Ucraina e Crimea

Ucraina e Crimea

Messaggioda Berto » lun gen 27, 2014 8:37 am

Ucraina e Crimea
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =143&t=464


Alberto Pento
14 maggio 2022
Questo filone sulla Crimea e l'Ucraina l'ho iniziato nel 2014 raccogliendo gli articoli del giornale LIndipendenza che si è rivelato inattendibile, schierato con la Russia di Putin e contro l'Ucraina, in quanto demenzialmente schierato contro la UE, gli USA e la NATO.
Allora ero all'oscuro di tutto e non avrei mai pensato che questo giornale fosse una fonte di disinformazione filo russa e anti occidentale.
Questi scambiavano i russi per democratici e gli ucraini per nazisti ...
Ancora non capivo, 8 anni fa ancora non capivo la storia degli ebrei e l'odio antisemita con le sue calunnie.







L’Ucraina è esplosa! Ma non per essere governata dagli Eurocrati

http://www.lindipendenza.com/lucraina-e ... -eurocrati

di ALESSANDRO VITALE

L’esplosione della situazione politica in Ucraina è diventata oggetto in pochi giorni di una martellante quanto nauseabonda propaganda dell’Europa di Bruxelles e dei suoi più fidati ideologi a tempo pieno.
Si sono schierati in prima fila, non a caso, i giornalisti italiani.
Nella fantasmagorica fiera dell’ipocrisia che ne è scaturita, si sono sentite e lette unanimi espressione ridicole quali: “oppositori filo-europeisti” del governo ucraino, “a Kiev si muore per l’Europa” o “la lotta di martiri dell’Europa” – come se UE e Europa fossero la stessa cosa.
Alla faccia di bronzo non c’è limite. Non solo ricercatori seri che nell’Europa occidentale, negli ultimi quindici anni, avevano previsto l’esplosione di quella pentola a pressione portata a un grado di ebollizione intollerabile e senza sbocchi, soprattutto a causa delle politiche UE, sono stati sbeffeggiati ed emarginati, ma ai danni irreparabili si sono volute aggiungere anche le beffe.

L’UE rimane figlia della guerra fredda.
È nata dalla più antieuropea delle condizioni (la spaccatura bipolare fra Europa Occidentale e Europa Orientale, che è stata la sua stessa ragion d’essere), è proliferata su quella e ha cercato, all’atto del crollo dell’URSS, di mantenerla in vita con tutti i mezzi, facendosi passare per la più fulgida espressione dell’Europa storica, per autolegittimarsi e per non mandare a casa uno sterminato esercito di costosissimi eurocrati.
All’Ucraina è stato sbattuto in faccia un confine eurocomunitario trincerato, sorvegliato da radar e cani, che ha paralizzato i processi spontanei transfrontalieri, iniziati negli anni Novanta, di passaggio di uomini, merci e capitali.
L’ex Presidente Viktor Yushenko ha abolito unilateralmente i visti per i cittadini UE e a distanza di dieci anni non è mai stata rispettata la più elementare regola internazionale della reciprocità.

Anzi: sono peggiorate le condizioni di attraversamento del confine.
L’agricoltura ucraina, che prima della Rivoluzione del ’17 consentiva all’Impero di esportare grano in Canada e negli USA (le fertilissime e immense “terre nere” potrebbero nutrire tre quarti del mondo intero), a vent’anni dalla fine della guerra fredda è ancora paralizzata dall’impossibilità di riprendersi, a causa del protezionismo UE di eurocrati e lobbisti, spaventosamente costoso per i consumatori dell’Europa Occidentale e distruttivo per gli Ucraini.
Quella barriera confinaria inoltre ha favorito, nella fascia occidentale delle Repubbliche ex sovietiche, la permanenza di nomenklature corrotte, padrone dell’economia, la stagnazione politica-economica, la restaurazione del dominio di strutture (come i servizi segreti) che per quasi un secolo hanno devastato l’Ucraina. I rivoltosi ucraini pretendono accordi con l’UE, non certo per finire sotto le mire pianificatorie e socialiste degli eurocrati, ma per vedere finalmente calare quella vergognosa e antistorica barriera (alla quale aveva cercato di opporsi il Parlamento polacco, ricattato da Bruxelles con la minaccia di “non far entrarela Poloniain Europa”) che provoca un disastro nella regione e che sottopone l’Ucraina ai ricatti della nomenklatura russa, favoriti dai legami interrepubblicani creati a tavolino a suo tempo da Stalin, per impedire che le Repubbliche un giorno potessero diventare indipendenti.

La lotta degli Ucraini è contro un governo aberrante, erede del sistema sovietico, favorito da quelle chiusure comunitarie, che emana leggi liberticide e uccide gli oppositori senza pensarci due volte. Nessuno di loro pretende l’associazione all’UE, ma l’abbattimento, mediante accordi elementari, di quel confine-barriera che sta portando l’Ucraina a un ennesimo genocidio per immiserimento.
L’abbattimento di quelle barriere – anche economiche – possibile da un giorno all’altro, non danneggerebbe affatto l’economia russa, come va raccontando il protezionista Putin, con argomenti risibili nel campo della teoria economica, già distrutti nella prima parte del Novecento.

Il solo fine di quest’ultimo, di mentalità fascista (“numero-potenza” e autarchia) è infatti quello di impedire la formazione anche in Russia di piccole e medie imprese e di uno strato medio che sarebbe pericoloso per il regime.

La realtà è invece che l’abbattimento di quelle barriere volute da Bruxelles depotenzierebbe i dittatori che prosperano al loro oriente. I morti di Kiev ricadono sulla coscienza sporca degli eurocrati di Bruxelles. Così come i metodi dilaganti di squadracce fasciste protette dalla bestialità legale che con stile sovietico prelevano gli oppositori dagli ospedali e li massacrano nei boschi ucraini.
Un regime di tipo bielorusso anche in Ucraina (con persino infiltrazioni dei servizi nelle file degli oppositori) è il bel risultato, il capolavoro, il miracolo di politiche eurocomunitarie demenziali e interessate, protrattesi per vent’anni, che hanno portato l’Ucraina al collasso e alla tragedia. Quella degli oppositori ucraini non è affatto una rivolta “controla Russia”.

È una rivoluzione contro la permanenza di un mondo che sarebbe dovuto scomparire con il 1989-91 e che burocrati interessati ai loro posti e alle loro prebende hanno cercato di mantenere in vita con una propaganda martellante, finanziata dai loro cittadini, scandalosa e parassitaria, occultandone le vere ragioni.

La responsabilità di quello che sta accadendo in Ucraina non ricade affatto solo sul governo autoritario di una cricca di mezze figure sopravvissute al collasso dell’Impero sovietico, che ne stano utilizzando l’eredità più violenta.
Ricade invece, in pieno, su coloro che dalla permanenza di un’Europa spaccata in due, nonostante i legami storici e la ricchezza etnoculturale intrecciata, che si estende fino alla Russia, hanno continuato a prosperare mantenendo privilegi, istituzioni decrepite, barriere confinarie distruttive, coltivando un’ideologia che non corrisponde più alla realtà dei cambiamenti mondiali avvenuti alla fine degli anni Ottanta.
Il danno è già stato fatto e peggiorerà in futuro.
Ci risparmino almeno la loro insopportabile ipocrisia.
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Re: Ucraina

Messaggioda Berto » lun gen 27, 2014 9:02 am

La secessione dell’Ucraina ridurrebbe le tensioni tra Occidente e Russia

http://www.lindipendenza.com/margolis-u ... nte-russia


di REDAZIONE

Proponiamo in ANTEPRIMA per L’Indipendenza la traduzione integrale in italiano dell’articolo Don’t let Kiev become another Sarajevo da parte di Eric S. Margolis, saggista ed editorialista per varie testate giornalistiche statunitensi. (Traduzione di Luca Fusari)

Con la violenza e l’aumento del caos a Kiev, capitale dell’Ucraina, cresce la paura che l’Europa, gli Stati Uniti e la Russia possano entrare in rotta di collisione. L’attuale crisi ucraina è iniziata lo scorso Novembre, dopo che il primo ministro Viktor Yanukovich ha rifiutato di firmare un patto economico di cooperazione/integrazione con l’Unione europea.

Prossima alla bancarotta, Kiev ha invece accettato l’offerta russa riguardante la fornitura di gas naturale a prezzi fortemente scontati e un impegno ad acquistare le sue traballanti obbligazioni per vari miliardi. Varie dimostrazioni di piazza sono scoppiate a Kiev e successivamente a Leopoli. Il governo filo-russo di Yanukovich ha reagito con una brutale repressione poliziesca. La violenza è montata nei giorni scorsi, con almeno due manifestanti uccisi e con feriti su entrambi i fronti.

Mosca sta mandando degli avvertimenti. Questa crisi è della massima importanza geopolitica, essa determinerà il destino di 46 milioni di ucraini, il futuro della Russia, e la stabilità dell’Europa dell’Est. Gli ucraini sono aspramente divisi: l’Ucraina occidentale che parla per lo più ucraino guarda ad Ovest e alla confinante Polonia già membro dell’Unione Europea; l’Ucraina orientale prevalentemente di lingua russa guarda ad Est alla vicina Russia.

Graphic: Moving closer to EU or RussiaCopyright: Deutsche Welle
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Graphic: Political relationsCopyright: Deutsche Welle
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La Crimea era russa fino al 1954, quando Nikita Krusciov a seguito di un suo capriccio (alcuni dicono causato dalla vodka) la diede all’Ucraina. La vasta popolazione musulmana della Crimea fu sterminata o esiliata da Stalin. Ucraini e russi capiscono l’un l’altra lingua, il problema più che sul linguaggio, l’etnia o la religione, è di tipo economico e di mentalità.

L’Ucraina occidentale ha sostenuto l’accordo europeista che avrebbe iniziato il processo di integrazione della loro nazione con la ricca Ue ripudiando la pesante influenza politica ed economica russa. La crescita della Polonia, membro dell’Ue, è un esempio che ha ispirato i partigiani occidentali dell’Ucraina. Gli ardenti nazionalisti ucraini anelavano ad una rottura definitiva con la Russia, la quale sin dagli anni ’20 del XX° secolo ha combattuto i nazionalisti ucraini, e che dal 1991 non ha mai veramente accettato la loro indipendenza nazionale da Mosca.

L’Ue vedeva il patto commerciale con l’Ucraina come parte della sua grande strategia per continuare a spingere i suoi confini ad est, una campagna che allarma profondamente la Russia. Ma l’Ucraina orientale, in particolare il suo bacino industriale di Donetsk, temeva che la crescente integrazione con l’Ue spazzasse via l’antiquata industria produttiva della loro regione, basata su miniere, imprese siderurgiche, aziende di materie prime ed impianti chimici, causando alti tassi di disoccupazione.

Graphic: Advantages of cooperation Copyright: Deutsche Welle
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Le inefficienti aziende post-sovietiche dell’Ucraina non potrebbero competere con i produttori di energia integrati nell’Ue. Lo stesso fenomeno è stato visto nell’ex Germania dell’Est, dove il ricongiungimento con la Germania dell’Ovest ha comportato la fine della maggior parte delle industrie arrugginite del’Est. Gli ucraini orientali tradizionalmente guardano alla Russia come il loro fondamento culturale.

La maggior parte dei russi considerano l’Ucraina come il loro cuore storico, la culla della civiltà e dell’ethos russo. Quando il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che la caduta dell’Unione Sovietica è stata la più grande tragedia della storia contemporanea, stava chiaramente pensando alla perdita del cuore ucraino, del granaio della Russia e della porta verso l’Occidente. Per molti russi, la soleggiata e meridionale Ucraina è la loro versione regionale dell’Italia.

Attori esterni stanno versando benzina sul fuoco ucraino. I politici europei ed americani puntano su Kiev, denunciando il governo di Yanukovich, il quale ha preso il potere nel 2004-2005 attraverso elezioni fraudolente. Il senatore statunitense John McCain ed alti funzionari degli Stati Uniti sono andati a Kiev a chiedere la cacciata del governo. E’ interessante notare che tali personaggi non vanno al Cairo a denunciare la sempre più brutale dittatura fascista della giunta militare egiziana finanziata dagli Stati Uniti e dall’Arabia saudita.

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I servizi d’Intelligence occidentali stanno rimescolando il calderone ucraino utilizzando finanziamenti segreti e le tecniche avanzate dei social media per mobilitare l’opposizione al governo. I servizi segreti russi anche loro son attivi, ma in forma più discreta. Gli oppositori del governo sono stati avvelenati, rapiti, torturati e anche uccisi dai teppisti filo-Yanukovich.

L’Ucraina ribolle, gli Stati Uniti stanno riversando tale calore anche sulla Russia e sul suo leader Putin, il quale viene vilipeso e attaccato dai media occidentali al loro guinzaglio. I giochi invernali di Sochi sono diventati un bersaglio. Come osano i russi utilizzare il denaro e il gas per corrompere l’Ucraina affinché rimanga nell’orbita di Mosca? L’Occidente dovrebbe avere il monopolio di tali maniere forti!.

Se la violenza continuerà a lacerare l’Ucraina si porrà la domanda inevitabile di una sua divisione. Proprio come cechi e slovacchi, gli ucraini potrebbero decidere di andare per strade separate. A meno che le teste calde ucraine raggiungano un compromesso stabile, il divorzio può essere la loro unica opzione. L’opzione è ovviamente drammatica, ma non come uno scontro veramente spaventoso tra la Nato e la Russia sull’Ucraina.
Inimmaginabile?
Beh, in pochi lo pensavano possibile per Sarajevo e la Bosnia nel 1914.
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Re: Ucraina

Messaggioda Berto » lun feb 17, 2014 9:39 am

Gli Usa collaborano coi neonazisti e l’estrema destra anche in Ucraina?

http://www.lindipendenza.com/draitser-u ... overnative


Proponiamo in ANTEPRIMA per L’Indipendenza la traduzione integrale in italiano dell’articolo Ukraine and the Rebirth of Fascism in Europe tratto dal Global Research Centre (organizzazione canadese indipendente d’analisi geopolitica, strategica, e socio-economica ambientale con sede nella provincia del Quebec), da parte di Eric Draitser, analista geopolitico indipendente. (Traduzione di Luca Fusari)

La violenza per le strade dell’Ucraina è molto più di un’espressione di rabbia popolare contro un governo. Invece è solo l’ultimo esempio della crescita della forma più insidiosa di fascismo che l’Europa abbia visto dopo la caduta del Terzo Reich.

Gli ultimi mesi hanno visto le proteste regolari dell’opposizione politica ucraina e dei suoi sostenitori, proteste apparentemente in risposta al rifiuto del presidente ucraino Yanukovich di firmare un accordo commerciale con l’Unione europea, il quale accordo è stato visto da molti osservatori politici come il primo passo verso l’integrazione europea.

Le proteste sono rimaste in gran parte pacifiche fino allo scorso 17 Gennaio, quando i manifestanti armati di bastoni, caschi e bombe improvvisate hanno scatenato la violenza brutale della polizia, l’assalto di edifici governativi, colpendo chiunque fosse sospettato di simpatie filo-governative, e in generale scatenando il caos per le strade di Kiev.

Ma chi sono questi estremisti violenti e qual è la loro ideologia?. La formazione politica conosciuta come ‘Pravý Sektor’ (Settore Destra) è essenzialmente un’organizzazione ombrello per una serie di sigle ultra-nazionaliste (leggasi fasciste) di gruppi dell’estrema destra, tra cui i sostenitori dell’Unione Pan-Ucraina Libertà (o Svoboda), i Patrioti d’Ucraina, l’Assemblea Nazionale Ucraina-Popolo Ucraino d’Autodifesa (Una-Unso), e il ‘Tridente’.

Tutte queste organizzazioni condividono un’ideologia comune violentemente anti-russa, anti-immigrati ed anti-ebraica. Inoltre condividono una comune venerazione per la cosiddetta ‘Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini’, guidata da Stepan Bandera, i famigerati collaborazionisti nazisti che attivamente combatterono contro l’Unione sovietica e che furono impegnati in alcune delle peggiori atrocità commesse nella seconda guerra mondiale.

Mentre le forze politiche ucraine d’opposizione e di governo continuano a negoziare, una battaglia molto diversa si combatte nelle strade. L’utilizzo dell’intimidazione e della forza bruta era tipico delle ‘camicie brune’ di Hitler o delle ‘camicie nere’ di Mussolini piuttosto che di un movimento politico contemporaneo, questi gruppi sono però riusciti a trasformare un conflitto sulla politica economica e le alleanze politiche del Paese in una lotta esistenziale per la sopravvivenza di una nazione che questi cosiddetti “nazionalisti” amano così tanto.

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Le immagini di Kiev in fiamme, delle strade di Leopoli piene di delinquenti, ed altri esempi agghiaccianti di caos nel Paese, mostrano senza ombra di dubbio che il negoziato politico con l’opposizione di Maidan (la piazza centrale di Kiev e il centro delle proteste) non è più il problema centrale. Piuttosto la questione è il fascismo ucraino se sostenerlo o rifiutarlo.

Da parte loro, gli Stati Uniti sono fortemente scesi a fianco dell’opposizione a prescindere dal suo carattere politico. Ai primi di Dicembre, membri dell’establishment statunitense come John McCain (nelle due foto in alto a sinistra a Kiev assieme a Oleh Tyahnybok, leader del partito ucraino Svoboda, n.d.t.) e Victoria Nuland sono stati visti a Maidan dare il loro appoggio ai manifestanti.

Tuttavia poiché negli ultimi giorni il carattere dell’opposizione è diventato evidente, gli Stati Uniti, l’establishment occidentale e la loro macchina mediatica hanno fatto poco per condannare la recrudescenza fascista. Invece i loro rappresentanti si sono incontrati con quelli del Settore Destra ritenendo che esso «non fosse una minaccia».

In altre parole, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno dato la loro tacita approvazione per il proseguimento e la proliferazione della violenza in nome del loro obiettivo finale: il cambio di regime. Nel tentativo di sottrarre l’Ucraina dalla sfera d’influenza russa, l’alleanza Usa-Ue-Nato si è alleata con i fascisti, e non è la prima volta.

Ovviamente per decenni milioni di persone in America Latina sono scomparse o sono state assassinate da forze paramilitari fasciste armate e sostenute dagli Stati Uniti. I mujaheddin dell’Afghanistan che più tardi magicamente si sono trasformati in Al Qaeda (anche loro dei reazionari ideologici estremisti) furono creati e finanziati dagli Stati Uniti con lo scopo di destabilizzare l’Urss. Naturalmente c’è anche la dolorosa realtà della Libia e più di recente della Siria, dove gli Stati Uniti e i loro alleati finanziano e sostengono jihadisti estremisti contro un governo che ha rifiutato di allinearsi con loro ed Israele.

C’è qui un modello inquietante che non è mai sfuggito agli osservatori politici più acuti: gli Stati Uniti fanno sempre causa comune con i fascisti e gli estremisti di destra per finalità geopolitiche. La situazione in Ucraina è profondamente preoccupante perché rappresenta una conflagrazione politica che potrebbe dividere facilmente il Paese meno di 25 anni dopo aver ottenuto l’indipendenza dall’Unione sovietica. Tuttavia vi è un altro aspetto altrettanto inquietante: l’ascesa del fascismo non avviene solamente in quel Paese.

LA MINACCIA FASCISTA IN TUTTO IL CONTINENTE
L’Ucraina e l’ascesa dell’estremismo di destra non possono essere visti, figuriamoci intesi, separatamente. Piuttosto occorre esaminarlo come parte di una tendenza in crescita in tutta Europa (e nel mondo), una tendenza che minaccia le basi stesse della democrazia.

In Grecia, l’austerità selvaggia imposta dalla troika (Fmi, Bce e Commissione europea) ha paralizzato l’economia del Paese, portando ad una brutta depressione peggiore della Grande Depressione negli Stati Uniti. E’ in questo contesto di collasso economico che il partito Lega Popolare-Aurora Dorata (detta comunemente ‘Alba Dorata’) è cresciuta fino a diventare il terzo più popolare partito politico nel Paese.

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Sposando un’ideologia dell’odio (è in effetti un partito nazista che promuove una visione anti-ebraica, anti-immigrati, anti-sciovinismo femminile) è una forza politica che il governo di Atene ha capito essere una seria minaccia per il tessuto della società.

Questa minaccia ha indotto il governo ad arrestare la leadership del partito, dopo che un membro di Alba Dorata ha accoltellato a morte un rapper anti-fascista. Atene ha avviato un’indagine sul partito, anche se i risultati di questa indagine e il processo rimangono poco chiari.

Ciò che rende Alba Dorata una minaccia insidiosa è il fatto che, nonostante la sua preminente ideologia sia il nazismo, è anti-Ue e con una retorica anti-austerità quale appello rivolto ad una Grecia economicamente devastata. Come molti movimenti fascisti del XX° secolo, Alba Dorata adotta come capri espiatori gli immigrati (in primo luogo i musulmani e gli africani) per molti dei problemi che affliggono i greci.

In circostanze economiche disastrose l’odio irrazionale diventa accattivante quale risposta alla domanda su come risolvere i problemi della società. Infatti, nonostante i leader di Alba Dorata siano stati incarcerati, altri membri del partito sono ancora in parlamento e ancora in corsa per uffici importanti, tra cui il sindaco di Atene. Anche se una vittoria elettorale appare improbabile, un’altra dimostrazione di forza alle urne renderebbe lo sradicamento del fascismo in Grecia molto più difficile.

Se questo fenomeno fosse confinato solo in Grecia ed Ucraina non costituirebbe una tendenza continentale. Purtroppo però vediamo il sorgere di simili partiti politici (anche se leggermente meno apertamente fascisti) in tutta Europa. In Spagna, le leggi pro-austerity del Partito Popolare hanno prodotto provvedimenti draconiani che limitano la protesta e la libertà di parola, potenziando le sanzioni e le tattiche repressive della polizia.

In Francia il Front National di Marine Le Pen usa con veemenza gli immigrati musulmani ed africani quali capri espiatori, ha così vinto quasi il 20% dei voti al primo turno delle elezioni presidenziali. Allo stesso modo, il Partito per la Libertà dei Paesi Bassi, promuovente politiche anti-islamiche ed anti-immigrati, è cresciuto fino a diventare il terzo più grande soggetto in parlamento. In tutta la Scandinavia i partiti ultra-nazionalisti, che una volta faticavano nella più completa irrilevanza ed oscurità, ora sono attori importanti alle elezioni. Queste tendenze sono a dir poco preoccupanti.

http://i.huffpost.com/gen/1316418/thumb ... cebook.jpg

Va notato anche che, oltre all’Europa, ci sono una serie di formazioni politiche quasi fasciste che sono, in un modo o nell’altro, sostenute dagli Stati Uniti. I golpi d’estrema destra che hanno rovesciato i governi di Paraguay e Honduras sono stati tacitamente e/o apertamente sostenuti da Washington nella loro ricerca infinita di soppressione della sinistra in America Latina.

Naturalmente bisogna anche ricordare che il movimento di protesta russo guidato da Alexei Navalny (nella foto a sinistra), coi suoi seguaci nazionalisti sposa una visione anti-musulmana ed una violenta ideologia razzista che vede negli immigrati del Caucaso russo e nelle ex repubbliche sovietiche come inferiori ‘russi europei’.

Questi ed altri esempi iniziano a dipingere un ritratto molto brutto della politica estera degli Stati Uniti, la quale tenta di utilizzare il disagio economico e gli sconvolgimenti politici per estendere la sua egemonia in tutto il mondo. In Ucraina il Settore Destra ha spostato la lotta dal tavolo delle trattative nelle strade, nel tentativo di realizzare il sogno di Stepan Bandera: una Ucraina libera dalla Russia, dagli ebrei e da tutti gli altri cosiddetti “indesiderabili”.

Incoraggiati dal continuo sostegno a loro dato da parte degli Stati Uniti e dall’Europa, questi fanatici rappresentano più di Yanukovich e del suo governo filo-russo una seria minaccia per la democrazia. Se l’Europa e gli Stati Uniti non riconoscono questa minaccia al suo esordio, nel momento in cui finalmente lo faranno potrebbe essere troppo tardi.


LucaF.
17 Febbraio 2014 at 7:19 am #

Il partito ucraino Svoboda, in precedenza si chiamava Partito Social-Nazionale d’Ucraina, ed era anche allora guidato da Oleh Tyahnybok.
Fondato nel 1991 e divenuto ufficialmente partito nel 1995 fin dall’esordio faceva chiaro riferimento ideologico a quello nazionalsocialista tedesco hitleriano (tant’è che in seguito a tentativi di porlo fuorilegge ha optato per una sua ridenominazione apparentemente meno problematica ed orwellianamente distopica.
Secondo quanto riportato da Der Spiegel, Svoboda ha conclamati rapporti esteri di collaborazione ed alleanza politica con il Front National francese e in Italia con Fiamma Tricolore.
In Ucraina, Svoboda ha formato una coalizione contro il presidente Viktor Yanukovich assieme al partito Udar dell’ex campione dei pesi massimi Vitali Klitschko, e assieme all’Unione Pan-Ucraina “Patria” di Yulia Tymoshenko.
Ricordo come qualche giorno fa, autorevoli commentatori americani del calibro di Pat Buchanan e Daniel McAdams hanno evidenziato come gli Usa stiano sostenendo le proteste di piazza ucraine in ottica di un regime change in funzione anti-russa e pro-Ue influenzando e supportando i movimenti di piazza.
La famosa registrazione telefonica tra Victoria Nuland (assistente Segretario di Stato Usa) e Geoffrey Pyatt (ambasciatore statunitense in Ucraina) è emblematica ed indicativa di tale influenza esercitata dal Dipartimento di Stato Usa al partito Udar di Vitali Klitschko (in coalizione con Svoboda).
Il sostegno dato da John McCain in piazza a Kiev a Klitschko e soprattutto a Tyahnybok (peraltro le foto attestano un suo incontro a due anche col leader di Svoboda precedente o successivo alla manifestazione di piazza Maidan) non è casuale ma si innesta in termini “bipartisan” quale politica estera condivisa dai neocon circa le iniziative intraprese dall’amministrazione Obama in Ucraina.
E’ credibile che né Nuland né Pyatt né McCain sapessero che il partito Udar è alleato in coalizione con un partito neonazista (Svoboda)?.
E’ credibile che McCain non sapesse chi fosse Tyahnybok e a quale ideologia politica fa riferimento Svoboda (affidandosi solo alla traduzione etimologica del nome del partito in lingua ucraina)?.
Davvero un senatore statunitense di lungo corso, che prende un aereo per un viaggio da Washington DC a Kiev e che pretende di avere un ruolo attivo nelle faccende domestiche ucraine, non ha modo di informarsi per tempo in rete (sarebbe bastato consultare persino Wikipedia!) o attraverso think tank ed analisti ucraini negli States per sapere chi è Tyahnybok o le idee di tale opposizione al governo Yanukovich?.
Oppure McCain leggendo talune indulgenti e raffazzonate descrizioni di Svoboda, davvero ritiene che il Partito Repubblicano americano sia analogo ad esso, e che dunque abbia piattaforma neonazista?.
Evidentemente tutto ciò non è casuale, così come non è casuale l’apertura oltreché in Australia proprio negli Stati Uniti a New York e Los Angeles (quale ‘Regional League of the Western States Usa’) e prossimamente a Chicago di sedi politiche di rappresentanza del partito greco neonazista Alba Dorata, ufficialmente per raccogliere “aiuti e generi alimentari di prima assistenza” per i connazionali (camerati) in Ellade.

Comenti================================================================================================================================


Alberto Pento
17 Febbraio 2014 at 9:24 am #
A me pare (?) però che le destre nazionaliste non siano tutte uguali.
Le destre scandinave sono nazionaliste ma non per difendere i privilegi, le irresponsabilità o la condizione economica sicura delle caste statali e dei dipendenti pubblici;
la destra greca è nazionalista per difendere i privilegi e le irresponsabilità delle caste statali e dei dipendenti pubblici a spese di tutti gli altri sia greci che altro dai greci e fuori dalla Grecia.

In altre parole vi sono dei nazionalismi (quelli scandinavi ?) che difendono li interessi di tutta la nazione intesa come l’insieme popolo/cittadini costituito da tutti i ceti della società e nel rispetto di tutti gli altri popoli-nazioni-stati;
vi sono invece altri nazionalismi (Alba Dorada) che difendono degli interessi /privilegi particolari a spese di una parte della popolazione o a spese di altri popoli-nazioni-stati.

Quando si è aggrediti un sano nazionalismo patriottico per compatatrsi e fare fronte comune mi pare no sia un male.
Invece il nazionalismo/patriottismo per offendere, colonizzare, depredare, opprimere una parte della propria gente o altri popoli questo sì è un male.

Poi mi pare che l’antiebraismo tedesco e nazista fosse motivato dal fatto che gli ebrei avevano contribuito a far perdere la I guerra alla Germania (in cambio della Palestina) e al fatto che gli ebrei di tutto il mondo (con il sostegno degli ebrei tedeschi) avevano dichiarato guerra economica alla Germania quando questa cercava di risollevarsi dalla miseria e dalla prostrazione conseguite alla I guerra mondiale.
In altre parole per i tedeschi del primo 900 gli ebrei erano nemici mortali. (Nel 2014 ancora non avevo capito come stessero le cose e che questa accusa agli ebrei era una calunni della vulgata nazista antisemita di Hitler).


LucaF.
17 Febbraio 2014 at 11:03 am #
@Alberto Pento
Nell’articolo si fa menzione chiaramente a soggetti politici populisti, ultra-nazionalisti, fascisti e/o di matrice neonazista i quali vengono politicamente classificati/etichettati come ‘estrema destra’ (anche se di fatto sono epifenomeni collettivisti del socialismo non dissimili per logiche polilogica da quelle di estrema sinistra) non a soggetti politici conservatori o conservatori liberali presenti nel nord Europa e in Scandinavia.
Alba Dorata è nazionalsocialista, ergo propugna un socialismo nazionale autarchico e statalista welfarista su base razziale (o pseudo-tale).
In democrazia tutti i partiti politici elettorali (di qualunque orientamento politico-ideologico) propugnano la difesa e/o promozione di particolari interessi /privilegi a spese di una determinata parte della popolazione al fine di ottenere consensi e voti, l’unica differenza sta nel gradiente di statalismo e coercizione promesso o applicato a danno di terzi per realizzare quanto si propugna di fare.
La nazione in sé non esiste, non esiste nemmeno la società se intesa come l’insieme popolo/cittadini costituito da tutti i ceti, sono simbologie metafisiche della politica, le quali certamente caratterizzano una visione romantica otto-novecentesca dello Stato la quale è humus condiviso (seppur a varia modulazione di interpretazione) da un largo spettro di correnti e famiglie politiche (di estrema destra, destra, centrodestra, centro, centrosinistra, sinistra, estrema sinistra) anche in ottica indipendentista (con tutti i limiti del caso derivanti) .
Esistono invece i singoli individui, l’eccezione dei libertari è dovuta al fatto che ritengono a priori lo Stato un’istituzione illegittima e non un comun-denominatore tale da definire gli individui o i loro rapporti d’interazione sociale.
Non esistono popoli-nazioni-Stati ma nazioni ed associazioni basate sul libero e volontario consenso dei singoli individui.
Dunque un nazionalismo patriottico è da ripudiare laddove si configuri quale collettivismo tendente ad incrementare la coercizione degli individui all’interno di un territorio.
L’anti-ebraismo nazista era proposto a partire da una redistribuzione della ricchezza su base etnico-razziale, di fatto era una forma ristretta e particolare della lotta di classe connotante tutti i movimenti e partiti di derivazione/ispirazione socialista-marxista, avente estensione variabile come redistribuzione e bersagli da colpire per realizzarla.
Gli ebrei non contribuirono a far perdere la 1° guerra mondiale alla Germania dato che parecchi di loro erano fedeli sudditi dell’impero e in seguito lo furono della repubblica di Weimar.
Tale diceria circa una loro responsabilità sulla sconfitta tedesca è solo una rielaborazione artefatta dalla propaganda nazista (analoga a quella del precedente caso Dreyfuss in ambito francese dopo Sedan) per giustificare la sconfitta nella guerra per cause esterne anziché strategiche nel comando e pianificazione interna delle operazioni.
La Palestina era sotto mandato britannico ma i britannici benché tollerarono fin dalla fine del XIX° secolo l’emigrazione ebraica in Terra Santa non firmarono alcun contratto di cessione né autorizzarono la creazione di uno Stato ebraico fino alla guerriglia sionista anti-britannica del secondo dopoguerra che portò alla fondazione dello Stato d’Israele; dunque con la prima guerra mondiale non c’entra.
Gli ebrei tedeschi non avevano dichiarato alcuna guerra economica alla Germania, essi furono capri espiatori interni della demagogia nazista per le condizioni derivanti dal trattato di Versailles (dettate dalla Francia e dall’Intesa) e per la conseguente sciagurata politica economica-monetaria inflazionista della repubblica di Weimar.
I nazisti furono/sono nemici mortali degli ebrei a prescindere dalla cittadinanza dei secondi..
Asserire che i tedeschi di primo Novecento fossero nemici mortali degli ebrei è affermazione polilogica in sé fallace e pregiudizievole, dato che sia i nazisti (persecutori-aggressori) che gli ebrei (perseguitati-vittime) erano fino all’approvazione delle leggi naziste di Norimberga cittadini tedeschi aventi pari diritti, dunque fu tale legislazione giuspositiva a creare una capziosa distinzione su base etnico-razziale della società.


Alberto Pento
17 Febbraio 2014 at 11:47 am #
???

Conferenza mondiale ebraica di Amsterdam:

http://it.wikipedia.org/wiki/Samuel_Untermyer

Come attivista sionista nel 1933 fu capo delegazione statunitense alla conferenza mondiale ebraica di Amsterdam. A quella conferenza venne eletto presidente della stessa.
Al suo ritorno negli Stati Uniti rivolse un accorato appello alla nazione dagli studi radiofonici della WABC, con cui chiese di intraprendere una guerra santa da parte di tutti gli ebrei contro la Germania, e dove chiedeva ai non ebrei di boicottare tutti i prodotti tedeschi.
L’intero discorso venne pubblicato dal New York Times il giorno seguente (24 marzo 1933).

http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =130&t=443

Xentil Luca Fusari mi a go scrito ke par i todeski li ebrei li jera devegnesti memeghi mortali.
Li todeski no li gheva cogno de cavari espiadori, anca se el nasisxmo el gheva trati marcà de relijoxetà pagana.

???

Luca Fusari el scrive:

Non esistono popoli-nazioni-Stati ma nazioni ed associazioni basate sul libero e volontario consenso dei singoli individui.

Lora le existe e ente la so enterpretasion ma anca ente la mia.
Li conçeti astrati li existe come conçeti astrati.


Alberto Pento
17 Febbraio 2014 at 11:56 am #
-Le lej nasiste de Norinberga le xe del 1935

http://it.wikipedia.org/wiki/Politica_r ... ia_nazista

-La conferensa ebraega de Amsterdam la xe de 1933

http://it.wikipedia.org/wiki/Samuel_Untermyer


LucaF.
17 Febbraio 2014 at 1:08 pm #
@Alberto Pento

Non c’è un legame diretto, in senso stretto, tra la conferenza di Amsterdam, la prima guerra mondiale e/o la promulgazione delle leggi di Norimberga.
Sono tre fatti storici distinti tra loro aventi un’autonoma dinamica di svolgimento nel quadro storico della prima metà del Novecento.


LucaF.
17 Febbraio 2014 at 12:52 pm #
@Alberto Pento

La conferenza di Amsterdam e l’attivismo sionista di Untermyer non produssero alcun risultato concreto inerente la Palestina e la nascita dello Stato d’Israele.
Ripeto, la Palestina era sotto mandato britannico ma i britannici benché tollerarono fin dalla fine del XIX° secolo (dunque prima dello scoppio della prima guerra mondiale, dell’iperinflazione di Weimar, dell’ascesa di Hitler, della conferenza di Amsterdam, delle leggi di Norimberga) l’emigrazione ebraica sionista in Terra Santa non firmarono alcun contratto di cessione né autorizzarono la creazione di uno Stato ebraico fino alla guerriglia sionista anti-britannica del secondo dopoguerra che portò al ritiro britannico e alla fondazione dello Stato d’Israele.
La partecipazione alla conferenza di Amsterdam, i discorsi e gli appelli di Untermyer anti-tedeschi ed anti-nazisti sono mere parole; comprensibili dato che in quell’anno Hitler era appena divenuto cancelliere dopo aver vinto democraticamente le elezioni.
L’antisemitismo dei nazisti era noto dal Mein Kampf e dai discorsi dei comizi politici di propaganda, il quale poi portò alle leggi di Norimberga una volta consolidato il loro potere.
Piuttosto sarebbe interessante conoscere la reazione di Untermyer (esponente Democratico) sul caso del transatlantico tedesco MS St. Louis nel 1939 bloccato dagli Usa di Roosevelt in quanto legalmente i rifugiati (perlopiù ebrei tedeschi) non potevano entrare con il visto turistico negli States, perché non disponevano di un indirizzo a cui fare ritorno, e inoltre gli Stati Uniti avevano promulgato delle quote di immigrazione nel 1924.


Alberto Pento
17 Febbraio 2014 at 1:29 pm #
Xentil LucaF

l’antisemitixmo el jera comoune a tuta l’Ouropa cristiana e no lomè de li todeski, e el ghe jera anca ente li USA:
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... _Money.jpg

E sto antiebraixmo/antijudaeixmo de matriçe cristiana el riva da lonsi, da l’encolpa ke li cristiani romani li ga fato a li ebrei de esar li sasini de l’ebreo Cristo, coando ke a contar el vero a copar Cristo li xe stasti li romani: Pilato e li so soldà e no li ebrei ke li gheva lomè arestà Cristo par raxia o bastiema e li lo gheva portà envanti de Pilato e warnador roman, titolà a judegar e a condanar.




Mein Kampf

http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 130&t=2339

Mein Kampf (La mia battaglia)
https://it.wikipedia.org/wiki/Mein_Kampf

Mein Kampf (La mia battaglia) è il saggio pubblicato nel 1925 attraverso il quale Adolf Hitler espose il suo pensiero politico e delineò il programma del partito nazional socialista sotto forma di un'autobiografia.

Una prima parte del testo venne dettata da Hitler all'amico di prigionia Rudolf Hess, ritenuto da molti il più fedele fra i suoi seguaci[1], durante il periodo di reclusione nel carcere di Landsberg am Lech seguìto al tentativo fallito del colpo di Stato di Monaco del 9 novembre 1923.

Secondo la prefazione dell'edizione italiana edita da Bompiani, il Times, che pubblicò il volume a puntate, lo definì la «Bibbia laica» perché fornisce la giustificazione al credo politico di ogni nazionalsocialista insegnandogli la via della salvezza nazionale.



Citazioni dal Mein Kampf che trattano degli ebrei
http://www.daemuk.ch/citazioni_mein_kam ... liano.html

Attualmente l'individuo deve notare con sofferenza, che nel mondo antico, molto più libero del moderno, apparve, con la venuta del cristianesimo, la prima paura spirituale. Ma non si può obiettare che da quel tempo è pervaso e dominato da quella oppressione, che solo l'oppressione distrugge l'oppressione, solo la paura, la paura.

Ogni tanto le riviste riportano delle notizie al piccolo borghese tedesco: un negro per la prima volta è diventato avvocato, professore, pastore o qualcosa del genere in un posto o in un altro. Mentre la stupida borghesia accoglie la notizia con sorpresa per un così stupefacente avvenimento, ammirata per questo strabiliante effetto della pedagogia attuale, l'ebreo astutamente si serve di questo per convalidare la teoria da inculcarsi ai popoli in merito all'eguaglianza degli uomini. La nostra società borghese e decadente non si accorge che in questo modo si commette un vero peccato contro la ragione; che è una vera pazzia quella di istruire una mezza scimmia perché si pensi di aver preparato un avvocato, mentre milioni di membri della eccelsa razza civile devono rimanere in posti pubblici e miseri.

Così l'unico vero promotore della rivoluzione, colui che valutò i risultati, cioè l'ebreo cosmopolita, gioì della situazione. I tedeschi non erano ancora giunti come i russi al punto di essere trasportati nella sanguinosa fogna bolscevica e questo perchè non ci fu mai divario tra gli intellettuali e gli operai tedeschi in quanto, erano, come in altri stati, amalgamati gli uni negli altri, perchè c'era una più salda unità di razza, cosa che non ci fu mai in Russia. Lì infatti l'intelligenza per la maggior parte non era di origine russa o almeno non aveva una individualità di rosso slavo.

Così lo scarso numero d'intellettuali faceva sì che questi potessero essere annullati grazie anche alla deficienza di persone intermedie che li amalgamassero con la massa, nella quale era quasi nullo il livello spirituale e morale. Così fu sufficiente scatenare questa massa ignorante contro gli intellettuali, da cui essa era staccata, per ottenere la vittoria della rivoluzione. Il popolo ignorante divenne schiavo dei suoi dittatori ebrei, i quali mascherarono la loro carica sotto il nome di "dittatore del proletariato".

Mentre il mondo ebraico internazionale ci disgrega a poco a poco ma sicuramente, i nostri cosiddetti patrioti gridano contro un individuo e contro un movimento che ebbero il coraggio, almeno in un posto sulla terra, di sottrarsi alla tenaglia ebraico-massonica e mettere contro una resistenza nazionalistica all'inquinamento internazionale del mondo. Ma era troppo affascinante, per caratteri fragili, girare la vela a seconda del vento e arrendersi di fronte alle grida della mentalità generale.

La lotta che l'Italia fascista svolge contro le tre maggiori armi del giudaismo, è ottimo indizio del fatto che - sia pure per vie indirette - a questa velenosa potenza superstatale si possono spezzare i denti. Il divieto della Massoneria, delle società segrete, la soppressione della stampa supernazionale e la demolizione del marxismo internazionale permetteranno col tempo, al governo fascista di servire sempre più gli interessi del popolo italiano senza curarsi delle strida dell’idea mondiale ebraica.



Perché i tedeschi se la sono presa così tanto con gli ebrei?
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =130&t=443
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Re: Ucraina

Messaggioda Berto » mer feb 19, 2014 8:43 pm

Ucraina sull’orlo della disgregazione: Leopoli “secede” dal governo centrale

http://www.lindipendenza.com/ucraina-su ... o-centrale

d i SALVATORE ANTONACI

Si aggrava di ora in ora il quadro della crisi ucraina.
Mentre nella capitale Kiev continua il braccio di ferro tra gli insorti contro il Presidente Viktor Yanukovych e le forze di polizia governative (costato ,solo nella giornata di ieri, più di venti vittime fra le opposte fazioni), la regione occidentale di Lviv (Leopoli) si è quest’oggi dichiarata “autonoma” dal governo centrale innescando, de facto, una possibile disintegrazione della compagine territoriale unitaria.

A confermare quest’informazione è la portavoce del Presidente del parlamento regionale che, intervenendo in una radio nazionale, ha specificato come un comitato esecutivo da poco costituito ha rilevato le funzioni del governo regionale in carica “dichiarando l’indipendenza dal governo del Presidente Yanukovych”.

La svolta odierna fa seguito ai disordini di martedì durante i quali una folla di migliaia di oppositori ha dato l’assalto ai palazzi del potere incendiando la sede del tribunale e “conquistando”il locale comando delle forze speciali. I poliziotti non hanno opposto la minima resistenza consegnando spontaneamente le armi in segno di solidarietà alla manifestazione. La regione di Leopoli, quinta città più importante del paese, conta oltre due milioni e mezzo di abitanti e confina con la Polonia. Il contagio della rivolta si sta estendendo anche ad altri capoluoghi dell’ovest ucraino primi tra tutti Tarnopol, Khmelnitsky e Ivano-Frankivsk
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Re: Ucraina

Messaggioda Berto » ven feb 21, 2014 11:02 pm

L’annessione dell’Ucraina nell’Ue? Solo una tappa verso quella della Russia

http://www.lindipendenza.com/hoerstal-a ... ne-europea

Proponiamo in ANTEPRIMA per L’Indipendenza la traduzione integrale in italiano dell’articolo ‘Ukraine is just a stepping stone in Europe’s global game’ un’intervista da parte di Russia Today a Christophe Hoerstal, consulente del governo tedesco. (Traduzione di Luca Fusari)

RT: Preoccupanti sviluppi stanno avendo luogo a Kiev. E’ stato riferito che 75 persone sono state uccise. Cosa ne pensa della situazione lì? E’ fuori controllo?.

Christophe Hoerstal: Non ancora ci vuole tempo. Ma sono molto serio, questo segna un punto di svolta. Martedì 18 Febbraio abbiamo avuto due di questi cosiddetti leader dell’opposizione, Vitali Klitschko e Arseniy Yatsenyuk, che hanno incontrato la cancelliera, e lei ha rifiutato le sanzioni. Quello che vedo in Ucraina è l’interferenza di potenze guidate da Washington, e al timone dell’azione europea vi è la Germania. Queste ingerenze stanno avvenendo ora in modo tale che le sanzioni diventino tangibili. Sono dietro l’angolo così come lo è la violenza armata. E’ molto simile a una guerra civile guidata dall’esterno e mi ricorda la Siria, dove gli Stati Uniti stanno minacciando una no-fly zone…, le preoccupazioni umanitarie saranno motivazioni addotte dagli Stati Uniti e dalla Germania per interferire ulteriormente.

RT: Quindi come spiega la tempistica di questo incontro in Germania e questa improvvisa ondata di violenza dopo un periodo di relativa calma?.

CH: Sì, questo è tutto pianificato. Penso che sia uno schema previsto, il giorno prima la Merkel aveva rifiutato le sanzioni e questo ha fatto sì che la violenza in Ucraina iniziasse ad eruttare, questo significa che stanno facendo in modo che l’Ucraina raggiunga una fase in cui le sanzioni possano essere comminate.

RT: Sarebbe nell’interesse della Germania e di altri Paesi europei vedere questo tipo di violenze? Ovviamente stanno sostenendo i manifestanti, ma stanno davvero sostenendo chi si cela dietro questa inquietante violenza che stiamo vedendo?.

CH: Vi posso dire molto chiaramente, data la mia lunga esperienza politica, che i manifestanti violenti non avrebbero avuto il coraggio di fare questo genere di cose se non ci fosse un qualche appoggio dall’estero.

Immagine

RT: Ma in tutto questo i moderati sono in qualche modo dirottati dai nazionalisti e dagli estremisti?.

CH: Sì, sta accadendo proprio questo. Guardate il volto del signor Klitschko‎ sul settimanale Spiegel e sul sito web del Der Spiegel, sembrava profondamente infelice e travagliato, e Yatsenyuk appariva stanco. E’ molto chiaro, sanno che questo gioco sta andando contro l’Ucraina ma sono parte di esso e questo è molto brutto.

RT: Allora, chi sostituirà Yanukovich se dovesse cadere? I nazionalisti? Gli estremisti? E’ davvero questo ciò che la Germania vuole vedere?.

CH: Credo che avranno i loro modi per sostituire il governo e avere un cambio di regime nel modo in cui lo desiderano, e se possono vi porranno a capo una persona a loro obbediente, ma spero che non si arrivi a questo, perché la pace in Europa si sta esaurendo con questo tipo di azioni in Ucraina. Hanno chiaramente un significato per la Russia, non solo per l’Ucraina. L’Ucraina è solo un trampolino di lancio, vogliono la Russia, vogliono tutta la torta.

RT: Qual è la situazione interna là? Le elezioni anticipate dissolverebbero o risolverebbero qualsiasi violenza in questo momento? Dopo tutto, questo è quello che i manifestanti vogliono. Ma Yanukovich è stato democraticamente eletto e le elezioni sono attese per l’inizio del prossimo anno.

CH: Come ho detto qualche giorno fa in un’altra intervista, non consiglierei al governo ucraino di andare ad elezioni anticipate, che cosa avrebbero a che fare con tali elezioni i Paesi occidentali, i servizi segreti tedeschi, la Cia e gli Stati Uniti? Con tutti i loro miliardi di dollari cercherebbero di creare in Ucraina una situazione utile per questo tipo di cambio di regime. Non consiglierei al governo ucraino, legittimamente eletto e dunque governo legale, di aiutare i Paesi occidentali nella loro ingerenza.

RT: Lei ha parlato delle ambizioni d’ingerenza dei Paesi occidentali. Qual è la posizione della Russia? Cosa pensa finora della sua reazione agli eventi e come sta agendo in essi?.

CH: I russi finora hanno fatto un ottimo gioco, sono molto attenti alle loro reazioni, non cercano di ricattare il governo ucraino. Gli stanno dando 2 miliardi di dollari, non importa cosa accada… e farlo è stata una buona idea. Un’idea molto intelligente è stato annunciarlo nel pomeriggio di Lunedì 17 Febbraio, poche ore prima che il governo Merkel proponesse 600 milioni di euro a nome dell’Unione europea, risultanti essere noccioline in confronto. Così abbiamo una situazione in cui la Russia è prudente, è una cosa molto chiara ed è la questione più importante. Il governo ucraino deve affrontare i desideri legittimi del popolo ucraino, questo però non ha nulla a che fare con le sanguinose ingerenze. Se non vedremo passi molto intelligenti e saggi da parte del governo nell’affrontare questi guai, se non avremo questo, al di là di ciò che avverrà, non potremo avere una soluzione per la situazione ucraina.
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Re: Ucraina

Messaggioda Berto » sab feb 22, 2014 10:25 am

Caos in Ucraina? L’Ue teme la concorrenza dell’Unione doganale eurasiatica

http://www.lindipendenza.com/laughland- ... urasiatica

Proponiamo in ANTEPRIMA per L’Indipendenza la traduzione integrale in italiano dell’articolo Ukraine: It’s not about Europe vs Russia apparso sulla rivista The Spectator, da parte di John Laughland, Direttore agli studi presso l’Institut de la Democratie et de la Cooperation a Parigi. (Traduzione di Luca Fusari)

Discutere della crisi ucraina in termini di una scelta tra l’Europa e la Russia è fuorviante per diversi motivi. In primo luogo, la questione europea è stata spietatamente sfruttata dall’opposizione ucraina e dai suoi sostenitori occidentali come scusa per rovesciare illegalmente con la forza il governo.

I leader dell’opposizione non hanno mai preso le distanze dagli elementi più radicali presenti nelle strade di Kiev, anche se questi sono neo-nazisti. Al contrario, hanno fatto di tutto per usare la loro violenza come merce di scambio nella loro battaglia contro il governo. Non dobbiamo mai dimenticare che la maggior parte dei 25 morti avvenuti nella notte del 18-19 Febbraio sono stati omicidi commessi dai manifestanti: 9 poliziotti sono stati uccisi o pugnalati a morte, mentre 3 membri del partito di governo e un giornalista sono stati assassinati.

In secondo luogo, le scelte che l’Ucraina ha affrontato tra l’Ue e la Russia non erano uguali tra loro. L’accordo di associazione Ue è stata una completa camicia di forza politica progettata per bloccare l’Ucraina nell’orbita di Bruxelles e Washington con l’installazione, come in tutta l’Ue, di una élite politica filo-Ue (e in ultima analisi filo-Nato) a cui rimarrebbero invariabilmente legati qualsiasi partito salisse al potere.

Per contro, gli accordi tra l’Ucraina e la Russia sono confinati in una zona di libero scambio e ultimamente in prestiti. Non comportano implicazioni di politica interna. Anche l’Unione doganale di Russia, Kazakistan, Bielorussia e Armenia, a cui l’Ucraina probabilmente ora non parteciperà, prende le decisioni per consenso ma non ha un controllo sovranazionale e tecnocratico pesante come quella di Bruxelles.

In terzo luogo, l’Ucraina non ha davvero avuto scelta. Grazie a decenni di politica corrotta lo Stato ucraino è in bancarotta, così come lo è l’Unione europea. A dispetto della trama di belle parole su un futuro europeo rivolte a Kiev, l’Ue potrebbe offrire solo 800 milioni di dollari, tramite il Fondo Monetario Internazionale, al prezzo di riforme economiche eccezionalmente dolorose. L’agricoltura dell’Ucraina (da cui dipende) sarebbe sottoposta alla devastazione avvenuta in Romania e in Bulgaria nel loro periodo di pre-adesione. La sua industria crollerebbe.

Invece la Russia è stata in grado di offrire quasi 20 volte la somma di denaro per impedire che l’Ucraina divenisse insolvente, ed è il più grande mercato per le esportazioni ucraine, più grande di tutta l’Unione europea messa insieme. Inoltre le casse europee sono vuote, i suoi Stati membri stanno annegando nei loro debiti, mentre i vizi economici dei suoi Stati membri (Grecia, Spagna ed altri) hanno gettato quei Paesi nella miseria.

Invece la Russia ha avuto la tendenza di presentare dei bilanci in pareggio, mentre la sua crescita è del +4% circa, contro l’anemica Europa al +1%. Il commercio nell’Unione doganale è cresciuto del +40% in 5 anni. La firma da parte dell’Ucraina sull’accordo di associazione Ue (quello che la Georgia ha firmato è lungo 400 pagine) sarebbe stato il biglietto d’addio più lungo della storia.

Per evitare di confrontarsi con il suo inesorabile declino, la post-moderna Ue, al pari degli Stati Uniti, si è imbottita la testa con un ordine del giorno geopolitico ed ideologico radicalmente anti-russo sulla base di fantasie di estrema sinistra sul nazionalismo risorgente a Mosca. Eravamo abituati a ridere dei militaristi della Guerra Fredda, ma le assurde farneticazioni in chiave anti-russa del Dottor Stranamore e di Jack D. Ripper sono ora diventate lo standard servito da Washington e da Bruxelles, e la maggior parte dei media occidentali vergognosamente mastica quella spazzatura.
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Re: Ucraina

Messaggioda Berto » sab feb 22, 2014 2:32 pm

Ucraina: Tymoshenko libera. Ianukovic scappa da Kiew

http://www.lindipendenza.com/ucraina-ty ... pa-da-kiew

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Il Parlamento ucraino ha approvato la liberazione «immediata» della leader dell’opposizione, Yulia Tymoshenko. Il simbolo della Rivoluzione Arancione, agli arresti dal 2011, sarà liberata senza aspettare il placet presidenziale. Il giorno dopo la firma dell’accordo tra governo e opposizione, a circa tre mesi dall’inizio delle manifestazioni in Ucraina, il Paese si avvia a grandi passi verso una svolta. Nella notte il presidente Viktor Ianukovich ha lasciato la capitale. Il suo fedelissimo, Volodimir Ribak, si è dimesso da presidente del Parlamento. Uno dei leader dell’opposizione, Oleksandr Turchynov (braccio destro della Tymoshenko), è stato eletto nuovo ministro dell’Interno. In piazza gli attivisti non mollano: occupato il palazzo presidenziale, a 20 chilometri da Kiev. L’ex pugile Vitali Klitschko, leader del partito «Udar», e il capo del partito nazionalista Oleg Tiaghnibok, chiedono elezioni presidenziali anticipate prima del 25 maggio.

«FUGA» DI MASSA - Il presidente ucraino Viktor Yanukovych è a Charkiv, città nell’est del Paese dove si trova il centro del suo sostegno politico. Anche la polizia ha abbandonato le postazioni intorno alla capitale. Secondo Oleksandr Turcinov la maggior parte dei ministri del governo fedele al presidente sono spariti, compreso il ministro dell’Interno, Vitali Zakharcenko, considerato uno dei responsabili dei sanguinosi combattimenti degli ultimi giorni a Kiev.

PRESIDENTE DEL PARLAMENTO SI DIMETTE - Secondo quanto riferito dall’agenzia Interfax, il presidente del Parlamento Volodymyr Rybak ha presentato le sue dimissioni per «motivi di salute». Secondo i commentatori il vero motivo risiede nell’abbandono di almeno 41 deputati Partito delle regioni di Yanukovich. Il gruppo parlamentare fedele al presidente contava prima 205 deputati su 450.

«CONTROLLIAMO KIEV» - Andriy Parubiy, uno dei leader dei manifestanti antigovernativi, ha detto che i dimostranti hanno il pieno controllo di Kiev. I dimostranti «insieme alle forze di sicurezza hanno il controllo del Parlamento» e del palazzo presidenziale. I manifestanti con elmetti e scudi hanno assunto la guardia del palazzo presidenziale.

da: www.corriere.it
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Re: Ucraina

Messaggioda Berto » lun feb 24, 2014 9:30 am

Ucraina: i russofoni ora rischiano violenze, la Russia interverrà?

http://www.lindipendenza.com/ischenko-u ... nto-russia

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Proponiamo in ANTEPRIMA per L’Indipendenza la traduzione in italiano dell’articolo ‘Civil war has already broken out in Ukraine’, discorso pronunciato da Rostislav Ischenko, Presidente del Centre for Analysis and Forecasting con sede a Kiev, presso l’Institut de la Democratie et de la Cooperation con sede a Parigi. (Traduzione di Luca Fusari)

A mio parere l’Ucraina ha già varcato il confine della guerra civile. La domanda da porsi è se sarà limitata a un breve periodo di tempo, con un paio di vite perdute, o se si tradurrà in spargimenti di sangue violenti e in numerose perdite. Esprimo questo parere non solo perché si sono perse vite su entrambi i fronti del conflitto, lo dico soprattutto perché il confronto, iniziato con scontri tra militanti radicali neo-nazisti e le forze di sicurezza, ha portato a un conflitto tra due parti dell’Ucraina e tra i cittadini ucraini.

L’opposizione radicale ha catturato degli edifici amministrativi del governo. Diversi edifici sono stati presi nell’Ucraina occidentale. Dopo di che, un gruppo di 2-3 mila militanti dell’Ucraina occidentale ha cominciato un “tour” nella parte orientale del Paese, cercando di occupare i municipi sulla riva orientale del Dnepr. In risposta, le autorità hanno dispiegato le forze dell’ordine ed invitato la popolazione a difendere gli edifici dell’amministrazione regionale.

Unità d’autodifesa sono state formate nelle grandi città dell’Ucraina orientale. In diverse grandi città come Zaporozhye, Dnepropetrovsk, Nikolaev, Odessa e Kherson sono stati in grado di respingere l’opposizione ad ovest del Paese. Come sapete, quando dei conflitti emergono tra i diversi gruppi di cittadini di un Paese, anche se non sono utilizzate armi da fuoco, è segno dell’inizio di una guerra civile.

Diversi consigli regionali nell’Ucraina occidentale avevano dichiarato il loro rifiuto ad obbedire al governo federale di Kiev di Yanukovich. Allo stesso modo, diverse agenzie governative nell’Ucraina orientale e in Crimea avevano dichiarato che se l’opposizione arriverà al governo non lo riconosceranno. Sono convinto che il governo legale, avente circa 300 mila agenti di polizia sarebbe stato in grado di reprimere le rivolte, le quali consistono in circa 15-20 mila combattenti (non più di 10 mila gli attivisti a Kiev di cui circa 4 mila costantemente presenti a Maidan).

La spiegazione del perché questo non sia avvenuto ricade su fattori esterni che influenzano l’opposizione interna in Ucraina. Per fattori esterni, non intendo solo i rappresentanti dell’Unione europea che continuano a influenzare la situazione, ma anche e soprattutto dagli interessi degli Stati Uniti, rispetto al quale l’Ue e l’Ucraina sono spettatori passivi.

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Particolarmente significativo, l’Unione europea e l’opposizione legale si erano dichiarati disponibili a negoziare con le autorità ucraine, dopo recenti discussioni di Putin con Bruxelles. Tuttavia gli Stati Uniti e i suoi alleati orientali, tra cui il ministro degli esteri polacco, hanno espresso sostegno alle azioni dei militanti del cosiddetto Settore Destra (i combattenti neo-nazisti), esortandoli a continuare la loro opposizione attiva.

Questa situazione mi ricorda gli amari eventi avvenuti l’8 Agosto 2008 in Georgia. La situazione militare ha poi avuto una escalation nel Caucaso con il sostegno degli Stati Uniti. Il conflitto provocò uno scontro armato diretto, e la leadership russa fu stretta in una trappola. Da un lato, la Russia dovette intervenire per la propria credibilità davanti ai suoi cittadini e per non perdere stabilità all’interno del Paese. Dall’altra parte, in caso di intervento, la Russia avrebbe rischiato di essere responsabile del sangue versato.

Credo che né l’Ue né la Russia siano interessate alla destabilizzazione completa della situazione in Ucraina, o all’inizio di una lunga guerra civile, poiché un certo numero di gasdotti passanti attraverso l’Ucraina continueranno a fornire gas all’Europa. E’ molto probabile che in caso di guerra civile prolungata il transito del gas verrebbe interrotto.

Nel frattempo i militanti neonazisti del Settore Destra hanno dichiarato che non saranno soddisfatti né dalle sole dimissioni di Yanukovich né con nessuno dei politici delle esistenti opposizioni al potere. Quei militanti hanno dichiarato che intendono prendere il potere al fine di costruire uno Stato totalitario mono-etnico basato sulla dottrina neo-nazista.

Nonostante il fatto che questi militanti abbiano ripetutamente dichiarato che sono ben armati e pronti ad uccidere i loro nemici (e i loro nemici sono tutti coloro che sono in disaccordo con loro), gli Stati Uniti con insistenza continuano a caratterizzarli come manifestanti pacifici ed insistono sul fatto che non si debba usare la forza contro di loro. Questo però rafforza la loro mano.

La posizione degli Stati Uniti è comprensibile nel contesto di un grande gioco politico, poiché perdendo l’Ucraina gli Stati Uniti rischiano di perdere nel lungo termine il controllo sull’Europa occidentale. D’altra parte, la difficile situazione in Ucraina e il rovesciamento del suo governo influenzeranno la reputazione della Russia. L’autorità di Putin rischia di essere gravemente compromessa e tale destabilizzazione si trasferirebbe automaticamente sul territorio della Federazione Russa.

Se la Russia non interviene nel conflitto ucraino, i possibili esiti sono:

una guerra civile su vasta scala in prossimità dei suoi confini (e questo è molto probabile che accada);
un massacro di 7 milioni di russi in Ucraina o una strage di massa della popolazione di lingua russa che comprende il 60% della popolazione totale dell’Ucraina;

Immagine

Tenendo conto del numero enorme di legami personali e familiari, come pure il fatto che molti credono che il popolo russo e ucraino siano tra loro legati, sarà difficile per la leadership russa rimanere a lungo in stand-by e in disparte a guardare l’Ucraina piombare nel caos. Le autorità russe saranno prima o poi costrette ad intervenire o a dimettersi.

Pertanto gli eventi Maidan rappresentano una trappola geopolitica per la Russia, in quanto entrambe le soluzioni di cui sopra si tradurranno in una sconfitta.
La Russia poteva legittimamente intervenire nel conflitto se le perveniva una richiesta legale di aiuto da parte del governo di Yanukovich. Se interverrà dopo che l’Ucraina avrà vissuto una grave catastrofe umanitaria e dopo il crollo del governo ucraino, questo intervento risulterà troppo tardivo.

In conclusione vorrei dire che per la prima volta nella mia vita sto sperimentando una situazione in cui ho capito gli obiettivi politici ma non capisco come possano essere raggiunti senza un importante scontro militare. E’ evidente che l’attuale situazione in Ucraina (indipendentemente dalla causa, e da chi sarà il vincitore) rappresenti un’interferenza offensiva negli affari sovrani dell’Ucraina. Il confronto militare è praticamente inevitabile dato che Yanukovich si è dimostrato incapace di risolvere il conflitto da solo.

Oggi l’Ucraina occidentale ed orientale sono d’accordo solo su una cosa: il Paese non sarà in grado di esistere sotto forma di un unico Stato in un prossimo futuro. Il dibattito non è più su quando verrà divisa, ma su dove verranno posti i confini tra le due aree. Capisco che né la Russia né l’Unione europea siano interessate alla divisione dell’Ucraina in due o più Stati, tuttavia non mi è chiaro in questo momento come saranno in grado di prevenire questa situazione anche laddove dovessero unire le loro forze.
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Re: Ucraina

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2014 10:38 pm

Ucraina: manovre militari, iperinflazione e la polveriera Crimea

http://www.lindipendenza.com/ucraina-ma ... era-crimea


Di SALVATORE ANTONACI

Una giornata a dir poco convulsa, quella di oggi, nel calderone ucraino: tanti avvenimenti tutti ovviamente tra di loro interconnessi e gravidi di sviluppi inquietanti.

Prima notizia, non esattamente una novità si direbbe:la Russia non ha affatto gradito il cambio al timone di Kiev con la defenestrazione del fedele Yanukovych in favore di un’eteroclita coalizione nazionalista che spazia da posizioni filo europeiste e moderate ad altre decisamente più estremiste ancorché minoritarie. La conferma, quanto mai plateale, della bocciatura giunge, addirittura, dal ministero della Difesa russo che ha iniziato a muovere i pezzi sulla scacchiera di quella che sembra davvero una guerra di nervi se non ancora un conflitto armato vero e proprio. Oltre ai rinforzi spediti a presidiare la Crimea con l’importante base navale di Sebastopoli ,sede della flotta del Mar Nero, è arrivato anche l’annuncio, volutamente intimidatorio, di imprecisate manovre militari che dovrebbero svolgersi assai vicino al confine russo-ucraino. Ufficialmente, questo dispiegamento non avrebbe nulla a che fare con la presente situazione dell’ ex-pupilla occidentale dell’impero, ma si sa che, alle volte, le negazioni sono inserite in un discorso solo per accentuarne la plausibilità. E questo pare proprio uno di questi casi.

Il nuovo Premier ucraino, che dovrebbe essere il delfino della Signora Tymoshenko, Arseniy Yatsenyuk, leader del partito “Patria” (Batkivshchyna), avrà, dunque, le sue belle gatte da pelare. Il ruggito dell’orso non è passato di certo inosservato tra la novissima ed ancora incompleta compagine governativa ucraina. Ma a fare davvero tremare i polsi all’élite forgiata in Piazza Maidan è il baratro che si apre nei conti economici del paese: una vertigine quantificabile in circa 35 miliardi di Euro. Questi i primi numeri, di sicuro non definitivi, quantificati dal fresco responsabile delle finanze per venire incontro alle esigenze primarie di uno stato semi-fallito ovvero per impedirne il fragoroso e colossale default immediato, questa sì una bomba atomica nel cuore d’Europa. Il tempo incalza, si diceva, e prova oltremodo eloquente di questo timor panico è la svalutazione galoppante della valuta locale , la hrivnya, che ha perso la bellezza del 28% del proprio valore dagli inizi dei tumulti, meno di tre mesi fa.

Lo spettro dell’iperinflazione ucraina agita, a maggior ragione, le capitali occidentali timorose, però, di muoversi su un terreno cedevole propizio a nuovi smottamenti politico-istituzionali e di sfidare troppo apertamente il potente vicino. Potenziale risultato: uno stallo pericolosissimo con la via aperta ad ogni demagogia e a una rovinosa guerra civile.

I primi bagliori dell’incendio divampano già a sud, in quella succitata Crimea, enclave a stragrande maggioranza russofona figlia della spietata ingegneria etnica staliniana. Violenti scontri hanno accompagnato il dispiegarsi di due opposte manifestazioni nella città che ospita l’amministrazione di questa provincia autonoma incorporata nell’Ucraina dal 1954. A Simferopol, infatti, due folle composte da diverse migliaia di persone, si sono scontrate e menate di santa ragione: una ventina i feriti ed anche un morto (anche se per cause “naturali”). I russi chiedevano a gran voce al governo regionale un plebiscito per ricongiungersi alla madrepatria russa ed abbandonare la “repubblica dei traditori”. A contrapporsi a costoro la minoranza dei tatari che appoggiavano, invece, la rivoluzione di Kiev. Un’altra bomba ad orologeria pronta alla detonazione
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Re: Ucraina

Messaggioda Berto » ven feb 28, 2014 8:40 am

VENETO SERENISSIMO GOVERNO

Colpo di stato in Ucraina

La situazione in Ucraina è implosa; al di là del giudizio che si può dare sulle scelte politiche del presidente Yanukovich, è indubbio che è stato eletto in maniera democratica, ed è stato abbattuto da un colpo di stato finanziato dagli USA, e guidato a Kiev da raggruppamenti di estrema destra ultra nazionalisti, neo-nazisti e antisemiti.
A fronte di quanto è avvenuto a Kiev il popolo della Repubblica Autonoma di Crimea è legittimato, in base al diritto naturale all'autodeterminazione, a decidere il proprio futuro, sulla base di un referendum; questo è un diritto a cui nessuno può opporsi.
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della cultura, tradizioni e storia della Veneta Serenissima Repubblica è a fianco del popolo della Crimea e ai suoi diritti storici di autogestirsi, come è stato a fianco del popolo dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud, e ai loro diritti nazionali.
Auguriamo al popolo della Crimea di raggiungere i loro obiettivi; ciò dovrà avvenire senza violenza; se questo dovesse accadere la colpa ricadrà sugli ispiratori del colpo di stato avvenuto a Kiev.

Longarone 27 febbraio 2014

per il dipartimento Transcaucasico - Valerio Serraglia

Veneto Serenissimo Governo
Casella Postale 24 -36022 Cassola (VI)
VENETO
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Tel. +39 349 1847544 - +39 340 6613027
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