Le minacce nucleari del criminale del Cremlino

Re: Le minacce nucleari del criminale del Cremlino

Messaggioda Berto » dom set 25, 2022 8:56 am

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Le minacce nucleari del criminale del Cremlino

Messaggioda Berto » dom set 25, 2022 8:56 am

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Re: Le minacce nucleari del criminale del Cremlino

Messaggioda Berto » dom set 25, 2022 6:22 pm

9)
Non accogliere i russi che scappano dalla coscrizione bellica obbligatoria in Russia indetta da Putin, affinchè restino in Russia a organizzare la resistenza contro Putin.
Se si accolgono vi saranno problemi con i profughi ucraini, eppoi di sicuro in mezzo a loro vi sarà una quinta colonna russa pronta a compiere attentati e sabotaggi contro i paesi europei.




Guerra in Ucraina, Putin annuncia la mobilitazione parziale
L’annuncio del presidente russo Vladimir Putin nel suo discorso alla nazione
21 settembre 2022
https://video.milanofinanza.it/video/gu ... IPekzFWXdM



Mobilitazione e disperazione. Pure i fedelissimi di Putin non vogliono diventare carne da macello
La Cecenia di Kadyrov non contribuirà alla chiamata alle armi. Questa guerra fa paura a tutti
24 settembre 2022

https://www.ilfoglio.it/esteri/2022/09/ ... o-4473183/

Milano. Giornalisti, piloti, studenti, ferrovieri, deputati, informatici: nel caos della chiamata alle armi, sta diventando sempre più chiaro che nessuno può sentirsi al sicuro, e che stavolta Vladimir Putin ha deciso che la guerra non si farà soltanto con le mani dei più poveri e sottomessi abitanti delle province remote. Migliaia di lettere di coscrizione stanno arrivando perfino ai finora intoccabili moscoviti e pietroburghesi, mentre nella capitale è in corso uno scontro tra le varie lobby per proteggere i propri componenti dalla mobilitazione. Dopo i dipendenti dell’industria bellica, ieri sono stati esentati dalle trincee i dipendenti dei “media sistemici”, cioè quelli propagandistici, troppo impegnati a convincere i russi ad andare a morire in guerra. Nessuna esenzione invece per gli agenti dell’Fsb: ogni sede regionale dovrà mandare in Ucraina il 10 per cento del proprio organico, e per i piloti dell’Aeroflot, in buona parte ex militari, mentre dalle diverse regioni russe arrivano notizie di operai e tecnici prelevati direttamente dalle miniere e dalle fabbriche. La macchina militare ereditata dall’ex Armata rossa ha cominciato a funzionare a pieno regime, macinando vite a centinaia e migliaia: in alcune zone della Siberia sono stati chiamati alle armi praticamente tutti i maschi giovani dei villaggi, e secondo Meduza l’ordine è di prelevare uomini soprattutto dalle campagne remote. Nonostante le promesse del ministero della Difesa, la mobilitazione è tutt’altro che “parziale”. Diversi reclutati hanno raccontato di aver sentito i responsabili dei commissariati militari che l’obiettivo della chiamata alle armi è di mobilitare 1,2 milioni di uomini, in tre fasi che si concluderanno a novembre, per dare ai centri reclute il tempo di smaltire una massa enorme di nuovi soldati in turni di sole due settimane di addestramento.


L'Europa divisa sull'accoglienza dei russi in fuga dalla leva. Michel favorevole ai visti umanitari
Francesca Basso
24 settembre 2022

https://www.corriere.it/esteri/22_sette ... ca2f.shtml

La gestione delle richieste di asilo dei disertori russi sarà sul tavolo della riunione convocata lunedì a Bruxelles dalla presidenza ceca dell’Ue

Dalla nostra corrispondente
BRUXELLES - L’accoglienza dei russi che scappano dall’arruolamento rischia di diventare un caso nell’Ue. Lituania, Lettonia, Estonia e Polonia chiuderanno le porte ai cittadini russi in fuga per sottrarsi alla mobilitazione annunciata dal presiedente Vladimir Putin: non accetteranno le richieste di asilo.
La Finlandia chiuderà i confini ai turisti russi «per ridurre significativamente il numero di persone in arrivo in Finlandia dalla Russia», ha spiegato il presidente Sauli Niinistö. La Repubblica ceca tratterà questi casi come normali visti e non come visti umanitari (è stata il primo Paese Ue a sospendere il rilascio dei visti ai cittadini russi già dal 25 febbraio scorso).

L’Ungheria, invece, terrà i confini aperti non solo agli oppositori di Putin ma anche ai turisti russi, nonostante la decisione a livello Ue di rendere più difficile il rilascio dei visti di questo tipo.
Mentre la Germania chiede una soluzione coordinata a livello europeo anche se la ministra dell’Interno Nancy Faeser ha ricordato che «i disertori che rischiano una pesante repressione ricevono di regola protezione internazionale in Germania».

«È una questione nuova, che stiamo monitorando», ha spiegato venerdì il portavoce della Commissione Ue Eric Mamer, ricordando che «c’è già un quadro che garantisce la richiesta di asilo per le persone che pensano di averne diritto». La compattezza dell’Unione rischia di essere messa duramente alla prova.

La gestione delle richieste di asilo dei disertori russi sarà sul tavolo della riunione per il meccanismo di risposta politica integrata convocata lunedì dalla presidenza ceca dell’Ue. Il rischio è che i Paesi Ue vadano in ordine sparso. Tuttavia il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, si è detto a favore «in linea di principio» ad aprire le porte dell’Ue ai russi in fuga dalla mobilitazione. Lettonia, Estonia e Polonia hanno annunciato che non accetteranno quelle domande d’asilo per motivi di sicurezza nazionale e le regole di Schengen permettono di negare l’accesso per questioni di sicurezza interna e di ordine pubblico.
Ma esiste anche il diritto all’asilo per chi si oppone a un regime. Il ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis ha affidato a Twitter il suo pensiero: «I russi dovrebbero restare e combattere. Contro Putin». Per il ministro degli Esteri della Repubblica ceca, Jan Lipavsky, «coloro che fuggono dal Paese perché non vogliono adempiere agli obblighi imposti dal proprio Stato non soddisfano le condizioni per un visto umanitario». Eppure «il fatto che molti russi non vogliano partecipare alla guerra è un buon segnale», ha messo in evidenza il portavoce del cancelliere tedesco, Steffen Hebestreit, ma bisogna trovare «una soluzione sostenibile» con gli altri partner europei. «In tutte le richieste di asilo si dovrà verificare che ci sia stata effettivamente una diserzione», ha precisato Hebestreit, aggiungendo che è necessario accertare che chi chiederà di essere accolto non si muova in Europa su mandato di Mosca.




Russi in fuga da Putin respinti al confine Ue: "Non concederemo l'asilo politico"
Dario Prestigiacomo
22 settembre 2022

https://europa.today.it/attualita/russi ... lo-ue.html

Dopo i turisti, i Paesi al confine con la Russia potrebbero chiudere la porta anche ai russi che stanno fuggendo dal Paese in seguito all'annuncio di Vladimir Putin della mobilitazione dei riservisti per aiutare le truppe impegnate nella guerra in Ucraina. Estonia e Lettonia hanno già annunciato che respingeranno i russi alla frontiera, anche a coloro che chiederanno l'asilo. Finlandia, Lituania e Polonia potrebbero prendere la stessa decisione.

"Il rifiuto di adempiere al proprio dovere civico in Russia o il desiderio di non farlo non costituiscono motivi sufficienti per ottenere l'asilo in un altro Paese", ha detto a Reuters il ministro degli Esteri estone Urmas Reinsalu, riferendosi al fatto che l'aumento delle persone in fuga dalla Russia nelle ultime ore sia legato esclusivamente alla paura di venire arruolati come riservisti.

La Lettonia solleva anche i presunti rischi legati all'esodo dalla guerra: "Per motivi di sicurezza, la Lettonia non rilascerà visti umanitari o di altro tipo a quei cittadini russi che evitano la mobilitazione", ha affermato il ministro degli Esteri lettone Edgars Rinkevics, sottolineando che tra questi cittadini ci sono persone addestrate militarmente. Gli altri Paesi del blocco al confine con la Russia per ora non hanno preso la stessa decisione. Lituania e Polonia, che appena tre giorni fa, insieme a Lettonia ed Estonia, avevano sospeso i visti turistici per russi, non hanno ancora deciso il da farsi.

Dal governo di Vilnius hanno fatto sapere che le domande di asilo "verranno valutate nel solito modo, tenendo conto di tutte le circostanze e su base individuale", ma il ministero degli Esteri ha aggiunto che la Lituania "non ha lo scopo e la capacità di rilasciare visti per motivi umanitari a tutti i cittadini russi che ne facciano richiesta". Da Varsavia, un diplomatico polacco, parlando a titolo personale, ha detto a EuObserver che "coloro che fuggono dalla Russia dovrebbero andare in Francia, o in Catalogna o in Italia, che ottengano asilo politico lì su larga scala. Gli Stati baltici e la Polonia non devono farlo".

La Commissione europea per il momento si è limitata a ricordare cosa prevedono le norme sulla libera circolazione degli individui nell'Ue: "Le regole di Schengen permettono di negare l'accesso" ai richiedenti asilo "per questioni specifiche di sicurezza interna e di ordine pubblico" e "ci troviamo in una situazione senza precedenti, con rischi da tenere in considerazione sul contesto geopolitico e in materia di sicurezza" fermo restando che "ogni domanda d'asilo deve essere valutata individualmente", ha dichiarato la portavoce Anitta Hipper. "E' essenziale concordare un approccio comune tra gli Stati membri sul modo di agire e siamo in contatto con i Paesi su questo", ha aggiunto Hipper riferendosi a Estonia e Lettonia.

Dopo l'annuncio della mobilitazione dei riservisti, le ricerche su Google su "come lasciare la Russia" sono aumentate in maniera esponenziale, e i voli da Mosca verso i Paesi che non hanno sospeso i collegamenti aerei con la Russia, come Turchia e Armenia, sono andati esauriti in poche ore. Ci sono state anche proteste contro la guerra in almeno 15 città russe, con centinaia di arresti, secondo il gruppo russo per i diritti umani OVD-Info. Mosca non ha escluso, né confermato l'intenzione di chiudere i confini per bloccare la fuga. "Non posso rispondere su questo", ha detto mercoledì il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

I pochi voli disponibili verso i Paesi "amici" potrebbero aumentare i flussi via terra verso l'Ue. La Finlandia, che ha il confine più lungo con la Russia di qualsiasi Paese dell'Ue, non sta chiudendo del tutto le porte ai russi, ma il ministro della Difesa finlandese Antti Kaikkonen ha affermato che la mobilitazione di Putin rilancia la questione di una politica Ue più severa sui visti.

Non tutti sono convinti che vi sarà un esodo di massa verso l'Ue. Secondo Vladimir Ashurkov, collaboratore di Alexei Navalny, l'oppositore di Putin in carcere da tempo, "ci saranno persone che lasceranno la Russia per non prestare servizio nell'esercito, ma non mi aspetto che molti andranno nell'Ue", ha detto a EuObserver. Ashurkov, però, ha aggiunto che "le persone che si rifiutano di prestare servizio nell'esercito russo e sono minacciate di persecuzione per questo, dovrebbero ottenere l'asilo". Secondo l'Agenzia europea per l'asilo, dall'inizio della guerra i russi che hanno chiesto l'asilo in un Paese Ue sono stati circa 1.400.




L’articolo 51 della Convenzione di Ginevra vieta la coscrizione dei residenti dei territori occupati nei ranghi dell'esercito di occupazione:

Natalia Lykhach
25 settembre 2022

https://www.facebook.com/forzaucraina.i ... 8ytYG7WKQl

“La Potenza occupante non potrà costringere persone protette a prestare servizio nelle sue forze armate o ausiliarie. Qualsiasi pressione o propaganda intesa ad ottenere arruolamenti volontari è vietata.”
Purtroppo per la Federazione Russa non esistono né regole, né trattati, né accordi internazionali. Qualsiasi documento o memorandum, come quello di Budapest, da Mosca viene trattato alla pari della carta igienica. Non a caso più di un secolo fa Otto von Bismarck ha detto: “Gli accordi con la Russia non valgono la carta su cui sono scritti”. Negli anni i politici russi non hanno fatto altro che confermare le parole del cancelliere.
Nella guerra contro l’Ucraina la Federazione Russa non ha esitato di violare tutte le norme ed i regolamenti possibili, sia dei trattati internazionali sulle regole di guerra che qualsiasi norma morale, bombardando i palazzi e gli ospedali, radendo al suolo interi villaggi e città, usando bombe a grappolo e bombe al fosforo. I soldati di Putin hanno commesso innumerevoli crimini di guerra seminando morte e terrore ovunque siano passati e lasciando dietro di sé infinite fosse comuni e popolazione spaventa.
E ora, dopo la mobilitazione proclamata da Putin e lo pseudo referendum fatto nei territori ucraini temporaneamente occupati, la Federazione Russa sta per commettere un altro crimine: arruolare i cittadini ucraini che si trovano sotto l’occupazione nell’esercito russo.
Mentre il social network si riempiono di video della mobilitazione in Federazione Russa e di lunghissime code di russi in fuga dal paese, dai territori occupati arrivano pochissime informazioni.
Uno dei primi a parlarne ufficialmente è stato il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che nella sua diretta serale del 23 settembre ha detto: “ … mobilitazione criminale che gli occupanti stanno attualmente cercando di portare avanti in Crimea e in altre parti dell'Ucraina, che ancora controllano… non sono solo crimini contro il diritto internazionale e il diritto dell'Ucraina. Questi sono crimini contro concrete persone, contro un popolo.”
In particolare il Presidente ha citato la mobilitazione in Crimea. “Ora in Crimea, nei luoghi di residenza compatta dei tartari di Crimea stanno cercando di mobilitare quanti più uomini possibili. Ne abbiamo già la prova. Questo è un tentativo deliberato della Russia di distruggere il popolo tartaro di Crimea..”
La probabile mobilitazione dei tartari di Crimea preoccupa i difensori dei diritti umani, perché può portare al genocidio. “Secondo le stime preliminari, i tartari di Crimea hanno ricevuto circa il 90% delle convocazioni dell'esercito in Crimea. Allo stesso tempo, i tartari di Crimea costituiscono il 13-15% della popolazione della penisola. Una tale mole di coscrizione può portare a un genocidio nascosto del popolo tartaro di Crimea", ha riferito l'analista di “Krym SOS” Yevgeny Yaroshenko.
Attualmente sappiamo che almeno 5.000 residenti della Crimea hanno ricevuto convocazioni dall'esercito russo. Secondo Serhiy Aksyonov, l'autoproclamato capo dell'amministrazione di occupazione in Crimea, è prevista la mobilitazione di 10.000 residenti della penisola.
Non è migliore la situazione negli altri territori ucraini occupati dai russi. Ormai la mobilitazione forzata degli ucraini nei territori temporaneamente occupati delle regioni di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia diventa un modo comune per i russi di arruolare nuove reclute, demoralizzare le persone e distrugge la resistenza.
Il governatore della regione di Luhansk Serhiy Haidai informa che nei territori occupati della regione di Luhansk la mobilitazione non è parziale, i russi portano via tutti gli uomini che riescono a trovare, anche over 60.
Invece il sindaco di Melitopol, Ivan Fedorov, afferma che i residenti maschi delle regioni di Zaporizhzhia e Kherson sono costretti dagli occupanti ad andare al fronte. Chi rifiuta dovrà fare i conti con i ceceni di Kadyrov.
In questo contesto il Presidente Volodymyr Zelensky ha chiesto a cittadini ucraini nei territori occupati di cercare in ogni modo di nascondersi dalla mobilitazione russa, evitare convocazioni all'esercito, provare a sfuggire sul territorio libero dell'Ucraina.
Purtroppo l’obbiettivo degli occupanti è mobilitare gli uomini dei territori occupati dell'Ucraina come "carne da cannone" al fronte. Durante la prima guerra mondiale l’Ucraina è stata divisa tra due imperi: russo e austroungarico e gli ucraini erano costretti di sparare l’uno contro l’altro. Oggi, con la mobilitazione forzata degli ucraini nei territori occupati, c’è il rischio che la storia si ripeta e che gli ucraini siano costretti di nuovo ad uccidere i propri connazionali.
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Re: Le minacce nucleari del criminale del Cremlino

Messaggioda Berto » dom set 25, 2022 6:22 pm

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Le minacce nucleari del criminale del Cremlino

Messaggioda Berto » sab dic 03, 2022 8:48 am

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Le minacce nucleari del criminale del Cremlino

Messaggioda Berto » sab dic 03, 2022 8:49 am

10)
Gli USA avevano e hanno ragione a combattere la demenziale dipendenza energetica della UE dalla Russia e lo stiamo amaramente costatando tutti.
Lo ha fatto anche Trump.





Il sabotaggio del Nord Stream e il suo significato
(UpwardNews)
L'Osservatore Repubblicano
29 settembre 2022
https://www.facebook.com/ossrepubblican ... 4578506208

Il gasdotto Nord Stream prometteva alla Germania un accesso diretto all'energia russa, ma l'America ha combattuto duramente per impedirne il funzionamento. L'attacco potrebbe aver posto fine con la forza a questo braccio di ferro geopolitico.
Il Nord Stream: Prima della guerra in Ucraina, l'Europa dipendeva fortemente dal petrolio e dal gas russo a basso costo. La Germania ha cercato di aumentare questa dipendenza attraverso il Nord Stream, una coppia di gasdotti che avrebbero inviato il gas naturale direttamente dalla Russia alla Germania senza intermediari esterni.
L'America ha combattuto il Nord Stream fino alla fine. Perché? L'America temeva che la Russia potesse usare la coppia di gasdotti come arma politica, bloccando il flusso di gas come leva politica. Inoltre, vedevano che il gasdotto avrebbe rafforzato e normalizzato le relazioni tra l'Europa e la Russia, rivale degli Stati Uniti. Per questi motivi, gli Stati Uniti hanno cercato di impedire il completamento del gasdotto attraverso sanzioni e sforzi diplomatici, fino a giurare che non lo avrebbero mai lasciato funzionare.
Entrambi i gasdotti Nord Stream sono stati attaccati, causando perdite di gas ed impedendo per ora le operazioni future. Il Centro sismologico nazionale svedese ha dichiarato che "non c'è dubbio che si tratti di esplosioni". La maggior parte dei principali centri studi di geopolitica concorda sulla probabilità di un sabotaggio.
Chi è stato?
Le nazioni europee, unite contro la Russia, danno la colpa a quest'ultima, dicendo che sarebbe una scusa per intensificare l'a 'escalation della guerra. Chi contesta queste affermazioni cita i forti investimenti della Russia in questi gasdotti e l'opportunità che questi le offrono per esercitare un'influenza regionale, rendendo improbabile l'auto-sabotaggio.
Critici e commentatori come Tucker Carlson stanno esaminando il ruolo dell'America. Citano gli sforzi e le promesse fatte in passato dall'America di voler sabotare gli oleodotti. Altri sostengono che il ruolo dell'America sia improbabile, considerando che la CIA ha avvertito la Germania dei tentativi di sabotaggio settimane fa.
Il quadro generale: Probabilmente non sapremo di quale nazione sia la colpa. Tuttavia, il sabotaggio del Nord Stream segna un'escalation globale nella guerra tra Russia e Ucraina.



Usa, Trump firma le sanzioni contro il gasdotto russo-tedesco, Mosca e UE: «No all'ingerenza»
21 dicembre 2019
https://www.open.online/2019/12/21/usa- ... americane/
Donald Trump è partito insieme a Melania per Mar-a-Lago, la sua villa a Palm Beach, in Florida, dove trascorrerà le vacanze di Natale. Prima di andarsene, il presidente americano ha firmato alcuni provvedimenti che – insieme all’impeachment – continuano a far parlare di lui.

Trump il 20 dicembre ha firmato il provvedimento del Congresso che l’Europa definisce un atto di «ingerenza americana»: l’adozione di sanzioni contro i costruttori del gasdotto russo-tedesco Nord Stream 2.

Sia per i democratici che per i repubblicani, il gasdotto russo da 11 miliardi aumenterà la dipendenza energetica dell’Europa dalla Russia, potenzialmente privando gli Stati Uniti di un’importante porzione di mercato. Le sanzioni prevedono, tra le altre, il congelamento dei beni e la revoca dei visti Usa per gli imprenditori collegati al gasdotto.

In settimana, la cancelliera tedesca Angela Merkel aveva affermato di essere «contraria a sanzioni extraterritoriali» contro il progetto North Stream 2. «In linea di principio, l’Unione europea si oppone all’imposizione di sanzioni contro le società europee impegnate in attività legali», ha dichiarato un portavoce Ue il 21 dicembre.

Secondo la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, le sanzioni impediscono ad altri Paesi di «sviluppare la loro economia»: «Uno Stato con un debito pubblico di 22 mila miliardi di dollari proibisce a Paesi solventi di sviluppare la propria economia reale», ha argomentato, incolpando «l’ideologia americana che non tollera la concorrenza mondiale». Ha poi concluso che «Presto (gli Stati Uniti) ci chiederanno di smettere di respirare».

Il gasdotto passa sotto il Mar Baltico e punta a raddoppiare le consegne di gas naturale russo in Europa, attraverso la Germania. Mosca ha già indicato che realizzerà comunque il progetto, ma Allseas, che ha sede in Svizzera, incaricata di costruire la sezione in mare, ha annunciato la sospensione dei lavori dopo l’annuncio delle sanzioni.

La nuova Space Force

Trump ha anche ufficialmente inaugurato la Us Space Force, le nuove forze spaziali americane. La nuova branca dell’esercito cade sotto l’Air Force, costa 738 miliardi di dollari ed è il primo nuovo servizio militare americano a essere inaugurato in più di 70 anni.
L’annuncio avviene in un momento in cui Russia e Cina stanno facendo importanti passi in avanti in termini di esplorazione spaziale. Le Us Space Forces saranno incaricate di proteggere satelliti e sistemi di sorveglianza e comunicazione americani.

«Lo spazio è il nuovo dominio mondiale di combattimento in guerra», ha dichiarato Trump durante la cerimonia della firma del National Defense Authorization Act del 2020 presso la base di Andrews, vicino a Washington. «Tra le gravi minacce alla nostra sicurezza nazionale, la superiorità americana nello spazio è assolutamente vitale», ha aggiunto.




Mosca risponde a Trump: "Il gasdotto Nord Stream 2 sarà completato"
Redazione Agi.it
22 dicembre 2019
https://www.agi.it/estero/russia_rispos ... 019-12-22/

Il gasdotto Nord Stream 2 "sarà completato nonostante le sanzioni che hanno umiliato i Paesi europei". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, convinto che le misure americane abbiano confermato l'impegno di Mosca a favore del piano. L'amministrazione Trump sostiene che Nord Stream 2 darebbe alla Russia troppa influenza sulla sicurezza e sulle questioni economiche nell'Europa occidentale ma Germania e Ue non hanno gradito l'interferenza diretta.

A giudizio della Casa Bianca, il gasdotto consentirebbe inoltre alla Russia di dirottare le forniture dalle condotte terrestri che attraversano l'Ucraina, preoccupata che ciò la priverebbe di una leva vitale sul gigante vicino. Le sanzioni sono state accolte con favore dall'Ucraina e dalla Polonia, che hanno definito il gasdotto "uno strumento per la realizzazione della politica economica russa e, potenzialmente, militare".

Tuttavia, Lavrov ha affermato che Nord Stream 2 aiuterà sia l'economia che la sicurezza energetica a lungo termine dei Paesi europei. "Sono stati umiliati. Ma abbiamo sentito parole, soprattutto da Berlino, che dimostrano che l'autostima dei nostri partner europei è ancora intatta", ha spiegato in una dichiarazione tv. La Germania ha reagito con rabbia alle sanzioni di sabato, accusando gli Stati Uniti di interferire nei suoi affari interni.

In precedenza aveva parlato anche la portavoce del ministero, Maria Zakharova: "Le sanzioni statunitensi contro le aziende collegate alla costruzione del gasdotto Nord Stream 2, promulgate venerdì dal presidente Donald Trump, impediscono ad altri Paesi di sviluppare la loro economia". Per poi aggiungere: "L'ideologia americana non tollera la concorrenza mondiale. Presto (gli Stati Uniti) ci chiederanno di smettere di respirare".


Le caratteristiche del gasdotto

Il gasdotto, che è quasi finito, passa sotto il Mar Baltico, bypassando l'Ucraina, Paese entrato nell'orbita dell'Occidente. L'opera, costata quasi 11 miliardi di dollari, punta a raddoppiare le consegne di gas naturale russo in Europa, attraverso la principale economia europea, la Germania.

Trump ha firmato venerdì le sanzioni che colpiscono le società che costruiscono il gasdotto, il quale corre tra Russia e Germania e che, secondo il Congresso, consegna al Cremlino un pericoloso potere di influenza sugli alleati europei.

Mosca aveva già chiaramente indicato che realizzerà comunque il progetto, a dispetto delle sanzioni, che prevedono tra l'altro il congelamento dei beni e la revoca dei visti statunitensi per gli imprenditori collegati al gasdotto.

La metà del progetto è finanziata dal colosso dell'energia statale Gazprom e l'altra da cinque società europee (OMV, Wintershall Dea, Engie, Uniper e Shell). Uno dei principali obiettivi è Allseas, che ha sede in Svizzera e a cui Gazprom ha affidato il compito di costruire la sezione in mare. Dopo la firma delle sanzioni, Allseas ha annunciato la sospensione dei lavori.




Parlando di gas e, soprattutto, di sostanze tossiche, spiegatemi, vi prego, questa dipendenza.
Peter W. Kruger
29 settembre 2022
https://www.facebook.com/peter.kruger/p ... 3088543312
Dopo tutte le tranvate che hanno preso i putinisti di casa nostra, dalla guerra che non ci sarebbe mai stata, all’inesorabile vittoria russa, passando per le messe in scena a Bucha, la ritirata di Kiev come grande diversivo strategico, Zelensky nazista (ebreo), le sanzioni non fanno nulla ecc. ecc., ti basta far circolare un paio di frasi in fila che dimostrerebbero ineluttabilmente che i gasdotti NS1 e NS2 sono stati bombardati dagli americani (così ci possono vendere il loro gas…), e giù a caderci tutti con le brache calate a bersi a garganella la m… propaganda del Cremlino.
E, niente, non serve a nulla ricordargli che NS1 e NS2 non alterano in alcun modo la capacità dell’Europa di essere rifornita dalla Russia (ci sono almeno 6 altri gasdotti - leggi nota sotto). Non serve a niente fargli notare che proprio il giorno delle esplosioni, Polonia, Danimarca e Norvegia, inauguravano l’attivazione del nuovo gadsdotto che trasporta in Polonia il gas estratto nel Mare del Nord dai norvegesi, e che il sabotaggio di NS1 e NS2 è una chiara minaccia da parte della Russia a far saltare i tanti altri gasdotti (non solo russi) che alimentano l’Europa (ad esempio quelli mediterranei che alimentano, tra l’altro, l’Italia). E non parliamo delle penali monstre (gigantesche) che Gazprom dovrà pagare per l’interruzione delle forniture tramite NS1 (che stava già a zero da settimane…).
Niente, è una tossicodipendenza. Hanno disperatamente bisogno di sballarsi con la droga che gli passa il Cremlino. Nel mondo anglosassone ormai c’è un termine. La chiamano copium. Da iniettarsi per endovena.
Ma fatevi direttamente le pere di eroina, no? Guardate che vi fa meglio del copium. Lo dico per la vostra salute. E, poi, così, almeno, ve ne state zitti ed evitate di fare la figura degli imbecilli conclamati.
Nota: vedo che in tanti non hanno ancora registrato. NS1 e NS2 non sono mai stati realizzati per dare all’Europa la capacità di importare gas russo. Quella capacità c’era già, fin dai tempi dell’URSS. I due gasdotti baltici sono stati esclusivamente realizzati per disintermediare quei fastidiosi paesi in mezzo, a partire dall’Ucraina che, chiaramente, potevano fare leva sul transito per far valere i propri interessi nazionali. Ed è per questo che polacchi, baltici, finlandesi e ucraini sono particolarmente incazzati con noi occidentali: PERCHÉ SONO 15 ANNI CHE CE LO DICONO, mentre noi continuiamo a fare lallallero…






Alessandro Bianchi
https://www.alessandrobianchi.co.uk/453322173
Viktor Orban nella trappola del gas del Cremlino, ovvero la bielorussizzazione dell'Ungheria
La cara vecchia Europa ha bisogno di riforme significative. Riforme che mirano alla formazione di relazioni di buon vicinato e di civiltà, così come erano state concepite al momento della creazione del prototipo dell'Unione Europea dopo la Seconda Guerra Mondiale, all'inizio degli anni Cinquanta. Riforme che non permetteranno agli Stati di retrocedere, li proteggeranno dalle trappole del gas del Cremlino e dalla transizione verso un governo autoritario.
I politici, che si sono formati nella dura realtà del dopoguerra, fatta di città distrutte, villaggi devastati, disoccupazione dilagante e mancanza di beni di prima necessità, non avrebbero sognato nemmeno nei loro sogni peggiori che gli appalti per la ricostruzione di Parigi, Praga, Budapest o Londra potessero essere vinti sulla base della corruzione e dell'abuso d'ufficio, delle bugie e dell'inganno degli elettori. I politici di allora, senza pathos e populismo, si preoccupavano davvero del benessere delle loro comunità, dei loro popoli e, soprattutto, si assicuravano che anche i loro vicini vivessero nella prosperità. È su questi principi che sono state gettate le basi della comunità europea nella forma iniziale della Comunità europea del carbone e dell'acciaio (1951).
Purtroppo l'Europa, soprattutto quella centrale con la sindrome post-sovietica, si è notevolmente degradata negli ultimi 10-15 anni. Innanzitutto, il livello di corruzione dei politici e dei funzionari europei è aumentato notevolmente. C'è stata un'erosione della moralità degli alti funzionari. Le attività pubbliche e non pubbliche di chi detiene il potere sono due mondi diversi, dove in uno di essi il funzionario è cristallino, virtuoso e dignitoso, mentre nel secondo mondo si tratta di corruzione in quantità fantastiche per il proprio profitto, bugie, populismo e manipolazione degli elettori. La cosa peggiore è che la corruzione e la concussione diventano la base della politica statale di alcuni Paesi, il che porta a guerre, miseria e schiavitù, e quindi all'instaurazione di dittature sanguinarie. La Russia di Putin è stata a lungo un fattore destabilizzante nel mondo.
Lukašėnka è il vassallo di Putin, la Bielorussia è una colonia economica della Russia
Un esempio eclatante di colonizzazione è la formazione delle relazioni tra la Russia e la Bielorussia, in cui il popolo bielorusso si è trovato a dipendere in modo servile da funzionari e oligarchi russi. L'esercito e le forze speciali bielorusse sono infiltrate tra gli agenti del Cremlino, per cui l'eliminazione fisica di massa degli oppositori è diventata una prassi comune in questo Paese. Tutto questo è coperto dalla presunta cooperazione amichevole tra Mosca e Minsk, soprattutto per quanto riguarda la fornitura di petrolio e gas a basso costo, ma in realtà, come risultato, la Bielorussia è diventata uno dei Paesi più poveri d'Europa con un regime dittatoriale sanguinario.
Come è potuto accadere? È molto semplice. Aljaksandr Lukašėnka a causa delle continue accuse agli Stati Uniti e all'Europa, che vorrebbero imporre il loro "ordine" ai bielorussi, ha portato all'assurdo le relazioni con i principali partner occidentali. E questo in un momento in cui, in particolare, le aziende europee si sono rifiutate di fare affari con lui.
Pertanto, la Bielorussia è diventata quasi al 90% dipendente dalla Russia per il petrolio e il gas. Questo stato di cose è estremamente vantaggioso per il Cremlino e ha un nome proprio: occupazione economica. Putin vende a Lukašėnka il gas e il petrolio con sconti significativi, creando così le condizioni per un significativo arricchimento dell'élite bielorussa al potere. Stravolgendo la costituzione e la legislazione sullo stato di diritto, solo a poche aziende designate da Lukašėnka (su istruzioni di Mosca) è stato permesso di raccogliere profitti eccessivi.
Questi profitti in eccesso vengono utilizzati per finanziare la polizia segreta, le forze di sicurezza segrete e la macchina repressiva che perseguita e distrugge i politici e i personaggi pubblici dell'opposizione. Quasi tutti i mass media sono da tempo sotto il controllo dell'amministrazione di Lukashenko. La dipendenza totale, soprattutto energetica, finisce per portare all'occupazione politica e, di conseguenza, all'occupazione militare. Come possiamo vedere, in soli 10 anni la Bielorussia si è degradata da una nazione un tempo prospera al Paese più povero d'Europa con un regime totalitario manipolato dal Cremlino.
L'Ungheria nel mirino del Cremlino
Putin ha applicato questo scenario all'Ucraina iniziando una vera e propria guerra, in cui i civili sono stati uccisi e centinaia di città e villaggi sono stati distrutti. E tutto è iniziato proprio come in Bielorussia con la monopolizzazione del mercato energetico ucraino da parte della Russia. Putin usa il gas come forza politica. Lo stesso vale per l'Ungheria e per tutta l'Europa.
Uno scenario simile di espansione economica e politica della Russia si è verificato nel 1956, quando il popolo ungherese si è ribellato al giogo comunista imposto dalla Russia. E qui, all'inizio, viene tracciata chiaramente anche l'occupazione economica, seguita da quella militare.
Come ai tempi del comunismo, l'Ungheria sotto la presidenza di Viktor Orban si sta gradualmente trasformando in un vassallo economico del Cremlino. E la differenza è che con il pretesto di slogan politici populisti, ingannando gli ungheresi, alcuni funzionari hanno l'opportunità di arricchirsi immensamente a livello personale, utilizzando il gas e il petrolio in schemi di corruzione.
Nuovo accordo sul gas - nuovi schemi di corruzione
Il 30 agosto 2021, il Ministro degli Affari Esteri e del Commercio Péter Szijjártó ha visitato la Russia. Ha incontrato l'amministratore delegato di Gazprom Aleksej Miller a San Pietroburgo. Sono state discusse le questioni relative alle forniture di gas russo all'Ungheria. È stata inoltre discussa la partecipazione di capitali russi al controllo della rete nazionale ungherese di trasporto del gas.
Di conseguenza, il 27 settembre 2022 è stato firmato un accordo sul gas. Alla cerimonia di firma a Budapest hanno partecipato Burmistrova, vicepresidente del Comitato direttivo di Gazprom, e P. Szijjarto, Ministro degli Affari Esteri e del Commercio dell'Ungheria, a dimostrazione dell'estrema importanza dell'evento per la Russia stessa. L'accordo firmato ha una durata di 15 anni, con la possibilità di modificare le condizioni tra 10 anni. In base all'accordo, l'Ungheria riceverà 4,5 miliardi di metri cubi di gas all'anno: 3,5 miliardi di metri cubi attraverso la Serbia (attraverso il gasdotto Turkish Stream e la sua estensione onshore) e 1 miliardo di metri cubi attraverso l'Austria.
All'inizio del febbraio 2022, Orban ha avuto un incontro con Putin a Mosca, durante il quale quest'ultimo, in particolare, ha detto: "È importante che anche oggi l'Ungheria acquisti gas russo a un prezzo cinque volte inferiore a quello di mercato in Europa". Al che Orban ha risposto: "Ci siamo incontrati per la prima volta 13 anni fa. Questo è il nostro 13° incontro. È una rarità. Quasi tutti i miei colleghi della leadership dei Paesi dell'UE non sono così. Risulta che per 13 anni abbiamo accumulato i ricordi più significativi del passato della Russia e dell'UE. ...Pertanto, ho la ragionevole certezza che collaboreremo con voi per molti anni".
Se si ascolta attentamente, le parole di Orban sono sicofanti come quelle di Lukashenko, che rivolge costantemente a Putin. In particolare, le parole sulla cooperazione a lungo termine suonano come un avvertimento, che potrebbe indicare le intenzioni di Orban di costruire una dittatura corrotta come quella bielorussa.
E in effetti Orban ha tutte le ragioni per dirlo, perché se consideriamo che il primo ministro ungherese ha qualcuno da cui prendere esempio, su come rendere il Paese e il suo popolo un vassallo del Cremlino, ovvero Lukashenko. Di conseguenza, l'Ungheria sta andando alla deriva verso l'accumulo di debiti e l'impoverimento della stragrande maggioranza della popolazione, verso un Paese con una rigida censura e un arricchimento selettivo per persone particolarmente vicine.
Perché è stato necessario adottare un nuovo accordo sul gas e cosa è cambiato?
In media, l'Ungheria consuma 9-10 miliardi di metri cubi di gas all'anno; il volume del consumo dipende dalle condizioni meteorologiche, soprattutto in inverno. Fino al 1° ottobre 2021, il volume delle forniture di gas russo all'Ungheria è passato attraverso Panrusgaz. Nel 1996 sono stati firmati due contratti a lungo termine per la fornitura di gas naturale all'Ungheria tra Gazprom Export e Panrusgaz per il periodo fino al 2015, e successivamente questi accordi sono stati estesi fino al 2021. È stata stipulata una fornitura totale di 8 miliardi di metri cubi di gas.
In base a questi contratti, le forniture venivano effettuate in due direzioni: attraverso Berehove, sul confine ucraino-ungherese, e Baumgarten, sul confine slovacco-austriaco. Per una corretta statistica, va notato che nel 2020 Gazprom ha fornito 8,6 miliardi di metri cubi di gas all'Ungheria, nel 2019 - 10,5 miliardi di metri cubi. Di cui circa 4,5 miliardi di metri cubi di gas sono stati forniti attraverso l'Ucraina.
In base al nuovo accordo, secondo le dichiarazioni pubbliche dei rappresentanti del governo Orban e di Gazprom, il volume di fornitura è di 4,5 miliardi di metri cubi di gas all'anno, tra cui
3,5 miliardi di metri cubi all'anno attraverso un nuovo gasdotto con la Serbia,
1 miliardo di metri cubi all'anno da ovest, attraverso il percorso esistente dall'Austria,
Allo stesso tempo, non viene reso noto il costo del gas, ma viene solo specificato che il nuovo accordo è molto più vantaggioso in termini di prezzo rispetto a quello del 1995. E tenendo conto delle dichiarazioni di Putin, si può indirettamente supporre che il prezzo contrattuale sia di 200 dollari USA per 1000 metri cubi di gas. La caratteristica principale del nuovo accordo è l'assenza di transito attraverso l'Ucraina, che aumenta significativamente il costo del transito verso le case ungheresi.
Populismo e bielorussizzazione dell'Ungheria come tendenza principale del regime di Orban
Senza entrare nei dettagli, l'Ungheria ha un'economia piuttosto debole rispetto ad altri Paesi, anche a quelli medi dell'Unione Europea, con un livello estremamente basso di produzione innovativa e tecnologica propria, con una significativa dipendenza dal capitale russo non del tutto legale. È qui che appare l'aspetto più interessante.
Come già detto, il consumo totale di gas è di circa 9-10 miliardi di metri cubi di gas. Gazprom ha costantemente fornito circa il 90% del consumo totale all'Ungheria. Pertanto, sembra piuttosto dubbio che il volume delle forniture di gas sarà limitato a 4,5 miliardi di metri cubi, come indicato nell'accordo. Più probabile è lo schema in cui 4,5 miliardi di metri cubi saranno realmente forniti attraverso la società energetica MVM Group al prezzo contrattuale stimato di 200 dollari per mille metri cubi, e attraverso entità commerciali affiliate a Gazprom e al regime di Orban altri 4,5 miliardi di metri cubi saranno forniti a prezzi di mercato ad un prezzo stimato di 1500 dollari per mille metri cubi. Di conseguenza, la differenza tra il prezzo del contratto e i prezzi di mercato è l'importo che i funzionari ungheresi e le strutture di Gazprom possono intascare: 1,3 miliardi di dollari.
Per questa fortuna cosmica, Orban continuerà a lodare la Russia di Putin e a rimproverare l'Unione Europea e gli Stati Uniti, che stanno cercando di aiutare a diversificare l'approvvigionamento energetico del Paese in modo che gli ungheresi comuni possano stare al caldo nelle loro case. Inoltre, tali fondi possono essere utilizzati per rafforzare in modo esorbitante l'apparato repressivo, opprimere ulteriormente l'opposizione, applicare metodi punitivi a coloro che hanno una propria visione per migliorare la vita degli ungheresi.
Sorge quindi un'altra domanda logica. Se la dipendenza energetica dell'Ungheria dalla Russia è la stessa della Bielorussia, allora di che tipo di sicurezza energetica può parlare il governo Orban, mentre la dipendenza energetica dell'Ungheria dalla Russia è del 90%! L'espansione economica sarà certamente seguita da quella politica, che di solito si conclude con carri armati, mitragliatrici e cannoni.
È opportuno che gli ungheresi ricordino il 1956, per non calpestare di nuovo lo stesso rastrello. Il regime di Orban sta guidando attivamente il Paese secondo lo scenario bielorusso. Pertanto, la risposta alla domanda su quando la Russia si presenterà agli ungheresi sventolando armi è solo una questione di tempo. Quindi è probabile che se la tendenza continua e non ci sono cambiamenti, vedremo un'altra dittatura corrotta e brutale, un vassallo della Russia nel centro dell'Europa.
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Le minacce nucleari del criminale del Cremlino

Messaggioda Berto » sab dic 03, 2022 8:50 am

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Messaggioda Berto » sab dic 03, 2022 8:53 am

11)
La Germania e gli USA che nicchiano con il sostegno all'Ucraina


Il Parlamento tedesco vota contro l’invio di nuove armi all’Ucraina
Giorgia Audiello
2 Ottobre 2022

https://www.lindipendente.online/2022/1 ... llucraina/

La compattezza del fronte europeo sulla crisi ucraina si sta progressivamente sfaldando non solo per quanto attiene la questione energetica, ma anche per quanto riguarda il sostegno incondizionato a Kiev, che si traduce soprattutto in finanziamenti e invio di materiale bellico: pochi giorni fa, infatti, i deputati del Bundestag tedesco hanno respinto la proposta di risoluzione dell’Unione Cristiano Democratica della Germania e dell’Unione Cristiano Sociale in Baviera (CDU/CSU) per dare un «contributo determinato» al rafforzamento delle forze armate ucraine attraverso la consegna di nuove armi tedesche, compresa la fornitura di carri armati. 179 parlamentari hanno votato a favore, mentre 476 hanno votato contro e un parlamentare si è astenuto. Nella risoluzione, il blocco dei partiti di centrodestra (CDU/CSU) ha insistito per «un’immediata e significativa intensificazione delle forniture militari in termini di quantità e qualità delle armi», aggiungendo anche che «è necessario decidere rapidamente sulle proposte dell’industria della difesa per organizzare la fornitura di veicoli da combattimento di fanteria e carri armati». Da notare che, ad oggi, nessun Paese Nato ha fornito all’Ucraina carri armati di progettazione occidentale. L’Unione riteneva necessario aumentare l’invio di armi a seguito dell’annuncio del Presidente russo Vladimir Putin di mobilitazione parziale dell’esercito moscovita. Tuttavia, il deputato del Partito Socialdemocratico tedesco (SDP), Ralf Stegner, si è mosso per ottenere la maggioranza dei voti contrari, ritenendo la mozione «non necessaria».

Il rifiuto da parte del Bundestag tedesco di rifornire l’Ucraina di nuovi armamenti non arriva a caso, ma in un momento cruciale della vita politica ed economica di Berlino in cui una parte della Germania è ben consapevole che la crisi innescata dalla rottura delle relazioni economiche e diplomatiche con la Russia e l’adesione incondizionata alla “strategia atlantista” potrebbe comportare non solo una gravissima recessione del motore economico dell’Ue – con il fallimento di centinaia di imprese, da cui la decisione di stanziare 200 miliardi contro il caro energetico – ma anche il rischio concreto dell’ampliamento del conflitto che vedrebbe come principale teatro di guerra proprio i Paesi Nato. Inoltre, la risoluzione contraria alla mozione è arrivata in concomitanza con alcuni interventi dell’ex cancelliera Angela Merkel sulla questione russo-ucraina, dai quali è emerso indirettamente il suo dissenso verso l’appiattimento del governo tedesco in carica sulle posizioni statunitensi. La Merkel ha insistito sull’importanza di rilanciare i canali diplomatici e il dialogo con la Russia, in quanto – ad un evento della fondazione Helmut Kohl – ha detto che le parole di Putin «andrebbero prese sul serio»: «Prendere sul serio le sue parole, non liquidarle a priori come se fossero un bluff ma confrontarcisi seriamente non è affatto un segnale di debolezza, ma di saggezza politica. Una saggezza che aiuta a mantenere un margine di manovra o a svilupparne di nuovi». Il riferimento è ovviamente all’avvertimento di Putin sul fatto che intende utilizzare tutte le armi e gli strumenti a sua disposizione per difendere i territori della Federazione.

L’ex cancelliera ha anche parlato della necessità di costruire un’architettura di sicurezza paneuropea insieme alla Russia e questo è il punto che evidenzia meglio di altri la neonata volontà di smarcarsi, almeno parzialmente, dal sistema di sicurezza dell’Alleanza atlantica: «Dobbiamo lavorare a un’architettura di sicurezza paneuropea con la partecipazione della Russia nel quadro dei principi del diritto internazionale. Fino a quando non riusciremo a raggiungere questo obiettivo, come è emerso dall’amara constatazione del 24 febbraio, la guerra fredda non avrà fine» ha affermato. Una possibilità che susciterebbe certamente la reazione ostile degli Stati Uniti, i quali hanno sempre lavorato per separare Russia ed Europa e in particolar modo Mosca e Berlino, poiché la cosiddetta “Gerussia” rappresenta una delle principali minacce per la potenza a stelle e strisce e la questione del Nord Stream 2, sabotato fin dagli inizi da Washington, ne costituisce la riprova più lampante.

Il recente voto del Bundestag contro l’invio di ulteriori armamenti e le dichiarazioni della Merkel, dunque, potrebbero essere interpretati come il segnale dell’inizio di un cambio di approccio della politica tedesca verso il conflitto in Ucraina, sebbene i Partiti dell’Unione abbiano accusato il governo federale di non avere rispettato il mandato del Bundestag tedesco, lamentando la mancanza di determinazione nel «dedicarsi all’imperativo umanitario di sostenere pienamente l’Ucraina contro la guerra di annientamento russa». Hanno quindi affermato che «Questo comportamento non dovrebbe più essere proseguito e deve essere corretto immediatamente secondo la risoluzione del Bundestag del 28 aprile 2022». In ogni caso, non si può non rilevare come il dibattito sulla questione nella politica tedesca sia ormai aperto – a differenza di quanto accade in Italia – e come altresì i rapidi sviluppi della crisi russo-ucraina stiano fornendo nuovi potenziali impulsi per ripensare gli assetti internazionali e gli equilibri geopolitici europei.



Joe Biden non accetterà mai l’offerta di Donald Trump di mediare l’accordo di pace tra Russia e Ucraina

Tratto e tradotto da un articolo di opinione di Ahmed Adel, ricercatore di geopolitica ed economia politica del Cairo, Egitto
6 ottobre 2022

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... w-economy/

I danni causati ai gasdotti Nord Stream 1 e 2 sono il risultato di atti di sabotaggio che potrebbero aumentare le tensioni tra la Russia e l’Unione Europea e persino portare a una guerra su vasta scala, ha avvertito l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump sul suo social network Truth Social, che ha sviluppato dopo che il suo account Twitter è stato chiuso. Il post sul social media è stato pubblicato dopo che l’ex presidente si era offerto di mediare tra Stati Uniti, Russia e Ucraina per trovare un accordo di pace.

“Tutti parlano del grande uragano che si sta abbattendo sulla Florida, come è giusto che sia, ma forse un evento molto più importante a lungo termine è stato l’annuncio che i gasdotti Nord Stream I e II che arrivano dalla Russia (che ho portato all’attenzione del mondo in qualità di Presidente quando ho spiegato quanto la dipendenza da questo gasdotto potrebbe essere paralizzante per la Germania e altre parti d’Europa. All’epoca tutti risero, ma ora non ridono più!) sono stati SABOTATI. Questo potrebbe portare ad una grave escalation, o alla guerra!”, ha scritto.

Dopo aver descritto le perdite del gasdotto come un sabotaggio, ha ritenuto che questi presunti attacchi potrebbero portare ad un conflitto di proporzioni molto più grandi di quello attualmente in corso sul suolo ucraino dal 24 febbraio, quando il governo russo ha ordinato un’operazione militare speciale per smilitarizzare il regime di Kiev che dal 2014 uccide indiscriminatamente russofoni ed altre minoranze.

Quattro perdite si sono verificate nei gasdotti Nord Stream 1 e 2, che riforniscono l’Europa di gas russo, causando perdite per diverse ore. La prima perdita è stata localizzata nel Nord Stream 2 in prossimità dell’isola danese di Bornholm, in acque sorvegliate dalla NATO.

Il sistema sismologico svedese ha avvertito che il 26 settembre sono state registrate due esplosioni intorno ai percorsi dei gasdotti. Nel frattempo, la società responsabile della gestione dei gasdotti, Nord Stream AG, ha dichiarato di non poter prevedere i termini di ripristino dell’infrastruttura, poiché è necessario completare la valutazione dei danni.

Si ricorda che a febbraio, in occasione di una conferenza stampa congiunta con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, Joe Biden ha dichiarato: “Se la Russia invade, allora non ci sarà più il Nord Stream 2, vi porremo fine“. E ha aggiunto: “Lo faremo… vi prometto che saremo in grado di farlo“, dopo che un giornalista gli aveva chiesto: “Ma come farete, esattamente, visto che… il progetto è sotto il controllo della Germania?”.

Nel frattempo, il 28 settembre Donald Trump ha suggerito che potrebbe guidare una squadra per mediare la pace tra Ucraina e Russia.

“La ‘leadership‘ statunitense dovrebbe rimanere ‘fredda, calma e distaccata’ sul SABOTAGGIO dei gasdotti Nord Stream. Questo è un grande evento che non dovrebbe comportare una grande soluzione, almeno non ancora”, ha scritto l’ex presidente su Truth Social.

Ha anche ribadito la sua affermazione che la guerra in Ucraina non sarebbe mai avvenuta se lui fosse stato presidente.

“Non peggiorate la situazione con l’esplosione dei gasdotti. Siate strategici, intelligenti (brillanti!), fate un accordo negoziato, ORA”, ha scritto Donald Trump. “Entrambe le parti ne hanno bisogno e lo vogliono. È in gioco il mondo intero. Sarò a capo del gruppo?”.

Si ricorda che ad aprile Donald Trump ha invitato Russia e Ucraina a “trovare una soluzione”, affermando che i due Paesi dovrebbero negoziare la pace “ora – non più tardi – quando tutti saranno MORTI!“. Nello stesso mese, è emersa una video clip del 2019 in cui Trump suggeriva al presidente ucraino Volodymyr Zelensky di “riunirsi” con Putin per risolvere il loro “problema”. Trump ha persino definito Putin “intelligente” per aver suonato Joe Biden “come un tamburo”.

Sebbene l’offerta di Donald Trump di mediare un accordo di pace abbia portato alla solita accusa dei Democratici di essere una risorsa nelle mani dei russi, si ricorda che la Russia si è annessa la Crimea durante la presidenza di Barack Obama, ed ora si annetterà Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporozhye sotto il naso di Joe Biden. In effetti, nessun territorio ucraino riconosciuto a livello internazionale si è stato riunificato alla Russia durante la presidenza di Donald Trump, deridendo così l’affermazione che l’ex presidente sia una risorsa in mano ai russi.

Tuttavia, è ovvio che l’amministrazione Biden non chiederà a Donald Trump di trovare la pace, poiché è evidente l’obiettivo di prolungare la guerra il più a lungo possibile, cosa che il regime di Kiev è più che felice di fare.

Inoltre, solo il 29 settembre è stato annunciato che l’economia statunitense si è ridotta dello 0,6% nel secondo trimestre dell’anno, secondo l’ultima stima del prodotto interno lordo del Bureau of Economic Analysis. Ciò significa che gli Stati Uniti sono in recessione.

La guerra prolungata in Ucraina, senza fine e con un’economia in declino, sta facendo rimpiangere a molti americani di non aver votato per Donald Trump. È per questo motivo che l’amministrazione Biden non chiederà mai a Trump di superare l’impasse tra la Russia e l’Ucraina per trovare la pace, poiché ciò garantirebbe essenzialmente la sua rielezione se decidesse di ricandidarsi nel 2024.


Gino Quarelo
Mediare a detrimento dell'Ucraina e a favore del criminale russo sarebbe una vergogna per Trump, per i repubblicani e per gli USA, per la NATO e per la UE.
Nessuna mediazione è possibile, la Russia si deve ritirare fuori del Donbass e della Crimea e Putin deve essere arrestato e processato da un tribunale internazionale per violazione del diritto internazionale, per crimini di guerra e contro l'umanità, per strage, per rapina e mille altri reati.
Spero che Trump non pensi davvero e non lo abbia nemmeno detto, che il conflitto ucraino sia stato causato dal regime di Kiev che dal 2014 ucciderebbe indiscriminatamente russofoni ed altre minoranze, come sostiene la propaganda russa.
"Dopo aver descritto le perdite del gasdotto come un sabotaggio, ha ritenuto che questi presunti attacchi potrebbero portare ad un conflitto di proporzioni molto più grandi di quello attualmente in corso sul suolo ucraino dal 24 febbraio, quando il governo russo ha ordinato un’operazione militare speciale per smilitarizzare il regime di Kiev che dal 2014 uccide indiscriminatamente russofoni ed altre minoranze."
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Messaggioda Berto » sab dic 03, 2022 8:53 am

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