Il bene che si difende dal male, il caso Ucraina

Il bene che si difende dal male, il caso Ucraina

Messaggioda Berto » mar ott 11, 2022 8:19 am

Il bene che si difende dal male, il caso Ucraina

viewtopic.php?f=143&t=3021

https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... hk4rMP8BTl

Difendersi con le armi dall'aggressione violenta che calpesta i tuoi diritti umani, civili e politici, per predarti, stuprarti, ridurti in schiavitù o ucciderti e sterminarti, è una necessità universale, un diritto e un dovere umano, civile e politico insindacabile, eticamente e cristianamente ineccepibile e irreprensibile.
Solo attraverso la legittima difesa si tutela e si salva il diritto, la vita, la dignità, la libertà e la sovranità, non esiste altra possibilità per l'uomo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Il bene che si difende dal male, il caso Ucraina

Messaggioda Berto » mar ott 11, 2022 8:20 am

Indice:


1)
Non è la Russia la vittima dell'aggressione criminale ma l'Ucraina

2)
La demenzialità ideologica e il degrado morale di chi scambia la vittima per il carnefice

3)
I demenziali pacifisti pacifinti che stanno con il carnefice contro la vittima che si difende

4)
Ma con chi sta Trump? Io spero tanto che non stia con Putin ma con l'Ucraina

5)
Gli euroamericani cristiani e atei, di destra e di sinistra, che demenzialmente credono che il male sia l'Occidente, siano gli USA, la UE e la NATO e che Putin e la sua Russia nazifascista suprematista e imperialista siano il bene sono come i nazi maomettani di Osama bin Laden o dell'ISIS o dell'Islam in generale che demenzialmente credono la stessa cosa e di essere loro il bene

6)
Forza Ucraina, il tuo è un buon diritto e una santa legittima difesa

7)
Crimea!
La Crimea non è russa ma ucraina

8 )
Il ponte di Kerch andrebbe distrutto interamente.
L'Ucraina andrebbe messa in condizione di difendersi dagli attacchi missilistici che partono dalla Russia con mezzi antimissili e rifornita di missili in grado di colpire tutte le località russe da cui partono (tutte ma proprio tutte fin nel cuore della Russia).
La Russia dovrebbe essere espulsa ignominiosamente dall'ONU.
La NATO dovrebbe entrare in Ucraina a difenderla

9)
Le popolazioni filorusse del Donbass e della Crimea non hanno diritto al alcun referendo per l'indipendenza e/o per l'annessione alla Russia

10)
Il demenziale e triste esempio di un povero americano filorusso e antiucraino: Ron Paul.
Portato come emblema da tutti i demenziali filorussi dell'Occidente

11)
Negoziare. La Russia chiede un colloquio tra Putin e Biden.
La richiesta andrà fatta solo dopo aver ritirato le armi da tutta l'Ucraina e dopo che la Russia si sarà ritirata da tutti i territori ucraini, Crimea e Donbass compresi.

12
Demenziali domande scriteriate e paragoni impossibili dei sostenitori di Putin per giustificare i suoi crimini e demonizzare l'Ucraina e l'Occidente UE, USA e NATO

13)
Difendere l'Ucraina dalla criminale, disumana, incivile prepotenza russa è una necessità vitale per l'Europa, per la NATO e quindi anche per gli USA. Difendere l'Ucraina significa contrastare il nazifascismo russo, il suo demenziale imperialismo suprematista, impedirgli si svilupparsi e di mettere in pericolo il Mondo libero e civile, tutto l'Occidente euroamericano e il Mondo intero. Ma c'è chi non lo capisce e che irresponsabilmente e vilmente preferirebbe sacrificare l'Ucraina al mostro russo sperando di tenerlo buono e di salvarsi; e non capisce nemmeno che il maligno mostro suprematista russo alimenta quelli cinese, iraniano nazi maomettano e coreano.

14)
Un eroe della libertà infrantosi vergognosamente ai piedi di Putin!
La sua non è la Casa della Civiltà ma dell'inciviltà!

15)
Liberazione di Kherson che torna all'Ucraina

16)
Risoluzioni di condanna ONU e non solo, contro la Russia e i filorussi

17)
La Russia di Putin è il male, una delle fonti principali del male che infesta la terra

18)
La paura della Russia non era e non è quella di essere aggredita dalla NATO ma di non poter più aggredire i confinanti più deboli, di non poter più esercitare la prepotenza su di loro per timore della difesa e delle ritorsioni NATO

19)
Zelensky sarà ricordato come il Padre dell'Ucraina finalmente divenuta stato-nazione indipendendente, un uomo pulito e senza macchia

20)
L'andamento della guerra

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Re: Il bene che si difende dal male, il caso Ucraina

Messaggioda Berto » mar ott 11, 2022 8:21 am

1)
Non è la Russia la vittima dell'aggressione criminale ma l'Ucraina


Non è la Russia che si è difesa preventivamente dalla possibile aggressione ucraina invadendo militarmente l'Ucraina, infatti l'Ucraina non aveva alcuna intenzione politica né tanto meno alcuna possibilità economico-militare di aggredire la Russia, caso mai l'Ucraina si stava rafforzando come paese finalmente libero e indipendente dalla Federazione russa a predominio russo e nelle sue relazioni economico culturali e politico militari con l'Occidente e nel tempo avrebbe potuto diventare così forte da poter tentare di riprendersi i suoi territori di Crimea e del Donbass che la prepotente imperialista Russia aveva precedentemente predato e sottratto.

La Russia ha aggredito l'Ucraina una prima volta nel 2013/2014 e poi una seconda nel 2022.
Nel 2013/2014 fomentando disordini e la guerra civile contro la maggioranza ucraina indipendentista e filo occidentale, e il terrorismo dei filorussi nel Donbass a danno degli ucraini che in buona parte sono stati costretti a scappare dalle loro case e dai loro paesi, quando non sono stati uccisi o deportati in Russia, arrivando alla illegale dichiarazione d'indipendenza degli oblast del Donbass che l'ONU e la maggioranza dei paesi del Mondo non hanno mai riconosciuto.
Nel 2014 invadendo militarmente con soldati senza mostrine (https://it.wikipedia.org/wiki/Omini_verdi_(militari) ), la Crimea anettendola di forza alla Russia. Annessione che l'ONU e la maggioranza dei paesi del Mondo non hanno mai riconosciuto.
Nel 2022 con una vera e propria invasione militare dell'Ucraina, con bombardamenti, stragi, crimini di guerra e contro l'umanità; aggressione che è ancora in corso e da cui il popolo ucraino intero si sta difendendo con determinazione, efficaciemente e onorevolmente.

Ucraina, dalla guerra civile nel 2013/14, causata dal nazifascista russo Putin a oggi,dalle stragi di Euromaidan del 2013 a quella di Odessa del 2014
viewtopic.php?f=143&t=3006
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 9099264249

Guerra civile in Ucraina nel 2013/2014 con repressione violenta del governo filorusso dei manifestanti filoeuropei e feroci scontri tra i filo russi e i filo europei, con centinaia di morti e migliaia di feriti.
Con interventi di cecchini, mercenari, infiltrati e squadre speciali russe contro gli ucraini antigovernativi e filoeuropei.
Fu in questo contesto di guerra civile, di repressioni poliziesche e militari, di scontri e violenze generalizzate, tra cui l'invasione russa della Crimea e l'inizio dei moti separatisti terroristici nel Donbass che avvenne anche la Strage di Odessa in cui morirono una quarantina di persone a causa di un incendio di cui non si conosce con certezza l'origine.
La guerra civile in Donbass istigata, finanziata e rifornita d'armi dal nazifascista Putin e condotta dai separatisti terroristi russofili con l'ausilio non ufficiale di soldati russi, secondo l'ONU ha generato circa 14 mila morti tra civili e militari di ambo le parti dal 2014 fino al 24 febbraio del 2022 giorno dell'invasione miliatre dell'Ucraina da parte dell'esercito russo.



1991
Il primo dicembre 1991 fu tenuto in Ucraina il referendum sull’indipendenza dalla URSS/Russia e fu una votazione libera, democratica, senza violenze né brogli.

https://it.wikipedia.org/wiki/Referendu ... a_del_1991
Il referendum riguardo all'indipendenza dell'Ucraina si è svolto il 1º dicembre 1991. L'unica domanda scritta sulle schede era: "Approvi l'Atto di Dichiarazione di Indipendenza dell'Ucraina?" con il testo dell'Atto stampato prima della domanda. Il referendum fu richiesto dal Parlamento dell'Ucraina per confermare l'Atto di Indipendenza, adottato dal Parlamento il 24 agosto 1991.
I cittadini ucraini espressero un sostegno schiacciante per l'indipendenza. Al referendum votarono 31.891.742 (l'84.18% dei residenti) e tra di essi 28.804.071 (il 90.32%) votarono "Sì".
Nello stesso giorno, si tennero anche le elezioni presidenziali, nella quale gli ucraini elessero Leonid Kravčuk (all'epoca Capo del Parlamento) Presidente dell'Ucraina.
https://it.wikipedia.org/wiki/Referendu ... a_del_1991
L'unica domanda scritta sulle schede era: "Approvi l'Atto di Dichiarazione di Indipendenza dell'Ucraina?" con il testo dell'Atto stampato prima della domanda. Il referendum fu richiesto dal Parlamento dell'Ucraina per confermare l'Atto di Indipendenza, adottato dal Parlamento il 24 agosto 1991.
Vinsero i SI con una percentuale del 90,32%.
I SI vinsero in TUTTE le regioni del paese.
E quindi anche nella russofona Crimea e nel russofono Donbass vinsero gli indipendentisti a grande maggioranza:
In Crimea i SI ottennero il 54,19% dei suffragi.
Nel Donbass:
Donec'k- Oblast' di Donec'k 76,85%
Luhans'k - Oblast' di Luhans'k 83,86%
Charkiv- Oblast' di Charkiv 75,83%
Nel Donbass ci vivevano ucraini filo Ucraina e ucraini russi che avevano simpatie per la Russia e nel loro insieme al referendo per l'Indipendenza dell'Ucraina dall'URSS oltre il 70% di loro votò per il Sì. Quindi la sovranità statuale era dell'Ucraina e non della Russia e inoltre vi erano anche i diritti degli ucraini da salvaguardare che i separatisti filo russi hanno violentemente calpestato.



“I russi si sentono selvaggina dinanzi a uno stato predatore invincibile”, dice Dmitry Glukhovski
Sul Monde il romanziere moscovita in esilio spiega che i suoi connazionali in realtà non appoggiano la guerra in Ucraina
Traduzione di Mauro Zanon
17 ottobre 2022

https://www.ilfoglio.it/il-foglio-inter ... i-4557548/

Dmitry Glukhovksi, 43 anni, è un celebre scrittore di fantascienza. Il suo primo romanzo, “Métro 2033”, che descrive un mondo apocalittico in cui gli ultimi uomini sopravvivono in profondi sotterranei, ha riscosso un immenso successo popolare in Russia. Ma anche all’estero, dove è stato tradotto in una ventina di lingue. Residente in Europa dal mese di gennaio, Glukhovksi rischia fino a dieci anni di prigione in Russia per aver “screditato le forze armate” postando sul suo account Instagram queste parole: “No alla guerra in Ucraina. Ammettete che si tratta di una vera e propria guerra contro tutto il popolo ucraino e fermatela!”.

Le Monde – Come ha reagito, lo scorso 24 febbraio, all’invasione russa dell’Ucraina?
Dmitry Glukhovski – È come se un sipario nero fosse sceso davanti ai miei occhi; forse era una scarica di adrenalina…mi sono chiesto se esprimermi, o meno, sul mio account Instagram, che è seguito da 200mila followers. Ero consapevole che farlo mi avrebbe esposto al rischio di non poter tornare in Russia e di perdere tutto ciò che possiedo laggiù. Per trenta secondi, ho esitato. Poi ho pensato a miei amici in Ucraina. E ho capito che mi era impossibile far finta che non ci fosse la guerra. Tutto era troppo nero e bianco: l’aggressore e l’aggredito; la vittima e il carnefice. Non potevo restare in silenzio e ho dunque deciso di scrivere un post contro la guerra su Instagram.

Sei mesi dopo, il 21 settembre, il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato una “mobilitazione parziale” e organizzato dei simulacri di referendum nelle zone occupate dell’Ucraina. Per molti è stato un altro choc. E per lei?
Sono tre i giorni in cui questo sipario nero è sceso davanti ai miei occhi. Il primo è il 24 febbraio. Il secondo corrisponde alla rivelazione dei crimini di Butcha (il 1° aprile, quando le forze ucraine sono tornate in questa città della periferia di Kyiv occupata dai russi). Per me, come individuo e scrittore, è qualcosa di incomprensibile dal punto di vista psicologico: come potevano dei soldati che combattevano da appena due settimane commettere tali crimini di guerra? Il terzo giorno corrisponde al 21 settembre, quando ho capito che nessuno in Russia avrebbero fermato Putin, nonostante stesse trascinando il paese in una guerra totale. Perché questa guerra non è solamente contro l’Ucraina. È anche contro il popolo russo. È una guerra contro il futuro della Russia, per mantenere il suo popolo in uno stato di schiavitù, affinché Putin possa conservare il suo regime politico nel sangue, anche dopo la sua morte.

Perché la reazione della popolazione russa è così debole? Perché si vedono poche persone in strada, anche dopo l’annuncio della mobilitazione?
Penso che ci siano due fattori. Il primo è la paura. Il ricordo dell’epoca staliniana e della repressione impregna ogni famiglia russa, attraverso i racconti dei nonni e l’educazione trasmessa dai genitori. Tutti quelli che oggi vivono nel nostro paese hanno ricevuto questa “buona” educazione secondo cui contraddire le autorità non porta nulla di buono e la punizione è inevitabile. La coesistenza tra lo stato e l’individuo è paragonabile a quella di un predatore invincibile e di piccoli animali che tentano di nascondersi dietro di lui. Non bisogna attirare la sua attenzione, non bisogna incrociare la sua strada. E non bisogna irritarlo mai. È la condizione per poter condurre un’esistenza pacifica. Fino al giorno in cui, purtroppo, questo predatore vi schiaccia e vi divora. L’abituale strategia delle persone consiste nel fare come se si fosse invisibili. È per questo motivo che l’unico movimento di massa che osserviamo oggi in tutto il paese è il movimento migratorio. Le persone fuggono perché è l’unica cosa che possono fare. Nessuno crede che una protesta possa produrre dei risultati. Nel corso degli ultimi vent’anni, Putin ha praticato la repressione, sistematicamente. Non in maniera crudele e massiccia come all’epoca di Stalin. Ma ha saputo smembrare l’opposizione – parzialmente addomesticata, parzialmente castrata, parzialmente distrutta o spinta verso l’esilio. La stessa cosa vale per tutti i movimenti sociali, giovanili, fino ai tifosi di calcio e alle organizzazioni di ex combattenti. Tutti, in un modo o nell’altro, sono distrutti o controllati dall’amministrazione presidenziale e dal Servizio federale di sicurezza (Fsb). Non c’è nessuno per organizzare la resistenza.
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Re: Il bene che si difende dal male, il caso Ucraina

Messaggioda Berto » mar ott 11, 2022 8:22 am

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Re: Il bene che si difende dal male, il caso Ucraina

Messaggioda Berto » mar ott 11, 2022 8:22 am

2)
La demenzialità ideologica e il degrado morale di chi scambia la vittima per il carnefice



I suprematismi del Male: il suprematismo russo di Dugin e Putin, Eurasia
viewtopic.php?f=196&t=3017
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... 8KagjhZobl
I suprematismi sociali, politici e religiosi nazifascisti con i loro imperialismi militari, portatori di inciviltà e di disumanità, di morte e distruzione, gli imperi del male, della sopraffazione e dell'ingiustizia, della depredazione e della miseria, degli assassini e degli stermini.
Dove imperano queste mostruosità sociali, politiche e religiose la buona umanità fugge, se può scappa da questi imperi del male del terrore e dell'orrore.


La criminale "operazione speciale" del Cremlino nazifascista di Putin
viewtopic.php?f=143&t=3008
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... 9492799153

Il criminale nazifascista del Cremlino chiama "Operazione speciale" e non "guerra" l'invasione/aggressione armata in atto dell'Ucraina, come se fosse una operazione di ordine pubblico e di polizia internazionale simile a quelle condotte dall'ONU e dalla NATO in Serbia, ma non sono simili in nulla perché nel caso della Serbia vi erano delle risoluzioni dell'ONU a difesa prima dei bosniaci e poi dei kosovari minacciati di genocidio, sterminio e pulizia etnica da parte dei serbi, mentre nel caso dell'Ucraina l'ONU si è pronunciata contro l'intervento russo non riconoscendo esserci alcun genocidio, alcuna pulizia etnica, alcuna oppressione dei filo russi nel Donbass o in altre parti dell'Ucraina.


I demenziali adoratori, sostenitori e giustificatori del criminale nazifascista russo Putin
viewtopic.php?f=143&t=3009
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 0789336381
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Re: Il bene che si difende dal male, il caso Ucraina

Messaggioda Berto » mar ott 11, 2022 8:23 am

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Re: Il bene che si difende dal male, il caso Ucraina

Messaggioda Berto » mar ott 11, 2022 8:25 am

3)
I demenziali pacifisti pacifinti che stanno con il carnefice contro la vittima che si difende



I demenziali adoratori, sostenitori e giustificatori del criminale nazifascista russo Putin

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https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 0789336381



I «NEUTRALISTI»

Ucraina, quelli che non scelgono: «Né con Putin, né con la Nato»
di Antonio Polito
04 mar 2022

https://www.facebook.com/periekon/posts ... NsThfhX1gl

Da Landini a Donatella Di Cesare e Rifondazione, chi ripete: «Non si risponde alla guerra con la guerra». Le posizioni neutraliste mettono sullo stesso piano aggredito e aggressore. Il corteo dei pacifisti con la Cgil
In ogni talk show ce n’è uno. Quello che dice: più gli ucraini combattono e più dura la guerra. Siccome alla fine vincerà comunque Putin, prima Putin vince e prima ci sarà la pace. Elementare, Watson. Dunque, per il bene degli ucraini, non aiutiamoli a resistere, né con le sanzioni né con l’invio di armi. Questa inversione dell’onere della pace, per cui dovremmo essere noi, Occidente, a «cessare» una guerra avviata da Putin, evitando di farlo arrabbiare e fingendo di non sentire — ovviamente per il loro bene — gli ucraini che ci chiedono aiuto, può avere effetti paradossali.
Libertà e guerra
L’altra sera, per esempio, una valente filosofa, Donatella Di Cesare, cercava di convincere in tv una esterrefatta profuga ucraina, con i familiari sotto le bombe, che «non si conquista la libertà attraverso la guerra» e che «la pace è anche pensare di poter avere torto». Ma gli ucraini la libertà ce l’avevano già, e pure la pace. E tornerebbero volentieri al 23 febbraio, a prima dell’invasione. La guerra non l’hanno cominciata loro. E anche se, adesso che sono stati invasi, combattono per la libertà, negargli questo diritto ci costringerebbe a riscrivere tutti i libri di storia delle nostre scuole, e condannare Mazzini e Garibaldi e le tre guerre di indipendenza, e pure il poeta Byron che andò a battersi e morire per la libertà della Grecia, e strappare centinaia di pagine sulla autodeterminazione dei popoli.
Un esempio dalla storia
La frase chiave di questo argomento dice: «La pace è più importante di tutto, anche della libertà». È più o meno ciò che pensava la folla plaudente che accompagnò nel 1938 Neville Chamberlain, premier britannico, alla partenza per la conferenza di Monaco; dove, per salvare la pace, cedette a Hitler la regione cecoslovacca dei Sudeti, che venne annessa al Reich (le minoranze linguistiche sono sempre state un potente afrodisiaco dei tiranni). Si sa come finì: con la guerra mondiale un anno dopo. Winston Churchill, che era un grande giornalista e farebbe un figurone nei talk show dei nostri giorni, spiegò icasticamente che cosa era successo ai governanti inglesi: «Potevano scegliere tra la guerra e il disonore. Hanno scelto il disonore, avranno la guerra». Perché non c’è pace basata sul sopruso.
Aggredito e aggressore
Ma quel che più preoccupa è che il tentativo di invertire l’onere della pace non si limita ai talk show. Se ne sente per esempio l’eco anche nel movimento che oggi scende in piazza a Roma con la Cgil. L’altra sera abbiamo ascoltato Maurizio Landini a Tg2Post sostenere, con la sua abituale foga, che «noi dobbiamo cessare questa guerra», ed «evitare la Terza guerra mondiale che dice Biden», e che perciò invece di mandare le armi, perché «non si risponde alla guerra con la guerra», «bisogna che scenda in campo l’Onu». Intendiamoci: ottima idea, e lodevoli intenti. Ma chi è che impedisce all’Onu di scendere in campo, se non la Russia che ha posto il veto in Consiglio di sicurezza sul cessate il fuoco? E giustamente, dal suo punto di vista, visto che è il Paese aggressore. Il difetto di queste posizioni «neutraliste», che hanno portato la Cisl a non aderire alla manifestazione, sta proprio nel mettere sullo stesso piano aggredito e aggressore.
Vecchi slogan
La riedizione di un vecchio e famigerato slogan degli anni di piombo, «né con lo Stato né con le Br», conclude il documento con cui Rifondazione comunista ha aderito al corteo di oggi: «Né con Putin né con la Nato». Vi si condanna sì, in due parole, «l’invasione russa dell’Ucraina». E però anche «l’espansionismo della Nato che ha deliberatamente prodotto un’escalation irresponsabile alimentando il nazionalismo ucraino e l’attacco contro le repubbliche del Donbass». Ora, si possono avere tante e legittime opinioni su che cosa sia successo in quella parte dell’Europa fino al 23 febbraio: ma non si può negare che oggi in Ucraina ci siano i carri armati e i missili russi, non la Nato. E se si è contro la guerra, è contro chi la fa che bisogna manifestare.
La resistenza ucraina
Questo fronte contesta spesso al governo e al Parlamento italiano, e all’Europa tutta, di non avere una strategia: a che serve — chiedono — aiutare la resistenza ucraina? Si possono dare due risposte. La prima: a impedire o ritardare la vittoria dell’aggressore, o a mutilarla nel caso che la ottenga sul campo con migliaia di vittime innocenti, facendogli pagare un tale prezzo politico, economico e morale, da chiedersi se ne sia valsa la pena. La seconda: per evitare che lo rifaccia, lui o il suo successore. Perché dopo la Georgia siamo stati zitti, dopo la Crimea quasi zitti, e se tacciamo anche ora, dopo l’Ucraina — statene certi, cari pacifisti — la guerra toccherà anche alla Moldavia, e di nuovo alla Georgia, e magari anche ai Paesi Baltici.
Aiutiamo dunque chi resiste perché è giusto. Ma anche perché amiamo la pace.
Amiamo la pace.



UCRAINA, QUELLI CHE NON SCELGONO: NÈ CON PUTIN NÈ CON LA NATO"

di Antonio Polito, Il Corriere della Sera
6 marzo 2022

https://www.facebook.com/luciano.donder ... MCDHUvwKXl

In ogni talk show ce n’è uno. Quello che dice: più gli ucraini combattono e più dura la guerra. Siccome alla fine vincerà comunque Putin, prima Putin vince e prima ci sarà la pace. Elementare, Watson. Dunque, per il bene degli ucraini, non aiutiamoli a resistere, né con le sanzioni né con l’invio di armi.
Questa inversione dell’onere della pace, per cui dovremmo essere noi, Occidente, a «cessare» una guerra avviata da Putin, evitando di farlo arrabbiare e fingendo di non sentire — ovviamente per il loro bene — ciò che gli ucraini ci chiedono a gran voce, può avere effetti paradossali. L’altra sera, per esempio, una valente filosofa, Donatella Di Cesare, cercava di convincere in tv una esterrefatta profuga ucraina, con i familiari sotto le bombe, che «non si conquista la libertà attraverso la guerra» e che «la pace è anche pensare di poter avere torto». Ma gli ucraini la libertà ce l’avevano già, e pure la pace. E tornerebbero volentieri al 23 febbraio, a prima dell’invasione. La guerra non l’hanno cominciata loro. E anche se, adesso che sono stati invasi, combattono per la libertà, negargli questo diritto ci costringerebbe a riscrivere tutti i libri di storia delle nostre scuole, e condannare Mazzini e Garibaldi e le tre guerre di indipendenza, e pure il poeta Byron che andò a battersi e morire per la libertà della Grecia, e strappare centinaia di pagine sulla autodeterminazione dei popoli.
La frase chiave di questo argomento dice: «La pace è più importante di tutto, anche della libertà». È più o meno ciò che pensava la folla plaudente che accompagnò nel 1938 Neville Chamberlain, premier britannico, alla partenza per la conferenza di Monaco; dove, per salvare la pace, cedette a Hitler e gli consegnò la regione cecoslovacca dei Sudeti, che venne annessa al Reich (le minoranze linguistiche sono sempre state un potente afrodisiaco dei tiranni). Si sa come finì: con la guerra mondiale un anno dopo. Winston Churchill, che era un grande giornalista e farebbe un figurone nei talk show dei nostri giorni, spiegò icasticamente che cosa era successo ai governanti inglesi: «Potevano scegliere tra la guerra e il disonore. Hanno scelto il disonore, avranno la guerra». Perché non c’è pace basata sul sopruso.
Per qualche misteriosa ragione, i più ardenti sostenitori di questa nuova idea di «appeasement» con il tiranno , a prezzo della schiavitù degli ucraini, sono spesso gli stessi che fino a ieri si sono battuti come leoni contro la schiavitù degli italiani, a causa del green pass. E forse si spiega con il fatto che la guerra di Putin riunisce coloro che disprezzano la democrazia: o perché «imbelle» (se sono di destra) o perché «ingiusta» (se sono di sinistra). È un mix di quelli che tifavano per il vaccino Sputnik e quelli che «almeno in Russia non c’è il green pass». Un’antica vena antiparlamentare, ben nota alla storia d’Italia, preferisce l’autoritarismo alla politica democratica. In fin dei conti il movimento dei Fasci è nato qui, ed è nato a sinistra.
Ma quel che più preoccupa è che il tentativo di invertire l’onere della pace non si limita ai talk show. Se ne sente per esempio l’eco anche nel movimento che oggi scende in piazza a Roma con la Cgil. L’altra sera abbiamo ascoltato Maurizio Landini a Tg2Post sostenere, con la sua abituale foga, che «noi dobbiamo cessare questa guerra», ed «evitare la Terza Guerra Mondiale che dice Biden», e che dunque invece di mandare le armi, perché «non si risponde alla guerra con la guerra», «bisogna che scenda in campo l’Onu». Intendiamoci: ottima idea, e lodevoli intenti. Ma chi è che impedisce all’Onu di scendere in campo, se non la Russia che ha posto il veto in Consiglio di sicurezza sul cessate il fuoco? E giustamente, dal suo punto di vista, visto che è il Paese aggressore. Il difetto di queste posizioni «neutraliste», che hanno portato la Cisl a non aderire alla manifestazione, sta proprio nel mettere sullo stesso piano aggredito e aggressore. La riedizione di un vecchio e famigerato slogan degli anni di piombo, «né con lo Stato né con le Br», conclude il documento con cui Rifondazione Comunista ha aderito al corteo di oggi: «Né con Putin né con la Nato». Vi si condanna sì, in due parole, «l’invasione russa dell’Ucraina». E però anche «l’espansionismo della Nato che ha deliberatamente prodotto un’escalation irresponsabile alimentando il nazionalismo ucraino e l’attacco contro le repubbliche del Donbass». Ora, si possono avere tante e legittime opinioni su che cosa sia successo in quella parte dell’Europa fino al 23 febbraio: ma non si può negare che oggi in Ucraina ci siano i carri armati e i missili russi, non la Nato. E se si è contro la guerra, è contro chi la fa che bisogna manifestare.
Questo fronte contesta spesso al governo e al parlamento italiano, e all’Europa tutta, di non avere una strategia: a che serve aiutare la resistenza ucraina? Si possono dare due risposte. La prima: a impedire o ritardare la vittoria dell’aggressore, o a mutilarla nel caso che la ottenga sul campo con migliaia di vittime innocenti, facendogli pagare un tale prezzo politico, economico e morale, da chiedersi se ne sia valsa la pena. La seconda: per evitare che lo rifaccia, lui o il suo successore. Perché dopo la Georgia siamo stati zitti, dopo la Crimea quasi zitti, e se tacciamo anche ora, dopo l’Ucraina — statene certi cari pacifisti — la guerra toccherà anche alla Moldavia, e di nuovo alla Georgia, e magari anche ai Paesi Baltici.
Aiutiamo dunque chi resiste perché è giusto. Ma anche perché amiamo la pace.


Demenziali pacifisti e pacifinti
Pino Vaccino
11 aprile 2022
https://www.facebook.com/pino.vaccino
Visto che il pacifismo a oltranza cioè quello che non distingue le vittime dai carnefici è fallito miseramente e anche in passato non ha mai prodotto risultati tangibili per capire il fenomeno “ guerra “forse sarebbe il caso di ripartire dai fondamentali e lo fa in maniera magistrale Michael Walzer ebreo americano già professore di Scienze Sociali nell’Institure for Advanced Studies di Princeton nel libro dal titolo “Just and Unjust Wars” (1977) tradotto anche in lingua italiana. Formatosi ad Harvard è uno dei più noti e apprezzati filosofi politici viventi. Lo fa partendo dal discorso tra i generali Ateniesi Cleomede e Tisia ed i magistrati dell’Isola di Melo e dai resoconti della battaglia di Azincourt. Invece di fornire i rudimenti di una teoria generale sulla moralità per poi applicarli ai casi concreti parte da questi ultimi per sviscerarne gli impliciti contenuti morali e argomentare a partire da questi. Un testo fondamentale per comprendere meglio un fenomeno che ha sempre accompagnato l’uomo fin dai primordi.


In Italia c'è gente dispiaciuta perché il ponte da dove ogni giorno e notte passavano tonnellate di armi e munizioni che macellavano i bambini ucraini è stato danneggiato.
Gabriele Bonafede
9 ottobre 2022

https://www.facebook.com/gabriele.bonaf ... oWiry1KZSl

La cosa triste è che spesso si tratta delle stesse persone che blaterano di "essere pacifisti" e quindi non vorrebbero inviare armi all'Ucraina per difendersi dall'aggressione.
Salvo poi a essere dispiaciuti perché la Russia ha adesso difficoltà a far passare armi attraverso il ponte che permette di inviarle per continuare a macellare donne e bambini.
Irredimibili, avrebbe detto Giuseppe Tomasi di Lampedusa.



MANIFESTAZIONE PER LA PACE
Giovanni Bernardini
6 ottobre 2022

https://www.facebook.com/giovanni.berna ... pVrj9BQAql

I grillini intendono organizzare una grande manifestazione per la pace.
Varie associazioni laiche e cattoliche pare intendano unirsi a loro.
La manifestazione non avrà carattere partitico. I nobili grillini vogliono che non ci siano stendardi o simboli di partito. Solo le bellissime bandiere arcobaleno, simbolo di pace ed universale amore.
Giornali notissimi per la loro equilibrata imparzialità quali “l’Avvenire” ed “il fatto quotidiano” sostengono l’iniziativa.
Bello! Bellissimo! Più bello di così si muore!
Però…
Riusciamo ad immaginare una grande manifestazione pacifista a Londra,o a New York , nell’estate del 1940, dopo che Hitler si era preso Polonia, Danimarca e Francia?
Quale avrebbe dovuto essere il giudizio sui manifestanti?
Avremmo dovuto credere alle loro invocazioni di “pace”?
O non avremmo dovuto pensare che la parola “pace” nascondeva la parola “resa”, e che dire “pace” equivaleva a dire “vittoria di Hitler”?
Chi scenderà in piazza dietro a Conte, e magari a Paragone e Di Battista, Santoro ed Orsini non lotta per la pace. Lotta di fatto per la vittoria della Russia.
Almeno avessero il coraggio di dirlo apertamente! Sarebbero meno spregevoli.


È di nuovo il momento di far sentire la nostra voce contro la guerra, è il momento di chiedere UNO STRACCIO DI PACE.
“SI VIS PACEM, PARA PACEM”: SE VUOI LA PACE, PREPARA LA PACE.

Sabato 26 marzo 2022

https://www.facebook.com/EmergencyBolog ... 332907911/

“SI VIS PACEM, PARA PACEM”:
SE VUOI LA PACE, PREPARA LA PACE.
L’appello di EMERGENCY.
Il 24 febbraio la Russia invade l’Ucraina riportando la guerra nel cuore dell’Europa.
La risposta immediata che arriva da chi ci governa è inviare armi all’Ucraina. Noi pensiamo che inviare armi non serva a riportare la pace, ma solo ad aumentare la violenza e il numero delle vittime.
Ancora una volta, chi governa pensa che la guerra sia l’unica soluzione.
Ci dice che la guerra può essere “giusta”, “necessaria”, e “inevitabile”: non è vero, non esistono guerre giuste, la guerra appare inevitabile solo a chi non ha fatto nulla per evitarla con i negoziati e la diplomazia.
Ci dice che la guerra può essere “umanitaria”: non è vero, la guerra porta sempre morte e distruzione, è la negazione dell’umanità.
Ci dice che le spese militari sono necessarie a mantenere la sicurezza: non è vero, negli ultimi 20 anni sono più che raddoppiate ma non viviamo in un mondo più sicuro. Per poter sperare in un futuro migliore, quei soldi andrebbero investiti in ospedali, scuole, lavoro, pensioni.
Ci dice che la guerra serve a costruire la pace: non è vero, solo la pratica dei diritti umani può costruire la pace.
Non ci dice mai, invece, che i civili sono le prime vittime della guerra, di qualsiasi guerra.
I cittadini del mondo sanno benissimo che la guerra è il problema, e non la soluzione, ma spesso non hanno voce.
Per questo motivo vogliamo dare voce a chi non ce l’ha: con un semplice pezzo di stoffa bianca, uno “straccio di pace”. Appeso allo zaino, al balcone, legato al guinzaglio del cane, all’antenna della macchina, al passeggino del bambino, alla cartella di scuola… un modo semplice e immediato per esprimere il nostro ripudio della guerra, del terrorismo, della violenza.


PACIFISTI E PACIFONDAI IN PIAZZA. - ci informa stamani "La Stampa" - LAVORANO PER UNA GRANDE M,ANIFESTAZIONE PER LA PACE ACLI e ARCI, SINDACATI, ORGANIZZAZIONI PACIFISTE E PACIFONDAIE. con il "camaleonte" CONTE che si mette sulla loro scia, "per strappare al PD la sua radice pacifista.



"La Stampa" 6 ottobre, articolo di Federico Capurso. Da leggere tutto

Nella foto : il presidente Volodymyr ZELENSKIJ con i soldati ucraini che hanno liberato IZIUM dagli occupanti russi.
Piero Sinatti

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 6469772481
QUALE PACE ? "TRATTATIVE DIPLOMATICHE" E NIENTE PIU' ARMI A KYIV , sarà la risposta - guida .
Ci spieghino i "pacifsti" con chi SI DOVREBBE aprire una "trattativa DIPLOMATICA": con il criminale PUTIN, con un uomo che ha osato ricorrere alla minaccia-ricatto della GUERRA ATOMICA per sottrarsi all'onta di una sconfitta militare e politica ; che non ha vergogna di indire referendum- farsa per annettere I territori occupati di uno stato sovrano invaso; che si circonda di accoliti-complici , di lacchè "zhukikì i vory", "mascalzoni e ladri" come lui ; di sciovinisti guerraioli come il leader comunista Gennadij ZJUGANOV; di "psicopatici ignoranti" tipo Ramzan KADYROV e di pregiudicati-banditi, ora miliardari, tipo Evgenij PRIGOZHIN ; che manda suoi connazionali (scelti finora tra le minoranze etniche e i ceti più poveri) a uccidere e a morire) ?
Per una vera pace, dobbiamo schierarci con VOLODYMIR ZELENSKI E CON GLI UCRAINI CHE COMBATTONO CONTRO UN ESERCITO INVASORE; CON GLI OPPOSITORI RUSSI COME ALEKSEJ NAVAL'NYJ, ILJA JASHIN, DMITRIJ MURATOV e tanti, tanti altri che osano dire "no alla guerra", "no al Tiranno".
CON VLADIMIR PUTIN NON SI TRATTA.
CHE I CITTADINI della FEDERAZIONE RUSSA , DICANO "NET VOJNE", "NO ALLA GUERRA" SI RIBELLINO, LO CACCINO, NON SIANO SERVI O PECORE DA MANDARE AL MACELLO !
LA SOLA VIA PER LA PACE E' SCONFIGGERE IL MACELLAIO PUTIN. LO STANNO DICENDO ANCHE GLI OPPOSITORI RUSSI.
Queste mie considerazioni nascono dalla lettura di un articolo de "La Stampa" di stamani in cui tra l'altro si legge:
"Quando Giuseppe Conte si augura, in un’intervista ad Avvenire, che la società civile si muova e organizzi una manifestazione per la pace «senza bandiere di partito» e assicura che, con i Cinque stelle, «siamo pronti a fare la nostra parte», sa già che qualcosa si sta muovendo. Le Acli (Associazioni cattoliche dei lavoratori) e l’Arci, la
più capillare associazione culturale del Paese, sono pronte a scendere in piazza, a Roma, tra la fine di ottobre
e i primi di novembre. Una grande manifestazione nazionale per la pace alla quale si dovrebbero unire la «Rete per la pace e il disarmo», di cui fanno parte Acli e Arci, e anche i sindacati, invitati a aderire. Con l’obiettivo finale di produrre un manifesto per la pace e alzare la pressione sul nascente governo. Conte è rimasto in stretto contatto con le due associazioni che per prime si sono fatte promotrici della mobilitazione e anche ieri, dopo la riunione convocata dall’ufficio di presidenza delle Acli in mattinata, si è fatto sentire per restare aggiornato sugli ultimi sviluppi dell’iniziativa. Per il leader del Movimento 5 stelle non è, quindi, solo un pungolo ideale, utile a esercitare pressioni per riaprire il canale della diplomazia, ma anche e soprattutto un’occasione d’oro per strappare al Pd la sua radice pacifista.

Raffaello Caroti
Ma Conte non è colui che ha fatto venire in Italia militari russi ( Italia paese della NATO) per assisterci durante la pandemia? Non è colui che ha accettato che si quattrocento persone, arrivati con una decina di aerei da trasporto a Pratica di Mare , solo una trentina erano sanitari? Non è colui che ha pagato tre milioni di euro per questa trovata? Non è colui che ha permesso a questa masnada di accedere ad uffici e strumenti informatici, contenenti informazioni riservate? Non è colui che è sospettato , insieme al suo degno compare. Salvini, di essere foraggiato dai servizi russi? Non è colui che ora che Putin le sta prendendo di Santa ragione ed è in difficoltà internamente, al punto che non trova di meglio che appoggiarsi a tagliagole, delinquenti e guerrafondai, accentua la pressione e la rivolta contro gli aiuti che vengono forniti all'Ucraina? E una parte degli italiani gli da credito per una elemosina di stato...? A me sinceramente qualche dubbio mi viene...



SULLA PACE
Enrico Mentana sui pacifisting:
9 ottobre 2022

https://www.facebook.com/natasha.petrys ... NhRQMKJ7Nl

"Bisogna cercare la pace". Chi può non essere d'accordo? Ma come? E soprattutto, quale pace? Putin accetterebbe (forse) solo quella che gli garantirebbe di vedersi riconosciuta dal mondo la sovranità - che lui peraltro ha già proclamato - sui territori occupati in Ucraina, con o senza il consenso di chi glieli dovrebbe cedere, e in barba al diritto internazionale. Davvero sareste disposti a vendervi il territorio altrui per non avere rogne con Mosca? No? E allora cosa altro pensate possa convincere il capo del Cremlino? Una bella mediazione dell'ONU? Vi mostro una foto eloquente. È del 28 aprile. Dopo due mesi di guerra il segretario generale delle Nazioni Unite Guterres compie una missione di pace. Prima va a Mosca, dove incontra un Putin indisponibile a sentire ragioni. Poi si sposta a Kiev per vedere Zelensky. Durante il loro colloquio un missile russo colpisce un obiettivo proprio nel centro della capitale ucraina. Questa è l'attitudine negoziale del Cremlino. Come pensate di modificarla? E già che ci siamo: in grazia di cosa facciamo i fatalisti davanti a attacchi missilistici sulla capitale di uno stato sovrano, e più in generale su sette mesi e mezzo di invasione armata del territorio di quello stato, e poi ci inquietiamo ("Eh però ora Zelensky esagera") per una azione di sabotaggio a un ponte in Crimea, che fino a prova contraria è secondo il diritto internazionale parte dell'Ucraina? Cioè Putin può colpire Kiev, le sue truppe possono occupare (e compiere orrori) a Bucha e Borodjanka, che sono lontane centinaia di chilometri non solo dal confine russo, ma anche dallo stesso Donbass, e invece le forze ucraine non possono compiere un'azione di sabotaggio (posto che siano state loro, come penso) sul loro stesso territorio? Ma almeno abbiate la decenza di ammettere che per voi uno Zelensky, un Kuleba sono dei simboli solo finché le prendono; e che tutto sommato, se adesso Putin offrisse la pace a un'Ucraina mutilata di quattro regioni, sarebbe un risultato da portare a casa. Però, cari pacifisti/opportunisti, è giusto ricordarvelo: la seconda guerra mondiale cominciò proprio così



Gli invasori russi se la danno a gambe. Cosa diranno ora i putinini?
I russi stanno abbandonando in massa la Crimea? Sul ponte di Kerch si è formata "una coda di centinaia di auto che si estende per cinque chilometri". Lo dice unian citando media russi e testimoni oculari.
https://www.facebook.com/luciano.donder ... KsReitLqVl


Ecco la disinformazione di un demenziale filorusso

Ponte Crimea: Uno Dei Molteplici Attacchi Terroristici Ucraini
Ettore Lucchesi
08/10/2022

https://www.facebook.com/ettore70r/post ... iGvJxoiADl

Se ancora qualcuno aveva dubbi sulle informazioni che riguardavano Kiev e i suoi metodi discutibili nel bombardare per otto lunghissimi anni le repubbliche del Donbass, oggi non può più fingere che quanto è accaduto al ponte di Crimea è una azione terroristica isolata. Prendere di mira infrastrutture e civili non è solo un caso sporadicamente isolato e questo deve cessare a tutti i costi nel bene o nel male.
Durante un conflitto militare, la parte che si trova a difendersi non può e non deve pensare a una strategia alternativa nel riprendersi i suoi territori persi. Ciò che è accaduto al ponte di Crimea, lungo 19 km è un forte messaggio di come Kiev non sappia reagire a un’invasione militare e di come, puntualmente, non si preoccupa di uccidere civili a sangue freddo. Quanto è accaduto al ponte non si discosta minimamente dalle prove raccolte in otto anni di agressioni nel Donbass e degli ultimi otto mesi di conflitto, dove i civili sono sempre stati i veri bersagli dei Nazisti di Kiev e del suo esercito. L’atto terroristico al Ponte di Crimea è solo uno di molti altri attacchi deliberati dai miliziani ucraini che in qualche modo vorrebbero far passare come un chiaro messaggio al mondo che li sostiene di avere ancora molte carte nella manica da giocare.
Di seguito una sequenza temporale dei bombardamenti terroristici da parte del governo di Kiev (più recenti, molti altri non li ho menzionati):
Martedì 5 Luglio 2022, una bambina di dieci anni, Veronika Badina, è stata uccisa nel centro di Donetsk, a causa dei bombardamenti da parte dei nazionalisti ucraini. Molti altri sono stati feriti.
Il 14 Luglio, 2 civili hanno perso la vita, mentre altri 6 sono rimasti feriti in modo grave a causa dei bombardamenti ucraini nella città di Donetsk.
Il 27 Luglio, un attacco mortale con un drone kamikaze americano da parte delle forze militari ucraine, nella regione russa di Bryansk, hanno perso la vita 4 civili.
Il 29 Luglio 2022, a Elenovka, a sud di Donetsk, dove il centro di detenzione che ospitava un centinaio di prigionieri di guerra ucraini, principalmente membri della milizia neonazista del Battaglione Azov è stato bombardato causando la morte di 53 persone e 75 ferite.
Il 4 Agosto, gli ucraini bombardano il centro di Donetsk con cinque potenti esplosioni nell’arco di dieci minuti, prendendo di mira un hotel che conteneva al suo interno esclusivamente giornalisti, un civile donna è rimasta uccisa fuori dalla struttura. In seguito si è scoperto che le cinque esplosioni hanno ucciso almeno altri 8 civili nel centro di Donetsk. (una settimana fa un altro hotel di soli giornalisti è stato colpito dagli ucraini, lasciano una scia di feriti e senza morti: questi sono gli obiettivi militari ucraini per riprendersi i territori liberati dalle forze speciali russe).
Il 5 Agosto, sempre a Donetsk, l’artiglieria ucraina prende di mira un autobus (mai cambiata la strategia terroristica fino ad oggi; i continui bombardamenti hanno il solo scopo di uccidere più civili), dove hanno perso la vita 3 civili.
Il 13 Agosto, un ragazzino di 15 anni perde un piede dopo aver involontariamente calpestato una mina antiuomo PFM-1 (la mina PFM-1 è definita comunemente “Pappagallo verde” o “Petalo” e sembra però ricordare una “Farfalla“). Le piccole mine antiuomo PFM-1 sono vietate ai sensi della Convenzione di Ottawa del 1997, di cui anche l’Ucraina fa parte. Quando queste non uccidono le persone, e vengono calpestate strappano via il piede. I Nazisti ucraini hanno disseminato nelle settimane precedenti e quelle successive Donetsk di queste mine vietate. La comunità Internazionale, tutt’ora, non ne parla nonostante iniettano vittime di civili.
Il 18 Agosto, a Gorlovka, i bombardamenti dei nazionalisti ucraini hanno causato la morte di 3 civili e altri 9 feriti in modo grave. Tra le vittime dei bombardamenti ucraini ci sono bambini e ragazze. Due ragazze sono state portate all’ospedale di Gorlovka in gravi condizioni. Sfortunatamente una ragazza è morta per le ferite riportate.
Il 20 Agosto, si svolge un’attentato terroristico con una bomba piazzata sotto il sedile della macchina, uccidendo Darya Dugin di 29 anni, figlia del veterano commentatore politico russo Aleksandr Dugin.
Il 14 Settembre, un liceo che ospita un orfanotrofio temporaneo è stato bombardato dall’esercito ucraino con 6 lanciarazzi multipli americani HIMARS. Al mattino presto, i soldati ucraini (Nazisti) hanno preso di mira una scuola superiore a Perevalsk, nella Repubblica popolare di Lugansk. Nessun soldato dell’NRL era sulla scena al momento dell’attacco. Un adolescente è morto e altri 4 sono rimasti gravemente feriti.
Oggi Sabato 8 Ottobre, intorno alle 6:00 ora locale, un camion è esploso sul ponte di Crimea nella regione di Krasnodar, provocando danni significativi all’infrastruttura vitale per la Russia nelle sue operazioni militari in Ucraina. Le morti accertate in questo vile attacco terroristico sono di 3 civili, di cui una donna, a seguito dell’esplosione che ha temporaneamente interrotto il traffico automobilistico e ferroviario.
Sempre oggi Sabato 8 Ottobre, Sergey Surovikin, un veterano della campagna in Siria, assumerà il comando di tutte le operazioni militari.
Sergey Surovikin
Il generale dell’esercito, Sergey Surovikin, che ha guidato il gruppo di truppe “sud” in Ucraina e Donbass, e assumerà il comando generale delle forze russe. Lo riferisceil ministero della Difesa:
«Con decisione del ministro della Difesa della Federazione Russa, il generale dell’esercito Sergey Surovikin è stato nominato comandante del raggruppamento congiunto delle forze nell’area dell’operazione militare speciale», si legge nella dichiarazione del ministero.
Il veterano generale ricopre la carica di comandante delle forze aerospaziali russe dal 2017. Lo stesso anno gli è stato conferito il titolo di Eroe della Russia per il suo ruolo nell’operazione militare in Siria. Prima di allora, ha anche preso parte alle ostilità in Cecenia.
Secondo vari resoconti dei media, a Surovikin è stato dato il soprannome di “Generale Armageddon” dai suoi colleghi, citando il suo approccio intransigente e non ortodosso alle operazioni militari.


La dottrina Marin | Appunti per i pacifisti: la guerra si ferma solo se la Russia lascia l’Ucraina
Linkiesta.it
Editoriale Christian Rocca

https://www.linkiesta.it/2022/10/putin- ... populismo/

Nemmeno un editoriale, una manifestazione, una mobilitazione per provare a imporre o a suggerire la pace a Vladimir Putin, cioè a colui che se si fermasse finirebbe immediatamente la guerra in Ucraina.

Niente. Solo miserabili «Zelensky si fermi», rivolti a colui che se si fermasse finirebbe immediatamente l’Ucraina, non la guerra.

Solo «basta aiuti». Solo «basta armi», armi che nel caso dei sistemi antimissili che non abbiamo ancora fornito a sufficienza a Kyjiv salverebbero migliaia di vittime civili ucraine sotto il tiro dei criminali russi e che per il resto sono l’unica ragione per cui un intero popolo, un’intera nazione, un’intera cultura non è stata ancora cancellata dagli invasori.

Solo equidistanza tra aggressori e aggrediti, che equidistanza però non è. Semmai è una capitolazione all’imperialismo rossobruno, dettato dall’illusione che cedere all’aggressore magari ci risparmierà la sua ira, ci farà pagare meno le bollette e poi in fondo gli ucraini sono mezzi russi, scrivono in cirillico, che ce ne frega a noi.

Le manifestazioni pacifiste convocate dal Conte che da premier durante il lockdown ha umiliato l’Italia, l’Europa e la Nato facendo sfilare l’esercito russo per la prima volta in Occidente dalla seconda guerra mondiale, e poi le mobilitazioni sindacali “I Love Gazprom” e i suggerimenti via editoriale agli ucraini di non difendersi, di accettare lo status quo, di lasciar morire i propri connazionali sotto occupazione non sono una novità di metà ottobre.

Li abbiamo sentiti e letti e sopportati fin dal 24 febbraio, anzi da prima. Sono gli stessi mentecatti che prima negavano come fake news americane le notizie sulla mobilitazione russa ai confini dell’Ucraina, poi spiegavano che mai e poi mai Mosca avrebbe attaccato l’Ucraina, poi che Kyjiv sarebbe caduta in tre giorni, poi a mano a mano che l’invasore veniva allontanato dalla capitale che l’obiettivo russo non era mai stato Kyjiv, poi che la fornitura di armi occidentali avrebbe peggiorato la situazione degli ucraini e così via, di panzana in panzana. Erano bugie, analisi campate in aria e propaganda russa, in prima serata tv.

Ora che il favoloso popolo ucraino riconquista ogni giorno una città occupata illegalmente da Mosca, e che Mosca è costretta a mobilitare la popolazione civile per farne carne da macello in Ucraina, gli stessi sapientoni al servizio consapevole o no della propaganda del Cremlino chiedono senza pudore al governo di Kyjiv di fermarsi in nome della pace. Malimorté!

Sono gli “utili idioti” di Vladimir Putin. Sono tanti. Si trovano ai vertici dei giornali, dei partiti, dei sindacati. Sono gli stessi che nel 2018 avevano un programma elettorale ispirato alla peggiori panzane del Cremlino, gli stessi che sfoggiavano magliette di Putin e firmavano accordi politici col suo partito unico, gli stessi che invocano la resa ucraina dal primo giorno di guerra, gli stessi che tuonano ancora oggi contro la Nato e la globalizzazione con la posa caricaturale da reduci del comunismo.
Sono indifferentemente di destra e di sinistra, sono membri fondatori del bipopulismo perfetto italiano che avvelena il nostro dibattito pubblico.

Per fortuna, ci sono ancora i governi europei e occidentali e le istituzioni internazionali che, a differenza delle società (in)civili che animano il discorso pubblico sotto l’egemonia culturale dei troll russi, continuano invece a difendere l’Ucraina, la democrazia e tutti noi.

Quello che è successo nel weekend segna un punto di non ritorno nell’oscenità morale dei volenterosi complici di Putin. Gli ucraini hanno fatto saltare in aria un pezzo del ponte della Crimea, nello stretto di Kherc, costruito dai russi dopo l’invasione militare della penisola ucraina del 2014 e inaugurato con solennità da Vladimir Putin nel dicembre del 2019, quale simbolo monumentale dell’imperialismo aggressivo del Cremlino.

Un ponte costruito in territorio ucraino da Mosca per facilitare il flusso di mezzi militari russi in un’Ucraina occupata illegalmente secondo il diritto internazionale tranne che per i giuristi salviniani, per i Cinquestelle, per la feccia rossobruna e per gli opinionisti sedicenti democratici.

Un ponte costruito anche per trasferire i russi in Crimea e deportare gli ucraini e i tatari dall’altra parte come ai tempi di Stalin, crimini sempre accompagnati dall’ipocrita retorica sovietica – cara anche al Comitato del Nobel che premia russi, bielorussi e ucraini – della fratellanza tra i due popoli che non sono fratelli manco per niente, visto che uno dei due stupra, violenta, affama e massacra impunemente l’altro da secoli.

I volenterosi complici italiani di Putin si sono dunque indignati per l’attacco al ponte che fino a qualche giorno abbiamo visto sui social che i russi hanno usato per trasferire in Ucraina una colonna di carri armati lunga qualche chilometro.

Eppure non hanno espresso alcuna riprovazione per i bombardamenti russi sugli ospedali e sulle scuole ucraine, per le stragi di civili alle fermate dell’autobus e nei centri commerciali, per il rapimento di migliaia di bambini, per le abitazioni private sventrate, per gli stupri, per le razzie. E nemmeno per le fosse comuni e per gli ultimi crimini di guerra commessi nel quartiere residenziale di Zaporizhzhia sabato notte e nel centro di Kyjv questa mattina.

E se gli attuali indignati del ponte hanno parlato o scritto dei crimini di guerra russi lo hanno fatto soltanto per sollevare dubbi sulla veridicità delle notizie, sospettate di essere sceneggiate hollywoodiane come suggeriva la propaganda del Cremlino.

Il fatto che proprio ora che l’Ucraina sta vincendo la guerra sul campo le venga chiesto di fermarsi è ripugnante, ancora più di quando le chiedevano di arrendersi perché tanto avrebbe perso lo stesso. Questi che sfilano in piazza e che postano sui social non sono pacifisti, parteggiano per la parte opposta, quella dei criminali russi.

Il virus della resa a Putin mentre Putin sta perdendo si sta diffondendo anche in ambienti che finora sembravano immuni, come nel Pd guidato da Enrico Letta che è stato il leader di partito piu seriamente solidale con gli ucraini. Ma adesso si è aperto un dibattito sulle ragioni della sconfitta elettorale del 25 settembre, e una di queste, secondo i leader del Pd, sarebbe proprio la scelta di schierarsi con l’Ucraina non apprezzata dagli elettori.

Ci sono già le prime avvisaglie di questa ulteriore capitolazione del Pd a furor di populismo: gli editoriali dei giornalisti d’area, i sette europarlamentari che hanno votato un emendamento dei rossobruni amici di Putin a Bruxelles (prima di rientrare nei ranghi e riprendere a votare insieme con gli altri), i soliti Orlando e Provenzano che inseguono il “leader fortissimo di tutti i partigiani per la pace”, per non parlare dell’alleato Fratoianni (preferito a Calenda) che marcia con Conte e vota contro gli aiuti militari all’Ucraina e contro l’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato.

Ovviamente il Pd non è ancora perso. Oggi su Linkiesta ospitiamo l’opinione della vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno, la quale spiega che gli elettori non si recuperano certo abbandonando gli ucraini e i principi fondativi del Pd. La stessa cosa scrive quotidianamente su Twitter Filippo Sensi.

Vedremo come si evolverà la partita per la successione a Letta ma – come dice Sanna Marin, la leader di un Paese alleato, la Finlandia, che per ragioni storiche e geografiche è molto più preoccupato dell’imperialismo russo rispetto a noi – «il solo modo per finire la guerra è che la Russia se ne vada dall’Ucraina».

La “dottrina Sanna Marin” è l’unica ricetta possibile per la pace.


FERMARE CHI?
Giovanni Bernardini
10 ottobre 2022

https://www.facebook.com/giovanni.berna ... p5k9zNaEpl

Dunque, vediamo.
Il 6 Giugno 1944 gli alleati sbarcano in Normandia. Verso il 10 agosto le loro armate sono in vista di Parigi. A quel punto molti grandi intellettuali europei cominciano a strillare: “Eisenhower fermati!”
Tutto da ridere vero? Si, tutto da ridere, eppure, è questo il senso di ciò che i finti pacifisti strillano a proposito dell’Ucraina.
Qualcuno fermi Zelen’skiy. Questo il grido che si leva dai media, questo lo slogan che unisce coloro che stanno organizzando una “grande manifestazione per la pace”.
Uno stato straniero ti può invadere, annettersi, dopo dei referendum farsa, tue importanti e ricche regioni, tu NON hai diritto di cercare di riconquistarle. Se lo fai sei un bieco guerrafondaio che aggredisce uno stato sovrano. Si, sei TU il guerrafondaio perché ormai quelle regioni non sono più tue, visto che l’aggressore se le è annesse, un po’ come dire che se un ladro ti ruba il portafogli e tu cerchi di recuperarlo diventi un aggressore che viola altrui diritti.
I “pacifisti” non chiedono a Putin di fermarsi, NO, lo chiedono a Zelens’kiy. Siamo al ridicolo, al rovesciamento della logica, del buon senso, della morale comune.
Se la “logica” dei “pacifisti” alla Conte dovesse prevalere passerebbe il principio secondo cui ogni prepotente può fare quello che vuole; chiunque disponga o possa disporre di armi atomiche, o anche solo chimiche, o anche solo abbastanza potenti, può ricattare tutti ed ottenere ciò che vuole, impunemente.
Se una simile logica passasse inizierebbe una escalation di ricatti e controricatti che ci porterebbe davvero sull’orlo della catastrofe.
Come al solito i finti pacifisti preparano le guerre peggiori.


L’intera Ucraina è da sette ore sotto le bombe.
Michilin Roberto
10 ottobre 2022

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 1873830005

Tutte le principali città sono senza energia, acqua calda, internet, traporto pubblico. I danni alle infrastrutture sono ingenti. L’allarme aereo non è ancora cessato e non si sa quando terminerà l’attacco missilistico russo. Ora, se difronte alle prima vera risposta di Mosca a mesi di provocazioni e attentati terroristici, si proseguirà con sanzioni e invio di armi diventa oltremodo evidente che della pace e della vita degli ucraini all’Occidente frega meno di zero.
Immediato cessate il fuoco e tavolo di negoziati che porti in brevissimo tempo alla neutralità di Kiev e al riconoscimento dei referendum nei territori russofoni. È tempo che la politica si faccia carico di questa non più rimandabile, urgentissima esigenza. Diversamente si sta semplicemente usando la povera gente come carne da cannone per combattere una guerra per procura. E non sarebbe certo la prima volta. Questo è. Il resto è propaganda.
Antonio Di Siena


PACE O LASCIATI IN PACE?
Giovanni Bernardini
11 ottobre 2022

https://www.facebook.com/giovanni.berna ... E5z8gvJrxl

Incapace di vincere sul campo, col suo esercito costretto sulla difensiva, Putin si ricorre alle rappresaglie indiscriminate sui civili. Mentre piovono missili su obbiettivi civili il degno compare di Putin, il ceceno Kadyrov, quel bel personaggio rappresentato in foto, sbeffeggia Zelkens’ky invitandolo a fuggire.
Non si tratta di “danni collaterali”, delle inevitabili vittime civili che ogni conflitto comporta. No, si tratta di attacchi deliberati volti a terrorizzare la popolazione, nella speranza di fiaccarne lo spirito di resistenza. E questo nel corso di una guerra di pura e semplice aggressione, anzi, addirittura di una guerra che l’aggressore nega sia tale, riducendola ad semplice operazione di polizia, l’operazione militare speciale, appunto.
Stiamo vivendo una situazione che ricorda tempi lontani, esperienze che credevamo superate per sempre. C’è una guerra, non una remota guerra civile in qualche lontano paese, NO, una guerra in piena regola nel cuore d’Europa, a poche ore di volo da casa nostra.
A questo punto non sono più possibili, ammesso lo siano mai state, ambiguità. I “pacifisti” che invocano “trattative” devono dire chiaramente, una volta per tutte, cosa vogliono.
Per avere la “pace” l’Ucraina deve arrendersi? Deve rinunciare a sue fondamentali regioni? Deve abbandonare al loro destino le popolazioni delle stesse? Su cosa dovrebbe vertere, in concreto, una eventuale trattativa con Putin?
Ce lo dicano, una volta per tutte, i “pacifisti” della domenica. Vogliono una pace vera, basata sul riconoscimento dei diritti di persone e nazioni o vogliono semplicemente essere LASCIATI IN PACE?


IL PACIFISMO – UN APOLOGO

Carmelo Palma
8 ottobre 2022

https://www.facebook.com/carmelo.palma. ... Bo32QJp65l

Antonio Russo, inviato di Radio Radicale, fu ucciso nel 2000 a Tbilisi, mentre indagava sui crimini russi in Cecenia. L’anno prima era stato l’ultimo giornalista occidentale rimasto a Pristina tra i musulmani kosovari assediati da Milosevic.
Questa tenacia, unita a una posizione inflessibile contro ogni cedimento ai pretesti e alla retorica di Milosevic, che con il Partito Radicale voleva imputato al Tribunale dell’Aja, gli guadagnò le attenzioni della polizia serba e il discredito tra i pacifisti italiani.
Nascosto in un convoglio di profughi, uscì dal Kosovo dove era ricercato e tornò in Italia. Alla stazione di Mestre, fu riconosciuto da un gruppo di pacifisti reduci da una manifestazione ad Aviano, che lo picchiarono per fargli pagare la militanza guerrafondaia.
Intervenne la polizia per salvarlo dai pacifisti, che dovevano prendere il suo medesimo treno; al che Russo, essendo un uomo pacifico, scelse prudentemente di prendere quello successivo.
Il pacifismo italiano è tutto in questo brevissimo, esemplare e verissimo apologo. Chi ne vuole sentire il racconto dalla voce dello stesso Antonio Russo, lo trova a questo link



Dementi e vili filorussi.

Punti di riferimento fortissimi | L’appello pacifista degli intellettuali rosso-bruni è la vera piattaforma dei Democratici per Conte - Linkiesta.it
Francesco Cundari
17 Ottobre 2022

https://www.linkiesta.it/2022/10/appell ... ire-conte/

Sulla questione della pace e della guerra in Ucraina è in corso da tempo il tentativo di imprimere una svolta alla linea seguita sin qui dal nostro paese, cercando nella chiesa e in papa Bergoglio un punto di riferimento più popolare di Henry Kissinger per giustificare il riposizionamento. Si tratta di una spinta che viene da più parti, con diverse motivazioni. A sinistra, la manovra si salda con il tentativo di ottenere un sostanziale ripudio delle scelte compiute con il governo Draghi, non solo sulla guerra, e un generale riallineamento al Movimento 5 stelle sotto l’egida di Giuseppe Conte.

Dopo l’appello firmato da Rosy Bindi, Tomaso Montanari e vari altri intellettuali e politici perlopiù di area catto-populista in favore di una riapertura del dialogo tra democratici e grillini, pubblicato sul Fatto quotidiano qualche settimana fa, ieri è stato Avvenire, organo della conferenza episcopale italiana, a pubblicare l’appello per un «negoziato credibile» firmato da un gruppo di intellettuali di destra e di sinistra, laici e cattolici, nella forma di una lettera al direttore. Significativamente, gli unici due quotidiani, a parte Avvenire, che ieri riportavano la notizia erano la Verità, con un ampio resoconto della genesi e del merito della proposta, e il Fatto, che ne pubblicava «ampi stralci» (corrispondenti più o meno al cento per cento del testo, escluse le parole «caro direttore»).

Non per niente, tra i firmatari più noti c’è Massimo Cacciari, che si è conquistato già da tempo i favori di entrambi i quotidiani con le imprese della «Commissione dubbio e precauzione» messa su assieme a Carlo Freccero e Ugo Mattei, dove i dubbi e le precauzioni erano ovviamente da intendersi come riferiti ai vaccini, al green pass e alle altre misure anti-Covid (quelle sì di precauzione), mica al virus. Una parabola simile, del resto, hanno seguito gran parte dei movimenti, gruppi e gruppetti no vax che hanno funestato in questi anni talk show e social network, trasformatisi tutti molto rapidamente in gruppi contro la guerra. Dove ovviamente la guerra da fermare, gratta gratta, si capisce che non è mai quella della Russia sul suolo ucraino, ma quella dell’Ucraina per respingere l’offensiva russa. Insomma, così come ieri non bisognava difendersi dal Covid, ma da vaccini e green pass, così oggi il pericolo è rappresentato dalla capacità di difendersi degli ucraini, che potrebbe spingere Vladimir Putin, si dice, a utilizzare la bomba atomica.

La lettera-appello pubblicata da Avvenire comincia infatti proprio così: «La minaccia di un’apocalisse nucleare non è una novità. L’atomica è già stata usata. Non è impossibile che si ripeta». Basta questo incipit – nel merito, nel tono e nelle allusioni ai precedenti storici – per capire subito da dove si parte e dove si vuole andare a parare. Secondo questa logica, qualunque tiranno in possesso dell’atomica decidesse di invadere un paese vicino – non importa quanti massacri, torture, deportazioni imponesse nel frattempo alle popolazioni civili – dovrebbe ottenere subito in premio un bel negoziato in cui discutere quanta parte del territorio da lui occupato resterebbe per sempre di sua legittima proprietà. Al di là della questione morale, strategica e politica, siamo proprio sicuri che un simile approccio renderebbe il mondo più sicuro, e il rischio di una «apocalisse nucleare» più basso?

Il piano in sei punti pubblicato ieri da Avvenire consiste fondamentalmente nel dare a Putin tutto quel che vuole, dandogli pure ragione (infatti ha già raccolto l’entusiastica adesione di Alessandro Di Battista). Merita una segnalazione in particolare il punto due, dove si parla di «concordato riconoscimento dello status de facto della Crimea, tradizionalmente russa e illegalmente “donata” da Krusciov alla Repubblica Sovietica Ucraina». Passaggio degno di nota perché condanna l’«illegale» donazione della Crimea all’Ucraina da parte di Krusciov nel 1954 e non cita nemmeno, anzi, così dicendo chiaramente giustifica, l’annessione della Crimea manu militari da parte di Putin nel 2014. Seguono poi «autonomia delle regioni russofone di Lugansk e Donetsk entro l’Ucraina secondo i Trattati di Minsk, con reali garanzie europee o in alternativa referendum popolari sotto la supervisione Onu» e la «definizione dello status amministrativo degli altri territori contesi del Donbass per gestire il melting pot russo-ucraino che nella storia di quelle regioni si è dato ed eventualmente con la creazione di un ente paritario russo-ucraino che gestisca le ricchezze minerarie di quelle zone nel loro reciproco interesse».

E qui, arrivati al «melting pot», ai «territori contesi» e soprattutto al «loro reciproco interesse», diventa difficile separare il tragico dal grottesco, e anche continuare a leggere. Parliamo di zone dove ogni giorno la controffensiva ucraina, a mano a mano che libera città e villaggi, scopre nuove camere di tortura e nuove fosse comuni.

Due giorni fa, a Kherson, il direttore della Filarmonica Yuriy Kerpatenko è stato ucciso dai russi in casa sua perché si era rifiutato di dirigere un concerto in favore dell’invasore. Chi vuole la pace si augura che Kherson sia liberata al più presto da simili assassini o che i fratelli, i figli e i genitori delle vittime si siedano a discutere di quanta parte delle risorse naturali del paese dovrebbero cedere ai loro carnefici, in un bel comitato paritario formato per metà dagli scampati alle camere di tortura e per metà dai torturatori? La verità è che l’unico esercito che si vorrebbe concretamente fermare, oggi, è quello che sta liberando l’Ucraina da tali aguzzini.

Vedremo quanto i firmatari di destra dell’appello – tra i quali nomi come Pietrangelo Buttafuoco, Franco Cardini, Marcello Veneziani, certo non estranei alla tradizione da cui proviene Fratelli d’Italia – si dimostreranno isolati anticonformisti o magari invece avanguardia di un movimento più largo. Ma a sinistra è evidente che la partita per ridisegnare i confini e la natura dell’intero schieramento è già cominciata.

È sempre un bene che le posizioni politiche siano espresse chiaramente, affinché ciascuno possa valutarne in piena coscienza tutte le implicazioni strategiche e morali. Se questa idea di pace – e di collocazione internazionale dell’Italia – è il discrimine su cui si vuole costruire una nuova sinistra che vada dal Pd al M5s, è un’ottima cosa che sia esposta limpidamente nel dibattito pubblico, e che tutti i dirigenti impegnati in una simile prospettiva dicano esplicitamente come la pensano.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Il bene che si difende dal male, il caso Ucraina

Messaggioda Berto » mar ott 11, 2022 8:25 am

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Re: Il bene che si difende dal male, il caso Ucraina

Messaggioda Berto » mar ott 11, 2022 8:25 am

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Re: Il bene che si difende dal male, il caso Ucraina

Messaggioda Berto » mar ott 11, 2022 8:27 am

4)
Ma con chi sta Trump? Io spero tanto che non stia con Putin ma con l'Ucraina




Solidarietà assoluta al buon repubblicano Trump

viewtopic.php?f=196&t=3014#p39966
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... 8N5pPoxdal

Capitolo 13)
Trump, Putin e l'Ucraina.
Su questa vicenda non sono assoluamente d'accordo con te, Trump!


Pioggia di fuoco sul Donbass. Trump: "Con me in carica nessuna invasione russa"

Federico Giuliani
10 luglio 2022

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/pi ... 1657433313

"Non si fermano i brutali attacchi dell'artiglieria russa in Donbass". Volodymyr Zelensky non ha utilizzato giri di parole per descrivere la situazione nel quadrante orientale dell'Ucraina. Dall'Alaska, intanto, Donald Trump è tornato a ripetere che con lui alla Casa Bianca i russi non avrebbero mai invaso l'Ucraina. Nel frattempo tiene banco la vicenda di una turbina a gas tedesca del gasdotto Nord Stream 1, appena riparata dal Canada e restituita a Berlino. Consentirà di accelerare il flusso di gas proveniente dalla Russia, e questo ha mandato su tutte le furie l'Ucraina, che aveva esortato il governo canadese a non restituire il pezzo, affermando che una tale decisione avrebbe violato l'integrità delle sanzioni contro Mosca.


I combattimenti nel Donbass

Andiamo con ordine. Nel suo ormai consueto discorso serale alla nazione, Zelensky ha parlato di "azioni terroristiche" in riferimento ai raid russi nel Donbass. "Possono essere fermati solo con potenti armi moderne ad alta precisione", ha proseguito il presidente ucraino, ringraziando quindi gli Stati Uniti per il sostegno militare dato a Kiev. "Sono grato agli Stati Uniti per la decisione di fornire ulteriori lanciarazzi Himars e altre armi che ci consentono di prendere misure precise antiterrorismo e di ridurre il potenziale d'attacco russo", ha dichiarato. "Faremo di tutto per spezzare il potenziale terroristico degli occupanti", ha quindi concluso Zelensky.

Le accuse, come sempre, sono reciproche. Se gli ucraini puntano il dito contro i russi, i filorussi della Repubblica popolare di Donetsk sostengono che l'esercito ucraino abbia bombardato Donetsk con armi occidentali. In particolare, con cannoni di calibro 155 mm, che è un calibro standard della Nato. "Le forze armate ucraine domenica hanno sottoposto le aree residenziali di Donetsk a massicci bombardamenti da cannoni calibro 155 mm, che è un calibro standard della Nato", ha riferito l'ufficio di rappresentanza della Repubblica popolare di Donetsk (DPR). In ogni caso, l'epicentro del conflitto può essere collocato nell'oblast di Donetsk, dove le forze del Cremlino stanno cercando di conquistare gli ultimi insediamenti rimasti sotto il controllo ucraino.


La turbina del disaccordo

La Germania sta affrontando una grave carenza di gas ed è minacciata di un'ulteriore compressione del gas russo da parte di Mosca. A maggior ragione nel caso in cui la turbina a gas del gasdotto Nord Stream 1 – turbina che è di proprietà di Gazprom -, non dovesse esserle restituita riparata. Il Canada dovrebbe provvedere ad aggiustarla e riconsegnarla al governo tedesco. La sua restituzione sosterrà "la capacità dell'Europa di accedere a un'energia affidabile e conveniente mentre (il Vecchio Continente, ndr) si allontana dal petrolio e dal gas russi", si legge in una nota del ministero dell'Energia canadese.

L'invio della turbina dal Canada in Europa, dunque, aumenterà il volume delle forniture di gas attraverso il Nord Stream, che invia carburante dalla Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico. Il ministro dell'Economia tedesco, Robert Habeck, aveva chiesto al Canada di risolvere il problema, chiedendo di inviare la turbina in Germania, e non in Russia. La decisione di Ottawa, come detto, rischia di far infuriare l'Ucraina.


Trump: "Con me alla Casa Bianca nessuna invasione russa"

Nel frattempo Donald Trump ha ribadito anche ad Anchorage, in Alaska, che con lui alla Casa Bianca "non ci sarebbe stata l'invasione russa dell'Ucraina". "Se le elezioni fossero andate in modo diverso - ha dichiarato l'ex presidente Usa ai sostenitori - non avremmo lasciato l'Afghanistan in quel modo, lasciando materiale militare per miliardi di dollari, e non ci sarebbe stato il disastro ucraino con centinaia di migliaia di morti". "Dobbiamo vincere nettamente per evitare che questa volta i radicali di sinistra non ci rubino le elezioni", ha affermato il tycoon, promettendo che "nel 2024 ci riprenderemo questa magnifica Casa Bianca".



La teoria di Trump sull'invasione russa in Ucraina: «È stato Biden a costringere Putin: senza pace sarà Terza guerra mondiale»
9 ottobre 2022

https://www.open.online/2022/10/09/guer ... utin-pace/

Davanti alla platea di repubblicani, l’ex presidente Donald Trump avverte il mondo intero: «Dobbiamo avviare immediatamente i negoziati per una conclusione pacifica al conflitto tra Russia e Ucraina, o arriveremo alla Terza guerra mondiale». Queste parole, pronunciate durante il suo comizio a Minden, in Nevada, sono state riportate anche da Rbc.ru, la testata russa di economia e politica. Questa non è certo la prima volta che l’ex presidente si espone sul conflitto nell’est Europa, anzi in più riprese si è offerto anche di fare da intermediario tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky. Ancora non si sa se sarà lui a correre alle elezioni del 2024, ma intanto è già passato all’attacco.
In un’intervista rilasciata a Real America’s Voice lo scorso sabato, 8 ottobre, l’ex presidente ha accusato Joe Biden di aver «quasi costretto» Putin a invadere l’Ucraina. «Lo hanno deriso», ha detto, «se si guarda bene, il nostro Paese e la nostra cosiddetta leadership hanno deriso Putin.
Lo stanno quasi costringendo a fare quello che stanno dicendo». Non solo: l’ex presidente sostiene anche che se fosse stato lui a vincere le elezioni nel 2020, Ucraina e Russia non starebbero combattendo. «Non significa che si sarebbero amati – ha precisato – ma non ci sarebbe stato modo di litigare». Trump ha giustificato queste sue affermazioni ricordando il buon rapporto che aveva instaurato con Putin durante il suo mandato: «Lo conoscevo molto bene, andavamo d’accordo. Gli piacevo. Mi piaceva». Ma anche con Zelensky: «È stato molto gentile, perché quando gli hanno chiesto della bufala Ucraina, Ucraina, Ucraina – il cosiddetto Ucrainagate, lo scandalo politico che riguardava gli sforzi che Trump avrebbe fatto per costringere Kiev a fornire prove compromettenti contro Biden durante la campagna elettorale – li ha guardati e ha detto “Cosa c’era che non andava in quella chiamata? Non ha fatto niente di sbagliato”».


Alberto Pento
Caro Trump, la tua simpatia per il criminale del Cremlino non mi piace affatto.
Non mi piace questa assurda considerazione per questo criminale prepotente e nazifascista.
Non mi piace che tu dia la colpa agli USA di Biden se il demente russo ha invaso l'Ucraina e compiuto crimini contro l'umanità e di guerra.
Non mi piace che tu possa trovare cose buone in questo dittatore assassino che sta con tutte le dittature maligne della terra: da quelle nazional comuniste a quelle nazi maomettane.
Tu dici che se al posto di Biden ci fossi stato tu come Presidente USA, Putin non avrebbe invaso l'Ucraina, ma se l'avesse fatto tu cosa avresti fatto tu?
Avresti aiutato l'Ucraina come ha fatto Biben?
Avresti forse mobilitato le armate USA e coinvolto la UE-NATO in modo ancor più massiccio, magari entrando direttamente e preventivamente in Ucraina a sua difesa, o avresti abbandonato l'Ucraina alla criminale prepotenza russa?
A volte ho la brutta impressione che tu non abbia sufficiente considerazione, coscienza e amore pre i diritti umani, civili e politici degli ucraini e dell'Ucraina.



Cortocircuito a destra: l’insostenibile attrazione per Putin
Stefano Magni
10 ottobre 2022

https://www.nicolaporro.it/atlanticoquo ... per-putin/

Man mano che procede la guerra in Ucraina, diventa sempre più chiaro che nella destra democratica occidentale abbiamo un problema. In realtà non riguarda solo i “conservatori”, ma anche e soprattutto i nazionalisti, parte dei liberali classici, gran parte dei libertari.

I conservatori non hanno alcuno strumento di raccordo diretto con il Cremlino, non rispondono neppure alla stessa ideologia di base, non hanno interessi comuni con la Russia putiniana, anzi, avrebbero tutto da perdere da una sua eventuale vittoria. Ma inevitabilmente, sistematicamente, in modo più o meno esplicito, cambiano il loro discorso a seconda di come Putin si pone.

Gli opinion leader Usa

Se questo fenomeno era abbastanza subdolo negli anni scorsi, in tempo di guerra è diventato lampante. Qualche esempio? Ce n’è da vendere, ma prendiamo il misterioso sabotaggio al gasdotto Nord Stream. È nell’interesse dei russi far credere che siano stati gli americani ad averlo sabotato.

Puntualmente, a rilanciare questa tesi, negli Usa, è Tucker Carlson, opinionista di Fox News, seguitissimo, che piace sia ai conservatori che ai libertari. La sua tesi è risultata talmente puntuale, sentita e convincente da essere rilanciata persino dalla televisione di Stato russa.

Quando, nel corso dell’estate, la minaccia principale era quella della crisi alimentare, il primo a riprendere la retorica terroristica russa (“rimarrete senza cibo, sarete inondati da immigrati africani”) è stato l’ambiente conservatore, con influencer di successo come Jordan Peterson (psicologo) il cui video sembra scritto direttamente da Dugin: “È Guerra Russo-Ucraina o guerra civile in Occidente?”.

Anche dei veri campioni dell’opinione pubblica conservatrice americana come Ann Coulter arrivano a sostenere la tesi che la Nato non ha ragione di esistere dopo la fine dell’Urss e che questo conflitto è stato provocato dagli Stati Uniti.

Gli elettori Repubblicani

Non c’è da stupirsi se poi, nei sondaggi, gli americani registrati come Repubblicani mostrino il più basso tasso di approvazione degli aiuti militari all’Ucraina, appena il 34 per cento è favorevole all’attuale livello di aiuti (contro il 56 per cento dei Democratici), il 46 per cento dei Repubblicani ritiene che gli Usa stiano dando troppo, contro appena l’11 per cento dei Democratici.

Anche se i deputati e i senatori del Grand Old Party votano assieme alla sinistra per mandare aiuti, la loro opinione pubblica non li segue più. I prossimi che saranno eletti, nel voto di midterm di novembre, probabilmente cambieranno linea.

Francia: Marine Le Pen

Se negli Usa questo fenomeno riguarda soprattutto l’opinione pubblica e meno la classe politica, nelle destre europee l’ambiguità è anche dei politici. Marine Le Pen, ad esempio, ha ammesso di aver preso soldi in prestito da banche russe. Nonostante ciò, ha avuto il voto del 41 per cento dei francesi nelle presidenziali.

In tempo di guerra, con Putin che invade l’Ucraina, quasi la metà dei francesi ha votato per una candidata che prende soldi dall’invasore: è grave, no?

Germania: Angela Merkel

In Germania, Angela Merkel ha dichiarato, anche al settimo mese di guerra, che non c’è pace senza Russia. Non ha specificato con o senza Putin al potere. Sui suoi decennali rapporti ambigui e complici con il dittatore russo, ha già scritto abbondantemente Jacopo Rossi Lucattini su Atlantico Quotidiano e non c’è molto altro da aggiungere.

Ma alla destra della Merkel (che, nell’immaginario collettivo, è ormai parte della famiglia di sinistra) troviamo ancora più ambiguità. L’AfD si è spaccato sulla condanna alla guerra di aggressione russa all’Ucraina, non sa neppure se esprimere solidarietà a Mosca o a Kiev.

Italia: putinismo trasversale

Vogliamo parlare dell’Italia? Le ultime dichiarazioni di Silvio Berlusconi prima del voto parlano da sole, sui rapporti fra Matteo Salvini, Berlusconi e Putin è meglio non parlare ancora (sia mai che poi non veniamo accusati di essere diventati dei giornalisti di sinistra).

In Italia il putinismo della destra è meno evidente, semplicemente perché è più trasversale, essendo dilagante anche nella sinistra, nel Movimento 5 Stelle in particolare.


L’eccezione: i Conservatori britannici

Le eccezioni che confermano la regola sono poche. I conservatori britannici sono graniticamente anti-Putin, per esempio, nonostante siano stati accusati a più riprese di aver collaborato con lui e di aver voluto la Brexit sotto la sua influenza.

E, se non altro per motivi storici (e di sopravvivenza) sono anti-Putin anche i conservatori polacchi. Ma basta andare nelle vicine Ungheria e Slovacchia per trovare di nuovo dei conservatori pro-Putin che, dall’inizio del conflitto, mantengono una linea politica ai confini del collaborazionismo.


Il cortocircuito nella destra

Dunque, è inutile fingere di nulla: esiste un problema nella destra e la guerra lo ha messo a nudo. Per ora i diretti interessati si rifugiano nella negazione, affermano di agire solo spinti dall’interesse nazionale e per pura ragionevolezza, gli americani per isolazionismo (“l’Europa non è un nostro problema”), gli europei per “evitare escalation”.

Ma c’è, evidentemente, un tilt nella cultura conservatrice: perché mostrarsi come i fieri difensori dei bastioni occidentali, per poi diventare improvvisamente agnellini pacifisti quando i bastioni suddetti vengono attaccati da Putin?


Un parallelo: i socialdemocratici con l’Urss

In attesa che qualche politologo di professione se ne occupi, proviamo ad abbozzare un parallelo storico che ci permette di capire meglio cosa sta succedendo. I conservatori attuali stanno a Putin quanto i socialdemocratici stavano al regime comunista sovietico.

I socialdemocratici non erano comunisti, non lo erano per motivi di divergenza strategica, perché preferivano arrivare al socialismo per via democratica e non con l’uso della forza. E non lo erano per motivi di sopravvivenza: sapevano che, in caso di unificazione socialista, sarebbero stati i primi ad essere epurati da un Partito Bolscevico, poi Comunista, che non ammetteva concorrenza.

Alcuni socialdemocratici storici, come Karl Kautsky, furono i primi ad elaborare una politica interna ed estera anti-comunista. Il programma di Bad Godesberg, nella Germania occidentale del Dopoguerra, tracciò una linea netta fra comunismo e socialdemocrazia.

Nonostante tutto, ogni tentativo di appeasement, di “ostpolitik” e di riconoscimento del blocco comunista, porta sempre la firma di un socialdemocratico. Perché al di là della circostanza di Guerra Fredda, i socialisti democratici riconoscevano di essere della stessa natura di quelli autocratici di Mosca.

L’unità socialista è sempre stato un sogno irrealizzato, ma non è mai morto. Anzi, nei tempi dell’idillio fra Mitterrand e Gorbaciov pareva quasi realizzarsi. Il dilemma dei socialdemocratici non venne mai sciolto: fu solo l’Urss a risolverlo, sciogliendosi.


Gli equivoci sul globalismo

Il mondo conservatore è meno strutturato al suo interno. Per cui il discorso è molto più vago e ci obbliga a ricorrere ad alcune generalizzazioni, ma stiamo assistendo a qualcosa di veramente simile: i conservatori, nell’ultimo decennio, si sono identificati nello stesso humus culturale di Putin.

Quasi mutuando pari-pari gli stereotipi della propaganda di sinistra, la maggioranza dei conservatori si è vista partecipe di una “ondata sovranista” di cui fanno parte, indifferentemente, leader democraticamente eletti, come Orban, Salvini, Trump, opposizioni democratiche come quella della Le Pen e autocrati che usano il voto solo per confermare il loro potere come, appunto, Putin.

La causa comune è la lotta contro il fantomatico “globalismo”, che non si è mai capito se sia mossa dalla legittima paura contro la centralizzazione del potere negli enti sovranazionali (Ue, Onu e loro ramificazioni) o dalla paura ancestrale contro la globalizzazione dei commerci e la società aperta, tipica dei reazionari e degli autocrati.

La mancanza di chiarezza, sia sulla natura del nemico, sia sul modello politico da promuovere, ha permesso di allargare questa famiglia ideale a democrazie e dittature, indifferentemente, purché fossero contro “le élite globaliste”.

Senza organizzare alcun congresso, senza avere alcuna Internazionale, si è creata una comunità internazionale di conservatori del XXI Secolo che includeva anche Putin. Anche se i politici conservatori non lo ammetteranno mai, questa comunità è viva e vegeta, anche in piena guerra, nei cuori e nelle menti dei loro elettori.

Eppure il conservatorismo occidentale, meglio ribadirlo ancora una volta, non ha veramente nulla da guadagnare da una vittoria russa. Ha semmai tutto da perdere. La Russia vuole abbattere quel modello occidentale, cristiano, liberale, democratico, che i conservatori difendono o dovrebbero difendere.


Una Bad Godesberg della destra

Eppure, anche di fronte ad un’aggressione palese russa… quanti balbettii che si continuano a sentire a destra! Per uscire da questa incertezza, l’unica via è prima di tutto ammettere l’esistenza del problema e affrontarlo a viso aperto.

Ci vorrebbe un programma di Bad Godesberg nelle destre occidentali. Quantomeno, ci vorrebbe un programma, per evitare di vedere ancora la destra confinata nella spazzatura della storia, come era avvenuto all’indomani della sconfitta del nazismo.


Chi sta vincendo la guerra in Ucraina? – The American Conservative
I media americani si sono talmente immersi nel linguaggio doppio della guerra che i lettori hanno l’impressione che l’Ucraina abbia già sconfitto la Russia più volte
Tratto e tradotto da un articolo di opinione di Peter Van Buren per The American Conservative
10 ottobre 2022

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... servative/

La guerra è una caratteristica costante tra i superstati fittizi dell’Oceania, dell’Eurasia e dell’Eastasia in “1984” di George Orwell. Il governo del romanzo distopico usa il suo controllo quasi perfetto dei media per riscrivere la storia ogni volta che un vecchio alleato diventa il nuovo nemico, facendo sembrare che “l’Oceania sia sempre stata in guerra con l’Eastasia”.

Qualcosa di simile sta accadendo in Ucraina, dove è diventato impossibile sapere chi sta avanzando e chi si sta ritirando. I media americani sono rimasti così invischiati nel linguaggio doppio della guerra che i lettori hanno l’impressione che l’Ucraina abbia già sconfitto la Russia più volte.

A cominciare dalla centrale nucleare di Zaporizhzhya. Ci è stato detto che i russi detengono il controllo dell’impianto. Gli ucraini ci hanno anche avvertito di un incidente nucleare qualora il bombardamento dell’impianto non cessi. Gli ispettori dell’ONU sono sul posto e si interrogano sulle conseguenze nel caso in cui altre bombe colpiscano l’impianto ed i sistemi di raffreddamento si guastino.

Ma se i russi detengono l’impianto e gli ucraini lo rivogliono, quale parte sta facendo questi pericolosi bombardamenti? Anche se l’Ucraina attacca l’impianto, i media occidentali credono che la responsabilità sia della Russia. Non ha senso, ma nemmeno “l’Oceania è sempre stata in guerra con l’Estasia” quando si ricorda che il mese scorso la guerra era con l’Eurasia.

Molti degli articoli di denuncia si fanno apertamente beffe del nostro buon senso. Uno inizia dicendo che “la cattura da parte della Russia della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia… ha immediatamente scatenato il timore che il mondo possa trovarsi di fronte ad un altro disastro nucleare della portata dell’esplosione di Chernobyl di quasi 40 anni fa”, aggiungendo che l’ambasciata americana a Kiev ha definito il “bombardamento” un “crimine di guerra”. Il presidente Zelensky ha detto che l’Ucraina è “sopravvissuta ad una notte che avrebbe potuto fermare la storia, la storia dell’Ucraina e la storia dell’Europa”, aggiungendo che un’esplosione nella centrale sarebbe stata l’equivalente di “sei Chernobyl”, aumentando le probabilità di sei volte solo con le parole.

Ci viene detto che gli ucraini, quando non bombardano la centrale nucleare, sono impegnati in un’offensiva titanica per riconquistare le aree ad est precedentemente prese dai russi. Nessuno dei dettagli ha importanza: le cittadine su cui si combatte sono “punti strategici” quando l’Ucraina li conquista o “frazioni senza importanza” quando sono ancora in mano alla Russia. Anche le fonti di queste informazioni insultano la nostra intelligenza, come l’organizzazione made-for-the-internet Kyiv Independent (“I corpi riesumati dalle fosse comuni mostrano segni di violenza”), The New Voice of Ukraine (“Il mondo deve essere pronto per la disintegrazione della Russia”), Institute for the Study of War (“La ‘sconfitta strategica’ della Russia potrebbe minacciare il suo regime”) e Ukrayinska Pravda (“Le forze ucraine distruggono l’elicottero russo Mi-8 e uccidono oltre 120 soldati russi”).

Queste fonti hanno tutta la credibilità di una pubblicità trasmessa a tarda notte: “Ordina entro i prossimi dieci minuti e raddoppieremo il numero di russi uccisi”. Se si osserva attentamente, si notano anche alcuni schemi curiosi: quando Zelensky ha smesso di mostrare foto di bambini armati e donne anziane che preparano le molotov, i russi hanno smesso di prendere attivamente di mira i “civili” nei complessi di appartamenti.

Per quanto riguarda i villaggi, i video ricordano i primi giorni del conflitto, quando i corpi nelle strade erano etichettati come combattenti per la libertà disposti a resistere ai carri armati russi, mentre i corpi sepolti erano il risultato di atrocità. Tutto questo manca di contesto. Come l’ennesimo video di otto secondi di un carro armato che salta per aria. Dove è stato colpito? Quando? L’esplosione è stata causata da una mina, da un missile oppure da qualcosa di interno al carro armato? Il carro armato è russo o ucraino? Nella maggior parte dei casi i media non hanno idea delle risposte a queste domande, né tanto meno di chi abbia girato il video e a quale scopo.

Anche se i media si sono imbattuti nel “chi-cosa-dove” di base, il classico video del carro armato che esplode è privo di contesto. È stato colpito il carro armato di testa, che ha bloccato l’avanzata russa verso un villaggio? Oppure si trattava di un carro armato russo che si era attardato in campo aperto ed è stato colpito da un colpo fortunato, senza grandi conseguenze strategiche? Si presume che mani intelligenti possano cambiare una mini-bandiera ucraina in una “Z” dipinta con lo spray, a seconda delle necessità, perché la maggior parte dei mezzi utilizzati da entrambe le parti sono gli stessi. Alcuni dei video potrebbero anche essere filmati truccati di Ohio State vs. Michigan.

Chiedete a Baghdad Bob come funziona. Come ha detto un commentatore, probabilmente imiterebbe i resoconti della stampa occidentale sull'”offensiva lampo” dell’Ucraina. Quasi tutti i media mainstream usano la parola “umiliante” per descrivere le perdite della Russia. Le difese russe sono “crollate” e i russi sono “fuggiti nel panico”. Questo è stato ampiamente attribuito al presunto “esaurimento” e “basso morale” delle truppe russe. Di conseguenza, le linee di battaglia sono state “ridisegnate” e i contorni della guerra “rimodellati”. Si dice che Putin sia “livido ed isolato”. La “vittoria ucraina ha infranto la reputazione della Russia come superpotenza militare”.

Ad un certo punto, l’Ucraina si è vantata di aver distrutto 509 carri armati russi usando missili a spalla. Forse, una delle tecniche della propaganda moderna è quella di lanciare qualche numero scandaloso, sfidare la gente a confutarlo e poi proclamare: “Non potete confutarlo, quindi ho ragione”. Quindi, nessuna prova. Ma la storia suggerisce che 509 uccisioni di equipaggi montati su carri armati è una cifra ridicola. Durante la Guerra del Golfo 1.0, una delle più grandi battaglie di carri armati dei tempi moderni ha visto le forze della Coalizione distruggere appena 160 carri armati iracheni, e questo utilizzando il carro armato M-1 Abrams con la sua sofisticata tecnologia di puntamento e la visione notturna. Anche nella famosa offensiva delle Ardenne, furono distrutti solamente 700 carri armati… da entrambe le parti.

I media americani hanno per lo più ritirato i loro corrispondenti dai combattimenti; tutte le star dei network si sono fatte fotografare con i proiettili che sfrecciavano per i loro show reel. Ogni rifugiato è stato intervistato almeno due volte. I rifugiati si sono dimostrati meravigliosamente articolati, parlando per punti e concludendo con slogan come “non vedere mai la sconfitta” o qualcosa di altrettanto raffinato. A quanto pare, il pubblico americano ha gradito molto; i biglietti per questo spettacolo costano miliardi.

Il resto della vittoria sull’Eastasia è stato a lungo dimenticato. Ma ricordate la difesa dell’Isola dei Serpenti? Ricordate tutte le volte che la Russia stava per finire le bombe o i missili? Ricordate il convoglio russo in stallo, le colonne che si supponeva avessero finito la benzina, i potenti droni che hanno ucciso cento volte il loro peso in russi (Wolverines!) e tutte le altre chicche sanguinarie? Ma sono tutte coincidenze, perché le vittorie ucraine sembrano coincidere con gli annunci degli Stati Uniti sulla necessità di un altro paio di miliardi di dollari di aiuti.

Quindi chi sta vincendo? Chi lo sa?

Per conoscere i punti di vista alternativi sul conflitto in Ucraina – tutti interessanti, anche se non tutti condivisibili – si possono consultare gli account Twitter di Michael Tracey, Will Schryver, Aaron Maté e Catilin Johnstone. C’è anche il canale YouTube di Douglas MacGregor ed il podcast Russians with Attitude.

Considerate questo pensiero alternativo di uno pseudonimo su Substack: “Gli entusiasti dell’Ucraina propagandano avidamente le rivendicazioni ucraine, per quanto assurde, ma le informazioni provenienti dalla parte russa assumono per lo più la forma di aridi briefing del Ministero della Difesa. L’Ucraina sta recitando un film della Marvel, la Russia sta organizzando un webinar“.


Gino Quarelo

Io spero tanto che vinca l'Ucraina per il loro e nostro bene.



Mike Pompeo: I commenti di Joe Biden sull’Armageddon sono “sconsiderati”
Breitbart News
11 ottobre 2022

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... bart-news/

L’ex segretario di Stato Mike Pompeo ha dichiarato nella trasmissione “Fox News Sunday” che i commenti di Joe Biden, che ha messo in guardia dall’Armageddon in risposta alle minacce nucleari della Russia, sono “sconsiderati”

La scorsa settimana, durante una raccolta fondi, Joe Biden ha dichiarato: “Non abbiamo affrontato la prospettiva dell’Armageddon dai tempi di Kennedy e della crisi dei missili di Cuba“.

Parlando del Presidente russo Vladimir Putin, Biden ha aggiunto: “Lo conosco abbastanza bene. Non sta scherzando quando parla di un potenziale uso di armi nucleari tattiche“.

Mike Pompeo ha dichiarato: “Prima di tutto, quei commenti sono stati avventati. Ancora più importante, dimostrano forse uno dei più grandi fallimenti in politica estera degli ultimi decenni, ovvero l’incapacità di dissuadere Vladamir Putin nello stesso modo in cui l’amministrazione Trump ha fatto per quattro anni”.

E ha continuato: “Quando si sente il presidente parlare di Armageddon come se fosse un pensiero di sfuggita, solo per una raccolta fondi, questo è un rischio terribile per il popolo americano. Dovrebbe parlarci in modo serio“.

Mike Pompeo ha poi aggiunto: “Ancora più importante, dovrebbe fare le cose necessarie per scoraggiare Vladamir Putin. Siamo stati qui nell’ottobre del ’62 ed anche in altre occasioni, e l’America ha reagito mostrando un’enorme determinazione, attuando una diplomazia silenziosa nello stesso modo in cui abbiamo fatto noi durante il nostro mandato, chiarendo a Vladamir Putin che il costo dell’uso di un’arma nucleare avrebbe comportato l’uso della forza da parte degli Stati Uniti, dell’Europa e del Mondo intero contro Vladamir Putin. Spero che lo facciano in silenzio“.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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