I demenziali sostenitori del criminale nazifascista Putin

I demenziali sostenitori del criminale nazifascista Putin

Messaggioda Berto » dom ago 07, 2022 5:21 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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I demenziali sostenitori del criminale nazifascista Putin

Messaggioda Berto » dom ago 07, 2022 5:21 pm

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I demenziali sostenitori del criminale nazifascista Putin

Messaggioda Berto » dom ago 07, 2022 5:23 pm

13)
tutte le demenzialità che scrivono e dicono i sostenitori adoratori di Putin per cercare di nobilitare, giustificare e sminuire il male del loro idolo nazifascista russo;



Il metodo è sempre lo stesso, demonizzare con le menzogne e la calunnia l'avversario, l'antagonista, la vittima aggredita che si difende e chi la aiuta.

Menzogne e calunnie demenziali per demonizzare, criminalizzare e disumanizzare, per istigare alla paura, al disprezzo e all'odio etnico-ideologico-politico-religioso, al fine di depredare, schiavizzare e impedire il libero esercizio dei diritti umani, civili, economici e politici del prossimo.
viewtopic.php?f=196&t=2942
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 8357587395


CON TUTTO IL RISPETTO PER LA POPOLAZIONE UCRAINA, MA...
In circa 100 giorni di guerra abbiamo capito che:
https://www.facebook.com/stefano.rivier ... 7460224084
-l'Italia ripudia la guerra fino a quando non lo dicono gli USA
-che se fai il saluto fascista sulla tomba di Mussolini sei perseguibile per legge, se inneggi al nazismo con il sole nero, la runa del lupo e la svastica, contornati però dai colori della bandiera Ucraina, allora sei pacifista
-gli oligarchi russi sono cattivi, gli oligarchi ucraini sono buoni
-che tutte le arti russe, musica, poesia, letteratura, cinema, sono merda purissima e quel poco che c'è di buono è sicuramente di origine ucraina
-i referendum che fanno in Kosovo sono validi, quelli fatti nel Donbass no (per ulteriori informazioni chiedere a Cuperlo)
-che i russi uccidono i giornalisti scomodi, gli stati democratici no, in effetti Mino Pecorelli, Mauro Rostagno e molti altri si sono suicidati
-che in Russia i giornalisti non hanno libertà di parola, mentre nel mondo democratico Julian Assange è libero di raccontarvi i segreti delle amministrazioni democratiche dei paesi democratici
-che le invasioni russe di Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, e poi Afghanistan, Cecenia e Georgia sono state fatte perché i russi son cattivi e comunisti…
se invece sei democratico e sponsorizzi colpi di stato in Cile, Argentina, Nicaragua, El Salvador, Guatemala, Venezuela, Bolivia, Panama, Uruguay, Brasile, Cuba, Repubblica Dominicana, Grenada, Ucraina sei bravo. Sempre se sei democratico e radi al suolo, Korea, Vietnam, Iran, Iraq, Libia, Syria, Serbia, Afghanistan va bene. A volte sei talmente democratico da sganciare 2 bombe atomiche su un paese ormai in ginocchio, ma hai un tale livello di democrazia che le bombe non le sganci su obbiettivi militari ma su 2 città abitate da poveri cristi (350.000 morti in 24h, oltre il milione per le conseguenze)
-i calciatori russi sono cattivi e non possono andare ai mondiali di calcio. I calciatori dell'Arabia Saudita sono bravissimi, non sono molto democratici, ma sono amici dei più democratici del mondo, e quindi anche se l'Arabia Saudita uccide in 7 anni 400.000 yemeniti, un eccezione si può sempre fare
-se poi sei il più furbo di tutti e vuoi boicottare i russi cattivi, non compri più il gas russo, ma lo compri dagli amici della Russia, la cui rete è gestita da una compagnia russa, ma lo paghi il 30% in più, oppure dall'altra parte dell'Atlantico e ti costa il 40% in più
-fino a 100 giorni fa le ucraine erano tutte "badanti, cameriere e amanti" ora non più (cit. Annunziata/ Di Bella, fuori onda).
Tengo a precisare che non è mia e che l'ho ricevuta via social.
Ma che è talmente vera, realistica, intensa, ed INCONTROVERTIBILE, che bisognerebbe farla leggere PER DECRETO ogni mattina in ogni scuola di qualsiasi ordine e grado.
Perchè non sono opinioni, ma fatti.
Fatti che dovrebbero indurre parecchi servi di quella pletora che si fa chiamare "giornalismo" a chinare il capo per la vergogna puntando gli occhi a terra.
Mentre loro che sono privi di qualsiasi senso del pudore, e si credono invincibili grazie alla loro tesserina politica, riuscirebbero a svicolare via viscidi tra tutti i loro se, i ma, i ma però, tra un distinguo e l'altro ai danni di Salvini, pur di non guardare in faccia nemmeno questa volta quella verità che si spera prima o poi li travolga tutti, senza nemmeno fermarsi a controllare se ci sono rimasti male.


Ecco tra le tante menzogne e calunnie, cosa ha scritto il demenziale cristiano cattolico antisemita Viganò, contro gli ebrei e in particolare contro Zelensky:

Caso di Monsignor Viganò e il Grande Reset
Ecco il caso del demenziale complottista Viganò che è la summa di tutte le falsità e le calunnie contro l'Ucraina e l'Occidente, da cui attingono in tanti di questo demenziale mondo complottaro del Grande Reset, novax, anti USA, anti NATO, anti Ucraina e filo Russia di Putin.
Questo prete in pensione è la faccia cattolico romana dell'ortodosso moscovita Cirillo che predica la Guerra Santa di Putin.

Viganò a Putin: attenzione alla trappola Ucraina del Grande Reset - Come Don Chisciotte
8 marzo 2022
https://comedonchisciotte.org/vigano-a- ... nde-reset/

Questi miliardari ucraini in kippah ...
Ma se il lavaggio del cervello operato dal mainstream nei Paesi occidentali è riuscito a veicolare una narrazione completamente falsata della realtà, altrettanto non può dirsi in Ucraina, dove la popolazione conosce tanto la corruzione della classe politica al potere quanto la sua lontananza dai veri problemi della Nazione. Noi crediamo che gli “oligarchi” siano solo in Russia, mentre essi sono presenti soprattutto nella galassia degli Stati dell’ex-Unione Sovietica, dove possono accumulare ricchezze e potere semplicemente mettendosi a disposizione di “filantropi” e multinazionali straniere. Poco importa se i loro conti offshore sono la causa principale della povertà dei cittadini, dell’arretratezza del sistema sanitario, dello strapotere della burocrazia, della quasi totale assenza di servizi pubblici, del controllo straniero di aziende strategiche, della perdita progressiva della sovranità e dell’identità nazionale: l’importante è “fare soldi”, essere immortalati con personaggi politici, banchieri, venditori di armi e affamatori del popolo. Per poi venire in Versilia o sulla Costiera Amalfitana ad ostentare yacht e platinum card al cameriere di Odessa o alla donna delle pulizie di Kiev che mandano ai parenti la paga guadagnata in nero.
Questi miliardari ucraini in kippah sono coloro che stanno svendendo l’Ucraina all’occidente corrotto e corruttore, barattando il proprio benessere con l’asservimento dei loro connazionali agli usurai che si stanno impadronendo del mondo, ovunque con gli stessi sistemi spietati e immorali. Ieri tagliavano gli stipendi ai lavoratori di Atene e Tessalonica, oggi hanno semplicemente allargato i loro orizzonti all’Europa intera, in cui la popolazione guarda ancora incredula all’instaurarsi di una dittatura prima sanitaria e poi ambientale.


Ecco cosa ha detto Bergoglio
Papa Francesco: “Putin ha reagito alla Nato che abbaiava alla Russia”
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edi ... 1651666852


CAMPIONARIO DI DESTRA
Niram Ferretti
26 febbraio 2022

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Leggere Marcello Veneziani su "La Verità" a proposito della crisi in corso, ti fa capire subito in che livello comatoso versa la destra italiana, visto che Veneziani è uno dei suoi intellettuali di riferimento. Un insieme di falsità, grossolanità storiche, un antiamericanismo di riporto senza se e senza ma.

Il filoputinismo come riflesso automatico, rictus pavolviano. Alcune perle:
"Vi ricordate cosa successe a parti invertite quando a Cuba l'Unione Sovietica stava puntando i suoi missili sugli Stati Uniti? Come sempre fu il 'pacifista', umanitario e democratico Kennedy che usò la forza e sfiorando il conflitto mondiale evitò quella minaccia contrapponndone un'altra. E vi ricordate gli interventi umanitari militari in Kosovo, le bombe umanitarie di Clinton, la Libia, l'Iraq, la Siria? perchè non dovrebbe fare la stessa cosa Putin?".
Perché, Veneziani, le situazioni sono completamente diverse e lo capirebbe anche un liceale fresco di studi di storia contemporanea. Al di là della penosa ironia sull'umanitarietà di Kennedy e Clinton, (si sa, Veneziani va subito al sodo, come Nietzsche, legge dietro i paraventi della morale la presenza della volontà di potenza), vanno specificate alcune cose.
La Russia non è sotto potenziale attacco da parte di missili ucraini o americani. Non ci sono batterie missilistiche puntate sulla Russia come c'erano a Cuba nel 1961 missili sovietici a 90 miglia dagli Stati Uniti e in grado di colpirli. C'era la Guerra Fredda allora, una minaccia nucleare incombeva sopra il mondo, e il rischio di una guerra era concreto tra due superpotenze profondamente ostili una all'altra. Come ha scritto oggi su "Il Corriere della Sera" Ernesto Galli della Loggia,
"Come mai la suscettibilità nazionale del despota moscovita non ha mai mostrato eccessiva preoccupazione per il fatto che la Polonia — membro anch’essa della Nato e confinante anch’essa con la russa Kaliningrad — potrebbe, se volesse, sbriciolare in poche ore con un opportuno lancio di semplici missili da crociera la base della flotta russa del Baltico? E come mai invece la semplice, del tutto remota, ipotetica, eventualità che l’Ucraina aderisse alla medesima Nato lo ha spinto addirittura a replicare contro Kiev un Blitzkrieg di schietto stampo hitleriano?".
Ecco sì, come mai? Semplicemente perché non c'era il pretesto dell'ingresso della Polonia nella NATO, ingresso non ostacolato da Yeltsin nel 1993, ma c'era quello, del tutto campato in aria, di un possibile e remoto ingresso dell'Ucraina nella NATO, dove proprio a causa del conflitto fomentati da Putin nell'Ucraina orientale, l'Ucraina NON PUÒ entrare.
Gli interventi, giusti o sbagliati che fossero, in Kossovo, Libia e Iraq, paesi in cui, nel caso del Kossovo e della Libia, era in corso una sanguinosa guerra civile, e nel caso dell'Iraq vi era la presenza di un dittatore sanguinario implicato nel terrorismo islamico internazionale, non hanno nulla, ma proprio nulla a che vedere con l'aggressione a freddo di uno Stato sovrano che non rappresenta una minaccia per nessuno, indipendente dal 1991, democratico, il quale ha come sola colpa quella di avere chiesto l'ammissione nella NATO e di spostarsi dunque verso occidente. L'odiato, esecrato occidente, che anche Veneziani, nostalgico di un passato ormai sepolto, patisce tanto.



ARGOMENTI RETORICI

Proviamo ad esaminare alcuni trucchi retorici cui fanno ricorso i seguaci di Putin per giustificare il loro eroe.
Giovanni Bernardini
21 maggio 2022

https://www.facebook.com/giovanni.berna ... 2076136323

1) La ricerca della “complessità”.
Le cose sembrano semplici ma in realtà sono molto complesse. Quindi non si deve condannare l’aggressore ma cercare le “vere” cause del conflitto.
Una mela cade dall’albero, come ben vide Newton dietro a questo fatto molto normale ci sono cause estremamente complesse. Questo giustifica forse chi afferma che la mela NON è caduta dall’albero? Il fatto che dietro a molti fenomeni semplici si celino cause complesse non annulla la semplicità del fenomeno. Non occorrevano chissà quali studi di storia, economia, sociologia, politica, filosofia per condannare l’invasione tedesca della Polonia nel 1939.
2) L’andare indietro nella storia.
La Russia ha invaso l’Ucraina.. ma… l’Ucraina non è sempre esistita. Occorre vedere le cause storiche del conflitto… eccetera.
Si tratta di una variante dell’argomento 1. A parte il fatto che spesso chi vi fa ricorso mistifica e deforma gli eventi storici, se davvero per giudicare un certo evento dovessimo risalire indietro nei secoli non potremmo mai dire nulla su nulla. L’Ucraina esiste, è riconosciuta, il suo popolo si è pronunciato per l’indipendenza, quindi ha diritto di non essere invasa, punto e basta.
3) Il dubbio generalizzato.
Sarà vero che i russi attaccano obiettivi civili? Sarà vero che gli ucraini non vogliono che il loro paese sia annesso alla Russia? Sarà vero che ci sono stati eccidi di massa e fosse comuni? Dubitate gente, dubitate.
Il dubbio è legittimo ed anche positivo se non è generalizzato. Si può dubitare di X e di Y ma non di tutto. Uno scettico nichilista serio dovrebbe tacere perché dovrebbe, coerentemente, dubitare del suo stesso dubitare. Ogni dubbio presuppone qualche certezza. E’ un concetto semplice, per le persone normali. Molto complesso per i paranoici…
4) Chiedere prove di tutto.
È una variante dell’argomento 3. Mostratemi le prove che ci sono stati eccidi a Bucha. Ecco le prove, si tratta di foto, testimonianze, reperti. Provatemi che le foto non sono false, le testimonianze sincere, i reperti non falsificati. Ogni prova deve essere provata da altre prove, e così via, all’infinito. Nessun processo potrebbe mai concludersi se un simile metodo venisse adottato.
5) La mancanza di reciprocità.
Gli stessi che chiedono prove di tutto presentano come indubitabilmente vere tutte le palle della propaganda russa.
Gli stessi che fanno appello alla storia dimenticano fatti storici enormi, come la denazionalizzazione che l’Ucraina ha dovuto subire in epoca sovietica, o il gigantesco dramma dell’Holodomor.
Gli stessi che accusano mezzo mondo di diffondere falsità dimenticano che fino al giorno prima dell’invasione i russi affermavano che non era prevista invasione alcuna.
Gli stessi che invitano gli altri a dubitare di tutto sono assolutamente certi di cose di cui dubitare è più che lecito, ad esempio che l’Ucraina volesse nientemeno che “invadere” la Russia.
6) ...Però…
Si tratta dell’artificio retorico più usato. Difendere un autocrate è un po’ difficile, specie per dei sedicenti liberali. Quindi si inizia sempre il discorso con la premessa: “non sono putiniano, condanno l’invasione… però….”
E dopo il "però" arriva un mare di idiozie tutte volte a giustificare Putin e la sua invasione.
Personalmente preferisco i filo putiniani onesti che si dichiarano apertamente dalla parte dell’autocrate.
7) Pace.
È una variante dell’argomento 6. Condanno l’invasione ma… ci vuole la pace. Naturalmente non si dice NULLA sulle caratteristiche di tale pace, né su come raggiungerla. Soprattutto si parla di pace e si invitano i governi occidentali a fare pressioni… su Putin? Ma NO! Su Zelens’kyj. E’ l’aggredito, meglio, SOLO l’aggredito che deve fare passi verso la pace. L’aggressore può continuare a fare il cavolo che vuole. Noi cinguettiamo “pace”.
Si potrebbe continuare ma penso che basti.
PS. È ovvio che nessuno dei miei argomenti può convincere i convinti sostenitore di Putin. Infatti NON è per loro che parlo.


MASSIMO GILETTI PRESO A SBERLE DALLA MAESTRA
Hannah Alina Avraam
6 giugno 2022

https://www.facebook.com/hannah.alina.a ... 6068298743

Ieri sera ho assistito ad uno spettacolo indecoroso e potente insieme. Massimo Giletti è stato strapazzato come un bambino delle elementari dalla sua maestra, che gli ha impartito una poderosa lezione di storia in diretta televisiva.
Il grande scoop di Giletti doveva essere una intervista in diretta con Maria Zakharova, la portavoce del ministro degli esteri Lavrov.
Per fare questa intervista Giletti è andato addirittura personalmente a Mosca, nonostante l’ intervista si sia volta via skype, con la Zakharova comodamente seduta a casa sua (avrei potuto farla io, identica, seduto a casa mia). Ma a parte la messinscena inutile, è nei contenuti che Giletti ci ha fatto la figura del merlo.
Prima di intervistare la Zakharova, infatti, Giletti era in collegamento con Massimo Cacciari, e durante lo scambio Giletti ha accennato alle polemiche che hanno preceduto questa sua intervista, dicendo che però secondo lui “il giornalista ha tutto il diritto di intervistare chi vuole, purchè ponga all’intervistato delle domande scomode, e non gli offra una semplice passerella per fare propaganda.”
Ma dal dire al fare… Giletti non conosce il mare.
Non appena iniziata l’intervista, infatti, si è capito che tipo di interlocutrice avesse davanti. Una donna con le idee chiare, ferma e impassibile, che rimandava seccamente al mittente ogni singola accusa, con tanto di interessi.
All’accusa di “aver illegittimamente invaso un paese sovrano”, Zakharova ha risposto che “anche voi della Nato avete fatto la stessa cosa con l’Iraq”.
All’accusa di “essersi allargati troppo intervenendo in Siria”, Zakharova ha risposto che loro erano intervenuti su legittima richiesta del capo di stato, Assad. E ha inoltre aggiunto che “quando la Russia ha proposto alle Nazioni Unite di combattere tutti insieme le bande dell’ISIS, è stata l’Unione Europea a dire di no e mettersi di traverso”.
All’accusa di aver operato una sanguinosa repressione in Cecenia, Zakharova ha risposto che è stato l’occidente a sobillare quelle rivolte.
Insomma, non se ne usciva: ad ogni servizio tagliato del dilettante Giletti, il master Djokovic rispondeva con un dritto vincente.
A quel punto Giletti ha cambiato strategia. Ha fatto un passo indietro, e ha tentato la carta dell’emozione: “Va bene, ok, tutti abbiamo fatto errori nel passato – ha ammesso - però adesso mettiamoci una pietra sopra, trattiamo e poniamo fine a questa guerra, perchè la gente sta morendo”.
E qui è arrivata la valanga di sberle sulla testa del nostro importuno scolaretto: “Così parlano i bambini – ha detto la Zakharova – Nel mondo degli adulti, la prima cosa che bisogna fare per capire le cose è guardare alla storia. Dove eravate voi italiani, quando otto anni fa gli americani hanno messo in atto un colpo di stato a Kiev, installando al potere il governo fascista di Poroshenko? Dove eravate, quando per otto anni il governo di Kiev ha bombardato incessantemente i suoi concittadini del Donbass?”
“Ma soprattutto - ha ricordato la Zakharova – lei viene adesso a parlarmi di trattare e di metterci d’accordo. Ma sono otto anni che Putin chiede all’Occidente di mettersi d’accordo sulla questione della Nato e degli equilibri internazionali. Ma voi in Occidente avete fatto tutti finta di niente, e adesso cercate di dare la colpa a noi per quello che succede?”
“Infine - è stata la sberla finale della Zakharova – voi occidentali dovete smetterla una volta tutte con questa vostra aria di superiorità intellettuale, come se foste voi quelli che hanno il diritto di impartire lezioni morali a tutti gli altri.”
Ci mancava soltanto un “vergogna Giletti, fila dietro alla lavagna” e la lezione sarebbe stata completata.
Povera Italia, rappresentata all’estero personaggi inconsistenti e impreparati come Giletti. Povera Italia, incapace di crescere, incapace di diventare adulta, incapace di uscire dalla sua ottica provinciale, incapace di assumersi una volta per tutte le proprie responsabilità con il resto del mondo.
Lasciando così mano libera a chi ci comanda, a chi ci controlla, a chi ci tratta serenamente come schiavi da oltre settant’anni.
Massimo Mazzucco


QUELLO CHE GILETTI NON HA DETTO
Faccio seguito all'ignobile figuraccia (epic fail) che Massimo Giletti ha rimediato dalla Piazza Rossa, collegato con una portavoce tetragona che ha utilizzato tutto l'armamentario dell'FSB (ex KGB) per una operazione di DISINFORMAZIA brillantemente riuscita causa l'imbelle passività del "BAMBINO" Massimo.

https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6871962:83

Riprendo qui le 3 FAKE sganciate dalla portavoce di Lavrov per replicare con dati di fatto documentati.
Maria Zakharova: "Anche voi della Nato avete fatto la stessa cosa con l’Iraq”.
Replica: La Guerra in Iraq venne promossa da 4 paesi: USA, Regno Unito, Australia, Polonia.
Quindi Maria Zakharova La NATO non c'entra una cippa❗
Non esiste nessun atto o risoluzione NATO che riguardi l'invasione dell'Iraq avvenuta tra il 20 marzo e il 1º maggio 2003. Altri paesi sono stati coinvolti successivamente nella fase di occupazione. L'invasione segnò l'inizio della guerra in Iraq.
Secondo l'allora presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, le ragioni dell'invasione erano
1 di disarmare l'Iraq dalle armi di distruzione di massa
2 porre fine al sostegno di Saddam Hussein al terrorismo e
3 raggiungere la "libertà" per il popolo iracheno
È vero...Le armi chimiche non furono mai trovate, peccato che si ometta di specificare che il materiale per produrle in sicurezza venne reperito nell'impianto di al-Muthanna, che si trova nei pressi della citta' di Samarra, sulla riva est del Tigri, circa 100 chilometri a nord dalla capitale Baghdad... La tecnologia e gli impianti erano serigrafati con istruzioni in cirillico, ma la notizia venne diffusa solo nel 2014 quando i ribelli sunniti lo occuparono L'impianto era in funzione tra il 1983 e il 1991, quando produceva migliaia di tonnellate di gas nervino, iprite (gas mostarda), Sarin, Tabun e VX.
L'invasione dell'Iraq causò una divisione politica tra le grandi potenze, che furono divise tra quelle che si opposero attivamente all'invasione, come Francia, Belgio, Germania, Paesi Bassi, Scandinavia (oltre ad altri paesi che mostrarono opposizione passiva), e quelli sostennero pubblicamente gli Stati Uniti, come il Regno Unito, la Spagna, la Polonia, il Portogallo e altre nazioni che costituirono la coalizione.
Le Nazioni Unite non approvarono l'invasione dell'Iraq, tuttavia nell'ottobre dello stesso anno dell'invasione, nella propria risoluzione 1511, agli Stati membri fu raccomandato di fornire alla forza multinazionale presente in Iraq tutta l'assistenza necessaria, compresa quella militare.
ZAK: "Siamo intervenuti su legittima richiesta del capo di stato, Assad”.
Replica:
Ehi ZAK ma funziona così ?
Assad chiama e picciotto risponde ?
Facciamo un discorso serio e vediamo cosa ha portato il Cremlino ad immergersi militarmente nel calderone siriano il 30 settembre 2015.
Il fenomeno delle “Primavere Arabe”, avvenute nel 2011, fu visto con forte senso apprensione da parte del Cremlino. La destabilizzazione di un’area così vasta era molto pericolosa per Mosca. In un famoso articolo pubblicato nel 2013 su VPK, il generale Gerasimov aveva descritto questi eventi come operazioni di regime-change occidentali che avrebbe ridotto la propria influenza nella regione. Il Cremlino, vantava storici legami con il regime guidato da Bashar al-Assad. A livello militare, negli anni Settanta l’URSS aveva ottenuto il permesso di stabilire due installazioni belliche sul territorio siriano: l'unica base nel Mediterraneo, quella di Tartus, sfruttata principalmente come punto logistico di rifornimento per la flotta sovietica ed una base aerea a Latakia. Gli armamenti sovietici erano stati fondamentali per permettere all'esercito Siriano di equipaggiarsi nuovamente dopo le pesanti sconfitte subite ad opera di Israele nel 1967 e nel 1973. Il Cremlino decise di supportare fin da subito il regime di Assad. A livello diplomatico, la Russia riuscì ad evitare in tre occasioni che l’Occidente intervenisse per esautorare il governo siriano colpevole di una atroce repressione verso il suo popolo, ricorrendo al proprio diritto di veto in seno al Consiglio di Sicurezza dell’ONU e bloccando qualunque risoluzione in tal senso. Ma il maggiore sforzo diplomatico operato dal Cremlino avvenne nell’agosto del 2013, quando l’Occidente accusò il regime di Damasco di essere responsabile di un attacco chimico nei confronti della popolazione siriana. L'attacco chimico di Ghūṭa accadde nella mattina del 21 agosto 2013 durante la guerra civile siriana in cui alcune aree controllate dai ribelli nei sobborghi orientali e meridionali di Damasco, furono colpite da 12 missili contenenti l'agente chimico sarin.
Il numero complessivo di morti è stato fissato in 1290. Il più grave episodio verificatosi dall'attacco chimico di Halabja, durante la guerra Iran-Iraq, ma in quella occasione morirono soldati e non civili inermi. Le indagini svolte dalle Nazioni Unite dal 25 al 31 agosto 2013 rilevarono chiare tracce di gas sarin nel terreno e sui cadaveri nelle zone colpite e accerta che la tipologia di gas era quella contenuto nei depositi siriani, di fabbricazione russa. Gli armamenti chimici e l'avviamento della produzione erano stati forniti proprio dai partner russi.
In termini di assistenza militare, Mosca cominciò a rifornire Damasco a partire dal 2012, quando sembrò evidente che l’esercito siriano stesse perdendo terreno rispetto alle opposizioni. Se inizialmente i russi inviarono essenzialmente armi leggere e munizioni, ben presto, per sostenere lo sforzo bellico di Assad, furono costretti a rifornire i siriani con armamenti più avanzati (droni ed elicotteri). La regolarità di tali rifornimenti fece sì che si parlasse di “Syrian Express” in riferimento ai convogli navali che facevano la spola tra la Russia ed il Paese mediorientale.
Mosca, poi, supportò il regime anche a livello economico, in particolare tramite la coniazione di banconote siriane che venivano convogliate all’interno della nazione al fine di sostenerne le spese belliche.
ZAK: "È stato l'occidente ad armare e sobillare i musulmani ceceni"
Replica: Qui si butta la palla in tribuna cara ZAK che fai finta di non conoscere la storia del tuo paese
L'ostilità cecena nei confronti dei sovietici e dei russi, ha radici culturali profonde, la sintesi perfetta di secoli di conflitti, conquiste e imposizioni. Tuttavia, la regione, che si è spaccata e ricomposta in molte circostanze della storia, ha raccolto i pezzi delle sue diverse identità e li ha sempre rimessi insieme. Si è separata, è stata dominata e, infine, ha cercato la sua indipendenza, maturando un forte sentimento anti-russo, che resiste ancora.
La Cecenia è stata teatro di guerra, luogo di lotta, di reclutamento e di pluralità religiosa. Qui vivono musulmani sunniti e cristiani ortodossi. Da qui, migliaia di persone sono state deportate e confinate in Siberia alla fine degli anni Cinquanta. E, sempre qui sono scoppiate le ultime due guerre contro la Russia, che hanno lasciato il segno.
La prima guerra cecena, combattuta dal 1994 al 1996, terminò con la dichiarazione d’indipendenza della regione dalla Russia e la nascita della Repubblica cecena d’Ičkeria. Il conflitto iniziò nel 1994, quando le forze federali russe cercarono di prendere il controllo delle varie aree montuose della regione. In quella circostanza, nonostante la maggioranza di uomini e la superiorità schiacciante in termini di armamenti, l’esercito russo venne respinto dalla guerriglia cecena e dai raid condotti in pianura. Fu un conflitto sanguinoso, difficile e lungo, che avvilì i soldati e che non fu mai del accettato dall’opinione pubblica. Morirono in 16000, tra militari russi, civili e guerriglieri. E rimasero città smembrate e rovine fumanti.
La seconda guerra cecena, invece, (quella di Putin) fu molto più lunga e subdola, tra il 1999 e il 2009. Ebbe un esito diverso per i russi e vide scontrarsi l’esercito della Federazione contro i separatisti mossi da 80 anni di soprusi e repressioni indicibili
Nel 1922 la Cecenia venne incorporata all’Unione Sovietica, ma gran parte degli accordi che Mosca aveva preso con la Repubblica delle Montagne non venne rispettata. Già dall’anno successivo i tribunali islamici vennero chiusi, diversi leader locali furono posti agli arresti e si aggiunse il divieto di portare il kinzal, il pugnale simbolo dei popoli di quella regione.
Nel 1929 la popolazione di Cecenia, Daghestan e di altre repubbliche vicine scelse di ribellarsi al dominio sovietico, fatto che costrinse Mosca a fare un passo indietro e a moderare le sue ingerenze. Il 25 dicembre del 1936 venne istituita la Repubblica socialista sovietica autonoma della Ceceno-Inguscezia, che aveva il suo centro amministrativo a Groznyj.
L’anno dopo, l’avvio delle purghe staliniane cambiò il profilo sociale della regione: in Cecenia, le persecuzioni decapitarono l’élite culturale e soffocarono l’identità islamica: le moschee vennero distrutte o riconvertite in granai (così come accadde a molti luoghi di culto cristiani) e la sola conoscenza della lingua araba poteva essere motivo di detenzione. Inoltre, furono diversi i tentativi di introdurre l’allevamento di suini nell’area, a sfregio della dottrina musulmana.
All’inizio del 1944, il governo sovietico avviò l’operazione čečevica, che prevedeva la deportazione dell’intero popolo ceceno entro una settimana: il 23 febbraio di quell’anno, con il pretesto di festeggiare il 26° anniversario della fondazione dell’Armata rossa, in tutti i villaggi fu radunata la popolazione e venne letto il comunicato del Comitato governativo di difesa, che annunciava il trasferimento dei cittadini. Più di un milione di ceceni, ingusci e altri popoli caucasici settentrionali furono mandati in Siberia e in Asia centrale, stipati in treni merci, senza cibo o acqua. La motivazione ufficiale era l’accusa di aver collaborato e appoggiato l’invasione della Germania nazista, ma il motivo reale era la PULIZIA ETNICA. La politica staliniana schiacciò l’identità cecena, trasformandola, di fatto, in una “non entità”.
Solo nel 1956, la condanna degli eccessi dello stalinismo al XX° Congresso del Pcus riabilitò e fece tornare in patria i cosiddetti “popoli puniti“ tra cui c'erano (Ohibò) anche gli Ucraini, vittime di analoga deportazione.
Nel 1957, grazie all’intervento di Nikita Cruščev, la re-istituzione della Repubblica Ceceno-Inguscezia aveva permesso l’immediato rientro nella regione dei cittadini ceceni deportati. Ma negli anni della loro assenza, la composizione etnica dell’area era profondamente mutata. Gli ingusci trovarono una parte consistente dei propri territori occupati da popolazioni di etnia osseta, i quali si rifiutarono di lasciarli (uno degli elementi ricorrenti nei conflitti degli anni Novanta). Per riavere case e terra furono costretti a ricomprarle. Molti di loro, per essere maggiormente controllati, vennero inviati dalle autorità sovietiche a vivere in pianura e la crescente tensione fra popolazione russa e cecena nella regione portò comprensibilmente a un aumento dei crimini violenti.
I russi lasciarono le campagne e si trasferirono in massa a Groznyj, dove potevano fornire le competenze tecniche necessarie alla nascente industria. Il fenomeno contribuì alla marginalizzazione della popolazione cecena rispetto al mercato del lavoro nelle aree in via di sviluppo: i giovani, in particolare, vennero completamente tagliati fuori, fatto che contribuì a radicalizzarli e a incasellarli nelle dinamiche più violente del separatismo.
Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, nel dicembre del 1991, la Russia divenne una nazione indipendente, percepita come lo Stato successore dell’URSS (anche se perse la maggior parte della sua forza militare e, soprattutto, economica). E mentre l’etnia russa componeva più del 70% della popolazione della Repubblica socialista sovietica federata russa, alla caduta di questo sistema le differenze etniche e religiose in molte regioni dell’ex orbita sovietica costituirono una minaccia per l’integrità politica del nuovo Stato. E fu proprio poco prima del crollo, all’inizio del 1990, che le diversità etniche ruppero con il governo federale.
Il 6 settembre del 1991, alcuni militanti del partito del Congresso nazionale del popolo ceceno, creato dall’ex generale sovietico, Džokhar Dudaev, convocarono una sessione del Soviet supremo (con l’obiettivo di dichiarare l’indipendenza della regione) e uccisero a Groznyj il rappresentante del partito comunista dell’Unione Sovietica, tramite defenestrazione. Poi linciarono altri membri del partito e ufficialmente dissolsero il governo della Repubblica autonoma dell’Unione Sovietica Ceceno-Inguscia. A ottobre dello stesso anno, Dudaev ottenne il sostegno popolare con largo margine (82%) e spodestò l’amministrazione ad interim appoggiata dal governo federale. Presa la carica presidenziale, decretò l’indipendenza dall’URSS e, dopo qualche settimana, l’allora presidente russo in carica, Boris El’cin, inviò truppe corrazzate a Groznyj, costrette a ritirarsi dalle forze di Dudaev.
Dopo che la Cecenia pronunciò l’iniziale dichiarazione di sovranità, nel giugno del 1992, la Repubblica autonoma Ceceno-Inguscia si divise in due. La Repubblica dell’Inguscezia, in seguito, confluì all’interno della Federazione russa, mentre la Cecenia dichiarò la sua piena indipendenza nel 1993 (con il nome, appunto, di Repubblica cecena di Ičkeria).
Direi quindi carissima ZAC, che la rivolta cecena possegga intrinsecamente tutti i crismi per essere definita una lotta di popolo !
Continuare con la BUFALA delle interferenze occidentali offende l'intelligenza e la conoscenza della Storia !


Alberto Pento
Certo, ma questa fu la seconda guerra all'Iraq che non ebbe all'inizio l'approvazione dell'ONU ma nemmeno la condanna, iniziativa bellica che poi l'ONU sostenne:
https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_in_Iraq

La prima guerra all'Iraq invece che fece seguito all'invasione del Kuwait da parte di Saddam, fu svolta sotto l'egida dell'ONU e determinò l'atteggiamento successivo di ostilità, di buona parte del mondo verso l'Iraq del dittatore Saddam come stato canaglia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_del_Golfo
Questo precedente bellico non va trascurato per inquadrare il contesto storico delle cose e delle relazioni internazionali del caso Iraq.
Parte dei paesi europei che inizialmente si opposero alle ostilità all'Iraq si opposero poi al rigetto degli accordi sul nucleare iraniano da parte di Trump e di Israele, in particolare la Germania e il Belgio.

Poi non vanno dimenticate le stragi etniche dei curdi da parte di Saddam, a cominciare da questa:
https://www.notiziegeopolitiche.net/ven ... ila-curdi/
L'Iraq di Saddam Hussein non era certo un paese civile e democratico esemplare ma un paese canaglia, stragista e terrorista.
E quelle degli occidentali non furono guerre condotte per la predazione di territori e di risorse o per imporre il loro dominio imperialista e coloniale.



Le azioni militari, a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale, con invasione di un esercito internazionale e con bombardamenti aerei o navali, intraprese dall'Occidente USA e NATO o da coalizioni di paesi occidentali, in Asia e in Africa, sono state fatte prevalentemente su mandato ONU (e in taluni casi anche quando non è stato possibile il mandato ONU per il veto della Russia o della Cina), queste azioni non sono mai state fatte per predare territori e risorse altri, per schiavizzare popolazioni e sterminare etnie.
Sono sempre state fatte a sostegno dei popoli oppressi, delle minoranze a rischio di pulizia etnica e genocidio (vedasi il caso del bombardamento della Serbia a difesa dei bosniaci e dei kosovari),
contro dittatori criminali e terroristici e i loro regimi canaglia, con gran dispendio di risorse economiche dei cittadini e dei contribuente occidentali, attenuate solo in parte da successive compensazioni dei paesi che hanno tratto beneficio da queste azioni a loro favore (vedasi i casi dell'Afganistan, della Somalia, dell'Iraq, della Libia).
La Russia invece ha sempre intrapreso le sue iniziative militari, contro la volontà internazionale e l'ONU (come oggi nel caso dell'Ucraina), per predare territori, risorse e sovranità politica, per impedire la libertà e l'indipendenza delle popolazioni e dei paesi, per l'imperialismo e il suprematismo nazifascista russo della Grande Russia di Putin, compiendo atroci crimini contro l'umanità, il diritto internazionale e crimini di guerra.
Non vi è alcun possibile paragone tra le azioni militari dell'Occidente e del Mondo Libero e quelle della Russia nazifascista di Putin.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Berto
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I demenziali sostenitori del criminale nazifascista Putin

Messaggioda Berto » dom ago 07, 2022 5:24 pm

Ecco una summa delle demenzialità, delle falsità, delle calunnie imbastita dalla propaganda del Cremlino per
spiegare, giustificare e motivare, la sua aggressione all'Ucraina data in pasto ai sudditi russi e ai suoi utilii dioti che lo sostengono in occidente.


https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063
Alberto Barone
La narrativa che ci sta distruggendo è quella di questo signore qui, che ancora oggi osa parlare di difesa della democrazia e di valori europei, senza paura del ridicolo, malgrado quanto segue:
- L’Ucraina a cui si riferisce, è un’oligarchia che ha preso il potere ammazzando 80 persone in piazza Maidan durante un colpo di stato organizzato nel 2014 insieme alla CIA
- Da allora il regime di Kiev ha iniziato un sistematico massacro della popolazione di etnia russa del Donbass, bombardando incessantemente case, mercati, alberghi, asili, scuole, fermate dell’autobus, teatri, etc lasciando il territorio senza acqua, luce e gas, da 9 anni
- Ha lanciato una campagna di epurazione etnica a danno della minoranza etnica Russa, al livello paese (abolizione della lingua russa, cancel culture etc)
- Ha legittimato e favorito il risorgere dell’ideologia nazista ad ogni livello della vita civile ed istituzionale (esercito, libri di scuola, pubblica amministrazione, monumenti, etc fino a dentro i servizi segreti)
- Per questo è stata denunciata dalla risoluzione del Parlamento Europeo del 25/02/10
- È denunciata dal rapporto OCSE del 2016, per vari crimini
- È denunciata dal rapporto di Amnesty International del 08/09/ 14, per vari crimini
- È denunciata dal rapporto del UNHCR del 03/03/16, per vari crimini
- La stessa oligarchia, oggi capeggiata da Zelensky, ha rinnegato gli accordi di Minsk 2 giorni dopo averli sottoscritti sotto la garanzia di Macron (10/2/22)
- È denunciata dal rapporto dell’ONU del 15/11/22 per violazione dei diritti umani
- È denunciata dal rapporto di Amnesty International del 04/08/22 per usare ospedali, scuole, asili e civili come scudi umani
- È Denunciata dal rapporto di HRW del 30/01/23 per l’impiego di armi vietate dalla convenzione di Ginevra
- Ha Ammazzato Volodymyr Strok il sindaco di Kreminna perché traditore della Patria
- Ha Ammazzato Yuri Prylipko il sindaco di Gostomel perché traditore della Patria
- Ha messo fuori legge gli 11 partiti di opposizione (decreto del 19/3/22)
- Ha imprigionato il capo dell’opposizione Viktor Medvedchuk
- Ha ammazzato il giornalista dissidente Oles Buzina, per “tradimento”
- Ha imprigionato l’attivista dissidente di sinistra Alexander Matjuschenko per “tradimento”
- Ha imprigionato i dissidenti Mikhail & Aleksander Kononovich per “tradimento”
- Ha imprigionato l’avvocatessa dei diritti umani dissidente Elena Viacheslavova per “tradimento”
- Ha imprigionato il giornalista dissidente Yan Taksyur per “tradimento”
- Ha imprigionato il giornalista dissidente Yuri Tkachev per “tradimento”
- Ha imprigionato l’attivista per i diritti umani dissidente Oleg Novikov, per “tradimento”
- Ha bandito la chiesa ortodossa canonica (decreto del 19/01/23 per “il consolidamento della società Ucraina”)
- Ha sospeso la cittadinanza di 13 preti della chiesa canonica ortodossa (decreto del 28/12/22) perché traditori della Patria
- Ha messo fuori legge chi negozia per la pace (decreto del 4/10/22) per “tradimento”
https://www.facebook.com/745102770/vide ... 2368222235



Le cose stanno assai diversamente da quanto esposto in questo demenziale elenco della propaganda russa di cui gli utili idioti come costui si sono fatti megafono:


1)
In Ucraina non vi è stata alcuna oppressione etnica delle minoranze russofone-russofile delle aree confinanti con la Russia come la Crimea e il Donbass. Caso mai è successo proprio il contrario e la popolazione ucraina di queste regioni ha subito la violazione dei suoi diritti umani, civili e politici, la minaccia e l'aggressione violenta da parte dei terroristi separatisti filo russi istigati, armati e infliltrati dai russi nazifascisti di Putin.
Vedasi note aggiuntive e di approfondimento.

2)
Il nazismo non c'è in Ucraina ma si trova pienamente, ben piantatao e diffuso in Russia nella suprematista e imperialista di Putin. L'Ucraina negli ultimi 20 anni ha cambiato vari presidenti della repubblica, tutti eletti democraticamente e l'ultimo Zelensky è pure un presidente di origine ebraica. La Russia invece da 20 anni ha sempre e solo un unico presidente l'autocrate l'oligarca assassino Putin.
La presenza in Ucraina di qualche gruppo nostalgico del nazismo è in misura assai minore che negli altri paesi dell'Occidente e non ha alcuna influenza politica.
L'esercito ucraino diversamente da quello russo non ha alcun reparto che si ispira al nazismo e non ha mai assunto comportamenti disumani, incivili e criminali tipici dei nazisti, al contrario invece dei reparti dell'esercito russo come quelli della Wagner e dei nazimaomettani ceceni di Vladimir Vladimirovič Putin il cane di Putin.
Vedasi note aggiuntive e di approfondimento.

3)
L'oligarchia esistente in Ucraina è quella che l'Ucraina ha ereditato dall'URSS ma che nei decenni dopo l'indipendenza del 1991 si è spaccata in due:
una che costituisce la maggioranza è schierata a favore dell'Ucraina, della sua indipendenza dalla federazione russa, della sua alleanza politica, economica, culturale e militare con l'Occidente e della libertà democratica e dello stato di diritto;
e un'altra che è la minoranza di oligarchi corrotti alla russa, schierati da sempre con la Russia di Putin e il suprematismo imperialista russo, anti indipendenza dell'Ucraina, anti occidentali e antidemocratici; che sono la causa della guerra civile in Ucraina del 2013, del separatismo violento e terrorrista del Donbass e dell'occupazione militare russa della Crimea nel 2014.
Vedasi note aggiuntive e di approfondimento.

4)
Le organizzazioni internazionali come l'ONU e le sue articolazioni come UNHCR, il Consiglio d'Europa, la Corte Internazionale dell'Aia, il Parlamento UE, l'OCSE sono tutte contro la criminale Russia nazifascista di Putin e la sua ignobile aggressione all'Ucraina.
Le accuse all'Ucraina contenute in questo demenziale elenco risalgono ai primi mesi dell'aggressione quando la propaganda russa era dominante, prevaleva la confusione e non vi erano informazioni corrette e sufficienti. Infatti subito dopo tutti gli organismi internazionali del mondo libero hanno preso ferma posizione di condanna contro la Russia e ogni accusa contro l'Ucraina è sparita.
Gli unici ad usare gli ucraini come scudi umani sono i russi la cui inciviltà e disumanità è pari a quella dei nazimaomettani palestinesi contro gli ebrei.
Vedasi note aggiuntive e di approfondimento.

5)
Gli accordi di Minsk sono stati violati esclusivamente dalla Russia dell'oligarca nazi fascista ed ex comunista del KGB Vladimir Putin
Vedasi note aggiuntive e di approfondimento.

6)
È dovere di ogni buon governo censurare, internare, arrestare, condannare, imprigionare e se necessario per legittima difesa in tempo di guerra fucilare
i criminali terroristi, i diffamatori e i calunniatori che istigano all'odio e alla violenza, le quinte colonne di complici, infiltrati sabotatori e di traditori schierati con il nemico mortale che ha aggredito il paese, la nazione, lo stato e che sta distruggendo paesi e città e sterminando la popolazione.
Zelensky ha fatto più che bene a censurare, arrestare e bandire gli antiucraini, è stato anche troppo civile e buono, in Russia Putin imprigiona, assassina e stermina i suoi oppositori che altro male non hanno fatto, da quando è al potere
Vedasi note aggiuntive e di approfondimento.


Note aggiuntive di approfondimento:

1)
Ucraina, dalla guerra civile nel 2013/14, causata dal nazifascista russo Putin a oggi,
dalle stragi di Euromaidan del 2013 a quella di Odessa del 2014
viewtopic.php?f=143&t=3006
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 9099264249


2)
Dov'è il nazismo e chi è il nazista in Ucraina e in Russia?
viewtopic.php?f=143&t=3003
Dove sta il nazismo e chi è il nazista nella questione Ucraina Russia?
Non è difficile e non ci vuole molto per capirlo.
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... 1493516620

Patriottismo, indipendentismo, nazionalismo e nazismo in Ucraina e in Russia
e la Russia nazi fascista e comunista, suprematista e imperialista del falso cristiano Putin il violento e criminale dittatore russo
viewtopic.php?f=143&t=3004
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 9263248411

La Russia nazi fascista di Putin
La Russia di Putin e l'Ucraina e la putinlatria
viewtopic.php?f=92&t=2990


3)
I primati negativi della incivile e malvagia Russia di Putin
La incivile e malvagia Russia nazifascista di Putin, i suoi primati negativi e le sue azioni criminali
viewtopic.php?f=143&t=3010
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 4000746683
La Russia di Putin non è un faro di civiltà per il mondo, non è certo un paradiso per i cristiani e non è nemmeno una patria felice e ideale per i russi e per le altre etnie di questa federazione imperiale a egemonia suprematista russa.


4)
I diritti umani, civili e politici degli ucraini violati dai nazifascisti russi
I diritti umani, civili e politici degli ucraini violati dai filorussi e dalla Russia suprematista e imperialista di Putin in Ucraina e nelle sue regioni del Donbass e della Crimea
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... 2734682162
Non sono i russi dell'Ucraina l'etnia maltrattata, oppressa e oggetto di pulizia etnica genocidaria come racconta la propaganda nazifascista russa amplificata dai suoi demenziali sostenitori in Occidente, ma sono gli ucraini dell'Ucraina e dei suoi territori del Donbass e della Crimea.
Sono in molti che si sono fatti ingannare: pochi in demenziale buona fede e molti in malvagia malafede l'hanno fatta propria.

Risoluzioni di condanna ONU e non solo, contro la Russia e i filorussi
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 9003863100
Risoluzioni ONU di condanna della Russia per il caso Ucraina, e non riconoscimento degli stati e dell'ONU dell'annessione della Crimea e delle autoproclamate repubbliche separatiste e dei referendi nel Donbass e della successiva annessione di queste da parte della Russia.

Amnesty International contro l'Ucraina e contro Israele
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 9003863100
Amnesty International in mano ai sinistrati, internazi comunisti e politicamente corretti, antisemiti e filo nazi maomettani (palestinesi e non solo) e con un debole per i nazi fascisti russi di Putin ?


5)
Le demenzialità, le menzogne e le calunnie contro gli USA e la NATO
viewtopic.php?f=143&t=3005
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... 1061722663

Ucraina, dalla guerra civile nel 2013/14, causata dal nazifascista russo Putin a oggi,
dalle stragi di Euromaidan del 2013 a quella di Odessa del 2014
viewtopic.php?f=143&t=3006
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 9099264249
Capitolo 6)

6)

Il bene che si difende dal male, il caso Ucraina
viewtopic.php?f=143&t=3021
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... hk4rMP8BTl
Difendersi con le armi dall'aggressione violenta che calpesta i tuoi diritti umani, civili e politici, per predarti, stuprarti, ridurti in schiavitù o ucciderti e sterminarti, è una necessità universale, un diritto e un dovere umano, civile e politico insindacabile, eticamente e cristianamente ineccepibile e irreprensibile.
Solo attraverso la legittima difesa si tutela e si salva il diritto, la vita, la dignità, la libertà e la sovranità, non esiste altra possibilità per l'uomo.
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I demenziali sostenitori del criminale nazifascista Putin

Messaggioda Berto » dom ago 07, 2022 5:24 pm

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Messaggioda Berto » dom ago 07, 2022 5:24 pm

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Re: I demenziali sostenitori del criminale nazifascista Puti

Messaggioda Berto » dom ago 07, 2022 5:25 pm

14)
Ebrei sinistrati e atei antisemiti e antiucraini, filo nazimaomettani e filorussi naziputiniani


Il grande odio imperversa sul piccolo schermo
Deborah Fait
12 giugno 2022

https://www.facebook.com/deborah.fait/p ... 7778511743

Mi scrive un lettore a commento della trasmissione “L’aria che tira”, andata in onda il 7 giugno 2022 su La7, condotta da Mirta Merlino: “Ieri il signor Ovadia, ospite della succitata trasmissione ,si è scagliato ancora una volta contro lo stato ebraico accusandolo di essere espansionista guerrafondaio e occupatore di terre altrui. Israele definito da questo individuo come un oggetto che non dovrebbe esistere”. Le parole urlate da Ovadia, rivolte a David Parenzo che lo contestava sulla guerra in Ucraina, sono state “Israele occupa da 60 anni territori non suoi” e poi ha snocciolato tutte le risoluzioni Onu che Israele non ha accettato per non essere cancellato dalla carta geografica. Confesso che ogni volta che vedo questa persona accalorarsi in modo anomalo quando nomina Israele, il suo odiato Israele, temo gli venga un coccolone. Diventa rosso in viso, il copricapo si sposta sulla fronte, gesticola. E urla, urla, urla, come se davanti a sé vedesse il demonio. Calma, Ovadia, calma, l’età è quella che è e i medici dicono che sia pericoloso lasciarsi prendere da troppa emotività quando non si è più tanto giovani. Ma veniamo alle cose serie. Ovadia non è un giornalista quindi può permettersi di raccontare fatti inesistenti in maniera personale, non obiettiva ed è esattamente quello che fa, racconta le sue fantasie con tale impeto che sembrano vere e gli innumerevoli idioti che lo ascoltano credono ad ogni sua parola. È così che si diffonde, in modo magistrale, l’odio contro Israele che chiamasi antisemitismo, alias antisionismo. Ma se non è un giornalista perché lo invitano in tutti i talk show? È noto a chiunque che prima o poi tirerà fuori qualche cazzata su Israele. Lo fanno per questo? Ha senso? No, non ha nessun senso, diffamare Israele sempre, anche quando l’argomento è altro, fa solamente fare una figura barbina a chi conduce la trasmissione. Ma, in definitiva, chi è Ovadia? Uno che ha fatto fortuna raccontando barzellette sugli ebrei ed è risaputo che questo tipo di satira ha sempre un successone perché blandisce, con falsa ingenuità, il subconscio antisemita della maggior parte della gente. Da attore, musicante, cantante e autore teatrale è diventato opinionista ricercato dalle trasmissioni importanti di tutte le reti. Da opinionista, con il suo background, può dire ciò che vuole e negli anni, non ho mai sentito nessuno avere il coraggio di obiettare, di correggere le sue opinioni distorte su Israele. I personaggi come Moni Ovadia (maestro in questo tipo di propaganda è, oltre al nostro, Di Battista) vinceranno sempre la guerra mediatica contro Israele, forti di tutte le palle che i media di sinistra raccontano su quel paese. I fatti veri non contano, la verità è sempre un optional, la storia si cancella e si riscrive a seconda di come conviene. E adesso veniamo alle menzogne e cioè : “Israele occupa da 60 anni territori non suoi”. Già qui si nota la furbizia del non dire “dei palestinesi”, ma semplicemente “non suoi, non di Israele”. Ovadia lo sa che quei territori non sono, né mai sono stati, dei palestinesi, Ovadia sa che Giudea, Samaria e Gerusalemme, questi i loro nomi, sono terre ebraiche da 3300 anni, occupate dalla Giordania nel 1948 e annesse dalla stessa in modo illegale.
In Giudea e Samaria vivevano ebrei non arabi e la Giordania praticò pulizia etnica su larga scala, distruggendo centinaia di sinagoghe, espellendo gli ebrei e devastando i cimiteri ebraici. Quelle terre, culla del popolo ebraico, vennero occupate da arabi che, nel 1964, dopo un accordo a Mosca, tra Arafat e il governo sovietico, presero il nome di palestinesi. Il gioco fu fatto e, per la prima volta nella storia, un popolo fu inventato dal nulla solo per cancellarne un altro dalla mappa del mondo. Una seconda e definitiva Shoah era stata preparata ma fecero male i calcoli perché, nel frattempo, gli ebrei decisero di difendersi, imbracciarono le armi e, un pugno di uomini contro milioni di guerrieri armati fino ai denti, vinsero tutte le guerre. Il potere dell’amore per la propria Terra e la disperazione di poterla ancora una volta perdere! L’ingiustizia più atroce è che, per uno strano fenomeno mai accaduto prima nel mondo, un paese vittorioso in guerre non volute e non cercate, deve assoggettarsi ai desideri dei vinti. Si, fa bene Ovadia a urlare “Terre non sue (di Israele)”, e non ”Terre dei palestinesi” perché in effetti erano occupate dalla Giordania fino al 1967 quando Israele, vinta l’ennesima guerra, le liberò. Non erano terre palestinesi (mai esistite), erano terre ebraiche rubate. Moni Ovadia è un furbacchione che sta molto attento a non darsi la zappa sui piedi. Naturalmente i media, le organizzazioni filopalestinesi, i palestinesi stessi alimentano queste menzogne e, in campo mediatico, sono sempre vincenti perché Israele è una democrazia che, prima di smentire le menzogne, fa le dovute inchieste.
Nel frattempo i palestinesi, senza ombra di indagini, si dedicano, in tutta fretta, al loro lavoro più amato: la diffamazione dello stato ebraico sulla base delle loro invenzioni. In Israele c’è assoluta libertà di stampa, anche per la stampa più ostile, basta sfogliare Haaretz per rendersene conto. Quindi chi odia Israele ha campo libero. Ultimamente ho letto le parole di un esponente di Sinistra Italiana, candidato sindaco di Sesto San Giovanni: “Lo stato di Israele è una montagna di merda, è uno stato criminale che ricorre all’apartheid nazista contro i palestinesi, e criminali sono i suoi cittadini”. Quale frase più antisemita di questa? Però il sindaco di Milano, Sala, giustifica questo orrore dicendo che l’autore era un giovincello quando le aveva pronunciate. Aveva 27 anni. Quando si arriva all’età della ragione in Italia? A conclusione di questa carrellata di odio non solo mediatico, non posso non citare le parole di Dmitri Medvedev, capo del consiglio di sicurezza dell’URSS/Russia: "Odio l'Occidente. Sono dei bastardi e degenerati. Vogliono la nostra morte, quella della Russia. Finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire". Quando una società, un’opinione pubblica intera vengono quotidianamente bombardate con parole di odio, di intolleranza, di morte, quale può essere il risultato? La risposta mi spaventa.
Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"



Alberto Pento

Le demenzialità di un sostenitore adoratore di Putin.

Livio Braga
Alberto Pento Attendo la risposta alle mie precise e circostanziate accuse contro l’Occidente per aver creato odio etnico e religioso contro la civiltà slavo Ortodossa e arabo mussulmana a seguito dei bombardamenti delle città e sulle popolazioni civili in Bosnia in Serbia in Iraq in Siria in Libia !

Livio Braga
Alberto Pento Attendo una risposta sui colpi di Stato orditi dagli Occidentali in Ucraina in Egitto e in Tunisia !Anche queste pesanti interferenze Occidentali hanno cimentato uno scontro etnico e religioso fra le popolazioni slavo Ortodosse e arabo mussulmane e lo stesso mondo Occidentale . Si tratta di neocolonialismo portato avanti dai globalisti e mondialisti al fine di sfruttare le risorse di paesi poveri e deboli del Terzo e Quarto Mondo .

Alberto Pento
Lei scrive e riporta solo demenzialità tipiche della propaganda russa del criminale nazifascista Putin, il dittatore rosso bruno del Cremlino.

Livio Braga
Alberto Pento Ha ha ha ! Non hai argomenti . Continua a ritagliare articoli preparati dai servizi segreti . L ‘unica cosa che sai fare bene.


Romeo Tomaz
O Pento Alberto, lei che tutto vede e tutto sa..., cosa ne dice del caso del licenziamento ad opera del parlamento ucraino di Lyudmila Denisova, ex commissaria ucraina per i diritti umani, che accusava i russi di fare più stupri di quanti realmente ne facciano? Mi sembra che nonostante tutti i partiti che sono stati messi fuorilegge da Zelenski, i deputai attuali del parlamento di Kiev non siano proprio tutte persone che si siano bevute il cervello. Lei cosa ne dice?

Alberto Pento
Io cerco di informarmi e di documentarmi per bene perché non sono Dio che tutto vede e che tutto sa, poi uso il buon senso. Il Parlamento ucraino e il Presidente ucraino sono stati eletti democraticamente e giustamente chi si comporta male, indegnamente, e che danneggia l'Ucraina va denunciato, bandito e condannato compreso i filorussi che sostengono la criminale invasione/aggressione dell'Ucraina come pericolosi traditori complici dei nemici. Quello della ex commissaria Denisova è un caso controverso sotto esame da parte delle autorità politiche e giudiziarie dell'Ucraina, è possibile che sia stata una quinta colonna russa e che abbia esagerato appositamente per vanificare le accuse per crimini contro l'umanità e di guerra fatte e da farsi contro la Russia.

Romeo Tomaz
Già, Già... peccato che lo sappia solo lei e che gli organi di informazione main stream non abbiano corretto la bufala a cui avevano dato antecedentemente ampio risalto.... ( P.S. a proposito, lei sa chi era Pdor, figlio di Kmer?)

Alberto Pento
Le esagerazioni della ucraina russa Denisova riguardano solo una parte delle accuse ai criminali russi, il grosso dei crimini e delle accuse resta documentato e provato e non è vanificato dalle esagerazioni di questa ambigua commissaria russo-ucraina. Il caso resta tutto da verificare.

Romeo Tomaz
Non si preoccupi che anche gli stessi russi sanno trattare molto bene chi stupra e fa altri crimini abominevoli, anche meglio forse di noi occidentali...

Alberto Pento
Certo l'Ucraina non è stata aggredita e invasa dai criminali nazifascisti russi ma da quelli occidentali, della UE, degli USA e della NATO.

Romeo Tomaz
...Si, come no... Se si vuole venirne fuori bisogna che ambedue le parti accettino il diverso. Comunque, io non parlerei di nazismo, che è stata una gran brutta cosa diversa da quella che c'è adesso. Ma di ultra nazionalismo si. Gli ucraini dovrebbero smetterla di impedire ai rappresentanti del popolo russo di sedere nel loro parlamento e di andare a scuola studiando nella loro lingua, e così dovrebbero fare i russi... In caso contrario si romperanno le corna tra di loro finché tutti quelli che hanno la testa calda non ci saranno più...

Livio Braga
Alberto Pento L’ Ucraina si merita questa guerra. La prossima volta prima di fare i sbruffoni e i gradassi ci penseranno due volte . Ora avranno il paese al 50 % distrutta con migliaia di morti . Dovevano pensarci prima e implementare gli accordi di Minsk ! Ma Biden Merkel e Macron non hanno voluto perché cercavano la guerra contro la Russia e l Europa.

Alberto Pento
Livio Braga Il nazi-bolscevismo esiste davvero, massacra l'Ucraina e ha due colori: rosso e bruno
di
Pierluigi Battista
Da Limonov a Milosevic
21 Aprile 2022
https://www.facebook.com/antonio.gabbat ... 0304150268
Guardate che il nazional-bolscevismo esiste davvero, scorre nei sotterranei del misticismo russo, non è solo una proiezione polemica, Limonov non è solo un’invenzione geniale di Emmanuel Carrère. Era Limonov, perseguitato in Unione Sovietica, poi proiettato sulla scena esistenziale del nazional-bolscevismo (sì, del nazi-bolscevismo) che si stava esibendo nella Serbia nazional-comunista di Milosevic, quando Limonov era tra i cecchini di Mladic che facevano strage della popolazione di Sarajevo.
Limonov si era messo in combutta con Dugin, il profeta del totalitarismo post-sovietico che oggi piace ai fascisti d’Europa sedotti dal pugno di ferro di Putin che vuole schiacciare, ispirato all’etno-teocrazia minacciata del patriarca ortodosso Kirill (con regolare passato nel Kgb, come il suo compare al Cremlino), tutto ciò che sa di Occidente, di democrazia, di libertà, di diritti, di tutto ciò insomma che viene odiato storicamente, con furia maniacale, dai nazisti e dai comunisti. Il partito nazional-bolscevico è stato formalmente messo fuori legge, il nazi-comunista Limonov (personaggio letterariamente straordinario grazie alla penna di Carrère) è morto, ma Dugin è il mentore di Putin nella sua guerra di aggressione alla democrazia ucraina. Lo slogan della “denazificazione” è solo una bandiera per ricordare l’epopea della Grande Guerra Patriottica, ma la base ideologica dell’invasione è un misto ripugnante di fantasie imperiali, febbri nazionaliste, nostalgie dello strapotere del Kgb, nazi-bolscevismo.
Come Milosevic, che univa comunismo, nazionalismo grande serbo e pulizia etnica, inaugurando l’epoca rosso-bruna che tanto appare contagiosa in Occidente. Rosso-bruno come Ernst Niekisch, che negli anni Venti del secolo scorso poteva rivendicare la primogenitura del nazional-bolscevismo. Come i feroci mercenari del battaglione “Wagner” filo-putiniani (altro che l’Azov) il cui capo si fa tatuare le mostrine delle SS senza che la sinistra filo-putiniana delle nostre contrade abbia nulla da ridire. Il nazional-bolscevismo, non è un’invenzione, esiste e bombarda i civili in Ucraina e rade al suolo Mariupol, insieme ad Aleppo la città-martire del ventunesimo secolo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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I demenziali sostenitori del criminale nazifascista Putin

Messaggioda Berto » dom ago 07, 2022 5:26 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » dom ago 07, 2022 5:26 pm

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I demenziali sostenitori del criminale nazifascista Putin

Messaggioda Berto » mar ott 25, 2022 7:59 am

15)
Demenziali domande e paragoni impossibili dei sostenitori di Putin per giustificare i suoi crimini



Le demenzialità, le menzogne e le calunnie contro gli USA e la NATO
viewtopic.php?f=143&t=3005
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... 1061722663

Grazie America, grazie USA, grazie NATO, grazie UE
viewtopic.php?f=143&t=3007
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3266258465


NON HO TIMORE A RISPONDERE:

A quasi tutte queste domande esiste una sola risposta, mediamente valida, perché ci sono differenze tra le nazioni nominate: ad es. Cina e Federazione Russa sono Stati chiaramente dittatoriali, altri, compresi Israele ed USA sono democrazie. Sempre meglio una democrazia imperfetta e qualche volta malata, che la più ingannevole delle dittature. Ricordo che tutti Voi che scrivete qui, vivete in una Nazione libera e democratica, quelli che cominceranno a rispondere, non è vero perché ci sono forme di dittature subdole e magari economiche etc etc …Bene, emigrate allora in Russia, Cina e per i più convinti nazicomunisti, in Corea del Nord.
Saluti e buona fortuna, senza distinzioni, a tutti.
Gianni Franza
18 ottobre 2022

https://www.facebook.com/gianni.franza. ... 3QPzqwq6Zl

UNDICI #DOMANDE AGLI #ATLANTISTI
Roberto Garuti

1. Qual è la differenza tra l'intervento #Nato in #Jugoslavia e quello russo in #Ucraina?
2. Perché il #Kosovo ha diritto all'#autonomia e il #Donbass no?
3. Perché la #Germania Est può scegliere di #riunificarsi a quella Ovest e la #Crimea non può scegliere di riunirsi alla #Russia?
4. Perché l'Ucraina ha diritto di entrare nella Nato e le Isole Salomone non hanno diritto di ospitare basi militari cinesi?
5. Perché #Usa, #Francia e #Israele possono #bombardare la #Siria e se la Russia fa lo stesso in Ucraina è un crimine?
6. Perché la #Nato può bombardare la #Libia e se la Russia fa lo stesso in Ucraina è il nuovo #Hitler?
7. Perché gli #Usa e il #RegnoUnito possono fare la #guerra preventiva contro l'#Iraq ma la Russia non può farla contro l'ingresso dell'Ucraina nella Nato?
8. Perché la #Slovenia e la #Croazia possono dichiarare l'#indipendenza dalla #Jugoslavia, mentre la #Crimea e il #Donbass non possono dichiarare l'#indipendenza dall'#Ucraina?
9. Perché l'assalto a Capitol Hill è un attentato alla Democrazia mentre il golpe di EuroMaidan è una rivoluzione democratica?
10. Perché Israele può violare la sovranità di tutti i suoi vicini e se la fa lo stesso Russia è l'Impero del Male?
11. Come mai non mandiamo #armi allo #Yemen e non mettiamo #sanzioni all'#ArabiaSaudita?
Ps: le ho trovate in rete, ma sono domande di #buonsenso che qualsiasi persona #libera dovrebbe porsi!


Gino Quarelo
Non sono domande di buon senso ma domande demenziali assemblate appositamente dalla propaganda filo russa che fanno leva e presa sulla ignoranza della maggior parte della persone.


1. Qual è la differenza tra l'intervento #Nato in #Jugoslavia e quello russo in #Ucraina?
La differenza è che la NATO è intervenuta contro la Serbia per la Bosnia e il Kosovo su mandato ONU mentre l'intervento della Russia in Ucraina è stato condannato dall'l'ONU.

2. Perché il #Kosovo ha diritto all'#autonomia e il #Donbass no?
Perché in Kosovo i kosovari erano la stragrande maggioranza e rischiavano il genocidio da parte dei serbi, mentre in Donbass la maggioranza era ucraina e non russa ed era vittima della minoranza russofila e dei russi.


3. Perché la #Germania Est può scegliere di #riunificarsi a quella Ovest e la #Crimea non può scegliere di riunirsi alla #Russia?
Perché la Germania dell'Est era parte integrante della Germania da sempre ed era stata smembrata dopo la guerra mentre la Crimea non era da sempre parte della Russia e nessuno l'aveva tolta alla Russia con la violenza e alla fine dell'URSS faceva parte dell'Ucraina e nel 1991 i crimei avevano votato a maggioranza per l'indipendenza dalla federazione russa come nel Donbass e in tutta l'Ucraina.

4. Perché l'Ucraina ha diritto di entrare nella Nato e le Isole Salomone non hanno diritto di ospitare basi militari cinesi?
Perché l'Ucraina è un paese libero e sovrano e al diritto di associarsi con chi vuole e con chi la può difendere dalle minacce doi aggressione come quelle russe che si sono verificate.
Le isole Salomone non sono minacciate dall'Occidente come l'Ucraina dalla Russia e la politica imperialista della dittatura cinese è un pericolo per tutto il mondo libero.


5. Perché #Usa, #Francia e #Israele possono #bombardare la #Siria e se la Russia fa lo stesso in Ucraina è un crimine?
Israele bombarda la Siria perché la Siria si è fatta avamposto dell'Iran che vuole distruggere Israele e sterminare gli ebrei, Usa e Francia perché giustamente contrari al dittatore siriano sciita Assad che stermina i sunniti.
Bombardamenti russi di Aleppo.
Aleppo: i continui bombardamenti russi e siriani contro gli ospedali condannano centinaia di feriti a morte certa
https://www.medicisenzafrontiere.it/new ... ondannano/


6. Perché la #Nato può bombardare la #Libia e se la Russia fa lo stesso in Ucraina è il nuovo #Hitler?
Perché vi fu un mandato ONU contro i crimini di Gheddafi, mentre in Ucraina i crimini erano dei nazifascisti russi contro gli ucraini.
Mandato ONU in Libia
A distanza di poche settimane, l’intensificarsi delle violenze portò nuovamente Francia e Regno Unito, questa volta appoggiati dal Libano, a presentare al Consiglio di Sicurezza la Risoluzione 1973. Quest’ultima venne approvata il 17 marzo 2011, con 10 voti favorevoli e 5 astensioni, tra cui quella di Cina e Russia che, seppur Membri permanenti del Consiglio, decisero di non ricorrere al diritto di veto. La Risoluzione 1973 metteva in luce l’inadempienza da parte delle autorità libiche della risoluzione precedente, sottolineando come le violenze in atto potessero considerarsi crimini contro l’umanità e costituissero una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale.
https://lospiegone.com/2019/05/23/tra-r ... -in-libia/


7. Perché gli #Usa e il #RegnoUnito possono fare la #guerra preventiva contro l'#Iraq ma la Russia non può farla contro l'ingresso dell'Ucraina nella Nato?
L'Ucraina è un paese libero e sovrano e ha il diritto di associarsi a chi vuole, specialmente ai paesi ai quali si sente affine e che possono aiutarla e difenderla come l'invasione della Crimea, la guerra civile in Donbass e la recente invasione-aggressione russa hanno dimostrato quanto ciò fosse stata cosa necessaria.

Non vi è stata alcuna guerra preventiva degli USA e del RU contro l'Iraq di Saddam Hussein
https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_in_Iraq


https://it.insideover.com/schede/guerra ... -2003.html



8. Perché la #Slovenia e la #Croazia possono dichiarare l'#indipendenza dalla #Jugoslavia, mentre la #Crimea e il #Donbass non possono dichiarare l'#indipendenza dall'#Ucraina?
Semplicemente perché la Slovenia e la Croazia erano abitate da sloveni e da croati e non da yugoslavi e da serbi e perché la Yugoslavia era un'assemblaggio statuale artificiale a dominio serbo che al crollo dell'URSS si è disfatto e queste regioni hanno voluto liberarsi dell'oppressione serba.
Il Donbass e la Crimea alla fine dell'URSS facevano parte naturale dell'Ucraina e in queste due regioni vi vivevano molti ucraini che in Donbass erano anche la maggioranza e perché i diritti umano, civili e politici degli ucraini di queste terre contano, come conta la sovranità di tutti gli ucraini su queste terre.

Il Donbass e la Crimea sono parte dell'Ucraina e non della Russia
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1613077124

Il Donbass è degli ucraini e dell'Ucraina e non dei russi e della Russia
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 143&t=3000
https://www.facebook.com/profile.php?id=100078666805876

Crimea!
La Crimea non è russa ma ucraina

viewtopic.php?f=143&t=3022
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 9003863100



9. Perché l'assalto a Capitol Hill è un attentato alla Democrazia mentre il golpe di EuroMaidan è una rivoluzione democratica?
Non vi è stato alcun attentao a Capitol Hill ma solo una occupazione momentanea senza violenza mentre in Ucraina gli ucraini non hanno fatto alcun golpe ma si sono difesi da i filorussi che con l'appoggio della Russia di Putin avevano innescato una guerra civile violenta contro gli ucraini che volevano liberarsi della Russia, riuscendo a liberarsi del governo filorusso che li oppimeva.

Ucraina, dalla guerra civile nel 2013/14, causata dal nazifascista russo Putin a oggi, dalle stragi di Euromaidan del 2013 a quella di Odessa del 2014
viewtopic.php?f=143&t=3006
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 9099264249


10. Perché Israele può violare la sovranità di tutti i suoi vicini e se la fa lo stesso Russia è l'Impero del Male?
Israele non viola la sovranità di alcun paese, caso mai sono i paesi nazi maomettani vicinoi che violano la sovranità israeliana per distruggere Israele e sterminare gli ebrei.
L'Impero russo è uno degli imperi del male come quelli nazi maomettani.

I suprematismi del Male: il suprematismo russo di Dugin e Putin, Eurasia
viewtopic.php?f=196&t=3017
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... 8KagjhZobl
I suprematismi sociali, politici e religiosi nazifascisti con i loro imperialismi militari, portatori di inciviltà e di disumanità, di morte e distruzione, gli imperi del male, della sopraffazione e dell'ingiustizia, della depredazione e della miseria, degli assassini e degli stermini.
Dove imperano queste mostruosità sociali, politiche e religiose la buona umanità fugge, se può scappa da questi imperi del male del terrore e dell'orrore.


11. Come mai non mandiamo #armi allo #Yemen e non mettiamo #sanzioni all'#ArabiaSaudita?
Perché nello Yemen vi è una guerra civile tra sciiti filo iraniani e sunniti filo arabi, guerra di aggressione innescata dall'Iran malefico e dagli sciiti yemeniti. Le sanzioni debbono andare all'Iran che è il carnefice e non all'Arabia che è la vittima

La guerra civile dello Yemen del 2015 è un conflitto in corso cominciato nel 2015 tra le fazioni che dichiarano di costituire il legittimo governo dello Yemen, insieme ai loro alleati
https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_ci ... emen_(2015)

Le forze degli Huthi, che controllano la capitale Sana'a e sono alleate con le forze fedeli all'ex presidente Ali Abdullah Saleh, si sono scontrate con le forze leali al governo di Abd Rabbuh Mansur Hadi, con sede ad Aden.

Anche al-Qāʿida nella Penisola Arabica (AQAP) e gli affiliati yemeniti dello Stato Islamico (ISIS) hanno eseguito attacchi, ed AQAP controlla porzioni di territorio nella parte centrale del Paese e lungo la costa.

Il 19 marzo 2015, dopo aver preso il controllo della capitale Sana'a nel settembre 2014 e aver costretto Hadi alle dimissioni e alla fuga ad Aden tra gennaio e febbraio 2015, gli Huthi hanno lanciato un'offensiva per estendere il loro controllo nelle province meridionali. Il 25 di marzo l'offensiva degli Huthi, alleati con forze militari fedeli a Saleh, è arrivata alle porte di Aden, la sede del governo di Hadi; Hadi è fuggito in Arabia Saudita lo stesso giorno. Il giorno seguente, una coalizione militare guidata dall'Arabia Saudita è intervenuta militarmente con attacchi aerei contro gli Huthi per restaurare il deposto governo di Hadi.
Secondo l'ONU, tra marzo 2015 e aprile 2016 fra 7.400 e 16.200 persone sono morte in Yemen,[12][13][14] di cui civili fra 4.125 e 10.000, e 500 morti in Arabia Saudita. Secondo il presidente dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, la coalizione a guida saudita ha causato il doppio delle vittime civili rispetto a tutte le altre forze messe insieme, quasi tutte in conseguenza degli attacchi aerei.


Ps: le ho trovate in rete, ma sono domande di #buonsenso che qualsiasi persona #libera dovrebbe porsi!



La seconda guerra del Golfo: il conflitto contro Saddam del 2003
Mauro Indelicato
https://it.insideover.com/schede/guerra ... -2003.html

Dal 1991 in poi, come detto in precedenza, i rapporti tra Iraq e Stati Uniti sono stati sempre sul filo della tensione. A dimostrazione di ciò, non solo le sanzioni economiche imposte dopo la sconfitta irachena in Kuwait, ma anche altri raid ordinati dagli Usa contro Saddam. Nel 1993 e nel 1998, l’amministrazione Clinton ha lanciato due operazioni aeree volte a colpire l’esercito iracheno. L’ultima, in particolare, è stata denominata “Desert Fox” ed ha avuto come obiettivo quello di reagire all’inadempimento da parte del governo iracheno circa una risoluzione Onu inerente le ispezioni da parte del personale del Palazzo di Vetro. Dopo due giorni di tensione, l’operazione è stata poi conclusa con il via libera di Saddam agli ispettori Onu.

Ma la situazione è diventata ulteriormente precaria con l’avvento alla Casa Bianca di George W. Bush, figlio del presidente che nel 1991 ha lanciato la guerra contro l’Iraq per l’annessione del Kuwait. Il nuovo capo di Stato americano infatti, ha promosso una nuova dottrina volta ad individuare i cosiddetti “Stati canaglia“, definiti tali perché non democratici od in quanto sostenitori del terrorismo. Una linea, quella di Bush, che è diventata sempre più stringente a seguito dell’attentato terroristico dell’11 settembre 2001. Dopo la guerra lanciata in Afghanistan per cacciare i Talebani da Kabul, rei di difendere Osama Bin Laden e dunque l’autore dell’attacco alle Torri Gemelle, si è subito capito che il prossimo bersaglio americano sarebbe stato Saddam Hussein.

Già nella primavera del 2002 infatti, iniziavano a circolare voci su un possibile piano Usa per attaccare l’Iraq. Secondo Casa Bianca e Pentagono infatti, Saddam Hussein rappresentava un pericolo per la stabilità globale per via dei suoi presunti rapporti con il terrorismo islamico e per possibili corse agli armamenti nucleari.

La questione è diventata politica nell’ottobre del 2002, quando Bush è riuscito a far approvare dal Congresso l’autorizzazione della forza per “difendere la sicurezza nazionale degli USA contro la continua minaccia posta dall’Iraq; e per attuare tutte le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU a questo riguardo”. Da questo momento in poi, l’opzione militare contro Saddam diventava quindi sempre più concreta.

Tuttavia, Washington alle Nazioni Unite non ha avuto gioco semplice. L’8 novembre 2002 il Consiglio di Sicurezza al Palazzo di Vetro ha approvato la risoluzione 1441, con la quale si intimava all’Iraq di rispettare i propri obblighi in materia di disarmo. Tale risoluzione è stata accettata da Baghdad, con il governo di Saddam Hussein che ha quindi autorizzato l’ingresso degli ispettori Onu in Iraq. Il primo rapporto da parte delle Nazioni Unite, reso pubblico nel gennaio 2003, sosteneva che il governo iracheno non aveva del tutto adempiuto ai propri obblighi, tuttavia si sottolineava che le autorità locali non avevano posto alcun ostacolo al lavoro degli ispettori.

Il 14 febbraio ed il 7 marzo, sono stati pubblicati altri rapporti che hanno messo in evidenza la collaborazione irachena ed in cui si sosteneva, tra le altre cose, come il pericolo di uno sviluppo di un programma atomico da parte di Saddam fosse remoto. Ma nonostante questi esiti, gli Usa hanno continuato a sostenere la propria linea secondo cui l’Iraq avesse rapporti con il terrorismo e l’ambizione di costruire armi di distruzione di massa. Il 5 febbraio, nel corso di una tesa seduta al consiglio di sicurezza, il Segretario di Stato Colin Powell ha mostrato quelle che, secondo Washington, erano le prove dell’esistenza di un programma di arricchimento di uranio da parte dell’Iraq.

Si è dunque ben intuito come gli Usa oramai fossero pronti soltanto all’opzione militare, nonostante il consiglio di sicurezza dell’Onu sulla base dei rapporti degli ispettori fosse di parere opposto. Secondo Bush, l’andamento del dibattito in seno alle Nazioni Unite rappresentava il fallimento della diplomazia. Gli Stati Uniti hanno quindi lavorato tra febbraio e marzo 2003 per la costituzione di un’alleanza, definita poi “coalizione dei volenterosi“: al fianco di Washington, vi era il governo britannico di Tony Blair, così come l’Australia ed alcuni Paesi centro asiatici che hanno concesso basi agli Usa. La Turchia ha concesso il proprio spazio aereo, ma non invece il transito della fanteria, cosa invece autorizzata dal Kuwait. Per cui, Washington a metà marzo del 2003 si preparava ad attaccare da sud l’Iraq. In un discorso tenuto alla Casa Bianca, Bush ha concesso tempo fino al 20 marzo a Saddam Hussein per abbandonare l’Iraq ed andare in esilio. Una proposta ovviamente rifiutata dal presidente iracheno.

Nella notte tra il 19 ed il 20 marzo, prime sirene anti aeree attivate a Baghdad hanno preannunciato le prime incursioni dei bombardieri Usa sulla capitale irachena. È stato quello il segnale dell’inizio della guerra: gli americani nelle prime ore di ostilità hanno bersagliato i più importanti obiettivi militari, quali caserme e depositi di munizioni, sia a Baghdad che nelle altre città più importanti dell’Iraq. Poche ore dopo i primi bombardamenti, il presidente statunitense Bush ha annunciato dalla Casa Bianca l’avvio della guerra. Poco prima dell’alba, a parlare in un discorso televisivo rivolto alla nazione, è stato lo stesso Saddam Hussein il quale ha invitato gli iracheni alla resistenza.

A differenza che nel 1991, quando le operazioni di terra sono iniziate dopo quasi un mese di campagne aeree, nella guerra del 2003 raid ed incursioni via terra hanno preso il via contemporaneamente. Ed infatti dopo la prima notte di bombardamenti, truppe americane ed inglesi sono entrate dal Kuwait nell’Iraq meridionale occupando il porto di Umm Qasr.

La coalizione anglo americana ha da subito mostrato una netta superiorità in termini di quantità di uomini e mezzi, oltre che sotto il profilo tecnologico. Dall’altro lato, Saddam Hussein aveva tra le mani un esercito la cui unica forza d’élite era rappresentata dalla Guardia Repubblicana, mentre per il resto molti battaglioni e diversi reparti, come prevedibile, si sono disciolti dopo i primi bombardamenti. Inoltre, 12 anni di embargo non hanno permesso l’arrivo di nuovi mezzi o pezzi di ricambio, per cui le attrezzature delle truppe irachene risultava obsoleta. E questo riguardava sia gli effettivi che i cosiddetti “Fedayn“, milizie di volontari paramilitari guidati dal primogenito di Saddam, Uday Hussein.

La differenza nelle varie forze in campo, era ben visibile già dopo i primi giorni di guerra. I raid dal cielo avevano creato gravi danni alle infrastrutture militari irachene, mentre via terra americani ed inglesi hanno iniziato ad avanzare nel sud del Paese. Tuttavia, almeno fino alla fine di marzo, la coalizione a guida Usa non ha occupato in modo integrale le città in cui era riuscita a rompere la fragile resistenza irachena. La strategia era quella di prendere soltanto i luoghi più strategici, soprattutto da un punto di vista viario, e procedere verso Baghdad. A Bassora ad esempio, gli inglesi dopo aver circondato la città già il 22 di marzo, hanno avanzato di pochi chilometri al giorno fino alla prima decade di aprile attuando piccole incursioni volte a logorare la resistenza delle forze locali.

Nonostante la Turchia non avesse dato il suo benestare per lo stanziamento della fanteria Usa, da Washington hanno sfruttato l’astio dei curdi nei confronti di Saddam Hussein per penetrare ugualmente nel nord dell’Iraq. La minoranza curda infatti, da anni era impegnata nella rivendicazione di autonomia da Baghdad, negata da sempre dal governo centrale iracheno guidato dal partito Baath. Per questo, gli americani sono riusciti ad instaurare un’alleanza politica con le forze curde ed hanno stretto accordi militari con i peshmerga, i combattenti curdo – iracheni.

Le forze Usa, paracadutate nella regione pochi giorni dopo lo scoppio della guerra, hanno avuto quindi gioco facile ad entrare nel nord dell’Iraq. La resistenza delle forze legate a Saddam Hussein nel Kurdistan iracheno è stata nulla, con i marines che nel giro di pochi giorni hanno occupato con l’aiuto dei peshmerga città importanti quali Erbil e Sulaymaniyya, lambendo già a fine marzo Kirkuk e Mosul.

Ma è comunque da sud che statunitensi e britannici hanno principalmente puntato per entrare a Baghdad. Se a nord la coalizione a guida Usa ha trovato i curdi, nella parte meridionale dell’Iraq invece si è puntato sulle divisioni tra sciiti e sunniti. Questi ultimi costituiscono una minoranza nel Paese, ma al potere in quanto lo stesso Saddam Hussein era sunnita. Gli sciiti invece compongono la maggioranza, invisa in parte al governo di allora di Baghdad e risiedente prevalentemente nelle province meridionali dell’Iraq. Per questo in molti casi il passaggio delle truppe Usa è stato accolto in modo positivo dalla popolazione.

Tuttavia la risalita verso Baghdad non è stata semplice, anche perché come detto in precedenza gli americani hanno preferito conquistare solo porzioni di territorio. Dal canto suo, Saddam Hussein a fine marzo ha deciso di puntare tutto sulla difesa della capitale. E questo da un lato sia perché convinto di avere all’interno di Baghdad i suoi principali sostenitori e sia perché, dall’altro lato, persuaso della possibilità di trascinare gli americani in una logorante guerra urbana.

I primi giorni di aprile però, l’avanzata Usa verso la capitale irachena ha preso definitivamente slancio anche per via del consolidamento delle posizioni conquistate a sud. Intorno al 6 aprile, prime avanguardie di truppe americane hanno iniziato ad imperversare nella periferia sud di Baghdad, ingaggiando una cruenta battaglia per la presa dell’aeroporto. La difesa della capitale da parte degli iracheni, contrariamente alle aspettative di Saddam Hussein, è però durata molto poco. L’8 aprile carri armati americani sono ben visibili non lontani dal centro della città: le telecamere della stampa internazionale, hanno immortalato in quelle ore le ultime azioni di resistenza da parte dei fedelissimi di Saddam nei pressi delle rive del Tigri.

Il 9 aprile invece, i mezzi dell’esercito Usa sono entrati definitivamente a Baghdad. Nel primo pomeriggio, i primi marines sono stati ripresi dai mezzi della stampa alloggiata all’interno dell’Hotel Palestine. Poco dopo, un carro armato Usa ha tirato giù la statua di Saddam Hussein posta al centro della piazza dirimpettaia l’albergo, simboleggiando in tal modo la fine dei 23 anni di governo da parte del rais.

Con la caduta di Baghdad, nel resto dell’Iraq è venuta meno ogni resistenza da parte dell’esercito rimasto fedele a Saddam Hussein. Le truppe regolari irachene di fatto si sono frettolosamente sciolte, lasciando campo libero ai soldati avversari. Il 10 aprile curdi ed americani sono entrati nell’importante città petrolifera di Kirkuk, il 12 aprile invece a cadere è stata Mosul, terza città più grande del Paese. A sud, gli inglesi sono entrati definitivamente a Bassora. L’ultima importante città a cadere è stata Tikrit, centro natale di Saddam, da cui le forze irachene sono andate via il 15 aprile.

Il 1 maggio il presidente americano George W. Bush, atterrato sulla portaerei Abraham Lincoln, ha dichiarato ufficialmente la fine delle operazioni di guerra su larga scala in Iraq. Oramai l’intero Paese era in mano americana, con Saddam Hussein messo definitivamente fuori dai giochi.

Ma se la guerra a maggio è stata dichiarata conclusa, la pace in Iraq non risulterà in futuro mai destinata ad iniziare. Prima del conflitto, nonostante molti problemi e la presenza ingombrante delle sanzioni, l’Iraq era comunque un Paese stabile e con strutture di potere consolidate. La fine repentina del regime di Saddam, ha comportato anche e soprattutto il totale collasso delle istituzioni creando un vuoto di potere che ha prodotto, nel corso dei mesi successivi, più vittime che della guerra stessa.

Anche perché da Washington si è deciso di attuare la strategia della totale liquidazione del Partito Baath e di quel che rimaneva dell’esercito iracheno. Nel sud del Paese, ben presto gli sciiti hanno iniziato una ribellione contro la presenza delle truppe americane che ha portato ad attacchi contro gli stessi soldati Usa ed i vari alleati. A farne le spese è stata anche l’Italia, che in autunno ha inviato un contingente a supporto della coalizione internazionale in una missione cosiddetta di peace keeping. Il 12 novembre 2003, la base degli italiani stanziata nella città di Nassiriya è stata attaccata da un camion bomba uccidendo 19 nostri connazionale tra Carabinieri, soldati dell’esercito ed anche due civili.

Tra i leader della ribellione sciita, è emerso tra gli altri Moqtad Al Sadr, il quale ha fondato l’esercito del Mahdi ed è diventato tra i volti più popolari tra gli sciiti iracheni. Ma anche sul fronte sunnita la resistenza alla presenza americana è diventata subito molto forte. In particolare, scontri sono stati registrati nella città di Falluja, nell’ovest del Paese. Quest’ultima località è destinata, negli anni successivi, ad essere teatro di altre battaglie tra insorti ed esercito Usa.

Il caos dell’immediato dopoguerra, ha trasformato un potenziale conflitto lampo in un’operazione lunga 8 anni: soltanto nel 2011 infatti gli americani stabiliranno un definitivo ritiro dal Paese, lasciando il potere militare in mano agli iracheni. Tuttavia, l’esercito Usa non è mai andato via del tutto dall’Iraq: soldati americani sono rimasti in alcune basi del Paese e dal 2014 in poi, anno dell’avanzata dell’Isis, truppe a stelle e strisce sono tornate ad attuare operazioni militari in territorio iracheno. I postumi di quel conflitto dunque, sono ben presenti ancora oggi.

L’impressione della fine definitiva dei 23 anni di potere di Saddam Hussein, si è avuta il 13 dicembre 2003: in un blitz operato alle prime luci dell’alba in un casolare nei pressi di Tikrit, sua città natale, forze speciali Usa hanno catturato il rais. Saddam era nascosto dentro una botola, a pochi passi dalle rive del fiume Tigri. L’ex presidente iracheno si era rifugiato nel territorio in cui aveva ancora alleati, specialmente tra le tribù locali.

I soldati lo hanno trovato con la barba incolta e provato da un punto di vista fisico. L’esame del Dna ha poi confermato la sua identità. Alcuni mesi prima, precisamente il 22 luglio, i suoi due figli Uday e Qusay erano stati scovati ed uccisi nella città di Mosul. Saddam Hussein è stato trasferito in un carcere di massima sicurezza, dove ha trascorso gli ultimi anni della sua vita. Condannato nel 2006 alla pena di morte per la strage di Dujail, cittadina a maggioranza sciita rastrellata nel 1982 dalle forze speciali irachene, il rais è stato impiccato a Baghdad il 30 dicembre del 2006.




Demenziali domande scriteriate e paragoni impossibili dei demenziali sostenitori di Putin per giustificare i suoi crimini e demonizzare l'Ucraina e l'Occidente UE, USA e NATO
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Non sono domande di buon senso ma domande demenziali assemblate appositamente dalla propaganda filo russa che fanno leva e presa sulla ignoranza della maggior parte della persone.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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