Demografia storica della Crimea e del Donbass

Re: Demografia storica della Crimea e del Donbass

Messaggioda Berto » gio ott 13, 2022 8:10 am

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Demografia storica della Crimea e del Donbass

Messaggioda Berto » mar feb 14, 2023 9:37 am

5)
Considerazioni sull'autodeterminazione, sul diritto all'autonomia, all'indipendenza, alla secessione, all'annessione ad altri stati e sui relativi referendi



Ieri un'altra pesante condanna della Russia da parte dell'Assemblea Generale dell'ONU.
Giacomo de Feo
13 ottobre 2022

https://www.facebook.com/giacomo.defeo/ ... 5351405864

143 paesi condannano la fraudolenta annessione;
35 si astengono;
contrari solo Bielorussia, Nord Corea, Siria, Nicaragua e qualche italico pupazzetto di Putin, che crede ai suoi referendum farsa


Luca Venturini
I referendum sono più o meno farsa quanto tanti altri simili. Bisogna chiedersi se quelle popolazioni voterebbero nello stesso modo se i referendum fossero un po' meno farsa. Direi che voterebbero nello stesso modo, quindi che i referendum siano farsa o meno diventa di poco interesse.

Elisabetta Cenci
Luca Venturini io propongo di rifarlo con gli ispettori ONU così rivotano per la Russia si cede la Crimea e magari si fa la pace

Luca Venturini
Elisabetta Cenci sì. Uno spreco di tempo e soldi, ma si può fare. Tra l'altro credo che gli ispettori ci fossero, ma pochi.

Giacomo de Feo
Luca Venturini In Donbas il 90% nel ‘91 ha votato per l’indipendenza dell’Ucraina. Ora che conoscono la gestione di Putin una stima conservativa è un buon 95% di favorevoli a restare in Ucraina


Gino Quarelo
Le considerazioni da fare sono molto più complesse e debbono tener conto di vari aspetti e di molti fattori:
1) la variazione demografica per effetto della pulizia etnica
2) la modalità con cui lo stato ha acquisito la sovranità di quel territorio da cui una parte vuole secedere
3) la consistenza storica della parte che vuol secedere
4) i diritti di tutte le minoranze e i pericoli a cui andrebbero incontro in caso di separazione/indipendennza di quel territorio
5) eventuali risarcimenti a compensazione
6) i diritti dello stato e di tutti i suoi cittadini a cui appartiene la sovranità di quel territorio
7) la eventuale perdita del diritto politico alla separazione/indipendenza per indegnità dovuta a gravi comportamenti criminali nei confronti dello stato, e delle altre parti etniche minoritarie o meno di quel territorio
8 ) ...



Un referendum sull'indipendenza è un tipo di referendum in cui i cittadini di un territorio, generalmente rappresentanti una minoranza all'interno dello stato di appartenenza, decidono, concordando con lo Stato, se il territorio debba diventare uno stato sovrano indipendente attraverso un processo di secessione. Un referendum sull'indipendenza non sempre porta all'indipendenza.

https://it.wikipedia.org/wiki/Referendu ... dipendenza
Un referendum per l'indipendenza di solito nasce dopo il successo politico da parte di movimenti politici nazionalisti, separatisti o secessionisti di un territorio circoscritto all'interno di uno stato sovrano. I negoziati per i termini di un referendum sull'indipendenza possono aver luogo tra i nazionalisti e il governo centrale che esercita la sovranità sul territorio. Se i termini vengono concordati dalle due entità, allora il referendum sull'indipendenza può essere tenuto con risultato vincolante e rispettato dalla comunità internazionale. I referendum sull'indipendenza devono essere tenuti col consenso dei governi, ma alcuni vengono eseguiti in maniera illegale e i loro risultati sono solitamente ignorati dalla comunità internazionale. L'unico caso in cui un referendum illegale abbia portato alla creazione di uno nuovo Stato sovrano è quello per l'indipendenza del Kosovo dalla Serbia nel 2008.
Varie questioni possono essere discusse nei negoziati, come la data e il calendario del sondaggio, così come l'eleggibilità degli elettori. Per questi casi, la pratica elettorale comune è spesso ampiamente utilizzata, anche se possono esserci delle deviazioni, come visto con l'abbassamento dell'età del voto per il referendum sull'indipendenza scozzese del 2014.
Tra le altre questioni da negoziare figura spesso la forma con cui viene posto il quesito referendario, possono infatti essere offerte alternative di maggiore autonomia o di mantenimento dello status quo. Nei negoziati viene anche affrontato il livello di approvazione che rende il risultato referendario vincolante all'avvio della secessione. Per alcuni referendum sull'indipendenza è necessaria una maggioranza semplice mentre in altri casi, è possibile utilizzare una determinata percentuale per essere vincolante.

Nel caso di voto favorevole per l'indipendenza, e riconoscimento della validità da parte dello stato sovrano, potrebbero esserci negoziati sui termini della secessione per il territorio dallo stato sovrano. Viene quindi fatta una dichiarazione di indipendenza per un nuovo stato, e possono seguire il riconoscimento internazionale, nonché l'adesione a organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite. In caso di referendum non riconosciuti dall'autorità statale centrale, ciò può portare a una dichiarazione unilaterale di indipendenza, e quindi a stati parzialmente riconosciuti o autoproclamati.
Spesso nel caso di un voto contrario all'indipendenza, si sviluppano delle ulteriori richieste per una replica del referendum sull'indipendenza. Ad esempio, dopo due referendum in Québec, il Parti Québécois ha continuato a sollevare la prospettiva di tenere un altro referendum, il Partito nazionale scozzese ha affermato che ci dovrebbe essere una ripetizione del referendum del 2014 se il Regno Unito lasciasse l'Unione Europea.

Diritto all'autodeterminazione

La legittimità di un quesito referendario per l'indipendenza di un'entità territoriale rispetto allo stato sovrano di cui fa parte richiama spesso il principio di autodeterminazione di un popolo. Il principio in questione è menzionato nella Carta delle Nazioni Unite del 1945, ma la sua portata e il suo contenuto normativo sono il frutto di successivi contributi della giurisprudenza internazionale. L’ambito in cui il principio ha trovato inizialmente applicazione, grazie all'Assemblea generale dell’ONU, è quello del processo di decolonizzazione, affermando l’idea che le popolazioni soggette a dominazione coloniale abbiano il diritto di determinare liberamente la propria condizione politica e di perseguire liberamente il proprio sviluppo economico, sociale e culturale.

Esempi di applicazione del principio di autodeterminazione possono essere ritrovati nei pareri consultivi della Corte internazionale di giustizia rispetto alla Namibia (1971), sul Sahara occidentale (1975), nonché con la successiva sentenza relativa al caso di Timor Orientale (1995). Per completare il quadro si deve aggiungere la sentenza resa nel 1998 dalla Corte suprema del Canada a proposito della questione del Québec. Dovendo infatti valutare, su richiesta del Governo canadese, la legittimità delle pretese di indipendenza tramite secessione del Québec alla luce del diritto costituzionale canadese e del diritto internazionale, la Corte afferma che il principio in questione si applica ai popoli che si trovino in tre situazioni specifiche:

popoli soggetti a dominio coloniale;

popoli il cui territorio è stato occupato da uno Stato straniero;

popoli che all’interno di uno Stato sovrano si vedano rifiutare un accesso effettivo all'esercizio del potere di governo;

Il terzo punto risulta essere il più problematico da decifrare perché oltre alla difficoltà di definire l'espressione “popolo”, risulta complessa l'interpretazione di "libero accesso all'esercizio del potere di governo" e di quali siano i suoi limiti.


Unità territoriale

Il principio di autodeterminazione si scontra direttamente con il limite rappresentato da un altro principio sancito dal diritto internazionale, relativo all'integrità territoriale degli Stati. I confini sono fondamentali per garantire la sopravvivenza degli Stati e la loro salvaguardia, contro secessioni, invasioni e annessioni, è fondamentale per mantenere la sicurezza nazionale e uno status di equilibrio geopolitico nella comunità internazionale.

Generalmente la salvaguardia dell'unità territoriale è uno dei principi fondativi degli Stati e l'integrità dei confini viene garantita attraverso articoli appositi nelle costituzioni degli Stati.


Politica interna ed estera
Dinamiche interne
La legittimità del diritto di autodeterminazione non può non tenere conto dell'assetto interno dei singoli stati interessati e, in particolare, dei limiti al suo esercizio determinati dal diritto costituzionale dei singoli ordinamenti. Nel rispetto al principio di legalità, è dunque alla luce dell’ordinamento costituzionale interno e del contesto politico centrale che deve essere valutata la legittimità di rivendicazioni indipendentiste che infatti, non a caso, hanno ottenuto risposte diverse nel caso di Scozia o Quebec, dove il governo dello stato centrale ha acconsentito allo svolgersi di un referendum popolare, o per contro in Spagna, dove il Tribunale costituzionale e il governo centrale hanno decretato l’illegittimità del referendum medesimo. Spetta quindi alla politica farsi carico di tali situazioni e utilizzare gli strumenti più adeguati per affrontare la questione non altrimenti sanabile sul solo piano della logica giuridica.

...
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Re: Demografia storica della Crimea e del Donbass

Messaggioda Berto » mar feb 14, 2023 9:37 am


Chiedo scusa se pubblico ancora una volta un post, ma proprio non riesco a stare zitto di fronte a quello che leggo e sento, ma mi interrogo: si può arrivare alla pace?

Giuseppe Puzzolo
5 aprile 2022
https://www.facebook.com/giuseppe.puzzo ... 1082084725

Secondo me si, ma solo se l’Ucraina si difende e non capitola. Questa è l’unica salvezza anche per l’Europa. La vita insegna, ma è la gente che non studia e l’ignoranza dilaga e oggi la televisione e i social hanno reso le persone orgogliose della propria ignoranza e quanti ignoranti attraverso questi mezzi di comunicazione parlano e pontificano credendosi leoni, ma sentendoli parlare viene fuori tutto il loro ragliare e il loro ego frustrato dalla loro scialba vita.
Siamo arrivati a 41 giorni di guerra e trovo i vari programmi TV, che pur di fare ascolti e alzare il loro audience danno spazio alla propaganda russa per trarre in inganno la realtà, e girando fra le varie trasmissioni noto che alla fine ci sono sempre gli stessi ospiti ne cito alcuni Vestuto, Cremaschi, Borgonovo, Belpiero, Cruciani, Capuozzo, Murelli (editore personale di Alexnder Dugin ideologo di Putin), Adinolfi, Cecchi Paone, Utkin (russo), Cardini, Teti, Telesse, Fazolo (passaporto russo), Amurri, Modeo, Mattei, Guetii (russo), Grimaldi, Bobrovsky (russo, che nega la guerra), Ravelli, Lilin (russo), Capuozzo chiamato l’esperto e altri un po' più sporadici e poi alcuni politici, se cosi li vogliamo chiamare, Cabras, Collot, Granato, Petrocelli, Ricciardi, Frantoianni Donato e altri, artisti come Povia e non di meno tutto lo sporco che gira sui social e di come pensano certi italiani e ahimè anche nella nostra povera comunità.

Una cosa li accumuna tutti sono sciacalli dell’informazione che comodamente seduti nelle loro comode poltrone partono dal colpo di Stato 2014, dal Donbass, passano dalla Crimea e tutti i discorsi poi finiscono per arrivare al loro Green Pass informativo per giustificare un dittatore che ha scatenato una guerra provocando morte e distruzione in lungo e in largo. Ma come poter giustificare questo? Ah con la propaganda russa della denazificazione. Quindi l’aggredito diventa il colpevole. Avevo la convinzione che la comunicazione fosse alla base di tutto, ma alla fine è solo comprensione, perché se non si è disposti a capire, è tutto inutile. Come chiamare Putin? Rispondo con una citazione di Voltaire: “Si chiama tiranno il sovrano che non conosce altre leggi che il suo capriccio, che si appropria degli averi dei suoi sudditi e che poi li arruola per andare a impadronirsi di quelli sei suoi vicini”. Tutti in qualche modo fanno l’occhiolino verso il potente il più forte e il più prepotente, ma questo dimostra solo la loro arroganza, impotenza e vigliaccheria di tutti i giorni. La loro revisione della storia di certo non cancellare la verità. A volte mi vergogno di essere italiano perché se in una situazione del genere al posto dell’Ucraina ci fosse stata l’Italia la guerra non sarebbe mai cominciata perché tutto il popolo si sarebbe genuflesso al dittatore invasore. Come i nostri antenati che hanno fatto la resistenza dall’invasore onore a chi ha il coraggio di lottare e morire per la propria libertà. Si obbedisce perché si rinuncia a pensare. A tutti i pseudo pacifisti di turno vittime della propaganda di disinformazione moscovita nascosti solo dietro alla frase “no guerra”. Ma non vi sentite cosi coglioni da farvi manipolare come degli zombie? So per certo che siete soli nella vostra cerchia e vi girano sempre le solite informazioni. Come un tam tam ripetete a voi stessi le stesse informazioni ma senza essere veramente informati sull’argomento. Ma miei cari giornalisti e quant’altro occhio perché vi state macchiando l’anima con tutte le menzogne che dite, e non mentite solo per voi ma ingannate popolazioni intere, e questo è molto grave. Il profeta Isaia (Cap. 5,20) cosi recitava: << Guai a coloro che dicono del male bene, e del bene male; Guai a coloro che fanno delle tenebre luce, e della luce tenebre; guai a coloro che fanno dell’amaro dolce e del dolce l’amaro >>. Un punto su cui la propaganda russa ha fatto breccia è la nascita dell’antiamericanismo, dell’antinato e dell’antieuropeismo. Non discuto che in passato hanno fatto anche loro degli errori “nell’esportare la democrazia” (ma la storia nostra ci insegna che ci hanno liberato dall’invasione tedesca e la resistenza dei partigiani hanno fatto il resto e grazie a quell’intervento oggi ci chiamiamo Italia, ma tanto a chi cazzo interessa quando noi una unità nazionale non la possediamo). Penso però che dopo 41 giorni di guerra bisogna un po' uscire dalla bolla di falsa informazione in cui siamo entrati perché di certo l’invasione della Russia a danno dell’Ucraina non è una esportazione di democrazia, ma una mutilazione di territorio, “un saccheggio alla Garibaldi perpetrato dal nord ai danni del regno delle sue sicilie”. Vedendo le crudeli immagini e i racconti che mi provengono direttamente dai luoghi di battaglia mi chiedo cosa deve ancora accadere prima che la Nato e la comunità internazionale intervenga in modo attivo per evitare che un paese interno scompaia dalle carte geografiche, radendo al suolo intere città e cancellando la memoria storica di una popolazione intera a causa di un folle che sta perpetrando questo atto cui non c’è logica? Secondo la fonte “Road Map” pubblicata dall’agenzia <<Novosti>> di stretta appartenenza putiniana dichiara: “al momento l’intenzione di Putin è la sconfitta totale sul campo di battaglia dei nemici ucraini, una successiva opera di pulizia di tutti gli apparti statali politici e militari, la rieducazione della popolazione superstite per la durata di una generazione, la cancellazione totale del nome Ucraina”.
“Per liquidare i popoli si comincia con il privarli della memoria, si distruggono i loro libri, la loro cultura, la loro storia. E qualcun altro scrive loro altri libri, li fornisce di un’altra cultura, inventa per loro un’altra storia. Dopo ci che il popolo comincia lentamente a dimenticare quello che è e quello che è stato. Ed il mondo intorno a lui dimentica ancora più in fretta”. (dal libro del riso e dell’oblio di Milan Kundera). Ancora non si è capito che è un attacco solo all’Ucraina, ma un attacco a tutto l’occidente? Ancora si cerca la strada diplomatica con il folle sovietico che ancora oggi ha ribadito che tutti gli obiettivi non sono stati raggiunti. I leader delle comunità internazionali non hanno capito che stanno giocando al RISIKO con Putin e stanno giocando solo in difesa ricorrendo alle mosse dello Zar. Si chiede l’intervento della giustizia internazionale per la condanna di criminale di guerra e di genocidio di un popolo. Ma secondo voi un pazzo della portata di Putin riconoscerebbe una sentenza del genere? Agli occhi internazionali ha fatto credere di sentirsi forte e sicuro prendendo in giro tutti di avere una potenza mondiale e tutti si stanno cagando sotto, quando il presidente Zelensky ha solo chiesto una no flay zone per chiudere i cielo ed evitare i bombardamenti perché poi per tutto il resto ci pensa l’esercito e il popolo ucraino. Tutti abbiamo dimostrato la nostra stupidità e mancanza di intelligenza inchinandoci davanti a Putin. Abbiamo fatto vedere la nostra debolezza come se la cosa non ci riguarda. Chi ha studiato un pochino di storia ricorda anche che non interessava quello che Hitler stava macchinando e tutti si sono girati dall’altro lato cosa poi è successo? Ricordate. L’Ucraina in questo momento è lo scudo umano per l’intera Europa e se un indemoniato ha invaso un paese libero e democratico con la scusa del nazismo o altro chi gli vieterà di ripetere la stessa azione militare nei confronti di un altro paese? La Tv e i commentatori di qualsiasi grado stanno come al solito disinformando per non far capire come sta la verità e dove la bugia. Mai fidarsi della Russia oggi come in passato. Avete sentito la proposta choc del deputato della Duma Savostyanov: «Invadiamo anche Polonia, Moldavia, Paesi baltici e Kazakistan e poi dritti nell'intera Europa». La Russia davvero non vuole fermarsi all'Ucraina? Le perdite di Putin nell'invasione sconsiglierebbero qualsiasi altra mossa nel resto d'Europa, figurarsi mettersi contro la Nato. Eppure all'interno della Duma c'è chi non vorrebbe interrompere la cosiddetta «operazione militare». Il deputato del partito comunista della città di Mosca, Sergei Savostyanov: «La Russia potrebbe condurre un'offensiva su vasta scala contro la Polonia, i Paesi baltici, la Moldavia e il Kazakistan come parte di un'operazione militare speciale globale su smilitarizzazione e denazificazione». Tutto è appena iniziato ci sarà molto sangue europeo secondo tutti i russi. Fin dall’inizio tutti desideravano una cosa che l’Ucraina si arrenderebbe di fronte alla potenza della Russia. Certo perché per tutti questa guerra è un fastidio, un incidente di percorso che è venuto a turbare il nostro equilibrio nel nostro mondo in cui viviamo. Perché cominciano i problemi per le nostre riserve di gas, rovinare i nostri affari, rovinare il nostro Pil ecc. ecc. Ma chi se ne fotte del popolo ucraino e di questa invasione tanto è da 8 anni che rompe le scatole al povero Putin e a tutti filo russi, ma poverini. Tutti parlano, denunciano, accusano, ma in cuor loro pensano che è meglio se questi slavi che vogliono essere occidentali la smettessero di combattere e così che ognuno di noi può tornare ai propri affari e al proprio sonno ipnotico. Ma questa resistenza ucraina ci sta svegliando in qualche modo perché sta diventato la nostra coscienza e ci spingerà a fare le cose che si devono fare perché loro, gli ucraini, hanno conosciuto per secoli il dominio russo/sovietico e non intendono tornare indietro nel tempo, ma hanno scelto liberamente di essere occidentali e intendono restare ad ogni costo. La difesa della libertà. Ma a noi quello che magari disturba non è la guerra di Putin ma la resistenza ucraina che disturba il nostro sonno ipnotico perché ci costringe a domande molto profondi. Non vogliamo pensare perché pensare turba e per poter pensare bisogna mettere in discussione le cose, indagare, scoprire autonomamente (come diceva Jiddu Krishnamurti dalla ricerca della felicità). Se l’Ucraina vince ci hanno insegnato cosa significa essere liberi. Oggi il Presidente Georgiano Salome Zurabishvili ha annunciato che aderisce a tutte le sanzioni imposte alla Russia per l’invasione dell’Ucraina. Certo loro l’invasione russa ‘l’hanno subita nel 2008 sempre per colpa di filorussi separatisti. Anche lì bisognava denazificare? Mi meraviglio come nel nostro Parlamento 35 onorevoli hanno votato no all’invio di aiuti militari e umanitari per l’Ucraina dichiarando “Putin è con noi sta combattendo una guerra per tutti noi, contro l'agenda globalista” facendo nascere il partito anti-nato. Ma a questi 35 signori e non onorevoli in caso di attacco all’Italia voi restate accanto a noi del popolo? Ma avrei tanti di quei dubbi…….
Cercherò ancora una volta di fare un resoconto storico ancora più approfondito:
L’Ucraina ha sempre rappresentato un pericolo per l’Unione Sovietica per il suo spirito nazionalista e di libertà dalle dittature.
1. 1922: l’Ucraina con la forza e non per propria volontà entrò ufficialmente nell’URSS diventato Repubblica socialista sovietica ucraina sotto il potere di Lenin;
2. 1932 – 1933: Stalin sempre per la paura dello spirito indipendentista dell’Ucraina ideò un piano folle. In un bel mezzo della carestia decise la collettivizzazione delle fattorie e chiuse le frontiere affinché i cittadini non potessero scappare e formò brigate di sequestro che andavano di casa in casa rubando il cibo ai contadini poiché lo sterminio dei contadini s'intrecciò con la persecuzione dell'intellighenzia e con la lotta al patriottismo di un intero popolo è questo provocò la morte di quasi 5 milioni di ucraini dando il via allo sterminio dell’Ucraina chiamato “HOLOMODOR”. Mosca soffocò qualsiasi forma di dissenso e non riconobbe mai questo spaventoso crimine: manipolando i dati demografici riuscì a nascondere l'improvvisa scomparsa di milioni di esseri umani. L'insabbiamento delle responsabilità fu totale non solo all'epoca dei fatti ma anche in seguito. Dopo la morte di Stalin (1953), il suo successore Nikita Krusciov avviò alla "destalinizzazione" e denunciò i crimini del predecessore, soprattutto le epurazioni all'interno del partito, le "purghe", avvenute con processi farsa tra il 1936 e il 1938. Il 23 ottobre 2008 il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione nella quale ha riconosciuto l'Holodomor come un crimine contro l'umanità; In Ucraina, dopo il riconoscimento dell'Holodomor, fu deciso di commemorarlo ufficialmente ogni anno al quarto sabato del mese di novembre e dal 2008 è stato aperto il Museo nazionale del Genocidio dell'Holodomor.
3. 1941 – 1944: l'Ucraina fu occupata dalle forze dell'Asse (insieme delle nazioni che parteciparono alla 2° guerra mondiale) nell'ambito della campagna di Russia. Oltre 30.000 ucraini si arruolarono nell’esercito in funzione antibolscevica e antirussa. In questo contesto si inserì anche l'attività nazionalista ed indipendentista dell'Esercito Insurrezionale Ucraino contro l'Armata Rossa.
4. 1954: celebrazione dei 300 anni di amicizia tra Ucraina e Russia (fatti coincidere con la pace di Perejaslav), l'U.R.S.S. decise di ritornare la Crimea all'Ucraina, togliendola alla Federazione Russa. Tutto ciò all'interno dell'URSS, durante la presidenza di Chruščëv.
5. 1955: ebbe grande sviluppo industriale il bacino carbonifero del DONBASS che divenne centro dell’equilibrio economico dell’Ucraina e favorendo anche l’immigrazione di tanti russi che emigravano per lavoro;
6. 1986: il 24 aprile di quell’anno avvenne il famoso disastro di Cernobyl che ebbe conseguenze devastanti in termini di morti, malati, sfollati nonché anche danni in termini economici;
7. 1989 – 1990: in considerazione di chi sostiene l’allargamento della Nato ad est. Esiste un accordo siglato fra gli Usa con Presidente Bush padre e l’Unione Sovietica presidente Gorbaciov, in cui la Nato si prendeva l’impegno solenne di non allargarsi mai ad est e confine orientale della Germania riunificata. C’è molta confusione anche sulla data e sull’identità stessa di questi accordi. Si citano soprattutto di colloqui “4+2” sulla riunificazione della Germania, avvenuti nel settembre 1990. Ma nel settembre del 1990 l’Unione Sovietica si è dissoluta e le 15 repubbliche sono tornate indipendenti. Sempre nel settembre del 1990, a est c’era ancora il Patto di Varsavia. Di cosa stiamo parlando allora? Il Patto di Varsavia, la mutua difesa dei “fratelli” socialisti, le basi sovietiche nell’Est europeo, la stessa Unione Sovietica, dopo il 1991 hanno cessato di esistere e con questo tutti gli accordi presi decadono autonomamente in quanto la Russia non è l’Unione Sovietica è solo una parte del blocco sovietico come era anche l’Ucraina e i paesi baltici. Se Lituania, Estonia e Lettonia hanno fatto libera richiesta di aderire alla Nato e poi anche Romania e Polonia in quanto questi sono paesi che hanno conosciuto il regime sovietico e hanno scelto di non più aderire nella sfera del Cremlino. La Nato non ha assolutamente violato nessun accordo in merito.
8. 1990: in seguito alla dissoluzione dell’Unione Sovietica il nuovo parlamento adottò la Dichiarazione di sovranità dell’Ucraina. La dichiarazione stabilì i principi di autodeterminazione dell'Ucraina, la democrazia, l'economia politica e l'indipendenza, la priorità della legge ucraina sul territorio ucraino rispetto al diritto sovietico.
9. 1991: Dopo il fallito golpe di agosto, il 24 agosto 1991 il Parlamento ucraino adottò l'Atto d'indipendenza dell'Ucraina attraverso il quale il Parlamento dichiarò l'Ucraina uno Stato indipendente e democratico.
10. 1994: Trattato o memorandum di Budapest l’Ucraina accettava di smaltire tutte le armi nucleari aderendo al trattato di non proliferazione delle armi nucleari. Le 1900 testate nucleari furono inviate in Russia per lo smantellamento e in cambio ha ottenuto la garanzia da Russia, Stati Uniti, Regno Unito, Cina e Francia per la sua sicurezza di:
• rispettare l’indipendenza e la sovranità ucraina entro i suoi attuali confini;
• astenersi da qualsiasi minaccia o uso della forza con l’ucraina;
• astenersi dall’utilizzare la pressione economica sull’ucraina per influenzare la sua politica;
• chiedere l’approvazione del consiglio di sicurezza dell’Onu se vengono usati armi non convenzionali o nucleari contro l’ucraina;
• astenersi di usare armi nucleari contro l’ucraina;
• consultare le altre parti interessate se sorgono domande su questi impegni.
Alla luce di questo se siamo dalla parte della verità se l’Ucraina non avesse restituito quelle armi oggi sarebbe la 3 potenza nucleare ha dimostrato di non essere per la guerra ma neutrale. Questo trattato sancisce che i paesi firmatari erano garanti della sicurezza dell’Ucraina e che se qualcuno la invadesse loro hanno il dovere di intervenire per la sua difesa in qualsiasi modo e guarda caso l’aggressione e l’invasione è stata violata proprio da un paese che doveva garantire la sua neutralità contro ogni attacco, la Russia di Putin. Tutto quello che oggi si dice quasi a favore della Russia va contro questo trattato che coinvolgeva Russia, Cina Stati Uniti, Regno Unito, e Francia (3 paesi facenti parte della NATO).
11. 1994: La Russia attuale ha siglato altri accordi bilaterali con la Nato. Il 27 maggio 1997, con il Nato-Russia Founding Act, le due parti hanno anche preso l’impegno di non creare nuove sfere di influenza e di non arrogarsi un diritto di veto sulla controparte.
12. Dal 1994 al 2007 in Ucraina c’è stato un susseguirsi di presidenti filo russi che hanno portato l’Ucraina sotto l’ala del Cremlino cedendo alle richieste di Putin (perché negli altri paesi i presidenti cambiano ma in Russia mai) è ai ranghi del potere salì Viktor Janukovyc ( dal 2002 al 2004, poi dal 2004 al 2005 e dal 2006 al 2007 ) lui nato nel Donbass in particolare in un villaggio che si trova in Donkets e fu Presidente della Regione dal 1997 al 2002. Lui apparteneva al clan dei filorussi di Doneks. Lui parlava russo e sapeva solo qualche parola di ucraino. In questi anni fi accusato sempre di brogli elettorali e dell’avvelenamento del presidente della rivoluzione arancio Juscenko.
13. 2010 – 2014: Janukovic riesce a farsi eleggere presidente dell’Ucraina e all’inizio aveva intavolato delle trattative con l’Unione Europea per la creazione di una zona di libero mercato all’interno di una più vasta partnership tra Europa e paesi ex-sovietici come la Moldavia, la Russia, l'Azerbaigian e la Georgia. Dopo una prima rivoluzione, la "rivoluzione arancione" del 2004, l'Ucraina era rimasta impantanata da anni di corruzione, cattiva gestione, mancanza di crescita economica, svalutazione della moneta e impossibilità di ottenere finanziamenti sui mercati internazionali. Perciò Janukovyč aveva cercato di stabilire relazioni più strette con l'Unione europea e la Russia al fine di attrarre investimenti nel paese. Una di queste misure fu un accordo di associazione con l'Unione europea, che avrebbe fornito all'Ucraina sostegno economico in cambio di riforme allo scopo di accrescere gli scambi commerciali e di allentare i legami economici con la Russia. Janukovyč in un primo momento entrò in trattative con l'UE, ma infine si rifiutò di firmare perché preoccupato dalla minaccia russa di applicare sanzioni economiche. Nel 2013 sembrava tutto fatto c'era già la data del summit di Vilnius per le firme ma all’ultimo minuto Yanukovich fà marcia indietro e i giovani ucraini che già pregustavano l'idea di una Ucraina europea non la presero bene e a fine novembre scesero in piazza dando inizio alla rivoluzione dell'euro Maidan centinaia di migliaia di cittadini occuparono le piazze centrali di kiev bloccando per mesi la città. Il 17 dicembre la Russia acquista 15 miliardi di titoli di stato ucraina abbassò il prezzo per la fornitura di gas sembrò a tutti cosa abbastanza evidente che l'ucraina sarebbe rimasta ancora a lungo sotto l'influenza russa. Yanukovich scatenò una violenta repressione compiuta dalla polizia e dalle forze governative tra cui la famigerata Berkut che spararono sui civili per far capire ai manifestanti dell’euromadian che il governo yanukovich aveva del tutto abbandonato il progetto di integrazione europea. Le proteste culminarono con numerose richieste di dimissioni del presidente Viktor Janukovyč e del governo di Mykola Azarov con l’accusa di corruzione degli organi di governo, l'abuso di potere e di violazione dei diritti umani in Ucraina. La protesta si inasprì e Yanukovich è scappato non senza spargimenti di sangue ci furono episodi controversi come quelli tra il 18 e il 20 febbraio 2004: le forze governative aprirono il fuoco sulla folla mentre degli ignoti cecchini seminavano il panico tra polizia e manifestanti. Da esami medici sui corpi e l’esame balistico dei proiettali sui cadaveri è venuto a galla che erano proiettili in dotazione alla Berkut corpo di polizia antisommossa impiegata come gendarmeria governativa alle dirette dipendenze in quel momento di Yanukovic. Lo stesso presidente incapace di mettere ordine e tornare indietro facendo la volontà del popolo preferì scappare rifugiandosi in Russia sotto l’ala del Cremlino e ancora oggi non è più tornato.
14. La rivoluzione fu accompagnata da una rapida serie di cambiamenti nel sistema politico dell'Ucraina, tra cui il ripristino della costituzione del 2004, l'installazione di un nuovo governo provvisorio presieduto da Arsenij Jacenjuk, l'abolizione di una legge che riconosceva il russo come lingua regionale ufficiale e lo svolgimento di elezioni presidenziali anticipate con le elezioni del 25 maggio 2014 che sancì la vittoria dell’oligarca Pedro Porošenko. Dopo la rivoluzione del 2014, la Russia ha rifiutato di riconoscere il nuovo governo provvisorio, chiamando la rivoluzione un colpo di Stato e ha accusato gli Stati Uniti e l'UE di aver finanziato e diretto la rivoluzione e ancora oggi grazie alla propaganda russa i filuputiniani sostengono questa tesi addirittura dando colpa a Zelensky il quale all’epoca non era neanche in politica. Poi una spiegazione deve essere chiara se il popolo ha deposto un presidente che non li rappresentava cosa c’entra che la Russia deve riconoscere o non riconoscere il governo di un paese libero e democratico come se lei fosse padrona in quello stato. In quel periodo di governo provvisorio che poi porto alle regolari elezioni presidenziali Putin fa la prima invasione in terra Ucraina e ha preso il controllo della penisola di Crimea. Al momento lo Stato non reagì anche per mancanza di organizzazioni politiche. Quindi sospetti di intromissione USA e UE ma i fatti dicono e raccontano della sua invasione in terre non di sua competenza. Grazie alla presenza di filorussi e gente di etnia russa provocarono cacciarono fuori tutta la popolazione ucraina che non accettava questa invasione e fomentò disordini in Crimea e indisse un referendum non riconosciuto ne dal governo ucraino ne dalla diplomazia internazionale dove a votare andarono solo i filorussi e cosi vince un fantoccio si per l’annessione della Crimea alla Russia inviò le proprie truppe senza insegne a prendere il controllo del governo locale con l’intento appunto di dichirare l’indipendenza dall’Ucraina. L’esercito ucraino tollerò e controllò la situazione ma non intraprese nessuna azione militare per non dare pretesto a Putin di iniziare una guerra in terra ucraina. Per quei pochi residenti ucraini stare a contatto con i filorussi e con soldati russi la situazione nel tempo è divenuta estenuante. Durante questa crisi della Crimea l’Ucraina ha sempre fatto riferimento al trattato di Budapest del 1994 con i punti che esso conteneva in particolare “rispettare l’indipendenza e la sovranità ucraina entro i suoi attuali confini” e la Russia era paese firmatario e garante. In quel momento tutto l’occidente non intervenne tranne solo nel dichiarare invalido il referendum.
15. 2014: Il nuovo governo ucraino intraprese trattative affinché l’Ucraina potesse aderire all’Unione Europea e si è impegnato ad adottare le riforme nel sistema giudiziario, politico e le politiche finanziarie ed economiche necessarie per rispettarne i termini.
16. 2014: ecco che dopo questo inizio di trattativa del nuovo governo ucraino la Russia riprova una seconda invasione in territorio ucraino che tutti oggi conosciamo come Donbass e inviando truppe senza insegna in supporto dei separatisti filorussi si aggiunsero mercenari estremisti di destra e sinistra provenienti dall’estero fra cui anche italiani (es. Fazolo lo dichiara anche lui). In contemporanea ai confini territoriali ucraini Putin aumentava la presenza di truppe russe pronte ad una invasione.
17. 2014: Partiamo da questo presupposto il Donbass è territorio ucraino e non russo una volta cacciato via il cameriere di Putin a Kiev Yanukovich la risposta dello Zar è stata quella di occupare la Crimea ed armare bande di mercenari misti a soldati russi senza mostrine ad invadere ed occupare il Donbass, questa è la verità. Ci sono stati morti? Certo molti e anche molti bambini ma questa guerra ha un unico colpevole, l' Ucraina è stata invasa parzialmente già otto anni fa da Putin ma il mondo ha preferito girarsi dall' altra parte ed oggi ne paghiamo tutti le conseguenze. Da allora partì la crisi del Donbass in particolare l’oblast di Donets’k e l’Oblast di Luhans’k che sono regioni dell’Ucraina orientale confinanti con la Russia e abitati da tante persone di etnia russa trasferitasi dal ex-URSS per lavoro in quanto erano regioni industrializzate e per questo ci fù un vasto processo di migrazione dalla Russia. Oggi esse vengono chiamate Auto-repubblica di Donets’k e Auto-repubblica di Luhans’k perché sempre per opera dei filo-russi. Nel corso del referendum del 1991 queste regioni hanno votato a favore dell’indipendenza ucraina senza influsso della Russia. Ma con al potere Viktor Yanukovich filorusso e gli oligarchi, i filorussi hanno preso il sopravvento e yanukovich controllava l'economia tramite la corruzione il clientelismo con richiami al glorioso passato industriale e la centralità della lingua russa ha permesso ai filorussi controllati dal Cremlino di avanzare una richiesta di federalismo regionale. Visto che in Crimea ci sono riusciti volevano provarci anche in queste due regioni. Ed ecco che nel 2014 sia in Donets’k e sia in Luhans’k, i filorussi presero d'assalto gli edifici governativi e proclamarono per mandato popolare la nascita delle due repubbliche indipendenti indipendenza ribadita poi dal referendum di maggio come in crimea, a capo di queste insurrezioni filorussi c’erano esponenti russi che corrispondono al nome di:
- Igor Birkin ex ufficiale dei servizi segreti russi e auto proclamatosi leader delle forze armate e presidente della pseudo-nenonata repubblica di Donets’k
- Valery Bolotov ex ufficiale dei servizi segreti russi e auto proclamatosi leader delle forze armate e presidente della pseudo-nenonata repubblica Luhans’k.
Al comando delle false repubbliche Donets’k e Luhans’k tutti obbedivano ai seguenti militari: Aleksandr Zacharčenko, Denis Pušilin, Vladimir Antjufeev, Aleksandr Borodaj, Igor' Girkin, Vladimir Kononov, Pavel Gubarev, Igor' Kakidzjanov, Alekseij Markov, Valerij Bolotov, Leonid Pasečnik, Aleksej Mozgovoj, Sergej Šojgu.
Ragionando sorge la domanda: cosa ci facevano tutti questi signori lì? e soprattutto cosa ci faceva l’esercito russo al confine ucraino armato fino ai denti? Quindi non si tratta di guerra civile, ma Putin con i suoi uomini e la sua propaganda è entrato nei territori del Donbass alimentando tutto il disordine facendo passare la colpa agli ucraini. Putin a sempre negato la presenza di russi in quei territori. Ma oltre i russi c’era la presenza anche di mercenari assoldati per soldi anche italiani. E come è possibile che due territori relativamente piccoli potevano sostenere una guerra con tutta l’Ucraina. Tutti gli ucraini che sono stati costretti a scappare da quei territori verso zone più tranquille. In questi 8 anni al comando di queste due repubbliche fantocce si è avuto due referendum come sempre non riconosciuti che hanno portato al potere due cittadini russi che corrispondono:
- Pusilin Denis Capo della Repubblica Popolare di Doneck e comandante supremo delle forze armate della RPD dal 7 novembre 2018, è ricercato dalle autorità ucraine per separatismo, alto tradimento e terrorismo Dal 2020 è membro del partito di governo russo Russia Unita, partito di Putin.
- Leonid Pasecnik è un militare russo, capo di Stato della non riconosciuta Repubblica Popolare di Lugansk. È anche il comandante supremo delle forze armate della Repubblica Popolare di Lugansk dal 21 novembre 2017. Dal 2020 è membro del partito di governo russo Russia Unita, partito di Putin.
Questi due nomi sono nell’elenco dei militari russi che comandavano l’invasione nel Donbass.
18. Putin ha più volte denunciato il genocidio nel Donbass (14.000 morti); Quando si parla di 14 000 morti nel Donbass occorre precisare che sono da ambo le parti. Di quei 14.000 "solo" 3.939 erano civili (2360 ucraini e 1579 ucraini filorussi), e di quelli la stragrande maggioranza è morta nel 2014, tra allora e il 2022 sono 349 i morti civili in "otto anni di guerra". Gli altri, più di 10.000 erano militari, 4.641 da un lato 5.772 dall'altro. E, giusto per non dimenticarlo, in Donbass fino al 2014 c'era un 58 % di ucraini, ora sono meno di mezzo milione. Ricordiamo che dovrebbe essere il governo ucraino a denunciare l’invasione operata dai russi e da mercenari e non Putin. Comunque si tratta di perdite relative ad entrambe le parti in conflitto ed è dunque veramente follia, o totale malafede, attribuire questi decessi alla presunta volontà genocida del governo ucraino. La Corte internazionale di giustizia dell’ONU si è espressa al riguardo, sentenziando che in Donbass non c’è stato alcun genocidio e che è il pretesto utilizzato dalla Russia per attaccare l’Ucraina è infondato.
19. Tutto quello che viene raccontato sul genocidio nel Donbass o delle guerre civili si può parlare quando queste regioni erano già dirette da cittadini russi che aspettavano solo un pretesto per scatenare una guerra. A Putin questo disordine nel Donbass faceva molto comodo e sapete perché? Subito spiegato. Un paese per aderire nella NATO deve garantire che al suo interno non deve essere presente nessuna forma di disordine o guerra civile. Quindi l’aggressione di oggi di Putin di invadere l’Ucraina perché stava entrando nella NATO è assolutamente falsa in quanto lui stesso sapeva di questa condizione e alimentava il disordine per impedire una eventuale adesione alla NATO. La Russia se ne frega altamente del Donbass tantè che oggi combatte in quei territori con assenza di soldati ucraini. Alla Russia conveniva un Donbass instabile da utilizzare come arma di ricatto per un’eventuale invasione. L’Ucraina per lui deve essere un territorio vassallo sull’esempio della Bielorussia con al comando il dittatore Lukashenko. Se Putin annette l’Ucraina per metterci un governo fantoccio e farla diventare un suo vassallo, stile Bielorussia con Lukashenko, equivale ad autorizzare il dilagare della volontà del neozarista (stile Hitler seconda guerra mondiale).
20. 2014: 2 maggio incendio di Odessa Le forse russe trovandosi in minoranza numerica intorno alle 19,00 con una parte dei manifestanti filo-russi penetrò nella Casa dei sindacati che si affaccia sulla piazza, bloccandone gli accessi ed erigendo barricate. Nel frattempo i manifestanti pro-Maidan presero il controllo della piazza e distrussero il campo allestito dagli oppositori. Intorno alle ore 20,00 un incendio si sviluppò in più punti dell'edificio, facilitato peraltro dalla struttura stessa dell'immobile. Il Consiglio d'Europa ha costituito un apposito Comitato consultivo internazionale chiamato a indagare e valutare le indagini giudiziarie ucraine, ha concluso i suoi lavori nel 2015. Nel suo rapporto ha decretato che l'incendio è stato appiccato da dentro e non dai fuori dove i manifestanti che si trovavano all'esterno. Rapporto del 31 maggio 2015.
21. 2019: nel mese di maggio viene eletto Volodymir Zelensky di famiglia di origine ebraica, di madrelingua russa, laureato in giurispudenza, nato in Kryvyj Rih situata a 130 km a sud-ovest di Dnipro, nel suo oblast, alla confluenza dell'Inhulec' e del Saksahan' molto vicino al Donbass ha vinto le elezioni con il 73% dei voti. Subito dopo l'elezione, come previsto dalla legge ucraina, ha sciolto il parlamento e indetto nuove elezioni per il luglio successivo, ampiamente vinte dal suo partito, che ha conquistato la maggioranza assoluta dei seggi. Da presidente, Zelens'kyj ha puntato sulla digitalizzazione dell'amministrazione e sulla conciliazione tra le aree russofone e quelle a maggioranza ucraina del Paese. Zelens'kyj aveva promesso di trovare una soluzione alla crisi russo-ucraina, cominciata nel 2014. Dopo l'elezione, gli vengono riconosciuti progressi nella lotta alla corruzione, ma è nato il contrasto agli oligarchi, ha imposto una prova di indipendenza del sistema giudiziario ucraino dando prova di non essere un corrotto. Ha inizialmente provato a stabilire relazioni diplomatiche con il presidente russo Vladimir Putin; tuttavia, le tensioni tra i due Paesi si sono acuite nel 2021, in seguito alla proposta di Zelenskyj di far entrare l'Ucraina nella NATO e nell'Unione Europea. Ma senza ricevere nessuna garanzia in merito.
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Adesso parliamo di Vladimir Putin e della sua Russia capo di un regime che per anni è stato teatro di morti sospette, giornalisti ammazzati in circostanze poco chiare, dissidenti avvelenati, attivisti incarcerati, oggi scatena una guerra in Ucraina perché li crede russi, ma di colpo si sono fatti dissidenti perchè hanno iniziato a guardare ovest il paese vuole entrare in Europa e allora come succede da anni a chi lo contrasta va neutralizzato solo che per neutralizzare un politico o un giornalista dissidente basta del veleno o un sicario per un paese intero servono armi, bombe, carri armati, missili. Fin dalla sua salita al potere alla fine degli anni 90 come campo del KGB fomenta un colpo di stato per destituire Gorbaciov affinchè non ci fosse il crollo del regime sovietico ma non riesce. Sale al potere politico nel 1999 o come primo ministro o come presidente è incarica ancora oggi perchè chiunque abbia provato a contrastarlo politicamente, chiunque abbia provato a indagare sui suoi affari, chiunque abbia provato a sfidarlo democraticamente, ha pagato con la persecuzione con la morte compresi i suoi fedelissimi. Provo a fare un elenco di queste persone entrate nel mirino di Putin e per i suoi servizi segreti il gioco è sempre uno la disinformazione e la propaganda di copertura:
01: anno 2000 - Artyom Borovik editore giornalista investigativo stava per pubblicare un libro che in cui intervista la vera madre Putin a una donna costretta da giovane ad affidare il piccolo figlio ad altri per volere del secondo marito ha cercato le proprie reclute nei collegi. È morto in un sospetto incidente aereo nel 2000 anno in cui Putin arrivò alla carica politica più alta quella di presidente. Secondo diverse inchieste giornalistiche non si sarebbe affatto trattato di un incidente il liquido antigelo non era stato versato nei serbatoi l'aereo era stato sabotato;
02. anno 2000: Antonio Russo giornalista italiano si trovava in Georgia per documentare la guerra in Cecenia vera ossessione dell’FSB i servizi segreti reti nel kgb le fsb e sono i pretoriani di Putin che non voleva che si raccontasse dei metodi dell'esercito russo il giornalista italiano di radio radicale denunciava le violenze dei militari russi sulla popolazione cecena fornendo prove sull'utilizzo da parte di Mosca di armi illegali e avendo il coraggio di accusare direttamente Putin proprio dopo averlo chiamato in causa direttamente nel 2000 venne ucciso aveva il torace fracassato da un colpo violentissimo; telefono computer videocamera erano scomparsi;
03. anno 2002: Ibn Al-Khattab, Rivoluzionario fondamentalista saudita, noto per aver combattuto al fianco dei ribelli ceceni nella Prima e nella Seconda guerra cecena, è morto il 20 marzo 202 dopo aver aperto una lettera contaminata da gas nervino. Secondo fonti cecene, l’intelligence russa riuscì a far recapitare la missiva avvelenata a Ibn Al-Khattab spacciandola per un messaggio inviatogli dalla madre con la quale, il “Che Guevara musulmano” era in costante corrispondenza.
04. anno 2002: Vladimir Golovlyov è stato ucciso il 21 agosto 2002 alla periferia di Mosca da dei sicari, che gli hanno sparato uccidendolo sul colpo mentre portava a spasso il cane. All’epoca era vicepresidente del partito Russia Liberale, che si opponeva a Putin e faceva capo all’ex oligarca Boris Berezovsky, in esilio a Londra. La deputata (ed ex compagna di partito) Irina Khakamada avanzò l’ipotesi che l’omicidio potesse essere legato alle sue funzioni di responsabile della privatizzazione nella regione degli Urali all´inizio degli Anni ‘90.
05. anno 2003: Sergei Yushenkov il giorno successivo alla morte di Golovlyov, il deputato Sergej Yushenkov dichiarò che si era trattato di un omicidio politico. Membro eletto di tutti i Parlamenti russi dal 1989 in poi, Yushenkov è stato ucciso il 17 aprile 2003, poche ore dopo la registrazione del suo partito politico, con cui voleva partecipare alle elezioni parlamentari. Pochi anni prima aveva denunciato il coinvolgimento dei servizi segreti negli attentati delle Bombe nei palazzi in Russia, rivendicati dall’Esercito per la Liberazione del Daghestan.
04. anno 2003: Yuri Shchekochikhin uno degli uomini più vicini a vladimir putin accanto a lui sin dal giorno dell'investitura politica dei giornalisti lo avevano soprannominato all'oligarca della sicurezza perché si occupava della sicurezza personale degli uomini della cerchi di putin secondo diverse inchieste stava cercando di allargare il suo giro d'affari spostandosi su un gioco d'azzardo e spendendo per ottenere cose il nome di putin nel 2003 stava per partire per gli stati uniti e denunciare direttamente quanto scoperto dagli investigatori dell'FBI e siccome vedeva che le istituzioni russe erano sorde alle sue inchieste a fine giugno sarebbe dovuto salire sul volo inizia però a star male è improvvisamente muore il 3 luglio di quell'anno i sintomi sono riconducibili all'avvelenamento da materiale radioattivo;
05. anno 2004: Paul Klebnikov Caporedattore dell'edizione russa di Forbes, il giornalista Paul Klebnikov (nato negli Stati Uniti) è stato ucciso il 9 luglio 2004 è stato ucciso davanti al suo ufficio a colpi di pistola da sicari del Caucaso: nel libro Godfather of the Kremlin - Boris Berezovsky and the Looting of Russia aveva descritto in modo dettagliato gli intrecci tra mafiosi, uomini d’affari e politici russi.
05. anno 2004 Roman Tsepov e uno degli uomini più vicini a vladimir putin accanto a lui sin dal giorno dell'investitura politica dei giornalisti lo avevano soprannominato all'oligarca della sicurezza perché si occupava della sicurezza personale degli uomini della cerchi di putin secondo diverse inchieste stava cercando di allargare il suo giro d'affari spostandosi su un gioco d'azzardo e spendendo per ottenere cose il nome di putin nel 2004 convocato da alcuni colleghi per discutere negli uffici della fsb servizi segreti beve una tazza di tè dopo pochi giorni morita i sintomi sono riconducibili all'avvelenamento da materiale radioattivo
06. anno 2006: Anna Politkovskaja Collega di Shchekochikhin alla Novaja Gazeta, Anna Politkovskaja è stata uccisa il 7 ottobre 2006 (giorno del compleanno di Putin) nell’ascensore del palazzo in cui viveva nel centro di Mosca. Nota per l’impegno sul fronte dei diritti umani, i reportage dalla Cecenia l’opposizione al presidente Putin, a settembre del 2004, era stata vittima di un sospetto caso di avvelenamento dopo aver bevuto un tè sull'aereo che la stava portando a Beslan, dove un gruppo di guerriglieri ceceni aveva preso in ostaggio 1.200 persone.
07. anno 2006: Aleksandr Litvinenko era tra coloro che si sono accorti di essere state frenate c'è un uomo che più di tutti ha fornito indizi e prove sul potere criminale di putin era un agente dei servizi segreti russi sottotenente all'epoca del kgb e poi dirigente della fsm mentre sta facendo carriera e salendo nella scala gerarchica un rivale lo accusa di aver torturato un arrestato in un interrogatorio lui riesce a trovare il video della stanza dove è avvenuto dell'interrogatorio dimostrando di non essere lui l'uomo che picchiava ma viene comunque messo in un carcere per otto mesi perché l'interrogato torturato era probabilmente un uomo protetto dalla Solncevskaja bratva o brigata del sole l'organizzazione mafiosa più potente del mondo più tardi affermerà di essere stato incarcerato per aver esposto i legami tra i servizi segreti la mafia questo è un episodio che cambia profondamente sul modo di vedere l'attività della fsb.Si rende conto che i servizi segreti stanno diventando un'organizzazione paramilitare al servizio di putin inizia a denunciare pubblicamente ciò che sa racconta che un'inchiesta a cui stava lavorando sui narcotrafficanti beh chi viene bloccata. Racconta che l'ordine di esecuzione di anna politovskaja è partito direttamente da puntin che ci sono i servizi segreti dietro le bombe dei palazzi e da dettagli indizi documenti e così è costretto a fuggire dalla russia e nel 2000 e chiede asilo politico alla Gran Bretagna sei anni più tardi del 2006 incontra in un hotel di londra due ex spie russe che chiedono di volerlo incontrare lasciando intendere che gli vogliono dare delle informazioni foto e documenti i due agenti che lo incontrano gli versano del tè ma in quel te c'è polonio 210 un semimetallo radioattivo che si trova nel minerale di uranio ed è velenosissimo. Le spie russe negheranno qualsiasi implicazione ma vengono trovate tracce di polonio nella casa e nell'auto che uno di loro aveva usato. Morirà 23 giorni dopo dopo un incredibile agonia la sua ultima frase è stata potrei riuscire a far tacere un uomo ma l'urlo delle proteste da tutto il mondo signor potì si riverbera nelle tue orecchie per il resto della tua vita.
08. anno 2009: Sergej Magnitskij avvocato russo studiava casi di presunta corruzione da parte di alcune imprese russe uno dei più mportanti fondi di investimento il suo compito è quello di valutare in lui se alcune società gestite dal suo gruppo si accorge che con false documentazioni queste società sono state affidate a noi proprietari e tramite un gioco fiscale questi avevano succhiato a 180 milioni di euro allo stato russo quando magnitski va a denunciare la cosa cioè ma in procura con i documenti fa esposto viene arrestato lui rimane in carcere per quasi 365 giorni il limite entro cui un uomo può essere imprigionato senza un processo muore qualche giorno prima di questa scadenza nel 2009 ufficialmente per arresto cardiaco ma la famiglia ha denunciato tracce di tortura sul corpo nelle sue inchieste erano finiti funzionari del governo e uomini vicino appunto lo stesso per attaccare chi denuncia ha sempre caratterizzato gli omicidi politici russia
09. anno 2009 Natalja Ėstemirova era un attivista per i diritti umani che denunciava le violenze dei militari russi in cecenia realizzando diversi documentari tra l'altro sulle violenze nella seconda guerra cecena da subito inizia a subire minacce insieme alla figlia che tra l'altro ne allontana da grozny dove viveva in cecenia per provare a proteggerla estemirova per la uccisa il 15 luglio del 2009 sul suo cadavere ritrovato in un boschetto c'erano segni di arma da fuoco in testa e sul petto durante il suo funerale alcuni attivisti di memoria l'organizzazione di cui faceva parte hanno acquistato direttamente il cremlino della strategia del terrore di stato definendo l'omicidio un'esecuzione extra giudiziaria tutt'altro ruolo
10. anno 2013 Boris Berezovskij Noto per essere stato uno dei primi miliardari del periodo post-sovietico e per essere stato accusato dal già citato Klebnikov di essere un boss della mafia russa, è stato trovato morto il 23 marzo 2013 nella sua casa di Ascot, in Inghilterra, dove viveva da 13 anni, in fuga da Mosca che lo considerava il principale finanziatore delle opposizioni politiche a Putin. La Russia aveva provato più volte ad ottenere l'estradizione dal Regno Unito, ma senza successo.
11. anno 2015: Michail Lesin è stato il vero megafono di putin per anni l'uomo che gestiva televisioni ufficio stampa che aveva creato il mito di putin era stato anche ministro per la stampa e per i mass media il giornale lo definivano bulldozer si fermava di fronte a nulla la sua ascesa inizia quando riesce a spostare il gruppo mediatico critico verso il governo soprattutto sulla guerra cecena il gruppo media posto sotto l'ombrello di gazprom media che invece è filo governativo è stato lui a concepire l'idea di un canale internazionale russia today per promuovere l'immagine della russia nel mondo altrimenti come diceva lui sembreremo solo degli orsi ruggenti a caccia negli occhi degli stranieri Viene accusato dagli americani di riciclaggio per milioni di dollari in proprietà degli stati uniti Putin comprende che lo hanno incastrato lo costringe le dimissioni a prendersi tutte le responsabilità è consapevole di non avere riciclato solo denaro suo conto ma per molti altri. Così negli stati uniti inizia a collaborare con le autorità e si trasferisce a los angeles il suo corpo è stato ritrovato in un hotel a washington nel 2015 si parlava di infarto ma il medico legale vi viene i segni di un corpo contundente alla testa al petto agli arti probabilmente è stato ammazzato;
12. anno 2015: Boris Nemtsov di tutt'altro segno e il ruolo di è un aperto oppositore di putin politico liberale era stato vicepremier del governo Boris Elsin e come yushenko era stato accanto al presidente contro il tentativo di golpe. Putin ha sempre temuto le figure liberali che hanno difeso il parlamento dal tentativo di golpe militare degli anni 90 perché avevano uno storico politico un ruolo simbolico assai superiore al suo in quegli anni putin era solo un mediocre funzionario del kgb ma si è inimicato talmente Putin quando appoggiò la rivoluzione Euromaidan in Ucraina contro Yanukovich che era il politico ucraino vicino ai russi la sua lotta però continua nel 2008 fonda un partito politico solidarnost insieme al grande scacchista garry kasparov che unisce tutte le opposizioni contro putin nel 2014 organizza una grande manifestazione contro l'intervento armato nell'ucraina dell'est intervento che considera illegale e tutta la manifestazione lo grida dopo questa manifestazione dichiarerà che la madre era preoccupata che putin potesse ucciderlo e così accadrà verrà ucciso nel 2015 in una strada vicino al cremlino il giorno prima di un'altra marcia contro la guerra in crimea che aveva organizzato tutte le telecamere che riprendevano la strada su questo ammazzato a colpi di pistola erano bloccate per l'omicidio è stato arrestato una banda di cinque ceceni spesso gli esecutori materiali vengono condannati in alcuni casi si tratta di killer a pagamento spesso legate alla potente ma fa cecena altre volte sono persone che si dichiarano innocenti quindi probabilmente individui incastrati a volte i nemici del governo vengono colpiti anche da gruppi politici spesso gruppi politici infiltrati dalle fsb;
Da quando ha preso il potere Putin lo spazio democratico in russia non ha fatto che restringersi la lista dei giornalisti morti circostanze poco chiare gli oppositori politici carcerati di attacchi ai dissidenti è lunga lunghissima parliamo di centinaia di persone di centinaia dei giornalisti uccisi questa è solo una piccolissima parte della ricognizione degli omicidi ascritti al potere di Putin e dei servizi segreti russi. Gli affondi alla libertà di stampa sono continue la corruzione dilaga e la magistratura dipende sempre di più dal cremlino in tutti questi anni di sospetti e denunce però non è stato mai possibile collegare un omicidio tentato riuscito che forse ai servizi segreti russi o al governo di mosca figuriamoci se direttamente a vladimir putin tutti gli assassini che vi abbiamo raccontato tutto il lungo elenco di giornalisti uccisi deve elementi di verità indizi prove soltanto a inchieste giornalistiche o fatte da giornali indipendenti. In russia la coraggiosissima novaya gazeta e diversi giornali in europa che si sono occupati di questi casi solo fonti indipendenti hanno permesso di indagare su questi assassini che sarebbero secondo la versione ufficiale di mosca soltanto state scritte come incidenti, omicidi fatti da killer, vicende private, infarti, malattie improvvise eppure tanti assassini sono avvenuti nella luce del sole come se il sicario e mandanti non si preoccupassero poi più di tanto di farli sembrare degli incidenti o di nasconderne e le tracce certi dell'impunità ma c'è una ragione non si tratta solo di far tacere la voce del dissidente con la sua morte viene mandato un messaggio forte e chiaro a chi vuole sfidare il potere del cremlino chiunque oserà attaccare il presidente Putin non la passerà liscia.
E ricordiamo alcune guerre scatenate:
Nel 2015 parlando di Ucraina e invasione in Crimea dichiarò: << Abbiamo sempre un’adeguata risposta militare a qualsiasi avventurismo>> che stia a simboleggiare la vittoria («Za Pobedy»), la pace («Za Mir») o il popolo («Za Nashikh»), la «Z» bianca dello Zar che oggi i soldati di Putin portano sui blindati e sulle divise è la sintesi – perfetta - delle motivazioni che hanno sempre spinto Mosca a organizzare le sue «operazioni militari speciali». Pura propaganda, naturalmente:
- anno 2008: in Georgia, i russi andarono per aiutare i fratelli osseti minacciati di genocidio;
- in Cecenia per difendere la cristianità dall’Islam;
- in Kazakistan per riportare l’ordine sociale;
- Abkhazia per difendere i separatisti;
- Transnistria fra le milizie cosacche armate da Mosca e il governo della neonata Repubblica di Moldova: una guerra che scoppia quasi in contemporanea con un’altra, nell’Ossezia del Nord-Alania;
- Tagikistan, oggi dimenticata, ma che provoca cinque anni di devastazioni, quasi 50mila morti, l’esilio d’un tagiko su cinque;
- Kosovo, i russi c’erano: furono i primi a entrare a Pristina, più veloci degli americani a piantare bandiera su una vittoria che non era la loro. Ma il Kosovo è sempre stata l’extra-dose di sale sull’orgoglio ferito di Mosca: l’indipendenza strappata a un Paese slavo e fratello, la Serbia, un riconoscimento che l’Occidente concesse senza chiedere troppi pareri in giro, men che meno al Cremlino.
- Ucraina per denazificare e smilitarizzare il paese venendo in soccorso dei separatisti del Donbass;
- Kazakistan i manifestanti pacifici sono stati repressi con violenza dal governo fino a quando è stata rovesciata la leadership politica il governo russo giustifica la sua presenza militare come una conseguenza di una richiesta da parte di un governo legittimo.
Ovunque, sono regolarmente corsi a chiarire che (sempre parole del leader) «nessuno deve avere l’illusione di poter ottenere una superiorità militare sulla Russia, di poterci mettere un qualche tipo di pressione».
La Russia solo due volte è stata invasa negli ultimi 220 anni: Napoleone e Hitler.
La Santa Madre Russia, negli ultimi 90 anni, ha invaso: Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia, Ungheria, Cecoslovacchia, Afghanistan, Georgia, Ucraina.
L’ Occidente non ha mai costretto nessuno ad entrare nella NATO e nella UE: Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia lo hanno chiesto liberamente e sono state accettate.
La Santa Madre Russia non ha mai chiesto a nessuno il permesso di essere invaso.
In Occidente, si può affermare che l’Ucraina è un covo di nazisti, e il rischio maggiore è di ricevere alcuni meritati insulti. Nella Santa Madre Russia, se si afferma che in questo momento c’è la guerra, si va 15 anni in prigione. 15 anni in cella per aver detto che c’è una guerra in Ucraina.
In Occidente, si può scendere in piazza a manifestare contro il green pass, contro i vaccini, contro la terra rotonda, contro le scie chimiche. Nella Santa Madre Russia, se vai a posare fiori davanti all’ambasciata ucraina o manifesti contro l’invasione ti pestano e ti sbattono in galera. Sia che siano bambini, giovani, donne incinte e anziani.
Come disse la Madonna a Fatima la Russia spargerà i suoi veleni nel mondo, uno di questi sono tutti i filorussi, filoputiniani e i leccaculo (anche italiani).
Per quelli che stimano Putin e la Russia
- è giusto arrestare tutti quelli che in Russia protestano contro la guerra in Ucraina?
- è giusto arrestare bambini perché hanno un cartellone con scritto no alla guerra?
- è giusto censurare tutte le notizie che arrivano e far passare solo quelli della propaganda putiniana?
- è giusto incarcerare l’oppositore politico Aleksei Navalny (che dichiara la verità su Putin),
- è giusto invadere un paese libero e democratico? (quindi anche noi possiamo essere liberamente invasi)
- è giusto bombardare ospedali, asili, scuole, civili. È giusto stuprare le donne e poi ammazzarle? Questo è denazificare? Chi sono i nazisti.
- è giusto nascondere alle madri russe i figli che stanno morendo e negare il rientro delle salme dei soldati caduti per nascondere l’orrore della guerra e respingere al confine il treno pieno delle salme dei soldati?
- è giusto sentire i prigionieri russi chiamare a casa e sentirsi dire dalle madri o mogli di continuare a combattere e uccidere le “merde” ucraine per non avere problemi in casa propria?
- è giusto mandare soldati in guerra illudendo che sia un’operazione militare togliendoli cellulari per non documentare e comunicare quello che realmente succede?
- è giusto usare armi non convenzionali?
- è giusto che Putin vuole far intervenire la Bielorussia in aiuto al suo esercito o reclutare mercenari ciceni o siriani per questa sua guerra?
- è giusto sui canali russi far passare la propaganda che gli ucraini sono nazisti, fascisti e satanisti?
- è giusto non poter usare la parola guerra per non fare 15 anni di carcere? Dove ò la libertà e la democrazia in Russia.
Ad invasione avvenuta, è moralmente ripugnante continuare a puntare il dito sull’aggredito L’immoralità di questo argomento si può toccare con mano. Nessuna nazione europea, dal 1945, ha mai subito una simile mutilazione territoriale, ad opera di un vicino, senza reagire militarmente.
La diplomazia internazionale dovrebbe scendere a patti con un criminale internazionale per avere la pace? Non è mai esistito una cosa del genere. I criminali vanno eliminati. Parlare della soluzione diplomatica è solo il segno della nostra disperazione.
Adesso da che parte bisogna stare.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Demografia storica della Crimea e del Donbass

Messaggioda Berto » mar feb 14, 2023 9:37 am

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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