Grazie America, grazie USA, grazie NATO, grazie UE

Grazie America, grazie USA, grazie NATO, grazie UE

Messaggioda Berto » gio mag 05, 2022 7:58 am

Grazie America, grazie USA, grazie NATO, grazie UE
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https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3266258465


L'America del Nord, gli USA e il Canada sono l'Europa aldilà dell'Atlantico, l'altra Europa, un'altra Europa, costruita principalmente dai migranti europei che hanno cercato di farla migliorado l'esperienza europea.
Ed è per questo che noi europei ci sentiamo anche americani e più simili e fraterni agli USA che alla Russia che ci è più vicina e che sconfina e si estende in Asia.
L'America è cosa nostra anche nostra, la Russia no!
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Berto
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Re: Grazie America, grazie USA, grazie NATO, grazie UE

Messaggioda Berto » gio mag 05, 2022 7:59 am

Indice:

1)
Grazie America USA

2)
Grazie NATO

3)
Grazie UE ( e grazie Occidente)
(con riserve e forti critiche alla sua social democrazia e sul politicamente corretto oggi egemoni)

4)
Caso Ucraina e il dovere di aiutarla

5)
Le demenzialità, le menzogne e le calunnie contro gli USA e la NATO

6)
Il paradiso del Sogno americano e l'inferno del Sol dell'Avvenire, separati dal Muro di Berlino che impediva l'ingresso nell'URSS e l'uscita dall'URSS nella Germania divisa tra l'Europa libera e quella a dominio sovietico.

7)
La Russia di Putin è una delle potenze in cui si articola maggiormente il male della terra.

8)
I demenziali sostenitori del macellaio del Cremlino il russo Putin, che siano nazi fascisti o internazi comunisti, anti USA e anti NATO, sono tutti anche sostenitori del criminale antiamericano e filorusso Assange e sono tutti filo nazi maomettani palestinesi e antisemiti/antisraeliani.

9)
La Russia internazi comunista dell'URSS non ha sconfitto il nazifascismo perché essa stessa era ed è ancora oggi nazifascista.
A suo tempo ha solo combattuto assieme agli alleati contro il nazifascismo tedesco e italiano di cui prima era alleata, nazifascismo italo tedesco che è stato sconfitto principalmente dagli alleati e solo grazie al fondamentale contributo degli USA.
La Russia di ieri dell'URSS e quella di oggi di Putin è una delle fonti principale che alimenta il nazifascismo nazista, comunista e maomettano del Mondo intero.

10)
Chi e perché ha paura della NATO?

La NATO è una libera e volontaria associazione militare transatlantica di stati euro americani con funzione di mutuo soccorso militare e non ha alcun scopo suprematista e imperialista.

È esattamente come la polizia di uno stato democratico o l'esercito dell'ONU.

E chi ha paura della polizia se non i delinquenti, i criminali, i mafiosi e le loro organizzazioni!

Della NATO hanno paura gli stati canaglia, gli stati nazi fascisti, suprematisti e imperialisti, gli stati predoni e criminali come la Russia di Putin.
E i loro sostenitori, i vigliacchi che temono le azioni dei criminali e che preferiscono la pace della sottomissione e della schiavitù al più prepotente e violento, gli irresponsabili e gli immorali.

11)
Non esistono le guerre per procura, esse sono una falsificazione della realtà e rientrano nella propaganda che nel caso dell'Ucraina è anti Ucraina, anti USA, anti UE, anti NATO e filo Russia.
Nessun paese e nessun popolo si fa distruggere e uccidere demenzialmente e assurdamente per l'interesse di altri e che non sia anche il suo e principalmente il suo.
Solo lo schiavo è costretto a morire per il padrone, non certo l'uomo libero e l'Ucraina è un paese e un popolo libero e sovrano costretto alla guerra per difendersi dall'aggressione criminale russa

12)
Nuovi ingressi liberi e volontari nella NATO, costretti dalla minaccia della Russia nazi fascista, suprematista e imperialista del dittatore criminale del Cremlino Putin che incarna la continuità tra la Russia dell'URSS e quella odierna

13)
Le azioni militari, a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale, con invasione di un esercito internazionale e con bombardamenti aerei o navali, intraprese dall'Occidente USA e NATO o da coalizioni di paesi occidentali, in Asia e in Africa, sono state fatte prevalentemente su mandato ONU (e in taluni casi anche quando non è stato possibile il mandato ONU per il veto della Russia o della Cina), queste azioni non sono mai state fatte per predare territori e risorse altri, per schiavizzare popolazioni e sterminare etnie

14)
Caro Donald Trump, sostieni l'Ucraina e il suo presidente Zelensky contro i nazi fascisti russi che l'hanno aggredita e invasa, come a suo tempo hai sostenuto Israele e il suo presidente Netanyahu contro i nazi maomettani palestinesi e iraniani che odiano gli ebrei e vogliono la distruzione di Israele, fallo senza se e senza ma e sarai ricordato per sempre come uno dei migliori presidenti che gli USA abbiano mai avuto e come uno degli uomini che hanno fatto il bene dell'umanità

15)
Adesione dell'Ucraina alla NATO


Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Grazie America, grazie USA, grazie NATO, grazie UE

Messaggioda Berto » gio mag 05, 2022 8:00 am

1)
Grazie America, USA e NATO




Gli USA fondati dagli europei migranti nelle Americhe (a partire dal sedicesimo secolo) e resisi indipendenti dal dominio degli imperi europei e fattisi democratici prima ancora che i paesi Europei nel diciottesimo secolo, sono nostri degnissimi fratelli e cugini.
Eterna riconoscenza agli USA
per avere accolto i nostri migranti europei affamati e in cerca di fortuna lungo i secoli
e per averci hanno liberato dal nazi fascismo,
aiutato nella ricostruzione post bellica,
difesi e salvato per 40 anni dall'internazi comunismo dell'URSS grazie alla NATO,
per aver mantenuto in pace l'Europa promuovendone prima la democratizzazione in ogni paese e poi l'unione politica UE che spero diventi un po' come gli USA e un po' come la Svizzera.
per aversi fatto carico dell'ordine civile mondiale e per aver aiutato il progresso dell'umanità.
Grazie all'America USA nostra alleata per sempre nonostante Biden e il suo Politicamente Corretto che sono un prodotto demenziale del sinistrismo europeo.
Non vi è paragone tra la civile e democratica America USA e l'incivilissima e infernale dittatura della Russia di Putin.
Essa è uno dei pilastri dell'Occidente a cui guardano gli uomini da ogni parte del Mondo, come luogo dell'umanità e della dignità, della speranza e della libertà, della civiltà del progresso e della giustizia da cui si sentono naturalmente e comprensibilmente attratti anche gli ucraini.


Gli americani USA ci hanno liberato degli schifosissimi nazi fascisti italiani e tedeschi e salvato dagli altrettanto schifosi internazi comunisti dell'Urss.
Hanno sovrainteso all'affermarsi delle democrazie in Europa e ci hanno aiutato ad avere 70 anni di pace e a sviluppare la UE che spero diventi un po' come gli USA e un po' come la Svizzera.
La UE è costituita tutta da paesi liberi e nessuno di loro è colonia USA.
Poi non va dimenticato che gli USA sono una nazione nata prevalentemente da europei migrati nei secoli nel continente americano.
Grazie USA grazie NATO!




Io sto con Trump e gli USA - contro l'antiamericanismo

http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =25&t=2771

Idiozie antiamericane.
A noi veneti gli USA non hanno mai fatto del male anzi ci hanno difesi dai nazismi fascista, nazista, comunista. Poi nei secoli hanno accolto tanti veneti di buona volontà costretti a migrare dalla miseria provocata anche dallo Stato italiano (principalmente a causa del Risorgimento e della Prima guerra mondiale che ha distrutto il Veneto/Friuli).
Grazie America, grazie USA presidio di libertà e di democrazia per il mondo intero.
Io sto con chi mi è più simile, con chi condivide i miei stessi valori, umani, civili, culturali, economici, politici, con chi è per la democrazia laica e per il libero mercato, con chi rispetta i diritti umani universali, con chi avversa e combatte tutti i totalitarismi, gli assolutismi, i dogmatismi, nazismi siano essi fascista, ariano, comunista, maomettista.

Meglio essere appartenuti al blocco democratico occidentale filo americano che a quello comunista dittatoriale orientale filo sovietico e russo. Abbiamo avuto decenni di democrazia, sviluppo e benessere; con l'altro blocco saremmo finiti in miseria nera che perdura ancora nonostante l'URSS sia scomparsa da decenni.

Le responsabilità di chi è la massima democrazia, economia e potenza militare del Mondo sono grandi e tutti confidano nel suo aiuto se necessario. Gli USA hanno aiutato molti paesi specialmente contro le dittature socialiste: fasciste, naziste, comuniste e contro quelle nazi maomettiste.
Avranno anche fatto qualche errore, qualche abuso ma nel complesso hanno fatto più del bene.
È un fatto che nell'Europa liberata dagli USA si sono avuti decenni di sviluppo, democrazia e benessere, mentre nell'Europa liberata dai comunisti rossi o sovietici o URSS si sono avuti decenni di dittature, di sottosviluppo, di miseria, di fame, di ingiustizia e di morte che ancora stanno pagando.

Tutto quello che ha fatto l'America dopo aver aiutato l'Europa e il Mondo a liberarsi dalle dittature socialiste fascista e nazista che avevano scatenato la seconda guerra mondiale, è stato fatto principalmente in funzione anticomunista, anti imperialismo sovietico dell'URSS, tutte le scelte interventiste dalla Corea del Nord al conflitto vietnamita durante gli anni di tensione detti guerra fredd,a si sono avute e verificate sulla linea del fronte della contrapposizione con i nazicomunisti dell'URSS e dei loro satelliti che fomentavano in ogni parte del Mondo la deriva comunista.
Come abbiamo tutti sperimentato e riscontrato, tutti i paesi a regime comunista sono falliti compresa l'URSS lasciando centinaia di milioni di persone in miseria e nella disperazione.
Gli USA sono stati costretti a volte per necessità e realismo politico a scegliere il male minore, come il dittatore che pareva il meno peggio, non potendo fare altro e a volte le cose non sono andate sempre bene e per il verso giusto e a volte hanno prodotto conseguenze negative come in Afganistan dove in funzione antisovietica era stato promosso l'integralismo maomettano latente dei talebani come pure in Irak contro Saddam Hussein con le varie formazioni integraliste nazi maomettane da cui poi è uscito l'ISIS.
L'integralismo maomettano esisteva già in tutti i paesi islamici sunniti e sciiti come maomettismo ordinario eppoi nel novecento aveva subito una spinta ulteriore/rinascita con i Fratelli Mussulmani.
Comunque nel complesso delle vicende storiche, gli USA come maggiore potenza democratica civile economica e politica mondiale, è stat investita suo malgrado di enormi responsabilità e a conti fatti, nonostante gli errori, le approssimazioni, gli azzardi, le contraddizioni, le disfunzioni, ... hanno contribuito a generare più bene che male.

Grazie America per averci salvato noi europei dal fascismo, dal nazismo e dal comunismo e oggi con il buon Trump dal nazi maomettismo che è la piaga peggiore dell'umanità, speriamo che il buon Trump ritorni;
grazie per aver difeso la democrazia e contrastato le dittature, grazie per aver difeso l'uomo di buona volontà;
grazie per aver dato asilo e un futuro a decine di di milioni di migranti regolari e volonterosi da tutta la terra, grazie per il tuo Sogno Americano, grazie per la tua libertà;
grazie per il tuo buon esempio, grazie per aver aiutato la buona umanità di tutta la terra, grazie per esserci.


Io sto con chi mi è più simile, con chi condivide i miei stessi valori, umani, civili, culturali, economici, politici, con chi è per la democrazia laica e per il libero mercato, con chi rispetta i diritti umani universali, con chi avversa e combatte tutti i totalitarismi, gli assolutismi, i dogmatismi, nazismi siano essi fascista, ariano, comunista, maomettista.

Meglio essere appartenuti al blocco democratico occidentale filo americano che a quello comunista dittatoriale orientale filo sovietico e russo. Abbiamo avuto decenni di democrazia, sviluppo e benessere; con l'altro blocco saremmo finiti in miseria nera che perdura ancora nonostante l'URSS sia scomparsa da decenni.

Le responsabilità di chi è la massima democrazia, economia e potenza militare del Mondo sono grandi e tutti confidano nel suo aiuto se necessario. Gli USA hanno aiutato molti paesi specialmente contro le dittature socialiste: fasciste, naziste, comuniste e contro quelle nazi maomettiste.
Avranno anche fatto qualche errore, qualche abuso ma nel complesso hanno fatto più del bene.
È un fatto che nell'Europa liberata dagli USA si sono avuti decenni di sviluppo, democrazia e benessere, mentre nell'Europa liberata dai comunisti rossi o sovietici o URSS si sono avuti decenni di dittature, di sottosviluppo, di miseria, di fame, di ingiustizia e di morte che ancora stanno pagando.

Tutto quello che ha fatto l'America dopo aver aiutato l'Europa e il Mondo a liberarsi dalle dittature socialiste fascista e nazista che avevano scatenato la seconda guerra mondiale, è stato fatto principalmente in funzione anticomunista, anti imperialismo sovietico dell'URSS, tutte le scelte interventiste dalla Corea del Nord al conflitto vietnamita durante gli anni di tensione detti guerra fredd,a si sono avute e verificate sulla linea del fronte della contrapposizione con i nazicomunisti dell'URSS e dei loro satelliti che fomentavano in ogni parte del Mondo la deriva comunista.
Come abbiamo tutti sperimentato e riscontrato, tutti i paesi a regime comunista sono falliti compresa l'URSS lasciando centinaia di milioni di persone in miseria e nella disperazione.
Gli USA sono stati costretti a volte per necessità e realismo politico a scegliere il male minore, come il dittatore che pareva il meno peggio, non potendo fare altro e a volte le cose non sono andate sempre bene e per il verso giusto e a volte hanno prodotto conseguenze negative come in Afganistan dove in funzione antisovietica era stato promosso l'integralismo maomettano latente dei talebani come pure in Irak contro Saddam Hussein con le varie formazioni integraliste nazi maomettane da cui poi è uscito l'ISIS.
L'integralismo maomettano esisteva già in tutti i paesi islamici sunniti e sciiti come maomettismo ordinario eppoi nel novecento aveva subito una spinta ulteriore/rinascita con i Fratelli Mussulmani.
Comunque nel complesso delle vicende storiche, gli USA come maggiore potenza democratica civile economica e politica mondiale, è stat investita suo malgrado di enormi responsabilità e a conti fatti, nonostante gli errori, le approssimazioni, gli azzardi, le contraddizioni, le disfunzioni, ... hanno contribuito a generare più bene che male.






L'America di Oriana Fallaci

Io sono italiana. Sbagliano gli sciocchi che mi credono ormai americana. Io la cittadinanza americana non l’ho mai chiesta. Anni fa un ambasciatore americano me la offrì sul Celebrity Status, e dopo averlo ringraziato gli risposi: “Sir, io all’America sono assai legata. Ci litigo sempre, la rimprovero sempre, eppure le sono profondamente legata. L’America per me é un amante anzi un marito al quale resterò sempre fedele. Ammesso che non mi faccia le corna. Voglio bene a questo marito. E non dimentico mai che se non si fosse scomodato a fare la guerra a Hitler e Mussolini, oggi parlerei tedesco. Non dimentico mai che se non avesse tenuto testa all’Unione Sovietica, oggi parlerei russo. Gli voglio bene e m’è simpatico. Mi piace ad esempio il fatto che quando arrivo a New York e porgo il passaporto col certificato di residenza, il doganiere mi dica con un gran sorriso: “Welcome home, benvenuta a casa”. Mi sembra un gesto così generoso, così affettuoso. Inoltre mi ricorda che l’America è sempre stata il Rifugium Peccatorum della gente senza patria. Ma io la patria ce l’ho già, Sir. La mia patria è l’Italia, e l’Italia è la mia mamma.

"Il fatto è che l'America è un Paese speciale, caro mio.

Un Paese da invidiare, di cui essere gelosi, per cose che non hanno nulla a che fare con la ricchezza. Lo è perché è nato da un bisogno dell'anima, il bisogno di avere una patria, e dell'idea più sublime che l'uomo abbia mai concepito: l'idea della Libertà, anzi della Libertà sposata all'idea dell'uguaglianza. Lo è perché, a quel tempo, l'idea di libertà non era di moda. L'idea di uguaglianza nemmeno. Non ne parlavano che certi filosofi, detti illuministi, di queste cose. Non li trovavi che in un costosissimo librone a puntate, detto l'Encyclopedie, questi concetti. E, a parte gli scrittori o altri intellettuali, a parte i principi o i signori che avevano i soldi per comprare il librone o i libri che avevano ispirato il librone, chi ne sapeva nulla dell'illumininismo? Non era mica roba da mangiare l'illuminismo! Non ne parlavano neppure i rivoluzionari della Rivoluzione Francese, visto che la Rivoluzione Francese sarebbe incominciata nel 1789 ossia tredici anni dopo la Rivoluzione Americana che scoppiò nel 1776. (Altro particolare che gli antiamericani del bene-agli-americani-gli-sta-bene ignorano o fingono di dimenticare. Razza di ipocriti). È un Paese speciale, un Paese da invidiare, inoltre, perché quell'idea venne capita da contadini spesso analfabeti o comunque ineducati. I contadini delle colonie americane. E perché venne materializzata da un piccolo gruppo di leader straordinari: da uomini di grande cultura, di gran qualità. The Founding Fathers, i Padri Fondatori. Ma hai idea di chi fossero i Padri Fondatori, i Benjamin Franklin e i Thomas Jefferson e i Thomas Paine e i John Adams e i George Washington eccetera? Altro che gli avvocaticchi (come giustamente li chiamava Vittorio Alfieri) della Rivoluzione Francese! Altro che i cupi e isterici boia del Terrore, i Marat e i Danton e i Saint Just e i Robespierre! Erano tipi i Padri Fondatori che il greco e il latino lo conoscevano come gli insegnanti italiani di greco e di latino (ammesso che esistano ancora) non lo conosceranno mai. Tipi che in greco s'eran letti Seneca e Cicerone e che i principii della democrazia greca se l'eran studiati come nemmeno i marxisti del mio tempo studiavano la teoria del plusvalore. (Ammesso che lo studiassero davvero). Jefferson conosceva anche l'italiano (lui diceva il toscano). In italiano parlava e leggeva con gran speditezza.Infatti con le duemila piantine di vite e le mille piantine di olivo e la carta da musica che in Virginia scarseggiava, nel 1774 il fiorentino Filippo Mazzei gli aveva portato varie copie d' un libro scritto da un certo Cesare Beccaria e intitolato «Dei Delitti e delle Pene». Quanto all' autodidatta Franklin, era un genio. Scienziato, stampatore, editore, scrittore, giornalista, politico, inventore. Nel 1752 aveva scoperto la natura elettrica del fulmine e aveva inventato il parafulmine. Scusa se è poco. E fu con questi leader straordinari, questi uomini di gran qualità, che nel 1776 i contadini spesso analfabeti e comunque ineducati si ribellarono all' Inghilterra. Fecero la guerra d' indipendenza, la Rivoluzione Americana. Bè... Nonostante i fucili e la polvere da sparo, nonostante i morti che ogni guerra costa, non la fecero coi fiumi di sangue della futura Rivoluzione Francese. Non la fecero con la ghigliottina e coi massacri della Vandea. La fecero con un foglio che insieme al bisogno dell'anima, il bisogno d' avere una patria, concretizzava la sublime idea della libertà anzi della libertà sposata all' uguaglianza."
Oriana Fallaci



Oriana Fallaci


San Pietro in Gu, Meri e la torta rubata: quella bambina risarcita dall’esercito Usa 77 anni dopo
Enrico Ferro
29 aprile 2022

https://mattinopadova.gelocal.it/region ... ?ref=fbfmp


Meri Mion e la consegna della torta

L’anziana è stata convocata nella base americana di Vicenza, dove le è stato consegnato il dolce di cui l’avevano privata le truppe americane dopo la liberazione

SAN PIETRO IN GU. Una bambina in lacrime consolata 77 anni dopo, in un groviglio di emozioni che si intreccia con la storia. Paura, amore, gratitudine. Ci sono tutti questi ingredienti nel mosaico che raffigura un’anziana commossa, mentre riceve un dolce di compleanno da uomini in divisa militare. Il 28 aprile del 1945 Meri Mion stava per compiere 13 anni e sulle strade la gente festeggiava la liberazione di Vicenza e del nord Italia.

I soldati americani, affamati dopo aver costretto i tedeschi alla ritirata, videro una torta appoggiata su un davanzale a raffreddare. “Cake, cake!”. La presero, la divisero tra tutti e la mangiarono. Non pensarono che dietro quella torta fatta in casa c’era una bambina desiderosa di festeggiare il compleanno. Del resto, la guerra è anche questo.

Oggi quella bambina ha 90 anni ma il ricordo di quei tempi è ancora vivido. Per questo l’esercito Usa ha voluto abbracciarla e risarcirla, donandole il dolce che non ha mai potuto mangiare. “Non dimenticherò mai questo giorno”, ha detto Mari Mion, convocata dal Comando U.s. Army di stanza a Vicenza, proprio nel giorno del suo novantesimo compleanno. Lei e la madre vissero nell’Italia stretta nella morsa del nazifascismo. La notte che precedette il suo tredicesimo compleanno la trascorse nascosta nella soffitta della fattoria in cui abitava, a San Pietro in Gu.

I rumori degli spari dei tedeschi contro la facciata di casa sono un incubo ricorrente. Erano gli ultimi giorni, fortunatamente. A breve l’Italia avrebbe potuto vivere a pieno la libertà riconquistata grazie alle truppe americane. I soldati Usa, stremati, venivano festeggiati con vino e pane dagli italiani riconoscenti. E forse è per questo che pensarono di poter prendere quel dolce fatto in casa, senza pensare alle conseguenze.

Settantasette anni dopo il “torto” è stato sanato. Meri Mion, nel giorno dei suoi 90 anni, ha ricevuto dall’esercito statunitense il dolce che in quell'aprile del 1945 non aveva potuto assaggiare: una grande cake con panna e fragole, guarnita con un cestino di ovetti pasquali di cioccolato. È stato il sergente Peter Wallis, recente vincitore del concorso per il miglior combattente del Comando Europeo di gestione delle installazioni, a porgere la torta a Meri, emozionata e commossa.

Presente anche il colonnello Matthew Gomlak, comandante della Guarnigione Americana in Italia. Centinaia di persone, tra cui soldati italiani, carabinieri, veterani statunitensi, veterani italiani e molti cittadini hanno assistito alla cerimonia, ai Giardini Salvi, vicino a dove l'88/a Divisione di Fanteria combatté a Vicenza il 28 aprile 1945. “Non smetterò mai di ringraziarvi”, ha detto l’anziana rivolta ai militari americani. “Resterete per sempre nel mio cuore e nel mio ricordo”.




La voce che non ti aspetti: su "Il Foglio" davvero un bel pezzo di Giuliano Ferrara che ripercorre le tappe storiche dell'ascesa e della frenata del pensiero Neoconservatore, evidenziando come l'interventismo basato sulla tutela di diritti e principi morali, ostili ad autocrazie e regimi, si dimostri ancora oggi fondamentale per la sicurezza occidentale.
Condivido in pieno, nella certezza che solo una nuova stagione incentrata sulla forza in politica estera e sulla contrapposizione alle dittature, guidata dagli USA, possa assicurarci stabilità ed una pace duratura a lungo termine. L'isolazionismo non stabilizza, piuttosto invoglia gli autocrati ad ampliare la propria sfera di influenza, attraverso violenza e prevaricazioni.

https://www.facebook.com/tommasoalessan ... HhgsmsDwol



Avevano ragione i neoconservatori americani
Giuliano Ferrara
5 ottobre 2022

https://www.ilfoglio.it/esteri/2022/10/ ... i-4511673/

Il Progetto per un nuovo secolo americano, assicurare al mondo una “benevolente egemonia” grazie alla forza, era del 1997. Ma in 25 anni è stato tradito più volte dall’occidente. E ora ci sono Putin e Xi

Avevano ragione i neoconservatori americani? Nel 1997 fu fondato, da William Kristol e Robert Kagan, il Pnac, un think tank chiamato Progetto per un nuovo secolo americano. L’idea trainante era che nel nostro secolo, il XXI, gli Stati Uniti avrebbero dovuto dispiegare tutta la loro forza militare, diplomatica, economica per assicurare agli americani e al mondo una “benevolente egemonia” del sistema di libertà e democrazia uscito vincitore dalla Guerra fredda dei decenni precedenti, a partire dal discorso di Fulton di Winston Churchill, il 5 marzo del 1946 (“Una cortina di ferro è calata sull’Europa”). Da allora è passato un quarto di secolo e, se grande è il disordine sotto il cielo, come diceva il presidente Mao, la situazione è tutt’altro che eccellente.

Qualche riferimento è necessario. Quando esordì la lobby neocon, mancavano quattro anni alla Pearl Harbor da loro prevista e temuta, che poi si rivelò essere il bombardamento jihadista di New York e di Washington dell’11 settembre 2001. Il motore propulsivo dell’instabilità strategica del mondo era il cosiddetto medio oriente allargato, investito nel 1979 dalla rivoluzione khomeinista in Iran. Nel 1981, agli inizi della lunga guerra tra Iraq e Iran (1980-1988), gli israeliani avevano distrutto il reattore nucleare Osirak, ceduto a Saddam dalla Francia. Nel 1991 c’era stata la guerra del Golfo contro Saddam Hussein che aveva invaso il Kuwait, condotta da George Bush Sr. e da un’ampia coalizione battezzata dall’Onu. Nel 1996 i talebani avevano instaurato il loro regime teocratico a Kabul, e Bin Laden si era insediato nel paese. I neoconservatori, che avevano radici limitate ma importanti nell’Amministrazione Reagan degli anni Ottanta, e poi esercitarono una influenza sempre maggiore nella prima Amministrazione di Bush Jr. tra il 2000 e il 2004, criticavano il “lassismo” della politica estera e militare di Bill Clinton negli anni Novanta e, critici del risultato parziale della Guerra del Golfo (Saddam era stato sconfitto ma non era caduto, Bush si era fermato dopo la liberazione dei territori occupati senza procedere verso Baghdad), spingevano, prima dell’11 settembre, per la riscrittura armata della mappa del medio oriente (la famosa esportazione della democrazia, il regime change) e per una nuova concezione euroamericana dell’atlantismo, non più segnata dall’equilibrio multilaterale ma da un tratto di unilateralismo guidato dagli Usa. Le guerre successive all’11 settembre (Iraq e Afghanistan) sfociarono in un duraturo ma instabile regime di compromesso a Baghdad, dove un’accanita resistenza armata e la divisione occidentale misero in difficoltà le truppe americane e il profilo strategico dell’offensiva, e in un lungo, contrastato regime di occupazione a Kabul terminato nell’agosto dell’anno scorso con il ritorno al potere dei talebani e la fuga occidentale dal paese. A dimostrazione che la democrazia forse non si esporta, ma a desistere si importano l’autocrazia e la teocrazia.

Durante gli anni della presidenza Obama, multilateralismo dispiegato e tattica del leading from behind ovvero ripiegamento strategico, i neoconservatori del Pnac si sono dispersi e la fase con cui si erano identificati almeno fino al secondo mandato di Bush Jr. (2004-2008) e alle dimissioni di Donald Rumsfeld dal Pentagono (Rumsfeld era tra i firmatari del manifesto neocon del Pnac) è entrata nel cono d’ombra della politica internazionale. Le esecuzioni sommarie di Bin Laden (Obama), Al Zawahiri (Biden) e del generale iraniano Suleimani (Trump) sono state una coda di giustizia vendicativa, non l’espressione di una strategia di attacco, finita con l’Amministrazione Bush Jr. dopo un secondo mandato di ripiegamento.

Ora la situazione internazionale sembra dare ragione postuma ai neocon, che volevano un occidente unito e all’offensiva per la difesa del sistema liberale sotto l’egida americana. Biden ha dovuto forzatamente prendere la guida di un polo occidentale, altro che leading from behind, imponendo un contenuto unilaterale al rinnovo dell’alleanza con l’Europa, investita dalla bufera bellica e dai suoi modi ibridi, evidenti con la crisi e il ricatto energetici a cui l’ha esposta la benevolente egemonia del commercio internazionale di gas e petrolio.

Putin, il cui potere data dal 2000 e come si dice “va col secolo”, ha notoriamente esteso negli anni di Obama la sua influenza politica e militare nel Caucaso, in Siria, in Libia, in Africa, fino all’invasione dell’Ucraina in corso, dopo l’annessione della Crimea. Dal discorso di Monaco del 2007 ha impostato un revanscismo postsovietico con tratti di più tradizionale imperialismo zarista, fondato su un’ideologia euroasiatica nemica dell’equilibrio delle forze in Europa. Ha cercato di fare del nostro tempo un nuovo secolo panrusso, altro che Pnac. Il ruolo di guida degli Stati Uniti nella ripolarizzazione dell’occidente, ma sulla difensiva, nasce sulle rovine della politica estera di Obama e di Trump (al quale Putin regalò perfino un beffardo pallone). Questo ruolo obbligato è reso credibile dal miracolo della resistenza e controffensiva dell’Ucraina, che smentisce in parte la diagnosi famosa di Bob Kagan, il neoconservatore che descrisse gli americani come il popolo di Marte e gli europei come il popolo di Venere (fu il Foglio a popolarizzare le sue tesi in Italia, pubblicando il suo saggio). Ma a dirla tutta siamo in un momento in cui gli analisti si interrogano, come intorno a un’eventualità quasi banale, su quale tipo di armi nucleari tattiche saranno, e quando, impiegate sul fronte europeo dai russi. Intanto la Cina lavora sul tempo lungo ambiguo che le è proprio, ma il regime di Xi, che va eternizzandosi e alterna risultati eccezionali a sintomi di crisi nell’economia, nella tecnologia e nel riarmo strategico, non si è disallineato dall’asse con Mosca, con un occhio tra l’altro a Taiwan. A coronamento, la Corea del nord, altra bestia nera dei neocon, spedisce missili che sfiorano il Giappone e prepara nuovi esperimenti dimostrativi nucleari. I venticinque anni che ci separano dalla formalizzazione del progetto neoconservatore dimostrano che l’occidente ha respinto il piano A dell’egemonia americana benevola in una strategia di attacco sui molti fronti del potere mondiale, ma forse non aveva un piano B.
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Messaggioda Berto » gio mag 05, 2022 8:01 am

“Sono andato a vivere negli USA ma oggi me ne pento”.
Arianna
10 maggio 2022

https://italianiemigrati.com/sono-andat ... -ne-pento/

Oggi abbiamo ricevuto la testimonianza di Marcello, un italiano residente negli Usa dal 2010. Gli abbiamo fatto qualche domanda per capire il motivo del suo trasferimento, come si vive negli USA e se rifarebbe la stessa scelta di tanti anni fa.

Perché ti sei trasferito? Raccontaci il tuo inizio

Mi sono sposato con un’ americana nel 2010 e dopo varie vicissitudini con l’ immigrazione USA siamo andati a vivere in USA. Abbiamo due figli ed un terzo in arrivo, ma le cose vanno molto male.

Come sono stati i primi mesi all’estero?

Lo shock culturale è immenso:… pistole, grettezza sociale, menefreghismo assoluto nel farti danni, sono una cultura dell’ inutilità. Il sistema è organizzato unicamente in maniera atroce, hai un credit score che unitamente alle tue tasse determina qualunque tua scelta di vita, non esistono mezze misure su nulla, tutto è rigido e ogni persona nella catena sociale si sente in dovere di farti pesare il suo posto nella stessa. Si va in galera per nulla….basta che non paghi una multa ( non è il mio caso ) e tutto è uno stress totale.

Qual’è il costo della vita?

Il costo della vita è atroce, per fare una vita normalissima non bastano 4/5 mila dollari al mese, se non pagassi le spese ( non il mio caso) mi sfratterebbero in 30 giorni e mi metterebbero le tue cose in mezzo alla strada, tanto per fare un esempio.
La gente in generale non si preoccupa di avere un’attitudine costruttiva o amichevole, tenete conto del fatto che esiste un razzismo conclamato da entrambe le parti che fa paura. Non si fanno amicizie se non superficiali e ad esempio, se vivi nel verde fuori città, è tutto di una noia assordante.

Quali sono le principali differenze con l’Italia?

Le persone in primis, egoiste e spocchiose; chi ha soldi è un Dio e chi non ne ha è una nullità. Gli USA sono un paese capitalista al massimo e non vi è valore superiore ai soldi, neanche la famiglia. Pensate che ad esempio, se avete una causa legale per lavoro o per danni vi conviene lasciar stare se l’ importo non è di almeno 200 mila dollari, un avvocato ( con la speranza che non sia scorretto e ladro come nella maggior parte dei casi) costa 600 Euro ora.

Non esiste sanità pubblica! Devi pagare fior di assicurazione per poi coprire fino a 10000 di tasca tua, l’assicurazione subentra dopo i diecimila. Se divorziate vi distruggono con alimenti che superano il 50% del vostro stipendio e hanno leggi sul divorzio certo svelte ma distruttive.

L’Italia avrà dei difetti ma la gente ha cuore!

Un affitto minimo è di 1900$ mese spesso con landlords o proprietari che vogliono solo i tuoi soldi e non riparano mai nulla. Per quanto riguarda il cibo, con meno di 500$ a settimana morite di fame.
La Green card è una trappola e se ve la danno e non vi iscrivete all’Aire dovete pagare la doppia tassazione e anche qui le tasse sono un suicidio! Se non pagate pignorano tutto e vi lasciano in mezzo alla strada in tempi rapidi, è un sistema atroce di vita che ti stritola.

Cosa ti manca dell’Italia?

L’Italia in primis, smettete di criticarla è un grande paese e maledetto me quando ho deciso di venire a vivere in USA. Le mogli qui entrano nel sistema e voi diventate solo un bancomat…..la cultura e il cibo poi, non ne parliamo!

A quale categoria di italiani consiglieresti la tua destinazione?

A nessuno, venite in USA in ferie ma state larghi da questo inferno dove tutti possiedono armi, ci sono crimini impensabili per la nostra cultura con sparatorie nelle scuole. Mandi i figli a lezione e magari tornano a casa spianati…certo NY, le grandi città e la natura sono belle, ottimo per le ferie…ma state lontani da matrimoni con Cittadine USA o se dovete farlo, che vengano a vivere in Italia!

Qui sono rimasti ai tempi dei cow boys.


Alberto Pento
Dubito che si tratti di una intervista vera. Pare del tutto artefatta perché contiene un mucchio di menzogne, di stereotipi, di calunnie, di imprecisioni.


Italiani nel mondo
Alberto Pento
L'intervista è vera, non pubblichiamo falsità ma testimonianze reali di persone che vivono nei vari paesi.

Alberto Pento
Certo l'Intervista può essere vera, ma certe cose che dice l'intervistato possono essere false, imprecise, diffamatorie e calunniose.

Per esempio la demenzialità detta sulla sanità USA.
Sanità americana tra le migliori del mondo
viewtopic.php?f=102&t=2929

???
Guantanamo rimane una macchia morale sull’America – The National Interest
Gli Stati Uniti hanno fallito miseramente nel risolvere i casi dei detenuti imprigionati nella struttura di detenzione della base navale di Guantanamo Bay a Cuba
Tratto e tradotto da un articolo di Paul R. Pillar per The National Interest
16 maggio 2022

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... -interest/

Gli Stati Uniti hanno fallito miseramente nel risolvere i casi dei detenuti imprigionati nella struttura di detenzione della base navale di Guantanamo Bay a Cuba. Questo è stato particolarmente evidente per quanto riguarda Khalid Shaikh Mohammed, la presunta mente degli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, e quattro coimputati accusati di aver assistito alla stessa operazione.

Una parata apparentemente infinita di ritardi ha impedito di portare questi uomini in giudizio davanti a un tribunale militare. Molti dei ritardi hanno coinvolto la rotazione del personale assegnato alla funzione di procuratori, avvocati della difesa o giudici. Man mano che la documentazione del caso si allunga, ogni nuovo sostituto impiega più tempo a leggerla ed il caso ne risente in speditezza. Altre ragioni per il ritardo sono state le incertezze su come trattare le prove delle torture subite dai prigionieri e, più recentemente, una lunga pausa a causa della pandemia di Covid-19.

Sono passati più di vent’anni dai reati in questione, ed un processo sembra ancora essere lontano. Anche le stime attuali più ottimistiche vedono un processo iniziare non prima della metà del 2024. Questo perpetuo slittamento del procedimento non serve gli interessi di nessuno, comprese le famiglie delle vittime dell’11 settembre ed i cittadini americani che vogliono solo vedere fatta giustizia.

Nelle ultime settimane, è emersa una possibile via d’uscita da questa impasse. Un procuratore che è rimasto con il caso in mano attraverso tre cambi di amministrazione sta parlando con gli avvocati della difesa di Khalid Shaikh Mohammed e dei suoi coimputati per una possibile dichiarazione di colpevolezza. In cambio della dichiarazione di colpevolezza, agli imputati verrebbe così risparmiata la pena di morte, mentre i colpevoli più gravi, come Khalid Shaikh Mohammed, rischierebbero l’ergastolo senza condizionale.

Un tale accordo non è affatto certo, ma se venisse concluso, senza dubbio susciterà obiezioni sul fatto che nient’altro che la pena di morte sarebbe stato abbastanza severo per il crimine efferato che è stato commesso. Ma data l’incessante cascata di ritardi, l’alternativa al patteggiamento non è un rapido processo che si concluda con una condanna a morte. Invece, l’alternativa più probabile per il prossimo futuro è assistere ad ancora più ritardi. Infatti, il più grande vantaggio del patteggiamento sarebbe quello di porre fine ai ritardi, risolvere il caso e fare una determinazione formale di colpevolezza.

Inoltre, in questo caso, non è chiaro se l’ergastolo debba essere considerato una punizione minore rispetto all’esecuzione. Negli ambienti da cui provengono questi imputati, il martirio significa qualcosa. Infatti, per questa ragione, è in qualche modo sorprendente che tutti questi imputati possano anche accettare l’ergastolo. In ogni caso, qualsiasi effetto deleterio di un martirio che potrebbe derivare in Medio Oriente sarebbe più probabile in seguito all’esecuzione di questo gruppo piuttosto che alla continuazione della detenzione. Per non parlare del fatto che la pena di morte è sempre più in disgrazia a livello globale, con gli Stati Uniti che fanno parte di una minoranza sempre più piccola di paesi – insieme a Cina, Iran e Arabia Saudita – che continuano ad usarla.

I rapporti su un possibile patteggiamento menzionano un’importante qualificazione: che gli imputati insisteranno per rimanere a Guantanamo, dove possono mangiare e pregare assieme, piuttosto che essere mandati in qualche posto come la prigione federale di massima sicurezza “Supermax” di Florence, in Colorado. Questa qualifica richiederà purtroppo di lasciare aperta una struttura che non avrebbe mai dovuto essere aperta. L’amministrazione di George W. Bush scelse questa base navale come luogo per una struttura di detenzione nel tentativo di tenerla al di fuori della portata di qualsiasi regola di legge, sebbene la Corte Suprema abbia poi avuto un’opinione diversa. Guantanamo è stata a lungo una macchia per gli Stati Uniti come simbolo di un tentativo di elusione della legge penale prestabilita e di una mancata esecuzione della legge in modo rapido.

Guantanamo ha anche rappresentato le idee vaghe che aveva il Congresso sulla “guerra al terrorismo” piuttosto che sull’uso di modi comprovati e capaci di perseguire e di punire i terroristi. Se Khalid Shaikh Mohammed fosse stato processato in una corte federale – nel Distretto Sud di New York, sede della parte più letale degli attacchi dell’11 settembre ed una giurisdizione con un eccellente curriculum nel perseguire i terroristi – allora già da anni si sarebbe avuto un verdetto e, se di condanna, sarebbe stato giustiziato o consegnato a Supermax.

Anche con questa riserva sul luogo in cui gli imputati sconterebbero le loro pene, un patteggiamento come quello che si dice sia in discussione vale ancora la pena di essere preso in considerazione. Varrebbe la pena se accoppiato con l’intesa che nessun nuovo prigioniero verrà inviato a Guantanamo, che sarebbe stato fatto uno sforzo serio per una corretta disposizione degli altri trentatré uomini ancora detenuti lì, e che la struttura sarebbe rimasta aperta solo fino a quando l’ultima persona condannata all’ergastolo fosse rimasta viva.

Tra qualche anno, questo potrebbe significare una spesa per mantenere qualcosa che assomigli alla struttura attuale ma che ospiti solamente pochi prigionieri. Un precedente è la prigione di Spandau a Berlino, che dopo il Processo di Norimberga avrebbe dovuto ospitare molti nazisti condannati, ma che invece ne ricevette solo sette. Per gli ultimi ventuno anni in cui la prigione funzionò, ebbe un solo prigioniero: Rudolf Hess, fino al suo suicidio all’età di novantatré anni nel 1987.

Dopo la morte di Hess, la prigione di Spandau fu prontamente demolita, ed il terreno divenne un parcheggio ed un centro commerciale. I resti della prigione furono polverizzati e dispersi in mare o sepolti in una base aerea britannica, per evitare che tutto diventasse un santuario neonazista. Qualcosa del genere dovrebbe essere fatto anche per la struttura di detenzione di Guantanamo, non per prevenire qualsiasi santuario, ma per porre fine simbolicamente ad un episodio della storia degli Stati Uniti che ha comportato un allontanamento dallo stato di diritto.

Paul Pillar è andato in pensione nel 2005 dopo una carriera di ventotto anni nella comunità dell’intelligence degli Stati Uniti, in cui la sua ultima posizione è stata quella di National Intelligence Officer per il Vicino Oriente e l’Asia meridionale. In precedenza ha servito in una varietà di posizioni analitiche e manageriali, compreso il ruolo di capo delle unità analitiche della CIA che coprivano porzioni del Vicino Oriente, del Golfo Persico e dell’Asia meridionale. Il professor Pillar ha anche servito nel National Intelligence Council come uno dei membri fondatori del suo Analytic Group. È anche un Contributing Editor per The National Interest


Un amico genovese che scrive da Houston TX
Salvador Cocco
27 giugno 2022

https://www.facebook.com/roberto.gresle ... NFT1UBpN1l

Sono ventiquattro anni che, grazie a Dio, non vivo più in Italia. Un Paese che comunque ho sempre ammirato e odiato dal profondo per mille motivi diversi. Seguo quindi da fuori quello che succede in Italia tramite i vari media, giornali e notizie online. Tutte le sante volte che leggo qualcosa sugli Stati Uniti sembra di leggere propaganda sovietica. Non sto scherzando. Non ho MAI letto un articolo scritto da qualsiasi giornalista italiano che raccontasse veramente come sono gli Stati Uniti. Mai. In ventiquattro anni. Mai. Perché? Questa è la mia spiegazione: in Europa e nel resto del mondo raccontare veramente come si vive negli Stati Uniti, come funzionano (o non funzionano) certe cose e perchè, farebbe crollare dalle fondamenta i capisaldi socialisti che regnano incontrastati nel resto del mondo da 200 anni. Per queste idee, i valori di libertà su cui si fondano gli Stati Uniti avrebbero effetti devastanti. Si sgretolerebbero in un nano secondo. Quindi vanno contrastati in tutto e per tutto. Come? Manipolando qualsiasi informazione, anche la più stupida, che arriva dagli Stati Uniti. Degli Stati Uniti non si dice che hanno finanziato, da soli, l’80% della spesa globale per ricerca e sviluppo in campo medico degli ultimi 50 anni. Si dice che “se non hai la carta di credito muori per strada.” Dimenticandosi ovviamente che il servizio sanitario nazionale “aggratis” negli Stati Uniti c’è - Medicaid - e funziona meglio della sanità in qualsiasi paese europeo. Ovviamente è riservato ai cittadini che ne hanno realmente bisogno. Ed è lo stesso identico servizio che hanno la maggioranza degli americani quando vanno in pensione (Medicare). 120 milioni di americani. Incredibile. Non ve lo ha mai raccontato nessuno? E come questa TUTTE LE ALTRE. La Corte Costituzionale decide che in base alla Costituzione l’aborto non è di competenza federale e quindi di responsabilità di ciascun stato? Vi dicono che hanno abrogato la legge sul libero aborto. Niente di più falso. Ogni volta che scrivono qualcosa sugli Stati Uniti è SEMPRE scritto in modo da far pensare al lettore che il sistema non funziona. Perché se mai vi rendeste conto che funziona meglio di qualsiasi sistema al mondo, col cavolo che paghereste il 45% di tasse sul reddito, il 22% di IVA, tasse e balzelli, imposte di ogni genere su qualsiasi cosa, e paghereste il sistema sanitario “gratis” circa sette volte quello che costa a un americano. Gli Stati Uniti vanno odiati, perché se non li odiate magari aprite gli occhi e vi rendete conto del mare di merda infinito in cui vi fanno vivere che vi fanno credere sia Nutella. Questa è la sacrosanta verità."


La libertà deve essere armata meglio delle dittature
Questa foto rappresenta la nascita dell’alleanza tra le democrazie occidentali. I due uomini seduti sono il presidente americano Franklin D. Roosevelt e il primo ministro britannico Winston Churchill.


https://www.facebook.com/groups/1807630 ... 4666649211

I due capi di governo si incontrarono il 12 e 13 agosto 1941 a bordo della nave da guerra Prince of Wales e gettarono le basi della futura politica estera di Stati Uniti e Gran Bretagna.
La Carta Atlantica fu uno dei risultati dell’incontro e fu resa pubblica il 14 agosto 1941.
Il documento prevedeva un impegno a rispettare l’autodeterminazione dei popoli, la rinuncia a conquiste territoriali attraverso la forza da parte degli Stati, il diritto alla sicurezza dei confini, il ripristino dei governi legittimi, e più in generale la rinuncia alla guerra come soluzione delle controversie tra le nazioni.
La Carta Atlantica ispirò la successiva nascita dell’ONU e della NATO.
Dopo la guerra, l’Italia aderì in modo tiepido all’alleanza atlantica. Da un lato vi erano i comunisti e i socialisti che premevano per portare l’Italia nel blocco sovietico; dall’altra vi erano i fascisti che consideravano gli angloamericani come nemici.
Neanche i liberali erano del tutto concordi. Molti, d’ispirazione monarchica, avevano ancora una concezione ristretta di interesse nazionale e non vedevano di buon occhio alcun impegno estero.
Altri, come Luigi Einaudi o Mario Pannunzio, capirono la portata storica di un accordo fra l’Italia e le maggiori democrazie occidentali.
La storia ha dato ragione a questi ultimi.
L’alleanza atlantica è stata fondamentale per non far scivolare l’Italia nel blocco sovietico ed è tutt’oggi una garanzia – non certamente perfetta – per la difesa dei valori occidentali, minacciati dall’esterno e dall’interno dell’Occidente stesso.

https://it.wikipedia.org/wiki/Carta_Atlantica




NOI E LE ALLEANZE: IL VALORE DELLA LINEA ATLANTICA
di Angelo Panebianco, Il Corriere della Sera
Niram Ferretti
30 agosto 2022

https://www.facebook.com/niram.ferretti ... 6484483460

Come ha ribadito Mario Draghi al meeting di Rimini, la nostra partecipazione coerente, senza riserve mentali, all’alleanza atlantica, corrisponde sia ai nostri interessi sia ai valori di una maggioranza di italiani che fino ad aggi ha sempre rifiutato le alternative alla democrazia liberale: intendendo per tale quel governo misto che combina la protezione (imperfetta quanto si vuole) dei diritti individuali e gli istituti della rappresentanza.
L’atlantismo, dalla fine della Seconda guerra mondiale, è stato garanzia di pace per i Paesi occidentali e di stabilità democratica. Ha costituito la cornice politico- militare entro la quale si è potuta sviluppare l’integrazione europea e gli abitanti della parte occidentale del Vecchio continente sono stati in grado di lavorare per creare le condizioni del benessere collettivo in Europa. Ma l’atlantismo è una creatura fragile. Esposta a rischi di implosione. Le minacce vengono dall’esterno, dalle potenze autoritarie, e dall’interno, da coloro che in Occidente detestano il modo di vita occidentale, l’economia di mercato, la democrazia. Sul piano esterno l’atlantismo è minacciato dal declino relativo della potenza degli Stati Uniti, dalla ascesa della Cina, dall’imperialismo russo, dall’accresciuto spazio di manovra di medie potenze autoritarie (come Turchia e Iran), insomma da ciò che per molti è l’inevitabile avvento di un mondo multipolare. Con il probabile accrescimento di disordine e di caos che il multipolarismo porta con sé.

Ha ragione Vittorio Emanuele Parsi (sula Rivista di Politica) quando osserva che se alla fine la Russia — complice anche l’indebolimento dell’appoggio europeo agli ucraini — dovesse risultare vincitrice in Ucraina, la Nato probabilmente non sopravviverebbe a lungo alla sconfitta. E la sua fine coinciderebbe con la fine dell’atlantismo.
Ci sono poi le pressioni interne. Chi in Europa è spaventato di fronte alla perdurante presa di Trump sul partito repubblicano, teme gli effetti che la corrosione della democrazia americana avrebbe per le democrazie europee. Anche se, va detto, gli Stati Uniti dispongono comunque di anticorpi sufficientemente forti per resistere, o così si spera, a potenziali involuzioni.
Gli avversari occidentali dell’atlantismo sono di due tipi. Quello più diffuso è anche il più rozzo: sono coloro che esibiscono anti-americanismo e avversione per la democrazia liberale (solo una pseudo-democrazia, dal loro punto di vista). C’è però anche una forma più sottile di anti-atlantismo. Si presenta, apparentemente, come politicamente neutrale, veste i panni del realismo politico e dell’obbiettività scientifica. È la posizione di coloro per i quali stiamo assistendo a uno scontro di potenza fra imperi e l’atlantismo è solo la longa manus dell’impero americano. Costoro non dicono di preferire Russia o Cina. Ma dicono in sostanza che gli imperi pari sono, e a competere sono semplicemente opposti progetti imperiali al servizio degli interessi di ciascuno di essi. Hanno torto quando vedono in azione opposti progetti imperiali? No, non hanno torto. Ma dicono solo una mezza verità. E, detta così, una mezza verità è l’equivalente di una bugia. Perché gli imperi — anche ammesso che si possa definire «impero» tout court l’egemonia internazionale statunitense — pari non sono affatto. Fatte le dovute proporzioni e tenuto conto della differenza fra le situazioni storiche, c’è fra l’America e il suo operare nel mondo da un lato e la Russia e la Cina dall’altro, una distanza equivalente a quella che, nella prima metà del Settecento, Montesquieu riscontrava fra l’impero creato dall’Inghilterra (terra di libertà, secondo il filosofo francese) e l’impero dispotico russo dei suoi tempi.
È una ovvietà che l’America sia impegnata in una competizione con le altre grandi potenze e che difenda le posizioni di forza che ha acquisito nel mondo. Ma limitarsi a constatare che gli imperi competono fra loro, significa fingere che non ci sia differenza fra l’ordine internazionale creato dagli Stati Uniti e gli imperialismi autoritari. Potete anche non chiamare «ordine liberale» quello a guida statunitense se vi sembra una espressione che rivela l’eccessiva auto-indulgenza occidentale. Ma resta che, plasmato (sia pure con inevitabili contraddizioni e al prezzo di tanti errori ) dalla società aperta occidentale, l’ordine internazionale a guida statunitense è radicalmente diverso dalle «paci imperiali» russa o cinese.
Il muro di Berlino non serviva ad impedire che i tedeschi occidentali fuggissero a Est. E i poveri afghani che cadevano dagli aerei all’aeroporto di Kabul lo scorso anno non volevano scappare perché stavano arrivando gli americani. Volevano scappare perché gli americani se ne andavano. C’è qualcosa di vagamente ipocrita in quelli che mettono tutti gli imperi, o cosiddetti imperi, sullo stesso piano. Nessuno di loro, infatti, vorrebbe vivere sotto un regime alla Putin o alla Xi Jinpig.
Forse, come dicono alcuni, a causa di errori occidentali e dell’avvento di un mondo multipolare, l’atlantismo è condannato. Se ciò fosse vero che cosa bisognerebbe fare? Come ce la caveremmo noi europei? C’è chi pensa che l’Europa potrebbe stare in piedi da sola se lo volesse. Ma quale leadership, di grazia, dovrebbe guidare un’Europa priva del sostegno americano, imporre l’integrazione politica e la difesa europea? Forse la Germania potrebbe incarnare tale leadership? La si osservi attentamente. Nonostante la storia sia di nuovo «in movimento», secondo la formula dello storico Arnold Toynbee, la Germania non è pronta ad assumersi onori e oneri della leadership. E senza leadership l’Europa non può aspirare all’autosufficienza politica. L’Europa ci serve eccome, ma una sua completa autonomia politico-strategica non è oggi pensabile.
Atlantismo e società libere occidentali restano legate a filo doppio: simul stabunt, simul cadent. Sopravvivono insieme o cadono insieme. Ricordiamocelo in questa campagna elettorale che tutti (russi per primi) osservano con attenzione ipotizzando che l’Italia sia l’anello più debole della catena atlantica.
In ogni caso, gli annunci di morte dell’atlantismo sono prematuri. Partita aperta e pronostici incerti.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Grazie America, grazie USA, grazie NATO, grazie UE

Messaggioda Berto » gio mag 05, 2022 8:01 am

La verità sul ruolo dominante degli Stati Uniti nel mondo è nota alla maggior parte di noi e di tutti gli osservatori.
Francesco Terracciani

https://www.facebook.com/francesco.terr ... xFpg7btx1l

La loro egemonia benevola assume un carattere positivo per una parte importante del mondo.
Essa rappresenta una situazione internazionale migliore rispetto a tutte le altre ipotesi.
Indipendentemente dai difetti dell'America, il resto del mondo troverebbe la situazione meno gradevole se un altra potenza prendesse il suo posto come la Russia e la Cina.
Perché sullo scacchiere internazionale se lasci uno spazio vuoto, qualcunaltro lo occuperà al posto tuo.
L'America è forse arrogante, gli americani talvolta possono sembrare egoisti, hanno spesso la mano pesante quando fanno uso della loro potenza. Ma rispetto a che cosa?
Esiste qualcuno che può credere che se i francesi o i tedeschi avessero la potenza di cui dispongono oggi gli Stati Uniti sarebbero meno arroganti e meno egoisti?
Nonostante tutti i lamenti sull'egemonia, nessuna nazione in Europa vuole la multipolarità.
Nessuna nazione si è dimostrata disposta ad assumersi un equa responsabilità nella gestione delle crisi nel mondo.
Nessuna nazione, tranne la Cina e in questo periodo la Russia a causa della guerra in Ucraina, è disposta a spendere denaro per acquisire la potenza militare necessaria per svolgere un ruolo pari a quello degli Stati Uniti e la crescita come potenza della Cina e la minaccia russa per la sicurezza del continente, non sono certamente considerati come fattori di un ambiente più armonioso.
Alcuni paesi, anche europei, che sfogano il loro malumore nei confronti dell'egemonia americana, fanno finta di non sapere che questa comporta un livello ragionevole di sicurezza e prosperità internazionale.
È per ottenere questo risultato, l'America deve conservare una posizione dominante nel mondo.
Che piaccia o no, è così.
E ricordiamoci cosa accadde in Europa quando gli americani "pensavano ai fatti loro".
Ci sono stati il comunismo, il fascismo e il nazismo, sconfitti proprio dagli Stati Uniti, e il continente venne devastato da due guerre mondiali che gli americani combatterono e misero fine.
Un mondo senza America è un mondo meno sicuro.


I DUE VLADIMIR

Giovanni Bernardini
20 febbraio 2023

https://www.facebook.com/giovanni.berna ... 0906899765

Mi capita di leggere in rete post in cui si sottolinea la profonda trasformazione che in questi ultimi tempi ha subito la sinistra italiana, e non solo. La sinistra comunista è passata da Vladimir Lenin a Vladimir Luxuria, da Mosca a Washington, affermano alcuni. Una torsione a 180 gradi della propria storia, il passaggio da una ideologia che nega sostanzialmente il concetto stesso di libertà individuale ad un’altra che teorizza una libertà individuale del tutto scissa dal riconoscimento di qualsiasi oggettività sociale, naturale o etico - valoriale. Dalla negazione dell’individuo ad un individualismo che degrada in mero soggettivismo, questo il percorso. Si tratta di una analisi che merita di essere approfondita (le due ideologie contrastano fra loro meno di quanto possa a prima vista apparire) ma che di certo coglie alcuni aspetti del reale.
Il problema è che molti di coloro che sottolineano questa torsione politica, teorica e culturale della sinistra di fatto rimpiangono la sinistra VECCHIA. Per essere chiari, preferiscono Valdimir Lenin a Vladimir Luxuria, Mosca a Washington.
E qui casca l’asino.
Personalmente non ho simpatia alcuna per Luxuria e sono convinto che fra lui e Vladimir Lenin il confronto politico e culturale sia improponibile. Il Vladimir russo era un politico di prim’ordine, un discreto teorico marxista ed aveva una forza intellettuale che il Vladimir italiano neppure si sogna di possedere. Però se fossi obbligato a scegliere fra i due, con la morte nel cuore sceglierei il Vladimir italiano.
Perché? La risposta è molto semplice.
Il Vladimir russo conquistò il potere con un colpo di mano impropriamente definito “rivoluzione”. Subito dopo sciolse l’assemblea costituente che il suo stesso partito aveva chiesto. Tappò la bocca alla stampa, mise fuori legge tutti i partiti non bolscevichi, poi vietò le correnti all’interno del suo stesso partito. Condusse la guerra civile con una ferocia non inferiore, probabilmente superiore, a quella dei suoi nemici “bianchi”, ordinò la costruzione dei primi campi di concentramento in cui imprigionare rivali politici ed elementi “antisociali”, il germe dei futuri gulag staliniani. Durante il cosiddetto “comunismo di guerra” mise in atto una politica di feroci requisizioni dei raccolti ai contadini, con conseguente carestia e moltissimi morti per fame, prima avvisaglia delle terrificanti carestie successive. Perseguitò con ferocia fanatica la chiesa ortodossa.
Per farla breve, dietro al Vladimir russo ci sono fucilazioni, morti, carceri, campi di concentramento, cose di cui di certo non è responsabile il Vladimir italiano. Per me questi sono fondamentali criteri di giudizio, per altri no. Altri non fanno distinzioni fra l’insostenibile leggerezza della vacua ideologia politicamente corretta e l’opprimente, mortifera pesantezza del totalitarismo. Anzi, le fanno le distinzioni e scelgono la seconda. A qualcuno sembra che le pagliacciate del festival di Sanremo siano tutto sommato meno gravi delle montagne di cadaveri del comunismo sovietico.
Ne abbiamo avuto la riprova con la guerra in Ucraina, quando molti critici dei mali dell’occidente hanno scambiato un autocrate con un possibile salvatore.
Considerazioni simili si possono fare riguardo all’Iran. Per certi occidentali la generosa rivolta di tante donne e di tanti uomini iraniani sarebbe una sorta aspirazione al “consumismo compulsivo”. Così non è, ma, lo dico fuori dai denti: e se anche così fosse? Forse che il velo obbligatorio, le fustigazioni o le lapidazioni delle adultere, la prigione, se non la forca, per gli omosessuali sono da preferire al cosiddetto, e mai definito con precisione, “consumismo compulsivo”?
Personalmente non ho dubbi. Considero l’occidente una civiltà in crisi e sono convinto che se non si pone rimedio a tale crisi la nostra grande civiltà rischia il tracollo. Ma se devo scegliere fra l’occidente, sia pure malato, e gli altri scelgo l’occidente, senza se e senza ma.
Con tutte le critiche che posso fare agli USA fra Mosca e Washington scelgo Washington.
E tanto basta.
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Re: Grazie America, grazie USA, grazie NATO, grazie UE

Messaggioda Berto » gio mag 05, 2022 8:02 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Grazie America, grazie USA, grazie NATO, grazie UE

Messaggioda Berto » gio mag 05, 2022 8:03 am

2)
Grazie NATO




I fatti messi in riga come birilli uno con l'altro. Fuori dalle penose tifoserie, dalle approssimazioni, dalle falsità, dalla propaganda. Paolo Mieli non ha il privilegio di confrontarsi qui su Facebook con i massimi esperti della questione, ma gli lasciamo comunque il diritto di parola.

Niram Ferretti
28 febbraio 2022

LA CRISI UCRAINA: LA NATO, UN PO' DI STORIA (E NOI)
di Paolo Mieli, Il Corriere della Sera

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Al cospetto delle atrocità compiute dai russi in Ucraina, rimane, inespressa, una piccola domanda. Quando è accaduto che noi occidentali abbiamo indotto l’Ucraina a varcare il Rubicone provocando l’ira di Putin. E quando è stato che Zelensky ha incautamente lanciato il guanto di sfida all’autocrate di Mosca. Che giorno? Che mese? Che anno?
La storia alle nostre spalle racconta cose diverse da quelle che si dicono e si scrivono in questi giorni. Dopo il crollo dell’impero sovietico, ci fu, nel 1994, una proposta della Nato alla Russia di un «Partenariato per la pace». Subito dopo, la Russia è stata accolta nel Consiglio d’Europa e nel G7. Nel 2002 Mosca è entrata nel Consiglio Nato-Russia. Quattordici anni fa (2008), nel consiglio Nato di Bucarest, gli Alleati annunciarono che l’Ucraina sarebbe potuta entrare, in un futuro imprecisato, nell’Organizzazione atlantica. Appena eletto Presidente degli Stati Uniti, Obama, nel 2009, volle verificare con l’allora segretario della Nato, l’olandese Jaap de Hoop Scheffer, lo stato della «pratica Ucraina e Georgia» (25 marzo). E, pur senza citarle esplicitamente, disse che le cose sarebbero andate avanti stando attenti a non urtare la suscettibilità russa.
Nel luglio di quello stesso anno (2009) Obama si recò a Mosca, incontrò Putin e furono rose e fiori. Poi venne il 2014 con piazza Maidan, la «rivoluzione arancione» a cui si accompagnò l’annessione russa della Crimea. Le cose si complicarono. Da quel momento la questione Ucraina-Nato è rimasta lì, sospesa. Niente è accaduto che possa giustificare l’apertura di una crisi di queste proporzioni.
Se n’è accorto Enrico Letta che, in anticipo sulla fase più drammatica dell’invasione dell’Ucraina, ha voluto fare chiarezza in modo definitivo. Annalisa Cuzzocrea («La Stampa»), gli ha posto una domanda diretta echeggiando quel che sostengono tanti (forse tutti) gli ex comunisti e molti liberal conservatori: «La Nato si è allargata troppo a est provocando questa reazione?». Il segretario del Pd le ha risposto in maniera franca: «È l’opposto. Quello che è successo dimostra che la Nato doveva far entrare l’Ucraina prima». E dimostra altresì, ha sostenuto Letta, «che l’Alleanza atlantica serve perché la democrazia va difesa». Poi il segretario del Pd ha aggiunto: «Abbiamo integrato l’Europa centro-orientale, Budapest, Vilnius, Varsavia, non possiamo tornare indietro». Più chiaro di così?
Va notato che, nei giorni successivi all’intervista, nessun dirigente o semplice militante del Pd si è sentito in dovere di aggiungere una chiosa alle parole del segretario. Neanche esponenti della sinistra esterna al Pd. Nessuno. Segno che o sono tutti distratti (il che non è da escludere) oppure l’intera comunità progressista italiana — eccezion fatta per l’Associazione nazionale partigiani — ritiene che l’Ucraina avrebbe dovuto essere ammessa e integrata nella Nato già una ventina d’anni fa. E che i fatti di questi giorni dimostrano che la Nato è un presidio della democrazia in Europa.
Letta, con poche e misurate espressioni, ha fatto giustizia di una leggenda riproposta negli ultimi giorni da molti «analisti». Cioè che nel 1991 alcuni leader occidentali (chi con precisione?) avrebbero preso con Gorbaciov l’impegno a non far entrare nella Nato le ex repubbliche sovietiche. Accadde qualcosa di ben diverso. L’allora segretario dell’Alleanza atlantica, Manfred Wörner (già ministro della difesa tra il 1982 e il 1988 nella Germania di Helmut Kohl), si impegnò con Gorbaciov a che l’organizzazione da lui guidata, a fronte dello scioglimento del Patto di Varsavia, mai avrebbe attentato alla sicurezza della Russia. Nient’altro.
Se qualcuno avesse fatto una promessa più impegnativa, non si capirebbe come sia potuto accadere che ben quindici di queste repubbliche siano poi entrate nell’Alleanza atlantica senza che Gorbaciov si sia sentito in obbligo di denunciare la violazione del presunto patto. Neanche Putin, al potere da più di vent’anni, ha mai protestato per il fatto che quindici repubbliche ex sovietiche sono state inserite nell’Alleanza atlantica «a dispetto» di quel fantomatico impegno del ‘91. Ernesto Galli della Loggia si è giustamente domandato giorni fa su queste pagine come mai Putin non si sia lamentato «per il fatto che la Polonia — membra anch’essa della Nato e confinante anch’essa con la russa Kaliningrad — potrebbe, se volesse sbriciolare in poche ore con un lancio di semplici missili da crociera la base della flotta russa del Baltico». Già, come mai?
Il fatto è che Enrico Letta, a differenza di alcuni suoi predecessori, non è particolarmente affascinato dall’antiamericanismo tuttora ben vivo dalle sue parti. E ha avuto l’audacia di dire qualcosa di non equivocabile. Qualcosa che renderà meno facile ai filorussi d’Italia — compresi quelli che adesso fanno atto di contrizione in pubblico — tornare alla carica quando tra qualche tempo sarà passata l’emozione per quel che di orribile è accaduto in questi giorni. Verrà il momento, ne siamo sicuri, in cui in molti torneranno a domandarsi pubblicamente se vale la pena fare dei sacrifici per gli ucraini i quali, a ben guardare, «se la sono cercata». Si dirà che Zelensky e i suoi sono responsabili dei torti subiti a causa della protervia con la quale, «sotto insegne naziste» (Putin), intendevano puntare dei missili contro Mosca e San Pietroburgo. Torneranno a sottolineare, quei molti, che l’impatto delle sanzioni è asimmetrico, nel senso che danneggia l’Italia più di quanto nuoccia agli Stati Uniti. E concluderanno che è giunta l’ora di prestar ascolto alle «ragioni dei russi». Cose già viste e sentite in passato, con altri dittatori, altre asimmetrie e altre «ragioni» dei prepotenti.
Quanto a Enrico Letta, se qualcuno tra un po’ lo metterà in croce per le dichiarazioni di cui si è detto, potrebbe proporsi come segretario generale della Nato (ne ha i titoli). Avrebbe il vantaggio di lasciarsi alle spalle le baruffe del «campo largo», con le quali pure ha dato prova di sapersi destreggiare in modo efficace. Ce ne sono altri mille che amano quel genere di cimento da «campieri», capaci, per giunta, di mordersi la lingua prima di pronunciar parole a favore della Nato. Lui, dati i tempi, non avrebbe difficoltà a far capire a una parte del mondo da cui proviene, che l’Alleanza atlantica è, forse, più importante.


LA NATO

Giovanni Bernardini
24 aprile 2022

https://www.facebook.com/giovanni.berna ... 1893837342

La Nato, la sua accettazione o il suo rifiuto, è stata per decenni il punto di maggior frizione fra le forze della sinistra comunista da un lato e quelle “democratico borghesi” o socialiste democratiche dall’altro. Erano schierate contro la Nato anche forze di destra, ma si trattava di partiti e movimenti neo fascisti, di dimensioni ridotte e scarso o nullo peso politico.
“Fuori l’Italia dalla Nato” è stata la parola d’ordine del PCI quasi sino alla caduta del comunismo; solo il tardo Berlinguer ammise, dopo infinite esitazioni, che la Nato e l’ombrello atomico americano avevano garantito la nostra sicurezza.
Quando il PSI di Nenni ruppe col PCI e si avvicinò al PSDI di Saragat fu la Nato il principale tema divisivo e solo dopo lunghe discussioni l’alleanza atlantica venne accettata dai socialisti.
Allo stesso modo, la accettazione della Nato è stata uno sei passi più duri che il vecchio PCI dovette compiere quando, caduto il comunismo in Europa, decise di iniziare a fare, con estrema reticenza, i conti col proprio passato.
La Nato come discrimine quindi, discrimine che sembrava superato una volta per tutte. Ieri la Nato era una alleanza imperialista da combattere con tutti i mezzi, oggi quasi tutti i partiti la accettano o dicono di accettarla. Una storia a lieto fine quindi?
Non proprio, lo si è visto, lo si vede in questi giorni, in occasione della guerra in Ucraina.
Tanti personaggi di sinistra hanno riscoperto in questi giorni la antica ostilità della loro parte politica nei confronti della Nato. Certo, non strillano più “fuori l’Italia dalla Nato” ma condannano “l’espansione ad est” del patto atlantico, accusano la Nato di voler “circondare” la Russia, dicono che tramite la Nato gli Usa “dominano” l’Europa e l’Italia eccetera eccetera. Se Berlinguer dicesse OGGI che la Nato e l’ombrello atomico americano hanno garantito la nostra sicurezza sarebbe sommerso da fischi e strilli di indignazione. C’è da scommetterci: il leader comunista diventerebbe immediatamente un “guerrafondaio”.
Ma c’è di più. Ad essere fieri nemici della Nato non sono oggi solo i nostalgici del comunismo, no, ad essi si affiancano uomini di destra. E, attenzione, non esponenti di gruppazzi neofascisti o addirittura neonazisti: la loro opposizione alla Nato ed agli Usa non è mai stata in discussione. No, a scoprirsi oppositori se non nemici della Nato e degli Stati Uniti sono persone che si definiscono liberali, democratiche, amanti dell’occidente. Per qualcuno che si definisce occidentale e liberale la richiesta di Finlandia e Svezia di aderire alla Nato costituirebbe una “provocazione” nei confronti della Russia di Putin. Sin dal primo momento della invasione russa all’Ucraina sedicenti “liberali” si sono uniti ai nostalgici del comunismo per invocare la resa degli ucraini. Uno spettacolo desolante.
Val la pena di ripeterlo: le guerre rimescolano le carte in campo, ridefiniscono schieramenti ed alleanze. Lo sta facendo anche la orribile guerra cui siamo obbligati ad assistere. Buono a sapersi.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Grazie America, grazie USA, grazie NATO, grazie UE

Messaggioda Berto » gio mag 05, 2022 8:03 am

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Grazie America, grazie USA, grazie NATO, grazie UE

Messaggioda Berto » gio mag 05, 2022 8:04 am

3)
Grazie UE ( e grazie Occidente)

(con riserve e forti critiche alla sua social democrazia e sul politicamente corretto oggi egemoni)

La storia dell'UE
Leader lungimiranti hanno ispirato la creazione dell'Unione europea in cui viviamo oggi. Senza il loro impegno e la loro motivazione non potremmo vivere nella zona di pace e stabilità che oggi diamo per scontata.
Combattenti della resistenza, avvocati o parlamentari, i pionieri dell'UE erano un gruppo eterogeneo di persone mosse dagli stessi ideali: la pace, l'unità e la prosperità in Europa.
https://european-union.europa.eu/princi ... tory-eu_it



L'Europa che sognamo e che vogliamo

http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =92&t=2801
https://www.facebook.com/groups/338929683317591
https://www.facebook.com/groups/3389296 ... 0056650887
No a quest'Europa mostruosa, ademocratica e castuale, spinelliana e boniniana, sovietizzante e nazi comunista, che viola i diritti umani naturali, universali e civili dei nativi/indigeni e cittadini italiani ed europei, antisemita e antisraeliana, filo nazi maomettana.
Questa non è l'Europa della vita che sognamo e vogliamo, questa è l'Europa dell'orrore e del terrore, l'Europa della morte e della negazione dei nostri diritti. Noi sognamo un'Europa che sia conforme ai valori del suo cuore antico che pulsa tra le montagne i laghi, le valli e le piane della Svizzera dove si incrociano e s'incontrano i sentieri dell'Europa preistorica, le sue tradizioni culturali, preistoriche e storiche, quella buona Europa che sognava l'austriaco Kalergi naturalizzato svizzero e ben delineata nell'Inno alla Gioia che è il suo canto.



Europa e i diritti negati e calpestati dei cittadini nativi europei

http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =92&t=2682

Liberiamo l'Europa dai sensi di colpa, dai miti e dai pregiudizi
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =92&t=2669

Il Politicamente Corretto è l'ideologia del male e dell'inversione assurda elevate a bene e assunte come diritto, è l'ideologia dell'odio e del caos.
La menzogna, l'inganno, l'illusione del Politicamente corretto e le sue violazioni dei diritti umani
viewtopic.php?f=196&t=2947
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6835049120




LE LIBERTÀ CI RENDONO PIÙ FORTI
Angelo Panebianco Il Corriere della Sera
9 maggio 2022
Come in altre occasioni, anche nelle controversie che ha suscitato l’invasione russa dell’Ucraina, si confrontano due diverse concezioni della politica internazionale.
Per la prima, il mondo è l’equivalente di una grande scacchiera ove i potenti (o supposti tali), coloro che stanno al vertice degli Stati, muovono l’uno contro l’altro i vari «pezzi», gli altri esseri umani: le persone comuni sono sempre manovrate da quei potenti a loro piacimento, spostate da un punto o l’altro a seconda dei loro desideri e scopi.
Per la seconda concezione quegli esseri umani sono senzienti e pensanti, non sono i passivi e inerti pezzi di una scacchiera. A seconda delle loro credenze o del loro interesse, possono a volte seguire, con entusiasmo oppure solo per quieto vivere, le indicazioni dei capi di Stato o inchinarsi ai loro ordini ma a volte no. E se decidono per il no possono mandare all’aria i disegni dei potenti e influenzare il corso della storia.

Immaginiamo che cosa sarebbe successo se gli ucraini, al momento dell’invasione, avessero scelto immediatamente, a schiacciante maggioranza, di arrendersi perché contenti di essere «liberati» dai russi (come immaginava Putin) o perché desiderosi di salvare la vita anche a costo di finire sotto il giogo di una dittatura.
In tal caso, la Russia si sarebbe impadronita subito dell’Ucraina. Le cancellerie occidentali avrebbe fatto qualche dichiarazione di protesta, e nulla più.
In seguito, quando sarebbe iniziata la inevitabile «de-nazificazione», ossia la caccia, casa per casa, degli oppositori (dei quali certamente i servizi segreti russi avevano già preparato la lista), l’Occidente avrebbe definito intollerabile la violazione in atto dei diritti umani (come nei casi di Hong Kong o della Bielorussia, più o meno). E tutto sarebbe finito lì. Il fortissimo «partito filo-russo» presente in Italia e in Germania non avrebbe smesso di fare i suoi soliti affari con Mosca. La Russia avrebbe continuato a sfruttare ogni opportunità per influenzare le fragili, aperte, permeabilissime, democrazie europee.
Naturalmente, la riconquista dell’Ucraina avrebbe cambiato la carta dell’Europa. L’inerzia occidentale avrebbe rafforzato la convinzione di Putin e del suo gruppo che l’Occidente sia una civiltà morente, finita. Per l’impero risorto, l’Ucraina sarebbe stata solo l’inizio. Dopo qualche tempo sarebbe probabilmente toccato alla Moldavia. Baltici e polacchi (Nato o non Nato) avrebbero presto sentito sul collo il fiato del predatore. E la guerra mondiale sarebbe stata a quel punto assai probabile, se non inevitabile.

E invece no. Quegli ucraini hanno deciso diversamente. Hanno deciso che bisognava combattere. Ricordo un servizio televisivo alla vigilia dell’invasione. Ragazzi e ragazze, studenti per lo più, che, da volontari, preparavano sacchi di sabbia in vista dell’imminente attacco. Come tanti altri. Certo, c’è Zelensky. Se se la fosse data a gambe come molti prevedevano, avrebbe creato disorientamento e il morale degli ucraini sarebbe crollato. Ma nemmeno Zelensky avrebbe potuto fare alcunché se tanti «piccoli grandi uomini» e tante «piccole grandi donne», persone di cui non conosceremo mai i nomi, non avessero scelto di resistere.
È stata la loro resistenza che ha cambiato tutto. Senza quella resistenza né Biden né gli europei avrebbero mosso un dito. E non sarebbero bastati gli sforzi fatti dalla Nato per rafforzare l’esercito ucraino dopo l’invasione della Crimea del 2014.
Il fatto che gli ucraini abbiano deciso di combattere e abbiano dimostrato di saperlo fare, rovinando la festa a Putin, ha dato la sveglia agli occidentali, li ha costretti a sostenerli. Quegli ucraini, come tanti granelli di sabbia, hanno bloccato gli ingranaggi della potente macchina da guerra russa. E hanno cambiato il corso della storia del mondo. Nei nostri talk show gli esponenti del partito filo-russo non riescono a nascondere di considerare quei cittadini ucraini — ostinatamente decisi a difendersi — alla stregua di scocciatori e guastafeste.
Se ci si pensa bene è proprio perché gli esseri umani, come hanno dimostrato gli ucraini, non sono solo i pezzi di una scacchiera, che le democrazie alla fine, forse fra qualche decennio, potrebbero prevalere nel braccio di ferro ingaggiato con le grandi potenze autoritarie.

La ragione è che solo le società aperte occidentali sono organizzate in modo da valorizzare le persone garantendo loro quelle libertà che poi si traducono in iniziativa individuale, messa a frutto dei talenti, dell’inventiva di tanti in ogni settore. Il contrario di ciò che fanno le società chiuse, rette da regimi autocratici. Basta confrontare il modo in cui gli occidentali e i cinesi hanno affrontato la sfida della pandemia per comprendere dove stiano i vantaggi, e i punti di forza, della società libera. Per giunta, grazie alla democrazia, le società occidentali possiedono ciò che le autocrazie non possiedono: meccanismi (istituzioni e procedure) mediante le quali è possibile correggere gli errori dei governi. E hanno il vantaggio che, se minacciati dagli autocrati, tanti pacifici occidentali, nel momento del pericolo, sarebbero pronti a difendere le loro libertà. A differenza dei sudditi governati dagli autocrati, quei cittadini dispongono di forti motivazioni. I capi delle potenze autoritarie sottovalutano regolarmente le grandi risorse, materiali e spirituali, alimentate dalla libertà, che le democrazie possono, alla bisogna, mettere in campo.
Può sembrare una valutazione eccessivamente ottimistica. Sappiamo tutti quanto sia malmesso oggi il mondo occidentale. Nulla può essere dato per scontato. In seno all’Occidente i nemici della società libera sono tanti e agguerriti. Potrebbero anche prevalere prima o poi. La doppia sfida (delle potenze autoritarie e dei nemici occidentali delle libertà) potrebbe rivelarsi irresistibile.
Però, la partita è aperta. Le democrazie sono fragili ma hanno anche un atout: non trattano i propri cittadini da pedoni, sacrificabili a piacere.
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Re: Grazie America, grazie USA, grazie NATO, grazie UE

Messaggioda Berto » gio mag 05, 2022 8:04 am

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