I demenziali sostenitori del criminale nazifascista Putin

I demenziali sostenitori del criminale nazifascista Putin

Messaggioda Berto » dom giu 05, 2022 7:32 am

11)
Papa Bergoglio, Macron e Orban;




Bergoglio il papa vigliacco che non difende i cristiani
Il papa malvagio che sta dalla parte dei ladri, dei farabutti, dei violenti, dei criminali, dei carnefici e del male sempre contro le loro vittime e contro il bene.

Tutte le demenzialità e le incoerenze di un uomo che non merita il mio rispetto e che ci fa tanto del male
viewtopic.php?f=199&t=2933
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6636654604





L'aggressione russa all'Ucraina - Papa Francesco: “Putin ha reagito alla Nato che abbaiava alla Russia”

Nell’intervista al Corriere della Sera, il Santo padre ragiona sulle origini del conflitto. Ecco perché ha ragione
Le radici della guerra in Ucraina secondo papa Francesco

Matteo Carnieletto
3 Maggio 2022

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/ra ... 1651592318

C'è un passaggio, nell'intervista che papa Francesco ha concesso al Corriere della Sera di oggi, che val la pena sottolineare. Un passaggio in cui il Pontefice cerca, seppur in poche battute, di comprendere quali sono le ragioni - meglio: le motivazioni - del conflitto che, da oltre due mesi, sta insanguinando l'Ucraina.

"La preoccupazione di papa Francesco - scrive il quotidiano di via Solferino - è che Putin, per il momento, non si fermerà. (Il Santo padre, ndr) tenta anche di ragionare sulle radici di questo comportamento, sulle motivazioni che lo spingono a una guerra così brutale. Forse 'l'abbaiare della Nato alla porta della Russia' ha indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto. 'Un’ira che non so dire se sia stata provocata - si interroga -, ma facilitata forse sì".

In questo passaggio, il Santo Padre evidenzia un fatto che, in questi mesi, è stato dimenticato da tanti (troppi) commentatori: le guerre non scoppiano mai per caso. Nella quasi totalità dei casi, non si tratta della pazzia di un uomo. Ci sono sempre motivazioni profonde - le radici di cui parla papa Francesco, appunto - dietro ai conflitti. E il Santo padre, per la guerra in Ucraina, le individua nell'espansione della Nato verso Est. Un accenno fugace per un momento complesso della storia recente, ma che val la pena di ripercorrere.

Tutto inizia nel 1990. Il muro di Berlino è caduto da poco e l’Unione sovietica si sta piegando su se stessa, prima di crollare definitivamente nel 1991. Si cominciano a discutere i nuovi assetti del mondo. È un periodo di trattative e di spartizioni. E, soprattutto, di "assicurazioni informali", ovvero di patti non scritti tra i leader politici. Non una novità, dato che accordi simili erano stati fatti all’indomani della crisi dei missili di Cuba. In quei mesi del 1990, i rappresentanti politici di Stati Uniti, Urss, Francia, Regno Unito e Germania (Est e Ovest) si incontrano più volte. Devono discutere - questa la cronaca fornita da documenti inediti scovati nei mesi scorsi da Der Spiegel - “della riunificazione tedesca, del disarmo della Nato e del Patto di Varsavia e della nuova Carta per la Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (Csce), che è diventata l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) nel 1995”.

I ricordi di quei giorni sono confusi e non è facile ricomporli. Roland Dumas, all’epoca ministro degli Esteri, racconta che “le truppe della Nato non si sarebbero avvicinate al territorio dell’ex Unione sovietica”. Il segretario di Stato americano dell’epoca, James Baker, nega accordi di questo tipo, ma è smentito da James Matlock, ambasciatore Usa a Mosca.

A volere un accordo con Mosca è soprattutto il ministro degli Esteri tedesco Hans-Dietrich Genscher. Il politico tedesco aveva ben in mente ciò che era successo a Budapest nel 1956 quando, in seguito a una rivolta, i carri armati sovietici entrarono nella capitale dell’Ungheria. Genscher vuole evitare a qualunque costo uno scenario simile e così si adopera per trovare una soluzione, un compromesso, tra Mosca e la Nato. Scrive Der Spiegel: “Il 31 gennaio del 1990, in un discorso, propose alla Nato di rilasciare una dichiarazione in cui si diceva: ‘Qualunque cosa accada al Patto di Varsavia, non ci sarà una espansione del territorio della Nato verso i confini dell’Unione sovietica’”. Le parole di Genscher vengono accolte con favore da Regno Unito, Stati Uniti, Francia e Italia. Gli americani non sono entusiasti ma, per bocca del segretario di Stato, il già citato Baker, fanno sapere che si trattava dell’idea “migliore che avevamo al momento”.

Una rassicurazione, dunque, c’era stata. Ed è stata più volte confermata nel corso degli anni. Sia da parte russa sia da parte occidentale. Secondo quanto riferito da Der Spiegel, per esempio, Bush senior ha affermato: “Non abbiamo intenzione, nemmeno nei nostri pensieri, di danneggiare in alcun modo l’Unione sovietica”. E il presidente francese, François Mitterand ha detto a Gorbacev di essere “personalmente favorevole allo smantellamento dei blocchi militari”. E le citazioni di politici occidentali potrebbero essere ancora tante. Quelle fatte sin qui, però, sono sufficienti per comprendere quali sono le “radici” della guerra di cui parla papa Francesco. Comprenderle non significa in alcun modo giustificare la guerra di Putin. Ma aiutano a comprendere cosa non ha funzionato nel corso di questi decenni. Cosa è andato storto e ha determinato la carneficina che oggi stiamo vedendo. C’è voluto il Papa per ricordarcelo.




Il Donbass e la Crimea sono parte dell'Ucraina e non della Russia
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1613077124


Capitolo 28)

Bergoglio, il Papa che non giudica, che non sa e che non può giudicare,
perché pare non sappia nemmeno cosa siano e dove stiano il bene e il male, ma che però ha sempre un occhio di riguardo e di comprensione per il malvagio, per il predatore, per l'assassino, per lo sterminatore che spesso giustifica e santifica.

Bergoglio preferisce di gan lunga Caino ad Abele, specialmente a quella varietà di Abele che decide di non farsi più uccidere da Caino, che gli resiste che lo combatte che lo arresta-condanna e imprigiona o che magari lo uccide e si libera una volta per tutte della sua oppressione, della sua minaccia e della sua malignità. Questo Abele non più vittima non è proprio amato da Bergoglio!



Il povero Papa che non prende mai posizione contro il male ma che talvolta lo giustifica e addirittura lo santifica, come nel caso dell Strage di Hebdo e del nazismo maomettano o Islam di Maometto.
Lui fa l'uomo buono, innocente, che non giudica, che non condanna, che non sa cosa stia accadendo, cosa sia il bene e il male, che non si schiera; fa il bambino che invoca e implora la pace e il diplomatico che fa come se la realtà fosse altra da ciò che è.
Non va a Kiev perché teme che Putin lo bombardi come ha fatto con Guterres, il segretario dell'ONU.


Chi sono io per giudicare, per stabilire cos'è il bene e il male?
Chi sono io per dire ciò che è male e ciò che è bene, ma cosa sarebbero mai di diverso il bene e il male?



Bergoglio il Papa che santifica il male e che demonizza il bene.

Costui ha sempre un occhio di riguardo per il malfattore, per il delinquente, per il criminale, per l'assassino, per lo sterminatore, per chi predica il male e la guerra, per chi fa del male.


Bergoglio il Papa che santifica il male e che demonizza il bene.
Costui ha sempre un occhio di riguardo per il malfattore, per il delinquente, per il criminale, per l'assassino, per lo sterminatore, per chi predica il male e la guerra, per chi fa del male.
Per questo uomo il male sarebbe in gran parte causato dal bene:
1) il male della povertà di molti dal bene della troppa ricchezza di pochi,
2) la schiavitù degli uni dalla troppa libertà di altri,
3) le dittature della terra dalla troppa libertà dell'Occidente,
4) il sottosviluppo del terzo e del quarto mondo sarebbe una conseguenza dello sviluppo del primo e del secondo mondo,
5) l'invasione clandestina dal terzo mondo africano sarebbe dovuta alle predazioni di quel continente da parte delle multinazionali occidentali,
6) l'invasione clandestina dal terzo mondo asiatico sarebbe dovuta alle predazioni e alle violenze da parte del mondo occidentale, bianco, cristiano e sviluppato,
7) la violenza dell'Islam sarebbe una reazione a quella dei cristiani e di tutti gli altri diversamente religiosi non maomettani della terra,
8 ) la violenza dei nazi maomettani impropriamente detti palestinesi, sarebbe dovuta all'occupazione ebraica violenta del territorio palestinese,
9) la strage nazi maomettana di Charlie Hebdo sarebbe stata causata dalla mancanza di rispetto per la religione islamica da parte della redazione di Charlie Hebdo costituita da ebrei atei,
10) la predazione violenta di certe etnie nomadi in Europa sarebe causata dalla discriminazione razzista nei loro confronti,
11) l'invasione criminale e violenta dell'Ucraina da parte della Russia sarabbe dovuta
«all’abbaiare della Nato alla porta della Russia» che avrebbe indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto. «Un’ira che non so dire se sia stata provocata — si interroga —, ma facilitata forse sì».


Tutte le demenzialità e le incoerenze di un uomo che non merita il mio rispetto e che ci fa tanto del male

viewtopic.php?f=199&t=2933
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6636654604




Bergoglio: "Io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin. Ma anche io sono un prete, che cosa posso fare? Faccio quello che posso".
Papa Francesco vuole andare da Putin per fermare la guerra e lancia messaggi: «Per ora a Kiev non vado»
Franca Giansoldati
Martedì 3 Maggio 2022

https://www.ilmessaggero.it/vaticano/ru ... 65058.html

Città del Vaticano – Papa Francesco l'ultima carta la cala improvvisamente: ha affidato al principale quotidiano italiano - il Corriere della Sera – un importante messaggio diretto al presidente Putin. Pur di fermare la guerra il pontefice si dice disposto a prendere un aereo e andare a Mosca ad implorare la fine dei massacri in Ucraina, una guerra ormai asimmetrica, in cui è chiaramente evidente la sproporzione delle forze. «Per ora a Kiev non vado» aggiunge. «Io sento che non devo andare. Io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin. Ma anche io sono un prete, che cosa posso fare? Faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta...».

Gerasimov, giallo sul supergenerale fatto rientrare a Mosca. Gli ucraini: è stato ferito

Il pontefice ha maturato pian piano la necessità di arrivare anche ad un passo umiliante, fuori dal protocollo, pur di far breccia nel cuore del leader del Cremlino. Da qualche parte si dovrà cominciare per riannodare i fili di un dialogo che sembra saltato sotto ogni punto di vista. Ad un tratto paragone la guera in corso a quella del Ruanda, cosa che implicitamente tira in ballo il tema del genocidio.

Già un mese fa, attraverso il cardinale Pietro Parolin, aveva inoltrato attraverso i canali diplomatici, una richiesta simile a Mosca, ma senza avere mai avuto un riscontro. Il Cremlino lo ha ignorato. Dopo 68 giorni di conflitto è chiaro che Francesco teme che il presidente russo non si voglia fermare alla conquista di Mariupol, e così ripete ancora una volta di desiderare fortemente un confronto con Putin. Nella lunga conversazione firmata dal direttore del quotidiano, Luciano Fontana, affiorano alcuni tasselli inediti. Per esempio che il primo giorno dell'attacco all'Ucraina da Santa Marta partì una telefonata al presidente Zelenski, e solo in seguito il Papa decise di recarsi all'ambasciata russa, in via della Conciliazione: «Ho voluto fare un gesto chiaro che tutto il mondo vedesse e per questo sono andato dall’ambasciatore russo. Ho chiesto che mi spiegassero, gli ho detto: per favore fermatevi». Poi aggiunge: «Putin invece non l’ho chiamato. L’avevo sentito a dicembre per il mio compleanno ma questa volta no, non ho chiamato». Ribadisce che è necessario che il leader del Cremlino «conceda qualche finestrina» ma, aggiunge preoccupato: «Non abbiamo ancora avuto risposta e stiamo ancora insistendo, anche se temo che Putin non possa e voglia fare questo incontro in questo momento». Si dispera tanto nel vedere la brutalità dei militari russi, poi però bilancia e sottolinea che «l'abbaiare della Nato alla porta della Russia» ha indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto. «Un’ira che non so dire se sia stata provocata — si interroga il Papa —, ma facilitata forse sì». Sul Donbass riconosce che vi sono state operazioni ucraine sanguinose ma una decina di anni fa. «Quell'argomento è vecchio».

Putin, il nuovo piano: conquistare la città dove è nato Zelensky prima del 9 maggio. Ecco il motivo (simbolico)

Non si sbilancia nemmeno sulla moralità di fornire le armi a Kiev, e offre una risposta sibillina: «Non so rispondere, sono troppo lontano, all’interrogativo se sia giusto rifornire gli ucraini». Cerca evidentemente di camminare sulle uova, è palpabile il timore di aggiungere una parola di troppo, quel che si capisce è la certezza di una escalation ormai imminente. «La cosa chiara è che in quella terra si stanno provando le armi. I russi adesso sanno che i carri armati servono a poco e stanno pensando ad altre cose».

Quanto all'incontro con Kirill, il patriarca capo della Chiesa ortodossa russa, è slittato sine die. Avrebbe dovuto essere a Gerusalemme per il 14 giugno ma la deriva bellica ha preso il sopravvento anche sui rapporto ecumenici. «Fratello, noi non siamo chierici di Stato, non possiamo utilizzare il linguaggio della politica, ma quello di Gesù. Siamo pastori dello stesso santo popolo di Dio. Per questo dobbiamo cercare vie di pace, far cessare il fuoco delle armi». E ancora. «Il Patriarca non può trasformarsi nel chierichetto di Putin. Io avevo un incontro fissato con lui a Gerusalemme il 14 giugno».

Il colloquio termina con una rassegna di pessimismo. Dice di stare ora attenti «a quello che può accadere adesso nella Transnistria” e che “per la pace non c’è abbastanza volontà». «Perché adesso non è solo il Donbass, è la Crimea, è Odessa, è togliere all’Ucraina il porto del Mar Nero, è tutto. Io sono pessimista, ma dobbiamo fare ogni gesto possibile perché la guerra si fermi». Di politica italiana, invece, non vuole parlare. Offre solo un assist al premier Draghi e alla sua posizione sulla Russia. «L’Italia sta facendo un buon lavoro. Il rapporto con Mario Draghi è buono, è molto buono. Già in passato, quando era alla Banca centrale europea, gli ho chiesto consiglio».



Papa Francesco: “Putin ha reagito alla Nato che abbaiava alla Russia”
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edi ... 1651666852


Ucraina, Papa: "Devo andare in Russia e incontrare Putin"
"Anche se temo che non possa e voglia fare questo incontro in questo momento"
Adnkronos
03 maggio 2022

https://www.adnkronos.com/ucraina-papa- ... xqm7ENi4UY

Guerra Ucraina-Russia, papa Francesco vuole andare a Mosca per incontrare il presidente Putin. ''A Kiev per ora non vado. Ho inviato il cardinale Michael Czerny, (prefetto del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo umano integrale) e il cardinale Konrad Krajewski, (elemosiniere del Papa) che si è recato lì per la quarta volta. Ma io sento che non devo andare. Io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin. Ma anche io sono un prete, che cosa posso fare? Faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta...'', ha detto il POntefice in un colloquio con il 'Corriere della Sera' Papa Francesco.

''Il primo giorno di guerra ho chiamato il presidente ucraino Zelensky al telefono, Putin invece non l’ho chiamato - racconta Bergoglio - L’avevo sentito a dicembre per il mio compleanno ma questa volta no, non ho chiamato. Ho voluto fare un gesto chiaro che tutto il mondo vedesse e per questo sono andato dall’ambasciatore russo. Ho chiesto che mi spiegassero, gli ho detto 'per favore fermatevi'. Poi ho chiesto al cardinale Parolin, dopo venti giorni di guerra, di fare arrivare a Putin il messaggio che io ero disposto ad andare a Mosca. Certo, era necessario che il leader del Cremlino concedesse qualche finestrina. Non abbiamo ancora avuto risposta e stiamo ancora insistendo, anche se temo che Putin non possa e voglia fare questo incontro in questo momento. Ma tanta brutalità come si fa a non fermarla? Venticinque anni fa con il Ruanda abbiamo vissuto la stessa cosa''.

Secondo Papa Francesco forse ''l’abbaiare della Nato alla porta della Russia'' ha indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto. ''Un’ira che non so dire se sia stata provocata - si interroga - ma facilitata forse sì''.

''Non so rispondere, sono troppo lontano, all’interrogativo se sia giusto rifornire gli ucraini - ragiona - La cosa chiara è che in quella terra si stanno provando le armi. I russi adesso sanno che i carri armati servono a poco e stanno pensando ad altre cose. Le guerre si fanno per questo: per provare le armi che abbiamo prodotto. Così avvenne nella guerra civile spagnola prima del secondo conflitto mondiale. Il commercio degli armamenti è uno scandalo, pochi lo contrastano. Due o tre anni fa a Genova è arrivata una nave carica di armi che dovevano essere trasferite su un grande cargo per trasportarle nello Yemen. I lavoratori del porto non hanno voluto farlo. Hanno detto: pensiamo ai bambini dello Yemen. È una cosa piccola, ma un bel gesto. Ce ne dovrebbero essere tanti così''.

''Ho parlato con Kirill 40 minuti via zoom - aggiunge - I primi venti con una carta in mano mi ha letto tutte le giustificazioni alla guerra. Ho ascoltato e gli ho detto: di questo non capisco nulla. Fratello, noi non siamo chierici di Stato, non possiamo utilizzare il linguaggio della politica, ma quello di Gesù. Siamo pastori dello stesso santo popolo di Dio. Per questo dobbiamo cercare vie di pace, far cessare il fuoco delle armi. Il Patriarca non può trasformarsi nel chierichetto di Putin. Io avevo un incontro fissato con lui a Gerusalemme il 14 giugno. Sarebbe stato il nostro secondo faccia a faccia, niente a che vedere con la guerra. Ma adesso anche lui è d’accordo: fermiamoci, potrebbe essere un segnale ambiguo''.

''Per la pace non c’è abbastanza volontà - è l’amara constatazione di Francesco - la guerra è terribile e dobbiamo gridarlo. Per questo ho voluto pubblicare con Solferino un libro che ha come sottotitolo 'Il coraggio di costruire la pace'. Orbán, quando l’ho incontrato mi ha detto che i russi hanno un piano, che il 9 maggio finirà tutto. Spero che sia così, così si capirebbe anche la celerità dell’escalation di questi giorni. Perché adesso non è solo il Donbass, è la Crimea, è Odessa, è togliere all’Ucraina il porto del Mar Nero, è tutto. Io sono pessimista, ma dobbiamo fare ogni gesto possibile perché la guerra si fermi''.



Papa Francesco condanna l'"abbaiare" della Nato e non le esercitazioni militari tra Russia, Iran e Cina. Non l’invasione della Georgia, della Cecenia e della Crimea. Non le minacce nucleari.
Deve essersi persuaso di riuscire a fermare la guerra con gli stessi argomenti dell'aggressore.
Alessandra Casula
3 maggio 2022

https://www.facebook.com/alessandra.cas ... 3144741422

Ma Papa, cosa dici? Il lupo che ora morde l'Europa, noi lo stavamo già nutrendo!
"Quando il lupo gli si fece incontro con la bocca spalancata, San Francesco gli si avvicinò, chiamandolo “fratello lupo” e gli comandò in nome di Cristo di non fare male a nessuno. Come per miracolo, appena fatto il segno della croce, il lupo terribile si fermò, poi si avvicinò mansueto e si accovacciò ai piedi di San Francesco. Allora il Santo aggiunse che era ormai tempo di fare la pace con gli uomini: se il lupo l’avesse osservata, senza far male né all’uomo né ad altri animali, egli l’avrebbe fatto nutrire dagli uomini di quella città per tutta la vita.
Il lupo promise piegando il capo, quindi sollevò la zampa e la pose nella mano di San Francesco. Allora il santo gli ordinò di seguirlo senza timori. Il lupo lo seguì come un mite agnello.
I cittadini si meravigliarono molto e rapidamente la notizia si diffuse per tutta la città, Poi il santo parlò della promessa fatta dal lupo di fare la pace con gli uomini a patto che gli uomini ogni giorno provvedessero al sostentamento del lupo. Tutti all’unanimità promisero. Dinanzi a tutto il popolo, su richiesta di San Francesco, il lupo sollevò la zampa destra e la pose sopra la mano del santo. A seguito di ciò, tutti cominciarono a lodare e a benedire Dio.
Il lupo visse due anni a Gubbio e andava come un animale domestico di porta in porta senza far male a nessuno e senza che nessuno ne facesse a lui, nutrito generosamente dalla gente, senza che nessun cane gli abbaiasse".
"I fioretti di San Francesco".


Alberto Pento
Ve lo ricordate Bergoglio sull'aereo, di ritorno da uno dei suoi viaggi in giro per il mondo, che commentava la Strage di Charlie Hebdo alzando il pugno e dicendo che se qualcuno offendeva la sua mamma lui poteva anche arrabbiarsi e percuotere?



Nell'intervista al Corriere il Pontefice ammette di aver chiesto a Putin un colloquio. L'attacco all'Alleanza atlantica che non doveva "abbaiare davanti alle porte della Russia". Salvini su Twitter lo appoggia
Per il Papa l'ira di Putin è stata agevolata dalla Nato

Mariarosa Maioli
3 maggio 2022

https://www.ilfoglio.it/chiesa/2022/05/ ... o-3966609/

"Ho chiesto al cardinale Parolin, dopo venti giorni di guerra, di far arrivare il messaggio a Putin che io ero disposto ad andare a Mosca". Papa Francesco torna a parlare della guerra. E lo fa in un'intervista al Corriere della Sera, sottolineando la volontà di incontrare il capo del Cremlino ancora prima del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Richiesta a cui però Putin non ha ancora risposto. "Ma tutta questa brutalità come si fa a non fermarla? Venticinque anni fa con il Ruanda abbiamo vissuto la stessa cosa”: e qui il Pontefice si avventura in un paragone tra il genocidio in Ruanda e il massacro che si sta svolgendo sotto i nostri occhi. Cosa avrebbero in comune i due conflitti? Semplice, secondo questa teoria sarebbe anche colpa della negligenza della Nato: per Bergoglio non si doveva "abbaiare davanti alle porte della Russia", portando la Federazione a reagire negativamente e a inscenare questo conflitto. Una responsabilità condivisa, sembra dire il Papa allineandosi ai tanti critici, studiosi o personaggi che ultimamente popolano i talk show italiani.

I mesi difficili in cui ogni nazione segue con il fiato sospeso gli svolgimenti della guerra in Ucraina, e le sue conseguenze, hanno turbato profondamente anche il Pontefice, che nel corso del colloquio, dopo aver appurato il casus belli, esprime le sue perplessità sull'invio delle armi, ammettendo di essere lontano da questi temi per poterne parlane con le competenze richieste. "I russi adesso sanno che i carri armati servono a poco e stanno pensando ad altre cose. Le guerre si fanno per questo: per provare le armi che abbiamo prodotto”.

C'è bisogno di un maggiore contrasto verso questi commerci, ha sottolineato citando lo stop a Genova di un convoglio che portava armi nello Yemen e che i portuali scelsero “due o tre anni fa” di fermare. Ogni guerra è dettata da interessi internazionali: dalla Siria allo Yemen passando per le rivendicazioni russe in terra ucraina, Francesco constata che uno stato libero non può fare la guerra a un altro stato libero: la reazione ucraina nel Donbass è "cosa vecchia, parliamo di dieci anni fa. In Ucraina sembra che sono stati gli altri a creare il conflitto."

L'urgenza di doversi confrontare con Vladimir Putin è l'altro punto cruciale dell'intervista del Pontefice: ha rimarcato di voler incontrare il capo del Cremlino nell'immediato, ancora prima di recarsi a Kyiv. L'obiettivo di fermare l'escalation di violenza quindi passerebbe prima da un colloquio con Putin, "ma anche io sono un prete, faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta…”. E guarda ai passi compiuti dal collega ortodosso Kirill: con il patriarca di Mosca il Papa si è confrontato in un colloquio via zoom il 15 marzo scorso senza risolvere nulla in quanto le “giustificazioni” della guerra citate da Kirill non sono state accettate da Francesco. “Ho ascoltato e gli ho detto: di questo non capisco nulla. Fratello noi non siamo chierici di Stato, non possiamo utilizzare il linguaggio della politica, ma quello di Gesù. Siamo pastori dello stesso santo popolo di Dio. Per questo dobbiamo cercare via di pace, far cessare il fuoco delle armi. Il patriarca non può trasformarsi nel chierichetto di Putin. Io avevo un incontro fissato con lui a Gerusalemme il 14 giugno. Sarebbe stato il nostro secondo faccia a faccia, niente a che vedere con la guerra. Ma adesso anche lui è d’accordo: fermiamoci, potrebbe essere un segnale ambiguo”. Niente Kirill e niente Zelensky: la via per la pace passa prima dal Cremlino.

Forse in pochi si sarebbero aspettati delle posizioni così "nè con Putin né con la Nato" da parte del capo della Chiesa: Francesco ha condannato l'uso delle armi, la violenza utilizzata ma ha chiaramente affermato che anche l'Alleanza atlantica deve ammettere alcune colpe, per aver generato un conflitto senza senso. In questo è sembrato sposare la visione di Matteo Salvini, che proprio nelle ultime ore aveva dichiarato di volersi recare da Putin, annunciando di aver richiesto anche il visto necessario: su Twitter si è congratulato con il Santo Padre, "l'unico a voler cercare la pace". Peccato che ci fosse già stato il dietrofont del ministro Giorgetti che al termine della conferenza stampa di lunedì sera ha risposto alla domanda del Foglio, rettificando quanto detto dal leader della Lega: "Non mi risulta che sia in programma un viaggio di questo tipo a Mosca. Credo che le azioni diplomatiche internazionali in una situazione come questa richiedano prudenza".

Salvini insomma alla fine non partirà ma ha già trovato una sponda del Pontefice. Che sulla conclusione della guerra si sbilancia: "Orbán quando l’ho incontrato mi ha detto che i russi hanno un piano, che il 9 maggio finirà tutto. Spero che sia così, così si capirebbe anche l’escalation di questi giorni. Perché adesso non è solo il Donbas, è la Crimea, è Odessa, è togliere all’Ucraina il porto del Mar Nero, è tutto. Io sono pessimista ma dobbiamo fare il possibile perché la guerra si fermi".




Papa Francesco travolto in Polonia da critiche negative, irritazione per la «linea pro-Putin»

Franca Giansoldati
4 maggio 2022

https://www.ilmessaggero.it/vaticano/pa ... 67506.html

Città del Vaticano – Papa Francesco è stato travolto da una ondata di commenti negativi in Polonia per le parole pronunciate sulle cause della guerra in Ucraina, sostanzialmente riconducibili a quell'«abbaiare della Nato» che avrebbe irritato e provocato Putin. L'intervista papale affidata al Corriere della Sera continua a essere materia incandescente nei paesi europei che confinano con la Russia e che non comprendono affatto questa lettura dei fatti.

I maggiori quotidiani, blog, radio non hanno risparmiato Papa Bergoglio da critiche pesanti. Lo noto storico Jarosław Makowski ha definito «inquietanti» le affermazioni del pontefice e l'uso dei termini, come quell'abbaiare, individuato per tracciare l'attività dell'Alleanza a motivo della reazione aggressiva del Cremlino. «Il Papa dà l'impressione di un uomo che relativizza le atrocità che vediamo ogni giorno. E l'affermazione sull'abbaiare della Nato si adatta alla propaganda del Cremlino», ha sottolineato.

Il Papa da diversi media polacchi viene affiancato a Pio XII. Se Pacelli è passato alla storia come il pontefice dei silenzi su Hitler, Bergoglio rischia di diventare il Papa di Putin.

Anche l'altra frase - «Per ora non vado a Kiev. Prima devo andare a Mosca, devo incontrare Putin. Ma io sono anche un prete, cosa posso fare? Faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta..» - ha causato sconcerto. Sempre Makowski a capo dell'Istituto Civico, ha riferito che Bergoglio è una delusione: «non mi piace affatto e dire che sembrava essere una persona piena di compassione e comprensione».



Americani furiosi con papa Bergoglio per il reato di "lesa maestà" nei confronti della Nato

Giovanni Trotta
04 Maggio 2022

https://www.7colli.it/americani-furiosi ... ato-58666/

Papa Bergoglio è riuscito a fare arrabbiare tutti i contendenti, sia Mosca sia Washington. La sua intervista al Corriere di qualche giorno fa ha suscitato più di qualche malumore. E non tanto in Russia, dove all’ostilità sistematica sono abituati, ma in America, dove le critiche non le ricevono più da quando c’è quel grande presidente dem. Lo analizza il sito Dagospia in un lungo articolo. Quell'”abbaiare della Nato alle porte della Russia” è sembrato a tutti i sinistri come una lesa maestà. Perché tutti noi sappiamo bene che Nato, Ue e Usa sono il bene assoluto e tutti gli altri il male assoluto. Un abbaiare che, secondo Bergoglio, ha indotto il presidente russo a reagire malamente.


Le accuse della stampa dem al papa

Secondo Daily Beast, uno dei siti Usa più popolari al mondo, il papa non avrebbe condannato la guerra se non molto leggermente. Poi ha parlato solo due volte al telefono con il presidente ucraino Zelensky, anche se è andato all’ambasciata russa a esprimere preoccupazione. Come la maggioranza della stampa occidentale, il sito Usa ha accusato il papa di essere complottista e di non dire chiaramente che la colpa è solo della Russia e per niente dell’Occidente. Anche Dagospia sembra condividere le critiche di Daily Beast: “Ora, va bene che il Papa deve fare il Papa e non può dirsi favorevole al riarmo, ma come si devono difendere secondo lui gli ucraini bombardati da “Mad Vlad”? Bastano le preghiere? E soprattutto, perché Bergoglio non riesce a prendere una posizione chiara contro l’invasione russa?”


Forse papa Bergoglio ha mai sentito nominare Leone Magno?

In realtà, questo non è vero: ha condannato più volte e chiaramente l’invasione, e si è offerto di andare a Kiev e a Mosca, salvo poi ripensarci. La spiegazione è piuttosto semplice: Papa Berrgoglio non ha mai sentito nominare il suo predecessore Leone Magno. Il quale, armato solo di croce, respinse Attila che voleva marciare su Roma con la forza della ragione. Non gli andò abbastanza bene pochi anni dopo con il vandalo Genserico, che Roma la invase non badando al papa. La verità è che non esistono più i papi di una volta….




Ungheria-Orban, Europa e stato di diritto, con la Russia e contro l'Ucraina
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 4582061403

Della politica di Orban mi piacciono:
la difesa dei diritti umani, civili e politici degli ungheresi,
tra cui:
l'anti invasionismo scriteriato e indiscriminato,
l'anti islamismo in quanto nazi maomettano,
l'anti transgenderismo e la Teoria del Gender,
l'anti eversismo della magistratura come casta indipendente che vorrebbe sovvertire la sovranità popolare e la sua maggioranza parlamentare e governativa e la costituzione che le afferma e garantisce,
ma non mi piace proprio per niente la sua scelta contro l'Ucraina e filo russa anche se capisco che la politica della UE socialdemocratica e politicamente corretta contro l'Ungheria lo ha costretto verso la Russia di Putin.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

I demenziali sostenitori del criminale nazifascista Putin

Messaggioda Berto » dom giu 05, 2022 7:34 am

PADRE SPADARO: "L'OCCIDENTE E' INDIFFERENTE ALLE RICHIESTE DI PUTIN" E QUALI SAREBBERO?
Il Foglio, Redazione
Niram Ferretti
2 luglio 2022

https://www.facebook.com/niram.ferretti ... 9192188523

"La nostra indifferenza alle richieste di Mosca ha influito sulla sua deriva verso l’autocrazia neo-zarista? È legittimo pensarlo”, scrive il direttore della Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, interprete fino a prova contraria del pensiero politico e geopolitico bergogliano su guerra e pace. Niente da fare, si torna sempre lì: Putin è sì l’aggressore, il responsabile di un atto sacrilego e disumano eccetera, ma insomma… qualcuno l’ha provocato. E quel qualcuno è sempre l’occidente, la Nato con la sua ingordigia e la sua voglia di esportare guerre e armi.
Torna la storiella sulle promesse che l’Alleanza atlantica non si sarebbe allargata a ovest dell’Elba (uno stato libero e sovrano può chiedere di entrare ella Nato, senza diktat esterni) e ricorda, il reverendo padre, che “i paesi che non hanno adottato sanzioni contro la Russia sono 193 contro 37” e “rappresentano il 41 per cento del pil mondiale e l’86 per cento della popolazione”.
Tira una riga, il gesuita, e realizza quindi che “il mondo si divide e la Nato si allarga”. Si spiega che ha ragione il Papa, che “dividere il mondo in buoni e cattivi, usando ‘lo schema di Cappuccetto Rosso’ è confortevole e rassicurante, ma non serve a capire”. Domanda a Spadaro, che da mesi spiega che il mondo è complesso salvo poi concludere con la più scontata e banale delle considerazioni, e cioè che bisogna fermare la guerra e fare la pace: cosa ci sarebbe da capire? Su cosa in particolare avrebbe dovuto, l’occidente, dar retta a Vladimir Putin per acquietarne voglie e languori? Dopo quattro mesi di guerra fratricida, sarebbe almeno curioso saperlo. Di sicuro, sarebbe molto più interessante delle dotte spiegazioni, infarcite di ideologia antiamericana, sul perché dopotutto la Russia ha avuto le sue ragioni per fare quello che ha fatto.


La forza imperfetta della democrazia: Intervista a Davide Romano
Davide Cavaliere
2 Luglio 2022

http://www.linformale.eu/la-forza-imper ... de-romano/

Per la prima volta ospite de L’Informale, Davide Riccardo Romano, attento osservatore dello scenario internazionale, è direttore del Museo della Brigata Ebraica di Milano e autore presso La Repubblica. È stato Assessore alla Cultura della Comunità Ebraica di Milano e ha pubblicato, per la collana Fuori dal coro, Le reti dei nuovi antisemiti, (2017) scritto a quattro mani con Alberto Giannoni. Ha accettato di rispondere ad alcune domande sul conflitto in Ucraina, il ruolo d’Israele e la difesa delle democrazie.

Non è raro, per chi frequenta i social media, imbattersi in utenti che si dichiarano «filoisraeliani e ammiratori di Putin». Israele e la Russia possono essere apparentati in qualche modo?

Sono due Stati che hanno diversi legami. Da parte di Israele, il 15% della popolazione parla russo e dunque la cultura russa è parte integrante dello Stato ebraico. Dal lato russo invece, si sa che Putin ha una certa simpatia personale per il mondo ebraico; probabilmente grazie al fatto che da ragazzo crebbe in un quartiere dove la presenza ebraica era viva, e fu molto accogliente anche verso di lui. Ciò premesso, parliamo di due Paesi istituzionalmente assai diversi. Israele è un Paese incredibilmente democratico, nonostante sia sotto assedio da quando è nato. La Russia di Putin invece, è sempre più simile all’Iran. Una dittatura basata sui proventi di petrolio e gas, dove un’eroica società civile viene costantemente umiliata dai guardiani della rivoluzione putiniana: un apparato poliziesco pervasivo che occupa perfino l’economia, uccidendola. Tornando ai sostenitori di Putin e di Israele, è doveroso rilevare che c’è un’incoerenza a destra tra chi appoggia uno Stato democratico come Israele e allo stesso tempo una dittatura come quella putiniana. Ma c’è anche da rilevare un’incoerenza a sinistra: ovvero coloro che appoggiano la democrazia ucraina e allo stesso tempo sostengono la satrapia palestinese.

Si è discusso tanto e male in merito alla presenza di milizie «neonaziste» inquadrate nell’esercito ucraino. Esiste un «pericolo antisemitismo» in Ucraina? In Russia invece?

L’antisemitismo c’è in entrambi i Paesi. Ma si combatte con la democrazia e la società aperta, l’autoritarismo non rende le persone migliori. Basta vedere la differenza tra i tedeschi dell’Est e dell’Ovest. I più antisemiti sono quelli che hanno vissuto sotto il comunismo. Gli ucraini in tema di antisemitismo – per chi conosce la storia – hanno fatto passi da giganti: tanto da avere addirittura eletto direttamente un presidente ebreo come Zelensky, dandogli ben il 73% dei voti solo tre anni fa. Unico Paese al mondo ad avere un premier ebreo, a parte Israele. Qualcosa di incredibile, e che rende le accuse di nazismo contro gli ucraini ancora più ridicole. Non solo: il partito filo nazista Svoboda, in Ucraina, è passato dall’exploit di un inquietante 10,4% del 2012 al 2,15% del 2019. Da 38 seggi a uno, in parlamento. A conferma che la migliore medicina contro l’estremismo è la democrazia. In Russia invece, la tutela degli ebrei da parte di Putin è assai precaria: potrebbe scomparire da un momento all’altro, se il dittatore cambiasse idea o se salisse al potere un’altra persona. La società russa infatti, non essendo aperta, non ha potuto sviluppare gli anticorpi contro l’antisemitismo come quella ucraina. Ma poi se vogliamo avere una controprova, guardiamo a come gli ebrei votano con i piedi, cioè dove vanno: se da dopo 24 febbraio ad oggi il numero di ebrei russi che sono andati a vivere in Israele è simile a quello degli ebrei ucraini, qualcosa non va. Gli ebrei ucraini fuggono da un Paese in guerra, gli ebrei russi temono il regime putiniano. In entrambi i casi, sia gli ebrei ucraini che quelli russi fuggono da Putin e dal suo sistema oppressivo

Il «putinismo» attira nella sua orbita estremisti di destra e di sinistra. Perché affascina così tanto?

Il modello occidentale sta mostrando i suoi limiti, soprattutto in Italia dove l’economia va sempre peggio e la gente è sempre più povera. In periodi di crisi la gente cerca un “uomo forte” che risolva i problemi, e in tanti lo hanno individuato in Putin. Dimenticando che se c’è una cosa in cui Putin ha fallito, è proprio lo sviluppo economico. La Russia infatti, nonostante gli stratosferici incassi dei proventi da petrolio e gas, ha un prodotto interno lordo pari a quello della Spagna. Se consideriamo che il Paese iberico ha un terzo degli abitanti della Russia, i numeri sono imbarazzanti per Putin, che peraltro governa da un ventennio. Ed è anche per questo che fa sempre guerre in giro, per distrarre il popolo ed evitare che inizi a parlare dei suoi fallimenti in patria. Un trucco vecchio come il mondo. Poi c’è la saldatura tra rosso-bruni, ovvero tra le culture fasciste e comuniste che sono ancora forti in Italia e – come ai tempi del patto Molotov-Ribbentrop – trovano il modo di allearsi contro il nemico americano e la NATO. Infine non dimentichiamo che questo consenso è aiutato anche dalla propaganda di Mosca, che come durante il comunismo continua a investire molti soldi per manipolare le informazioni e creare divisioni in Occidente.

Invece di affrontare la brutalità di Putin contro l’Ucraina, in tanti lo hanno giustificato, scusato, difeso. Ci siamo colpevolizzati, proprio come davanti al terrorismo islamico o a quello palestinese. Noi occidentali siamo ancora in grado di difenderci?

Il nostro punto debole è il fatto che siamo umani. Loro – i fondamentalisti di destra e di sinistra, islamisti compresi – lo sanno bene. Come diceva Kafka: «Il male conosce il bene, ma il bene non conosce il male.» Loro sono spietati, uccidono e torturano senza alcun problema: da Hamas a Putin, passando per Xi Jinping e Khamenei. E proprio loro, ci accusano di razzismo, imperialismo, nazismo, ecc. Sanno che nelle nostre società sono argomenti importanti, e ci giocano. Lo fanno anche perché noi non siamo coscienti che chi ci attacca è un assassino spietato. Inoltre, come diceva Jung, nelle accuse agli altri spesso si è autobiografici. Ci accusano di imperialismo, proprio loro! Hamas, che vorrebbe fare di tutta Israele una Palestina islamica, Putin che invade l’Ucraina e manda i suoi mercenari della Wagner in mezzo mondo. Xi Jinping che opprime il Tibet e ha invaso Hong Kong e promette di fare lo stesso con Taiwan. Khamenei, che tramite le proprie milizie filo-iraniane influenza Libano, Iraq, Gaza, ecc. Eppure proprio questi criminali internazionali ci vengono a fare la morale? L’Occidente deve recuperare l’orgoglio di se stesso. Non siamo perfetti, ci mancherebbe. Ma ingigantire i nostri difetti e diminuire, o dimenticare, i loro ha regalato ai propagandisti armi importanti per creare equivalenze tra democrazie e dittature che non dovrebbero nemmeno essere pensate. La verità è che parliamo tanto di antifascismo, ma quando ci troviamo davanti delle nuove forme di fascismo come quello islamico, putiniano o cinese, non lo sappiamo riconoscere. A partire dal linguaggio: chiamiamo “presidente” sia Macron che Putin. Come se essere eletti democraticamente o guadagnare il potere uccidendo i rivali fosse la stessa cosa. Non lo è, e forse dovremmo iniziare a ricordare sempre più spesso chi è un dittatore e chi no. Uno non vale uno.

Ridurre le forniture di gas russo significa aumentare quelle provenienti dai Paesi musulmani e turcofoni. In futuro, Baku, Doha e Algeri come sfrutteranno la nostra accresciuta dipendenza dalle loro risorse energetiche?

Purtroppo, possiamo affrontare un nemico alla volta. I compromessi che stiamo facendo con Erdogan mi disgustano, avremmo dovuto intervenire con sanzioni già anni fa, quando non c’erano le emergenze di oggi. Ahimè la nostra politica vive giorno per giorno, senza guardare al lungo termine. Per questo rivendico il mio essere da sempre ecologista e per lo sviluppo delle energie rinnovabili: l’unico sistema per liberarci dalla dipendenza dalle dittature petrolifere e da compromessi inquietanti. Poi, pragmaticamente, mi domando come sia possibile che i nostri governi non abbiano concluso prima gli accordi con Israele sul gas che erano pronti da anni. Così come mi pare demenziale rinunciare al gas nell’Adriatico in nome dell’ambientalismo più stupido, che permette così alla Croazia di trivellare e portarselo a casa a condizioni sicuramente più inquinanti di quello che avremmo fatto noi.

Sembra che la Russia intenda proporre una risoluzione alle Nazioni Unite per condannare le operazioni militari israeliane in Siria. Israele può fidarsi della Russia di Putin e Lavrov?

Cerchiamo di essere chiari e onesti fino in fondo. Putin ha permesso a Israele in questi anni di bombardare le basi militari iraniane in Siria, evitando così che Gerusalemme fosse attaccabile anche da est, oltre che da sud (Gaza) e nord (Hezbollah). Una cosa importantissima, per cui comprendo la prudenza di Israele sull’invasione russa in Ucraina. Ma non mitizziamo troppo la Russia: alle Nazioni Unite chi difende Israele sono sempre gli USA. Cina e Russia sono sempre dall’altra parte. Non dimentichiamo neppure che Mosca, quando Israele rispondeva agli attacchi di Hamas, accusava Gerusalemme di “reazioni sproporzionate”. Questa espressione, dopo l’invasione militare dell’Ucraina, appare ancora più grottesca di quanto non fosse prima. Inoltre non dimentichiamo che ancora l’anno scorso, la Russia ha svolto esercitazioni militari congiunte con Teheran. Non è proprio il caso di fidarsi della Russia, dunque. Dirò di più: la cosa migliore è potersi difendere senza l’aiuto di nessuno. Una lezione che gli ebrei hanno bene in testa, e che alla luce di quanto succede oggi in Ucraina, resta attualissima.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

I demenziali sostenitori del criminale nazifascista Putin

Messaggioda Berto » dom giu 05, 2022 7:34 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

I demenziali sostenitori del criminale nazifascista Putin

Messaggioda Berto » dom giu 05, 2022 7:35 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

I demenziali sostenitori del criminale nazifascista Putin

Messaggioda Berto » dom giu 05, 2022 7:35 am

12)
taluni conservatori e repubblicani USA;



USA: il bene e il male
Trump e i repubblicani, Biden e i democratici
viewtopic.php?f=196&t=2973
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts/985184802058290



Tucker Carlson: Il trattamento della guerra Russia-Ucraina da parte dei media è sconsiderato
Questo articolo è adattato dal commento di apertura di Tucker Carlson dell’edizione del 7 aprile 2022 di “Tucker Carlson Tonight”.
3 maggio 2022

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... nsiderato/

Settimane prima che l’esercito russo invadesse l’Ucraina, una storia agghiacciante ha cominciato ad apparire in un certo numero di media americani. Fonti senza nome dell’amministrazione Biden avevano avvertito che Vladimir Putin stesse preparando quello che avevano chiamato un attacco “false flag“. Lo scopo dell’attacco doveva essere un pretesto per una guerra con l’Ucraina.

Il suggerimento era che Vladimir Putin avrebbe messo in scena un omicidio di massa e poi avrebbe accusato gli ucraini di averlo commesso. Così il Pentagono avvertì gli americani di aspettarsi una “propaganda molto grafica“, tra cui filmati di “cadaveri ed attori che avrebbero ritratto in lutti con immagini di luoghi distrutti, così come attrezzature militari nelle mani dell’Ucraina o dell’Occidente”.

Era una storia piuttosto complessa, ma i media hanno accettato tutto al valore nominale e poi l’hanno ripetuta acriticamente. Uno dei pochissimi che ha osato porre delle domande sulla provenienza della storia è stato un reporter dell’Associated Press chiamato Matt Lee, e per aver fatto quella domanda, il portavoce del Dipartimento di Stato lo ha quasi accusato di lavorare per Vladimir Putin. Ecco cosa succede quando si fanno domande scomode. I media l’hanno capito subito ed infatti hanno smesso di farle.

Ma per settimane, l’amministrazione ha continuato a rilasciare più di quello che ha chiamato una intelligence declassificata sui piani della Russia. I funzionari hanno detto che Vladimir Putin stava per usare armi chimiche in Ucraina. Joe Biden stesso ha ripetuto questa storia ed è per questo, ci ha detto Joe Biden, che abbiamo bisogno di inviare altri 14 miliardi di dollari di tasse al governo ucraino. Tutti a Washington hanno accettato questo al valore nominale ed il governo degli Stati Uniti ha inviato i soldi. Ma Joe Biden non stava dicendo la verità e settimane dopo l’amministrazione lo ha ammesso.

Secondo la NBC News, più funzionari dell’amministrazione Biden hanno confermato che non c’è “nessuna prova che la Russia abbia portato armi chimiche vicino all’Ucraina“. Quindi, non era vero, ma non è stata l’unica bugia. La NBC ha descritto questa finzione sulle armi chimiche come solo uno di una “serie di esempi” di informazioni non verificate che l’amministrazione Biden ha dichiarato essere reali. Quindi, non ci stavano solo mentendo su ciò che stava accadendo in Ucraina, ci stavano mentendo su vasta scala, ma incredibilmente – e questo è il punto significativo – la NBC News non era affatto disturbata da tutto questo. In effetti, lo hanno persino applaudito.

La NBC News ha descritto le bugie dell’amministrazione Biden come una “strategia audace e finora di successo“. E poi la NBC News ha inviato uno dei tanti burattini delle agenzie di intelligence che ha assunto per far sapere al resto di noi, gli spettatori, che dovremmo essere grati che l’amministrazione Biden ci stia mentendo.

KEN DILANIAN: “Ora siamo nel bel mezzo della guerra e gli Stati Uniti stanno rilasciando informazioni e a volte non sono sempre basate sui rapporti più affidabili. Per esempio, gli Stati Uniti hanno reso pubblico che credevano ci fossero indicazioni che la Russia potesse essere pronta ad usare degli agenti chimici in Ucraina. Ora questo non si è verificato e i funzionari ci hanno detto che una delle ragioni per renderlo pubblico era in parte un deterrente. In un altro caso, si parlava di una Russia che andava in Cina a chiedere un aiuto militare. Non c’è alcuna indicazione che sia successo, ma era un modo per avvertire i cinesi di non farlo.”

Oh, è tutto molto intelligente. Quindi, l’amministrazione Biden ha usato la disinformazione per manipolare l’opinione pubblica americana, ma la NBC News vuole farvi sapere che va bene perché era per una buona causa. Era virtuoso. Quindi come dovremmo sentirci di fronte a tutto questo, un’organizzazione di notizie che celebra la menzogna al pubblico? Beh, ad un certo livello, è sconcertante. I giornalisti esistono per dire la verità. Questo è il loro lavoro. Ma apprendere tutto questo è come sentire un dottore che si vanta di uccidere la gente. Ti dà i brividi.

Se le organizzazioni di notizie promuovono avidamente le bugie su una guerra, allora il resto di noi a cosa può più credere? Come possiamo sapere che è vero? E onestamente, è difficile sapere cosa è vero. Possiamo essere sicuri che i soldati russi hanno commesso delle atrocità in Ucraina. Ci sono innumerevoli immagini di questo. Un certo numero di esse deve essere per forza reale. Ma possiamo anche essere certi che la guerra non è, nonostante quello che ci dicono, un racconto infantile del bene contro il male. Questa è l’Europa dell’Est, dopo tutto. Tutto è molto più complicato di quanto sembri alla televisione.

Secondo il New York Times, un video recente, per esempio, mostra soldati ucraini che uccidono truppe russe catturate. È successo. “Questi non sono nemmeno degli esseri umani”, dice un soldato ucraino alla telecamera. Il ministero della Difesa ucraino si è poi vantato di queste uccisioni, definendole un “lavoro preciso”. Così è successo. È terribile. Ora, il fatto che sia orribile giustifica l’invasione della Russia in Ucraina? Certo che No. L’invasione russa dell’Ucraina era sbagliata, e i risultati di quell’invasione sono stati una tragedia per tutti nel mondo. Ma allo stesso tempo, dal momento che i nostri leader hanno insistito nel mettere questo paese, gli Stati Uniti, nel mezzo di quella guerra lontana per ragioni che ancora non ci hanno spiegato, noi cittadini americani che presumibilmente gestiamo il nostro governo abbiamo il diritto di chiedere dove vanno i nostri soldi e cosa viene fatto in nostro nome, ma questa è l’ultima cosa che chiunque segue la Casa Bianca ha intenzione di fare. Invece, ecco cosa stanno facendo.

PETER ALEXANDER DELLA NBC: “Quindi, dati questi terribili video e immagini che stiamo vedendo delle atrocità che hanno avuto luogo a Bucha proprio ora, la politica degli Stati Uniti è ancora quella di non cambiare regime in Russia? E se è così, perché qualcuno come Vladimir Putin dovrebbe essere visto dagli Stati Uniti come qualcuno a cui permettere di rimanere al potere?”

JEN PSAKI: “Beh, penso che la nostra politica sia, no? … non stiamo chiedendo un cambio di regime, e questa non è stata la nostra politica e continua a non essere la nostra politica.”

PETER ALEXANDER: “Immagino che la domanda sia: “Allora perché No? Se è un criminale di guerra, perché gli si dovrebbe permettere di rimanere al potere?”

JEN PSAKI: “Beh, la nostra politica non è quella di chiedere un cambio di regime. Non stiamo chiedendo un cambio di regime.”

Così, questo era un reporter della NBC News, e nel caso non poteste sentirlo parlare sotto la mascherina dell’obbedienza, eccolo qui: “Perché dovrebbe essere permesso a Putin di rimanere al potere?” Questo è quello che ha detto. Ora, è difficile credere che qualcuno possa racchiudere tanta ignoranza in una sola domanda. Spacchettiamola per bene. Dov’è che immagina questo giornalista che Joe Biden abbia il potere di decidere quali leader mondiali debbano essere “autorizzati” a governare i loro paesi? È un potere costituzionale che possiede? Se No, da dove viene? E cosa immagina questo giornalista che Joe Biden possa fare esattamente?

Può non piacergli Vladimir Putin. Alla maggior parte delle persone non piace Vladimir Putin, ma Vladimir Putin ha la più grande riserva nucleare del mondo. Quindi, diciamo, per amor di discussione, che Vladimir Putin non abbia voglia di dimettersi oggi. E poi? Beh, il genio della NBC News non ha suggerito “cosa fare dopo”.

Alla CBS News, nel frattempo, sono molto più specifici su “cosa fare dopo”. Guardate questo “reporter” della CBS News chiedere che gli Stati Uniti entrino in guerra con la Russia immediatamente.

STEVEN PORTNOY DICBS NEWS RADIO: “Perché le immagini delle atrocità di Bucha non dovrebbero costringere una risposta cinetica, unificata, di coalizione, mondiale?”

JEN PSAKI: “Intende una guerra militare? Mi spieghi meglio cosa intende.”

STEVEN PORTNOY: “Certo, una risposta militare guidata dagli Stati Uniti e dai partner internazionali.”

JEN PSAKI: “Come dire, schierare truppe militari sul terreno dagli Stati Uniti e dalla NATO?”

STEVEN PORTNOY: “Beh, il presidente ha descritto cose scandalose. Le ha chiamate atrocità. Ha detto che forse dovremmo prepararci al peggio. Perché no?”

JEN PSAKI: “Penso che l’obiettivo del presidente e la sua responsabilità sia di prendere decisioni che siano nell’interesse degli Stati Uniti e della sicurezza nazionale degli Stati Uniti e del popolo americano – e questo non è di andare in guerra con la Russia.”

Avete mai notato che sono le stesse persone che sono così personalmente spaventate da un virus influenzale che indossano ancora le loro mascherine in pubblico – quelle stesse persone sono le stesse che incoraggiano i figli di altre persone ad andare a morire su un campo di battaglia. Quindi, la domanda era: perché queste immagini che stiamo vedendo in televisione non dovrebbero giustificare una guerra con la Russia? Questo è quello che ha chiesto il giornalista, e per una volta, la promotrice del presidente, come avete appena visto, sembrava a corto di parole.

“Intende una guerra militare?”, ha chiesto. “Certo”, dice il giornalista. Sicuro? E con questa, inizia anche il bombardamento ed un enorme numero di americani muore. È così semplice. Certo, cominciamo la terza guerra mondiale. Questo è demenziale. È così completamente sconsiderato e folle, così completamente nichilista che ti piacerebbe pensare che sia solo un ragazzino surriscaldato nella sala riunioni della Casa Bianca che non riesce a tenere le sue emozioni sotto controllo dopo aver visto troppi segmenti di notizie particolarmente sconvolgenti dall’Ucraina – e sono sconvolgenti, ma non è solo un reporter emotivamente incontinente nella sala riunioni. Sono tutti quanti così a Washington. All’improvviso, sono tutti così. Sono tutti pronti a spingere la civiltà occidentale giù per il dirupo dopo aver guardato troppi notiziari.

Ecco l’ennesimo pazzoide nel corpo della stampa che suggerisce che Putin sia in combutta con invisibili forze suprematiste bianche negli Stati Uniti. Quindi, abbiamo qui, signore e signori, una quinta colonna in mezzo a noi.

ANDREW FEINBERG: “Nel corso degli anni, i rapporti pubblici hanno mostrato che i suprematisti bianchi e altri estremisti interni hanno sviluppato un’affinità con la Russia. C’è qualche preoccupazione che, mentre l’economia russa continua a degradarsi, la Russia possa cercare di ispirare estremisti interni, terroristi interni, a commettere atti di violenza sul suolo americano come rappresaglia?”

Com’è che sono sempre persone del genere ad entrare nel mondo dell’informazione? Stupidi, impacciati, le ultime persone con cui vorresti cenare. È abbastanza per farti ripensare alle tue scelte di carriera nella mezza età – fidatevi. Ma quello che sta dicendo qui è che potrebbe essere che Putin controlli le sue forze segrete suprematiste bianche qui negli Stati Uniti e ci sarà una – cercando una parola – insurrezione al comando di Putin? È questo, in altre parole, un nesso tra il 6 gennaio e la guerra in Ucraina? Si sta auto-discreditando. È letteralmente una follia e questi sono giornalisti della Casa Bianca. E non sono solo i giornalisti che seguono la Casa Bianca.

Ecco un conduttore della MSNBC che vi dice che se non dichiariamo immediatamente guerra alla Russia e rischiamo l’annientamento nucleare, allora qualcosa chiamato democrazia finirà per sempre.

ALI VELSHI DELLA MSNBC: “Abbiamo superato il punto delle sanzioni, delle condanne con parole forti e del sequestro dei mega-yacht degli oligarchi. L’ordine mondiale globale e potenzialmente la sopravvivenza della democrazia sono in bilico. Se questo non è il tipo di momento per cui le Nazioni Unite, e la NATO, e l’ONU, e il G20, e il Consiglio d’Europa e il G7 sono stati fatti per, qual è il punto di queste alleanze, se non per fermare tutto questo? Il mondo non può stare a guardare mentre Vladimir Putin continua questo regno del terrore.”

La miscela di totale sicurezza di sé, totale ignoranza e presunzione è pericolosa. L’Ucraina non è nemmeno nella NATO, ragazzi – ma non importa. “Il mondo non può stare a guardare”, dice Ali Velshi. Questo solleva unma domanda ovvia: Allora, cosa dovrebbe fare il mondo oltre ad essere inorridito, che è la reazione naturale e giusta? Il giornalista Aaron Maté ha chiesto una verifica ad Ali Velshi. Chiede: “Come propone che l’Occidente e la NATO agiscano? Che cosa chiede?”. E la Velshi è stato almeno abbastanza onesto da dirlo: “Coinvolgimento militare diretto”.

Oh, come sarebbe? Quante persone alla MSNBC morirebbero? Beh, vediamo, Zero. Quante persone in America morirebbero? Potenzialmente molte migliaia, ma non è solo Ali Velshi che parla così. È su tutti i notiziari via cavo, su tutti i notiziari via cavo, e certamente su tutta la MSNBC.

Ecco un maggiore dell’esercito in congedo, John Spencer, che chiede alle truppe americane di iniziare a sparare ai russi immediatamente.

JOHN SPENCER: “So quello che dico. Ho servito per 25 anni. Ho servito per proteggere gli innocenti. Siamo i leader del mondo libero. Quindi sì, e mia moglie serve ancora nell’esercito. Non parlo per lei, ma sono pronto a impegnarmi in questo momento, diversamente da come ero prima di questo giorno, a mettere persone in contatto diretto con la Russia per fermare la Russia. Chiamatelo mantenimento della pace. Chiamatelo come volete. Dobbiamo fare di più che fornire armi e con noi intendo gli Stati Uniti. Sì, lo faremo come una coalizione con molte altre persone, ma noi siamo l’esempio. Quindi mettere gli scarponi sul terreno, inviare armi direttamente alla Russia.”

Le idee sbagliate qui sono davvero profonde. Quindi, ecco un tizio che dopo 25 anni ci dice, con la faccia seria, che ha servito nell’esercito degli Stati Uniti per “proteggere gli innocenti”, ma… No, non l’ha fatto, in realtà. Hai servito nell’esercito degli Stati Uniti per proteggere gli Stati Uniti. Questo è il suo lavoro, punto, e chiunque le abbia detto il contrario le stava mentendo. Ma ci sta anche dicendo che sua moglie è attualmente in servizio, ma lui vuole la guerra lo stesso. Quindi, ecco un tizio che non vede l’ora di mandare sua moglie in battaglia contro la Russia armata di armi nucleari. Speriamo che sua moglie non veda mai quel nastro di partenza. E speriamo che non vada mai più in televisione.

È una cosa seria. La guerra è l’affare più serio, ovviamente, che qualsiasi governo debba condurre e che non vorrebbe condurre, quindi si potrebbe pensare che in un momento come questo, bisognerebbe avere qualche pensatore lucido, qualche testa più calma, mentre cerchiamo di tracciare un percorso in avanti attraverso tempi molto complicati, ma apparentemente, non ce la facciamo. Invece, abbiamo conduttori di notizie idioti che invocano un cambio di regime. “Uccidete Putin“. Ok, e poi?

E poi, a Washington, abbiamo dei buffoni emotivamente squilibrati come Adam Kinzinger che elabora i suoi problemi personali in pubblico urlando di “guerra con la Russia”. Adam Kinzinger lo dice da settimane. Hillary Vaughn di Fox News è andata al Campidoglio, ha rintracciato Kinzinger ed ha cercato di scoprire esattamente di che cosa sta parlando. “Dovremmo abbattere gli aerei russi sì o no?” ha chiesto, e siamo felici che l’abbia fatto, perché ecco cosa ha risposto Kinzinger:

ADAM KINZINGER: “Allora, io ho effettivamente chiesto una no-fly zone. Questo è stato chiaro. Questo era un mese fa, quindi lo avete già. Secondo …”

HILLARY VAUGHN DI FOX NEWS: “Lei si sente a suo agio ad avere gli Stati Uniti che abbattono gli aerei russi in volo sopra l’Ucraina?”

ADAM KINZINGER: “Oh sì. Voglio dire, seriamente, se ci fosse una no-fly zone implementata, si emette un editto – è per scopi umanitari.”

Queste persone sono bambini. Non si preoccupano delle conseguenze di ciò che dicono. “Oh sì, abbattete gli aerei russi”. Non come se questo potesse degenerare in un Armageddon in circa otto minuti o altro. Queste persone sono pazze. Sono totalmente sconsiderati. Stanno giocando con il nostro futuro. Dovrebbero vergognarsi, ma non si vergognano affatto. Infatti, stanno raddoppiando la loro aggressività e la loro certezza morale e nel processo, stanno influenzando profondamente la politica del governo degli Stati Uniti e quindi, ancora una volta, il futuro di questo paese. I più sconsiderati tra noi sono completamente al comando.

In risposta al loro incessante pungolo, Joe Biden ha ancora una volta suggerito che gli Stati Uniti potrebbero presto trovarsi in una guerra calda contro la Russia, armata di armi nucleari.

JOE BIDEN: “Ecco il punto. Questa guerra potrebbe continuare per molto tempo, ma gli Stati Uniti continueranno a stare dalla parte dell’Ucraina, del popolo ucraino e della lotta per la libertà. E voglio solo che sappiate che, e a proposito, se dovessi andare in guerra, verrei con voi. Ve lo dico. Dico sul serio.”

Questa guerra potrebbe durare a lungo. Beh, non mi sorprende. Stanno ottenendo molto a Washington. Il popolo ucraino non sta ottenendo assolutamente nulla, se non l’esilio e la morte e la distruzione del suo paese. Ma a Washington, molti ne stanno beneficiando. Come ha detto Joe Biden, “Se devo andare in guerra, verrò con voi”. Beh, in realtà, No, non ci andrà, signor presidente, perché compirà 80 anni questo autunno. Non condurrà le truppe in battaglia assieme alla delegazione della stampa della Casa Bianca. Farà solo in modo che altri ci vadano.





Alberto Pento

Con i dittatori criminali e perciò bugiardi al massimo grado ci si deve sempre aspettare di tutto e il peggio, perciò è sempre meglio mettere le mani avanti e nel caso dell'Ucraina le mani bisognava metterle ancora più avanti e prima, molto prima. per evitare che questo macellaio invadesse l'Ucraina.
L'invasione dell'Ucraina è un crimine contro l'umanità e aggravato da crimini di guerra e non ha alcuna importanza che non siano state usate armi chimiche e biologiche, le migliaia di morti e di feriti causati dall'invasione e dalle armi russe è più che sufficiente a definire Putin un criminale.
Le minacce nucleari di Putin sono assai peggiori di quelle sul possibile uso di armi biologiche e chimiche.
Tucker Carlson nel caso dell'Ucraina si è bruciato tutta la simpatica che avevo per lui.
L'Ucraina è Europa e per noi europei è importante anche il suo bene.






Tucker Carlson: I nostri leader ritengono che proteggere l’Ucraina sia più importante che proteggere voi

Tucker Carlson rivela quanti soldi vengono spesi dagli Stati Uniti per l’Ucraina
Questo articolo è adattato dal commento di apertura di Tucker Carlson dell’edizione del 11 maggio 2022 di “Tucker Carlson Tonight”.
14 maggio 2022

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... ggere-voi/

Non c’è niente di peggio al mondo che scoprire che le proprie paure più profonde sono giustificate. Questo è lo scenario da incubo: scoprire che c’è davvero uno zombie nell’armadio. Diciamo che siete bambini e vi siete convinti che i vostri genitori non vi amano davvero. Loro sostengono di amarti. Lo dicono sempre, di solito senza alzare lo sguardo dal loro iPhone, ma si capisce che non lo pensano davvero. Non sembrano sinceri.

E poi, una mattina di Natale, arriva la conferma. Scoprite che si sono dimenticati di comprarvi dei regali, qualsiasi tipo di regalo. Erano impegnati e gli sarà passato di mente. Invece, hanno speso tutto il loro tempo e tutti i loro soldi per comprare dei regali ad un bambino che vive in fondo alla strada. Tutte le cose che avete chiesto, le hanno date ad un altro bambino di nove anni che non avete mai conosciuto. Come vi sentireste?

Beh, vi sentireste distrutti, ma ora avete avuto la conferma. Ora sapete con certezza che i vostri genitori non vi vogliono bene. Non sono nemmeno molto interessati a voi. È così che molti Americani si sono sentiti guardando la Camera dei Rappresentanti approvare un altro massiccio pacchetto di aiuti per l’Ucraina. Nulla contro l’Ucraina, ma probabilmente quei soldi ci farebbero comodo proprio adesso. Dopo 100 anni di generazione di ricchezza praticamente ininterrotta, l’economia americana sembra vacillare in modi che fanno paura a chiunque presti attenzione.

Anche chi non è attento può percepire che c’è qualcosa di veramente sbagliato. Molte persone non lavorano. Quelli che lavorano si stanno impoverendo rapidamente, grazie all’inflazione. All’improvviso tutto è incredibilmente più costoso. Lo avete notato? In questo momento c’è letteralmente una carenza di latte artificiale. Pensavate che sarebbe mai successo in America?

Eppure sta accadendo, così come l’epidemia di droga più letale della nostra storia.

Circa 107.000 americani, la maggior parte dei quali giovani che avrebbero dovuto avere una vita lunga e produttiva, sono invece morti. Sono morti per overdose nell’ultimo anno. È la cosa più triste che sia accaduta al nostro Paese da molto tempo a questa parte, eppure il Congresso, che pretende di governare il Paese, non si preoccupa nemmeno di riconoscerlo, tanto meno di fare qualcosa al riguardo.

Invece, i vostri rappresentanti a Washington hanno appena votato per inviare altri 40 miliardi di dollari agli oligarchi ucraini che hanno pagato il figlio di Joe Biden. Ecco cosa è successo, ed è solo l’ultimo assegno che il Congresso ha staccato loro. Si può aggiungere ai circa 14 miliardi di dollari già spesi per l’Ucraina. Questo porta il totale a più di 54 miliardi di dollari.

A quanto ammonta? In prospettiva, è più di quanto abbiamo speso in media all’anno per la guerra in Afghanistan, una guerra che era iniziata con un attacco diretto agli Stati Uniti. 54 miliardi di dollari – è più o meno quanto la Russia, l’intera nazione, spende per le sue forze armate nel corso di un anno intero. È una cifra ridicola, eppure il Congresso l’ha approvata con piacere. Anzi, ha stanziato 7 miliardi di dollari in più di quanto richiesto da Joe Biden. Ecco quanto erano entusiasti nel farlo.

Dove andranno a finire questi soldi? Oh, questa è la parte migliore.

Il Congresso ha deciso di risolvere tutti i problemi urgenti che devono essere risolti, ma di risolverli in Ucraina, non qui. Fin dal primo giorno, l’obiettivo principale di tutti questi finanziamenti è stato quello di rendere sicuri i confini dell’Ucraina perché, si sa, non si può avere un Paese senza confini. Devono esserne sicuri. Nancy Pelosi ne è fermamente convinta, così come i suoi amici Repubblicani. La sicurezza dei confini ucraini è l’obiettivo principale.

Poi c’è il problema dell’“insicurezza alimentare“. Non qui, in Ucraina. Il cibo sta diventando costoso in Ucraina, quindi spenderemo 760 milioni di dollari per risolvere il problema solo in questo assegno e non solo in Ucraina. Il Congresso, che si sentiva un po’ sportivo, ha anche aggiunto 150 milioni di dollari per un programma chiamato “Programma globale per l’agricoltura e la sicurezza alimentare“, perché mentre nutriamo l’Ucraina, perché non nutrire anche il resto del mondo? Abbiamo più cibo di quanto ne possiamo usare. Ed ovviamente questo includerà anche il latte artificiale, perché i bambini di altri Paesi hanno bisogno di mangiare.

Poi c’è un’altra grossa fetta di denaro per “combattere il traffico di esseri umani“. Non per combattere il traffico di esseri umani in Texas, dove è ormai onnipresente grazie al confine aperto con il Messico, ma per combattere il traffico di esseri umani in Ucraina, perché è triste ciò che sta accadendo lì. Ma non qui, non è triste. Lo stiamo ignorando. Ci sono ancora più soldi per assicurarsi che gli ucraini abbiano un rifugio d’emergenza, perché a quanto pare stasera più di un milione di americani non è mica un senzatetto. Ci sono 900 milioni di dollari per assicurarsi che gli ucraini abbiano accesso ai “programmi sociali che spettano di diritto“, i nostri programmi sociali che ci spettano di diritto. Ne avranno bisogno quando arriveranno qui, come molti altri.

In altre parole, non potete permettervi di fare il pieno alla vostra macchina, ma ora potete pagare le spese di vita di chiunque si presenti nel vostro Paese sostenendo di provenire dall’Ucraina, e lo farete. E poi, dato che pagare gli amici è sempre il vero scopo di questi esercizi a Washington, ci sono altri miliardi di dollari per gli ex datori di lavoro di Lloyd Austin nel settore delle armi. Tra questi, 72 milioni di dollari per qualcosa che il disegno di legge descrive come “ricerca, sviluppo, test e valutazione in Ucraina“. Hmm.

Ora, non dite bio laboratori perché non sono dei laboratori, ma onestamente, questo è strano. L’Ucraina è una zona di guerra e quindi probabilmente non è un luogo ideale per la ricerca scientifica in questo momento, ma non importa. Stiamo finanziando una sorta di esperimenti scientifici in Ucraina. Non ho altre domande da fare. E il disegno di legge continua così, e così via.

Come ha sottolineato il deputato Thomas Massie, il Congresso ha speso più denaro per l’Ucraina in sei mesi di quanto il governo americano abbia speso per tutte le strade e tutti i ponti degli Stati Uniti in tutto l’anno scorso. I 40 miliardi di dollari che stiamo inviando all’Ucraina per rendere sicuri i loro confini, tra l’altro, sono più del doppio (più del doppio!) di quanto Joe Biden ha chiesto per finanziare la sicurezza delle dogane e delle frontiere negli Stati Uniti. Un unico disegno di legge, più del doppio di quanto stiamo spendendo quest’anno per i nostri confini e poi, nel bel mezzo di una storica emergenza della droga, il disegno di legge spende più di dieci volte l’intero budget della DEA (più di dieci volte!). Nel caso in cui vi stiate chiedendo cosa pensino i vostri leader di voi, non sono affatto dei fan, e ora ne abbiamo la certezza.

Dovete sapere che ogni singolo Democratico della Camera dei Rappresentanti ha votato a favore di questa legge. Tra questi c’è anche Barbara Lee di Berkeley. Se vi ricordate il suo nome, forse è perché nel 2001 Barbara Lee di Berkeley fu l’unico membro del Congresso ad opporsi alla guerra contro i Talebani. Ma la guerra in Ucraina è una guerra che Barbara Lee può sostenere. Perché? Perché non c’è alcuna possibilità che questa guerra possa essere d’aiuto agli Stati Uniti. Ecco il suo ragionamento.

REP. BARBARA LEE: “Questa guerra non riguarda solo l’Ucraina. Questa guerra riguarda il resto del mondo e Putin che cerca di instaurare governi autocratici in tutto il mondo, e sappiamo che ciò avviene attraverso campagne di disinformazione, attraverso ogni tipo di disinformazione.”

Quindi non si tratta solo di Ucraina. Si tratta di qualcosa di più grande dell’Ucraina. Grazie, Barbara Lee, per essere stata così intelligente da dircelo, da dirlo ad alta voce. Questa è una guerra alla disinformazione, che ad un certo punto, in qualche modo, sarà sicuramente una guerra contro di voi. Non c’è dubbio, perché lei è una fonte di disinformazione, cioè non è d’accordo. Ma sappiamo per certo che le guerre contro cose che non si possono identificare, contro persone che non esistono, contro dei concetti, una cosa che sappiamo di queste guerre, come della guerra al terrorismo, è che durano per sempre.

Quindi è un po’ strano vedere Tim Ryan dell’Ohio votare a favore. Tim Ryan avrebbe dovuto essere il Democratico dei lavoratori, uno che si preoccupa delle questioni di base. Tim Ryan rappresenta Youngstown e Akron. Date un’occhiata ad Akron qualche volta. Sembra una zona di guerra. Queste sono le città che hanno costruito l’America, ora fatiscenti e disperate a causa del totale abbandono. Ma non preoccupatevi. Tim Ryan è totalmente impegnato nella ricostruzione di Kiev.

E lo stesso vale per Nancy Pelosi. Per la Pelosi, finanziare l’Ucraina ad ogni costo è più di un obiettivo di politica estera. È una sorta di osservanza religiosa.

SPEAKER DELLA CAMERA NANCY PELOSI: “La brutalità di Putin non si limita solo a ciò che sta facendo in Ucraina, ma anche all’impatto che sta avendo sul cibo per il mondo. Quindi, quando sarete a casa e penserete: “Cosa c’entra tutto questo?” pensate a “Quando avevo fame, mi avete dato da mangiare” nel Vangelo di Matteo.“

Oh, quindi Gesù vuole mandare più missili in Ucraina e più missili mandiamo in Ucraina, meno la gente avrà fame? Aspettate un attimo, Gesù non vorrebbe fare tutto il possibile per porre fine alla guerra in Ucraina, piccola idiota irreligiosa? Come osi citare quel libro?

A proposito, c’è stato un tempo in cui Nancy Pelosi non voleva spendere miliardi di dollari per proteggere i confini di un Paese. Diceva che era uno spreco e che fosse moralmente sbagliato. Non è stato molto tempo fa, tra l’altro, era l’aprile del 2017. Vedete se notate la differenza. Ora invece è favorevole a spendere miliardi per le frontiere. Allora era contraria. Cosa è cambiato?

SPEAKER DELLA CAMERA NANCY PELOSI: “Il muro è, a mio avviso, immorale, costoso, poco saggio e quando il presidente dice: “Beh, ho promesso un muro durante la mia campagna elettorale”, non credo che abbia detto che avrebbe scaricato i miliardi di dollari del costo del muro sui contribuenti.”

Oh, l’avete capito? La sicurezza delle frontiere negli Stati Uniti è immorale, ma Gesù è decisamente a favore della sicurezza delle frontiere, dell’Ucraina e dell’aborto, tra l’altro. È un sacramento.

Come al solito, i Democratici, per quanto possa sembrare ridicolo, sono uniti su questo punto. Sono uniti, ma anche, come al solito, una campagna di propaganda sostenuta dai media americani è riuscita a dividere il Partito Repubblicano. Perché questo accade ogni volta? Perché i rappresentanti Repubblicani, a prescindere da quanto siano conservatori, credono al New York Times. Si preoccupano molto di ciò che dicono i media tradizionali. Leggono il New York Times ogni giorno. Non vogliono essere criticati dal New York Times. Ed è così che la sinistra li controlla ogni volta.

Se non ci credete, pensate agli ultimi due anni. Avete visto la stessa dinamica nei primi giorni delle rivolte di BLM ed alle chiusure per il COVID. Nancy Pelosi è stata la prima a prendere la posizione più estrema possibile e poi molti leader Repubblicani hanno concordato con lei. Ricordate che due anni fa, in questo mese, Nikki Haley, ex governatrice della Carolina del Sud, in corsa per la presidenza (è una conservatrice) ha detto agli americani, nei primi giorni delle rivolte, che meritavano di soffrire dopo la morte di George Floyd?

“Per guarire, deve essere personale e doloroso per tutti“, aveva scritto. Alla fine, è stato personale e doloroso. Molte persone sono morte e questo è stato un bene perché il vostro razzismo ha ucciso George Floyd. Questa è stata la prima reazione di Nikki Haley. L’ha letto sul New York Times e ci ha creduto. Lo fanno tutti.

Oh, non dovrebbe sconvolgervi il fatto che la prima reazione di Nikki Haley all’invasione russa, così come la prima reazione di Mitch McConnell e di tanti altri leader dei Repubblicani, sia stata che “proteggere l’Ucraina è molto più importante che proteggere voi“, o piuttosto che proteggere l’America. Mitch McConnell, a suo merito, non ha cambiato idea. La pensa ancora così.

MITCH MCCONNELL, SENATE MINORITY LEADER: “Penso che siamo tutti d’accordo che la cosa più importante che sta accadendo nel mondo in questo momento è la guerra in Ucraina. La scorsa settimana ho avuto l’opportunità di chiamare il Presidente per chiedere che il pacchetto di aiuti per l’Ucraina si muovesse da solo e rapidamente. Lui mi ha risposto: “Lasciami pensare”. Mi ha richiamato dopo circa 15 minuti e ha convenuto che dobbiamo occuparci solo dell’Ucraina e in fretta. Penso che siamo sulla buona strada per farlo.”

Dovete sperare che ci sia qualche miliardario sincero là fuori che finanzierà una sfida alle primarie contro ognuno di quei senatori Repubblicani che stanno dalla parte di Mitch McConnell. Come lui stesso ha detto, e citiamo di nuovo, “Penso che siamo tutti d’accordo sul fatto che la cosa più importante che sta succedendo nel mondo in questo momento è la guerra in Ucraina“. No, la cosa più importante che sta accadendo nel mondo in questo momento è lo stato del vostro Paese, quello che dovreste gestire, le persone che dovreste rappresentare, le cui vite dovrebbero interessarvi, quelle che non possono comprare cibo o benzina, le persone che vanno in overdose di fentanyl, 107.000 morti in un anno, giovani, americani.

“Ma questo non è nulla in confronto all’Ucraina. Siamo tutti d’accordo che l’Ucraina è la cosa più importante“. Davvero? Se siete d’accordo, non dovreste sedere al Senato degli Stati Uniti come Repubblicani, eppure questa è la loro posizione. Naturalmente, è la posizione di Lindsey Graham. Solo per darvi un altro esempio.

SEN. LINDSEY GRAHAM: “E se Putin è ancora in piedi dopo tutto questo, il mondo rimarrà un posto molto buio. La Cina riceverà il segnale sbagliato e noi avremo un pasticcio per le mani in Europa per i prossimi decenni a venire. Quindi, eliminiamo Putin aiutando l’Ucraina.”

BRET BAIER, CONDUTTORE DI “SPECIAL REPORT”: “Va bene, quindi sta dicendo che è così che finisce, che Putin verrà rimosso? C’è un modo?”

SEN. LINDSEY GRAHAM: “Non c’è una via d’uscita.”

BRET BAIER: “Non c’è una via d’uscita?”

SEN. LINDSEY GRAHAM: “No, nessuna via di fuga.“

“Facciamo fuori Putin“. È strano vedere un uomo che vive nella sua strana vita di fantasia in diretta televisiva. Lindsey Graham non vuole partecipare nel mio programma. Ha paura. Potremmo passare la prossima ora a vedere spezzoni di Lindsey Graham che risalgono a 20 anni fa, facendo previsioni che non si sono avverate e che hanno portato solo alla morte di militari americani ed all’impoverimento degli Stati Uniti. Ha sbagliato ogni singola volta ed è ancora là fuori.

“Eliminiamo Putin“. Davvero? Cosa succederebbe? Cosa succederebbe allora? La Russia ha 6.000 armi nucleari. Non sarebbero più al sicuro? Sapevate che avevamo un problema quando gli arsenali di Saddam Hussein sono finiti nelle mani di pazzi ed estremisti? Cosa accadrebbe a quelle 6.000 armi nucleari se eliminassimo Putin? Non ci pensano nemmeno. Non gli interessa.

Dan Crenshaw del Texas, per esempio, che non è certo uno stupido, ha appena annunciato che stiamo “investendo nella distruzione dell’esercito dei nostri avversari” spendendo 40 miliardi di dollari per l’Ucraina. Investire nella distruzione delle forze armate avversarie? Da quando abbiamo dichiarato la guerra alla Russia? Qualcuno ha votato per questo? L’esercito dei nostri avversari? È quello che si fa in guerra. Da quando combattiamo contro la Russia? Da quando Putin ha rubato le elezioni a Hillary Clinton.

Sono lieto di vedere che Dan Crenshaw abbia aderito a questa nuova campagna, ma c’è da chiedersi a quale costo? Non solo il rischio, quello reale, che la situazione possa degenerare in qualcosa di devastante per l’Occidente, ma a quale costo immediato per gli Stati Uniti e per la nostra capacità di difenderci? Tutte queste persone che amano i militari, si pongono mai questa domanda?

In questo momento, Joe Biden ed il Congresso degli Stati Uniti hanno inviato così tanti aiuti militari all’Ucraina che il nostro Paese, gli Stati Uniti, stanno esaurendo le armi. Secondo Bloomberg, “i funzionari del Pentagono affermano che Kiev sta esaurendo una settimana di consegne di munizioni anticarro al giorno. È anche a corto di aerei utilizzabili, dato che gli attacchi aerei russi e le perdite nei combattimenti hanno fatto sentire il loro peso. Le munizioni scarseggiano a Mariupol ed in altre zone dell’Ucraina. Questo pone i Paesi Occidentali di fronte ad una scelta crudele tra l’invio di ulteriori forniture all’Ucraina o la limitazione delle capacità di cui potrebbero aver bisogno per la propria difesa”.

Guardate la frase “potrebbero aver bisogno per la loro difesa“. È un mondo che fa paura e se si butta tutto sull’Ucraina con le risorse limitate che noi abbiamo, scusate, dove si va a finire? Senza difese.

Tutto questo sta accadendo perché gli alti dirigenti del Partito Repubblicano hanno immediatamente comprato la posizione del New York Times sull’Ucraina, così come avevano immediatamente comprato la posizione del New York Times sulle rivolte BLM, così come avevano immediatamente comprato la posizione del New York Times sulle chiusure anti-COVID. Non hanno mai messo in discussione ciò che hanno letto. E le conseguenze quali sono state: che ora siamo a corto di armi per difendere il nostro Paese.

Ora, nessun Democratico va mai contro il proprio gregge, mai. La prima reazione di ogni Democratico è sempre quella di leggere qualsiasi punto di discussione che gli viene fornito da Nancy Pelosi. Non ascoltano mai l’altra campana. Vanno sempre in una direzione ed il Partito Repubblicano è sempre guidato da persone che si uniscono a loro.

Ecco, ad esempio, come ha risposto il deputato Jamie Raskin del Maryland quando Marjorie Taylor Greene della Georgia ha sollevato un’obiezione: “Oh, aspettate, e il nostro Paese?”, ha detto. Ecco cosa ha risposto lui.

REP. MARJORIE TAYLOR GREENE: “40 miliardi di dollari, ma niente latte artificiale per le madri e i bambini americani. Una quantità imprecisata di denaro alla CIA nella legge supplementare per l’Ucraina, ma non c’è latte artificiale per le madri e i bambini americani. Dovremmo prestare attenzione al nostro Paese in questo momento. Mi rimetto a disposizione. Grazie.”

REP. SHEILA JACKSON LEE: “Signora, si ritiri. Il signore, la signora del Minnesota si riserva, il signore del Maryland può parlare.”

REP. JAMIE RASKIN: “Grazie, signora Presidente. Ecco la formula per la distruzione della democrazia: ripetere la propaganda e la disinformazione di Putin e placare gli assalti imperialisti alle nazioni sovrane.”

Non è possibile acquistare latte artificiale negli Stati Uniti, quindi si pensa di poter fare entrambe le cose insieme. “Si può finanziare l’Ucraina e comprare il latte artificiale per i bambini americani”. “Forse potete risolvere il problema dell’inflazione e finanziare anche l’Ucraina”. Parli piano e ci dica come funziona. Forse c’è una risposta alla domanda, ma notate che non rispondono mai.

Si limitano ad accusare la persona che pone la domanda di lavorare per Putin. “Lei lavora per Putin. Lei è contro la democrazia”. Non ci dicono come l’Ucraina sia una democrazia. Hanno bandito il partito di opposizione. Questa è una democrazia? Ma forse c’è una risposta. Qual è? Smettetela di fare nomi e rispondete alla domanda, ma Jamie Raskin non lo farà. Nessuno di loro lo farà. Piuttosto gridano a Putin.

Ora, 57 Repubblicani hanno votato contro quella legge e Dio li benedica per averlo fatto, ma molti altri hanno votato a favore. Naturalmente, c’erano Liz Cheney e Adam Kinzinger e la loro amica Elise Stefanik. Ma c’era anche la leadership repubblicana, i vertici, Kevin McCarthy e Steve Scalise. Vergognoso. E la cosa peggiore è che questa legge passerà quasi certamente al Senato, che è molto più di Sinistra persino della Camera dalla parte repubblicana. Chuck Schumer ha già promesso un voto rapido.

Abbiamo contattato tutti i Repubblicani del Senato per sapere cosa intendono fare. La maggior parte di loro non si è preoccupata nemmeno di rispondere. Nessuno di loro verrà in trasmissione. Tra questi Mitch McConnell, il leader della minoranza, Ted Cruz, Mike Lee, Chuck Grassley e Mitt Romney non hanno risposto. Possiamo solo sperare che votino nel modo giusto.

Ma una manciata di senatori ha risposto e vogliamo farvi sapere la loro posizione. A votare “No” saranno Mike Braun, Roger Marshall, Marsha Blackburn, Bill Hagerty e Josh Hawley. Anche Rand Paul ha dichiarato di essere contrario alla legge. Non l’ha detto, ma ovviamente è contrario.

Lindsey Graham, inutile dirlo, sarà un Sì. È entusiasta. Come ha dichiarato il suo ufficio, “il senatore Graham ha chiarito di essere a favore di ulteriori aiuti militari all’Ucraina” perché questo lo fa sentire molto bene. Non l’ha detto, ma è la verità. Rob Portman dell’Ohio se ne andrà, grazie al cielo. Anche lui è un Sì.

Così come Steve Daines del Montana: “Il senatore è propenso per il Sì”, ha dichiarato il suo ufficio. Ci hanno anche detto che Daines pensa che gli oligarchi russi pagheranno in qualche modo i 40 miliardi di dollari: “Vuole che la Russia copra i costi. Vuole usare i beni sequestrati degli oligarchi per coprire i costi”. Giusto, Ok. Alcuni senatori si sono sottratti. Pat Toomey, Tim Scott, Cindy Hyde-Smith si sono rifiutati di darci una risposta diretta.

Vogliamo invitare tutti i senatori Repubblicani che hanno intenzione di votare a favore di questo provvedimento a venire in trasmissione e a spiegarci perché. Per favore, ditecelo. Vi lasceremo parlare quanto volete. Non vi faremo la morale. Vogliamo sapere perché questo è nell’interesse dell’America, perché è più importante delle crisi pressanti che ci circondano e che il resto di noi nota e che a quanto pare voi non notate.

Quindi, ditecelo. Siete sempre i benvenuti.



Alberto Pento
Assolutamente non condivisibile.
Questa è una menzogna,
Tucker Carlson scrive:
... Invece, i vostri rappresentanti a Washington hanno appena votato per inviare altri 40 miliardi di dollari agli oligarchi ucraini che hanno pagato il figlio di Joe Biden. Ecco cosa è successo, ed è solo l’ultimo assegno che il Congresso ha staccato loro. Si può aggiungere ai circa 14 miliardi di dollari già spesi per l’Ucraina. Questo porta il totale a più di 54 miliardi di dollari. ...
Tucker Carlson nel caso dell'Ucraina si è bruciato tutta la simpatica che avevo per lui.
L'Ucraina è Europa e per noi europei è importante anche il suo bene.
Chissà se ha qualche simpatia per Putin, spero di no.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

I demenziali sostenitori del criminale nazifascista Putin

Messaggioda Berto » lun giu 06, 2022 8:51 am

Roberto Mazzoni, l'italo americano che sta con Trump e demenzialmente anche con Putin come se Trump fosse l'alter ego USA del russo Trump e non invece l'esatto contrario.
Costui ha fatto proprie le demenziali accuse di nazismo all'Ucraina e a Zelensky del criminale Putin, una vergogna umana.


Dittatura ucraina - parte 1 - MN #177

https://mazzoninews.com/2022/08/01/la-d ... -1-mn-177/

Il mondo moderno è governato e influenzato attraverso il meccanismo della propaganda che manipola le menti delle persone al fine di farle confluire verso obiettivi e opinioni predefiniti. Ma lo scopo primario di tale propaganda è di confondere la nostra percezione di noi stessi e degli altri.

In tal modo si possono creare divisioni fittizie e persino guerre. Nel suo libro “Suicide of the West” – Il suicidio dell’occidente, Jonah Goldberg, scrittore americano di bestseller dedicati alla politica statunitense, scrive:

“La corruzione del miracolo della civiltà occidentale può avvenire solo quando giriamo le spalle di proposito e in modo irriconoscente ai principi che ci hanno portato per la prima volta fuori dal fango della storia umana”.

La civiltà occidentale è riuscita, nell’arco di pochi secoli, ad elevare la condizione umana da uno stato di sostanziale schiavitù e di profonda miseria, al livello dove ogni singola casa nel mondo occidentale oggi dispone di più comodità di quante ne possedessero i manieri più sfarzosi del periodo medioevale. Ma sta rapidamente degradando perché ha perso di vista la propria storia e i propri valori che l’hanno portata fino a questo punto, abbracciando un mondo puramente materialista che la sta facendo degradare rapidamente.

La persona comune non ha una reale percezione della propria effettiva condizione e di quali sono i veri nemici che la stanno riportando rapidamente verso la miseria e la distruzione. La propaganda ci propone falsi modelli che vengono facilmente accettati perché si è persa la visione di quali siano quelli autentici.

Nell’introduzione al suo libro, Jonah Goldberg ce ne propone un rapido riassunto che calza in particolare la situazione americana, ma che si può facilmente estendere a tutto il mondo occidentale.

“Solo una volta negli ultimi 250.000 anni gli Uomini hanno imboccato forse accidentalmente un percorso tramite il quale elevarsi al di sopra del ciclo infinito della povertà, della fame e della guerra che definisce gran parte della nostra storia. Se la democrazia, l’individualismo e il libero mercato avessero fatto parte del destino intrinseco del genere umano, sarebbero dovuti emergere e affermarsi un po’ prima nel nostro percorso di evoluzione. L’emergere della libertà e della prosperità è stato un vero e proprio miracolo.

In quanto americani siamo doppiamente fortunati perché le idee alla radice del miracolo non sono scritte solo nella Costituzione, ma anche nei nostri cuori, e hanno posto le basi per la creazione della nostra società che ha toccato livelli di prosperità senza pari. Tali idee sono le seguenti:

I nostri diritti derivano da Dio, non dal governo.
Il governo ci appartiene e noi non apparteniamo al governo.
L’individuo è sovrano. Siamo tutti capitani della nostra anima, non vincolati dalle circostanze della nostra nascita.
Il frutto del nostro lavoro ci appartiene.

Negli ultimi decenni queste virtù politiche sono state trasformate in vizi. Ci viene sempre più spesso insegnato di considerare le nostre tradizioni come un sistema di oppressione, di sfruttamento e di privilegio, i principi che stanno alla base della libertà e dello stato di diritto, vengono attaccati sia da destra che da sinistra. Se l’Occidente vuole sopravvivere, dobbiamo rinnovare il nostro senso di gratitudine per quello che la civiltà ci ha regalato e riscoprire gli ideali e le consuetudini del cuore che ci hanno permesso di uscire dal fango insanguinato del passato, altrimenti nel fango ritorneremo”.

In pratica ciascuno di noi porta la responsabilità di riaffermare i principi fondamentali che hanno permesso alla civiltà di svilupparsi, con le differenze culturali che si applicano a ciascuna nazione.
Perdere il contatto con il proprio passato

Il 9 luglio 1975, il celebre dissidente russo Alexander Solzhenitsyn scrisse: “Ci stiamo avvicinando a un punto di svolta cruciale nella storia del mondo, nella storia della civiltà. E’ un momento critico nel quale concetti prima consolidati diventano vaghi e perdono i loro contorni precisi, nel quale parole comuni e usate abitualmente perdono il loro significato e diventano gusci vuoti, nel quale i metodi di comportamento che sono risultati affidabili per molti secoli non funzionano più”.

Il matematico e dissidente anti-sovietico Igor Shafarevich ha spiegato che il regime comunista russo continuava a riscrivere la storia al fine di “annullare nelle persone la loro identità nazionale e distruggere la cultura nazionale”. E’ stata proprio questa attività alle basi del grave problema che esiste oggi in Ucraina e che rischia di espandersi al resto dell’Europa.

Nell’Unione Sovietica c’era una battuta comune tra i dissidenti del regime: “Nell’Unione Sovietica il futuro è noto, invece è il passato che cambia in continuazione”.

In effetti la strategia di propaganda comunista utilizzata dai tempi di Stalin, e replicata nei nostri tempi, si basava sul seguente principio:

“Chi controlla il passato controlla il futuro, chi controlla il presente controlla il passato”.

E l’intero meccanismo viene descritto abilmente da George Orwell nel famoso libro “Il grande fratello” dove parla del Ministero della Verità. In tale ministero la gente lavora per produrre notizie, intrattenimento ed istruzione. Scrive la storia, le notizie del giorno e i curriculum scolastici. Ma è il monopartito che si trova al potere che decide che cos’è reale, in che modo riscrivere oppure cancellare la storia, ridefinire il significato delle parole e sancire quali pensieri sono criminali e quali invece sono accettabili. Il lavoro degli impiegati del Ministero della Verità consiste semplicemente nell’imporre la realtà fittizia definita dal partito e se la società accetta tali menzogne, diventeranno verità e parte della nuova storia.

Oggi vediamo l’emergere di varie edizioni del Ministero della Verità in Canada, negli Stati Uniti e negli altri Paesi occidentali, e la vicena dell’Ucraina ci offre l’opportunità di studiarne il funzionamento più a fondo.

I mass media e molti dei nostri politici ci dicono che dobbiamo partecipare alla difesa della libertà e della democrazia in Ucraina e che per questo dobbiamno essere pronti a fare sacrifici, ma in realtà l’Ucraina è una vera e propria dittatura come vedremo nei video che seguono.

Cominciamo con un video della rete indiana WION che ci parla della grande purga avviata dal presidente ucraino Vlodymyr Zelensky all’interno del proprio governo e dei suoi più stretti collaboratori. Uno stile che ricorda molto l’approccio tipico dei dittatori quando si trovano in difficoltà. Precisiamo che la rete WION è stata fortemente critica dell’invasione russa dell’Ucraina e che quindi non può essere considerata in alcun modo un canale di propaganda russo, anzi semmai si è dimostrata, sinora, molto favorevole alla posizione ucraina.
La grande purga del dittatore Volodymyr Zelensky

[Palki Sharma Upadhyay]

La guerra in Ucraina dura ormai da 152 giorni, e sembra dover proseguire all’infinito. Durante questi 152 giorni, un solo uomo è diventato il volto di questa crisi, Volodymyr Zelensky, il presidente dell’Ucraina. Con la sua maglietta verde oliva e i suoi infiniti video, ha cercato di proiettarsi come emblema dell’Ucraina e come il protagonista degli eventi del suo Paese. Ma la sua immagine si sta forse sgretolando sotto i bombardamenti russi?

Lo chiedo perché Zelensky ha scatenato una purga all’interno del suo governo. Ci stanno andando di mezzo centinaia di funzionari ucraini. Questa settimana ha licenziato due alti funzionari. Li ha accusati di tradimento, di collaborazione con la Russia. Ha accusato i suoi stessi collaboratori di tradimento. Chi sono questi funzionari? Vi parlerò dei primi due. Il procuratore generale Irina Benediktova, e il capo del servizio di sicurezza dello Stato, Ivan Bakanov. Entrambi sono stati licenziati ed entrambi sono ora sotto inchiesta. In effetti, in Ucraina, al momento c’è un totale di 651 persone indagate per tradimento. Zelensky le accusa di lavorare per la Russia. I suoi critici dicono che sta fondamentalmente cedendo sotto la pressione e che cerca di fare scaricabarile delle sue responsabilità. Il fatto è che, negli ultimi mesi, l’Ucraina ha perso alcune città e regioni chiave a favore della Russia: Lugansk, Mariupol, Melitopol, Severodonetsk, Isium e Kherson. Il significato di queste dinamiche in rapida evoluzione, di queste mappe in rapida evoluzione non può essere ignorato. E non possiamo nemmeno ignorare i segni di debolezza.

Scaricando la colpa sugli altri funzionari del governo, Zelensky sta fondamentalmente incolpando delle perdite dell’Ucraina la squadra che lui stesso ha scelto.

Una tale sfilza di crimini contro le fondamenta della sicurezza nazionale dello stato, e i legami registrati tra i funzionari delle forze di sicurezza ucraine e i servizi speciali russi, ha sollevato domande molto serie sui rispettivi leader. Pensateci. Lo stesso Zelensky che aveva realizzato tutti questi video in cui propagandava la determinazione e l’unità dell’Ucraina, ha ora messo sotto inchiesta per tradimento più di 600 membri del suo stesso governo. Sta licenziando alcuni dei suoi più stretti collaboratori. Bakanov, per esempio, è stato con Zelensky per molto tempo. Sono amici d’infanzia. Hanno lavorato insieme nel mondo dello spettacolo. Quando Zelensky faceva il comico, Bakanov era il suo principale regista.

Una volta diventato presidente, Zelensky ha affidato a Bakanov la direzione del servizio segreto ucraino. E ora sta incolpando lo stesso Bakanov per i fallimenti dell’intelligence ucraina. La sua rimozione è stata la scossa più significativa nel governo ucraino, dall’inizio di questa guerra. E ci fa anche capire molte cose. Di fatto, la maggior parte dei leader politici tende perdere popolarità in tempi di guerra. Il britannico Winston Churchill è stato un’eccezione e anche l’ucraino Zelensky, finora, è stata un’eccezione. Fin dall’inizio della guerra ha Zelensky ha registrato video che lo mostravano in prima linea con le truppe, oppure che contenevano appelli al mondo intero. In ciascuno di questi video ha sempre enfatizzato la solidarietà ucraina. Quindi, quando lo stesso Zelensky mette pubblicamente in discussione la lealtà dei suoi funzionari, dei suoi più alti collaboratori, ci costringe a leggere tra le righe. Il morale di Zelensky ha subìto un colpo. Questo è ciò che dicono i suoi critici. Ma il Presidente ucraino vorrebbe farvi credere diversamente. Questo fine settimana, ha detto agli ucraini che sono i russi ad aver perso la speranza e che il popolo ucraino dovrebbe festeggiare.

[Volodymyr Zelensky]

Shalom Ucraina, buona salute a voi compagni ucraini. Domani inizia un’importante settimana simbolica, vale a dire la settimana in cui celebreremo per la prima volta il giorno dello stato ucraino, il 28 luglio, proprio nel momento in cui è in corso una guerra così brutale, arrivata al sesto mese, dopo otto anni di guerra nel Donbass. Ma la celebreremo nonostante tutto perché gli ucraini non possono essere spezzati. L’esperienza di costruzione dello stato ucraino, della nostra identità, del carattere ucraino ha più di 1000 anni.

[Palki Sharma Upadhyay]

La Russia, naturalmente, non è d’accordo con questa versione della storia. Il presidente russo Vladimir Putin crede che l’Ucraina faccia parte della grande Russia medievale. Inoltre pare che ora la Russia non si accontenti più delle conquiste militari, ma voglia un cambio di regime in Ucraina. Il Cremlino ha detto chiaramente che vuole che Zelensky se ne vada.

[Sergei Lavrov]

Il popolo russo e quello ucraino continueranno a vivere insieme.

Certamente aiuteremo il popolo ucraino a sbarazzarsi del regime che è assolutamente antipopolare e anacronistico dal punto di vista storico.

La persona che avete sentito è il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, che non molto tempo fa aveva negato qualsiasi proposito di cambiare il regime di Kiev. Guardate questo titolo, è dell’aprile di quest’anno. Cosa dice? La Russia non sta cercando un cambio di regime. Queste erano le parole di Sergei Lavrov, ma tre mesi dopo ci sta dicendo il contrario e questo non ci sorprende affatto. Ricordate che la Russia è entrata in guerra con la missione di denazificare l’Ucraina, queste sono state le loro parole. Putin ha persino definito il regime di Zelensky una banda di neonazisti

[Palki Sharma Upadhyay] Ma se la Russia ha basato la sua missione su una versione sbilenca della storia, non ci sono mai stati dubbi su quale fosse l’obiettivo finale. E il fatto che ora lo dichiarino apertamente assieme alle manifeste grida di tradimento e di scaricabarile di Zelensky, sono sviluppi estremamente significativi della guerra in corso.

Come abbiamo visto nel video di WION, il governo ucraino è in grave crisi. Non è riuscito a fermare l’avanzata russa nonostante i massicci aiuti ricevuti dall’Occidente e ora Zelensky sta cercando di difendere la propria posizione buttando a mare i suoi alleati storici.

L’interpretazione della giornalista di WION delle parole di Sergiei Lavrov, il ministro degli esteri russo, è imprecisa. I russi hanno capito che il governo di Zelensky è traballante e che può cadere da un momento all’altro senza che loro debbano fare nulla, e perciò usano l’argomento a proprio vantaggio nei confronti dei loro alleati e come incentivo verso gli ucraini affinché depongano Zelensky.

Quanto al riferimento alle forze neonaziste all’interno dell’Ucraina, vi propongo un video pubblicato dalla BBC nel 2015 su un’organizzazione che all’epoca si chiamava il Settore Destro e che già da allora indicava in che direzione si stesse muovendo l’Ucraina. La BBC oggi è una fanatica sostenitrice dei combattendi ucraini, compresi quelli con tendenze neonaziste, e un’acerrima nemica del governo russo. Non possiamo quindi considerarla una fonte filo-russa.
Il Settore Destro e la nuova destra estremista in Ucraina

[Gabriel Gatehouse]

I manifestanti sono tornati, ma al posto dei cittadini comuni ora sono combattenti temprati dalla battaglia.

Gridano gli stessi slogan dell’anno scorso: l’Ucraina al di sopra di qualsiasi altra cosa.

Gloria. Gloria. Gloria. Ma nelle bocche del Right Sector (il settore destro) assumono un aspetto più sinistro.

Ci possono essere poche altre rappresentazioni d’impatto di quanto sia incompiuta la rivoluzione Ucraina quanto la vista di tutte queste persone che portano gli striscioni del gruppo di estrema destra. Queste persone che hanno contribuito a rovesciare il presidente filo russo dell’Ucraina un anno e mezzo fa e che mi hanno detto che vogliono liberarsi anche del presidente attuale.

Gridano gloria all’Ucraina.

La bandiera del settore destro si rifà a un movimento nazionalista ucraino degli anni Sessanta. Dicono che i colori rappresentano il sangue degli ucraini versato sulla terra nera del loro paese. Ma i loro critici li chiamano fascisti e neonazisti.

[Portavoce Settore Destro]

Noi tutti amiamo il nostro paese.

Se amiamo il nostro paese, dobbiamo essere per forza neonazisti? Non credo. Voglio dire che siamo nazionalisti e che la rivoluzione non era finita, ecco perché le persone che non amano l’Ucraina sono venute a governare l’Ucraina. Per me non è normale.

[Gabriel Gatehouse]

In un pomeriggio d’estate, nel parco di Kiev, è facile dimenticare tutto quello che è successo qui negli ultimi 18 mesi.

La rivoluzione che qui è conosciuta come Maidan, ha rovesciato il governo per poi far precipitare questo paese verso la guerra. E proprio come ha fatto durante il Maidan, il settore destro ha giocato un ruolo chiave nei combattimenti nell’est dell’Ucraina. I suoi membri sono più motivati rispetto all’esercito regolare di leva dell’Ucraina, e il governo si affida a loro per aumentarne la forza.

Ma ora stanno mostrando i muscoli nei confronti del governo stesso e, nelle ultime settimane, il settore destro è stato coinvolto in scontri a fuoco con le forze di sicurezza ucraine nell’ovest del paese a centinaia di chilometri dalla linea del fronte. Tali scontri sono avvenuti al confine con l’Unione Europea e riguardavano il controllo di redditizie rotte di contrabbando, ma è stata anche una dimostrazione di forza, un segnale inviato da una milizia forte a un governo debole con il monito di non infastidirli. Il battaglione armato del settore destro ha la sua base qui nei boschi vicino alla linea del fronte.

Qui prendono i volontari e li addestrano per la battaglia.

I combattenti provengono da vari ceti sociali e pochi di loro hanno molta esperienza militare.

La maggior parte di questi ragazzi non sa davvero cosa sta facendo. Questo ragazzo è un contadino dell’Ucraina occidentale e questo è un lanciagranate che gli hanno affidato.

Il comandante del plotone è uno studente d’arte di 19 anni che parla di combattere i nemici sia esterni che interni. Lui e i suoi uomini dicono che il presidente ucraino è un traditore perché ha firmato gli accordi di pace di Minsk che richiedono negoziati sullo status della regione separatista.

[Membro del Settore Destro]

Il presidente è una nullità. Non lo abbiamo votato. Non abbiamo occupato il Maidan affinché lui conferisse uno “status speciale” al Donetsk. Non abbiamo dato le nostre vite affinché lui potesse regalare la nostra terra. Fu eletto da donne anziane che pensavano che fosse il loro zar e il loro Dio.

È una nullità, ha tradito l’Ucraina.

[Gabriel Gatehouse]

Il fatto che i suoi combattenti parlino apertamente di un’insurrezione armata contro il proprio governo, mentre respingono le accuse di essere neonazisti, è una misura di quanto si senta sicuro il settore destro, Sono nazionalisti che dicono di lavorare sul principio che il nemico del loro nemico è loro amico.

Qui c’è un uomo che viene dalla Russia.

Ha appena giurato morte alla Federazione Russa. E potete vedere la reazione degli altri. La loro base operativa si trova in una vecchia colonia estiva dell’era sovietica.

Dove una volta insegnavano ai bambini come essere buoni comunisti. Ora uomini e donne in tuta mimetica stanno complottando per portare a termine una rivoluzione iniziata con il crollo dell’Unione Sovietica un quarto di secolo fa.

[Dirigente Settore Destro]

L’Ucraina dovrebbe essere uno stato europeo indipendente Ho 46 anni. Sono cresciuto in Unione Sovietica. Ricordo tutto questo. Sto combattendo contro il sistema sovietico. Ho una figlia di due anni. Non voglio che cresca in una nazione sovietica.

[Gabriel Gatehouse]

Dicono che la maggior parte delle loro armi sono recuperate dal campo di battaglia o donate da volontari. Il comandante mi ha detto che non le porteranno appresso al raduno di Kiev. Non ne hanno bisogno.

[Dirigente del Settotre Destro]

So che il Capo di Stato Maggiore Generale e tutte le forze armate, a parte pochi generali, sono in linea di principio d’accordo con noi.

L’esercito non verrà mai contro di noi.

[Gabriel Gatehouse]

Il settore destro dice che il loro organico conta tra i 2000 e i 3000 combattenti. Ieri si sono radunati a Kiev per un vertice di emergenza, alcuni arrivati freschi dal fronte, altri appartenenti all’ala politica del partito. Questo è un simbolo nazista, non è vero? è un Wolfsangel.

[Portavoce Settore Destro]

No, significa “idea di nazione”, non è nazista.

[Gabriel Gatehouse]

Beh, ci assomiglia molto.

[Portavoce Settore Destro]

Magari ci somiglia, ma non ha assolutamente nulla a che fare con il nazismo. Voglio dire ai telespettatori che ci guardano all’estero che non siamo nazisti. Vogliamo solo vivere nella nostra terra. Credo che sia normale voler essere padroni della propria terra.

[Gabriel Gatehouse]

In una riunione a porte chiuse all’interno di un edificio ai margini di Piazza Indipendenza, i delegati hanno adottato una risoluzione che chiede un voto nazionale di sfiducia al presidente Poroshenko.

Il loro leader, Dmitri Yarosh, ha posto particolare enfasi sul fatto che non intendono rovesciare il governo con la forza.

[Dmitri Yarosh]

Non vogliamo mandare all’aria la nazione.

Vogliamo che la nazione si sviluppi. Ma se la popolazione ucraina non avrà altra via di uscita, allora di sarà un nuovo Maidan.

[Gabriel Gatehouse]

Dopo il loro vertice, tutti scendono in Piazza Indipendenza, il Maidan, il luogo in cui si fanno le rivoluzioni. Il settore destro ha preso meno del 2% nelle elezioni parlamentari dello scorso anno. Ma la loro popolarità sta crescendo, e non solo tra i sostenitori più accaniti. Ascoltate queste due signore di mezza età che sono residenti ordinarie di Kiev.

[Donna ucraina]

Nulla sta cambiando, la vita non sta migliorando. Naturalmente, tutti vogliono che la guerra finisca.

Ma poi c’è corruzione. Tutti possono vedere che il livello di corruzione è lo stesso che c’era prima.

Cosa potranno mai fare di nuovo tutti questi parlamentari. Invece il Settore Destro è qualcosa di nuovo.

[Altra donna ucraina]

Credo semplicemente che non ci sia nessun’altro che possa riunire le persone.

[Gabriel Gatehouse]

Scossa dalle rivoluzioni, stremata da una guerra che non accenna a diminuire, l’Ucraina è una nazione debole.

In questo contesto, un partito di destra radicale con un braccio militare ben armato sta guadagnando forza.

La storia suggerisce che è una combinazione pericolosa.

Nel video appare chiaro che già nel 2015 c’era una forza eversiva armata con orientamento nazista che aveva giocato un ruolo determinante nel rovesciare nel 2014 il governo del presidente filo-russo Viktor Yanukovych, accusato di essere corrotto e, in particolare, di non voler siglare un accordo con l’Unione Europea dopo che, dietro forte pressione delle stesse forze eversive, aveva dapprima acconsentivo a firmarlo.

Dopo la rivoluzione colorata del Maidan, a cui hanno anche partecipato direttamente elementi del Dipartimento di Stato statunitense e dell’intelligence americana e britannica, il posto di Yanukovych era stato dato a Petro Poroshenko che ora, a solo un anno di distanza, il Settore Destro, vuole spodestare per mettere al suo posto qualcuno di ancora più malleabile al suo posto.

Poroshenko verrà defenestrato nelle elezioni del maggio del 2019 e sostituito dall’attuale presidente Volodymyr Zelensky in quale si è rapidamente trasformato in un dittatore come spiegato nel video che segue di Tucker Carlson che, come appare chiaramente dal contenuto, non è minimamente pro-russia.
La dittatura ucraina

[Tucker Carlson]

Buonasera e benvenuti a Tucker Carlson stasera. Un aspetto positivo della tristissima guerra in Ucraina è la conversazione nazionale in corso in questo paese sui temi della libertà e della democrazia. Sono parole sulla bocca di tutti. E così ci siamo messi alla ricerca, a livello nazionale, di americani che vivano come se questo fosse un paese libero. Come se fossimo, per esempio, nel 1989. E una delle prime persone che abbiamo trovato e di cui vi parleremo, è Kid Rock, abbiamo trascorso il fine settimana con lui e ne parleremo in un’altra trasmissione. Ma prima di tutto, cos’è esattamente la democrazia. Il pluralismo è il segno distintivo di una democrazia, ossia i cittadini possono avere ed esprimere qualsiasi opinione vogliano, sia in pubblico, ogni volta che lo desiderano, sia attraverso i mass media. Se i cittadini sono insoddisfatti della propria leadership politica, possono proporsi come sostituti.

Tutte queste cose sono vere in qualsiasi paese libero e in qualsiasi periodo storico. Sempre. In effetti, queste non sono solo caratteristiche della democrazia, ma ne sono i presupposti. Quindi, con questo in mente, dovreste sapere che in Ucraina c’è un partito politico che si chiama Piattaforma di Opposizione per la Vita, e che ha 43 seggi in Parlamento. È il più grande partito di opposizione ucraino. Ma durante il fine settimana, il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelenskyy ha bandito il partito di opposizione. Ora Piattaforma di Opposizione per la Vita non può più svolgere alcuna attività all’interno dell’Ucraina. Quindi, con un solo comando, Zelenskyy ha reso impossibile a chiunque competere contro di lui per la presidenza. Lo ha fatto, non solo nei confronti di Piattaforma di Opposizione per la Vita, ma anche verso altri 10 partiti politici, che riteneva non gli fossero abbastanza fedeli. Ora sono tutti illegali.

Ovviamente sappiamo che c’è una guerra in corso in Ucraina e, su tale base, Zelenskyy ha dichiarato la legge marziale, Ma dobbiamo notare che non ci sono prove che i partiti di opposizione abbiano aiutato la Russia nella sua guerra contro l’Ucraina. Piattaforma di Opposizione per la Vita, ad esempio, ha denunciato l’invasione russa nel momento stesso in cui è iniziata, proprio come tutti gli altri. Ma Zelenskyy ha colto l’occasione per trasformare l’Ucraina in uno stato a partito unico, com’è ora. Quindi dopo aver bandito ogni opposizione, ha preso il controllo dei media del paese. Zelenskyy ha firmato un decreto che unisce tutti i canali televisivi nazionali in un’unica piattaforma che controlla lui stesso. Usando le sue parole, ha creato una politica informativa unificata. Quindi, se tutti questi dettagli vi sembrano scioccanti, e non riconoscete lo Zelenskyy di cui avete sentito parlare al Today Show, allora potreste non aver prestato attenzione all’Ucraina. Zelenskyy ha consolidato il controllo completo sull’Ucraina da molto tempo prima dell’invasione russa e della guerra. L’anno scorso, ha fatto arrestare il suo principale avversario politico e ha fatto sequestrare i suoi beni personali trasferendoli allo stato. Zelenskyy ha anche chiuso tre canali di reti televisive popolari ucraine che, non a caso, lo avevano criticato.

Quindi, come dovremmo noi americani valutare tutto questo? Bene, in primo luogo e più ovviamente, ammettendo che si tratta di un regime autoritario, non di una democrazia. E poi, in secondo luogo, riconoscendo che in realtà queste situazioni sono abbastanza comuni in tutto il mondo. E, anche nel 2022, la vera democrazia è una cosa rara. La maggior parte dei paesi sono ancora governati da un certo tipo di dittatura, indipendentemente dal nome che si sono dati. Tra questi troviamo anche stretti alleati degli Stati Uniti, come il regno di Giordania e l’Arabia Saudita. Ma ce ne sono altri. Non stiamo moralizzando.

Ovviamente, preferiremmo avere un governo democratico ovunque, ma, in quanto americani, è probabilmente una perdita di tempo farsi troppo coinvolgere negli affari interni di altre nazioni. Sono difficili da cambiare. Quello che ci interessa, ciò di cui tutti gli americani dovrebbero preoccuparsi, è quel che accade negli Stati Uniti. Gli Stati Uniti, nonostante sembri un facile slogan, sono davvero un faro di speranza e di libertà per il resto del mondo. Come manteniamo tale posizione ispiratrice? Non certo semplicemente inviando missili in giro per il mondo, ma restando liberi noi stessi. Gli Stati Uniti non possono essere un faro di libertà e di luce nel mondo se non siamo liberi, perciò questa è la prima cosa che dobbiamo fare, se vogliamo ispirare il mondo e cambiarlo per il meglio, Ucraina inclusa. Dobbiamo assicurarci di rimanere liberi noi stessi.

E con questa visione in mente, dovreste essere molto preoccupati dalla risposta che viene dai vostri leader per ciò che sta accadendo in Ucraina, per il crescente regime di dittatura che vi si sta sviluppando. Perché questa è l’unica parola che lo può definire. Fateci sapere se ne conosceste altre. Nello stesso giorno in cui Zelenskyy ha chiuso i media dell’opposizione, e tutti i partiti politici dell’opposizione, il bugiardo professionista ed opinionista della rivista The Atlantic, David From, ha pubblicato le seguenti parole su Twitter, che riportiamo testualmente. L’Ucraina, potrebbe essere il primo esempio, nella storia umana, di un paese che, sotto la pressione della guerra, sta diventando più tollerante e più liberale. Allora, quando rendi illegali le critiche nei tuoi confronti, la chiamiamo tolleranza. La chiamiamo democrazia. Ma non limitiamoci a prendere le parole di un singolo propagandista guerrafondaio canadese. David Frum non è certo il solo a dirvelo. Tutta Washington ve lo sta ripetendo. Guardate.

[David Frum]

Sono così orgoglioso del presidente è Zelenskyy e del coraggio che ha dimostrato. E nel Congresso stiamo cercando di coinvolgere l’amministrazione Biden.

[Commentatore NBC]

Il presidente Baiden sta mostrando una leadership morale, proprio come il presidente Zelenskyy.

[Commentatore MSNBC]

Naturalmente, con il suo esempio, mostra il tipo di coraggio che speriamo tutti di poter raggiungere e fornire nel momento in cui saremo veramente messi alla prova.

[Ben Sasse]

Il governo non ci conferisce i nostri diritti. Tali diritti ci vengono da Dio. E il governo è solo uno strumento condiviso per garantirli. E vediamo tale spirito nella Philadelphia del 1787, come pure in Zelenskyy in questo preciso momento.

[Tucker Carlson]

Che razza di gente. Quindi l’uomo che si è appena incoronato re, in realtà è il nuovo George Washington mondiale. Potete essere profondamente preoccupati, rattristati e indignati per quello che sta succedendo agli ucraini, senza avere il bisogno di dire cose del genere, perché sono assurde. Sono una bugia. L’ultimo che avete sentito era il senatore Ben Sass, del Nebraska, un repubblicano. E di nuovo, a un certo livello, possiamo capire per quale motivo le persone siano spinte in una frenesia emotiva quando parlano dell’Ucraina. Perché non dovrebbero esserlo? L’invasione russa dell’Ucraina è stata scioccante. Era sbagliata. La sofferenza dei civili è completamente reale, la vediamo in TV. È orribile. Quindi è del tutto naturale tifare per gli ucraini affinché espellano gli Invasori. E ovviamente, stiamo facendo il tifo in tal senso.

Ma solo per il fatto che le azioni russe in Ucraina sono sbagliate, non significa che dobbiamo mentire sul governo ucraino. In effetti, se teniamo davvero al popolo ucraino, e tutte le persone che avete appena visto in TV dicono di avere a cuore il suo futuro, non dovremmo volere che viva sotto un dittatore. Quindi sareste decisamente infuriati per quello che Zelenskyy ha appena fatto. Ma i nostri leader non ne sono minimamente turbati, anzi lo incoraggiano quando sanno benissimo che non dovrebbero. Qualcuno è in effetti troppo stupido per capirlo, ma alcuni di loro lo sanno benissimo. Michael McFaul, per esempio, è l’ambasciatore di Barack Obama in Russia e, a differenza dei ciarlatani di poco spessore come Dick Durbin o Ben Sasse che avete appena visto, McFaul, in realtà, capisce l’Europa orientale. Ci ha vissuto. Sa esattamente chi è Zelenskyy e sa esattamente quello che sta facendo. Quindi ecco la sua valutazione del governo ucraino.

Non le persone che vivono in Ucraina, ma il governo. è stata rilasciata questo pomeriggio e la riportiamo alla lettera: se Zelenskyy rimane al potere in Ucraina, la democrazia sarà preservata. Questo signore insegna a Stanford. Ma quello che dice non è vero. Quindi, ancora una volta, l’Ucraina è stata invasa dai suoi vicini e noi ci opponiamo. è nostro dovere opporci, ma ciò non significa che l’Ucraina sia una democrazia. Non lo è, e non dovremmo raccontarlo agli americani, perché è una bugia. Dovremmo dire la verità, ma praticamente nessuno la sta dicendo. Tutti mentono. Allora perché non dire semplicemente che è oltraggioso che la Russia abbia invaso e che preferiamo schierarci dalla parte dell’Ucraina e darle sostentamento.

Perché fare il passo in più e arrivare a dirci che L’Ucraina è un modello di democrazia, quando non lo è affatto. Perché lo fanno? Forse perché l’Ucraina ora rappresenta esattamente il tipo di democrazia che vorrebbero vedere qui negli Stati Uniti. Odio pensare che possa essere vero. È spaventoso pensare che sia vero. Ma facciamo un gioco di concetto e proviamo a immaginare se, usando come pretesto la sicurezza nazionale e una possibile guerra, persone come Adam Schiff, Kamala Harris o Mitch McConnell si fermerebbero anche solo per un secondo, prima di bandire i loro oppositori politici dal partecipare al governo di questo paese. Pensate che esiterebbero prima di cancellare questa trasmissione? No, certo che no. Lo farebbero in un lampo e poi la chiamerebbero democrazia.

Quindi forse state arrivando alla conclusione che queste persone amano Zelenskyy non perché rappresenti il popolo ucraino, ma perché Zelenskyy è esattamente il tipo di leader con cui vogliono stare. Poteri militari ampliati in modo selvaggio per mettere a tacere tutti coloro che si lamentano, usando la minaccia delle armi. Forse è proprio questo che sta succedendo. Appare abbastanza ovvio quando ci pensate. Ora. Certamente preghiamo affinché non abbiano mai il potere di farlo in questo paese, l’ultimo paese libero del mondo.

Non dovremmo lasciare che lo facciano. Perché la libertà in America non è importante solo per noi, per i nostri figli e nipoti, ma è importante per il mondo intero. Di nuovo, siamo l’ultimo paese libero. Dobbiamo rimanere liberi. Ma nel frattempo, stanno conducendo una guerra in nome dell’America e con i nostri soldi. Quindi è giusto chiedersi come mai stiamo improvvisamente dando sostegno alle azioni di Zelenskyy. Ci sono moltissimi cittadini ucraini eroici. Li vediamo sempre in televisione. Li applaudiamo. Li ammiriamo. Ma che dire del loro governo? Come si sta comportando? Di nuovo, abbiamo il diritto di sapere, anche se i media controllati dallo stato in Ucraina non ce ne parlano, e anche se i nostri media, che sono in qualche modo controllati dallo stato, minimizzano e negano. Ecco un uomo chiamato Ghennadiy Druzenko. è il medico responsabile di un ospedale da campo in Ucraina. È apparso sulla CNN in questa videoclip per annunciare con disinvoltura di aver ordinato la castrazione dei soldati russi catturati. Guardate.

[Medico ucraino]

Sono sempre stato un grande umanitario, e ho sempre considerato che quando arriva un soldato ferito, non è più un nemico, ma diventa un paziente. Però adesso ho impartito istruzioni rigorose di castrare qualsiasi uomo, perché sono scarafaggi e non persone.

[Tucker Carlson]

Gli scarafaggi non sono persone. Ora, di nuovo, ciò non significa che la causa più ampia degli ucraini sia ingiusta. È giusta. Sono stati invasi. Hanno il diritto di reagire ed espellere i russi dal proprio paese. E per la quinta volta diciamo che facciamo il tifo per loro. Ma stiamo pagando per questo, perciò abbiamo il diritto di sapere esattamente cosa sta succedendo. Abbiamo il diritto assoluto di sapere. Di fatto abbiamo un diritto costituzionale alla libertà dei media. Ma non ce l’abbiamo. Tra l’altro, il video che avete appena visto è scomparso.

Ma diverse persone su Internet sono riuscite a procurarsene una copia. I media vi diranno che è semplicemente propaganda russa, proprio come lo era il laptop di Hunter Biden oppure i risultati delle elezioni presidenziali americane del 2016. Ma non è propaganda russa. È vero. L’uomo che avete appena visto parlare ha confermato che il video è autentico. Si è scusato. Ma uccidere i prigionieri è un crimine di guerra, come anche castrarli. Non ne siamo scioccati. Accade in molti paesi. L’Ucraina non è unica. Durante le guerre accadono atrocità, in ogni guerra, sempre, non importa cosa vi dicano i neoconservatori.

Ma questa è una guerra che noi stiamo finanziando. Questa è una guerra con implicazioni morali. Questa è una guerra dove la Casa Bianca è coinvolta a tutti i livelli. Perciò, quando il governo ucraino fa qualcosa, noi abbiamo interesse a sapere esattamente di cosa si tratta e cosa significhi. Ma più di ogni altra cosa, abbiamo un interesse primario che comporta l’obbligo morale di mantenere liberi gli Stati Uniti.

Perciò, quando li vedete applaudire qualcuno che elimina tutti i suoi oppositori, dovreste fermarvi a riflettere.

Avete notato nel video il parlamentare Ben Sasse che finge di sostenere i principi originali di fondazione degli Stati Uniti quando invece fa esattamente tutto il contratio. Ben Sasse è stato eletto al Congresso per la prima volta nel 2014 sulla scia della protesta degli americani nei confronti della politica della Casa Bianca di Barack Obama. E’ stato rieletto nel 2020 sulla scia della mobilitazione degli elettori attivata da Trump, ma ha tradito sia i suoi elettori sia Trump. Sasse è stato infatti uno dei sette parlamentari repubblicani che ha votato a favore del secondo impeachment di Donald Trump per gli eventi del 6 gennaio.

Questo dimostra che non basta avere un politico che a parole sostenga di voler rinsaldare i principi originali della cultura, ma bisogna osservarne le azioni e studiarne il passato. Nel 2007 il presidente George Bush junior aveva nominato Ben Sasse a una posizione minore nella propria amministrazione. George Bush junior è sempre stato acerrimo nemico di Trump e sicuramente non un presidente allineato con i principi di fondazione degli Stati Uniti, quindi era facile in questo caso capire che Ben Sasse fosse della stessa risma.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

I demenziali sostenitori del criminale nazifascista Putin

Messaggioda Berto » lun giu 06, 2022 8:51 am

Dittatura ucraina - parte 2 - MN #178
Il presidente Zelensky si brucia gli alleati. Tecniche di propaganda andate male.
6 agosto 2022
https://mazzoninews.com/2022/08/06/la-d ... -2-mn-178/

Se conosci il tuo nemico e conosci te stesso, non devi temere per il risultato di cento battaglie. Se conosci te stesso ma non il tuo nemico, subirai una sconfitta per ciascuna vittoria che avrai conseguito. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia.

Sun Tzu

Nel famoso libro “La via della schavitù”, Friedrich von Hayek spiega che l’Inghilterra e gli Stati Uniti stavano già nel 1944 abbracciando le politiche collettiviste dei paesi contro cui stavano combattendo, in particolare il comunismo sovietico, il fascismo italiano e il nazismo tedesco.

Hayek, cittadino britannico di origini austriache, era un famoso economista ma decise di scrivere questo libro per mettere in guardia i suoi concittadini dalla trasformazione profonda della cultura inglese che mostrava gli stessi segni che avevano portato all’evoluzione del nazismo in Germania, sorto, alla pari del fascismo italiano, dal fallimento del socialismo.

Ecco i punti chiave che Hayek riporta ne “La via della schiavitù”:

L’Inghilterra e gli Stati Uniti stanno abbracciando le politiche collettiviste dei paesi contro cui stanno combattendo.
Il rifiuto della tradizione liberale ha portato alla nascita dei regimi totalitari.
Il fascismo e il nazismo hanno la stessa natura antiliberale del socialismo.
La pianificazione economica conduce alla tirannia e alla perdita delle libertà individuali.
Chi controlla tutti i mezzi economici decide tutti i fini.
Nei sistemi totalitari emergono sempre gli individui peggiori.
Dopo la seconda guerra mondiale, l’Occidente avrebbe dovuto recuperare la tradizione liberale che ha incautamente rigettato.

In pratica gli Stati Uniti e la Gran Bretagna erano avviati lungo la medesima strada già imboccata che aveva portato alla Germania nelle mani di Hitler.

E dopo aver vinto la guerra, gli alleati dell’Occidente si preparavano a perdere la pace.

Le previsioni di Hayek si sono tutte puntualmente avverate e, come abbiamo detto nel video precedente di questa miniserie (il numero 177) la ricostituzione delle democrazie occidentali passa attraverso la riaffermazione dei principi su cui sono state fondate. Come scrive Jonah Goldberg nel suo libro “Suicide of the West” – Il suicidio dell’occidente, i valori sono i seguenti:

I nostri diritti derivano da Dio, non dal governo.
Il governo ci appartiene e noi non apparteniamo al governo.
L’individuo è sovrano. Siamo tutti capitani della nostra anima, non vincolati dalle circostanze della nostra nascita.
Il frutto del nostro lavoro ci appartiene.

Ma per riaffermarli bisogna conoscere i meccanismi di propaganda con cui sono stati cancellati.

Il libro “Propaganda” di Edward Bernays costituisce il manuale classico del propagandista. Pubblicato per la prima volta nel 1928 è il manuale classico della propaganda moderna che ha ispirato intere generazionidi propagandisti.

Bernays ci fornisce innanzitutto la definizione originale della parola propaganda che fu utilizzata per la prima volta nel 1622 da papa Gregorio XV per la costituzione della Congregatio de Propaganda Fide, la congregazione per la propaganda della fede che ora si chiama congregazione l’evangelizzazione dei popoli, nata per facilitare il lavoro missionario nel Nuovo Mondo come risposta alla diffusione della fede protestante.

In quel caso l’attività di propaganda consisteva nella seguente missione: “Si desidera in particolare che i popoli, ispirati dalla grazia divina, cessino di girovagare tra le diverse eresie attraverso i pascoli dell’infedeltà, abbeverandosi ad acque avvelenate, ma che siano invece accompagnati nel pascolo della vera fede, dove possano raccogliersi nella dottrina salvifica, e possano essere condotti verso le sorgenti della vita”.

In questo caso la parola, che viene dal latino propagare, ha una connotazione positiva e presuppone la diffusione della verità. Ma i nemici della fede cattolica cominciarono a modificarne il significato nell’Ottocento facendo contemporaneamente riferimento alla Chiesa di Roma. Il chimico britannico William Thomas Brande ce ne fa una sintesi in un suo scritto del 1842 che dice: “Derivato da questa celebrata società (la Congregatio de Propaganda Fide), il termine propaganda applicato al moderno linguaggio politico ha una connotazione sgradevole che richiama l’idea di associazioni segrete nate per diffondere opinioni e principi che sono visti con orrore ed avversione dalla maggior parte dei governi”. Ma nonostante questa colorazione negativa, il termine non ha assunto il valore attuale fino al 1915 quando i governi occidentali hanno cominciato ad utilizzare le tecniche propagandistiche in modo sistematico al fine di sollecitare un consenso fanatico nella popolazione, sfruttando i mezzi di comunicazione di massa che avevano iniziato a diffondersi su vasta scala.

Il primo impiego concreto di queste tecniche di manipolazione delle menti è stato naturalmente per sostenere lo sforzo bellico nel corso della Prima Guerra Mondiale. In questo caso la macchina propangadistica anglo-americana demonizzò i tedeschi e presero un conflitto che era motivato da squallidi interessi economici e politici, e lo trasformarono in uno scontro tra i paladini della civiltà atlantica e i barbari della Prussia.

Fin dal principio, quindi, la propaganda è stata abbinata intimamente con la guerra e con la menzogna, ancora prima di trovare applicazione in abito pubblicitario.

Da quel momento in poi la propaganda è diventata una tecnologia per la costruzione del consenso. L’attuale definizione, presa dal libro propaganda, è la seguente: “Il mondo, informato attraverso le tecniche di pubbliche relazioni, verrà trasformato integralmente in una società che funziona in modo scorrevole dove ciascuno di noi viene guidato nelle nostre vite in modo impercettibile da un èlite di manipolatori razionali”.

Nel dire questo si ispira a un altro grande classico della propaganda, “Public Opinion” (Opinione pubblica) scritto da Walter Lippmann nel 1922. Lippmann era stato un propagandista di guerra per gli Stati Uniti e nel suo libro era giunto alla seguente conclusione: “l’Eldorado democratico non può essere raggiunto nelle attuali società di massa, i cui membri – in gran parte incapaci di un pensiero lucido o di percezioni chiare, guidati dagli istinti del branco e dai meri pregiudizi, e frequentemente disorientati dagli stimoli esterni – non sono equipaggiati per prendere decisioni oppure per intavolare discorsi razionali. La “Democrazia” di conseguenza richiede un corpo al di sopra del governo composto da professionisti distaccati che filtrano i dati, ragionano sulle cose, e impediscono che la nazione esploda oppure si fermi con uno schianto. Benché sia possibile insegnare al genere umano come pensare, tale procedura è lunga e lenta. Nel frattempo, le questioni più importanti devono essere inquadrate e le scelte devono essere fatte da “amminustratori responsabili”.

Il punto di vista di Lippman, che era un socialista disilluso, ha modellato l’attività di propaganda da quel momento in poi, grazie anche all’intervento di Bernays che lo perfezionò nel modo che segue: “Siamo governati, le nostre menti vengono plasmate, i nostri gusti vengono formati, le nostre idee ci vengono suggerite in gran parte da uomini di cui non abbiamo mai sentito parlare. Questi “governatori invisibili” sono un’élite eroica, che con sangue freddo mantengono salda la struttura della società “organizzando il caos”, come Dio fece al principio. Sono loro che tirano le fila che controllano la mente del pubblico, che riuniscono le forze sociali e che inventano nuovi modi per unificare e guidare il mondo”.

La propaganda ha quindi mantenuto la sua connotazione religiosa, ma la nuova casta sacerdotale è composta dai propagandisti laici delle pubbliche relazioni.

E’ questa casta che decide per chi dobbiamo votare, che cosa dobbiamo comperare e che cosa va considerato buono oppure cattivo. Si tratta di una sorta di aristocrazia manageriale che ci governa grazie alle sue qualità innate di leadership, la loro capacità di fornire le idee di cui c’è bisogno e alla loro posizione chiave nella struttura sociale”.

La tecnologia propangandistica è notevole ed è stata affinata nel corso di un secolo intero, non solo dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna, ma anche dalla Germania nazista e dall’Unione Sovietica di cui ricordiamo la strategia:

“Chi controlla il passato controlla il futuro, chi controlla il presente controlla il passato”.

L’unico tallone d’Achille della tecnologia propagandistica è il fatto che il pubblico deve credere che sia vera, nel momento in cui si scopre che è falsa, la sua efficacia diminuisce fino a crollare.

Vediamo come sta succedendo nel caso dell’Ucraina e del regime dittatoriale dell’attuale presiente Vlodymyr Zelensky. Nel video che segue, la rete indiana WION, che finora ha sostenuto Zelensky quasi senza riserve, cambia improvviasamente registro constatando che Zelensky e la moglie Olena Zelenska sono in realtà solo uno strumento della propaganda occidentale.
Zelensky e Zelenska si mettono in posa mentre i loro concittadini muoiono

[Palki Sharma Upadhyay]

Riconoscete l’uomo in questa foto? Certo che lo riconoscete. Si tratta di Volodymyr Zelensky, il presidente dell’Ucraina. Dovrebbe combattere una guerra con la Russia, ma invece sta posando per una rivista di moda. Troviamo Zelensky davanti alle telecamere.

Dov’è sempre stato fin dall’inizio della guerra. Un giorno è in posa con le truppe, il giorno dopo posa con la gente per le strade. E ora sta posando per una rivista di moda. Il presidente occupa l’articolo di copertina della rivista. Cosa c’è di tanto elegante nella guerra? Dov’è la necessità di farsi inquadrare davanti ai sacchi di sabbia e alla devastazione?

Se questo è un tentativo di attirare l’attenzione sulla guerra, è inutile, perché il mondo sa già del conflitto che oggi coinvolge tutti e costringe ogni nazione a pagarne le conseguenze. Magari il mondo non deve subire una pioggia di missili, ma sicuramente deve affrontare l’aumento dei prezzi per mettere un pasto in tavola. Inoltre, se l’idea è quella di diffondere consapevolezza, perché non catturare i volti che raffigurano davvero il conflitto? Come questo bambino che è nato in una metropolitana o questo ragazzo che è stato lasciato senza madre. E non sto cercando di fare una graduatoria del dolore. Non sto soppesando l’afflizione.

Sto solo dicendo che queste foto raccontano la vera storia dell’Ucraina. Che non è quella della first lady in abiti firmati. Quindi come spiegare questo servizio su Vogue? Lasciate che vi legga una parte della storia di copertina. Ecco che cosa dice: Nelle nostre due conversazioni a Kiev, Zelenska aveva una presenza schietta, dignitosa, elegante, che promuoveva sottilmente il gusto dei designer ucraini. Un giorno, indossava una camicetta di seta color écru con un fiocco di velluto nero legato intorno al collo e una gonna nera che arrivava al polpaccio, con i ribelli capelli biondi raccolti in un morbido chignon. Il giorno dopo indossava jeans a gamba larga, scarpe sportive bianche con dettagli gialli e blu, un richiamo alla bandiera ucraina e al progetto di raccolta fondi condotta dal produttore delle calzature.

Non ho potuto fare a meno di pensare che la maglietta avesse la stessa tonalità ruggine dei carri armati russi bruciati che ho visto fiancheggiare le strade nella città e nei sobborghi di Kiev, dove l’Ucraina ha respinto i russi. Lo trovate assurdo? Dovreste, perché lo è. È assurdo che la First Lady dell’Ucraina si metta in posa con lo sfondo di scenari di guerra fasulli, con un’acconciatura e trucco perfetti. È anche assurdo che il presidente, che dovrebbe guidare il paese fuori da questa guerra, sia impegnato anch’egli a posare. E tra l’altro hanno anche pubblicato video ripresi dietro le quinte. Date un’occhiata a tutti i preparativi che sono stati necessari per realizzare questo servizio fotografico.

Ricordate, tutto questo sta accadendo in un paese che è stato in guerra negli ultimi cinque mesi. La storia di copertina riporta il titolo: Ritratto del coraggio. Non è né satira e non è nemmeno sorprendente. Ponetevi questa domanda: Che cosa ha fatto davvero Zelensky, dall’inizio di questa guerra, se non posare davanti alle telecamere?

È il volto di una campagna di pubbliche relazioni globale sostenuta dall’Occidente. Indossa magliette verde oliva ogni giorno per atteggiarsi a eroe di guerra. Appare in televisione quotidianamente con interviste alle reti dei media di tutto il mondo, che concede a chiunque ne faccia richiesta. Ha parlato davanti a tutti i possibili consessi: dal Congresso degli Stati Uniti, al Parlamento europeo, alle Nazioni Unite, al World Economic Forum. Non si è nemmeno risparmiato la cerimonia di apertura del festival cinematografico di Cannes.

E a un certo punto sembrava che Zelensky stesse usando la sua presenza per sostenere l’Ucraina. Sapete che è un ex comico e che ha anche fatto un po’ di recitazione. Sa bene come porsi davanti alla telecamera. Così sembrava che Zelensky stesse usando la sua abilità a vantaggio dell’Ucraina, aiutando l’Ucraina a vincere la guerra di pubbliche relazioni contro la Russia. Ma a che scopo? I video non vincono le guerre. E di certo l’Ucraina non sta vincendo questa guerra. Quindi che cosa ha davvero ottenuto Zelensky come risultato di tutte le sue apparizioni televisive, e di tutte le interviste che ha fatto? L’adesione alla NATO è fuori discussione. L’Ucraina non è nemmeno entrata nell’Unione europea.

Più di 14000 ucraini sono stati uccisi. La guerra è arrivata al suo centocinquantacinquesimo giorno. La Russia ha conseguito enormi conquiste militari. L’Ucraina ha perso città e paesi. E il presidente, tra i suoi molteplici servizi fotografici, sta incolpando delle sconfitte i suoi più alti funzionari. Li sta licenziando. Li accusa di tradimento, di non fare abbastanza. Ma cosa sta facendo Zelensky in quanto presidente dell’Ucraina? Zelensky e Zelenska posano per Vogue. Condividono la loro storia d’amore, sviluppano il loro marchio personale. Questo non è il volto del coraggio e non va nemmeno a beneficio dell’Ucraina. Questo è un insulto a chi si trova in prima linea, a chi sta combattendo la guerra sfidando i proiettili russi. Questo è un deplorevole tentativo di romanticizzare la guerra.

Avete tutti sentito parlare di Nerone che suonava la lira mentre Roma bruciava. Il presidente ucraino sta diventando il moderno Nerone, che si mette in posa davanti alle telecamere mentre il suo paese soffre.

Nel viedeo la giornalista riporta che oltre 14.000 ucraini sono stati uccisi, questa è una delle cifre cosiddette ufficiali che circolano, ma alcune fonti parlano di un rapporto del servizio segreto polacco dove si parla di 300 soldati ucraini morti al giorno, come media nella fase recente del conflitto. Cifre più attentidibili parlano di un minimo di 10.000 a un massimo di 25.000 morti ucraini al mese, il che porterebbe la cifra dei soldati morti in Ucraina ben oltre i 50.000 nei primi cinque mesi del conflitto.

Zelensy continua a mandare i propri connazionali a morire per mantenere viva l’illusione di una possibile controffensiva e in ossequio alle richieste che riceve da Washington e Londra, anche se spesso non sono propriamente addestrati, non hanno copertura adeguata di carri armati e sono carenti in termini di equipaggiamento e munizioni.

La guerra è iniziata con un netto vantaggio numerico da parte degli ucraini, diverse fonti americane davano un rapporto 3 a 1 tra l’esercito ucraino e la forza d’invasione russa.

Ma i russi hanno metodicamente distrutto un battaglione ucraino dopo l’altro e ora gli ucraini sono in svantaggio e dispersi su una linea del fronte troppo vasta da poter essere tenuta senza subire gravi perdite ogni singolo giorno.

E’ quindi doppiamente sorprendente che, mentre i suo concittadini vanno al macello, Zelensky e la moglie trovino il tempo per fare un servizio di moda. Ma ormai la maschera sta calando e Zelensly sta rivelando il suo vero volto come vediamo nel breve video che segue, preparato a Tucker Carlson.
Il disprezzo di Zelensky per gli occidentali

[Tucker Carlson]

C’è davvero solo una cosa su cui praticamente tutti a Washington sono d’accordo, ed è che i nostri confini non contano affatto. Ma i confini dell’Ucraina sono sacri, e quindi il governo dell’Ucraina, il governo autoritario di Kiev, ha bisogno di decine di miliardi di dollari a tempo indefinito dagli Stati Uniti e i contribuenti americani devono subito smettere di lamentarsi.

A Washington, entrambi i partiti sono d’accordo su questo. È la priorità più importante per il paese. Ma ogni sondaggio mostra che in realtà l’Ucraina non rappresenta il problema numero uno per gli americani. Il loro problema primario è l’inflazione. Così ieri, al presidente dell’Ucraina, Zelensky, è stato chiesto cosa ne pensa dell’inflazione che il finanziamento del suo paese sta causando negli Stati Uniti. E la sua risposta è stata questa, e vi riporto le esatte parole: L’inflazione non è nulla. Chi pensa all’inflazione? Queste cose sono secondarie. Ma davvero? Forse sono secondarie per te, Signor Zelensky, ma per gli americani, in realtà, sono importanti. I nostri paesi sono diversi. Che ne dici di gestire il tuo paese, mentre noi gestiamo il nostro. Quindi i leader ucraini non lo nascondono più. Nutrono un totale disprezzo per noi. Vogliono solo i nostri soldi. Non gli importa nulla degli Stati Uniti. Non si tratta di democrazie che si uniscono nella solidarietà. Questa è solo una truffa. Ogni due settimane, Zelensky è apparso in pubblico. Potreste averlo notato in compagnia dei politici statunitensi. Qui, ad esempio, fraternizza ancora una volta con Lindsey Graham. È un po’ strano che non sembri mai preoccupato per la propria sicurezza, dal momento che questa è una zona di guerra. Ha incontrato un sacco di celebrità di Hollywood. Qui lo vediamo con Ben Stiller.

[Ben Stiller]

Salve, piacere di incontrarti

Grazie per aver trovato il tempo.

[Volodymyr Zelensky]

Ti conosciamo molto bene.

[Ben Stiller]

È un grande onore per me.

È davvero meraviglioso. Sei il mio eroe.

Hai lasciato una grande carriera di attore per questo.

[Volodymyr Zelensky]

Non sono eccezionale come te.

[Ben Stiller]

Ma quello che hai fatto nel modo in cui hai raccolto il paese attorno a te e quello che hai fatto per il mondo è davvero di ispirazione.

[Tucker Carlson]

Sì, davvero. Sei un eroe. Questa settimana, Zelensky ha ricevuto un trattamento di riguardo dalla rivista Vogue. È davvero il Beto O’Rourke dell’Ucraina. Questo è un vero video caricato da Vogue su Instagram, guardate.

È tutto piuttosto offensivo per le migliaia di ucraini che sono morti, e per i contribuenti americani che stanno finanziando tutto questo. Ma l’Ucraina l’ha fatta franca perché, con la complicità dei media americani, fin dal primo giorno, hanno condotto una feroce guerra d’informazione. Hanno mentito sul fantasma di Kiev. Hanno mentito sull’isola dove le truppe ucraine avrebbero mandato al diavolo la corazzata russa. Continuano a mentire.

Possono mentire finché vogliono, ma perché stiamo ancora finanziando tutto questo.

Beto O’Rourke, di cui si parla nel video, è un politico del Partito Democratico noto per la sua posa e la sua finzione, al punto di farsi chiamare Beto, un nome di origine ispaniche per cercare di accattivarsi l’elettorato ispanico del Texas, quando il suo vero nome è Robert Francis O’Rourke.

La pubblicazione dei video di Zelensky su Vogue ha inflastidito molti politici nell’area conservativa negli Stati Uniti che cominciano a dubitare dell’opportunità di continuare a sostenere il presidente ucraino.

Ma Zelensky non si ferma alla sola propaganda e ora pretende anche di applicare la censura sui media occidentali così come l’ha applicata in Ucraina, inimicandosi anche la sinistra americana. Vediamo un secondo video di Tucker Carlson che ce lo spiega.
Zelensky esporta la sua censura negli USA

[Tucker Carlson]

Dunque noi abbiamo mandato, e per noi intendo l’amministrazione Biden, abbiamo inviato miliardi in Ucraina per proteggere i loro confini, mentre abbiamo spalancato i nostri al mondo. Potreste dirmi esattamente perché lo facciamo? Come Joe Biden ci ha detto ripetutamente, imitando Winston Churchill, lo facciamo per proteggere la democrazia. Ma, naturalmente, qui l’ironia è che l’Ucraina non è una democrazia in alcun senso riconoscibile. Il governo ucraino ha bandito i media che gli sono ostili. Hanno anche sciolto i partiti dell’opposizione arrestandone gli esponenti principali. Questa non è una democrazia.

Quindi, poiché abbiamo permesso che accadesse e, di fatto, abbiamo finanziato il tutto, ora il governo ucraino ha deciso che può imporre la censura nel nostro paese. Ha pubblicato una lista nera dei cosiddetti propagandisti russi in America. Questa lista include, tra i tanti, il senatore Rand Paul del Kentucky, Tulsi Gabbard, che sta servendo nelle forze armate degli Stati Uniti, e Glenn Greenwald. Quindi abbiamo pensato d’intervistare due di queste persone, stasera. Glenn Greenwald è un giornalista indipendente che, tra gli altri posti, lavora sul sito Substack. Glenn, grazie mille per essere con noi. Quindi sei nella lista nera del governo ucraino, che è un faro di democrazia. Dicci come funziona.

[Glenn Greewald]

Credevo che il presidente Zelensky fosse impegnato a gestire una guerra, ma, a quanto pare, ha un sacco di tempo per guardare la trasmissione Morning Joe su MSNBC, dove passano le ore ad accusare di essere un agente del Cremlino tutti quelli che vogliono screditare, e nell’insegnare ai liberali americani come fare altrettanto. La situazione si presta alla battuta facile, ma in realtà è piuttosto oltraggiosa. Gli ucraini hanno un conflitto con i loro vicini di casa. Sono totalmente liberi di perseguire qualsiasi politica militare vogliano. Se lo desiderano, possono combattere la Russia per i prossimi dieci anni, ma non è quello che stanno facendo. Stanno implorando, anzi, in un certo senso pretendendo, che altri paesi, tra cui gli Stati Uniti, forniscano loro una scorta apparentemente infinita di armi e denaro, il che significa che, in quanto americani, non solo abbiamo il diritto, bensì il dovere di chiederci se questo è veramente nell’interesse del popolo americano. Di conseguenza, il fatto che Zelensky cerchi essenzialmente di esportare qui negli Stati Uniti la repressione che ha imposto nel suo stesso paese, impedendo il dibattito e accusando quelli di noi che fanno domande, di essere agenti del Cremlino oppure propagandisti russi, richiede un’incredibile faccia tosta. Considerando che allo stesso tempo pretende che gli consegniamo tutti i nostri soldi e tutte le nostre armi.

[Tucker Carlson]

Questo è il tizio che George Bush junior ha descritto come il George Washington della nostra epoca. Non ho sentito davvero nessuno a Washington dire una sola parola sull’argomento.

[Glenn Greenwald]

Certo, fin dall’inizio, come sai bene alla pari di chiunque altro, c’è stato uno sforzo molto concertato per eliminare ogni spazio disponibile per qualsiasi tipo di domanda. Chiunque abbia posto la domanda se avessimo dovuto fare più sforzi per prevenire la guerra diplomaticamente, come Tulsi Gabbard, o se sia il caso di mettere a rischio i nostri soldi in un potenziale scambio nucleare con la Russia per una disputa sul confine ucraino, è stato definito come una risorsa del Cremlino oppure un agente russo. è la strategia che stanno usando negli Stati Uniti per cercare di impedirci di esercitare la nostra libertà di discutere quale ruolo dovrebbe davvero svolgere il nostro governo in tale guerra.

[Tucker Carlson]

Esattamente. In nome della democrazia, sopprimono la democrazia. Glenn Greenwald, grazie mille.

[Glenn Greenwald]

Grazie Tucker.

[Tucker Carlson]

Anche Tulsi Gabbard è in questa lista nera. È una delle persone che il governo ucraino dice che dovrebbe essere censurata. Serve nelle forze armate statunitensi, è stata parlamentare nel Congresso degli Stati Uniti, e si è candidata alla presidenza. Onorevole, grazie di essere qui. Qual è la tua reazione al fatto di essere in questa lista nera?

[Tulsi Gabbard]

Vedo l’ipocrisia, l’ipocrisia di questa lista nera E francamente, il motivo perché il popolo americano dovrebbe preoccuparsene è che l’amministrazione Biden – Harris, assieme all’élite di Washington di entrambi i partiti, continuano ad essere disposti a impoverire il popolo americano e le persone in tutto il mondo al solo scopo di spingerci sempre più vicino alla guerra nucleare e all’olocausto, il tutto per proteggere la democrazia e sconfiggere l’autocrazia in Ucraina.

E tutto questo sta accadendo mentre il presidente ucraino sta francamente dimostrando a tutti che non c’è nessuna democrazia in Ucraina. Tu hai citato alcuni esempi di alcune delle cose che sta facendo per mettere a tacere qualsiasi voce dissenziente, imprigionare gli oppositori politici, vietare ogni attività politica degli undici partiti di opposizione, di fatto prendendo il controllo di tutti i media nazionali che ora devono sottostare alla sua politica informativa unificata. E ora sta prendendo di mira gli americani, e non solo me e altri che hai menzionato, ma amche un senatore americano in carica. Il pericolo di questo consiste nel prezzo che i nostri leader sono disposti a far pagare alla popolazione mentre continuano questa spinta di facciata per una cosiddetta democrazia e per sconfiggere l’autocrazia. L’intera faccenda è talmente ipocrita che dobbiamo necessariamente chiedere ai nostri leader di rendere conto.

[Tucker Carlson]

Non potrei essere più d’accordo. Devo chiederti, dato che hai servito a Washington per anni, so che non sei generalmente allineata con Steve Bannon, o per lo meno non lo sei dal punto di vista dell’opinione pubblica, ma lo hai visto condannare la scorsa settimana per oltraggio al Congresso perché non ha collaborato con la commissione del 6 gennaio, mentre molti altri, Eric Holder, Lois Lerner, in passato, non sono stati processati per aver ignorato le citazioni a comparire davanti al Congresso. Qual è la tua reazione?

[Tulsi Gabbard]

Mostra i due pesi e le due misure che vengono utilizzate a Washington, ma mostra, più pericolosamente, come questa amministrazione stia volentieri trasformando il nostro Dipartimento di Giustizia in un arma da usare come polizia politica personale, al fine di perseguitare gli oppositori politici, mentre chiude un occhio sulle persone della propria squadra. Questo è incredibilmente pericoloso perché, quando guardiamo con attenzione, vediamo che al centro della nostra democrazia c’è lo stato di diritto.

E la nostra democrazia consiste nella nostra capacità, come americani, di poterci fidare del fatto che queste istituzioni pubbliche stiano servendo l’interesse pubblico e non stiano favorendo chi è al potere a scapito di chi non lo è. I principi della nostra democrazia dicono che non importa quale sia la nostra affiliazione politica, o come usiamo la nostra libertà di parola, oppure il colore della nostra pelle, oppure ancora il nostro credo religioso. Nessuna di queste cose dovrebbe avere importanza perché dovremmo essere fiduciosi del fatto che il nostro sistema giudiziario ci tratterà in modo equo in qualsiasi caso. Questa militarizzazione del Dipartimento di Giustizia è incredibilmente pericolosa e costituisce un pericoloso precedente che mina proprio le fondamenta della nostra democrazia.

[Tucker Carson]

Hai servito al Congresso come democratica e ho cominciato a prestare attenzione alle tue parole dopo che il Washington Post ha iniziato ad attaccarti. Mi chiedevo perché ce l’avessero con te, e la risposta è: perché sei una persona di solidi principi, e loro lo odiano. Grazie per essere qui.

Glenn Greenwald è un giornalista americano molto conosciuto dalla sinistra e il fatto che sia stato elencato tra le persone da censurare mostra ai democratici americani che Zelensky, in realtà, non è un liberale come loro, bensì un fascista. Tulsi Gabbard, oltre a essere una militare di carriera statunitense, è anche stata una parlaamentare del partito democratico e ha partecipato alle selezioni preliminari per il candidato democratico alle elezioni presidenziali del 2020, in concorrenza con Joe Biden.

E’ quindi un personaggio che potrebbe avere posizioni di rilievo nel Partito Democratico statunitense dopo il tracollo della presidenza di Joe Biden e che comunque ha ancora un forte ascendente sull’elettorato democratico statunitense. Il fatto di averla aggiunta nella lista nera è stato un’errore grossolano da parte del governo di Zelensky che dimostra un’arroganza senza limiti.

Forse hanno ragione i russi: è tempo che Zelensky se ne vada, soprattutto per il bene degli ucraini.

Tulsi Gabbard ha dimostrato una posizione razionale sulla gran parte delle situazioni che gli Stati Uniti hanno attraversato negli ultimi due anni, compresa la farsa della commissione d’indagine sull’invasione del Campidoglio il 6 di gennaio 2020.

Sta crescendo di popolarità sia tra i democratici sia tra i repubblicani perché, come dice Tucker Carlson, si è dimostrata una persona di principi e coerente con i propri principi nonostante venga attaccata in continuazione dalla macchina propagandistica del suo stesso partito.

Si comincia a dire che potrebbe essere la candidata alla vicepresidenta in una futura possibile presidenza di Ron DeSantis. Sono entrambi giovani e potrebbe essere un’abbinata capace di riunificare l’elettorato diviso tra repubblicani e democratici come fece Abramo Lincoln che fu eletto, dopo la guerra di seccessione, con un vicepresidente del partito democratico di allora.

Ron DeSantis ha grande seguito nel partito repubblicano e potrebbe essere un futur degno sostituito per Trump e Tulsi Gabbard potrebbe attrarre i voti di molti democratici che sono stanchi del filone Clinton, Obama, Biden e vogliono un governo che faccia gli interessi degli americani.

Da notare anche che Tulsi Gabbard si posiziona molto spesso in contrapposizione alle politiche del World Economic Forum pur essendo, alla pari di Justin Trudeau, una delle giovani leader selezionate a suo tempo dal WEF.

Roberto Mazzoni
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

I demenziali sostenitori del criminale nazifascista Putin

Messaggioda Berto » lun giu 06, 2022 8:51 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

I demenziali sostenitori del criminale nazifascista Putin

Messaggioda Berto » dom ago 07, 2022 5:20 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

I demenziali sostenitori del criminale nazifascista Putin

Messaggioda Berto » dom ago 07, 2022 5:21 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Guerre

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

cron