Ucraina e Crimea

Re: Ucraina e Crimea

Messaggioda Berto » mer gen 07, 2015 9:52 pm

Ucraina sull’orlo del default. Europa e Fmi chiedono austerità a Kiev

L'economia ucraina è a pezzi, senza un intervento dell'Occidente rischia il collasso. Ma Ue e Fondo monetario chiedono in cambio “riforme” pesanti, che gli oligarchi ucraini hanno sempre respinto

http://www.europaquotidiano.it/2014/12/ ... ita-a-kiev

Una buona notizia dall’Ucraina. Cosa rarissima, di questi tempi. Nel 2013-2014 l’export di cereali è cresciuto sensibilmente, stando ai dati forniti dai produttori. Sono state piazzate sui mercati esteri venti milioni di tonnellate di grano e circa dieci di frumento. Nel biennio precedente ci si era fermati a tredici e sette, rispettivamente.

Non tutto ciò che luccica è oro, a ogni modo. L’ex repubblica sovietica conferma il suo profilo da granaio. Eppure la curva delle esportazioni, più che all’espansione della produzione, si lega alla perdita di valore della moneta, la hryvnia. Non si tratta di una svalutazione competitiva, bensì di un vero e proprio crollo. Il primo gennaio di quest’anno il rapporto tra dollaro e hryvnia, tralasciando i decimali, era di uno a otto. Ora è di uno a sedici. In pratica, la valuta ucraina ha perso in dodici mesi il 100 per cento del suo valore, affondata dalla crisi politica e militare che il paese sta vivendo.

Lo spettro del fallimento
Anche se significativo, la caduta della hryvnia è un solo un dettaglio. È l’intero telaio dell’economia di Kiev, già messo a dura prova al terremoto finanziario del 2008-2009, che sta infatti perdendo pezzi. Davanti a tutto questo i dati sull’export di grano e frumento sono poca cosa. Non spostano di un centimetro il quadro. La buona notizia è relativa.

Fallimento: tutto sembra portare verso questo epilogo. Il Pil, nel 2014, è destinato a perdere circa sette punti percentuali. Dieci circa ne ha persi la produzione industriale, tra gennaio e ottobre. L’inflazione, proprio in virtù del rendimento pessimo della moneta, ha sfondato il tetto del 20 per cento, procedendo di male in peggio. Il paese, da qualche mese, s’è messo inoltre a importare carbone. Prima era totalmente autosufficiente, ma la guerra nelle regioni dell’est ha determinato la chiusura di diversi impianti, ribaltando l’equilibrio della bilancia commerciale del settore e causando persino qualche blackout.

Il numero che più in assoluto preoccupa è tuttavia quello delle riserve. Recentemente sono scese sotto i dieci miliardi di dollari. Livello critico, da default. Servono soldi e servono subito.

La cura del Fmi
Il denaro deve arrivare necessariamente da Occidente e il suo flusso dovrà essere maggiore, a quanto pare, rispetto a quello stabilito lo scorso aprile dal Fondo monetario internazionale, il maggiore tra i prestatori internazionali dell’Ucraina. L’istituzione diretta da Christine Lagarde mise sul piatto diciassette miliardi di dollari in due anni, a cui si sono aggiunti finanziamenti di taglia minore da parte di Stati Uniti e Unione europea.

Il patto, che chiedeva in cambio massicce dosi di riforme, è stato siglato in aprile. Da allora la crisi nell’est del paese s’è evoluta in peggio, spingendo ulteriormente verso il basso i fondamentali dell’economia. Le riforme varate, invece, sono state di portata limitata. Conseguentemente il Fmi (che ha già assistito Kiev nel 2009 salvo poi sospendere il prestito) non si fida più di tanto. Teme che l’Ucraina, dovesse rimandare le consegne, diventi una gola senza fondo. Discorso condiviso dall’Unione europea.

È anche vero, in ogni caso, che Kiev, alle prese con il costoso sforzo bellico, potrebbe dichiarare la bancarotta in assenza di una rapida iniezione di liquidità. Se così fosse, il senso dello sforzo con cui l’Occidente ha deciso di sostenere politicamente l’Ucraina evaporerebbe. È quindi probabile che nei forzieri di Kiev venga dirottata un’ulteriore somma, ancora non quantificabile (si parla di almeno una dozzina di miliardi). Stavolta Christine Lagarde e l’Ue pretenderanno zelo riformista. Non a caso una delegazione del Fmi s’è recata a Kiev, in questi giorni, in cerca di certezze.

Riformisti e antiriformisti
Si direbbe che gli inviati della Lagarde abbiano saputo spiegarsi, se è vero che il governo ucraino è in procinto di fare quello che ha sempre evitato: aumentare la bolletta del metano, tenuta artificiosamente bassa da tutti i governi che si sono succeduti alla guida del paese. Questioni di consenso e di voti. Salirà dalle tre alle cinque volte, ha spiegato Andrei Kobolev, il numero uno di Naftogaz, l’azienda statale del gas.

Un altro segnale che deporrebbe a favore della volontà di fare le riforme sta nella presenza, nel nuovo governo, di tre tecnici non ucraini. Sono l’americana Natalia Jaresko, il lituano Aivaras Abromavicius e il georgiano Alexander Kvitashvili. La prima è ministro dell’economia. Il secondo è andato alle finanze. Il terzo alla sanità, bastione della corruzione endemica di cui soffre il paese. Tre dicasteri chiave, dunque, su cui si misurerà la volontà del duo Poroshenko-Yatseniuk di costruire l’Ucraina post-sovietica e aderire alle richieste dei prestatori.

La strada è però anche lastricata di ostacoli, insidie, dubbi. Le riforme infatti vanno a incidere in un tessuto economico dominato da poche, potenti oligarchie che di liberalizzazioni e competitività non ne hanno mai voluto sentire e che oggi, in tempi di conflitto armato, esercitano su Kiev una nuova forma di pressione. Gli oligarchi, infatti, finanziano i battaglioni paramilitari che affiancano sul fronte dell’est l’esercito regolare. Senza queste milizie l’Ucraina non riuscirebbe a tenere testa ai ribelli filorussi. Il potere di ricatto dei tycoon è quindi molto forte e potrebbe tradursi proprio nell’annacquamento delle riforme.

Ma riforme significa anche tagli, austerità, cura draconiana. E Foreign Policy s’è chiesto se sia questa la ricetta idonea, tenuto conto che l’Ucraina, malmessa com’è, avrebbe bisogno più di stabilità che di austerità. Ma stabilizzare, visto che l’Ucraina sta andando alla deriva, può significare gettare soldi all’infinito nel pozzo. C’è da considerare anche questo aspetto.

Qui si torna ai piedi dell’albero. Da una parte c’è Kiev che deve spendere soldi per sostenere la guerra e chiederne di aggiuntivi per fare le riforme, motivando la cosa proprio in virtù della crisi militare (si può dire che sia tatticamente conveniente continuare la guerra?). Dall’altra l’Occidente, che appoggia il cambio di direzione politica che Kiev sta prendendo, ma rischia anche di spendere più del dovuto. Intanto il tempo stringe e il fallimento non è un fattore fantapolitico.
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Re: Ucraina e Crimea

Messaggioda Berto » gio feb 05, 2015 8:36 pm

Allarme Onu: Ucraina a rischio catastrofe

http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/onu ... trofe.aspx

Una nuova escalation del conflitto nelle regioni orientali ucraine sarà catastrofica per 5,2 milioni di persone. Non usa mezzi termini l'Alto commissario dell'Onu per i diritti umani, Zeid Raad Al Hussein, nel denunciare che almeno 224 civili sono morti e 545 sono rimasti feriti nelle ultime 3 settimane a causa dei combattimenti tra esercito di Kiev e separatisti filo-russi.

"Fermate di trasporti pubblici, mercati, scuole e asili, ospedali e aree residenziali si sono trasformati in campi di battaglia nelle regioni di Donetsk e Lugansk, il che viola il diritto umanitario internazionale", avverte il principe giordano aggiornando il pesantissimo bilancio di quasi 10 mesi di conflitto: 5.358 morti e 12.235 feriti accertati.

Intanto nel pieno dell'escalation del conflitto nell'est filorusso del Paese, le autorità di Kiev hanno annunciato misure per limitare l'accesso in Ucraina ai russi a partire da marzo: i russi che vorranno entrare, uscire, transitare o viaggiare attraverso l'Ucraina non potranno più utilizzare l'equivalente russo della carta d'identità, ma dovranno presentare il passaporto.

E mentre si continua a morire (nelle ultime 24 ore le unità regolari ucraine hanno perso altri cinque uomini e sono morti almeno 16 civili), gli scontri armati continuano a concentrarsi soprattutto intorno a Debaltsevo, uno strategico nodo ferroviario situato nella regione di Donetsk, sul confine amministrativo con quella di Lugansk: la presa di Debaltsevo avrebbe un'importanza fondamentale per i ribelli, perché consentirebbe loro di unificare la linea del fronte e di saldare le forze delle due principali roccheforti insurrezionali.

Intanto i separatisti di Donetsk hanno fatto sapere che la mobilitazione comincerà lunedì prossimo, il 9 febbraio: l'obiettivo, ha spiegato il leader dell'autopraclamata repubblica popolare di Donetsk, è formare una forza con fino a 100mila uomini per fermare l'offensiva dell'esercito ucraino.

E in attesa che giovedì a Kiev arrivi il segretario di Stato John Kerry per incontrare il presidente Pedro Poroshenko, gli Usa hanno fatto sapere che le sanzioni economiche rimangono "il modo migliore" per fare pressione su Mosca e che invece inviare altre armi all'Ucraina non è la risposta alla crisi.

Il Cremlino ha deciso infine di valutare la petizione con cui si chiede la liberazione di Svetlana Davydova, la mamma di 36 anni arrestata con l'accusa di tradimento per aver chiamato l'ambasciata di Kiev, avvertendo di movimenti di truppe russe verso l'Ucraina.
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Re: Ucraina e Crimea

Messaggioda Berto » ven feb 13, 2015 1:57 pm

Ucraina, la Merkel sa che i confini non sono eterni …13 Feb 2015

http://www.lindipendenzanuova.com/ucrai ... ono-eterni

di BENEDETTA BAIOCCHImerkel

Lo dicono tutti e glielo riconoscono. Se non è scoppiatala guerra, lo si deve in fin dei conti ad Angela Merkel.
Ma che i “confini non siano eterni”, lo scrive anche der Spiegel.

Addirittura l’Ansa commentava attraverso i suoi commentatori esteri, che c’è chi in lei vedeva addirittura l’unico possibile erede dello spirito di Kennedy.

Fatto sta che la cancelliera attende dall’amico Putin anche i fatti. Se die Zeit vede il bicchiere mezzo pieno mentre la Frankfurter Allgemeine Zeitung, “ha sposato una linea più americana, sottolineando che solo l’uso di un deterrente può avere effetto su Vladimir Putin.
Se si continua a dire che la soluzione non è militare, i separatisti “potranno marciare fino a Kiev”.
Di fronte al risultato di Minsk 2, Faz on line liquida gli sforzi titolando “16 ore per un po’ di pace”.
Alla fine di una maratona affrontata da una donna di 60 anni che aveva alle spalle 20 mila km e 30 ore di aereo in 4 giorni? l’ultima tappa l’ha portata al consiglio europeo di Bruxelles, subito dopo la chiusura del tavolo su Kiev, a duellare con la Grecia in cerca ormai di “compromessi” – almeno della straordinaria prestazione fisica i media tedeschi sembrano tutti impressionati.
C’e’ chi interroga diplomatici di razza per provare a stabilire se si tratta di un record e chi ritira fuori la storia del cammello.
Frau Merkel è in grado di fare “riserve” di sonno, e di rigenerarsi anche schiacciando un pisolino.
Se dei risultati della leadership si può discutere a lungo, la tempra di questa signora del Brandeburgo è davvero inattaccabile”, ammette Rosanna Pugliese da Berlino per l’Ansa.
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Re: Ucraina e Crimea

Messaggioda Berto » mer mar 18, 2015 8:37 am

Putin: “Per la Crimea eravamo pronti a mobilitare le nostre forze nucleari”

Il presidente russo, in un documentario andato in onda sulla tv di Stato, rivela che il Cremlino era pronto a quella mossa se gli Stati Uniti ed i loro alleati fossero intervenuti. E accusa Washington di aver orchestrato le proteste di gennaio e febbraio 2014 a Kiev, sfociate nel colpo di Stato che portò alla deposizione del presidente Yanukovic
15 marzo 2015

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03 ... ri/1507865

La Russia era pronta ad allertare le proprie forze nucleari durante le tensioni che hanno preceduto, lo scorso anno, l’annessione della Crimea e la destituzione del presidente ucraino Viktor Yanukovic. A renderlo noto è stato il presidente russo Vladimir Putin nel documentario Crimea: the Road to the Motherland trasmesso domenica alla tv di Stato. “Eravamo pronti a farlo” nel caso in cui gli Usa e i loro alleati europei fossero intervenuti, ha rivelato Putin. Ma “ho parlato con i colleghi (occidentali ndr) e ho detto loro che è un nostro territorio storico e che lì vive gente nostra che corre pericolo e deve essere salvata”. Alla fine “penso che nessuno volesse iniziare una guerra mondiale per tutto questo”, ha spiegato il leader del Cremlino.

Putin ha poi accusato Washington di aver orchestrato le proteste di gennaio e febbraio 2014 di piazza Maidan a Kiev, sfociate nel colpo di Stato che portò alla deposizione di Yanukovic: gli Usa “hanno addestrato i nazionalisti” che volevano “rimuoverlo fisicamente”. Ricostruendo gli eventi che hanno portato all’annessione della Crimea alla Federazione russa, il presidente ha ricordato poi di averla decisa dopo un meeting durato tutta la notte tre il 22 e il 23 febbraio 2014, quando le forze speciali russe tentarono di recuperare da Donetsk il presidente Yanukovic appena destituito dal Parlamento ucraino. Secondo Putin la mossa non era stata pianificata. E l’obiettivo era “salvare dai nazionalisti” quel territorio abitato per la maggior parte da una popolazione di etnia russa.

Il presidente ammette anche che lo scorso anno “la Crimea è stata trasformata in una fortezza, con oltre 40 sistemi missilistici s-300 e una ventina di batterie mobili, insieme ad altre armi pesanti”. Il filmato è stato mandato in onda alla vigilia dell’anniversario del referendum che ha sancito l’annessione della Penisola da parte della Russia. Una consultazione non riconosciuta da Kiev né dalla comunità internazionale e durante la quale si espresse a favore quasi il 97% dei votanti. Due giorni dopo, il 18 marzo 2014, la Russia dichiarò l’annessione della penisola, fino a quel momento territorio ucraino, con un solenne atto del Cremlino: Putin e i leader della Crimea firmarono un trattato bilaterale in base al quale la Repubblica di Crimea e la città di Sebastopoli diventavano membri della Federazione russa.

Non è chiaro quando l’intervista a Putin sia stata registrata. Il responsabile per la stampa del Cremlino si è rifiutato di commentare dove si trovi il presidente, dopo le voci che lo davano in Svizzera per la nascita del figlio della presunta compagna Alina Kabaieva. Domenica l’ex ambasciatore israeliano a Mosca, Zvi Magen, è arrivato ad azzardare l’ipotesi di un colpo di Stato. Ma lunedì è previsto un incontro con il presidente del Kirghizistan, evento che dovrebbe veder ricomparire in pubblico il leader mettendo fine al giallo.



Russia, l'ammissione di Vladimir Putin: "In Crimea ho minacciato gli Usa e l'Europa, pronti a usare le armi nucleari" 15 marzo 2015

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... dimir.html

La Russia era pronta ad allertare le forze nucleari se gli Usa e i loro alleati europei avessero deciso di intervenire quando, un anno fa, la Crimea decise di annettersi alla Federazione. Lo ha rivelato il presidente Vladimir Putin rispondendo ad una domanda specifica nel documentario Crimea: the Road to Motherland trasmesso dalla tv di Mosca. "Eravamo pronti a farlo". Putin ha spiegato che in quel momento dai colloqui con i paesi occidentali non era chiaro se avessero o meno voluto interferire militarmente.

Ecatombe nucleare - L'ammissione di Putin su quei giorni di tensione estrema è raggelante: il rischio di escalation militare fino all'ecatombe nucleare era concreto. "Eravamo pronti a farlo. Ho parlato con i colleghi (occidentali, ndr) e ho detto loro che è il nostro territorio storico e che lì vive gente nostra che corre pericolo e deve essere salvata", racconta il presidente russo, che in queste settimane è al centro di un mistero perché non appare in pubblico dallo scorso 5 marzo. Secondo Putin, Mosca non poteva sapere come avrebbe reagito l'Occidente alla situazione in Crimea. C'è poi il sospetto del Cremlino che dietro alla rivolta nelle strade di Kiev e la cacciata del presidente ucraino Viktor Yanukovych ci sia lo zampino degli Stati Uniti. Ma Washington è lontana migliaia di chilometri, ha alzato la voce Putin con la Casa Bianca, mentre "noi siamo qui e questa è la nostra terra".

Com'è andata in Crimea - "Sapete per cosa andate a lottare? Non lo sapete? Noi invece sì, e siamo pronti a farlo. Non credo che ci fosse qualcuno che volesse cominciare una guerra mondiale per tutto questo (...) però ci hanno obbligati ad agire così", ha detto Putin. Il presidente russo ha ammesso di avere ordinato personalmente l'annessione della Crimea poche ore dopo che il Parlamento ucraino aveva deposto dall'incarico Yanukovych, cioè una settimana prima che le autorità regionali della penisola si ribellarono contro Kiev e indissero il referendum sull'indipendenza. Putin assicura di avere preso la decisione durante l'operazione delle forze speciali per recuperare Yanukovych da Donetsk, sua città natale dove si era rifugiato una volta fuggito da Kiev la mattina del 22 febbraio.

"Così abbiamo salvato Yanukovych" - Il numero uno del Cremlino racconta: "Eravamo pronti a farlo uscire da Donetsk, via terra, mare e aria. La notte fra il 22 e il 23 febbraio, quando abbiamo finito verso le 7 del mattino, ho detto che dovevamo cominciare a recuperare la Crimea per la Russia". Proprio domani ricorre l'anniversario del referendum, non riconosciuto da Kiev né dalla comunità internazionale, con cui il 16 marzo del 2014 la Crimea disse sì a unirsi alla Russia. Si espresse a favore quasi il 97% dei votanti. Solo due giorni dopo, il 18 marzo 2014, la Russia consumò l'annessione della penisola, fino a quel momento territorio ucraino, con un solenne atto del Cremlino in cui Putin e i leader della Crimea firmarono il trattato bilaterale in base al quale la Repubblica di Crimea e la città di Sebastopoli diventarono due nuovi membri della Federazione russa.
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Re: Ucraina e Crimea

Messaggioda Berto » sab giu 20, 2015 7:35 am

???
Sahra Wagenknecht, vice-presidente del Partito della Sinistra tedesco
https://www.facebook.com/informatiecont ... 4010438960
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Re: Ucraina e Crimea

Messaggioda Berto » lun lug 13, 2015 9:06 pm

???

VENETO SERENISSIMO GOVERNO - Ufficio di presidenza - Corrispondenza dal Caucaso

La situazione nel Caucaso potrebbe diventare problematica, a causa delle aggressive ingerenze degli USA, con la complicità della Georgia e l’utilizzo di mercenari islamici e neonazisti.

La cricca di Obama e del suo braccio operativo McCain hanno stimolato e finanziato la cosiddetta “rivolta di piazza Maidan “ a Kiev, in Ucraina, assoldando con decine di milioni di dollari bande neonaziste, eredi del fascista Bandera. Tutto questo è verificato e assodato: questi dollari sono serviti a fornire armi, stipendi, sia alle milizie neonaziste sia ai mercenari non ucraini (contract). Sono state inoltre inquadrate bande di criminali, già condannati, fatti uscire dai carceri (battaglione Tornado), responsabili di massacri, stupri, furti, distruzioni di abitazioni… nei confronti delle popolazioni civili. Questi criminali, quando c’era da affrontare i reparti di autodifesa del Donbass fuggivano a gambe levate. Tutto questo sforzo messo in atto dall’amministrazione Obama non ha ottenuto i risultati sperati: grazie alla volontà e alla determinazione del popolo del Donbass, il quale ha respinto i fantocci di Kiev, infliggendo gravi perdite ai mercenari.
Vista l’impossibilità di destabilizzare la Federazione Russa attraverso la crisi ucraina Obama e i suoi stregoni adesso tentano di aggredirla dal sud, finanziando e stimolando i terroristi islamici a creare il caos nella regione islamica. Si può essere certi che il problematico e instabile ex prigioniero McCain e la Georgia avranno un ruolo importante in questo disegno. McCain ha rapporti consolidati e accertati con i capi dello stato islamico (Isis) e ordinerà ai suoi tagliagole di trasferirsi o di tornare nel Caucaso, e riprendere un’opera di destabilizzazione, attraverso nuovi attentati, aventi come obbiettivi uomini politici, militari e obbiettivi civili, di queste repubbliche, sia indipendenti, sia all’interno della Federazione Russa. Possiamo essere certi che la Georgia sarà la retrovia di questa aggressione. Siamo altrettanto certi che la Federazione Russa, il suo presidente Wladimir Putin e i popoli del Caucaso daranno una risposta forte e decisa , non avendo intenzione di far parte del califfato ispirato da Obama.
Lo stregone di Washington d.c. da quando è presidente non ne ha indovinata una in politica estera, creando solo caos, a partire dal discorso tenuto a Il Cairo nel 2008, che ha dato via libera ai fratelli musulmani, alle cosiddette “ primavere arabe “, a piazza Maidan … e potremmo continuare.
Il suo caos sarà sconfitto anche nel Caucaso.
I popoli non sopportano più l’ingerenza degli affamatori e sapranno contrastarli con fermezza.

Lo stregone può comprare Renzi, Tsipras, al-Baghdadi, Poroshenko e qualche altro servo, ma i popoli sapranno sollevarsi, per difendere la loro storia, cultura e tradizioni.

Caucaso, 13 Luglio 2015
per il Veneto Serenissimo Governo
il Vice presidente Valerio Serraglia

Veneto Serenissimo Governo
casella postale 24 - 36022 Cassola VI
VENETO
pepiva@libero.it - kancelliere@katamail.com
tel. +39 328 7051773 . +39 349 1847544 - +39 340 6613027
www.serenissimogoverno.eu
www.radionazionaleveneta.org
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Re: Ucraina e Crimea

Messaggioda Berto » sab lug 25, 2015 7:41 am

L’UCRAINA VERSO UN INEVITABILE DEFAULT ECONOMICO

Sull’Europa incombe lo spettro del default. Ma non è solo quello greco. A far tremare il Vecchio continente è la situazione dell’Ucraina, messa in ginocchio dal conflitto con i separatisti filorussi nel Donbass, cuore industriale e minerario del Paese.
Alla crescente tensione nell’Est per il lento naufragio degli accordi di Minsk si somma lo stallo dei negoziati avviati in marzo da Kiev con i creditori privati per ristrutturare un debito di 22-23 miliardi di dollari, poco più della metà del debito estero, che sommato a quello interno raggiunge i 70 miliardi di dollari.
Default a fine Luglio? Il ministro delle Finanze ucraino, Natalia Jaresko, dopo una nuova proposta che lega i rimborsi ai risultati dell’economia, ha minacciato che Kiev non pagherà i debiti «se presto non saranno fatti veri progressi nei negoziati, se i creditori non useranno questa ultima occasione di raggiungere un accordo nelle prossime settimane». E ha evocato il default per fine Luglio, salvo poi fare marcia indietro sostenendo di essere stata fraintesa dai media.
Tra i creditori c’è la Russia. L’ipotesi iniziale era una combinazione di un taglio del capitale, una estensione delle scadenze e una riduzione delle cedole per risparmiare 15 miliardi di dollari in quattro anni. L’haircut per i creditori, secondo i media, può arrivare fino al 40%-50% della loro esposizione. Tra i principali creditori di Kiev c’è anche la Russia di Vladimir Putin, che nel 2013 aveva acquistato bond per 3 miliardi di dollari (in scadenza proprio quest’anno) come prima tranche di un prestito di 15 miliardi di dollari con cui Mosca puntava a sostenere l’allora presidente Viktor Yanukovich dopo la sua marcia indietro sull’accordo di associazione con la Ue che aveva scatenato Euromaidan.
Standard & Poor’s: «Default virtualmente inevitabile»
Kiev contava di chiudere le trattative entro Giugno ma non ha ancora trovato un accordo, tantomeno con la Russia, che considera quei 3 miliardi come un prestito istituzionale e non privato. Per questo a Maggio il parlamento ucraino ha votato una controversa legge che consente al governo di imporre una moratoria sul pagamento dei debiti esteri di creditori privati.
Un’arma di pressione nei negoziati, ma anche un modo per dichiarare un default tecnico, come ha ammesso il presidente Petro Poroshenko. Già a Marzo Standard & Poor’s aveva deciso di tagliare il rating sul merito di credito in valuta estera dell’Ucraina da CCC a CC, definendo il default del debito di Kiev «virtualmente inevitabile». Anche gli analisti di Goldman Sachs ipotizzano il default dell’Ucraina a fine luglio.
Il Fmi assicura l’erogazione dei prestiti. Ma Christine Lagarde, direttrice del Fmi, ha assicurato che il fondo monetario internazionale continuerà a erogare prestiti a Kiev anche se non raggiungerà un accordo con i creditori nei tempi previsti: a Luglio si attende la seconda tranche di 1,7 miliardi di dollari, dopo quella di 5 dello scorso marzo (su un prestito complessivo di 17,5 mld dlr). Ma entro fine anno l’Ucraina deve rimborsare titoli per 8 miliardi di dollari.
Crolla il Pil, sale il debito pubblico. E lo scenario macroeconomico non aiuta: il debito pubblico ha raggiunto il 73% del Pil con una brusca virata rispetto al 41% dell’anno passato, nel primo trimestre di quest’anno il Pil ha fatto registrare un crollo del 17,6% rispetto allo stesso periodo del 2014 e per fine anno è previsto un calo di almeno il 10%.

*Articolo tratto da http://www.lettera43.it
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Re: Ucraina e Crimea

Messaggioda Berto » mar set 01, 2015 9:38 pm

Ucraina, tre le vittime degli scontri a Kiev. Polizia: 141 feriti ricoverati

l presidente Poroschenko in visita agli agenti negli ospedali. Il Partito radicale di Oleh Ljasko lascia il governo: "Non vediamo più la possibilità di rimanere nella coalizione". Si dimette il vice primo ministro Voschevsky

http://www.repubblica.it/esteri/2015/09 ... ef=nrct-31

KIEV - Si aggrava il bilancio degli scontri scoppiati ieri a Kiev, fra le forze dell'ordine e militanti di estrema destra, di fronte al Parlamento dopo l'adozione di una riforma che conferisce maggiore autonomia alle regioni separatiste dell'est del paese. Oggi, riferisce il ministro dell'Interno Arsen Avakov su Twitter, un poliziotto è morto in ospedale: il soldato Dmitri Slastikov. Olga Bogomolets, deputata e consigliera del presidente Petro Poroshenko, scrive poi su Facebook che anche un ragazzo del 1995 è deceduto a causa delle ferite. Sono quindi tre le vittime delle proteste dopo che ieri aveva perso la vita un membro 25enne della guardia nazionale ucraina.

Intanto la polizia ha informato che "in totale 141 feriti sono ancora ricoverati nei diversi ospedali di Kiev fra cui 131 poliziotti di cui 9 in gravi condizioni". Ieri il sindaco di Kiev Vitali Klitschko aveva parlato di tre agenti uccisi, ma fino ad oggi non c'erano state conferme ufficiali. La situazione di fronte al Parlamento era degenerata dopo il lancio verso le forze di sicurezza di una granata.
Kiev: ordigno contro la polizia, il momento dell'esplosione
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I poliziotti in serie condizioni presentano ferite all'addome, ai polmoni e alla testa, ha precisato Olga Bogomolets, deputata e consigliera del presidente Petro Poroshenko per gli Affari umanitari. Poroshenko, che in mattinata si è recato in visita ai poliziotti feriti, ha denunciato una "azione anti-ucraina" e promesso di punire i colpevoli.

La coalizione di governo in Ucraina traballa. Il Partito Radicale di Oleh Ljasko è pronto a lasciarla. Lo ha detto il leader, Lyashko, ai giornalisti spiegando che la formazione sarà all'opposizione di governo e presidente. "Non vediamo la possibilità di rimanere nella coalizione", ha detto Lyashko. Poco dopo sono intervenute le dimissioni del vice primo ministro e membro del Partito, Valeriy Voschevsky. "Abbandonare la coalizione è una decisione comune del Partito radicale, presa all'unanimità. Tutti abbiamo condiviso questa decisione e di conseguenza il Parito radicale non può essere rappresentato nel governo. Personalmente - ha detto Voschevsky - questo significa che mi dimetto".

La reazione di Lavrov. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha avvertito dei pericoli di "flirtare" con gli estremisti. "Stavo guardando ieri quello che accadendo a Kiev. Responsabili degli scontri, secondo il ministro degli Interni dell'Ucraina, sono gli estremisti di Svoboda. Di conseguenza, non si può flirtare con gli estremisti" ha aggiunto il capo della diplomazia russa. I violenti scontri fuori dal Parlamento dell'Ucraina sono stati condannati dalla Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.
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Re: Ucraina e Crimea

Messaggioda Berto » mer ott 07, 2015 8:04 pm

Chernobyl, 30 anni dopo è tornata la vita
Dopo che per anni è rimasta disabitata, un deserto di morte, è tornata la vita nell'area vicino la centrale nucleare di Chernobyl.

martedì 6 ottobre 2015

http://www.globalist.it/Detail_News_Dis ... ta-la-vita

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A quasi 30 anni da quel grave incidente, alci, caprioli, cervi rossi, cinghiali e lupi sono tornati a popolare la zona vicino la centrale, che ora sembra quasi una riserva naturale.

Descritta sulla Current Biology, la ricerca dell'università di Portsmouth offre una lezione importante per valutare l'impatto a lungo termine del più recente incidente nucleare di Fukushima. "E' molto probabile che gli animali selvatici a Chernobyl siano molti di più di quelli presenti prima dell'incidente'', precisa Jim Smith, coordinatore dello studio. ''Ciò non significa che le radiazioni siano una cosa buona per la fauna selvatica, ma solo che gli effetti degli insediamenti umani, inclusi caccia e allevamenti, sono molto peggiori''.

I primi studi sui 4.200 chilometri quadrati dalla zona di esclusione avevano mostrato gravi effetti dalle radiazioni e un'importante calo della fauna selvatica. I nuovi dati, basati su un censimento di lungo periodo e rilevazioni aeree, dimostrano che le popolazioni di mammiferi sono tornate. La relativa abbondanza di alci, caprioli, cervi rossi e cinghiali nella zona di esclusione è ora simile a quella riscontrata nelle quattro riserve naturali non contaminate della regione. Il numero di lupi che vive dentro e vicino il sito di Chernobyl è sette volte maggiore di quello presente nelle altre riserve. I rilevamenti fatti rivelano anche la progressiva crescita nelle popolazioni di questi animali da uno a 10 anni dopo il disastro. "Questi risultati dimostrano per la prima volta che, indipendentemente dai potenziali effetti delle radiazioni sui singoli animali, la zona di esclusione di Chernobyl ospita un'abbondante comunità di mammiferi dopo quasi 30 anni di esposizione cronica alle radiazioni", conclude lo studio.

A 30 ani dal s'cioco de Chernobyl
http://www.curioctopus.it/read/6085/dop ... rprendente
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Ucraina e Crimea

Messaggioda Berto » gio dic 10, 2015 10:36 pm

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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