La criminale "operazione speciale" del Cremlino nazifascista

La criminale "operazione speciale" del Cremlino nazifascista

Messaggioda Berto » lun set 12, 2022 7:01 am

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Forza Ucraina!


Ucraina-Russia, news sulla guerra di oggi | Controffensiva di Kiev, i filorussi riconoscono una «sconfitta...
Lorenzo Cremonesi, Viviana Mazza e Foschi
Le notizie di venerdì 9 settembre. Gli Stati Uniti avvertono gli alleati: «La guerra sarà lunga»

https://www.corriere.it/esteri/diretta- ... 1021.shtml

• La guerra in Ucraina è arrivata al 198esimo giorno.
• Mattia Sorbi, un giornalista italiano freelance, è stato ferito vicino Kherson, in Ucraina. Morto l’autista dell’auto su cui viaggiava, finita su una mina. Sorbi è ricoverato in un ospedale controllato dai soldati russi
• Usa agli alleati: prepariamoci a guerra lunga. Blinken a Kiev
• Baltici e Polonia bloccano i turisti russi dal 19 settembre
• All’arme all’Onu: 2,5 milioni di ucraini deportati: «Trasferiti in zone remote»
• Il Papa: «Diritto violato e rischi atomici, guerra gravissima, rischio escalation nucleare» . Mattarella: «Iniziativa russa scellerata, mantenere il pressing sanzioni»

Ore 20:30 - Filorussi: Kiev ha colpito una fermata del filobus: 2 morti

È di 2 civili uccisi e 3 feriti il bilancio di un bombardamento che ha colpito una fermata del filobus nel centro di Donetsk. Lo riferisce il sindaco Aleksey Kulemzin, citato dall’agenzia di stampa russa Ria Novosti.

Ore 19:07 - Kiev: due operatori della centrale di Zaporizhzhia picchiati a morte dai russi

Le forze russe che da inizio marzo controllano la centrale nucleare di Zaporizhzhia hanno ucciso due dipendenti ucraini dell’impianto e commesso violenze nei confronti di decine di altri lavoratori. Lo ha denunciato il capo dell’agenzia per l’energia nucleare di Kiev, Petro Kotin. «È stato gradualmente instaurato un regime di vessazioni», con «torture» e «pestaggi del personale», ha detto Kotin, secondo cui due lavoratori «sono stati picchiati a morte». Circa 200 membri dello staff sono stati arrestati e una decina risultano al momento scomparsi, ha aggiunto, tornando a lanciare un appello per la smilitarizzazione dell’area.

Ore 16:27 - L'Aiea: «Zona di sicurezza a Zaporizhzhia, va evitato un incidente nucleare»

L'Aiea — l'Agenzia delle Nazioni unite per l'energia nucleare — ha chiesto una immediata zona di sicurezza intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, in Ucraina, «per evitare un incidente nucleare».

Zaporizhzhia è la più grande centrale atomica d'Europa, è da settimane occupata dai russi, ed è al centro di una zona dove le truppe russe e quelle ucraine si stanno fronteggiando.

Ore 15:45 - Il punto sulla controffensiva ucraina

(Viviana Mazza, da Kiev) Da giorni, sui social, appaiono immagini dei soldati russi presi prigionieri, ai quali si sono aggiunti ora foto e video dei civili ucraini nelle zone liberate che abbracciano e baciano i militari di Kiev.

I successi della controffensiva ucraina nella zona di Kharkiv, nel nord est del Paese, sono riconosciuti anche in un'intervista del comandante russo della zona Vitaly Ganchev, che in un'intervista a Russia 24 dice: «Il fatto stesso che abbiano fatto breccia nelle nostre difese è una sostanziale vittoria per le forze armate ucraine».

L’invio da parte dell’esercito russo di rinforzi nella regione di Kharkiv indica che Mosca sta pagando «un prezzo enorme» per la sua aggressione, ha detto il segretario di Stato Usa Antony Blinken arrivato a Bruxelles dopo una visita a Kiev.

Le immagini di un video ufficiale del ministero della Difesa russo mostrano il movimento di colonne di veicoli blindati e veicoli speciali, nel tentativo di schierarli per allontanare le forze ucraine da Balakliya, come spiegato dallo stesso Ganchev.

Il presidente ucraino Volodymir Zelensky ha detto che 1000 chilometri quadrati a nord est e a sud sono stati liberati in una settimana.

Una foto diffusa sui social mostra un gruppo di soldati di Kiev che sventolano la bandiera sotto un cartello che segna l'ingresso a Kupiansk, utilizzata dalle truppe russe come snodo logistico per rifornire attraverso la rete ferroviaria le loro truppe nell’est dell’Ucraina.

Secondo l'ultimo bollettino del think tank americano Institute for the Study of War, gli ucraini si trovano ora a 15 chilometri da Kupiansk. La riconquista della città avrebbe serie conseguenze sulle linee di comunicazione delle forze russe.

Le forze di Mosca hanno bombardato ieri la città di Kharkiv, ferendo dieci persone, un attacco definito da Kiev una «vendetta» per i successi della controffensiva.

Ore 15:24 - Blinken e «il prezzo enorme» che la Russia sta pagando

L'invio, da parte dell'esercito russo, di rinforzi nella regione ucraina di Kharkiv, dove Kiev sta conducendo una controffensiva, mostra che Mosca sta pagando «un prezzo enorme» per la sua aggressione. A dirlo è Antony Blinken, segretario di Stato americano.

«Il numero di soldati russi in Ucraina è enorme e, purtroppo, il presidente Putin ha indicato che manderà ancora più persone: questo ha un prezzo enorme per la Russia», ha detto, parlando con il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.

Secondo le immagini trasmesse dalle agenzie di stampa russe venerdì, veicoli blindati e armi sono stati inviati come rinforzi nella regione di Kharkiv, al confine con la Russia, nel nord-est dell'Ucraina.

Un alto funzionario dell'amministrazione filorussa nella regione, Vitali Gantchev, ha detto al canale televisivo russo Russia 24 che erano in corso «feroci combattimenti» intorno alla città di Balaklia, che Kiev ha detto di aver riconquistato.

Ore 13:54 - Dalla Russia rinforzi a Kharkiv dopo la controffensiva ucraina

L’esercito russo ha inviato veicoli blindati e cannoni di rinforzo nella regione ucraina di Kharkiv, dove Kiev sta conducendo la sua controffensiva. Lo riportano le agenzie russe, citando il ministero della Difesa. Un funzionario dell’amministrazione militare installata dai russi nella regione, Vitali Gantchev, ha riferito alla televisione russa che sono in corso «feroci combattimenti» intorno alla città di Balaklia - circa 70 chilometri a Sud-Est di Kharkiv - che Kiev sostiene di aver riconquistato. «Lì sono state inviate le riserve dalla Russia», ha detto il funzionario.

Ore 12:37 - Mattarella: «La guerra sarà lunga e richiederà sacrifici»

«Non si può arretrare dalla trincea della difesa dei diritti umani e dei popoli; e per evitare fragilità o cedimenti dovremo rafforzare la nostra coesione interna, anche mediante misure che possano alleviare i costi, elevati, che le nostre economie dovranno sopportare. La misura delle crisi che interpellano il mondo, la dimensione degli altri interlocutori, rendono necessario che i singoli Paesi europei prendano coscienza della necessità di risposte sempre più comuni». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita a Skopje, capitale della Macedonia del Nord. «La resistenza nei confronti del disegno imperialista manifestato dalla Federazione Russa richiederà un impegno di lunga durata e sta già imponendo sacrifici rilevanti alle nostre popolazioni, a cominciare dal rincaro dei prezzi dell’energia e dei beni alimentari. Ma sono costi immensamente minori di quelli che dovremmo subire se non venisse fermata subito questa logica di aggressione, che ripropone gli scenari di guerre devastanti dei secoli passati»

Ore 11:04 - L’arcivescovo di Kiev: «Deportati in Siberia 2,5 milioni di ucraini»

«Più di 2,5 milioni di ucraini sono stati deportati dall’Ucraina, in particolare dai territori occupati dell’est e del sud e sono stati portati nell’Estremo Oriente, in Siberia. Tra loro 38 mila bambini molti dei quali sono stati privati delle cure parentali, essendo stati deportati senza i loro genitori». Lo denuncia l’arcivescovo maggiore di Kievá Shevchuck che - in riferimento ai dati denunciati al Consiglio di sicurezza dell’Onu - sottolinea «un altro crimine commesso dalla Russia contro il popolo ucraino». «Oggi - aggiunge - dovremmo pregare in particolare per coloro che sono passati attraverso i campi di concentramento, di filtrazione e, di conseguenza, sono stati costretti a lasciare le loro città e villaggi sotto il fuoco delle mitragliatrici». L’arcivescovo di Kiev riferisce che «gli esperti sottolineano che il 57% degli ucraini è traumatizzato, ha subito qualche tipo di trauma legato alla guerra. Molti soffrono del cosiddetto disturbo da stress post-traumatico. Questo non può che influenzare l’umore della nostra società, la sua sensibilità, tutti quei processi che poi incidono sulla costruzione delle relazioni interpersonali».

Ore 10:38 - Il Consiglio europeo sospende, infine, l’accordo sui visti «facili» ai russi

Il Consiglio dell’Ue ha adottato la decisione che sospende completamente l’accordo di facilitazione del visto tra l’Ue e la Russia. Di conseguenza, le regole generali del codice dei visti si applicheranno ai cittadini russi. Ciò comporterà un aumento della tassa per la domanda di visto da 35 a 80 euro, la necessità di presentare prove documentali aggiuntive, tempi di elaborazione dei visti più lunghi e regole più restrittive per il rilascio di visti per ingressi multipli. «Un accordo di facilitazione del visto consente un accesso privilegiato all’Ue per i cittadini di partner fidati con i quali condividiamo valori comuni. Con la sua guerra di aggressione non provocata e ingiustificata, tra cui i suoi attacchi indiscriminati contro i civili, la Russia ha infranto questa fiducia e calpestato i valori fondamentali della nostra comunità internazionale. La decisione odierna è una diretta conseguenza delle azioni della Russia e un’ulteriore prova del nostro incrollabile impegno nei confronti dell’Ucraina e del suo popolo», ha commentato il ministro dell’Interno ceco, Vit Rakusan. La decisione sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale il 9 settembre 2022. Entrerà in vigore il giorno della sua adozione e si applicherà a partire dal 12 settembre 2022.

Ore 09:40 - Il primo ministro polacco Morawiecki oggi a Kiev

Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki si recherà oggi in visita a Kiev: lo ha reso noto il portavoce del governo, Piotr Muller, parlando all’emittente privata Polsat News. «Ci saranno diversi incontri, argomenti importanti di cui discuteremo in relazione alla situazione geopolitica, ma anche al mercato energetico, all’energia e alla sicurezza militare».

Ore 08:20 - Le Maire all’Eurogruppo: «Le sanzioni funzionano, non ascoltate bugie»

«Penso che le economie aperte siano state resilienti negli ultimi mesi, mantenendo la crescita, ma dobbiamo essere coscienti che abbiamo davanti dei mesi difficili, che l’inflazione resterà alta a causa dell’alto prezzo dell’energia e dei generi alimentari, e a causa del perdurare della guerra in Ucraina». Lo ha dichiarato il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, al suo arrivo all’Eurogruppo a Praga in un punto stampa con il suo omologo tedesco, Christian Lindner. «Christian e io siamo pienamente determinati a rimanere uniti, forti e fermi. Fermi nel modo in cui proteggeremo le famiglie contro le conseguenze del caro-prezzi», ha aggiunto Le Maire, specificando che «le sanzioni funzionano, a differenza di quel che dice Putin». «Siamo fermi nell’attuazione di forti sanzioni contro la Russia. E voglio dirlo chiaramente: le sanzioni europee contro la Russia funzionano. La Russia sta affrontando una grave recessione di oltre 4%, un alto livello dell’inflazione di oltre il 14% e gravi difficoltà nella catena di approvvigionamento».
«Quindi non ascoltate le bugie di coloro che non ci aspettiamo difendano i valori europei. Non ascoltate le bugie di coloro che spiegano che le sanzioni non funzionano. In realtà sono efficienti e dovremmo essere orgogliosi del modo in cui le nazioni europee hanno mostrano unità contro l’aggressione di Putin», ha aggiunto.

Ore 07:40 - Zelensky: ripresi oltre 1000 km di terreno da inizio settembre

Le truppe ucraine hanno ripreso alla Russia più di mille chilometri quadrati di territorio dall’inizio di settembre. Ad annunciarlo è stato il presidente VolodYmyr Zelensky. «Nell’ambito delle operazioni di difesa in corso, i nostri eroi hanno già liberato decine di insediamenti», ha affermato nel discorso di ieri sera. «In totale, dal primo settembre sono stati liberati più di mille chilometri quadrati del nostro territorio», ha aggiunto. Zelensky aveva precedentemente confermato che le forze ucraine avevano riconquistato la città di Balakliya nella regione di Kharkiv.

Ore 05:26 - Pentagono agli alleati: la guerra in Ucraina sarà ancora lunga

La guerra in Ucraina sta cambiando e l’Occidente si deve preparare a sostenere l’Ucraina nel lungo periodo: è il messaggio del capo del Pentagono, Lloyd Austin, al gruppo di contatto degli oltre 50 Paesi che sostengono Kiev e che sono tornati a riunirsi a Ramstein, dove il segretario alla difesa americano ha promesso altri 2,8 miliardi di aiuti militari Usa, di cui 675 milioni di dollari di forniture belliche dirette dalle riserve americane. Nelle stesse ore la Polonia e i Paesi Baltici hanno annunciato dal 19 settembre un giro di vite sui visti turistici ai russi per questioni di sicurezza nazionale, nel timore di infiltrazioni pericolose. Una mossa che anticipa, rafforzandola, la sospensione dell’accordo di facilitazione dei visti dell’Ue con la Russia decisa da Bruxelles. E che ha suscitato l’ira di Mosca: «l’Unione europea chiude la sua gabbia dall’interno e continua a isolarsi dalla Russia e dal resto del mondo», ha denunciato il ministero degli esteri, minacciando una risposta. L’ ultimo pacchetto del Pentagono, il 20/mo dall’agosto 2021, comprende altri «lanciarazzi Howitzer da 105 millimetri, munizioni d’artiglieria, blindati Humvee, sistemi anti tank, armi piccole e ambulanze blindate». Ma non gli Atacm chiesti da Kiev, missili tattici con una gittata di 300 km: «la portata dei lanciarazzi Himars e Howitzer è sufficiente per rispondere alle necessità attuali degli ucraini», ha spiegato il capo di stato maggiore congiunto, Mark Milley.

Ore 05:22 - Zelensky: dal primo settembre liberati 1000 km quadrati di Ucraina

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che dal 1 settembre sono stati liberati più di mille chilometri quadrati del territorio dell’Ucraina. Nel suo consueto discorso serale il leader di Kiev ha elogiato gli «eroi che hanno già liberato dozzine di insediamenti». Lo riporta l’agenzia Unian. «Grazie a tutti coloro che hanno assicurato questo! Grazie all’esercito, ai servizi speciali per ogni bandiera ucraina che è stata reinstallata in questi giorni», ha sottolineato il presidente.

Ore 05:21 - Droni da Teheran alla Russia, Usa sanzionano una società iraniana

Gli Usa hanno imposto sanzioni ad una società iraniana, la Safiran Airport Services, che ha aiutato a inviare droni alla Russia da usare in Ucraina e hanno ammonito aziende non iraniane a non farsi coinvolgere in tale commercio. La misura è stata presa dal Tesoro due mesi dopo che la Casa Bianca ha divulgato informazioni di intelligence secondo cui Mosca aveva chiesto droni a Teheran per il conflitto in Ucraina.

Ore 05:14 - Mattia Sorbi ferito, scambio di accuse Mosca-Kiev. Giallo sul profilo Facebook

(Viviana Mazza, inviata a Kiev) Mattia Sorbi, giornalista freelance milanese quarantatreenne, era scomparso nei giorni scorsi in Ucraina, dove si trova dall’inizio dell’invasione russa, collaborando con diverse testate e tv italiane. È riapparso ieri in un video trasmesso dai media di Mosca, in cui giace su un letto, a torso nudo con una cannula nasale. Si vede il braccio di un intervistatore che registra con il cellulare. Sorbi, occhi chiusi, dice il suo nome e le testate per cui collabora: «Radio 24, Rai 1, Repubblica». Poi aggiunge alcune parole «taxi, reportage», e in italiano: «Abbiamo preso un taxi e siamo andati a Oleksandrivka, ci avevano detto che era sicura». Indica verso le gambe: «Mina».

L’auto sarebbe saltata su una mina, l’autista ucraino sarebbe rimasto ucciso mentre il reporter, ferito ad una gamba, è stato portato all’ospedale a Kherson, città sotto controllo russo in una regione che le forze ucraine stanno tentando di riconquistare. La Farnesina ha confermato di essere «in contatto costante con il giornalista coinvolto nell’incidente: è curato, abbiamo notizie positive sullo stato di salute, ha poca copertura per comunicare ma dispone di un contatto libero. Stiamo lavorando per farlo rientrare in sicurezza, in Italia appena possibile».

(...)

La versione di Mosca pubblicata ieri mattina è che il reporter sia stato vittima di una «provocazione dell’intelligence di Kiev per accusare la Russia».

(...)

La risposta di Kiev è arrivata in serata: Sorbi, non era accompagnato sul posto da “personale militare” ucraino, che aveva al contrario cercato di dissuaderlo dall’attraversare «la linea di contatto di combattimento senza coordinamento e in un luogo non specificato». Lo dichiara in una nota su Facebook il Centro per le comunicazioni strategiche e la sicurezza delle informazioni ucraino, sottolineando che il reporter «è andato a Mykolaiv e da lì, volontariamente, nonostante il tentativo di dissuasione, si è recato a Kherson, attraverso gli insediamenti che si trovavano nella “zona rossa” a causa di pesanti combattimenti.

(...)

«Possiamo presumere che Sorbi avesse precedenti accordi con l’esercito russo». Il Centro fa notare che il giornalista aveva lavorato «per il canale tv del ministero della Difesa russo Zvezda».

(...) Ieri mattina su Facebook è apparso un messaggio in italiano e in inglese sul profilo “Mattia Sorbi Press”: «Sto bene e sono al sicuro ma purtroppo le difficoltà di comunicazione in Ucraina mi hanno impedito di essere online come al solito». Ma l’account sembra appena creato e non è quello (“Mattia Kabul”) da cui solitamente comunica Sorbi.

Ucraina-Russia, news sulla guerra di oggi | Controffensiva di Kiev, i filorussi riconoscono una «sconfitta...
Lorenzo Cremonesi, Viviana Mazza e Foschi
Le notizie di venerdì 9 settembre. Gli Stati Uniti avvertono gli alleati: «La guerra sarà lunga»

https://www.corriere.it/esteri/diretta- ... 1021.shtml

• La guerra in Ucraina è arrivata al 198esimo giorno.
• Mattia Sorbi, un giornalista italiano freelance, è stato ferito vicino Kherson, in Ucraina. Morto l’autista dell’auto su cui viaggiava, finita su una mina. Sorbi è ricoverato in un ospedale controllato dai soldati russi
• Usa agli alleati: prepariamoci a guerra lunga. Blinken a Kiev
• Baltici e Polonia bloccano i turisti russi dal 19 settembre
• All’arme all’Onu: 2,5 milioni di ucraini deportati: «Trasferiti in zone remote»
• Il Papa: «Diritto violato e rischi atomici, guerra gravissima, rischio escalation nucleare» . Mattarella: «Iniziativa russa scellerata, mantenere il pressing sanzioni»

Ore 20:30 - Filorussi: Kiev ha colpito una fermata del filobus: 2 morti

È di 2 civili uccisi e 3 feriti il bilancio di un bombardamento che ha colpito una fermata del filobus nel centro di Donetsk. Lo riferisce il sindaco Aleksey Kulemzin, citato dall’agenzia di stampa russa Ria Novosti.

Ore 19:07 - Kiev: due operatori della centrale di Zaporizhzhia picchiati a morte dai russi

Le forze russe che da inizio marzo controllano la centrale nucleare di Zaporizhzhia hanno ucciso due dipendenti ucraini dell’impianto e commesso violenze nei confronti di decine di altri lavoratori. Lo ha denunciato il capo dell’agenzia per l’energia nucleare di Kiev, Petro Kotin. «È stato gradualmente instaurato un regime di vessazioni», con «torture» e «pestaggi del personale», ha detto Kotin, secondo cui due lavoratori «sono stati picchiati a morte». Circa 200 membri dello staff sono stati arrestati e una decina risultano al momento scomparsi, ha aggiunto, tornando a lanciare un appello per la smilitarizzazione dell’area.

Ore 16:27 - L'Aiea: «Zona di sicurezza a Zaporizhzhia, va evitato un incidente nucleare»

L'Aiea — l'Agenzia delle Nazioni unite per l'energia nucleare — ha chiesto una immediata zona di sicurezza intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, in Ucraina, «per evitare un incidente nucleare».

Zaporizhzhia è la più grande centrale atomica d'Europa, è da settimane occupata dai russi, ed è al centro di una zona dove le truppe russe e quelle ucraine si stanno fronteggiando.

Ore 15:45 - Il punto sulla controffensiva ucraina

(Viviana Mazza, da Kiev) Da giorni, sui social, appaiono immagini dei soldati russi presi prigionieri, ai quali si sono aggiunti ora foto e video dei civili ucraini nelle zone liberate che abbracciano e baciano i militari di Kiev.

I successi della controffensiva ucraina nella zona di Kharkiv, nel nord est del Paese, sono riconosciuti anche in un'intervista del comandante russo della zona Vitaly Ganchev, che in un'intervista a Russia 24 dice: «Il fatto stesso che abbiano fatto breccia nelle nostre difese è una sostanziale vittoria per le forze armate ucraine».

L’invio da parte dell’esercito russo di rinforzi nella regione di Kharkiv indica che Mosca sta pagando «un prezzo enorme» per la sua aggressione, ha detto il segretario di Stato Usa Antony Blinken arrivato a Bruxelles dopo una visita a Kiev.

Le immagini di un video ufficiale del ministero della Difesa russo mostrano il movimento di colonne di veicoli blindati e veicoli speciali, nel tentativo di schierarli per allontanare le forze ucraine da Balakliya, come spiegato dallo stesso Ganchev.

Il presidente ucraino Volodymir Zelensky ha detto che 1000 chilometri quadrati a nord est e a sud sono stati liberati in una settimana.

Una foto diffusa sui social mostra un gruppo di soldati di Kiev che sventolano la bandiera sotto un cartello che segna l'ingresso a Kupiansk, utilizzata dalle truppe russe come snodo logistico per rifornire attraverso la rete ferroviaria le loro truppe nell’est dell’Ucraina.

Secondo l'ultimo bollettino del think tank americano Institute for the Study of War, gli ucraini si trovano ora a 15 chilometri da Kupiansk. La riconquista della città avrebbe serie conseguenze sulle linee di comunicazione delle forze russe.

Le forze di Mosca hanno bombardato ieri la città di Kharkiv, ferendo dieci persone, un attacco definito da Kiev una «vendetta» per i successi della controffensiva.

Ore 15:24 - Blinken e «il prezzo enorme» che la Russia sta pagando

L'invio, da parte dell'esercito russo, di rinforzi nella regione ucraina di Kharkiv, dove Kiev sta conducendo una controffensiva, mostra che Mosca sta pagando «un prezzo enorme» per la sua aggressione. A dirlo è Antony Blinken, segretario di Stato americano.

«Il numero di soldati russi in Ucraina è enorme e, purtroppo, il presidente Putin ha indicato che manderà ancora più persone: questo ha un prezzo enorme per la Russia», ha detto, parlando con il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.

Secondo le immagini trasmesse dalle agenzie di stampa russe venerdì, veicoli blindati e armi sono stati inviati come rinforzi nella regione di Kharkiv, al confine con la Russia, nel nord-est dell'Ucraina.

Un alto funzionario dell'amministrazione filorussa nella regione, Vitali Gantchev, ha detto al canale televisivo russo Russia 24 che erano in corso «feroci combattimenti» intorno alla città di Balaklia, che Kiev ha detto di aver riconquistato.

Ore 13:54 - Dalla Russia rinforzi a Kharkiv dopo la controffensiva ucraina

L’esercito russo ha inviato veicoli blindati e cannoni di rinforzo nella regione ucraina di Kharkiv, dove Kiev sta conducendo la sua controffensiva. Lo riportano le agenzie russe, citando il ministero della Difesa. Un funzionario dell’amministrazione militare installata dai russi nella regione, Vitali Gantchev, ha riferito alla televisione russa che sono in corso «feroci combattimenti» intorno alla città di Balaklia - circa 70 chilometri a Sud-Est di Kharkiv - che Kiev sostiene di aver riconquistato. «Lì sono state inviate le riserve dalla Russia», ha detto il funzionario.

Ore 12:37 - Mattarella: «La guerra sarà lunga e richiederà sacrifici»

«Non si può arretrare dalla trincea della difesa dei diritti umani e dei popoli; e per evitare fragilità o cedimenti dovremo rafforzare la nostra coesione interna, anche mediante misure che possano alleviare i costi, elevati, che le nostre economie dovranno sopportare. La misura delle crisi che interpellano il mondo, la dimensione degli altri interlocutori, rendono necessario che i singoli Paesi europei prendano coscienza della necessità di risposte sempre più comuni». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita a Skopje, capitale della Macedonia del Nord. «La resistenza nei confronti del disegno imperialista manifestato dalla Federazione Russa richiederà un impegno di lunga durata e sta già imponendo sacrifici rilevanti alle nostre popolazioni, a cominciare dal rincaro dei prezzi dell’energia e dei beni alimentari. Ma sono costi immensamente minori di quelli che dovremmo subire se non venisse fermata subito questa logica di aggressione, che ripropone gli scenari di guerre devastanti dei secoli passati»

Ore 11:04 - L’arcivescovo di Kiev: «Deportati in Siberia 2,5 milioni di ucraini»

«Più di 2,5 milioni di ucraini sono stati deportati dall’Ucraina, in particolare dai territori occupati dell’est e del sud e sono stati portati nell’Estremo Oriente, in Siberia. Tra loro 38 mila bambini molti dei quali sono stati privati delle cure parentali, essendo stati deportati senza i loro genitori». Lo denuncia l’arcivescovo maggiore di Kievá Shevchuck che - in riferimento ai dati denunciati al Consiglio di sicurezza dell’Onu - sottolinea «un altro crimine commesso dalla Russia contro il popolo ucraino». «Oggi - aggiunge - dovremmo pregare in particolare per coloro che sono passati attraverso i campi di concentramento, di filtrazione e, di conseguenza, sono stati costretti a lasciare le loro città e villaggi sotto il fuoco delle mitragliatrici». L’arcivescovo di Kiev riferisce che «gli esperti sottolineano che il 57% degli ucraini è traumatizzato, ha subito qualche tipo di trauma legato alla guerra. Molti soffrono del cosiddetto disturbo da stress post-traumatico. Questo non può che influenzare l’umore della nostra società, la sua sensibilità, tutti quei processi che poi incidono sulla costruzione delle relazioni interpersonali».

Ore 10:38 - Il Consiglio europeo sospende, infine, l’accordo sui visti «facili» ai russi

Il Consiglio dell’Ue ha adottato la decisione che sospende completamente l’accordo di facilitazione del visto tra l’Ue e la Russia. Di conseguenza, le regole generali del codice dei visti si applicheranno ai cittadini russi. Ciò comporterà un aumento della tassa per la domanda di visto da 35 a 80 euro, la necessità di presentare prove documentali aggiuntive, tempi di elaborazione dei visti più lunghi e regole più restrittive per il rilascio di visti per ingressi multipli. «Un accordo di facilitazione del visto consente un accesso privilegiato all’Ue per i cittadini di partner fidati con i quali condividiamo valori comuni. Con la sua guerra di aggressione non provocata e ingiustificata, tra cui i suoi attacchi indiscriminati contro i civili, la Russia ha infranto questa fiducia e calpestato i valori fondamentali della nostra comunità internazionale. La decisione odierna è una diretta conseguenza delle azioni della Russia e un’ulteriore prova del nostro incrollabile impegno nei confronti dell’Ucraina e del suo popolo», ha commentato il ministro dell’Interno ceco, Vit Rakusan. La decisione sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale il 9 settembre 2022. Entrerà in vigore il giorno della sua adozione e si applicherà a partire dal 12 settembre 2022.

Ore 09:40 - Il primo ministro polacco Morawiecki oggi a Kiev

Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki si recherà oggi in visita a Kiev: lo ha reso noto il portavoce del governo, Piotr Muller, parlando all’emittente privata Polsat News. «Ci saranno diversi incontri, argomenti importanti di cui discuteremo in relazione alla situazione geopolitica, ma anche al mercato energetico, all’energia e alla sicurezza militare».

Ore 08:20 - Le Maire all’Eurogruppo: «Le sanzioni funzionano, non ascoltate bugie»

«Penso che le economie aperte siano state resilienti negli ultimi mesi, mantenendo la crescita, ma dobbiamo essere coscienti che abbiamo davanti dei mesi difficili, che l’inflazione resterà alta a causa dell’alto prezzo dell’energia e dei generi alimentari, e a causa del perdurare della guerra in Ucraina». Lo ha dichiarato il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, al suo arrivo all’Eurogruppo a Praga in un punto stampa con il suo omologo tedesco, Christian Lindner. «Christian e io siamo pienamente determinati a rimanere uniti, forti e fermi. Fermi nel modo in cui proteggeremo le famiglie contro le conseguenze del caro-prezzi», ha aggiunto Le Maire, specificando che «le sanzioni funzionano, a differenza di quel che dice Putin». «Siamo fermi nell’attuazione di forti sanzioni contro la Russia. E voglio dirlo chiaramente: le sanzioni europee contro la Russia funzionano. La Russia sta affrontando una grave recessione di oltre 4%, un alto livello dell’inflazione di oltre il 14% e gravi difficoltà nella catena di approvvigionamento».
«Quindi non ascoltate le bugie di coloro che non ci aspettiamo difendano i valori europei. Non ascoltate le bugie di coloro che spiegano che le sanzioni non funzionano. In realtà sono efficienti e dovremmo essere orgogliosi del modo in cui le nazioni europee hanno mostrano unità contro l’aggressione di Putin», ha aggiunto.

Ore 07:40 - Zelensky: ripresi oltre 1000 km di terreno da inizio settembre

Le truppe ucraine hanno ripreso alla Russia più di mille chilometri quadrati di territorio dall’inizio di settembre. Ad annunciarlo è stato il presidente VolodYmyr Zelensky. «Nell’ambito delle operazioni di difesa in corso, i nostri eroi hanno già liberato decine di insediamenti», ha affermato nel discorso di ieri sera. «In totale, dal primo settembre sono stati liberati più di mille chilometri quadrati del nostro territorio», ha aggiunto. Zelensky aveva precedentemente confermato che le forze ucraine avevano riconquistato la città di Balakliya nella regione di Kharkiv.

Ore 05:26 - Pentagono agli alleati: la guerra in Ucraina sarà ancora lunga

La guerra in Ucraina sta cambiando e l’Occidente si deve preparare a sostenere l’Ucraina nel lungo periodo: è il messaggio del capo del Pentagono, Lloyd Austin, al gruppo di contatto degli oltre 50 Paesi che sostengono Kiev e che sono tornati a riunirsi a Ramstein, dove il segretario alla difesa americano ha promesso altri 2,8 miliardi di aiuti militari Usa, di cui 675 milioni di dollari di forniture belliche dirette dalle riserve americane. Nelle stesse ore la Polonia e i Paesi Baltici hanno annunciato dal 19 settembre un giro di vite sui visti turistici ai russi per questioni di sicurezza nazionale, nel timore di infiltrazioni pericolose. Una mossa che anticipa, rafforzandola, la sospensione dell’accordo di facilitazione dei visti dell’Ue con la Russia decisa da Bruxelles. E che ha suscitato l’ira di Mosca: «l’Unione europea chiude la sua gabbia dall’interno e continua a isolarsi dalla Russia e dal resto del mondo», ha denunciato il ministero degli esteri, minacciando una risposta. L’ ultimo pacchetto del Pentagono, il 20/mo dall’agosto 2021, comprende altri «lanciarazzi Howitzer da 105 millimetri, munizioni d’artiglieria, blindati Humvee, sistemi anti tank, armi piccole e ambulanze blindate». Ma non gli Atacm chiesti da Kiev, missili tattici con una gittata di 300 km: «la portata dei lanciarazzi Himars e Howitzer è sufficiente per rispondere alle necessità attuali degli ucraini», ha spiegato il capo di stato maggiore congiunto, Mark Milley.

Ore 05:22 - Zelensky: dal primo settembre liberati 1000 km quadrati di Ucraina

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che dal 1 settembre sono stati liberati più di mille chilometri quadrati del territorio dell’Ucraina. Nel suo consueto discorso serale il leader di Kiev ha elogiato gli «eroi che hanno già liberato dozzine di insediamenti». Lo riporta l’agenzia Unian. «Grazie a tutti coloro che hanno assicurato questo! Grazie all’esercito, ai servizi speciali per ogni bandiera ucraina che è stata reinstallata in questi giorni», ha sottolineato il presidente.

Ore 05:21 - Droni da Teheran alla Russia, Usa sanzionano una società iraniana

Gli Usa hanno imposto sanzioni ad una società iraniana, la Safiran Airport Services, che ha aiutato a inviare droni alla Russia da usare in Ucraina e hanno ammonito aziende non iraniane a non farsi coinvolgere in tale commercio. La misura è stata presa dal Tesoro due mesi dopo che la Casa Bianca ha divulgato informazioni di intelligence secondo cui Mosca aveva chiesto droni a Teheran per il conflitto in Ucraina.

Ore 05:14 - Mattia Sorbi ferito, scambio di accuse Mosca-Kiev. Giallo sul profilo Facebook

(Viviana Mazza, inviata a Kiev) Mattia Sorbi, giornalista freelance milanese quarantatreenne, era scomparso nei giorni scorsi in Ucraina, dove si trova dall’inizio dell’invasione russa, collaborando con diverse testate e tv italiane. È riapparso ieri in un video trasmesso dai media di Mosca, in cui giace su un letto, a torso nudo con una cannula nasale. Si vede il braccio di un intervistatore che registra con il cellulare. Sorbi, occhi chiusi, dice il suo nome e le testate per cui collabora: «Radio 24, Rai 1, Repubblica». Poi aggiunge alcune parole «taxi, reportage», e in italiano: «Abbiamo preso un taxi e siamo andati a Oleksandrivka, ci avevano detto che era sicura». Indica verso le gambe: «Mina».

L’auto sarebbe saltata su una mina, l’autista ucraino sarebbe rimasto ucciso mentre il reporter, ferito ad una gamba, è stato portato all’ospedale a Kherson, città sotto controllo russo in una regione che le forze ucraine stanno tentando di riconquistare. La Farnesina ha confermato di essere «in contatto costante con il giornalista coinvolto nell’incidente: è curato, abbiamo notizie positive sullo stato di salute, ha poca copertura per comunicare ma dispone di un contatto libero. Stiamo lavorando per farlo rientrare in sicurezza, in Italia appena possibile».

(...)

La versione di Mosca pubblicata ieri mattina è che il reporter sia stato vittima di una «provocazione dell’intelligence di Kiev per accusare la Russia».

(...)

La risposta di Kiev è arrivata in serata: Sorbi, non era accompagnato sul posto da “personale militare” ucraino, che aveva al contrario cercato di dissuaderlo dall’attraversare «la linea di contatto di combattimento senza coordinamento e in un luogo non specificato». Lo dichiara in una nota su Facebook il Centro per le comunicazioni strategiche e la sicurezza delle informazioni ucraino, sottolineando che il reporter «è andato a Mykolaiv e da lì, volontariamente, nonostante il tentativo di dissuasione, si è recato a Kherson, attraverso gli insediamenti che si trovavano nella “zona rossa” a causa di pesanti combattimenti.

(...)

«Possiamo presumere che Sorbi avesse precedenti accordi con l’esercito russo». Il Centro fa notare che il giornalista aveva lavorato «per il canale tv del ministero della Difesa russo Zvezda».

(...) Ieri mattina su Facebook è apparso un messaggio in italiano e in inglese sul profilo “Mattia Sorbi Press”: «Sto bene e sono al sicuro ma purtroppo le difficoltà di comunicazione in Ucraina mi hanno impedito di essere online come al solito». Ma l’account sembra appena creato e non è quello (“Mattia Kabul”) da cui solitamente comunica Sorbi.



Altre buone notizie per gli ucraini e per noi…
Pessime per Putin e la sua propaganda bugiarda e criminale. Non contano molto le pedine sul campo, ma i registi assassini che hanno fatto attaccare l’Ucraina e mandato a morire in una guerra demenziale i loro stessi soldati.
10 settembre 2022
https://www.facebook.com/gianni.franza. ... AhJSdTumel


Molte città liberate, molte notizie interessanti oggi...
Lana Grichtchenko

È difficile staccarsi da certi temi e non seguire tutti gli eventi importanti, anche se i media italiani preferiscono non menzionarli troppo e molti utenti in rete sembrano alquanto offesi con gli ucraini per il fatto che gli ostinati ribelli non vogliono accettare la schiavitù, morire in silenzio o entrare nei comodi e rassicuranti schemi propagandistici senza "rompere a tutti".
Poco male. Andiamo avanti.
La bandiera nazionale dell'Ucraina è stata ufficialmente innalzata a Balakliya, nella regione di Kharkiv. Gli orchi scappano e piagnucolano.
La riuscita controffensiva delle Forze armate ucraine nell'Oblast di Kharkiv si sta già avvicinando all'Oblast di Luhansk.
"L'esercito ucraino si trova alla periferia di Lysychansk, nella regione di Luhansk", ha detto il capo dell'amministrazione regionale di Luhansk, Serhii Gaidai, astenendosi dal fornire dettagli.
La cosa che mi è piaciuta molto è il fatto che in alcune città liberate sono stati arrestati gli insegnanti che erano arrivati dalla Russia per iniziare l'anno scolastico nei territori precedentemente occupati. Così, invece di continuare a vivere gioiosamente negli appartamenti degli ucraini uccisi all'inizio dell'occupazione e prepararsi ad indottrinare i bambini locali, quelle merde si potranno ficcare i "sacri valori russi" dove meglio credono, preparandosi, invece, ad essere processate con tutta la severità della legge.
Io non vorrei che gli insegnanti russi venissero semplicemente mandati in patria. Vorrei che per i prossimi quindici anni loro stessero chiusi in qualche cella buia per riflettere seriamente sul loro comportamento.
Sono contenta di non poter partecipare agli interrogatori perché, per qualche motivo, gli insegnanti russi arrivati da lontano nei territori temporaneamente occupati con l'unico scopo di togliere l'identità nazionale a tanti bambini facendoli dimenticare la loro vera lingua, mi fa imbestialire in una maniera abbastanza improponibile...



Il tracollo prevedibile
11 settembre 2022

https://www.msn.com/it-it/notizie/polit ... 2d628f34c4

La stupefacente avanzata delle truppe ucraine di fronte a quella che appare, in queste ore, come un'autentica débâcle dell'esercito russo costituisce, al tempo stesso, un monito, una lezione e una conferma. Il monito è rivolto a tutti quegli intellettuali da società dello spettacolo e da talk show, in larga parte cattedratici non specialisti del tema che, per mesi, hanno pontificato, non dalle cattedre ma dagli sgabelli tv, che Putin avrebbe in poche settimane, o addirittura in pochi giorni, «sventrato» gli ucraini. Ragion per cui non valeva la pena essi si difendessero e ancor meno che i governi occidentali li aiutassero. Giovani e canuti, ex comunisti, ex fascisti, ex tutto, volevano convincere le ignare masse televisive che il «realismo», una dottrina nobile, equivalesse a vigliaccheria, pusillanimità, fuga di fronte al più forte e al prepotente.




Giorno 200
Duecento giorni di guerra.
Orio Giorgio Stirpe
11 settembre 2022

https://www.facebook.com/oriogiorgio.st ... Q5JsZhXWRl

Forse possiamo cominciare a trarre qualche conclusione, almeno in via provvisoria.
La prima è la più importante: l’invasione russa dell’Ucraina è fallita.
Su questo ormai militarmente non c’è più nessun dubbio. È ancora presto per dire che la guerra è finita, perché se metà dell’esercito russo è in rotta – perché di rotta si tratta quando le Unità perdono coesione e scappano abbandonandosi dietro di tutto e senza organizzare nessuna azione di ritardo o di disturbo – l’altra metà è ancora abbastanza coesa nella parte meridionale del fronte.
Inoltre esiste la possibilità di raccogliere e raggruppare i fuggiaschi e mandarli a combattere di nuovo: occorre tempo e molta capacità di controllo, ma si può fare. Difficile che quei soldati traumatizzati dalla disfatta possano tornare a combattere all’offensiva, ma potrebbero essere impiegati in ruolo difensivo, soprattutto se per difendere la propria terra.
Le forze russe dell’OSK Sud potrebbero essere fatte esfiltrare dalla trappola di Kherson e impiegate per difendere la Crimea e ristabilire il fronte lungo il confine internazionale, e con queste forze la Russia potrebbe ostinarsi a continuare la guerra.
Ma l’invasione è fallita. In nessun caso Putin riuscirà ad ottenere anche uno solo degli ambiziosi obiettivi che aveva indicato nel suo discorso alla Nazione il 23 febbraio.
Cosa è successo nelle ultime, devastanti 72 ore?
È successo che l’esercito ucraino ha messo in atto una pianificazione operativa accuratamente studiata e organizzata: ha messo finalmente in campo le Unità generate e addestrate in seguito alla mobilitazione generale, ha messo a frutto gli aiuti occidentali in termini di equipaggiamenti, di ricognizione strategica e di dottrina, e ha dato fiducia ai soldati e ai Comandanti sul campo, concentrando le forze migliori nel punto più debole del nemico.
I russi erano logorati oltre misura dalle battaglie di attrito degli ultimi mesi, in cui si sono ostinati in una sterile offensiva anche dopo aver chiaramente culminato le loro capacità di attacco, assottigliando oltre misura il loro intero fronte: erano indeboliti e demoralizzati, ridotti a tenere il fronte con poche unità esauste, riservisti delusi, volontari poco addestrati e miliziani deportati a forza dal Donbass. Le poche riserve di paracadutisti nelle retrovie garantivano un minimo di reattività in caso di attacchi nemici, ma la pesante azione di fissaggio su Kherson le aveva richiamate tutte all’estremità meridionale del fronte, raggiungibile solo per “linee esterne” al grande saliente rappresentato dall’Ucraina intera.
L’attacco ucraino non era poi una gran cosa: quattro Brigate altamente mobili, bene equipaggiate, altamente motivate, ma sostanzialmente poco numerose; però sono state lanciate con precisione nel punto giusto.
Il sottile fronte russo si è spezzato e le forze corazzate ucraine hanno dilagato oltre. Le riserve che avrebbero dovuto affrontarle non c’erano, e così niente ha potuto fermarle, e neppure rallentarle. Le Brigate ucraine avanzavano sul loro stesso territorio, accolte dalla loro stessa gente e agevolate dalla Resistenza che prendeva rapidamente il controllo delle strade e dei ponti. Fra gli obiettivi da raggiungere c’erano i depositi di carburante e di munizioni russi, che questa volta NON sono stati distrutti preventivamente, ma piuttosto catturati e messi a frutto per alimentare l’avanzata.
Con gli ucraini che cavalcavano in profondità e nel contempo chiudevano le vie di fuga catturando ponti e passaggi obbligati, le forze russe rimaste isolate si sono disintegrate. L’unità di comando – principio fondamentale della Guerra dai tempi di Sun Tzu – si è spezzata, ed è stato il “si salvi chi può”.
La differenza fra una ritirata strategica e una rotta è che nel primo caso i reparti rimangono sotto controllo e ripiegano ordinatamente proteggendosi a vicenda, organizzando azioni di retroguardia e stabilendo una linea di arresto più indietro; come l’esercito italiano a Caporetto.
Quella russa è una rotta: i reparti non ci sono più; gli ufficiali in Comando sono scappati per primi, l’equipaggiamento pesante è stato abbandonato, i depositi lasciati indietro intatti, i soldati scappano sui camion o addirittura a piedi. Non si vede una linea di arresto simile al Piave, e la fuga sembra finire solo al confine internazionale... Nella speranza che gli ucraini non decidano di attraversarla sull’onda dell’entusiasmo.
Un concetto fondamentale da comprendere dell’arte militare è quello della contrapposizione delle forze. Chi si difende cerca di opporre i propri punti forti ai punti forti nemici, e quelli deboli a quelli deboli: in questo modo si cerca di stabilizzare il fronte e di resistere lungo tale linea.
Chi invece ha l’iniziativa e attacca, cerca di fare il contrario: individua i punti deboli del nemico e concentra lì le sue forze per rompere il fronte e spingersi in avanti.
Con il “fissaggio” a Kherson gli ucraini hanno assunto l’iniziativa e premuto in un punto che hanno indotto i russi a rendere esageratamente forte a scapito di tutti gli altri... Così l’attacco vero è stato sferrato dalla parte opposta del fronte, nel punto più debole.
Sun Tzu sorride.
Strategicamente la situazione è tragica per i russi. Con la disintegrazione dell’OSK Ovest – che era responsabile della porzione settentrionale del fronte – l’esercito ucraino si trova posizionato fra l’esercito russo rimanente e il resto della Russia. Per assurdo, le unità corazzate più vicine al Cremlino sono quelle ucraine.
L’OSK Sud – il raggruppamento di forze russe che reggono la porzione meridionale del fronte, da Kherson a Donetsk – è ancora operativo, anche se si trova completamente spiazzato. Le sue unità migliori sono ingaggiate nella trappola di Kherson e avranno grossi problemi a ripiegare sulla sponda est del Dnipro; il resto delle forze schierate fra Zaporzhizhia e Donetsk è ancora estremamente sottile ed è tormentato da una Resistenza particolarmente attiva nella regione di Melitopol. In queste condizioni, l’OSK Sud può scegliere se tenere duro dove si trova e rischiare la stessa fine dell’OSK Ovest (con l’handicap aggiuntivo delle linee di rifornimento tre volte più lunghe e che passano tutte per il ponte di Kerch), oppure ripiegare in Crimea per difendere la penisola e inviare forze nel Donbass per cercare di difendere almeno la linea del 24 febbraio.
Nel marasma di questa situazione, emergono due aspetti fondamentali che hanno compromesso le operazioni russe: le intromissioni di Putin nella catena di Comando, che rendevano ondivaga la manovra militare sottoponendola alle esigenze politiche, e la completa inettitudine dell’Aviazione, chiaramente incapace di sostenere l’azione terrestre e poco disposta a rischiare perdite per agevolare la manovra combinata.
La rigidità del sistema russo di Comando e Controllo, che avoca tutte le decisioni al livello più alto possibile, si è dimostrata disastrosamente perdente di fronte alla dottrina occidentale sposata dagli ucraini, che delega decisioni anche operative ai Comandanti sul campo: in questo stesso momento giovani comandanti di compagnia ormai veterani guidano di iniziativa le loro unità in avanti mantenendo i giusti collegamenti con il Comando superiore (che così non perde il Controllo) e massimizzando le possibilità operative in base alla situazione del momento. Il capitano ucraino che trova intatto un ponte non si ferma aspettando l’ordine di attraversarlo, ma lo supera di slancio avvertendo i suoi superiori che è già oltre l’obiettivo assegnato, e riceve gli ordini successivi mentre è in movimento; il suo avversario russo rimane fermo aspettando che qualcuno gli dica cosa fare... Qualcuno che magari in quel momento è troppo occupato a scappare dalla sacca di Izyum.
Non è possibile dire oggi, a duecento giorni dall’aggressione, che la guerra sta finendo: non ancora. Ma è possibile dire che l’aggressione dell’orso Vladimiro è fallita.
La sua pelle gli ucraini se la rivenderanno più avanti... Fra un anno; o fra un mese.




Il demente criminale del Cremlino si lamenta con Macron che gli ucraini usano le armi occidentali per colpire le infrastrutture civili del Donbass, come se non sapesse che il Donbass è territorio ucraino che i russi hanno invaso e occupato e che quindi giustamente gli ucraini si difendono e attaccano il criminale invasore proprio nei territori occupati.

Telefonata Macron-Putin, il presidente francese al Cremlino: «Via le armi russe da Zaporizhzhia»
11 settembre 2022

https://www.open.online/2022/09/11/guer ... ron-putin/

Il presidente francese Emmanuel Macron ha avuto un nuovo colloquio telefonico con Vladimir Putin, a meno di un mese dall’ultima telefonata tra Parigi e Mosca. Lo fa sapere il Cremlino, citato dall’agenzia Tass sottolineando come la conversazione è avvenuta su iniziativa del presidente francese. Ria Novosti ha poi aggiunto che i due capi di Stato hanno parlato soprattutto dei bombardamenti ucraini nel Donbass e della situazione alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, con il presidente russo che ha voluto porre l’accento sugli «attacchi regolari degli ucraini all’impianto, compresi gli stoccaggi di scorie radioattive» in quanto potrebbero avere «conseguenze catastrofiche». Il presidente francese, come fa sapere l’Eliseo, ha invece ricordato «che l’occupazione russa è la causa dei rischi che pesano oggi sull’integrità della centrale» e chiesto il ritiro delle armi pesanti e leggere russe dalla centrale nucleare e condannato la prosecuzione delle operazioni militari russe in Ucraina. Macron ha ribadito anche la necessità «che venga avviato un negoziato e che siano ripristinate la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina». Putin e Macron si erano già sentiti a metà agosto, quando si sottolineava l’importanza di inviare una missione dell’Agenzia internazionale per la sicurezza atomica (Aiea) per controllare la stabilità della centrale. Nel corso della telefonata di oggi, è stata espressa la volontà di avviare «una interazione non politicizzata» sull’impianto con il coinvolgimento ancora dell’Aiea. Non solo, come riporta Tass, il presidente russo avrebbe chiesto che vengano «esercitate pressioni su Kiev per far sì che interrompa immediatamente gli attacchi».


Ucraina, l'esercito avanza. «Siamo al confine con la Russia». Putin a Macron: si rischia catastrofe a Zaporizhzhia
11 settembre 2022

https://www.ilmessaggero.it/mondo/zapor ... T2Z0_C8Zqc

Le forze armate ucraine sono arrivate a Hoptivka, un valico di frontiera sul confine ucraino-russo, nel distretto di Dergaci nella regione di Kharkiv. Lo ha riferito il 130/mo battaglione dell'esercito ucraino in un messaggio diffuso da Unian, che precisa che al momento non ci sono conferme da parte dello Stato Maggiore.

Il "rischio catastrofe" alla centrale nucleare

Gli attacchi ucraini sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia, «compresi gli stoccaggi di scorie radioattive», potrebbero avere «conseguenze catastrofiche». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin al suo omologo francese Emmanuel Macron durante una conversazione telefonica avvenuta oggi. Putin ha chiesto che vengano «esercitate pressioni su Kiev per far sì che interrompa immediatamente gli attacchi». Lo riferisce il servizio stampa del Cremlino, citato dalla Tass.

Joe Biden non vuole ancora esprimersi sulle notizie che arrivano dall'Ucraina di una controffensiva delle forze di Kiev che avrebbe costretto alla ritirata i soldati di Mosca. «Le cose sono in corso, è troppo presto per parlare», ha risposto il presidente americano ad una domanda dei giornalisti al seguito a margine delle commemorazioni degli attacchi dell'11 settembre al Pentagono.

Gli ultimi aggiornamenti dalla centrale nucleare

La centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia è stata completamente disconnessa dalla rete elettrica ed è in fase di chiusura dopo che l'ultimo reattore, il numero sei, è stato spento. «È stato deciso di mettere il reattore numero sei nello stato più sicuro: lo stato freddo», annunciato l'autorità nucleare ucraina Enerhoatom, riferendosi al reattore finale dell'impianto. La linea elettrica di riserva della centrale è stata successivamente ripristinata, come riferito in un tweet l'Agenzia internazionale per l'energia atomica dell'Onu (Aiea).

«Le Forze Armate continuano a liberare i territori occupati dalla Russia. Dall'inizio di settembre, più di 3000 chilometri quadrati sono stati restituiti al controllo dell'Ucraina», rivendicato intanto su Facebook il generale Valeriy Zaluzhny, comandante in capo delle Forze armate ucraine, secondo quanto riferito da Ukrinform. Il generale sottolinea inoltre: «Le forze ucraine sono avanzate a nord di Kharkiv fino a 30 miglia (una cinquantina di chilometri) dal confine con la Russia e stanno premendo anche a sud e a est nella stessa regione».

Guerra Ucraina, spunta una croce bianca sui carri armati che hanno guidato la controffensiva contro i russi. Cosa significa
Von Der Leyen: «A fianco di Kiev. L'Ucraina combatte anche per l'Unione Europea»

«Gli ucraini stanno combattendo coraggiosamente per il loro futuro. Stanno lottando anche per i nostri valori comuni. L'Ue è stata al loro fianco dal primo giorno della guerra della Russia». Lo scrive in un tweet la presidente della Commissione europea, ribadendo il sostegno europeo a Kiev. «Aiuteremo a ricostruire l'Ucraina come un Paese libero e moderno nel suo cammino verso l'Ue», aggiunge.

Spenta la centrale di Zaporizhzhia

Nonostante gli avvertimenti internazionali, la più grande centrale nucleare d'Europa è sotto tiro da settimane e Russia e Ucraina si incolpano a vicenda per l'escalation della situazione intorno alla struttura. Secondo Enerhoatom, l'impianto aveva già funzionato in «modalità isola» negli ultimi tre giorni, il che significa che stava producendo solo elettricità per la propria fornitura, poiché tutte le linee che lo collegavano alla rete elettrica ucraina erano state interrotte dai bombardamenti. Ieri sera è stata ripristinata la linea alla rete elettrica. Si è quindi deciso di alimentare la centrale nucleare attraverso questa linea e di spegnere l'ultimo reattore funzionante e raffreddarlo fino a uno stato freddo sicuro.

LA SITUAZIONE
Intanto le e truppe ucraine continuano ad avanzare e consolidare le posizioni sul fronte meridionale. Lo riporta Ukrinform citando il comando operativo 'Sud' dell'esercito ucraino: «Sono in corso battaglie di posizione, che portano all'avanzata delle truppe e al consolidamento dei territori. Il nemico preferisce il combattimento di controbatteria, cercando di evitare il contatto diretto. Il nemico subisce perdite e si ritira», ha riferito il comando operativo, spiegando che ieri le truppe russe hanno lanciato 20 attacchi aerei sulle posizioni ucraine lungo la linea di contatto e nei territori adiacenti. In risposta, le forze armate ucraine hanno colpito le aree con maggiore concentrazione di armi e attrezzature nemiche vicino a Nova Kakhovka e Prydniprovske, nonché i depositi di munizioni intorno e nella città di Kherson.

ZELENSKY E L'INVERNO
Mosca invece spera di «spezzare» la resistenza ucraina in inverno, contando sui problemi di riscaldamento in Ucraina e su un possibile indebolimento del sostegno occidentale a Kiev a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia in Europa: lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante il forum internazionale annuale di Yalta European Strategy (YES) svolto a Kiev. «La Russia sta facendo di tutto per spezzare la resistenza dell'Ucraina, dell'Europa e del mondo durante i 90 giorni di questo inverno», ha affermato durante il forum. «Ô il suo ultimo argomento.» «Pensano che la brutalità dell'inverno li aiuti quando la brutalità dell'uomo non è più sufficiente», ha aggiunto, nel giorno in cui l'esercito ucraino ha riconquistato importanti territori nell'est del Paese. La Russia potrebbe quindi prendere di mira con i suoi attacchi «le società e le infrastrutture che forniscono riscaldamento» in Ucraina, ha aggiunto Zelensky, invitando in questo contesto l'Occidente a fornire a Kiev più sistemi di difesa antiaerea. Per Zelensky, Mosca potrebbe anche «ridurre a zero» le sue forniture di gas all'Europa per costringere le capitali occidentali a cercare compromessi con Mosca. «Dobbiamo preparare le società (...). L'inverno sarà duro per tutti, dalla Lettonia e Polonia alla Gran Bretagna e agli Stati Uniti», ha avvertito Zelensky. «Dobbiamo sopravvivere a questo inverno».


LA RESA DEI CONTI
Tassilo Del Franco
11 settembre 2022

https://www.facebook.com/tassilo.delfra ... wTgqw2UbCl


L‘esercito ucraino, più efficiente, meglio armato e addestrato di quello russo sta finalmente rovesciando la situazione. Alle truppe russe è giunto l‘ordine di arretrare fino ad una linea più difendibile. Nel settore di Kharkiv lo sbandamento e la resa di svariati battaglioni ha trasformato l‘arretramento in una rotta.
Già ieri erano stati liberati una trentina di villaggi e cittadine da cui i russi erano fuggiti in tutta fretta, abbandonando armi e munizioni pesanti, ed ora l‘avanzata dell‘esercito ucraino procede verso nord, in direzione del confine russo.
È confermato da numerose fonti che la riconquista del territorio ucraino, finora, comprende un‘area di 2.500 Kmq.
È solo l‘inizio e, se non accadono imprevisti, l‘esercito ucraino dovrà prudentemente attendere l‘arrivo di altre armi, previsto entro breve, per alimentare l‘iniziativa. Armi e munizioni raffinate e modernissime che i russi non hanno.
L’area di Zaporizia, al centro del fronte, viene accuratamente risparmiata, per evitare il pericolo che la centrale subisca danni.
Anche nel settore meridionale è avvenuto qualche progresso, tanto che nella zona di Kherson il plebiscito per l’annessione agli stati fantoccio è stato rinviato, mentre importanti esponenti delle province di Donesk e Lugansk si danno alla macchia, dopo formali dimissioni.
Ai russi ora mancano i rifornimenti, e il morale è molto basso tra i soldati, vicini alla disperazione.
Gli ucraini hanno diffuso un numero di telefono da chiamare per facilitare diserzioni e resa. Probabilmente molti chiameranno, perché di questa sporca guerra, costata non si sa bene quante decine di migliaia di morti russi, ne hanno abbastanza.
In Russia la guardia nazionale ha occupato Mosca e la presidia (evidentemente l’ordine è arrivato dal Cremlino) per evitare manifestazioni e rivolte. Molti esponenti politici hanno preso coraggio e chiesto alla Duma di intervenire. Il potere di Putin comincia a declinare e la paranoia del preside e del suo entourage aumenta.
È chiaro a tutti che l’ “operazione militare speciale” è un fallimento clamoroso.
Fallimento militare, politico, economico.
La Russia sarà umiliata, ma forse non abbastanza. Solo questo dovrebbe preoccuparci, in Occidente: verrà un nuovo zar e ricomincerà, tra qualche anno, a covare sogni imperiali? Sono russi e per loro l’impero è tutto, anche se fanno una vita misera.
Per questo la sconfitta, l’umiliazione, il processo pubblico ai gangsters che hanno distrutto mezza Ucraina, uccidendone i civili a colpi di missile o di mitra, lasciando fosse comuni ricolme di cadaveri, e deportando popolazioni intere, con i bambini, in regioni lontane,
questo processo deve compiersi fino in fondo.
Saprà l’Occidente gestire questa resa dei conti?
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La criminale "operazione speciale" del Cremlino nazifascista

Messaggioda Berto » lun set 12, 2022 7:02 am

Questi sono i soldati dell'Ucraina, del Popolo ucraino che fanno il punto prima della battaglia contro il criminale invasore
https://www.facebook.com/1570548451/vid ... 131637368/

SCUSATE LA RETORICA
Elio Truzzolillo
10 settembre 2022
Ogni tanto è giusto lasciarsi andare a un po’ di retorica. Il video dovrebbe mostrare unità ucraine che cantano per darsi coraggio prima della controffensiva nell’oblast di Kharkiv.
Questi sarebbero i tonti manipolati da noi occidentali che fanno una guerra per procura senza capire bene perché.
Sono sui social da 14 anni e questa è una delle pochissime cose che mi ha fatto venire i lucciconi agli occhi. L’effetto emotivo è davvero da brividi.
Fonte primaria: account Twitter Osint-I



UN DISCORSO SERIO

Gianfranco Damico
11 settembre 2022

https://www.facebook.com/alessandra.cas ... jrTJwSp6hl

Perchè non è cosa che possa esser giocata così, con delle battute, col sarcasmo.
Voi ora immaginate.
Immaginate che fosse passata la linea degli Orsini, dei Caracciolo, dei Montanari, dei Santoro, dei Capuozzo, dei Conte e Salvini in politica.
Tutti quelli là della gloriosa serata al teatro in nome dell'intelligenza rediviva, del buon senso, della complessità.
Tutti quegli sdegnati che loro erano "per la pace", pur nelle millimetriche differenze.
Tutti quelli là che era sbagliatissimo sostenere l'Ucraina con le armi contro gli invasori russi.
Tutti quelli là che le sanzioni contro il gigante russo erano una follia: gli facevano il solletico.
Tutti quelli là che l'Ucraina non aveva che una cosa da fare: arrendersi.
Tutti quelli che l'ostacolo alla pace non era Putin, ma Zelensky, che trascinava il suo popolo in una guerra già persa.
Pensate se fosse passata quella linea.
Con la benedizione dell'uomo vestito di bianco, sempre così accorto ed equidistante, che se uno massacra un altro, il meglio che sa fare è dire a entrambi "basta violenza!".
Immaginate che al posto del fermissimo Draghi, con Mattarella dietro, e la Von Der Lyen in Europa, ci fosse stato ancora Conte, la cui posizione su Putin e il conflitto è nota.
Immaginate il mondo che sarebbe uscito da quelle posizioni lì.
L'Ucraina avrebbe capitolato. Avrebbe perso ogni libertà, ogni identità. I russi avrebbero compiuto il loro piano: de-ucrainizzare l'Ucraina, che "neanche avrebbe dovuto esistere". Ci sarebbero state deportazioni di massa. Dell'uccisione di decine di migliaia di civili nessuno avrebbe saputo nulla. Sarebbe stata compiuta un'opera di sostituzione etnica, al meglio solo culturale (i bambini, quando non deportati, sarebbero stati russificati). Decine di migliaia di oppositori sarebbero stati ingoiati nel nulla. No, non sarebbe stata "la pace". Sarebbe stato il soffocamento e l'annichilimento violento di una nazione.
Putin ne sarebbe uscito confermato nel suo delirio aggressivo anti-occidentale. La sua Russia mafiosa e liberticida ne veniva potenziata, pronta alla prossima zampata. La Cina, dietro l'angolo, ne avrebbe tratto le conseguenze su Taiwan.
Un sistema culturale che è l'esatta negazione dei valori che reggono le nostre società e le nostre vite, avrebbe allungato incontrastato la sua ombra su di noi, sulla nostra "civiltà" che, pur con i suoi difetti, si regge sulla cosa più preziosa: la libertà.
Pensate a quel mondo. A quel mondo lì.
E non sarebbe stato un mondo che aggiungeva merda a merda?
Tutti quelli lì, non avrebbero dato il loro contributo a quel mondo di merda?
Non ne sarebbero stati artefici e responsabili?
Avessero vinto, non ne erano complici?
L'Ucraina si sta sollevando.
(E la Russia, anche economicamente, vacilla, sbanda. Altrochè. Perché sono scarsi. Di una scarsezza imbarazzante).
Si sta sollevando solo in ragione del fatto che la posizione di quel manipolo di persone -con largo seguito- non è passata.
È passata invece la posizione di chi a fronte di un'aggressione sconvolgente, nascosta fino all'ultimo nel sarcasmo e nella menzogna, con violenze inaudite, e un disegno criminale e nazista volto a cancellare e a soffocare nel sangue e nella violenza una nazione terza...a fronte di tutto questo, bisogna resistere. Bisogna opporsi, con tutti i mezzi e ad ogni costo. A una guerra ridicolmente chiamata "operazione militare speciale", dichiarata da un paese che uccide i suoi stessi cittadini liberi, bisogna rispondere con la guerra.
E gli ucraini la guerra, la loro guerra di liberazione, da combattenti e partigiani per la libertà e per la loro patria offesa e devastata, grazie al nostro sostegno la stanno combattendo.
E la stanno vincendo.
Cioè, quel manipolo di sapienti e "pacifisti" (ma che danno! Che danno irreparabile per il pacifismo vero!), avevano torto. Avevano torto marcio.
Chiedano scusa. Chiedano perdono, adesso, al popolo ucraino, che avrebbero lasciato in mano all'aguzzino. E scusa a noi per averci fatto sorbire le loro stronzate.
Ma soprattutto agli ucraini.
Fosse stato per loro sarebbe un popolo finito.
Fosse stato per loro sarebbe un mondo infinitamente più di merda di quel che è.
Chiedano scusa. Potrebbero, chi se la sente, dire: "mi spiace, ho sbagliato, ero in buona fede" (Orsini potrebbe dire, "mi spiace, ho sbagliato, ma ero e sono un cretino).
Ora sperare che l'Ucraina porti a termine la sua battaglia gloriosa, e prosegua il suo cammino di affrancamento. Con i suoi difetti, certo. Ma dritto lontano dai mafiosi russi.
Speriamo anche che i molti russi che vedono quanto mafiosa e cinica sia l'oligarchia che li governa abbiano una chance di una vita più degna (ma, sinceramente, mi frega più degli ucraini).
Soprattutto, impariamo una cosa: impariamo a far sì che gli Orsini, i Montanari, i Santoro, la Berlinguer e quella professoressa là, non mi ricordo il nome, i vari Conte e Salvini e Berlusconi e Fratoianni, e tutti i compari di questi qui con dentro il veleno della parola "pace" annidato nella più codarda delle astrazioni, non nuocciano più.
Non facciano danno.
Ci hanno fatto rischiare.
Ci hanno fatto rischiare una montagna di merda supplementare di cui non abbiamo bisogno.
E di cui mi sarei vergognato fino alla morte.
Soprattutto, chiedano perdono agli ucraini.
A marzo, se riesco, se le condizioni lo permettono, vorrei andare a Kiev e Odessa a rendere loro omaggio.
E a chiedere personalmente scusa per degli utili idioti italiani che non lo faranno.
Alla fine, la differenza in vita è data dalla dignità e dalla fierezza. Dalla schiena dritta.
Gli ucraini l'hanno testimoniato in modo indimenticabile.
Grazie!
P.S. La complessità io l'ho studiata. Ci ho dato persino un esame, ai tempi.
C'è solo una cosa peggiore del non capirla e dell'essere inabili a maneggiarla, la complessità: nascondercisi vilmente dietro.


La lite tra gli esperti della tv russa: «Ci hanno raccontato balle, l’Operazione Speciale sta fallendo e siamo nei guai»

Il video
12 Settembre 2022
https://www.open.online/2022/09/12/ucra ... ite-video/
Il Russian Media Monitor della giornalista del Daily Beast Julia Davis pubblica uno spezzone di un dibattito andato in onda sulla tv russa Ntv dopo le vittorie sul campo dell’Ucraina. Boris Nadezhdin, ex deputato della Duma, esordisce dicendo che Putin aveva promesso che l’Operazione Speciale in Ucraina non avrebbe fatto vittime civili, sarebbe stata rapida e che la Guardia Nazionale avrebbe risolto tutto in poco tempo. E questo perché, secondo l’esperto, al presidente era stato detto che gli ucraini si sarebbero arresi e che volevano diventare russi. «È stato detto anche alla tv», aggiunge sarcastico. Poi spiega che è giusto dire che è impossibile vincere in Ucraina con metodi da guerra coloniale, usando i mercenari e senza mobilitazione. Perché dall’altra parte c’è un esercito ben equipaggiato e molto ampio. E quando il conduttore gli chiede se sta suggerendo una mobilitazione generale, Nadezhdin risponde che suggerisce di aprire i colloqui di pace per finire la guerra. Sergey Mironov, deputato della Duma, risponde che l’armata del “nazista” Zelensky deve essere distrutta.

E aggiunge che anche Putin ha sottolineato di non aver ancora cominciato la guerra in Ucraina. Interviene a quel punto l’esperto di geopolitica Viktor Olevich sostenendo che se la Nato si è schierata in Ucraina, i servizi segreti russi avrebbero dovuto prevederlo. L’altro deputato Alexander Kazarov a quel punto minaccia sottilmente Nadezhdin, invitandolo a moderare il linguaggio. E a non parlare di “guerra coloniale” perché c’è il rischio di un conflitto globale. Nadezhdin replica che se scoppiasse davvero una guerra globale la Russia si troverebbe in difficoltà. Il conduttore Ivan Trushkin dà la parola ad Alexei Timofeev, che spiega come «secondo un esperto» (che non nomina) ad Odessa i russi si aspettavano di trovare un popolo pronto ad abbracciarli ma non è stato così. Mironov interviene di nuovo per dire che è necessario battere l’Ucraina e far cadere il regime nazista e Nadezhdin gli chiede «In quanto tempo?». La risposta: «Per tutto il tempo necessario». La controreplica: «Grazie per averlo ammesso».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La criminale "operazione speciale" del Cremlino nazifascista

Messaggioda Berto » lun set 12, 2022 7:02 am

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