Re: Serbia e Kosovo come la Russia e l'Ucraina? No!
Inviato: dom ago 07, 2022 6:34 pm
3)
Storia dell'area e il secolare conflitto nei Balcani con l'imperialismo nazimaomettano ottomano.
Confronto con la Spagna che si è liberata del nazismo maomettano, come pure la Sicilia e Malta.
Storia del Kosovo
https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_del_Kosovo
L'area geografica del Kosovo fece parte in età antica dell'Impero macedone ed anche dell'Impero Romano. Con l'indebolimento dell'Impero bizantino, pur conservando l’assetto sociale e culturale proto-albanese, esso venne colonizzato dagli slavi e divenne parte dell'Impero Bulgaro e poi divenne parte del regno medievale di Serbia e dell'Impero serbo. Con la frammentazione di questo, e la sconfitta nella Battaglia della Piana dei Merli nel 1389, il Kosovo passò sotto dominio ottomano per cinquecento anni. Con le guerre balcaniche del 1912-13, esso venne annesso al Regno di Serbia, assieme al quale fu parte poi della Jugoslavia nel '900. A seguito della guerra del Kosovo (1998-99), il territorio è stato liberato dalla guerra di Uçk e posto sotto amministrazione ONU. La Repubblica del Kosovo si è autoproclamata indipendente nel 2008 ed è oggi riconosciuta da 22 su 27 degli stati membri ONU.
La successiva storia politica e demografica del Kosovo non è conosciuta con assoluta certezza fino al XIII secolo. I reperti archeologici suggeriscono che ci sia stata una veloce ripresa della popolazione e un progresso della stessa cultura slava conosciuta altrove nei Balcani. La regione venne assorbita nel primo impero bulgaro attorno all'anno 850, con il consolidamento del cristianesimo e della cultura slavo-bizantina. Venne riconquistata dai bizantini dopo il 1018 e divenne parte del nuovo thema di Bulgaria. In quanto centro di resistenza slava a Costantinopoli nella penisola, la regione cambiò spesso mano tra serbi e bulgari da una parte e Bisanzio dall'altra, fino a che il principe serbo Stefan Nemanja se ne assicurò il controllo alla fine del XII secolo.
La principessa e storica bizantina Anna Comnena scrive dei "serbi" come abitanti principali della regione, identificata come "Dalmazia orientale" e "ex Mesia Superiore", alla fine dell'XI secolo. I primi riferimenti ad Albanesi vengono da Michael Attaleiates, che parla degli "arbanitai" situati nel 1078 attorno al distretto di Dyrrachium (Durazzo). Fu in questa fase che queste genti cominciarono ad essere individuate dai propri vicini con il nome di "albanesi", che ne designava anche la lingua. Dopo la caduta dell'impero bulgaro a opera dei bizantini, gli albanesi, così ormai designati a Bisanzio e cristianizzati, divennero tributari di Basilio II e quindi alleati dell'Impero Romano d'Oriente.
La Serbia a quell'epoca non era ancora un regno unificato: un certo numero di piccoli principati (Župan) serbi esisteva a nord e a ovest del Kosovo, i più potenti dei quali erano la Rascia (zona centrale della moderna Serbia) e la Doclea o Dioclea (Montenegro e nord dell'Albania). Questi principati erano spesso in lotta con l'Impero. Nel 1180 circa, il signore serbo Stefano Nemanja prese il controllo della Doclea e di parte del Kosovo. Il suo successore, Stefano Prvovenčani assunse il controllo del resto del Kosovo dal 1216, creando in tal modo uno Stato che incorporò la maggior parte dell'area che costituisce oggi Serbia e Montenegro, regolato in base al Canone di San Sava (Zakonopravilo).[senza fonte]
La composizione etnica della popolazione del Kosovo durante questo periodo è oggetto di controversia fra gli storici serbi e albanesi. L'identità etnica nel Medioevo fu in qualche misura un elemento fluido in tutta l'Europa e la gente di quel tempo non sembra aver definito se stessa in modo rigido come gruppo etnico. Quanti appaiono di etnia serba sembra siano stati la popolazione culturalmente e linguisticamente dominante, e furono probabilmente anche la maggioranza demografica: lo prova la carta di fondazione di Dečani, il più antico dei pochi documenti esistenti, che è però del 1330, almeno cento anni dopo l'inizio della dominazione serba e conseguente possibile assimilazione.[senza fonte]
Nel XIII e XIV secolo, il Kosovo divenne centro politico e spirituale del regno serbo. Alla fine del XIII secolo, la sede dell'arcivescovato serbo venne spostata a Peć, mentre i sovrani della dinastia Nemanjić si spostavano tra Pristina,[senza fonte] Prizren e Skopje.[13] Nello stesso periodo, centinaia di chiese, monasteri (quali quelli di Gračanica e Visoki Dečani) e roccaforti feudali vennero costruite.[14] Il Kosovo fu economicamente importante, come pure la città principale del Kosovo moderno, Pristina, fu un rilevante centro commerciale sulle strade che conducevano ai porti del mar Adriatico. Del pari, l'attività mineraria ebbe grande importanza a Novo Brdo e Janjevo. Le comunità sassoni che agivano in quei luoghi provenivano dalle regioni minerarie della Sassonia e dalla città mercantile di Ragusa.[senza fonte]
L'apice del potere serbo nella regione venne raggiunto nel 1346 con la formazione dell'Impero serbo e l'incoronazione di Stefano Dušan a zar dei serbi, vlachi, greci e albanesi. Tuttavia, alla sua morte nel 1355 e ancor più a partire dal 1371 l'impero serbo si frammentò in una serie di principati feudali. Il Kosovo divenne terra ereditaria dei casati Mrnjavčević[senza fonte] e Branković. Nel tardo XIV e XV secolo parti del Kosovo, spingendosi ad est fino a Pristina, fecero parte del principato di Dukagjini, in seguito incorporato nella federazione anti-ottomana di tutti i principati albanesi, la Lega di Lezhë.[15] Ciò si verificò in concomitanza con la prima espansione ottomana nei Balcani: l'Impero ottomano colse l'opportunità offertagli dalla debolezza greca e serba e invase quei territori.
LA STORIA DEL KOSOVO
http://www.italia-liberazione.it/novece ... denti.html
Nel 1877-78 avviene un'espulsione forzata dalla valle della Morava, nella Serbia meridionale, di albanesi, che riparano nel Kosovo, che i Serbi abbandonano volontariamente.
Nel Kosovo nel 1903 la popolazione serba è intorno al 25%. Nel 1912, al momento del declino dell'Impero ottomano, il Kosovo, con una forte maggioranza di popolazione albanese, è assoggettato dai Serbi, con il declino dell'Impero Ottomano.
Nel 1918 si crea lo Stato jugoslavo, detto Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni (compreso il Montenegro) attraverso un accordo tra slavi, ma le tensioni in Kosovo rimangono.
Molti Serbi, sostenuti dal governo jugoslavo, vanno ad abitare in Kosovo, da dove sono espulsi dall'esercito italiano di occupazione durante la seconda guerra mondiale. Alla fine della guerra Tito ripristina il controllo serbo riconoscendo comunque spazi di autonomia agli albanesi con la Costituzione del 1974, che è revocata da Milosevic nel 1989.
Nel settembre del 1990 viene autoproclamata la Repubblica del Kosovo, a seguito di un referendum non autorizzato sull'indipendenza della provincia. Il leader Ibrahim Rugova, capo della Lega Democratica Kosovara (LDK), invita alla resistenza passiva. Si attua una specie di struttura albanese parallela ai poteri serbi: si designano deputati, si istituiscono scuole dalle elementari all'università. Gli albanesi all'estero mandano finanziamenti regolari (almeno il 3% dei redditi). Si sviluppano piccole imprese private, agricole e commerciali.
Dopo le guerre di Croazia e di Bosnia, riprendono i disordini nella provincia del Kosovo. all'inizio del 1996 si effettuano atti terroristici dell'Esercito di Liberazione del Kosovo (UCK). Avvengono scontri tra gli albanesi, le forze dell'ordine e civili serbi. Si contano morti.
Autunno del 1996: viene firmato tra Rugova e Milosevic un accordo sul sistema scolastico, però senza grandi risultati. Cresce la tensione e le divisioni tra albanesi sulle strategie da seguire: a Rugova si oppone Adem Demaci, sostenitore della lotta armata.
Marzo '98: L'UCK, che fa azioni di guerriglia da due anni, uccide due poliziotti serbi. La risposta è il Massacro di Drenica (8 marzo), circa 80 morti, anche donne e bambini. E' una rappresaglia contro il clan albanese di Jashari, uno dei capi dell'UCK. Si registra una forte reazione degli albanesi kosovari, emigrati all'estero.
La tassa per la patria, versata dagli emigranti kosovari al partito di Rugova, dopo il massacro, viene devoluta ai capi dell'UCK.
L'UCK riceve aiuti militari e coperture dall'Albania, dove ha attivato campi di addestramento.
Per limitare il movimento di armi in Albania e tendere al disarmo si effettua la Missione Alba e la Missione dell'Onu.
Rugova, con un'elezione plebiscitaria, viene eletto presidente dell'autoproclamata repubblica del Kosovo.
Primavera '98: Escalation del conflitto etnico in Kosovo. Interviene il Gruppo di contatto (Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia) nel tentativo di contenere una probabile guerra. L'iniziativa risulta inefficace.
Maggio '98: Gli Usa assumono un'iniziativa diplomatica, inviando Holbrooke, protagonista dell'accordo di Dayton per la Bosnia. Sollecitato dagli Usa, si apre a Belgrado un tavolo di negoziato tra Rugova e Milosevic, il quale tenta di mantenere il Kosovo come una questione di politica interna. In questa fase l'UCK non è legittimato politicamente.
Fine giugno'98: L'UCK avvia rapporti con la Nato e l'Onu. L'UCK propaganda un massacro inesistente, parlando di 500 fossi comuni a Orahovac, smentito dalla missione di osservatori dell'Unione Europea. L'UCK tende a fare del Kosovo una priorità mondiale.
23 settembre '98: Il Consiglio di sicurezza dell'Onu adotta una risoluzione per fermare i combattimenti in corso.
Fine settembre '98: Si aggrava il problema di profughi kosovari (circa 250.000) a seguito di repressioni serbe e il problema si pone sulla scena internazionale. Si profila la prospettiva dell'intervento Nato contro i serbi e si sviluppa una campagna di media negli Usa. Il sostegno degli Usa all'UCK provoca un'accelerazione verso la guerra.
In questa fase lavorano in Kosovo 2000 osservatori disarmati Osce e molte organizzazioni umanitarie, provocando una riduzione della violenza e un allentamento del controllo serbo.
Si estende l'iniziativa militare dell'UCK.
Gennaio '99: Massacro di Racak, effettuato dai serbi con 45 vittime, orribilmente mutilate. Si costruisce una grande campagna mediatica contro i serbi. Il Gruppo di contatto impone il negoziato di Rambouillet. La delegazione kosovara è guidata dal capo dell'UCK, con Rugova in secondo piano. Non viene raggiunto l'accordo perché non si parla esplicitamente di indipendenza del Kosovo.
15 marzo '99: A Parigi l'UCK firma l'accordo, non controfirmato dai serbi, che prevede l'occupazione militare del Kosovo da parte dell'Onu o della Nato. L'UCK chiede l'intervento aereo della Nato.
23 marzo '98: Viene dato ordine di effettuare il primo raid aereo della Nato.
Kosovo
???
https://it.wikipedia.org/wiki/Kosovo
L'area dell'attuale Kosovo fece parte in età antica dell'Impero macedone e dell'Impero Romano. Con l'indebolimento dell'Impero bizantino, esso venne colonizzato dagli slavi (...) e divenne parte del regno medievale di Serbia e dell'Impero serbo. Con la frammentazione di questo, e la sconfitta nella Battaglia della Piana dei Merli nel 1389, il Kosovo passò sotto dominio ottomano per cinquecento anni. Con le guerre balcaniche del 1912-13, esso venne riannesso al Regno di Serbia, assieme al quale partecipò alla storia della Jugoslavia nel '900. A seguito della guerra del Kosovo (1998-99), il territorio è stato sottratto al controllo serbo e posto sotto amministrazione ONU. La Repubblica del Kosovo si è autoproclamata indipendente nel 2008 ed è oggi riconosciuta da circa la metà degli stati membri ONU.
L'area, nota come parte della Dardania, abitata dai dardani e caratterizzata in epoca antica da un livello sempre molto scarso di urbanizzazione e di penetrazione della civiltà classica, fu occupata da Alessandro Magno nel IV secolo a.C.. Conquistata da Roma nell'anno 160 a.C. e incorporata nella provincia romana dell'Illirico e poi della Mesia superiore, a partire dal IV secolo, l'area del Kosovo, ormai in gran parte romanizzata, venne integrata nella Provincia di Dardania dell'Impero Bizantino.
Con l'allentarsi dell'autorità e del controllo di Bisanzio sull'entroterra balcanico, la regione rimase esposta alle migrazioni slave del VI e VII secolo dall'Europa orientale. Archeologicamente, il primo Medio Evo rappresenta uno iato nei reperti, e qualunque cosa fosse rimasto delle popolazioni native della regione si fuse con le nuove popolazioni slave.
Storia medievale
La successive storia politica e demografica del Kosovo non è conosciuta con assoluta certezza fino al XIII secolo. I reperti archeologici suggeriscono che ci sia stata una veloce ripresa della popolazione e un progresso della stessa cultura slava conosciuta altrove nei Balcani. La regione venne assorbita nel Primo Impero bulgaro attorno all'anno 850, con il consolidamento del cristianesimo e della cultura slavo-bizantina. Venne riconquistata dai bizantini dopo il 1018 e divenne parte del nuovo thema di Bulgaria. In quanto centro di resistenza slava a Costantinopoli nella penisola, la regione cambiò spesso mano tra serbi e bulgari da una parte e Bisanzio dall'altra, fino a che il principe serbo Stefan Nemanja se ne assicurò il controllo verso l'anno 1180. Il suo successore, Stefano Prvovenčani assunse il controllo del resto del Kosovo dal 1216, creando in tal modo uno Stato che incorporò la maggior parte dell'area che costituisce oggi Serbia e Montenegro, regolato in base al Canone di San Sava (Zakonopravilo).[senza fonte] Nel XIII e XIV secolo, il Kosovo divenne centro politico e spirituale del regno serbo, con la sede dell'arcivescovato serbo a Pec e la corte dei Nemanjić tra Prizren e Skopje. Nello stesso periodo, centinaia di chiese, monasteri (quali quelli di Gračanica e Visoki Dečani) e roccaforti feudali vennero costruite.
L'apice del potere serbo nella regione venne raggiunto nel 1346 con la formazione dell'Impero Serbo e l'incoronazione di Stefano Dušan. Tuttavia, alla sua morte nel 1355 e ancor più a partire dal 1371 l'impero serbo si frammentò in una serie di principati feudali. Il Kosovo divenne terra ereditaria dei casati Mrnjavčević[senza fonte] e Branković. Nel tardo XIV e XV secolo parti del Kosovo, spingendosi ad est fino a Pristina, fecero parte del principato di Dukagjini, in seguito incorporato nella federazione anti-ottomana di tutti i principati albanesi, la Lega di Lezhë.
La questione kossovara è complessa e diversa
https://it.wikipedia.org/wiki/Kosovo
Il Kossovo fece parte dei domini di Alessandro Magno, poi dell'impero romano e poi dell'impero bizzantino e fu sempre vicino all'Albania.
Fu interessato a migrazioni di slavi e dominio bulgaro e serbo con vari passaggi di mano, ritornando di nuovo anche sotto Bisanzio;
Il Kossovo divenne parte dell'Impero ottomano (1478-1912) circa 450 anni
Per cinquecento anni gran parte dei Balcani furono governati dai turchi ottomani.
Popolazione: nel XX secolo gli albanesi kossovari sono arrivati a oltre il 90% della popolazione
Lo status costituzionale del Kosovo nella Jugoslavia titina era quello di provincia autonoma della Serbia (come la Voivodina), uno status di grande autonomia (dal 1963 e soprattutto dal 1974) ma non paritario con le sei repubbliche costituenti (Slovenia, Croazia, Bosnia, Serbia, Montenegro, Macedonia) le quali avevano il diritto costituzionale di secessione. Il periodo socialista vide la crescita della popolazione albanese, che triplicò passando dal 75% a oltre il 90% del totale. Quella serba invece ristagnava, calando dal 15% all'8%.
Con questi numeri i serbi e la Serbia si sono trovati in estrema difficoltà nel contesto dei rapporti internazionali;
al massimo potrebbero ottenere la secessione del Kossovo serbo.
Le politiche americana ed europea non potevano non tenere conto anche dei dati numerici etnici che in queste controversie etnico-politico-religiose sono basilari anche per il diritto internazionale.
Anche in Catalogna i numeri contano e la maggioranza catalana indipendentista non supera il 50% e purtroppo con questi numeri sorgono i problemi e si giustifica l'intervento della Spagna che a livello europeo e internazionale non viene perciò contrastata e condannata. Diverso sarebbe se i catalani indipendentisti fossero il 60% e oltre.
Pare impossibile ma i numeri contano, politicamente contano assai.
Storia dell'area e il secolare conflitto nei Balcani con l'imperialismo nazimaomettano ottomano.
Confronto con la Spagna che si è liberata del nazismo maomettano, come pure la Sicilia e Malta.
Storia del Kosovo
https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_del_Kosovo
L'area geografica del Kosovo fece parte in età antica dell'Impero macedone ed anche dell'Impero Romano. Con l'indebolimento dell'Impero bizantino, pur conservando l’assetto sociale e culturale proto-albanese, esso venne colonizzato dagli slavi e divenne parte dell'Impero Bulgaro e poi divenne parte del regno medievale di Serbia e dell'Impero serbo. Con la frammentazione di questo, e la sconfitta nella Battaglia della Piana dei Merli nel 1389, il Kosovo passò sotto dominio ottomano per cinquecento anni. Con le guerre balcaniche del 1912-13, esso venne annesso al Regno di Serbia, assieme al quale fu parte poi della Jugoslavia nel '900. A seguito della guerra del Kosovo (1998-99), il territorio è stato liberato dalla guerra di Uçk e posto sotto amministrazione ONU. La Repubblica del Kosovo si è autoproclamata indipendente nel 2008 ed è oggi riconosciuta da 22 su 27 degli stati membri ONU.
La successiva storia politica e demografica del Kosovo non è conosciuta con assoluta certezza fino al XIII secolo. I reperti archeologici suggeriscono che ci sia stata una veloce ripresa della popolazione e un progresso della stessa cultura slava conosciuta altrove nei Balcani. La regione venne assorbita nel primo impero bulgaro attorno all'anno 850, con il consolidamento del cristianesimo e della cultura slavo-bizantina. Venne riconquistata dai bizantini dopo il 1018 e divenne parte del nuovo thema di Bulgaria. In quanto centro di resistenza slava a Costantinopoli nella penisola, la regione cambiò spesso mano tra serbi e bulgari da una parte e Bisanzio dall'altra, fino a che il principe serbo Stefan Nemanja se ne assicurò il controllo alla fine del XII secolo.
La principessa e storica bizantina Anna Comnena scrive dei "serbi" come abitanti principali della regione, identificata come "Dalmazia orientale" e "ex Mesia Superiore", alla fine dell'XI secolo. I primi riferimenti ad Albanesi vengono da Michael Attaleiates, che parla degli "arbanitai" situati nel 1078 attorno al distretto di Dyrrachium (Durazzo). Fu in questa fase che queste genti cominciarono ad essere individuate dai propri vicini con il nome di "albanesi", che ne designava anche la lingua. Dopo la caduta dell'impero bulgaro a opera dei bizantini, gli albanesi, così ormai designati a Bisanzio e cristianizzati, divennero tributari di Basilio II e quindi alleati dell'Impero Romano d'Oriente.
La Serbia a quell'epoca non era ancora un regno unificato: un certo numero di piccoli principati (Župan) serbi esisteva a nord e a ovest del Kosovo, i più potenti dei quali erano la Rascia (zona centrale della moderna Serbia) e la Doclea o Dioclea (Montenegro e nord dell'Albania). Questi principati erano spesso in lotta con l'Impero. Nel 1180 circa, il signore serbo Stefano Nemanja prese il controllo della Doclea e di parte del Kosovo. Il suo successore, Stefano Prvovenčani assunse il controllo del resto del Kosovo dal 1216, creando in tal modo uno Stato che incorporò la maggior parte dell'area che costituisce oggi Serbia e Montenegro, regolato in base al Canone di San Sava (Zakonopravilo).[senza fonte]
La composizione etnica della popolazione del Kosovo durante questo periodo è oggetto di controversia fra gli storici serbi e albanesi. L'identità etnica nel Medioevo fu in qualche misura un elemento fluido in tutta l'Europa e la gente di quel tempo non sembra aver definito se stessa in modo rigido come gruppo etnico. Quanti appaiono di etnia serba sembra siano stati la popolazione culturalmente e linguisticamente dominante, e furono probabilmente anche la maggioranza demografica: lo prova la carta di fondazione di Dečani, il più antico dei pochi documenti esistenti, che è però del 1330, almeno cento anni dopo l'inizio della dominazione serba e conseguente possibile assimilazione.[senza fonte]
Nel XIII e XIV secolo, il Kosovo divenne centro politico e spirituale del regno serbo. Alla fine del XIII secolo, la sede dell'arcivescovato serbo venne spostata a Peć, mentre i sovrani della dinastia Nemanjić si spostavano tra Pristina,[senza fonte] Prizren e Skopje.[13] Nello stesso periodo, centinaia di chiese, monasteri (quali quelli di Gračanica e Visoki Dečani) e roccaforti feudali vennero costruite.[14] Il Kosovo fu economicamente importante, come pure la città principale del Kosovo moderno, Pristina, fu un rilevante centro commerciale sulle strade che conducevano ai porti del mar Adriatico. Del pari, l'attività mineraria ebbe grande importanza a Novo Brdo e Janjevo. Le comunità sassoni che agivano in quei luoghi provenivano dalle regioni minerarie della Sassonia e dalla città mercantile di Ragusa.[senza fonte]
L'apice del potere serbo nella regione venne raggiunto nel 1346 con la formazione dell'Impero serbo e l'incoronazione di Stefano Dušan a zar dei serbi, vlachi, greci e albanesi. Tuttavia, alla sua morte nel 1355 e ancor più a partire dal 1371 l'impero serbo si frammentò in una serie di principati feudali. Il Kosovo divenne terra ereditaria dei casati Mrnjavčević[senza fonte] e Branković. Nel tardo XIV e XV secolo parti del Kosovo, spingendosi ad est fino a Pristina, fecero parte del principato di Dukagjini, in seguito incorporato nella federazione anti-ottomana di tutti i principati albanesi, la Lega di Lezhë.[15] Ciò si verificò in concomitanza con la prima espansione ottomana nei Balcani: l'Impero ottomano colse l'opportunità offertagli dalla debolezza greca e serba e invase quei territori.
LA STORIA DEL KOSOVO
http://www.italia-liberazione.it/novece ... denti.html
Nel 1877-78 avviene un'espulsione forzata dalla valle della Morava, nella Serbia meridionale, di albanesi, che riparano nel Kosovo, che i Serbi abbandonano volontariamente.
Nel Kosovo nel 1903 la popolazione serba è intorno al 25%. Nel 1912, al momento del declino dell'Impero ottomano, il Kosovo, con una forte maggioranza di popolazione albanese, è assoggettato dai Serbi, con il declino dell'Impero Ottomano.
Nel 1918 si crea lo Stato jugoslavo, detto Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni (compreso il Montenegro) attraverso un accordo tra slavi, ma le tensioni in Kosovo rimangono.
Molti Serbi, sostenuti dal governo jugoslavo, vanno ad abitare in Kosovo, da dove sono espulsi dall'esercito italiano di occupazione durante la seconda guerra mondiale. Alla fine della guerra Tito ripristina il controllo serbo riconoscendo comunque spazi di autonomia agli albanesi con la Costituzione del 1974, che è revocata da Milosevic nel 1989.
Nel settembre del 1990 viene autoproclamata la Repubblica del Kosovo, a seguito di un referendum non autorizzato sull'indipendenza della provincia. Il leader Ibrahim Rugova, capo della Lega Democratica Kosovara (LDK), invita alla resistenza passiva. Si attua una specie di struttura albanese parallela ai poteri serbi: si designano deputati, si istituiscono scuole dalle elementari all'università. Gli albanesi all'estero mandano finanziamenti regolari (almeno il 3% dei redditi). Si sviluppano piccole imprese private, agricole e commerciali.
Dopo le guerre di Croazia e di Bosnia, riprendono i disordini nella provincia del Kosovo. all'inizio del 1996 si effettuano atti terroristici dell'Esercito di Liberazione del Kosovo (UCK). Avvengono scontri tra gli albanesi, le forze dell'ordine e civili serbi. Si contano morti.
Autunno del 1996: viene firmato tra Rugova e Milosevic un accordo sul sistema scolastico, però senza grandi risultati. Cresce la tensione e le divisioni tra albanesi sulle strategie da seguire: a Rugova si oppone Adem Demaci, sostenitore della lotta armata.
Marzo '98: L'UCK, che fa azioni di guerriglia da due anni, uccide due poliziotti serbi. La risposta è il Massacro di Drenica (8 marzo), circa 80 morti, anche donne e bambini. E' una rappresaglia contro il clan albanese di Jashari, uno dei capi dell'UCK. Si registra una forte reazione degli albanesi kosovari, emigrati all'estero.
La tassa per la patria, versata dagli emigranti kosovari al partito di Rugova, dopo il massacro, viene devoluta ai capi dell'UCK.
L'UCK riceve aiuti militari e coperture dall'Albania, dove ha attivato campi di addestramento.
Per limitare il movimento di armi in Albania e tendere al disarmo si effettua la Missione Alba e la Missione dell'Onu.
Rugova, con un'elezione plebiscitaria, viene eletto presidente dell'autoproclamata repubblica del Kosovo.
Primavera '98: Escalation del conflitto etnico in Kosovo. Interviene il Gruppo di contatto (Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia) nel tentativo di contenere una probabile guerra. L'iniziativa risulta inefficace.
Maggio '98: Gli Usa assumono un'iniziativa diplomatica, inviando Holbrooke, protagonista dell'accordo di Dayton per la Bosnia. Sollecitato dagli Usa, si apre a Belgrado un tavolo di negoziato tra Rugova e Milosevic, il quale tenta di mantenere il Kosovo come una questione di politica interna. In questa fase l'UCK non è legittimato politicamente.
Fine giugno'98: L'UCK avvia rapporti con la Nato e l'Onu. L'UCK propaganda un massacro inesistente, parlando di 500 fossi comuni a Orahovac, smentito dalla missione di osservatori dell'Unione Europea. L'UCK tende a fare del Kosovo una priorità mondiale.
23 settembre '98: Il Consiglio di sicurezza dell'Onu adotta una risoluzione per fermare i combattimenti in corso.
Fine settembre '98: Si aggrava il problema di profughi kosovari (circa 250.000) a seguito di repressioni serbe e il problema si pone sulla scena internazionale. Si profila la prospettiva dell'intervento Nato contro i serbi e si sviluppa una campagna di media negli Usa. Il sostegno degli Usa all'UCK provoca un'accelerazione verso la guerra.
In questa fase lavorano in Kosovo 2000 osservatori disarmati Osce e molte organizzazioni umanitarie, provocando una riduzione della violenza e un allentamento del controllo serbo.
Si estende l'iniziativa militare dell'UCK.
Gennaio '99: Massacro di Racak, effettuato dai serbi con 45 vittime, orribilmente mutilate. Si costruisce una grande campagna mediatica contro i serbi. Il Gruppo di contatto impone il negoziato di Rambouillet. La delegazione kosovara è guidata dal capo dell'UCK, con Rugova in secondo piano. Non viene raggiunto l'accordo perché non si parla esplicitamente di indipendenza del Kosovo.
15 marzo '99: A Parigi l'UCK firma l'accordo, non controfirmato dai serbi, che prevede l'occupazione militare del Kosovo da parte dell'Onu o della Nato. L'UCK chiede l'intervento aereo della Nato.
23 marzo '98: Viene dato ordine di effettuare il primo raid aereo della Nato.
Kosovo
???
https://it.wikipedia.org/wiki/Kosovo
L'area dell'attuale Kosovo fece parte in età antica dell'Impero macedone e dell'Impero Romano. Con l'indebolimento dell'Impero bizantino, esso venne colonizzato dagli slavi (...) e divenne parte del regno medievale di Serbia e dell'Impero serbo. Con la frammentazione di questo, e la sconfitta nella Battaglia della Piana dei Merli nel 1389, il Kosovo passò sotto dominio ottomano per cinquecento anni. Con le guerre balcaniche del 1912-13, esso venne riannesso al Regno di Serbia, assieme al quale partecipò alla storia della Jugoslavia nel '900. A seguito della guerra del Kosovo (1998-99), il territorio è stato sottratto al controllo serbo e posto sotto amministrazione ONU. La Repubblica del Kosovo si è autoproclamata indipendente nel 2008 ed è oggi riconosciuta da circa la metà degli stati membri ONU.
L'area, nota come parte della Dardania, abitata dai dardani e caratterizzata in epoca antica da un livello sempre molto scarso di urbanizzazione e di penetrazione della civiltà classica, fu occupata da Alessandro Magno nel IV secolo a.C.. Conquistata da Roma nell'anno 160 a.C. e incorporata nella provincia romana dell'Illirico e poi della Mesia superiore, a partire dal IV secolo, l'area del Kosovo, ormai in gran parte romanizzata, venne integrata nella Provincia di Dardania dell'Impero Bizantino.
Con l'allentarsi dell'autorità e del controllo di Bisanzio sull'entroterra balcanico, la regione rimase esposta alle migrazioni slave del VI e VII secolo dall'Europa orientale. Archeologicamente, il primo Medio Evo rappresenta uno iato nei reperti, e qualunque cosa fosse rimasto delle popolazioni native della regione si fuse con le nuove popolazioni slave.
Storia medievale
La successive storia politica e demografica del Kosovo non è conosciuta con assoluta certezza fino al XIII secolo. I reperti archeologici suggeriscono che ci sia stata una veloce ripresa della popolazione e un progresso della stessa cultura slava conosciuta altrove nei Balcani. La regione venne assorbita nel Primo Impero bulgaro attorno all'anno 850, con il consolidamento del cristianesimo e della cultura slavo-bizantina. Venne riconquistata dai bizantini dopo il 1018 e divenne parte del nuovo thema di Bulgaria. In quanto centro di resistenza slava a Costantinopoli nella penisola, la regione cambiò spesso mano tra serbi e bulgari da una parte e Bisanzio dall'altra, fino a che il principe serbo Stefan Nemanja se ne assicurò il controllo verso l'anno 1180. Il suo successore, Stefano Prvovenčani assunse il controllo del resto del Kosovo dal 1216, creando in tal modo uno Stato che incorporò la maggior parte dell'area che costituisce oggi Serbia e Montenegro, regolato in base al Canone di San Sava (Zakonopravilo).[senza fonte] Nel XIII e XIV secolo, il Kosovo divenne centro politico e spirituale del regno serbo, con la sede dell'arcivescovato serbo a Pec e la corte dei Nemanjić tra Prizren e Skopje. Nello stesso periodo, centinaia di chiese, monasteri (quali quelli di Gračanica e Visoki Dečani) e roccaforti feudali vennero costruite.
L'apice del potere serbo nella regione venne raggiunto nel 1346 con la formazione dell'Impero Serbo e l'incoronazione di Stefano Dušan. Tuttavia, alla sua morte nel 1355 e ancor più a partire dal 1371 l'impero serbo si frammentò in una serie di principati feudali. Il Kosovo divenne terra ereditaria dei casati Mrnjavčević[senza fonte] e Branković. Nel tardo XIV e XV secolo parti del Kosovo, spingendosi ad est fino a Pristina, fecero parte del principato di Dukagjini, in seguito incorporato nella federazione anti-ottomana di tutti i principati albanesi, la Lega di Lezhë.
La questione kossovara è complessa e diversa
https://it.wikipedia.org/wiki/Kosovo
Il Kossovo fece parte dei domini di Alessandro Magno, poi dell'impero romano e poi dell'impero bizzantino e fu sempre vicino all'Albania.
Fu interessato a migrazioni di slavi e dominio bulgaro e serbo con vari passaggi di mano, ritornando di nuovo anche sotto Bisanzio;
Il Kossovo divenne parte dell'Impero ottomano (1478-1912) circa 450 anni
Per cinquecento anni gran parte dei Balcani furono governati dai turchi ottomani.
Popolazione: nel XX secolo gli albanesi kossovari sono arrivati a oltre il 90% della popolazione
Lo status costituzionale del Kosovo nella Jugoslavia titina era quello di provincia autonoma della Serbia (come la Voivodina), uno status di grande autonomia (dal 1963 e soprattutto dal 1974) ma non paritario con le sei repubbliche costituenti (Slovenia, Croazia, Bosnia, Serbia, Montenegro, Macedonia) le quali avevano il diritto costituzionale di secessione. Il periodo socialista vide la crescita della popolazione albanese, che triplicò passando dal 75% a oltre il 90% del totale. Quella serba invece ristagnava, calando dal 15% all'8%.
Con questi numeri i serbi e la Serbia si sono trovati in estrema difficoltà nel contesto dei rapporti internazionali;
al massimo potrebbero ottenere la secessione del Kossovo serbo.
Le politiche americana ed europea non potevano non tenere conto anche dei dati numerici etnici che in queste controversie etnico-politico-religiose sono basilari anche per il diritto internazionale.
Anche in Catalogna i numeri contano e la maggioranza catalana indipendentista non supera il 50% e purtroppo con questi numeri sorgono i problemi e si giustifica l'intervento della Spagna che a livello europeo e internazionale non viene perciò contrastata e condannata. Diverso sarebbe se i catalani indipendentisti fossero il 60% e oltre.
Pare impossibile ma i numeri contano, politicamente contano assai.