in ambito islamico si deve principalmente a questo gruppo salafita rigorista. In altre parole, prima della fondazione dei Fratelli Musulmani, il jihad come dovere fondamentale, l’autoimmolazione e il culto della morte si erano sopiti all’interno dell’Islam. E’ d’accordo?

È la realtà storica. Noi abbiamo registrato, prima una decadenza del califfato turco-ottomano, che ha rappresentato l’ultima manifestazione dei califfati islamici, e quando, nel 1924, con la dissoluzione del califfato turco ottomano e la nascita della repubblica turca per mano del generale Kemal Ataturk, che era dichiaratamente un ateo che odiava l’Islam e disprezzava Maometto e che de-islamizzò e de-arabizzò la Turchia, abbiamo registrato la diffusione della laicità in tutto il Medio Oriente.

Per decenni la laicità è stata la realtà prevalente in Turchia, in Libano, in Siria, in Iraq, nell’Iran, nell’Egitto di Nasser dove io sono nato negli anni Cinquanta, nella Tunisia di Bourguiba. La laicità, in ambito islamico, significa sostanzialmente anteporre la ragione e il cuore ad Allah e a Maometto, ed il tratto più manifesto della laicità è l’emancipazione della donna. Nei vent’anni in cui io sono nato e vissuto al Cairo non ho mai visto donne velate per la strada. Le donne erano emancipate al pari degli uomini. I Fratelli Musulmani sono stati la realtà che ha combattuto in modo frontale questa svolta laica. Il regime di Nasser e ancora prima, la monarchia, hanno avuto nei Fratelli Musulmani il principale nemico, proprio per questa volontà di riesumare l’Islam delle fondamenta, delle radici, attribuendo al jihad una connotazione centrale, sia quando si trattava di chiamare a raccolta gli egiziani per combattere gli inglesi sia quando si trattò di combattere contro il regime laico di Nasser.

Nasser combatte dall’interno i Fratelli Musulmani e la laicità riuscì a manifestarsi solo in virtù di questa spietata repressione della Fratellanza culminata nell’arresto e nell’impiccagione di quello che è stato l’ideologo di punta del movimento in tema di jihad, Sayyid Qutb, per il quale tutto quello che non era aderente a ciò che Allah prescrive nel Corano andava combattuto con la guerra santa.

Ciò che afferma Kuntzel è storicamente corretto, ovvero individuare nei Fratelli Musulmani il movimento islamico che diede un impulso fondamentale alla ripresa del jihad. I Fratelli Musulmani, al pari di Al Qaeda, al pari dell’ISIS, perseguono lo stesso obbiettivo, che è quello di sottomettere l’intera umanità all’Islam, ma lo fanno in modo più scaltro entrando in seno alle istituzioni e sfruttando la democrazia e le sue leggi. In Egitto si sono infiltrati bene in alcuni settori, la magistratura, l’istruzione, un po’ come fecero i comunisti in Italia dopo il 1945. Laddove invece ritengono che si debbano impugnare le armi lo fanno, come fa Hamas contro Israele. Possono fare ricorso sia a una strategia militare terroristica o a una strategia, tra virgolette, politica, apparentemente conciliante, ma senza mai perdere di vista l’obbiettivo finale, che è sottomettere all’Islam l’intera umanità. Questa è la ragione per cui i Fratelli Musulmani sono molto più pericolosi dell’ISIS e di Al Qaeda, perché mentre questi ultimi operando sul piano quasi esclusivamente militare e terroristico, noi li possiamo sconfiggere, perché siamo più forti di loro, laddove invece noi consentiamo loro nel nome della democrazia e della libertà di avere una rete sempre più ampia di moschee, di madrase, di enti assistenziali, finanziari, di centri di studi e di formazione, di strutture ricreative, ambulatori e altro, avremo un mini stato islamico all’interno dello Stato di diritto. Alla fine ci ritroviamo con questo corpus separatum in seno allo Stato di diritto che avvalendosi anche dell’arma demografica finirà per prevalere, per imporsi. Abbiamo numerosi esempi in questo senso, in Gran Bretagna, in Francia, in Belgio, dove, proprio l’aspetto demografico è quello che finisce per far sì che gli islamici abbiano acquisito la consapevolezza che non serve più combattere. E’ sufficiente strumentalizzare la democrazia e le sue leggi per conquistare il potere.

L’ISIS, il Califfato, il gruppo o setta rigorista islamica nato in Iraq nel 2014, ha sempre rivendicato la propria stretta osservanza al Corano, e dunque la propria fedele appartenenza all’Islam, riproducendo nelle proprie azioni le gesta del profeta guerriero Maometto, esempio da seguire per ogni musulmano pio come lei ha ricordato prima. Per alcuni studiosi musulmani, l’ISIS, tuttavia, non rappresenterebbe l’Islam ma una sua deformazione e deviazione. E’ così?

Ha ragione l’ISIS. Loro hanno operato, uso il passato perché sostanzialmente l’ISIS è finito come stato, come realtà che controlla un territorio e che esercita la propria autorità su questo territorio, conformemente alla sharia, la legge islamica. E’ essenziale comprendere una cosa, i terroristi islamici non sono dei pazzi. Noi troviamo delle similitudini nel comportamento dell’Arabia Saudita, per esempio. L’Arabia Saudita è il primo stato teocratico della storia moderna. Nel 1932 nasce dal sodalizio tra la monarchia e una corrente islamica rigorista, quella wahabita, il cui predicatore, Muhammad ibn Abd al-Wahhab, era contrario a qualsiasi innovazione, modernizzazione dell’Islam. L’Arabia Saudita nasce come stato teocratico con l’obbiettivo di riproporre l’era del VII secolo, esattamente come l’ISIS, poi la monarchia si trovò costretta a fare i conti con la realtà, per esempio, si trovò costretta a introdurre il telegrafo e ci fu un contrasto con i religiosi perché dissero che nel Corano non si parla di telegrafo. Si trovarono costretti a introdurre la stampa per potere proporre le immagini delle persone e per i documenti di identità, e ancora una volta i religiosi si opposero dicendo che il Corano vieta la rappresentazione di qualsiasi essere vivente. Ci sono tanti aneddoti che evidenziano come la modernità, la gestione di uno stato moderno, è totalmente in contrasto con l’ottemperanza letterale e integrale di ciò che Allah prescrive nel Corano.

L’ISIS è una realtà di stato islamico che coniuga ciò che di meglio può offrire la materialità della modernità con ciò che di più rigoroso o puritano è previsto in seno all’Islam. L’ISIS non si è fatto scrupoli nell’usare armi e tecnologie. Ha avuto nel sistema mediatico una delle sue punte di maggiore incisività, tutto studiato in modo puntiglioso. Le immagini raccapriccianti delle decapitazioni erano finalizzate a incutere paura e sottomettere attraverso la paura il nemico. L’esercito iracheno, nel 2014, si arrese all’ISIS senza combattere. Non fu l’ISIS a vincere ma fu l’esercito iracheno a consegnarsi. Avevano in mente le immagini delle teste decapitate, e per non incorrere nello stesso destino si arresero. La paura è stata l’arma principale dell’ISIS per sconfiggere il nemico così è stata l’arma principale di Maometto. Maometto sgozzò, decapitò, e mostrò le teste decapitate. Nell’arco di dieci anni conquistò un territorio molto vasto sul quale poi nacquero i califfati islamici, e tutto questo lo fece attraverso la violenza. L’uso della paura è stato lo strumento principale usato da Maometto per la sottomissione.

Nel Corano è presente una spiccata componente antiebraica. Quale fu l’atteggiamento di Maometto nei confronti degli ebrei?

A Medina vivevano da dieci secoli tre tribù ebraiche, che di fatto rappresentavano la realtà autoctona della città ed erano anche la realtà più benestante grazie al fatto che erano più capaci a coltivare la terra, erano più capaci nell’allevamento delle greggi, erano più capaci anche nel fabbricare oggetti di artigianato e nel produrre armi. Avevano, diremmo oggi, un livello tecnologico più elevato e questo consentiva loro di avere anche un beneficio economico in quanto vendevano parte di quello che producevano.

Quando Maometto si trasferì a Medina volle appropriarsi dei beni degli ebrei e li indico pertanto come dei nemici. Riuscì astutamente a dividere le tre tribù ebraiche, anche perché ciascuna tribù faceva riferimento, sul piano delle alleanze, a una diversa tribù araba pagana. Non erano unite le tre tribù ebraiche. Maometto riuscì a dividerle ulteriormente e a costringere le prime due tribù che erano quelle meno forti e meno ricche ad abbandonare Medina lasciando lì i loro beni. La terza tribù ebraica, quella dei Banu Qurayshi, che era la più forte e la meglio armata ma era rimasta sola, nel 627, sempre dopo che Allah aveva rivelato a Maometto il versetto in cui gli ordinava di sterminarla, Maometto pose l’assedio alla fortezza in cui risiedevano, per 25 giorni.

I Banu Qurayshi erano impreparati all’assedio e si arresero. Maometto entrò e fece scavare una fossa nella piazza del mercato e fece portare uno ad uno gli ebrei maschi adulti e ad uno ad uno furono sgozzati e decapitati. Esattamente come ha fatto l’ISIS con i suoi nemici.

Nel Corano e soprattutto per quello che riguarda il dettaglio, nella raccolta dei detti e dei fatti attribuiti a Maometto, la Sunna, si precisa che il totale degli ebrei maschi adulti della tribù dei Banu Qurayshi decapitati oscilla tra i 600 e i 900 e Maometto personalmente decapitò i capi della tribù ebraica. Noi possediamo i nomi delle persone che furono personalmente decapitate da Maometto. Maometto è stato profondamente antiebraico e di conseguenza il Corano è un testo profondamente antiebraico che non ha nulla da invidiare sotto questo profilo al Mein Kampf. Gli ebrei sono considerati maledetti e i “più lontani dalla retta via” e per questo trasformati in scimmie e maiali, come leggiamo nei versetti coranici 51, 57 e 84 appartenenti alla quinta sura. “Troverai che i più acerrimi nemici di Allah sono i giudei e i politeisti” recita un altro versetto.

Questo versetto che ha appena citato, il ventottesimo, appartenente sempre alla quinta sura, venne citato da Ahmad al Tayyib, il Grande Imam dell’Università di Al Azhar al Cairo, considerato un interlocutore “moderato”, il 25 di ottobre del 2013, durante una trasmissione televisiva egiziana, in cui, a suggello del versetto, aggiunse, “Questa è una prospettiva storica che non è mutata fino ai nostri giorni”. Ha ragione?

Sì, ha ragione. Nei confronti degli ebrei nel Corano si affermano cose raccapriccianti. Facendo una sintesi dei versetti antiebraici, Allah ha affermato che gli ebrei sono le bestie peggiori in quanto miscredenti, i nemici peggiori di coloro che credono, coloro che Allah ha maledetto perché hanno ucciso ingiustamente i profeti, coloro che praticano l’usura, che con falsi pretesti divorano i beni della gente e per questo sono stati da lui trasformati in scimmie e porci. Questo è quello che troviamo nel Corano a proposito degli ebrei. Il Corano è un testo profondamente antiebraico, perché, torno a ripeterlo, Maometto è stato profondamente antiebraico. Ha disprezzato gli ebrei perché era invidioso e si sentiva inferiore nei loro confronti. Ordinò l’uccisione di tre poeti ebrei che lo avevano schernito nelle loro poesie. Fu particolarmente feroce con loro non solo perché erano ebrei ma perché erano dei poeti. Dobbiamo comprendere che per Maometto il Corano era una forma di poesia. La poesia, all’epoca, era l’arte nobile delle comunicazione e lui non concepiva che potessero esserci dei poeti che gli facessero concorrenza. Ecco perché, nel Corano, c’è un odio nei confronti dell’arte, perché tutto ciò che è arte offende e fa concorrenza ad Allah. Se infatti Allah aveva manifestato a Maometto il Corano, si poteva diffondere solo quello e gli ebrei che erano anche la realtà più colta in quell’area del deserto furono individuati da Maometto come dei nemici. Ad oggi l’unico collante tra i paesi islamici è l’odio nei confronti di Israele. E’ l’unica cosa che li unisce, su tutto il resto sono divisi, fratelli coltelli, ma quando c’è da coalizzarsi contro lo Stato ebraico sono tutti quanti uniti, anche quei paesi islamici che hanno, e sono pochi, stretto relazioni diplomatiche con Israele. Riconoscono Israele come status quo, ma non riconoscono il diritto alla sua esistenza come stato del popolo ebraico. Tutto ciò ha, come si è visto, una spiegazione coranica, una spiegazione nell’ambito della vita di Maometto.

Secondo al Bukhari, uno dei massimi esegeti islamici, la sura 9, sarebbe l’ultima a essere stata rivelata a Maometto. La sura in questione contiene la celebre esortazione “Combattete coloro che non credono in Allah e nell’Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità finchè non versino umilmente il tributo e siano soggiogati”. Come è possibile considerare l’islam una religione di pace quando, insieme ad altri versetti estremamente violenti, il Corano si concluderebbe con un vero e proprio manifesto di guerra?

L’Islam non è una religione di pace perché Maometto non fu un uomo di pace, nel modo più assoluto. Maometto ha combattuto per dieci anni, fino alla sua morte, per sottomettere con la violenza le tribù ebraiche, le tribù cristiane, le tribù pagane arabe, che rappresentavano la maggioranza della realtà in quell’area del deserto. Va tenuto presente che anche nella preghiera, che i musulmani sono tenuti a ottemperare cinque volte al giorno, in base alla posizione che assume il corpo, può essere una posizione eretta, o inchinata, o prostrata, a ogni cambio di posizione assunto, si recita la prima sura del Corano, che si chiama l’Aprente. E’ una delle sure più corte, di soli sette versetti, ed è l’unica che fa eccezione nella disposizione delle sure del Corano, che iniziano dalla più lunga e proseguono con la più corta. Negli ultimi due versetti della sura l’Aprente, si eleva questa esortazione ad Allah, “Dacci la retta via, la via di coloro che hai colmato con la tua grazia, non coloro che sono incorsi nella tua ira, non coloro che vagano nell’errore”. Fu Maometto stesso a spiegare, e tutti i teologi e i giureconsulti islamici, concordano obbligatoriamente con la spiegazione di Maometto, che, “coloro che hai colmato con la tua grazia” sono i musulmani, “coloro che sono incorsi nella tua ira” sono gli ebrei, “coloro che vagano nell’errore” sono i cristiani. I cristiani vagano nell’errore, perché, dal punto di vista islamico, sono politeisti. Quindi, il musulmano, che regolarmente prega, per diciassette volte al giorno, di fatto condanna la miscredenza degli ebrei e dei cristiani, anche se ne è ignaro, perché la maggioranza dei musulmani, e lo dico da ex musulmano, essendolo stato per quarantasei anni, non conosce l’Islam, non ha letto correttamente e integralmente il Corano, ma soprattutto, la maggioranza dei musulmani, sa poco o nulla di Maometto. L’Islam non è in alcun modo una religione di pace, perché, come già detto, Maometto non è stato un uomo di pace, e perché la sua vita è stata quella di un predone del deserto che si è fatto strada attraverso l’uso della violenza, come, dopo di lui, gli eserciti islamici che si ispiravano alle sue gesta.

Sempre di più oggi, anche e soprattutto alla luce di una crescente presenza dei musulmani in Europa, vi è da parte di alcuni studiosi e storici la volontà di evidenziare che di fatto l’Islam apparterrebbe all’Occidente e l’Occidente all’Islam. Quanto c’è di vero o di falso in questa affermazione?

E’ totalmente falsa e denota una grande ignoranza della storia o una profonda malafede. E’ preoccupante che ci siano degli storici che affermino questo. Vorrei restringere l’ambito della questione all’Europa. La prima volta nella storia in cui compare la parola “europei” intesa politicamente, cioè intesa come comunità di persone che risiedono in un territorio, è in un testo di lingua latina che racconta la vittoria di Carlo Martello nel 732 a Poitiers, in cui, per “europei” si intendono i cristiani che sulla sponda settentrionale del Mediterraneo si opposero all’avanzata e all’invasione islamica. In cento anni dopo la morte di Maometto, che risale al 632, gli eserciti islamici avevano invaso e occupato la sponda orientale, la sponda meridionale del Mediterraneo, avevano attraversato lo Stretto di Gibilterra, si erano insediati in Spagna per circa otto secoli, e a Poitiers, Carlo Martello li fermò in nome del cristianesimo, perché tutto il Mediterraneo era cristiano. La popolazione, al 98 per cento era cristiana, c’era anche una presenza ebraica, ma la stragrande maggioranza della popolazione era una popolazione cristiana. Questa popolazione prevalentemente cristiana venne man mano sottomessa e costretta a convertirsi all’Islam. Si tratta dunque, inequivocabilmente, di una storia di sottomissione.

Se l’Europa ha potuto opporsi all’Islam, ha potuto non fare la fine della sponda orientale e meridionale del Mediterraneo, le cui popolazioni erano anch’esse interamente cristiane, lo deve solo alle vittorie militari degli eserciti cristiani, a Poitiers nel 732, ma anche alla riconquista della Spagna nel 1492, alla vittoria navale di Lepanto, il 7 ottobre del 1571 e soprattutto alla vittoria a Vienna, l’11 e il 12 settembre del 1683. Senza queste vittorie militari anche l’Europa sarebbe stata inevitabilmente sottomessa all’Islam. E se si considerano le date, 732 Poitiers, 1683 Vienna, sono quasi mille anni. Mille anni in cui gli islamici non hanno mai rinunciato ai loro programmi di conquista e di sottomissione. Nell’830 e nell’846, per due volte gli islamici invasero Roma e per due volte saccheggiarono la Basilica di San Pietro. Le mura che oggi cingono lo Stato del Vaticano si chiamano Mura leonine perché furono edificate nell’847 dall’allora pontefice Leone IV. Esse vennero edificate un anno dopo la seconda invasione islamica, il secondo saccheggio della Basilica di San Pietro, e furono edificate per difendere la Chiesa, servirono a salvaguardare la cristianità. La verità è che l’Islam è sempre stato il nemico storico dell’Europa.

Oggi, che ci sia in seno all’Unione Europea chi dice che bisogna riconoscere le radici islamiche dell’Europa afferma innanzitutto un falso storico e poi ci prepara al suicidio, perché l’Islam si concepisce come l’unica vera religione naturale dell’uomo e condanna di miscredenza sia l’ebraismo sia il cristianesimo. L’Islam è disponibile ad una tregua, alla collaborazione, fin tanto che è minoranza, ma quando diventa maggioranza sottomette perché è nutrito dalla convinzione di essere l’unica vera religione di tutta l’umanità. L’Europa si sta orientando verso un vero e proprio suicidio che è accelerato dal tracollo demografico, il vero tallone d’Achille del continente. L’Europa intesa come Unione Europea ma il discorso vale anche per la Russia in questo caso, è l’area del mondo che ha in assoluto il più basso tasso di natalità. Le popolazioni europee, di questo passo sono destinate a estinguersi perché hanno smesso di fare figli. Le popolazioni dei 28 paesi membri dell’Unione Europea, formano in tutto 500 milioni di abitanti, di cui solo il 16 per cento, pari a 80 milioni, hanno meno di trent’anni. Dei 500 milioni che popolano la sponda orientale e meridionale dal Mediterraneo, dal Marocco alla Turchia, all’Iran, il 70 per cento ha meno di trent’anni. Il confronto è dunque impietoso, 80 milioni contro 350 milioni. Il risultato è che l’Europa è destinata ad essere colonizzata demograficamente, ecco perché è assolutamente necessario porre fine a questa follia suicida di legittimare l’Islam e qui il ruolo della Chiesa cattolica è fondamentale. L’attuale papa rappresenta, sotto questo aspetto, un totale disastro, perché sta accelerando il suicidio dell’Europa ma anche il suicidio della stessa Chiesa cattolica.

Il 10 dicembre del 1948, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Questo documento non è stato fatto proprio dall’Islam, che, il 18 settembre del 1981, vi ha contrapposto la propria dichiarazione secondo la quale i diritti dell’uomo verrebbero meglio tutelati dalla legge divina desumibile dal Corano. Alla luce dell’essenza teopolitica dell’Islam come è possibile pensare che vi possa essere convivenza pacifica tra un ordinamento liberale democratico e un ordinamento islamico?

Infatti non c’è conciliazione alcuna, perché nel momento in cui l’Islam non riconosce la sacralità della vita di tutti, la vita degli ebrei, la vita dei cristiani, la vita degli israeliani, nel momento in cui non riconosce la pari dignità tra uomo e donna, nel momento in cui non riconosce la libertà di scelta individuale, compresa la libertà religiosa, compresa la libertà di abbandonare l’Islam, e di convertirsi o non convertirsi ad altre religioni, non c’è conciliazione possibile. Quello che possiamo dire è che uno stato che è presente in un consesso internazionale e che è legato da rapporti economici, commerciali, e anche politici con altri stati cerca di salvare il salvabile sostenendo che ci possa essere una sorta di compromesso tra la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e la sharia, ma in realtà sono assolutamente antitetiche. Lo ripeto, fin tanto che l’Islam è una realtà minoritaria si mostra conciliante, questo è il punto. In nessun paese a maggioranza islamica abbiamo una realtà di rispetto e di autorizzazione nei confronti di altre religioni di potere operare in piena libertà. Anche laddove ci sono le chiese e le sinagoghe, anche dove si consente ai fedeli autoctoni di recarvisi, è però severamente vietato fare proselitismo perché per l’Islam si tratta di realtà di miscredenza.

In Italia, per esempio, ed è una cosa di cui non si parla mai, ad oggi l’Islam non è una religione riconosciuta dallo Stato italiano e non a caso, perché le religioni, in Italia, vengono riconosciute se ottemperano all’Articolo 8 della nostra costituzione, che dice che le religioni beneficiano di pari libertà di fronte alla legge, se hanno stipulato una intesa e se il loro ordinamento giuridico non è in contrasto con le leggi dello stato. L’Islam non ha stipulato nessuna intesa e l’ordinamento giuridico dell’Islam è totalmente in contrasto con le leggi dello stato. Se l’Italia fosse veramente uno stato di diritto che si rispetti, non dovrebbero esserci moschee, perché le moschee sono conseguenti al riconoscimento dell’Islam come religione. E’ come una persona che non ha la laurea in medicina, non è iscritta all’ordine dei medici e nonostante ciò esercita la professione medica. Noi consentiamo ai musulmani di beneficiare delle prerogative di una religione riconosciuta quando in realtà l’Islam non lo è.

Secondo Robert Spencer e Mordechai Kedar non esiste un Islam moderato contrapponibile ad un Islam radicale, ma solo un Islam e diversi modi di viverlo, il che ci conduce inevitabilmente alle forti contraddizioni presenti all’interno del Corano tra un messaggio maggiormente improntato alla tolleranza ascrivibile al periodo della predicazione maomettana alla Mecca e uno esplicitamente più violento, successivo al determinarsi dell’Islam come realtà politica, dopo l’egira di Maometto a Medina. E’ possibile secondo lei risolvere queste contraddizioni?

No, non è possibile. All’inizio del mio discorso ho chiarito che per i musulmani il Corano è un testo increato, al pari di Allah, ne consegue che esso possa essere spiegato ma non interpretato. Spiegare significa illustrare il significato letterale di un concetto, interpretare significa potergli attribuire un significato allegorico. Noi non possiamo attribuire significati allegorici a ciò che Allah prescrive. Non possiamo contestualizzarlo nel tempo e nello spazio, non possiamo attribuirgli significati che ci consentano di venire incontro a quelle che sono le necessità della modernità, poiché, così facendo, si tradirebbe Allah stesso.

Nell’Islam essendo il Corano ciò che sostanzia, ciò che invera Allah, viene meno la presenza della ragione, ed è per questo motivo che non c’è mai stato un illuminismo in seno all’Islam. Non c’è stato ne mai ci sarà perché manca la legittimità dell’uso della ragione come strumento per entrare nel merito dei contenuti della fede. Chi lo ha fatto o lo fa viene considerato un eretico, così come vennero considerati eretici i discepoli della scuola Mutazilita, nata nel VIII secolo, un secolo dopo Maometto, e che affermò la tesi eterodossa del Corano creato e non increato, intendendo di fatto che fosse stato scritto da Maometto. Il nome più noto di questa scuola è quello di Averroè, che viene elogiato in Europa e in Occidente come l’emblema dell’Islam moderato, ma si dimentica di dire la fine che fece. Venne accusato di eresia, le sue opere furono bruciate e fu costretto alla fuga per non subire la condanna a morte che gli sarebbe spettata.

Non ci può essere dunque un Islam distinto da ciò che Allah prescrive e aggiungo, da ciò che Maometto ha detto e ha fatto. I musulmani in quanto persone possono essere moderati, quindi noi dobbiamo distinguere tra la dimensione della soggettività personale e quella della religione. Le persone vanno valutate nella loro individualità, ognuno risponde delle proprie azioni e nell’ambito dei musulmani come persone noi indubbiamente troviamo delle persone moderate, delle persone raziocinanti, delle persone che antepongono la ragione e il cuore ad Allah e a Maometto, io lo sono stato per 46 anni e sono stato condannato a morte proprio per questo, quando, nel 2003 ho condannato i terroristi islamici palestinesi suicidi e ho difeso la sacralità della vita degli israeliani e da allora vivo sotto scorta. Ma l’Islam come religione è uno, si può manifestare per ragioni storiche, per ragioni territoriali con modalità diverse, i sunniti, gli sciiti, però esso si fonda sempre e comunque su due pilastri che sono identici e perenni, il Corano e Maometto. Quando il presidente turco Erdogan, che io considero l’uomo più pericoloso oggi in Medio Oriente, afferma che non esiste un Islam moderato, che l’Islam è l’Islam, ha perfettamente ragione. L’Islam è l’Islam, non esiste un Islam moderato e un Islam non moderato, e questo vale anche a proposito dell’attività dei terroristi islamici. Sono quelli che più di altri ottemperano letteralmente e integralmente a ciò che Allah prescrive nel Corano e a ciò che ha detto e fatto Maometto.

Spesso, quando si fa riferimento alla violenza presente all’interno del Corano, i difensori dell’Islam affermano che anche nella Bibbia, esplicitamente nell’Antico Testamento, vi sarebbero esortazioni alla violenza attribuite al volere divino. Tuttavia, vi è un ovvia differenza: il messaggio di violenza contenuto nel Corano è di natura prescrittiva ed è agito ancora oggi, mentre la violenza narrata dalla Bibbia e attribuita a Dio riguarda epoche passate che non sono più di riferimento per nessuno. Non è forse ciò dovuto al fatto che diversamente dalla Bibbia per l’Islam il Corano è un testo dettato parola per parola, fuori dal tempo e dallo spazio e dunque, relativamente alle sure, valido per sempre?

La domanda formula già la risposta in modo corretto. Sia la Bibbia, sia i Vangeli, vengono concepiti come testi sacri scritti da uomini, seppure ispirati da Dio, il Corano invece non è considerato un testo sacro scritto da uomini, guai ad affermarlo, ma, come già sottolineato, è un testo sacro che sostanzia, invera Allah. Per i musulmani il Corano è Allah stesso, questa è la differenza fondamentale. Ciò che è scritto nella Bibbia e nei Vangeli noi lo possiamo interpretare, lo possiamo contestualizzare nel tempo e nello spazio, gli possiamo attribuire un significato allegorico, tutto questo non lo si può fare con ciò che Allah prescrive nel Corano. Questa è la ragione per cui oggi solo i musulmani sgozzano, decapitano, si fanno esplodere nel nome di Allah, non lo fa nessun ebreo, non lo fa nessun cristiano. E’ la ragione fondamentale per cui l’Islam non è modificabile, non può diventare una realtà moderata, perché significherebbe tradire l’Islam, far venire meno l’essenza, la quintessenza dell’Islam che è appunto quella di ritenere il Corano un testo increato in cui ciò che è prescritto da Allah deve essere ottemperato letteralmente e integralmente perché ha una valenza assoluta, universale.

Desidero aggiungere che gli esegeti del Corano hanno individuato circa 200 versetti che ne contraddicono altrettanti. Quando ciò succede vale il versetto rivelato cronologicamente successivamente, in questo senso è stata creata la categoria dei versetti abroganti e dei versetti abrogati. Dato che i versetti rivelati cronologicamente successivamente sono quelli del periodo di Medina, quando Maometto, negli ultimi dieci anni della sua vita combatte, uccise, sgozzò e decapitò i suoi nemici, ciò fa sì che la connotazione principale dell’Islam sia all’insegna della violenza.

Ne ha già accennato prima, ma vorrei sapere come giudica l’attuale posizione espressa dal pontefice nei confronti dell’Islam?

Già nel 2013, poco dopo il suo insediamento pubblicai in prima pagina su Il Giornale, con cui collaboravo, una lettera aperta a Papa Francesco in cui annunciai la mia dissociazione dalla Chiesa cattolica, proprio perché non posso in alcun modo accettare che il papa legittimi l’Islam come religione. Io sono stato musulmano per 46 anni, ho abbandonato l’Islam, mi sono convertito al cristianesimo e non posso accettare un papa che legittima l’Islam, ciò equivarrebbe a una mia autosconfessione. Allo stesso modo espressi le mie riserve sull’enfasi posta e che il papa continua a porre riguardo alla cosiddetta accoglienza, tenendo presente che gran parte di coloro che vengono accolti sono musulmani. La stragrande maggioranza di questi giovani che provengono dall’Africa, dall’Asia e dal Medio Oriente è musulmana ed è parte integrante del processo di islamizzazione demografica dell’Europa. Ora, come nulla di ciò che accade ad alto livello può essere casuale, perché può anche darsi che il papa non sia molto competente sull’Islam, ma sicuramente, essendo un capo di stato, essendo il capo supremo della Chiesa di Roma, sicuramente ha una cerchia di collaboratori che conoscono bene la realtà dell’Islam, che sa bene cosa implica oggi l’invasione di questi migranti che sono prevalentemente musulmani.

Sono estremamente preoccupato perché mi rendo conto che papa Francesco sta operando in sintonia con una strategia che mira ad omologare, ad uniformare, a omogenizzare, l’intera umanità, abbattendo gli stati nazionali, le identità localistiche e riducendo sostanzialmente le persone a semplici strumenti di produzione e di consumo. Più consumo che non produzione, perché ci viene detto che nel futuro prossimo la produzione verrà interamente demandata alla robotica. In questa prospettiva, papa Francesco tenderebbe a una sorta di pan-religione, una specie di sincretismo che coniuga in prima battuta cristianesimo e Islam. In tale senso sta tessendo rapporti molto intensi con l’università islamica di Al Azhar al Cairo, con gli imam, in particolare con il grande imam Ahmed Al Tayibb, che è un apologeta del terrorismo islamico suicida palestinese. Nel 2002, durante la Seconda Intifada in Israele, legittimò gli attentati terroristici suicidi islamici nei confronti degli israeliani e specificò anche che erano legittimi nei confronti dei bambini ebrei. Tutte queste cose un papa non può non saperle.

Non può non venirmi in mente la convergenza tra le istanze che promuove questo papa e, per esempio, il progetto esplicito, manifesto della Open Society Foundations di George Soros. E’ d’accordo?

Sì. Ecco perché sono estremamente preoccupato. I fatti sono fatti, non sono né di destra, né di sinistra, né di centro, non hanno alcuna connotazione ideologica. Noi vediamo che Soros ha questa fondazione presso cui ha dirottato il grosso delle sue sostanze, e finanzia tutte quelle attività che hanno come obbiettivo la disgregazione degli stati nazionali, lo scardinamento di quelle realtà che corrispondono a quelle civiltà che mettono al centro la persona, la famiglia biologica, la comunità locale, l’economia reale, per promuovere una globalizzazione che sostanzialmente significa mettere al centro la moneta e non la persona, una umanità in cui gli individui saranno ricettori e strumenti di manipolazione da parte di un mercato unico, in cui la sostituzione etnica della popolazione europea che, come già detto, è in forte decrescita, viene promossa con giovani che provengono prevalentemente dall’Africa, dall’Asia e che hanno tutti una età compresa tra i venti e i trent’anni, l’età, non a caso, che corrisponde all’esplosione della fertilità maschile. Che il papa si presti anche lui a questa strategia in un contesto dove la forte crisi economica che registra il Vaticano viene mitigata con i proventi di questa accoglienza, perché lo stato italiano investe fiumi di denaro per la cosiddetta accoglienza e la gran parte di chi accoglie in Italia sono strutture cattoliche, legate alla Chiesa, c’è dunque un tornaconto finanziario notevole, è raccapricciante. Credo che sia necessario acquisire correttamente la realtà dei fatti e sia necessario diffondere questa realtà e avere chiara la prospettiva. Bisogna salvaguardare una civiltà che ci consenta di tutelare noi stessi come persone, come famiglia, come comunità, come economia reale che fornisce beni e servizi, come sistema di valori, di regole, perché dobbiamo tramandare ai nostri figli e ai nostri nipoti il loro diritto alla vita, alla dignità, alla libertà. Tutto questo rischia di scomparire se l’Europa dovesse trasformarsi in una significativa realtà meticcia, in cui l’Islam, così come sta accadendo in Gran Bretagna, in Francia, in Belgio, in Olanda.

Ci sono quattro capitali europee, Londra, Bruxelles, Amsterdam e Oslo, dove tra i nuovi nati il nome più diffuso è Mohammed. Queste non sono ipotesi, ma è realtà e bisogna fare in fretta. La battaglia culturale oggi è in assoluto la più importante. Diffondere informazione corretta, promuovere una formazione costruttiva che consenta a ciascuno, illuminato dalla verità e fortificato dal recupero della certezza e dall’orgoglio di chi siamo. La sfida è che si riesca, in questo modo, a invertire una rotta che rischia di portarci nella condizione in cui si trovò l’impero romano di Occidente quando fu travolto dai barbari. Fece la stessa cosa che stiamo facendo noi oggi, faceva meno figli e apriva le frontiere, accordò la cittadinanza romana a tutti i sudditi dell’impero, erano venuti meno i valori e le regole, c’era la dissolutezza sul piano dei costumi. Noi rischiamo di fare la stessa fine ma con una aggravante sostanziale, che all’impero romano di Occidente è poi seguito il cristianesimo, a questa Europa seguirà l’Islam.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La Persia non islamica cova sotto all'Iran nazi maomettano

Messaggioda Berto » dom feb 16, 2020 9:55 am

Amir Sabet Azar
Gino Quarelo secondo te Mohammad al-Husseini e Hitler erano iraniani? uno arabo e un altro europeo.
Quali cimiteri ebraici in Iran sono stati distrutti fino ad oggi? Quanti ebrei sono stati uccisi in Iran fino ad oggi? Questo è ciò che sta accadendo in Europa, non in Iran.
Sei milioni di ebrei sono stati uccisi in Europa. No in Iran. Il tempio ebraico fu distrutto dagli europei grechi. Ma il re dell'Iran ordinato la costruzione del tempio.
La religione non ha alcun effetto sul senso umanitario iraniano.


Gino Quarelo
Mohammad al-Husseini e Hitler erano iraniani? uno arabo e un altro europeo.
No, erano antisemiti entrambi come sono antisemiti gli iraniani nazimaomettani che hanno dato vita alla dittatura teocratica iraniana degli ayatollah.
In più i nazi maomettani sono anticristiani, antizoroastriani, anti yazidi, anti indù, anti ogni diversamente religioso e pensante della terra.


Amir Sabet Azar
Gino Quarelo Vai a studiare un po 'di storia. L'ayatollah Khomeini ha potuto di occupare il governo iraniano con l'aiuto di Francia e inghilterra.



Amir Sabet Azar
Gino Quarelo Non pensare mai di poter nascondere i crimini degli europei nell'uccidere ebrei. L'antisemitismo esiste anche nel cattolicesimo. Ma non parliamo di religione. Non cercare di mostrare l'iraniani come Antisemitici. solo perché sono maggior parte musulmani.


Gino Quarelo
Oltre all'antisemitismo di origine ideologico religiosa nazi maomettana per cui gli ebrei (come i cristiani) sono infedeli, miscredenti, corrotti, inferiori, indegni, scimmie, maiali, vi è anche questo:

Perché il regime iraniano odia Israele?
Non c'entrano i palestinesi, c'entra la società aperta di tipo occidentale
di Isaac Ben-Israel
(Da: YnetNews, 29.06.09)

https://www.israele.net/perch-il-regime ... ia-israele

Suppongo di non essere l’unico israeliano che si domanda in realtà che cosa voglia l’Iran da noi. Non abbiamo confini in comune con l’Iran e non abbiamo mai avuto un vero conflitto. Anche il conflitto che ci contrappone ai loro “fratelli” palestinesi non basta a spiegare la profonda ostilità che il regime iraniano nutre verso Israele. E poi non sono nemmeno tanto “fratelli” visto che gli iraniani non sono arabi, e non sono musulmani del “dalla parte giusta”: gli iraniani sono sciiti, mentre la maggior parte degli arabi attorno a noi (ad eccezione della popolazione del Libano meridionale) sono sunniti. Ma allora, perché gli iraniani continuano regolarmente a proclamare la loro volontà di eliminare il nostro stato? Cosa vogliono da noi?
Posi questa precisa domanda, circa quattro anni fa, a un uomo che allora era a capo del partito riformista nel parlamento iraniano, Reza Khatami. All’epoca del nostro incontro, che avvenne in una città europea, suo fratello era il presidente dell’Iran. Dopo diversi giorni di conversazioni con lui e sulla base di ciò che da allora ho letto e appreso, sono arrivato alla conclusione che ciò che alimenta l’odio verso Israele fra i leader dell’Iran (sia conservatori che riformisti) non deriva dalla politica di Israele o dai suoi comportamenti, quanto piuttosto dalla minaccia che la cultura occidentale pone a ciò che i leader iraniani considerano il giusto stile di vita.
L’attuale regime iraniano cerca di chiudere la società rispetto alla penetrazione dall’esterno di idee che esso considera pericolose per l’ordine esistente. Secondo le autorità di Teheran, il giusto stile di vita è quello indicato dall’antica tradizione religiosa basata sulle sacre scritture. Il desiderio di preservare l’ordine esistente esige una guerra totale contro gli elementi che aspirano a cambiarlo, guidati dalla “cultura occidentale” che offre un diversa sistema di valori ed esalta il concetto di libera scelta.
È una cultura che venne forgiata dalle rivoluzioni e che predilige il cambiamento e l’innovazione rispetto a tradizione e religione. Avviata con la rivoluzione religiosa (la Riforma) del XVI secolo, è continuata con la rivoluzione scientifica del XVII secolo e con la rivoluzione industriale del XVIII secolo per culminare nella rivoluzione politica in Francia all’insegna dei diritti civili e di eguaglianza.
I giovani iraniani sono “confusi”, ha detto la Guida Suprema Khamenei la scorsa settimana commentando le sommosse nelle strade di Teheran, e ha aggiunto che essi hanno bisogno di “più spiritualità”. Questi “giovani” (più di metà della popolazione iraniana odierna è nata all’indomani della rivoluzione di Khomeini) vogliono vivere come i loro equivalenti in occidente. Vogliono godere anche loro delle innovazioni della scienza e della tecnologia, della libertà di vivere senza paura del governo, e di esprimere le loro opinioni su ogni argomento senza censure da parte delle vecchie autorità.
La cultura occidentale è il grande nemico del regime iraniano e per questo motivo odiano il paese leader dell’occidente, gli Stati Uniti, e il paese che percepiscono come l’agente dell’occidente all’interno del Medio Oriente, Israele. Ecco perché chiamano “Grande Satana” l’America e “Piccolo Satana” Israele. Non è che in Iran gli Stati Uniti vengano odiati a causa di Israele. È il contrario: è Israele che è bersaglio dell’odio iraniano perché rappresenta ai loro occhi la cultura “americana”.
In questo momento l’Iran sta assistendo a uno scontro che potrebbe portare a una rivoluzione. Ma non è lo scontro tra due candidati alla presidenza, uno ufficialmente “eletto” (Ahmadinejad), l’altro che mette in dubbio la legalità del voto (Mousavi). Su questo fronte il vero leader (Khamenei) aveva perfettamente ragione quando ha ricordato che tutti e quattro i candidati erano stati approvati da lui e che tutti e quattro rappresentano diverse gradazioni della stessa ideologia.
Il vero scontro è tra l’élite al potere e le giovani generazioni nate dopo la rivoluzione di Khomeini. L’élite vorrebbe “sigillare” l’Iran impedendo la penetrazione dall’esterno di idee nuove e dannose. Gli altri vorrebbero vivere in una società aperta e libera, simile a quelle che esistono in occidente


Amir Sabet Azar
Iran anni 70..... In Iran, solo il regime è cambiato. C'è solo un piccolo gruppo che vuole l'Islam. La maggior parte delle persone in Iran sono musulmani secolari.

Iran Grooms Child Soldiers Across the Country
https://iranwire.com/en/features/6696



Gino Quarelo

Amir Sabet Azar ha scritto:
Iran anni 70..... In Iran, solo il regime è cambiato. C'è solo un piccolo gruppo che vuole l'Islam. La maggior parte delle persone in Iran sono musulmani secolari.

Gino Quarelo scrive
Mussulmani secolari?
Quindi secondo te in Iran la maggior parte degli iraniani mussulmani lo sarebbero solo di facciata, per conformismo, mentre in realtà non sarebbero veramente credenti e non avrebbero veramente la fede maomettana, non sarebbero islamici osservanti e praticanti le prescrizioni coraniche e di Maometto?

Secolarismo
https://it.wikipedia.org/wiki/Secolarismo
Con secolarismo (dal latino saeculum, che indicava tutto ciò che non appartiene alla religione) si intende una serie di trasformazioni sociali, che portano un Paese ad adottare una cultura più laica, tale che lo Stato abbia scarsa o nessuna ingerenza nella sfera religiosa e viceversa, garantendo la libertà da leggi e insegnamenti religiosi.

Il secolarismo è tipico dei Paesi occidentali: anche se l'alleanza tra feudalesimo e clero cattolico non raggiunse mai il livello del cesaropapismo di tradizione orientale, il passaggio da una società feudale - dai poteri incentrati su una unica persona e fortemente influenzata dalla religione - a una società moderna fu frutto di una lenta evoluzione: ciò è avvenuto tra il 1500 ed il 1700 (che indicano rispettivamente l'umanesimo e l'illuminismo).

Il processo di secolarizzazione poté dirsi effettivamente compiuto in Europa alla conclusione delle guerre religiose, fra il 1618 ed il 1648. L'ultima guerra di religione europea è solitamente considerata la Guerra dei Trent'anni e, significativamente, la pace di Vestfalia sancì l'abbandono delle connotazioni religiose dei principati tedeschi: essi seguivano il principio Cuius regio eius religio, ma da allora svilupparono una tendenza ad evitare l'ostentazione della religione di Stato per salvaguardare la pace religiosa tra i sudditi. Ne derivò lo sviluppo della laicità dello Stato, abbracciata poi anche dalla Francia della Rivoluzione e progressivamente estesasi a tutto il continente.

Il secolarismo è tipico anche per gli Stati socialisti che sovente dichiarano l'ateismo di stato oppure una "forte laicità". Ad esempio l'Unione Sovietica, la Repubblica Socialista Federale di Iugoslavia, la Germania Est la Corea del Nord, la Cina, il Vietnam, etc.



Irreligiosità iraniana
https://it.wikipedia.org/wiki/Irreligio ... A0_in_Iran

L'irreligiosità in Iran è emarginata e, secondo il censimento ufficiale 2011, solo 265.899 persone non ha indicato alcuna religione (0,3% della popolazione totale) come propria. Tuttavia, la religiosità è fortemente legata all'identità nazionale iraniana ed il numero dei musulmani non praticanti è molto più elevato.

L'areligiosità, l'agnosticismo e l'ateismo in Iran è spesso di natura politica. L'accademico e politico iraniano Mehdi Bazargan ebbe ad osservare che "contrastare l'Islam a favore del nazionalismo equivale a distruggere noi stessi. Negare l'identità iraniana e considerare favorevolmente il nazionalismo irreligioso è parte integrante del movimento anti-iraniano ed è il lavoro degli anti-rivoluzionari". Secondo il manager Ali Reza Eshraghi, la pressione religiosa e di governo inadeguata hanno fatto del popolo iraniano uno dei meno religiosi della regione. Alcune femministe iraniane sono state anche etichettate come irreligiose e atee.

I giovani iraniani irreligiosi sono inclini al moderatismo politico, e la gioventù iraniana è tra quella più politicamente attiva più fra le 57 nazioni del mondo islamico. Come segmento più irrequieto della società iraniana, i giovani hanno anche rappresentano una delle minacce più gravi a lungo termine per l'attuale forma di governo teocratico. Dopo le Proteste post-elettorali in Iran del 2009-2010 e l'elezione presidenziale del 2009, i giovani sono stati in prima linea costituendo il più grande blocco coinvolto per aver sostenuto e richiesto il "potere del popolo", un attivo movimento per la democrazia (vedi il Movimento Verde) ed il cambiamento generale con la creazione di una nuova politica dinamica del Medio Oriente.

L'Iran è una delle società più tecnologicamente avanzate nel mondo in via di sviluppo, con una stima di 28 milioni di utenti Internet, la cui guida è in mano ai giovani. La maggior parte delle giovani generazioni iraniane sono ritenute vogliose di essere parte della comunità internazionale e a favore della globalizzazione.


"Le sardine sono oscurantiste, il velo è il male"
Gianni Carotenuto - Sab, 21/12/2019

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 02420.html

Atussa Tabrizi, una donna iraniana atea che vive in Italia, in una lettera attacca le Sardine per avere dato spazio sul palco di piazza San Giovanni alla musulmana Nibras Asfa: "Il velo è un simbolo oscurantista"

"Perché gran parte di voi femministe e persone di sinistra date sempre la parola solo alle donne musulmane col velo? Perché non date mai voce a tutte quelle donne che ogni giorno lottano per toglierselo il velo, in Italia e nel mondo?".

Sono alcune delle domande che Atussa Tabrizi, una cittadina iraniana atea e anti-Islam - che vive in Italia dopo essere stata arrestata nel suo Paese per non avere indossato il velo - ha posto al movimento delle Sardine in una lettera pubblicata sul sito di Micromega. Atussa si riferisce a quanto successo in occasione della manifestazione in piazza San Giovanni, a Roma, quando la sardina (di origini palestinesi) Nibras Asfa è salita sul palco per insultare il segretario leghista Matteo Salvini, dandogli dello "stupido e ignorante".

"Donna, iraniana e atea". È così che Atussa Tabrizi si descrive nell'incipit della lettera pubblicata da Micromega e rivolta alle Sardine. Colpevoli a suo dire di non avere "nessuna idea di cosa sia la laicità dello Stato". E non certo per le accuse rivolte a Salvini e Giorgia Meloni di strumentalizzare la religione a fini elettorali. Ma per avere dato voce, durante la manifestazione di Roma, a una musulmana col velo, Nibras Asfa. Il velo che ad Atussa era costato l'arresto in Iran per non averlo indossato in pubblico. Velo che per lei è "simbolo di oppressione, del male", altro che "simbolo di laicità".

Possibile, si chiede la ragazza, che le Sardine abbiano dato spazio a lei? "Non potevano dare voce a un’altra donna? Se voi, sardine, come la maggior parte delle persone di sinistra e delle femministe italiane, pensate davvero che sostenere una donna col velo significa sostenere la sua libertà, state sbagliando".

Un atto d'accusa contro i "pesciolini" di Sartori e contro tutta la sinistra italiana, che da sempre si batte in favore del diritto delle donne musulmane di indossare il velo, principio in contrasto con la cultura del nostro Paese. E che i progressisti difendono strenuamente non rendendosi conto, sostiene Atussa Tabrizi, che si tratta di un simbolo "oscurantista", non certo di laicità. E a questo proposito, Atussa domanda alle Sardine: "Perché non date mai voce a una donna di origine straniera contro il velo e contro l’islam? Perché non sostenete mai queste persone?". E aggiunge che "anche qui in Italia tante donne immigrate soffrono e lottano per la loro libertà fuori dalla gabbia dell’islam e del velo". Tanto che "non appena ne hanno l'occasione - scrive - se lo tolgono".

In pratica, secondo Atussa, chi promuove, incoraggia e/o difende l'utilizzo del velo da parte delle donne musulmane impedisce loro di diventare realmente livere. Infine, dopo essersi definita islamofoba ("Io veramente ho una fobia dell’islam, perché l’islam mi ha fatto sempre male. Sia quando vivevo in Iran, sia adesso che sono qui in Italia"), Atussa si definisce "orgogliosamente una donna, sono iraniana, sono atea e sono orgogliosamente contro l’islam e il velo". Prendendo le distanze da chi, come Nibras Asfa, ha un marito (Suleiman Hijazi) che, sui social, non ha mai nascosto una certa simpatia nei confronti di Hamas.




“L’islam mi ha fatto sempre male Sia quando vivevo in Iran sia adesso che sono qui in Italia”
21 dicembre 2019
Atussa Tabrizi

http://www.italiaisraeletoday.it/lislam ... in-italia/

Perché gran parte di voi femministe e persone di sinistra date sempre la parola solo alle donne musulmane col velo? Perché non date mai voce a tutte quelle donne che ogni giorno lottano per toglierselo il velo, in Italia e nel mondo?”. L’accorato appello di una donna iraniana che vive in Italia e che afferma: “Se volete chiamarmi islamofoba avete il mio permesso, perché io ho una vera fobia dell’islam. L’islam mi ha fatto sempre male. Sia quando vivevo in Iran, sia adesso che sono qui in Italia”.
Mi chiamo Atussa, sono una donna, sono iraniana e sono atea. Quello che ho visto una settimana fa sul palco delle sardine a Roma mi ha fatto male, come quando in Iran sono stata arrestata dalla polizia morale perché non ero vestita adeguatamente (avevo una sciarpa sui capelli). Non sono sicura se le sardine hanno intenzione di lottare per la laicità o vogliono solo andare contro il razzismo di persone come Meloni e Salvini, ma chiaramente non hanno nessuna idea di cosa sia la laicità dello Stato. Vanno contro croci e madonne di Salvini e Meloni con il velo e con pensieri oscurantisti.


Gino Quarelo
Perché Meloni e Salvini sarebbero razzisti e oscurantisti?
Certo che se gli iraniani passassero dall'idolatria nazista maomettano sciita all'internazismo social comunista non cambierebbe molto.



Gino Quarelo

Il monumento della Torre Azadi
https://it.wikipedia.org/wiki/Torre_Azadi



Le torri del silenzio di Yazd o Dakhmeh-ye Zartoshtiyun, sono delle torri del silenzio relative al culto zoroastriano poste su due colline a sud della città di Yazd in Iran.

https://it.wikipedia.org/wiki/Torri_del ... io_di_Yazd

Le torri vennero utilizzate sino agli anni 70 del XX secolo, quando il governo iraniano ne impose la chiusura e la modifica del culto. Esse sono state utilizzate per secoli per la distruzione dei corpi dei defunti da parte degli uccelli, dato che la religione zoroastriana imponeva di non contaminare nessuno degli elementi.
Esse consistono di due torri con degli alti muri al cui interno venivano riposti i cadaveri e lasciati decomporre dalle forze della natura.
Il sito oggi sorge accanto al cimitero zoroastriano.
Nell'area è possibile scorgere un ab anbar e dei resti di vecchie costruzioni.


Ziqqurat
https://it.wikipedia.org/wiki/Ziqqurat




Amir Sabet Azar
Gino Quarelo Se voglio condividere la storia e la cultura iraniana, è troppo. Ma sembra che la parte islamica dell'Iran sia interessante per te


Gino Quarelo
Amir Sabet Azar, la parte islamica è quella che governa, ideologicamente, religiosamente, militarmente e politicamente determinante.
Dimmi: se scoppiasse una guerra a l'ultimo sangue tra Iran e Israele cosa accadrebbe agli ebrei iraniani, cosa farebbero gli ebrei iraniani se ne andrebbero dall'Iran, resterebbero chiusi in casa a temere rappresaglie e di essere sterminati, combatterebbero contro Israele?


Amir Sabet Azar
Gino Quarelo la parte islamica per me non interessante. Presto buttiamo la parte islamica dell'Iran nella storia. Iran non è islamica



Gino Quarelo
Speriamo e auguri. Io posso sempre sostenere il buon Iran non islamico, liberale e democratico e non social internazi comunista.


Xoroastrixmo o Maxdeixmo e Mitraixmo (grafia veneta)
viewforum.php?f=200
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La Persia non islamica cova sotto all'Iran nazi maomettano

Messaggioda Berto » dom feb 16, 2020 11:10 pm

"Il Medio Oriente è un problema che non ti lasci mai alle spalle":Intervista a David Wurmser
David Wurmser è una delle eminenze grige americane, un uomo che non ama le luci della ribalta e preferisce stare dietro le quinte e agire da influencer. Così fece quando fu consigliere per il Medio Oriente dell’ex vicepresidente Dick Cheney e successivamente assistente speciale dell’ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale, John Bolton.
L’informale lo ha intervistato in esclusiva.
Rebecca Mieli
14 Febbraio 2020

http://www.linformale.eu/il-medio-orien ... d-wurmser/

Dr. Wurmser, l’Iran si trova attualmente a dovere affrontare una crisi di legittimità. Cosa sta accadendo?

La crisi di legittimità del governo iraniano nasce dal conflitto intestino tra la dottrina del Velāyat-e faqih e quella dei mahadisti. Secondo il Velāyat-e faqih, la dottrina ideata da Khomeini, il giurista musulmano, in quanto esperto della legge islamica, è l’unico che ne è l’autentico interprete. Il mahadismo è invece un movimento messianico islamico: i mahadisti attendono l’arrivo del Mahdi, l’ultimo Imam, il quale riporterà il bene e la giustizia sulla terra. La struttura di potere ormai obsoleta e burocratizzata in Iran rischia, infatti, a causa dei mahadisti, di perdere legittimità in quanto potrebbe erodere il potere di soggiogamento intellettuale del clero nei confronti della popolazione. Insomma, per il movimento messianico i conservatori al potere dovrebbero lasciare spazio alla venuta del Mahdi. Khamenei, a differenza del suo predecessore, si è reso conto che la crisi politica interna ha determinato un significativo rafforzamento dei mahadisti, al punto che si sta avvicinando a questa dottrina creando una vera e propria spaccatura all’interno del clero e dell’autorità rivoluzionaria.

La Russia è un solido alleato dell’Iran , ma Mosca, al contempo, è interessata alla stabilità regionale e alla sicurezza di Israele. Quale potrebbe essere il ruolo della Russia nella crisi iraniana e nel contesto delle tensioni tra Iran e Israele?

La Russia sta cambiando la propria visione del mondo. Mosca guarda alla rinascita delle antiche civiltà che governavano il Medio Oriente, a dispetto di una totale crisi degli Stati arabi, del nazionalismo arabo e dell’islamismo. Tra queste civiltà vi sono, ovviamente, tutto il mondo bizantino, l’impero ottomano (nella sua veste non araba), l’impero persiano ecc. La Russia vede nell’islamismo il suo grande nemico, in particolare nell’Islam turco, ovvero l’unico che non sembra essere in crisi, e, a questo fine si sta impegnando nel consolidare e proteggere i cristiani nel territorio dell’ex impero bizantino. Per quanto concerne l’Iran, la Russia non vede un grande pericolo nel mondo sciita, anche se continua a considerare Teheran una sorta di piccolo competitor.

Come consigliere dell’ex vice presidente Dick Cheney e assistente speciale dell’ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale, John R. Bolton, lei ha potuto assistere a vent’anni di cambiamenti nel Medioriente. Come pensa che cambierà la regione nei prossimi anni alla luce dell’espansionismo iraniano e delle relazioni israeliane con gli Stati arabi?

Il fallimento del mondo arabo, dalle primavere arabe fino al nazionalismo arabo, ha aperto le porta alla rinascita degli antichi imperi della regione. Gli arabi sono storicamente popolazioni che nel susseguirsi dei secoli hanno sempre sostenuto le grandi civiltà come quella bizantina, quella romana e quella persiana. I governi islamici, nel corso degli ultimi decenni sono crollati in quanto è venuta a mancare l’istituzionalizzazione del potere, e ogni nuovo leader è stato costretto a rinegoziare la loyalty delle strutture governative precedenti. Gli unici interlocutori credibili sono gli “ex” grandi imperi, in quanto hanno una struttura di potere più istituzionalizzata, che alla fine non muta con il mutare dei propri rappresentanti. Queste potenze non arabe, benchè nemiche, come l’Iran, Israele e la Turchia, alla fine riusciranno a trovare un punto di incontro come auspicava Ben Gurion.

Il presidente Trump sembra non avere alcuna intenzione a predisporre un cambio di regime in Iran. Ha dichiarato chiaramente che il suo scopo è quello di negoziare un accordo migliore con i mullah rispetto a quello siglato da Barack Obama. A questo scopo sta esercitando sull’Iran un enorme pressione economica. Quale è la sua valutazione di questa linea politica?

Credo che a breve vedremo un cambio di regime per “incidente”. La pressione che sta esercitando Donald Trump nei confronti dell’Iran al fine di ottenere un accordo migliore del JCPOA potrebbe portare al tracollo del governo iraniano. Quando gli Stati Uniti entrano nei negoziati con l’Iran, quest’ultimo ottiene sempre un po’ “di più” di quanto meriterebbe, poiché Washington non riesce mai davvero a capire quali sono le loro intenzioni. Per giunta gli Stati Uniti sono stanchi di occuparsi del Medio Oriente e non vogliono più combattere. Tuttavia il Medio Oriente è uno di quei “problemi” che non ti lasci mai alle spalle.

Per quale è il motivo dalla rivoluzione khomeinista del 1979 gli Stati Uniti non si sono mai attivati per rovesciare il regime?

Negli Stati Uniti si credeva che il potere sciita rivoluzionario non fosse poi così potente, ma che fosse solo il risultato di una fase turbolenta destinata a finire in un tempo breve. Per altro la rivoluzione sciita è nata come un’espressione legittima della popolazione, e anche se non ci piaceva, l’abbiamo guardata come se fosse un credo genuino. Non abbiamo usato la linea dura anche perché eravamo convinti che troppe pressioni avrebbero allontanata la tanto agognata normalizzazione dei rapporti con l’Iran, rendendo Teheran più aggressiva. In ogni caso ora stiamo affrontando una policy di self Deterrence, a mio avviso ingiustificata: non è chiaro perché tutti, quando pensano all’Iran, hanno una visione apocalittica su ciò che potrebbe comportare un eventuale scontro. Il contesto internazionale sopravvaluta il peso e il potere di Teheran. Tuttavia se l’Iran acquisisse l’arma nucleare, come sta cercando di fare ormai da tempo, ci ritroveremmo in una situazione molto pericolosa. Il governo iraniano è imprevedibile, questo rende la nuclearizzazione dell’Iran molto pericolosa, in particolare se consideriamo la presa di potere dei mahadisti. Resto comunque dell’idea che gli Stati Uniti dovranno presto fronteggiare un nuovo nemico islamista, ovvero la Turchia, e che stiamo “sprecando” troppe energie contro un nemico meno rilevante.




Mahdismo
https://it.wikipedia.org/wiki/Mahdismo

Il mahdismo è un movimento spirituale islamico e si fonda sul concetto di Mahdī. Il Mahdī è una guida spirituale (lett. "ben guidato [da Dio]") di un movimento salvifico. In ambito sciita si ritiene che il Mahdī sia l'ultimo degli Imām il cui nome era Muhammad al Mahdī occultatosi nel 260 A.H il quale era discendenti da ʿAlī, Egli non sarebbe quindi morto ma "scomparso", sottratto alla vista del mondo fino al suo ritorno, alla fine del mondo, quando riporterà il bene e la giustizia sulla terra. L'attesa del Mahdī, nel mondo islamico, corrisponde all'attesa della Parusia in quello cristiano.

Come tutti i messianismi, il mahdismo trova il proprio fondamento sul rifiuto di una realtà storica, che si ritiene negativa e bisognosa di un cambiamento radicale.
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Re: La Persia non islamica cova sotto all'Iran nazi maometta

Messaggioda Berto » lun feb 17, 2020 11:13 pm

Chi era Ruhollah Khomeini, il padre della Repubblica islamica
Giovanna Pavesi
15 febbraio 2020

https://it.insideover.com/schede/politi ... ugX4qMc31M

Ruhollah Khomeini nacque il 24 settembre del 1902 a Khomeyn, una città dell’Iran centrale. Si dice provenisse da una famiglia di “seyyed”, ovvero i discendenti diretti del profeta Maometto, il che contribuì a farlo entrare nell’immaginario popolare come una sorta di messia. Il padre era un imam e un modesto proprietario terriero, che venne ucciso quando Khomeini era un bambino. Crebbe nell’atmosfera della prima rivoluzione costituzionale iraniana e nel clima culturale del primo conflitto mondiale. Dopo aver studiato il Corano, ma anche le basi della logica e della retorica, grazie al fratello e ai parenti, nel 1920 venne mandato a formarsi ad Arak, per poi trasferirsi nella città santa di Qom, dove seguì il suo maestro religioso: ‘Abd al-Karim Hairi.

Nella città santa, Khomeini arrivò nel 1923 e ci rimase fino al 1962. Lì completò gli studi in sharia, sotto la guida del Grande ayatollah e Marja (una figura fondamentale per l’islam sciita, visto che rappresenta l’imam atteso, al Mahdi, che un giorno tornerà a salvare l’umanità) Sayyid Hossein Tabataba’ i ‘Borujerdi. Nel 1936 divenne mojtadeh, dimostrandosi un promettente esponente della religiosità islamica sciita. Ancora molto giovane entrò a far parte del partito religioso musulmano, ovvero un’unione di stretti osservanti dell’islam, noti con il nome di “taleban” (il plurale di “talib” che, in arabo, significa studente di scienze religiose), che avrebbe voluto imporre un governo di stampo tradizionalista. Quando Mohammad Reza divenne shah al posto di suo padre, nel 1925, l’associazione di cui aveva fatto parte Khomeini venne messa fuori legge e il giovane religioso fu costretto alla clandestinità. E fu allora che iniziò a cospirare contro i Pahlavi, fallendo in diverse circostanze.


Nel 1953 Mohammad Reza Pahlavi assunse i poteri assoluti e riprese l’opera di laicizzazione del Paese e di contrasto, già avviato dal padre, dell’impronta religiosa del clero sciita. Khomeini fu uno dei principali oppositori a questa politica: divenne ayatollah nel 1961 a seguito della morte di Borujerdi e tra il 1963 e il 1964 incarnò l’avversario perfetto del monarca. Era un alter ego dello shah, che rifletteva un’immagine completamente diversa a quella del sovrano. Quello di ayatollah è un titolo di grado elevato, che viene concesso agli esponenti più importanti del clero sciita, talvolta al più autorevole, e ai mujtahidin, cioè la casta dei dotti musulmani. Negli ultimi decenni e, in particolare dall’ascesa di Khomeini, questo titolo ha assunto una connotazione più politica che religiosa (soprattutto in Iran). Nel 1962, Khomeini successe all’ayatollah Kashani nelle funzioni di capo della comunità sciita iraniana. A causa della sua intensa attività politica, palesemente ostile allo shah, e per il ruolo molto attivo nel movimento di opposizione popolare alle riforme agrarie dei Pahlavi, nel 1963 fu costretto all’esilio. Così andò prima a Bursa, in Turchia, poi nella città santa sciita di Najaf, in Iraq, e infine in Francia, a Parigi.

Negli anni del suo allontanamento dal Paese, Khomeini ridefinì i rapporti tra politica e religione. Nella sua idea, infatti, il clero doveva governare e per farlo avrebbe dovuto rifiutare categoricamente ogni concezione passiva e mite della fede. Il fenomeno del “khomeinismo”, così, segnalò l’emergere di una nuova forma di costruzione sociale e di legittimazione del leader carismatico, in cui gli elementi impulsivi ed emotivi intrecciavano storia, politica e religione. E così, mentre in Iran l’opposizione allo shah imperversava anche a causa della dura repressione governativa, l’ayatollah dall’estero fomentava la rivolta in attesa di poter tornare e fare la rivoluzione. Anche attraverso la diffusione clandestina di audiocassette di propaganda, spedite illegalmente dalla Francia e indirizzate alle migliaia di persone che avrebbero poi destituito il sovrano. La rivolta si compì nel febbraio del 1979, 16 anni dopo il suo esilio e dopo un anno in cui assunse la direzione politico-spirituale del movimento di opposizione che fece cadere i Pahlavi.

Alla base della rivoluzione che trasformò l’Iran non ci fu soltanto la religione, ma anche la necessità di un cambiamento radicale della società, schiacciata delle politiche repressive e anti-islamiche del sovrano. L’Iran degli anni Settanta era un Paese fortemente disomogeneo, attraversato da pesanti crisi strutturali e una congiuntura economica sfavorevole (anche perché, in quel momento, Pahlavi era solo e politicamente isolato). Khomeini, comunque, non fu l’unico ideologo di quella trasformazione, ma il cosiddetto “clero combattente” (definizione che l’altro teorico della rivoluzione Ali Shariati diede al gruppo di religiosi che dimostrava di avere piena consapevolezza della propria funzione politica) si identificò subito in lui e nei suoi seguaci. La Rivoluzione islamica, però, fu prima di tutto una rivoluzione popolare, all’interno della quale si muovevano meccanismi molto diversi. Tra gli oppositori dei Pahlavi, infatti, non c’era soltanto l’ayatollah Khomeini, ma anche il Fronte nazionale e i Democratico-liberali, il partito comunista Tudeh, i Socialisti islamici, gli Islamisti progressisti e, infine, le correnti islamico-riformiste.

Tuttavia, il ruolo centrale di guida di quella rivoluzione lo assunse comunque Khomeini. Le prime sommosse, tra la fine del 1978 e l’inizio del 1979, misero in fuga Mohammad Reza Pahlavi, che lasciò temporaneamente l’Iran. Lo shah nominò nuovo primo ministro Shapur Bakhtiar, un liberale democratico. Ma il suo governo, disconosciuto da tutte le opposizioni, cadde in poco tempo, travolto dall’ondata di proteste popolari. Pahlavi lasciò definitivamente il Paese il 16 gennaio 1979, permettendo, di fatto, il ritorno di Khomeni, che venne riportato in Iran dalla Francia il 1° febbraio.

In Europa, il religioso sciita aveva creato il Consiglio della Rivoluzione islamica (un organo fondamentale per il successivo controllo del Paese). Pochi giorni dopo, l’ayatollah, rifiutando in un primo momento ogni carica istituzionale, affidò la creazione di un nuovo governo al rappresentante moderato Mehdi Bazargan. Il suo esecutivo non durò sia per le sue posizioni, ritenute troppo liberali, sia perché privo di poteri effettivi, visto che aveva lasciato che il Komiteh (controllato direttamente dal Cri) esercitasse ogni potere. Alla fine del marzo del 1979, un referendum approvava la creazione della Repubblica islamica, con il 98% dei consensi.

Al compimento della rivoluzione, Khomeini non rappresentava soltanto un leader, ma incarnava soprattutto il modello emozionale di guida suprema della rivolta. La sua visione politica era avversata dai liberali, dalle sinistre, ma anche da altri ayatollah moderati, i quali consideravano la sua posizione religiosa come deviata rispetto alla tradizione. Le elezioni successive, però, confermarono le doti carismatiche del leader religioso e all’appuntamento elettorale, infatti, vinsero i candidati khomeinisti. In poco tempo, la rivoluzione che fece sfilare una pluralità di volti e di voci diverse si trasformò in una morsa sempre più stretta. Una volta trionfato, infatti, il clero rivoluzionario di cui si era fatto portavoce Khomeini, si rapportò alla religione in una prospettiva di rigidissima conservazione e di forte controllo nella vita di tutti i cittadini. A ogni livello.


Il khomeinismo arrivò a produrre, nel tempo, una trasformazione così radicale da incidere profondamente sulle coscienze individuali e sulle dinamiche sociali. Il carattere duale della Repubblica islamica, fondato sulla presenza di organi religiosi e politici insieme, permise al clero attivista e militante di occupare le massime cariche istituzionali. Fino a condizionarne l’andamento.

Dopo la cacciata dello shah, Khomeini riformò il Paese e lo divise in due autorità: una civile, costituita da un parlamento e da un presidente eletti democraticamente, ma con funzioni unicamente amministrative, e una religiosa, che l’ayatollah guidò personalmente per dieci anni e cui era possibile accedere soltanto per cooptazione. Dall’ascesa del leader religioso sciita nel Paese, l’autorità religiose detiene il reale potere politico dello Stato, supervisionando e controllando tutto. Dagli organi amministrativi, fino alla giustizia.

Il primo risultato dopo la rivoluzione fu la sospensione o la limitazione di alcune libertà individuali (come la libertà di culto, di stampa e di pensiero), ma anche il divieto di divorziare o di interrompere volontariamente una gravidanza. L’evidenza più tangibile delle trasformazioni apportate da Khomeini fu l’imposizione alle donne del velo islamico e l’istituzione della pena di morte per adulterio e bestemmia. Così, in breve tempo, Khomeini marginalizzò tutte le altre forze politiche e impose il sistema di governo chiamato velatat-e-faqih, che tradotto significa “governo del giureconsulto”, cioè un esecutivo nel quale veniva riconosciuto il ruolo di guida del giurista islamico sulla comunità di credenti (e non solo).

La fine del grande leader si consumò dentro le mura di una struttura sanitaria, dove terminò la sua vita terrena e, insieme, la sua leggenda. Khomeini, infatti, si ammalò di cancro all’intestino e morì il 3 giugno del 1989, dopo un ricovero di 11 giorni in ospedale. Si dice che ai funerali pubblici della Guida suprema parteciparono più di tre milioni di persone, che si accalcarono pur di toccare la bara di legno dove era contenuto suo corpo. Le esequie, in forma privata, si tennero due giorni dopo e la salma di Khomeini venne trasportata e tumulata in un mausoleo esterno al cimitero di Behesht-e-Zahra, a Teheran. Ancora oggi, in rete, è possibile trovare reperti video che testimoniano gli ultimi istanti di vita della Guida suprema, che giace sul letto, avvolto da due cuscini e un lenzuolo bianco.

Attorno a lui si alternano uomini, donne, familiari, medici e religiosi. Ma anche un canto, incessante, che trasforma l’agonia di Khomeini in un rito che resta cristallizzato nel tempo.
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La Persia non islamica cova sotto all'Iran nazi maomettano

Messaggioda Berto » mar feb 18, 2020 6:44 am

Le tombe di Ester e Mordechai in Iran

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 6344685043

A pochi giorni dalla festività ebraica di Purim, l’autorità iraniana ha dichiarato di voler distruggere le tombe di Ester e Mordechai custodite nel distretto di Hamadan, per poter costruire il consolato “palestinese”!


Commenti

Marco Mugnaini
Se lo fanno.
Allora costruiamo una bel parco per bambini sulla spianata delle moschea

Julio Buenaventura Durruti
Dico solo che nella rispettosa Persia Safawide mai uno scempio del genere sarebbe solo stato pensato.
Abbas il grande dovrebbe rivoltarsi nella tomba.

Amir Sabet Azar
Julio Buenaventura Durruti ma scusa, che cosa c'entra questo con Safawide o Abbas?

Paolo Croci
Forse farebbero bene a rileggersi la Meghillat Ester e vedere che fine fa Aman...

Luca Giacomelli
Saul non obbedì al Signore che aveva chiesto lo sterminio degli Amalechiti e dal loro resto sorse il crudele Aman che bramava la morte di tutti gli Ebrei.
Ester li salvò con Mordechai e condannò Aman alla punizione.
La storia continua.....ma Adonai non permetterà questo scempio, statene certi




Gino Quarelo
Mi viene spontaneo chiedermi come mai gli iraniani nazi maomettani non hanno mai pensato di abbattere
la Torre Azadi che per loro sarebbe un monumento pagano?

In Afganistan hanno abbattuto i Budda,
https://www.adnkronos.com/aki-it/cultur ... i3AAN.html
in Irak hanno abbattuto i resti archeologici di Ninive
https://www.repubblica.it/esteri/2016/0 ... 148613528/
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La Persia non islamica cova sotto all'Iran nazi maomettano

Messaggioda Berto » mar feb 18, 2020 8:34 pm

Quella missione segreta a Riad che potrebbe cambiare il Medio oriente
Emanuel Pietrobon
18 febbraio 2020

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Il partenariato strategico fra Arabia Saudita e Israele in chiave anti-iraniana, e in esteso anti-turca, rappresenta ormai una realtà consolidata, nonostante i vertici politici e diplomatici dei due Paesi continuino a negarne l’esistenza e i rapporti bilaterali siano ancora ufficialmente congelati. Sullo sfondo delle crescenti indiscrezioni di un possibile incontro fra Benjamin Netanyahu e Mohammad bin Salman, puntualmente smentite, la scorsa settimana è avvenuto un evento storico: una delegazione di ebrei americani è sbarcata a Riad per discutere delle relazioni internazionali nella regione e di Teheran.


La missione

La scorsa settimana, da lunedì a giovedì, la capitale saudita è stata visitata da alcuni esponenti di primo piano della Conferenza dei presidenti, l’organizzazione-ombrello che dal 1956 riunisce i principali gruppi di pressione, entità e associazioni dell’ebraismo statunitense, fungendo da intermediario fra loro e la Casa Bianca. La notizia è stata diffusa soltanto a viaggio concluso, grazie ad una “soffiata” arrivata alla Jewish Telegraphic Agency.

Si tratta di un evento storico: era dal 1993 che esponenti del mondo ebraico non entravano in Arabia Saudita, ossia da quando il Congresso ebraico americano inviò una delegazione nel contesto dei negoziati che avrebbero portato di lì a poco agli accordi di Oslo.

Non è dato sapere il numero esatto dei componenti della missione e, quindi, neanche i rappresentanti di quali organizzazioni hanno partecipato; ma è confermato che fosse presente interamente la dirigenza, composta dal presidente Arthur Stark, dal vice-presidente Malcolm Hoenlein e dall’amministratore delegato William Daroff. I tre sono stati guidati da un’agenda molto fitta e hanno avuto incontri di alto livello con membri della famiglia reale e con il segretario generale della Lega musulmana mondiale, Mohammed al-Issa.

La quattro giorni di Riad è stata l’occasione per ribadire la vicinanza di Israele e degli Stati Uniti all’Arabia Saudita nella sua lotta contro l’Iran, ritenuto il motivo principale dell’instabilità regionale e della proliferazione del terrorismo. Preoccupazione è stata espressa anche per quanto riguarda il programma nucleare di Teheran – che potrebbe spianare la strada verso la costruzione dell’atomica – uno scenario che si vuole assolutamente impedire.


Un evento storico

Come sostiene la Jewish Telegraphic Agency, il fatto che le autorità saudite abbiano dato luce verde all’arrivo della delegazione è il segno di un profondo mutamento dei tempi. La Conferenza dei presidenti, infatti, è una delle più importanti entità al servizio di Israele a Washington e i suoi membri, strenui difensori del sionismo più spinto, sono noti per le posizioni oltranziste sulle colonie ebraiche in Cisgiordania e sulla questione palestinese, ad esempio, e per il forte supporto verso Donald Trump.

L’arrivo della Conferenza dei Presidenti a Riad è significativo anche per un’altra ragione: fino all’anno scorso il dossier Israele-Arabia Saudita era stato portato avanti in maniera esclusiva dalla lobby evangelica. L’influente lobbista israeliano-statunitense Joel Rosenberg aveva guidato due missioni diplomatiche nel Paese nel novembre 2018 e a settembre dell’anno scorso, sempre per discutere di Iran, ed era stato seguito da politici repubblicani e reverendi, ma in nessun caso da esponenti del mondo ebraico. In pratica, ciò che sta accadendo è che con l’approfondirsi del partenariato viene meno anche la necessità di fare ricorso agli intermediari, gli evangelici in questo caso.

La visita della settimana passata simboleggia lo stato di avanzamento del dialogo bilaterale fra Riad e Tel Aviv, al di là del negazionismo delle leadership dei due Paesi, e avviene sullo sfondo di altri eventi altrettanto meritevoli di attenzione che stanno rivoluzionando la società saudita, come la graduale rimozione degli insegnamenti antisemiti dai curricula scolastici negli ultimi tre anni e i crescenti tentativi di condizionare idee e pensieri dell’opinione pubblica per mezzo della letteratura, dei media, degli intellettuali e dei personaggi pubblici. La fine del disgelo e lo ristabilimento dei rapporti diplomatici ufficiali potrebbero essere alle porte.
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