13)
tutte le demenzialità che scrivono e dicono i sostenitori adoratori di Putin per cercare di nobilitare, giustificare e sminuire il male del loro idolo nazifascista russo;Il metodo è sempre lo stesso, demonizzare con le menzogne e la calunnia l'avversario, l'antagonista, la vittima aggredita che si difende e chi la aiuta.
Menzogne e calunnie demenziali per demonizzare, criminalizzare e disumanizzare, per istigare alla paura, al disprezzo e all'odio etnico-ideologico-politico-religioso, al fine di depredare, schiavizzare e impedire il libero esercizio dei diritti umani, civili, economici e politici del prossimo.
viewtopic.php?f=196&t=2942 https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 8357587395 CON TUTTO IL RISPETTO PER LA POPOLAZIONE UCRAINA, MA...In circa 100 giorni di guerra abbiamo capito che:
https://www.facebook.com/stefano.rivier ... 7460224084 -l'Italia ripudia la guerra fino a quando non lo dicono gli USA
-che se fai il saluto fascista sulla tomba di Mussolini sei perseguibile per legge, se inneggi al nazismo con il sole nero, la runa del lupo e la svastica, contornati però dai colori della bandiera Ucraina, allora sei pacifista
-gli oligarchi russi sono cattivi, gli oligarchi ucraini sono buoni
-che tutte le arti russe, musica, poesia, letteratura, cinema, sono merda purissima e quel poco che c'è di buono è sicuramente di origine ucraina
-i referendum che fanno in Kosovo sono validi, quelli fatti nel Donbass no (per ulteriori informazioni chiedere a Cuperlo)
-che i russi uccidono i giornalisti scomodi, gli stati democratici no, in effetti Mino Pecorelli, Mauro Rostagno e molti altri si sono suicidati
-che in Russia i giornalisti non hanno libertà di parola, mentre nel mondo democratico Julian Assange è libero di raccontarvi i segreti delle amministrazioni democratiche dei paesi democratici
-che le invasioni russe di Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, e poi Afghanistan, Cecenia e Georgia sono state fatte perché i russi son cattivi e comunisti…
se invece sei democratico e sponsorizzi colpi di stato in Cile, Argentina, Nicaragua, El Salvador, Guatemala, Venezuela, Bolivia, Panama, Uruguay, Brasile, Cuba, Repubblica Dominicana, Grenada, Ucraina sei bravo. Sempre se sei democratico e radi al suolo, Korea, Vietnam, Iran, Iraq, Libia, Syria, Serbia, Afghanistan va bene. A volte sei talmente democratico da sganciare 2 bombe atomiche su un paese ormai in ginocchio, ma hai un tale livello di democrazia che le bombe non le sganci su obbiettivi militari ma su 2 città abitate da poveri cristi (350.000 morti in 24h, oltre il milione per le conseguenze)
-i calciatori russi sono cattivi e non possono andare ai mondiali di calcio. I calciatori dell'Arabia Saudita sono bravissimi, non sono molto democratici, ma sono amici dei più democratici del mondo, e quindi anche se l'Arabia Saudita uccide in 7 anni 400.000 yemeniti, un eccezione si può sempre fare
-se poi sei il più furbo di tutti e vuoi boicottare i russi cattivi, non compri più il gas russo, ma lo compri dagli amici della Russia, la cui rete è gestita da una compagnia russa, ma lo paghi il 30% in più, oppure dall'altra parte dell'Atlantico e ti costa il 40% in più
-fino a 100 giorni fa le ucraine erano tutte "badanti, cameriere e amanti" ora non più (cit. Annunziata/ Di Bella, fuori onda).
Tengo a precisare che non è mia e che l'ho ricevuta via social.
Ma che è talmente vera, realistica, intensa, ed INCONTROVERTIBILE, che bisognerebbe farla leggere PER DECRETO ogni mattina in ogni scuola di qualsiasi ordine e grado.
Perchè non sono opinioni, ma fatti.
Fatti che dovrebbero indurre parecchi servi di quella pletora che si fa chiamare "giornalismo" a chinare il capo per la vergogna puntando gli occhi a terra.
Mentre loro che sono privi di qualsiasi senso del pudore, e si credono invincibili grazie alla loro tesserina politica, riuscirebbero a svicolare via viscidi tra tutti i loro se, i ma, i ma però, tra un distinguo e l'altro ai danni di Salvini, pur di non guardare in faccia nemmeno questa volta quella verità che si spera prima o poi li travolga tutti, senza nemmeno fermarsi a controllare se ci sono rimasti male.
Ecco tra le tante menzogne e calunnie, cosa ha scritto il demenziale cristiano cattolico antisemita Viganò, contro gli ebrei e in particolare contro Zelensky:Caso di Monsignor Viganò e il Grande Reset
Ecco il caso del demenziale complottista Viganò che è la summa di tutte le falsità e le calunnie contro l'Ucraina e l'Occidente, da cui attingono in tanti di questo demenziale mondo complottaro del Grande Reset, novax, anti USA, anti NATO, anti Ucraina e filo Russia di Putin.
Questo prete in pensione è la faccia cattolico romana dell'ortodosso moscovita Cirillo che predica la Guerra Santa di Putin.
Viganò a Putin: attenzione alla trappola Ucraina del Grande Reset - Come Don Chisciotte
8 marzo 2022
https://comedonchisciotte.org/vigano-a- ... nde-reset/ Questi miliardari ucraini in kippah ...
Ma se il lavaggio del cervello operato dal mainstream nei Paesi occidentali è riuscito a veicolare una narrazione completamente falsata della realtà, altrettanto non può dirsi in Ucraina, dove la popolazione conosce tanto la corruzione della classe politica al potere quanto la sua lontananza dai veri problemi della Nazione. Noi crediamo che gli “oligarchi” siano solo in Russia, mentre essi sono presenti soprattutto nella galassia degli Stati dell’ex-Unione Sovietica, dove possono accumulare ricchezze e potere semplicemente mettendosi a disposizione di “filantropi” e multinazionali straniere. Poco importa se i loro conti offshore sono la causa principale della povertà dei cittadini, dell’arretratezza del sistema sanitario, dello strapotere della burocrazia, della quasi totale assenza di servizi pubblici, del controllo straniero di aziende strategiche, della perdita progressiva della sovranità e dell’identità nazionale: l’importante è “fare soldi”, essere immortalati con personaggi politici, banchieri, venditori di armi e affamatori del popolo. Per poi venire in Versilia o sulla Costiera Amalfitana ad ostentare yacht e platinum card al cameriere di Odessa o alla donna delle pulizie di Kiev che mandano ai parenti la paga guadagnata in nero.
Questi miliardari ucraini in kippah sono coloro che stanno svendendo l’Ucraina all’occidente corrotto e corruttore, barattando il proprio benessere con l’asservimento dei loro connazionali agli usurai che si stanno impadronendo del mondo, ovunque con gli stessi sistemi spietati e immorali. Ieri tagliavano gli stipendi ai lavoratori di Atene e Tessalonica, oggi hanno semplicemente allargato i loro orizzonti all’Europa intera, in cui la popolazione guarda ancora incredula all’instaurarsi di una dittatura prima sanitaria e poi ambientale.
Ecco cosa ha detto BergoglioPapa Francesco: “Putin ha reagito alla Nato che abbaiava alla Russia”
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edi ... 1651666852 CAMPIONARIO DI DESTRANiram Ferretti
26 febbraio 2022
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063 Leggere Marcello Veneziani su "La Verità" a proposito della crisi in corso, ti fa capire subito in che livello comatoso versa la destra italiana, visto che Veneziani è uno dei suoi intellettuali di riferimento. Un insieme di falsità, grossolanità storiche, un antiamericanismo di riporto senza se e senza ma.
Il filoputinismo come riflesso automatico, rictus pavolviano. Alcune perle:
"Vi ricordate cosa successe a parti invertite quando a Cuba l'Unione Sovietica stava puntando i suoi missili sugli Stati Uniti? Come sempre fu il 'pacifista', umanitario e democratico Kennedy che usò la forza e sfiorando il conflitto mondiale evitò quella minaccia contrapponndone un'altra. E vi ricordate gli interventi umanitari militari in Kosovo, le bombe umanitarie di Clinton, la Libia, l'Iraq, la Siria? perchè non dovrebbe fare la stessa cosa Putin?".
Perché, Veneziani, le situazioni sono completamente diverse e lo capirebbe anche un liceale fresco di studi di storia contemporanea. Al di là della penosa ironia sull'umanitarietà di Kennedy e Clinton, (si sa, Veneziani va subito al sodo, come Nietzsche, legge dietro i paraventi della morale la presenza della volontà di potenza), vanno specificate alcune cose.
La Russia non è sotto potenziale attacco da parte di missili ucraini o americani. Non ci sono batterie missilistiche puntate sulla Russia come c'erano a Cuba nel 1961 missili sovietici a 90 miglia dagli Stati Uniti e in grado di colpirli. C'era la Guerra Fredda allora, una minaccia nucleare incombeva sopra il mondo, e il rischio di una guerra era concreto tra due superpotenze profondamente ostili una all'altra. Come ha scritto oggi su "Il Corriere della Sera" Ernesto Galli della Loggia,
"Come mai la suscettibilità nazionale del despota moscovita non ha mai mostrato eccessiva preoccupazione per il fatto che la Polonia — membro anch’essa della Nato e confinante anch’essa con la russa Kaliningrad — potrebbe, se volesse, sbriciolare in poche ore con un opportuno lancio di semplici missili da crociera la base della flotta russa del Baltico? E come mai invece la semplice, del tutto remota, ipotetica, eventualità che l’Ucraina aderisse alla medesima Nato lo ha spinto addirittura a replicare contro Kiev un Blitzkrieg di schietto stampo hitleriano?".
Ecco sì, come mai? Semplicemente perché non c'era il pretesto dell'ingresso della Polonia nella NATO, ingresso non ostacolato da Yeltsin nel 1993, ma c'era quello, del tutto campato in aria, di un possibile e remoto ingresso dell'Ucraina nella NATO, dove proprio a causa del conflitto fomentati da Putin nell'Ucraina orientale, l'Ucraina NON PUÒ entrare.
Gli interventi, giusti o sbagliati che fossero, in Kossovo, Libia e Iraq, paesi in cui, nel caso del Kossovo e della Libia, era in corso una sanguinosa guerra civile, e nel caso dell'Iraq vi era la presenza di un dittatore sanguinario implicato nel terrorismo islamico internazionale, non hanno nulla, ma proprio nulla a che vedere con l'aggressione a freddo di uno Stato sovrano che non rappresenta una minaccia per nessuno, indipendente dal 1991, democratico, il quale ha come sola colpa quella di avere chiesto l'ammissione nella NATO e di spostarsi dunque verso occidente. L'odiato, esecrato occidente, che anche Veneziani, nostalgico di un passato ormai sepolto, patisce tanto.
ARGOMENTI RETORICIProviamo ad esaminare alcuni trucchi retorici cui fanno ricorso i seguaci di Putin per giustificare il loro eroe.
Giovanni Bernardini
21 maggio 2022
https://www.facebook.com/giovanni.berna ... 20761363231) La ricerca della “complessità”.
Le cose sembrano semplici ma in realtà sono molto complesse. Quindi non si deve condannare l’aggressore ma cercare le “vere” cause del conflitto.
Una mela cade dall’albero, come ben vide Newton dietro a questo fatto molto normale ci sono cause estremamente complesse. Questo giustifica forse chi afferma che la mela NON è caduta dall’albero? Il fatto che dietro a molti fenomeni semplici si celino cause complesse non annulla la semplicità del fenomeno. Non occorrevano chissà quali studi di storia, economia, sociologia, politica, filosofia per condannare l’invasione tedesca della Polonia nel 1939.
2) L’andare indietro nella storia.
La Russia ha invaso l’Ucraina.. ma… l’Ucraina non è sempre esistita. Occorre vedere le cause storiche del conflitto… eccetera.
Si tratta di una variante dell’argomento 1. A parte il fatto che spesso chi vi fa ricorso mistifica e deforma gli eventi storici, se davvero per giudicare un certo evento dovessimo risalire indietro nei secoli non potremmo mai dire nulla su nulla. L’Ucraina esiste, è riconosciuta, il suo popolo si è pronunciato per l’indipendenza, quindi ha diritto di non essere invasa, punto e basta.
3) Il dubbio generalizzato.
Sarà vero che i russi attaccano obiettivi civili? Sarà vero che gli ucraini non vogliono che il loro paese sia annesso alla Russia? Sarà vero che ci sono stati eccidi di massa e fosse comuni? Dubitate gente, dubitate.
Il dubbio è legittimo ed anche positivo se non è generalizzato. Si può dubitare di X e di Y ma non di tutto. Uno scettico nichilista serio dovrebbe tacere perché dovrebbe, coerentemente, dubitare del suo stesso dubitare. Ogni dubbio presuppone qualche certezza. E’ un concetto semplice, per le persone normali. Molto complesso per i paranoici…
4) Chiedere prove di tutto.
È una variante dell’argomento 3. Mostratemi le prove che ci sono stati eccidi a Bucha. Ecco le prove, si tratta di foto, testimonianze, reperti. Provatemi che le foto non sono false, le testimonianze sincere, i reperti non falsificati. Ogni prova deve essere provata da altre prove, e così via, all’infinito. Nessun processo potrebbe mai concludersi se un simile metodo venisse adottato.
5) La mancanza di reciprocità.
Gli stessi che chiedono prove di tutto presentano come indubitabilmente vere tutte le palle della propaganda russa.
Gli stessi che fanno appello alla storia dimenticano fatti storici enormi, come la denazionalizzazione che l’Ucraina ha dovuto subire in epoca sovietica, o il gigantesco dramma dell’Holodomor.
Gli stessi che accusano mezzo mondo di diffondere falsità dimenticano che fino al giorno prima dell’invasione i russi affermavano che non era prevista invasione alcuna.
Gli stessi che invitano gli altri a dubitare di tutto sono assolutamente certi di cose di cui dubitare è più che lecito, ad esempio che l’Ucraina volesse nientemeno che “invadere” la Russia.
6) ...Però…
Si tratta dell’artificio retorico più usato. Difendere un autocrate è un po’ difficile, specie per dei sedicenti liberali. Quindi si inizia sempre il discorso con la premessa: “non sono putiniano, condanno l’invasione… però….”
E dopo il "però" arriva un mare di idiozie tutte volte a giustificare Putin e la sua invasione.
Personalmente preferisco i filo putiniani onesti che si dichiarano apertamente dalla parte dell’autocrate.
7) Pace.
È una variante dell’argomento 6. Condanno l’invasione ma… ci vuole la pace. Naturalmente non si dice NULLA sulle caratteristiche di tale pace, né su come raggiungerla. Soprattutto si parla di pace e si invitano i governi occidentali a fare pressioni… su Putin? Ma NO! Su Zelens’kyj. E’ l’aggredito, meglio, SOLO l’aggredito che deve fare passi verso la pace. L’aggressore può continuare a fare il cavolo che vuole. Noi cinguettiamo “pace”.
Si potrebbe continuare ma penso che basti.
PS. È ovvio che nessuno dei miei argomenti può convincere i convinti sostenitore di Putin. Infatti NON è per loro che parlo.
MASSIMO GILETTI PRESO A SBERLE DALLA MAESTRAHannah Alina Avraam
6 giugno 2022
https://www.facebook.com/hannah.alina.a ... 6068298743Ieri sera ho assistito ad uno spettacolo indecoroso e potente insieme. Massimo Giletti è stato strapazzato come un bambino delle elementari dalla sua maestra, che gli ha impartito una poderosa lezione di storia in diretta televisiva.
Il grande scoop di Giletti doveva essere una intervista in diretta con Maria Zakharova, la portavoce del ministro degli esteri Lavrov.
Per fare questa intervista Giletti è andato addirittura personalmente a Mosca, nonostante l’ intervista si sia volta via skype, con la Zakharova comodamente seduta a casa sua (avrei potuto farla io, identica, seduto a casa mia). Ma a parte la messinscena inutile, è nei contenuti che Giletti ci ha fatto la figura del merlo.
Prima di intervistare la Zakharova, infatti, Giletti era in collegamento con Massimo Cacciari, e durante lo scambio Giletti ha accennato alle polemiche che hanno preceduto questa sua intervista, dicendo che però secondo lui “il giornalista ha tutto il diritto di intervistare chi vuole, purchè ponga all’intervistato delle domande scomode, e non gli offra una semplice passerella per fare propaganda.”
Ma dal dire al fare… Giletti non conosce il mare.
Non appena iniziata l’intervista, infatti, si è capito che tipo di interlocutrice avesse davanti. Una donna con le idee chiare, ferma e impassibile, che rimandava seccamente al mittente ogni singola accusa, con tanto di interessi.
All’accusa di “aver illegittimamente invaso un paese sovrano”, Zakharova ha risposto che “anche voi della Nato avete fatto la stessa cosa con l’Iraq”.
All’accusa di “essersi allargati troppo intervenendo in Siria”, Zakharova ha risposto che loro erano intervenuti su legittima richiesta del capo di stato, Assad. E ha inoltre aggiunto che “quando la Russia ha proposto alle Nazioni Unite di combattere tutti insieme le bande dell’ISIS, è stata l’Unione Europea a dire di no e mettersi di traverso”.
All’accusa di aver operato una sanguinosa repressione in Cecenia, Zakharova ha risposto che è stato l’occidente a sobillare quelle rivolte.
Insomma, non se ne usciva: ad ogni servizio tagliato del dilettante Giletti, il master Djokovic rispondeva con un dritto vincente.
A quel punto Giletti ha cambiato strategia. Ha fatto un passo indietro, e ha tentato la carta dell’emozione: “Va bene, ok, tutti abbiamo fatto errori nel passato – ha ammesso - però adesso mettiamoci una pietra sopra, trattiamo e poniamo fine a questa guerra, perchè la gente sta morendo”.
E qui è arrivata la valanga di sberle sulla testa del nostro importuno scolaretto: “Così parlano i bambini – ha detto la Zakharova – Nel mondo degli adulti, la prima cosa che bisogna fare per capire le cose è guardare alla storia. Dove eravate voi italiani, quando otto anni fa gli americani hanno messo in atto un colpo di stato a Kiev, installando al potere il governo fascista di Poroshenko? Dove eravate, quando per otto anni il governo di Kiev ha bombardato incessantemente i suoi concittadini del Donbass?”
“Ma soprattutto - ha ricordato la Zakharova – lei viene adesso a parlarmi di trattare e di metterci d’accordo. Ma sono otto anni che Putin chiede all’Occidente di mettersi d’accordo sulla questione della Nato e degli equilibri internazionali. Ma voi in Occidente avete fatto tutti finta di niente, e adesso cercate di dare la colpa a noi per quello che succede?”
“Infine - è stata la sberla finale della Zakharova – voi occidentali dovete smetterla una volta tutte con questa vostra aria di superiorità intellettuale, come se foste voi quelli che hanno il diritto di impartire lezioni morali a tutti gli altri.”
Ci mancava soltanto un “vergogna Giletti, fila dietro alla lavagna” e la lezione sarebbe stata completata.
Povera Italia, rappresentata all’estero personaggi inconsistenti e impreparati come Giletti. Povera Italia, incapace di crescere, incapace di diventare adulta, incapace di uscire dalla sua ottica provinciale, incapace di assumersi una volta per tutte le proprie responsabilità con il resto del mondo.
Lasciando così mano libera a chi ci comanda, a chi ci controlla, a chi ci tratta serenamente come schiavi da oltre settant’anni.
Massimo Mazzucco
QUELLO CHE GILETTI NON HA DETTOFaccio seguito all'ignobile figuraccia (epic fail) che Massimo Giletti ha rimediato dalla Piazza Rossa, collegato con una portavoce tetragona che ha utilizzato tutto l'armamentario dell'FSB (ex KGB) per una operazione di DISINFORMAZIA brillantemente riuscita causa l'imbelle passività del "BAMBINO" Massimo.
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6871962:83Riprendo qui le 3 FAKE sganciate dalla portavoce di Lavrov per replicare con dati di fatto documentati.
Maria Zakharova: "Anche voi della Nato avete fatto la stessa cosa con l’Iraq”.
Replica: La Guerra in Iraq venne promossa da 4 paesi: USA, Regno Unito, Australia, Polonia.
Quindi Maria Zakharova La NATO non c'entra una cippa❗
Non esiste nessun atto o risoluzione NATO che riguardi l'invasione dell'Iraq avvenuta tra il 20 marzo e il 1º maggio 2003. Altri paesi sono stati coinvolti successivamente nella fase di occupazione. L'invasione segnò l'inizio della guerra in Iraq.
Secondo l'allora presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, le ragioni dell'invasione erano
1 di disarmare l'Iraq dalle armi di distruzione di massa
2 porre fine al sostegno di Saddam Hussein al terrorismo e
3 raggiungere la "libertà" per il popolo iracheno
È vero...Le armi chimiche non furono mai trovate, peccato che si ometta di specificare che il materiale per produrle in sicurezza venne reperito nell'impianto di al-Muthanna, che si trova nei pressi della citta' di Samarra, sulla riva est del Tigri, circa 100 chilometri a nord dalla capitale Baghdad... La tecnologia e gli impianti erano serigrafati con istruzioni in cirillico, ma la notizia venne diffusa solo nel 2014 quando i ribelli sunniti lo occuparono L'impianto era in funzione tra il 1983 e il 1991, quando produceva migliaia di tonnellate di gas nervino, iprite (gas mostarda), Sarin, Tabun e VX.
L'invasione dell'Iraq causò una divisione politica tra le grandi potenze, che furono divise tra quelle che si opposero attivamente all'invasione, come Francia, Belgio, Germania, Paesi Bassi, Scandinavia (oltre ad altri paesi che mostrarono opposizione passiva), e quelli sostennero pubblicamente gli Stati Uniti, come il Regno Unito, la Spagna, la Polonia, il Portogallo e altre nazioni che costituirono la coalizione.
Le Nazioni Unite non approvarono l'invasione dell'Iraq, tuttavia nell'ottobre dello stesso anno dell'invasione, nella propria risoluzione 1511, agli Stati membri fu raccomandato di fornire alla forza multinazionale presente in Iraq tutta l'assistenza necessaria, compresa quella militare.
ZAK: "Siamo intervenuti su legittima richiesta del capo di stato, Assad”.
Replica:
Ehi ZAK ma funziona così ?
Assad chiama e picciotto risponde ?
Facciamo un discorso serio e vediamo cosa ha portato il Cremlino ad immergersi militarmente nel calderone siriano il 30 settembre 2015.
Il fenomeno delle “Primavere Arabe”, avvenute nel 2011, fu visto con forte senso apprensione da parte del Cremlino. La destabilizzazione di un’area così vasta era molto pericolosa per Mosca. In un famoso articolo pubblicato nel 2013 su VPK, il generale Gerasimov aveva descritto questi eventi come operazioni di regime-change occidentali che avrebbe ridotto la propria influenza nella regione. Il Cremlino, vantava storici legami con il regime guidato da Bashar al-Assad. A livello militare, negli anni Settanta l’URSS aveva ottenuto il permesso di stabilire due installazioni belliche sul territorio siriano: l'unica base nel Mediterraneo, quella di Tartus, sfruttata principalmente come punto logistico di rifornimento per la flotta sovietica ed una base aerea a Latakia. Gli armamenti sovietici erano stati fondamentali per permettere all'esercito Siriano di equipaggiarsi nuovamente dopo le pesanti sconfitte subite ad opera di Israele nel 1967 e nel 1973. Il Cremlino decise di supportare fin da subito il regime di Assad. A livello diplomatico, la Russia riuscì ad evitare in tre occasioni che l’Occidente intervenisse per esautorare il governo siriano colpevole di una atroce repressione verso il suo popolo, ricorrendo al proprio diritto di veto in seno al Consiglio di Sicurezza dell’ONU e bloccando qualunque risoluzione in tal senso. Ma il maggiore sforzo diplomatico operato dal Cremlino avvenne nell’agosto del 2013, quando l’Occidente accusò il regime di Damasco di essere responsabile di un attacco chimico nei confronti della popolazione siriana. L'attacco chimico di Ghūṭa accadde nella mattina del 21 agosto 2013 durante la guerra civile siriana in cui alcune aree controllate dai ribelli nei sobborghi orientali e meridionali di Damasco, furono colpite da 12 missili contenenti l'agente chimico sarin.
Il numero complessivo di morti è stato fissato in 1290. Il più grave episodio verificatosi dall'attacco chimico di Halabja, durante la guerra Iran-Iraq, ma in quella occasione morirono soldati e non civili inermi. Le indagini svolte dalle Nazioni Unite dal 25 al 31 agosto 2013 rilevarono chiare tracce di gas sarin nel terreno e sui cadaveri nelle zone colpite e accerta che la tipologia di gas era quella contenuto nei depositi siriani, di fabbricazione russa. Gli armamenti chimici e l'avviamento della produzione erano stati forniti proprio dai partner russi.
In termini di assistenza militare, Mosca cominciò a rifornire Damasco a partire dal 2012, quando sembrò evidente che l’esercito siriano stesse perdendo terreno rispetto alle opposizioni. Se inizialmente i russi inviarono essenzialmente armi leggere e munizioni, ben presto, per sostenere lo sforzo bellico di Assad, furono costretti a rifornire i siriani con armamenti più avanzati (droni ed elicotteri). La regolarità di tali rifornimenti fece sì che si parlasse di “Syrian Express” in riferimento ai convogli navali che facevano la spola tra la Russia ed il Paese mediorientale.
Mosca, poi, supportò il regime anche a livello economico, in particolare tramite la coniazione di banconote siriane che venivano convogliate all’interno della nazione al fine di sostenerne le spese belliche.
ZAK: "È stato l'occidente ad armare e sobillare i musulmani ceceni"
Replica: Qui si butta la palla in tribuna cara ZAK che fai finta di non conoscere la storia del tuo paese
L'ostilità cecena nei confronti dei sovietici e dei russi, ha radici culturali profonde, la sintesi perfetta di secoli di conflitti, conquiste e imposizioni. Tuttavia, la regione, che si è spaccata e ricomposta in molte circostanze della storia, ha raccolto i pezzi delle sue diverse identità e li ha sempre rimessi insieme. Si è separata, è stata dominata e, infine, ha cercato la sua indipendenza, maturando un forte sentimento anti-russo, che resiste ancora.
La Cecenia è stata teatro di guerra, luogo di lotta, di reclutamento e di pluralità religiosa. Qui vivono musulmani sunniti e cristiani ortodossi. Da qui, migliaia di persone sono state deportate e confinate in Siberia alla fine degli anni Cinquanta. E, sempre qui sono scoppiate le ultime due guerre contro la Russia, che hanno lasciato il segno.
La prima guerra cecena, combattuta dal 1994 al 1996, terminò con la dichiarazione d’indipendenza della regione dalla Russia e la nascita della Repubblica cecena d’Ičkeria. Il conflitto iniziò nel 1994, quando le forze federali russe cercarono di prendere il controllo delle varie aree montuose della regione. In quella circostanza, nonostante la maggioranza di uomini e la superiorità schiacciante in termini di armamenti, l’esercito russo venne respinto dalla guerriglia cecena e dai raid condotti in pianura. Fu un conflitto sanguinoso, difficile e lungo, che avvilì i soldati e che non fu mai del accettato dall’opinione pubblica. Morirono in 16000, tra militari russi, civili e guerriglieri. E rimasero città smembrate e rovine fumanti.
La seconda guerra cecena, invece, (quella di Putin) fu molto più lunga e subdola, tra il 1999 e il 2009. Ebbe un esito diverso per i russi e vide scontrarsi l’esercito della Federazione contro i separatisti mossi da 80 anni di soprusi e repressioni indicibili
Nel 1922 la Cecenia venne incorporata all’Unione Sovietica, ma gran parte degli accordi che Mosca aveva preso con la Repubblica delle Montagne non venne rispettata. Già dall’anno successivo i tribunali islamici vennero chiusi, diversi leader locali furono posti agli arresti e si aggiunse il divieto di portare il kinzal, il pugnale simbolo dei popoli di quella regione.
Nel 1929 la popolazione di Cecenia, Daghestan e di altre repubbliche vicine scelse di ribellarsi al dominio sovietico, fatto che costrinse Mosca a fare un passo indietro e a moderare le sue ingerenze. Il 25 dicembre del 1936 venne istituita la Repubblica socialista sovietica autonoma della Ceceno-Inguscezia, che aveva il suo centro amministrativo a Groznyj.
L’anno dopo, l’avvio delle purghe staliniane cambiò il profilo sociale della regione: in Cecenia, le persecuzioni decapitarono l’élite culturale e soffocarono l’identità islamica: le moschee vennero distrutte o riconvertite in granai (così come accadde a molti luoghi di culto cristiani) e la sola conoscenza della lingua araba poteva essere motivo di detenzione. Inoltre, furono diversi i tentativi di introdurre l’allevamento di suini nell’area, a sfregio della dottrina musulmana.
All’inizio del 1944, il governo sovietico avviò l’operazione čečevica, che prevedeva la deportazione dell’intero popolo ceceno entro una settimana: il 23 febbraio di quell’anno, con il pretesto di festeggiare il 26° anniversario della fondazione dell’Armata rossa, in tutti i villaggi fu radunata la popolazione e venne letto il comunicato del Comitato governativo di difesa, che annunciava il trasferimento dei cittadini. Più di un milione di ceceni, ingusci e altri popoli caucasici settentrionali furono mandati in Siberia e in Asia centrale, stipati in treni merci, senza cibo o acqua. La motivazione ufficiale era l’accusa di aver collaborato e appoggiato l’invasione della Germania nazista, ma il motivo reale era la PULIZIA ETNICA. La politica staliniana schiacciò l’identità cecena, trasformandola, di fatto, in una “non entità”.
Solo nel 1956, la condanna degli eccessi dello stalinismo al XX° Congresso del Pcus riabilitò e fece tornare in patria i cosiddetti “popoli puniti“ tra cui c'erano (Ohibò) anche gli Ucraini, vittime di analoga deportazione.
Nel 1957, grazie all’intervento di Nikita Cruščev, la re-istituzione della Repubblica Ceceno-Inguscezia aveva permesso l’immediato rientro nella regione dei cittadini ceceni deportati. Ma negli anni della loro assenza, la composizione etnica dell’area era profondamente mutata. Gli ingusci trovarono una parte consistente dei propri territori occupati da popolazioni di etnia osseta, i quali si rifiutarono di lasciarli (uno degli elementi ricorrenti nei conflitti degli anni Novanta). Per riavere case e terra furono costretti a ricomprarle. Molti di loro, per essere maggiormente controllati, vennero inviati dalle autorità sovietiche a vivere in pianura e la crescente tensione fra popolazione russa e cecena nella regione portò comprensibilmente a un aumento dei crimini violenti.
I russi lasciarono le campagne e si trasferirono in massa a Groznyj, dove potevano fornire le competenze tecniche necessarie alla nascente industria. Il fenomeno contribuì alla marginalizzazione della popolazione cecena rispetto al mercato del lavoro nelle aree in via di sviluppo: i giovani, in particolare, vennero completamente tagliati fuori, fatto che contribuì a radicalizzarli e a incasellarli nelle dinamiche più violente del separatismo.
Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, nel dicembre del 1991, la Russia divenne una nazione indipendente, percepita come lo Stato successore dell’URSS (anche se perse la maggior parte della sua forza militare e, soprattutto, economica). E mentre l’etnia russa componeva più del 70% della popolazione della Repubblica socialista sovietica federata russa, alla caduta di questo sistema le differenze etniche e religiose in molte regioni dell’ex orbita sovietica costituirono una minaccia per l’integrità politica del nuovo Stato. E fu proprio poco prima del crollo, all’inizio del 1990, che le diversità etniche ruppero con il governo federale.
Il 6 settembre del 1991, alcuni militanti del partito del Congresso nazionale del popolo ceceno, creato dall’ex generale sovietico, Džokhar Dudaev, convocarono una sessione del Soviet supremo (con l’obiettivo di dichiarare l’indipendenza della regione) e uccisero a Groznyj il rappresentante del partito comunista dell’Unione Sovietica, tramite defenestrazione. Poi linciarono altri membri del partito e ufficialmente dissolsero il governo della Repubblica autonoma dell’Unione Sovietica Ceceno-Inguscia. A ottobre dello stesso anno, Dudaev ottenne il sostegno popolare con largo margine (82%) e spodestò l’amministrazione ad interim appoggiata dal governo federale. Presa la carica presidenziale, decretò l’indipendenza dall’URSS e, dopo qualche settimana, l’allora presidente russo in carica, Boris El’cin, inviò truppe corrazzate a Groznyj, costrette a ritirarsi dalle forze di Dudaev.
Dopo che la Cecenia pronunciò l’iniziale dichiarazione di sovranità, nel giugno del 1992, la Repubblica autonoma Ceceno-Inguscia si divise in due. La Repubblica dell’Inguscezia, in seguito, confluì all’interno della Federazione russa, mentre la Cecenia dichiarò la sua piena indipendenza nel 1993 (con il nome, appunto, di Repubblica cecena di Ičkeria).
Direi quindi carissima ZAC, che la rivolta cecena possegga intrinsecamente tutti i crismi per essere definita una lotta di popolo !
Continuare con la BUFALA delle interferenze occidentali offende l'intelligenza e la conoscenza della Storia !
Alberto PentoCerto, ma questa fu la seconda guerra all'Iraq che non ebbe all'inizio l'approvazione dell'ONU ma nemmeno la condanna, iniziativa bellica che poi l'ONU sostenne:
https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_in_Iraq La prima guerra all'Iraq invece che fece seguito all'invasione del Kuwait da parte di Saddam, fu svolta sotto l'egida dell'ONU e determinò l'atteggiamento successivo di ostilità, di buona parte del mondo verso l'Iraq del dittatore Saddam come stato canaglia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_del_Golfo Questo precedente bellico non va trascurato per inquadrare il contesto storico delle cose e delle relazioni internazionali del caso Iraq.
Parte dei paesi europei che inizialmente si opposero alle ostilità all'Iraq si opposero poi al rigetto degli accordi sul nucleare iraniano da parte di Trump e di Israele, in particolare la Germania e il Belgio.
Poi non vanno dimenticate le stragi etniche dei curdi da parte di Saddam, a cominciare da questa:
https://www.notiziegeopolitiche.net/ven ... ila-curdi/ L'Iraq di Saddam Hussein non era certo un paese civile e democratico esemplare ma un paese canaglia, stragista e terrorista.
E quelle degli occidentali non furono guerre condotte per la predazione di territori e di risorse o per imporre il loro dominio imperialista e coloniale.
Le azioni militari, a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale, con invasione di un esercito internazionale e con bombardamenti aerei o navali, intraprese dall'Occidente USA e NATO o da coalizioni di paesi occidentali, in Asia e in Africa, sono state fatte prevalentemente su mandato ONU (e in taluni casi anche quando non è stato possibile il mandato ONU per il veto della Russia o della Cina), queste azioni non sono mai state fatte per predare territori e risorse altri, per schiavizzare popolazioni e sterminare etnie.
Sono sempre state fatte a sostegno dei popoli oppressi, delle minoranze a rischio di pulizia etnica e genocidio (vedasi il caso del bombardamento della Serbia a difesa dei bosniaci e dei kosovari),
contro dittatori criminali e terroristici e i loro regimi canaglia, con gran dispendio di risorse economiche dei cittadini e dei contribuente occidentali, attenuate solo in parte da successive compensazioni dei paesi che hanno tratto beneficio da queste azioni a loro favore (vedasi i casi dell'Afganistan, della Somalia, dell'Iraq, della Libia).
La Russia invece ha sempre intrapreso le sue iniziative militari, contro la volontà internazionale e l'ONU (come oggi nel caso dell'Ucraina), per predare territori, risorse e sovranità politica, per impedire la libertà e l'indipendenza delle popolazioni e dei paesi, per l'imperialismo e il suprematismo nazifascista russo della Grande Russia di Putin, compiendo atroci crimini contro l'umanità, il diritto internazionale e crimini di guerra.
Non vi è alcun possibile paragone tra le azioni militari dell'Occidente e del Mondo Libero e quelle della Russia nazifascista di Putin.