Il Donbass è degli ucraini e dell'Ucraina e non della Russia

Il Donbass è degli ucraini e dell'Ucraina e non della Russia

Messaggioda Berto » ven apr 22, 2022 9:40 pm

Le menzogne sul Donbass, dove fu il genocidio?
Giovanni Catelli
22 Aprile 2022

https://www.eastjournal.net/archives/125348

È il caso di rispondere una volta per tutte alle menzogne che vengono ogni volta sostenute dai governanti russi per giustificare l’aggressione all’Ucraina: parlano ogni volta di un fantomatico genocidio, anche di donne e bambini, che si sarebbe svolto in questi anni nel Donbass; benissimo, ci dicano dove e quando sarebbe avvenuto questo “genocidio” e ci mostrino le prove: con la potenza della loro ossessiva disinformazione, i russi avrebbero ricoperto di denunce i media anche per la morte di un singolo piccione, nel Donbass da loro occupato con le armi nel 2014. Dei famigerati 14mila morti nel Donbass si dimentica di dire chi sono, cioè per circa un terzo militari e paramilitari ucraini, per un terzo paramilitari russofili e soldati russi, e per l’ultimo terzo civili – di lingua ucraina e russa, indistintamente. Dov’è il genocidio?

La verità conclamata è che nel Donbass non sarebbe avvenuta nessuna guerra, se non l’avesse portata con le armi e i suoi mercenari la Russia. Possiamo ripetere qui il giudizio del grande giornalista Luke Harding: “Senza la Russia, nel 2014 non ci sarebbe stata nessuna guerra. Indubbiamente ci sarebbero state le tensioni tra il governo centrale di Kiev e le sue regioni orientali a maggioranza russa: una disputa politica su autonomia, devoluzione del potere, molteplici fallimenti dello stato ucraino e status della lingua russa, ma l’Ucraina non sarebbe caduta nel caos”. Ancora Harding: “Putin scatenò una guerra in Ucraina orientale, per quanto combattuta di nascosto, con soldati camuffati e agenti clandestini. Il conflitto che gravò sull’Ucraina nel 2014 non era, come affermò Mosca, una guerra civile. Si trattava in realtà di qualcosa di artificiale, una specie di Frankenstein creato a tavolino dal governo russo e portato alla vita dal brutale shock della forza militare e dell’invasione. Il GRU ebbe in questo un ruolo cruciale.”

Ora, a tutti i propagandisti che ripetono come pappagalli le vuote formule della disinformazione russa sarebbe il caso di chiedere prova di quanto affermano. Non è sufficiente enunciare formule gradite ai tanti neneisti solo per alzare l’audience con risse da pollaio.

Sono morti i poveri coscritti ucraini mandati a difendere il paese, con scarsi mezzi, contro soldati e mercenari professionisti. I 14mila morti ufficiali hanno un volto e un nome (qui il report delle Nazioni Unite), e sono morti a causa dei bombardamenti e del tiro indiscriminato che il territorio ucraino subisce da anni.

La responsabilità di questa tragedia ricade, oltre che sull’aggressore russo, che mandò interi autobus di mercenari capeggiati da Igor Girkin, sugli uomini fedeli all’ex presidente Yanukovich, vero ras della regione: la polizia a lui fedele non mosse un dito per fermare le proteste inscenate dalla Russia. Anche l’oligarca Rinat Akhmetov avrebbe potuto fermare gli scalmanati inviati e sobillati dalla Russia ma non volle farlo. Esistono di questo centinaia di testimonianze e decine di studi

Gli ammiratori di queste repubbliche del malaffare, che le hanno variamente confuse con dei paradisi di libertà, di socialismo, di difesa della tradizione, di opposizione all’atlantismo, non si sono mai recati personalmente ad ammirare i paradisi che tanto difendono. Se lo avessero fatto, avrebbero compreso la portata delle menzogne che con falsa autorità fanno circolare nel dibattito come dati di fatto.


Tags Donbass genocidio Giovanni Catelli
Chi è Giovanni Catelli

Giovanni Catelli, cremonese, è scrittore e poeta, esperto di cultura e geopolitica dell’Europa orientale. Suoi racconti sono apparsi in numerose testate e riviste, tra cui il Corriere della Sera, la Nouvelle Revue Française, Nazione Indiana, L’Indice dei Libri. Ha pubblicato In fondo alla notte, Partenze, Geografie, Lontananze, Treni, Diorama dell'Est, Camus deve morire, Il vizio del vuoto, Parigi e un padre (candidato al Premio Strega 2021). Geografie e Camus deve morire (con prefazione di Paul Auster) sono stati tradotti in varie lingue. Collabora con Panorama e dirige Café Golem, la pagina di cultura di East Journal. Da più di vent'anni segue gli eventi letterari, storici e politici dell'Europa orientale, e viaggia come corrispondente nei paesi dell'antico blocco sovietico.



Il Nazifascismo Separatista Putiniano Nel Donbass
Spaziolibero Cris
Andrea Ferrario
6 giugno 2022

https://unaepidemiadivita.wordpress.com ... l-donbass/

I nazifascisti ed estremisti di destra che hanno fondato e diretto le due “repubbliche popolari” del Donbass a partire dal 2014.
Messi temporaneamente da parte dal Cremlino una volta terminati i loro compiti, sono tornati in questi giorni sulla scena della guerra.

Documentiamo come le leggende sull’esistenza di un autentico antifascismo nel Donbass siano una colossale “patacca”, occupandoci in particolare della figura del defunto comandante Mozgovoy e dei suoi nessi con l’estrema destra.

1) I nazifascisti delle “repubbliche” del Donbass

Mentre in Italia ci si è sempre concentrati esclusivamente sui neofascisti ucraini, il problema macroscopico del nazifascismo nelle “repubbliche popolari” e in Russia è stato sistematicamente ignorato. La sinistra italiana, e la massima parte di quella internazionale, si è fatta passare sotto il naso senza pronunciare nemmeno un timido “ohibò” quella che probabilmente è stata la più ampia operazione politica e militare nazifascista in Europa dopo il 1945, la creazione nel 2014 delle “repubbliche popolari” separatiste di Donetsk e Lugansk e le loro azioni militari, condotte sotto l’egida di Mosca per ottenere il controllo del Donbass.

Le modalità di creazione delle “repubbliche” e il profilo dei nazifascisti che le hanno fondate sono descritti nell’approfondita indagine pubblicata da “Crisi Globale”, con decine di link a fonti principalmente separatiste e russe, a fine aprile 2014, cioè quasi in presa diretta:

L’anima nera della “Repubblica di Donetsk”

Nell’articolo viene descritto nei dettagli come i gruppi all’origine delle due “repubbliche” separatiste create subito dopo Maidan e l’annessione della Crimea fossero formati interamente da nazifascisti, razzisti, antisemiti ed estremisti di destra filozaristi. I più importanti di loro venivano dalla Federazione Russa e non avevano in precedenza avuto nulla a che fare con il Donbass.
I due leader principali, Igor Girkin “Strelkov” e Aleksandar Boroday, corrispondono esattamente a questo profilo, e almeno il primo, con esperienze militari in Bosnia e in Cecenia, era sicuramente legato ai servizi segreti russi.
Lo stesso vale quasi sicuramente per l’intera dirigenza separatista, che ha agito in perfetta sintonia con la pianificazione degli eventi da parte di Mosca, sebbene per ovvi motivi solo per alcuni dei suoi esponenti vi siano precise evidenze.

Anche le forze armate delle due “repubbliche” erano sotto controllo fascista, basti pensare che quelle della “repubblica di Lugansk” sono state a lungo sotto il comando di un noto neonazista di San Pietroburgo, Aleksey Milchakov, e quelle della repubblica di Donetsk sotto quello di un altrettanto noto neonazista, Aleksandr Matyushin, già a capo della sezione di Donetsk del gruppo neonazista Russkiy Obraz e dell’organizzazione giovanile della relativa “repubblica”, nonché fondatore del battaglione nazifascista Varyag.

Sotto gli ordini dei loro camerati inviati da Mosca hanno agito anche alcuni microgruppi neofascisti locali del Donbass, attivatisi in funzione anti-Maidan già prima degli eventi del marzo 2014. Questi ultimi erano privi di ogni legame con la popolazione locale e hanno ottenuto i loro risultati unicamente grazie al sostegno di Mosca, nonché all’appoggio condizionato ricevuto dai potentati mafio-oligarchici locali.

Inoltre, i nazifascisti e gli altri estremisti di destra a capo delle “repubbliche” separatiste, facevano parte di una rete internazionale creata dal Cremlino attraverso “Unioni eurasiatiche”, “conferenze internazionali”, convegni, convocazioni di “osservatori internazionali” a elezioni farsa, mirati a fare convergere l’estremismo di destra europeo (e negli anni successivi, anche statunitense) verso gli interessi di Mosca.
Pertanto la dimensione dell’operazione nazifascista separatista, al contrario per esempio di quella del neofascismo ucraino, è anche di natura paneuropea.

Infine, avevamo pubblicato sempre nel 2014, a titolo documentativo, il testo “teorico” di un ideologo della “Repubblica di Donetsk”, Igor Droz, che è emblematico della natura di estrema destra, integralista cristiana e omofoba delle repubbliche separatiste: L’”antifascismo” neofascista della Novorossiya.
Igor Droz era vicino a Igor Strelkov e partecipava alle riunioni del think-tank separatista Izborsky Club, di cui faceva parte anche il noto neofascista russo Aleksander Dugin.

Ma cosa è successo dopo il 2014-2015?
Mosca ha progressivamente rimosso la maggior parte degli uomini della prima ora, cioè i fascisti di cui sopra. Questi ultimi si dimostravano poco controllabili, molti comandanti avevano creato dei veri e propri feudi in reciproco conflitto, o in conflitto con le dirigenze di Donetsk e Lugansk.
Putin grazie ai nazifascisti separatisti aveva portato a termine con successo la prima fase della sua guerra contro l’Ucraina, non era per il momento interessato ad allargare un conflitto per il quale non si riteneva ancora preparato e puntava per il momento a tenere in scacco il governo di Kyiv dopo avere messo un’ipoteca sul funzionamento del paese con la creazione delle “repubbliche” separatiste, continuando però a intessere una rete di estrema destra a livello europeo che gli poteva tornare utile su temi come le sanzioni, il gas e altro ancora.

I separatisti della prima ora sono stati fatti quasi tutti uscire di scena in un modo nell’altro. Strelkov e Boroday sono stati richiamati a Mosca (il secondo oggi è deputato di Russia Unita), svariati comandanti sono stati uccisi.

Il primo nuovo uomo, che nell’estate del 2014 ha sostituito il “presidente” separatista Boroday, è stato Alexander Zakharchenko, anch’egli proveniente da ambienti di estrema destra, ma più grigio e obbediente – il che non lo ha salvato però dal morire in un attentato nel 2018.

Anche svariati altri comandanti noti, come Motorola, Givi o Alexey Mozgovoy, sono stati uccisi. Oggi al potere rimangono personaggi privi di ogni personalità, veri e propri burattini di Mosca, come Denis Pushilin, l’unico sopravvissuto della prima ora, anch’egli connesso con l’estrema destra, ma lungi dall’esserne stato un militante attivo: nel periodo prima del “separatismo” si limitava a rubare soldi ai pensionati come dirigente di una piramide finanziaria.

Battaglioni neonazisti (il Rusich) o con una nutrita presenza neofascista al loro interno (il Somali) hanno però continuato e continuano a operare sul terreno in Donbass e in queste settimane Pushilin si è fatto cogliere mentre decorava un comandante che recava sulla divisa un simbolo neonazista.

Di tendenze naziste è anche il gruppo mercenario stragista Wagner (si vedano ad esempio gli articoli di Res Publica e del Guardian) che, come già nel 2014, sta oggi operando nel Donbass a fianco dei separatisti e dell’esercito russo, dopo avere combattuto e compiuto eccidi in Medio Oriente e Africa al servizio di Mosca.

L’eliminazione della maggior parte dei fascisti dei primi due anni delle repubbliche separatiste non vuol dire che queste ultime si siano democratizzate. Sono sempre rimaste dittature dove si praticano sistematicamente la tortura, gli omicidi mirati contro le briciole sopravvissute della società civile, le politiche omofobe e integraliste cristiane. Inoltre la dirigenza separatista ha distrutto l’economia locale con una pura politica di saccheggio, non pagando gli stipendi agli operai, o consegnando i beni del paese a grandi capitalisti della Federazione Russa.

Su questi aspetti una delle migliori fonti è il dettagliato articolo di Natalia Savelyeva pubblicato dalla Fondazione Rosa Luxemburg.
Molto utili anche i precisi materiali pubblicati dallo storico e attivista di sinistra Simon Pirani nel suo sito “People and Nature”, come ad esempio The “republics” Putin is fighting for e Social protest and repression in Donbass.

Sulla natura di estrema destra delle “repubbliche” separatiste fondamentale è il saggio “Russian White Guards in the Donbass” di Zbigniew Marcin Kowalewski, pubblicato da International Viewpoint, così come il suo “The oligarchic rebellion in the Donbass”.
Un altro articolo che traccia con precisione i nessi tra neonazisti russi, Cremlino e nazifascisti del Donbass è “Neo-Nazi Russian nationalist exposes how Russia’s leaders sent them to Ukraine to kill Ukrainians”.

Utili anche “The Involvement of Russian Ultra-Nationalists in the Donbas Conflict”, di Richard Arnold, e il recente “Neo-Nazi Russian Attack Unit Hints It’s Going Back Into Ukraine Undercover”, sul battaglione neonazista Rusich.

Per quanto riguarda i documenti fotografici, consigliamo queste due “gallerie” di immagini sui nazifascisti del Donbass:
http://www.evasiljeva.ru/2017/08/blog-post_20.html

https://glavnoe.ua/news/n186957

2) Antifascisti nel Donbass? Ma non scherziamo…

In Internet circolano numerosi materiali fotografici e “reportage” sulla presenza di comunisti e antifascisti tra i separatisti del Donbass. Molti di questi materiali tendono ad affermare che l’intero Donbass separatista è una roccaforte antifascista. In Italia questo discorso è amplificato da una serie di piccoli gruppi di una galassia stalinista che, per sua natura, è sempre pronta a schierarsi dalla parte degli stragisti, dal sito Contropiano (vicino al sindacato USB filo-Assad e filo-Putin), fino alla band militante Banda Bassotti o a piccoli gruppi.

Queste tesi sono tornate alla ribalta con la morte nel Donbass di Edy “Bozambo” Ongaro che, condannato per aggressione, aveva trovato rifugio prima in Spagna e poi nel Donbass separatista, dove si era arruolato nel battaglione Prizrak, l’unico della regione che in effetti esibisce spesso bandiere rosse (dell’Unione Sovietica) e accoglie militanti “internazionalisti” di gruppi neostalinisti europei.

La storia del battaglione Prizrak e del suo comandante, Aleksey Mozgovoy è esemplare di come l’idea dell’esistenza di una tendenza di sinistra ed effettivamente antifascista sia una pura “patacca”.
Mozgovoy, che a differenza della maggior parte dei suoi camerati separatisti non aveva avuto una storia di militanza di estrema destra prima del 2014 (era stato soldato a contratto per cinque anni, poi aveva vissuto di occupazioni occasionali), si era tuttavia legato fin dall’inizio degli eventi di quell’anno a Igor Strelkov, l’estremista di destra di cui abbiamo già parlato e che ha guidato le fasi fondamentali dell’annessione della Crimea e della “primavera russa” separatista nel Donbass su ordini di Mosca.

Mozgovoy, che controllava un suo “feudo” ad Alchevsk, nella regione di Lugansk, faceva parte di un settore di comandanti meno direttamente controllabili da Mosca ed era presto entrato in conflitto con l’ala più burocratica che governava la cosiddetta “Repubblica di Lugansk”. Inoltre, dopo i primi mesi della “primavera russa” gli effettivi del suo battaglione stavano calando di numero. Alla fine, nel 2015, Mozgovoy è stato ucciso in un agguato quasi di sicuro organizzato dalla dirigenza di Lugansk e/o da Mosca.

Mozgovoy è sempre stato su posizioni che, per quanto confuse, erano di estrema destra e anticomuniste, come testimoniato da molto di più dei suoi soli legami con Strelkov. Per esempio, a fine agosto 2014 Mozgovoy ha preso parte a Yalta a un congresso che, sotto l’occhio paterno di Sergey Glazyev, uomo forte del Cremlino e allora consigliere di Putin, ha riunito neofascisti e neonazisti di tutta Europa, come per esempio Roberto Fiore di Forza Nuova, il neonazista belga Luc Michel o l’antisemita Israel Shamir, tra i tanti altri.

Nel novembre dello stesso anno organizzava un processo “popolare” in perfetto stile fascio-stalinista contro due uomini accusati di rapporti con una minorenne, durante il quale è riuscito a colpevolizzare con parole tipiche di un fascista le donne che non se ne stanno a casa, dopo avere annunciato che quelle trovate a frequentare un locale sarebbero state arrestate:
“Il compito [delle donne] è badare ai figli. Nella nostra città è pieno di donne nei bar, anche nei night-club. […] Una donna dovrebbe essere la guardiana del focolare, la madre. E che tipo di madri diventano dopo aver frequentato i pub? …
Una donna dovrebbe stare in casa a cuocere pirozhki e bere un bicchierino solo il giorno della Festa delle donne. È ora di ricordare che siete russe!
È ora di recuperare la vostra spiritualità!
Perché una donna era innanzitutto una madre. Ma che madre potrebbe mai essere se rovina il suo organismo con l’alcool, e ai tempi d’oggi addirittura con le droghe?”.

Alcuni giorni dopo in un’intervista alla Novaya Gazeta Mozgovoy esprime il suo disprezzo per la Rivoluzione russa definendola “una sceneggiata” frutto di una cospirazione, interpretandola come l’inizio delle sventure della Russia, tutti concetti che sono un cavallo di battaglia dei reazionari di Mosca.
Della sua posizione politica sono testimonianza anche i video pubblicati dal canale Youtube del battaglione Prizrak quando era ancora vivo: Mozgovoy parla sullo sfondo di icone, bandiere nere con il teschio, ritratti di generali zaristi che hanno colonizzato il Caucaso facendo strage e simili.

La bandiera dello stesso battaglione Prizrak ha sullo sfondo una croce nera con un motivo chiaramente littorio, cosa che non deve meravigliare, visto che del battaglione hanno fatto parte come sottosezioni nel 2014-15 formazioni armate di gruppi neonazisti come Rusich, Feniks e Varyag.
Inoltre, il comandante aderiva all’ideologia omofoba imperante nelle “repubbliche” separatiste. Successivamente, verso la fine della sua carriera, il comandante ha allargato il suo battaglione anche alla partecipazione di volontari “comunisti”, ma senza alcuna contromarcia politica su tutto il resto.

Trovandosi in difficoltà e a corto di uomini nel contesto che contraddistingueva allora della regione di Lugansk, Mozgovoy ha poi cercato evidentemente di trovare una sponda in più in una serie di minigruppetti, o addirittura singoli, di tendenza stalinista. Tra di essi vi erano anche militanti di Borot’ba, un gruppo ultrastalinista che ha collaborato attivamente con i neofascisti e ha avuto pesanti responsabilità nei tragici eventi che hanno portato alla strage di Odessa del 2 maggio 2014.
Negli anni successivi è poi emerso che questo gruppo “di sinistra” era direttamente al soldo del Cremlino (si vedano Bellingcat e Nihilist).

Sappiamo benissimo tutti da sempre, e come minimo dal patto Hitler-Stalin del 1939, che non vi è alcuna stranezza nel nesso fascismo-stalinismo.
L’antifascismo dei “comunisti” del battaglione Prizrak è privo di ogni contenuto concreto, non critica il fascismo come tale, con i suoi sistemi di oppressione e repressione, che in realtà fa in buona parte propri.
Si limita a slogan di natura esclusivamente retorica e all’esaltazione della vittoria militare dell’Urss nel 1945 (interpretata però abusivamente come espressione della potenza della Russia, dimenticandosi i resistenti ucraini, bielorussi e di altri popoli che costituivano il nucleo portante della lotta sovietica contro il nazismo dopo il 1941 e che sono morti a milioni nella lotta contro i nazisti).

Infine, sulle divise dei combattenti del Prizrak, così come su ogni sfondo delle interviste a Mozgovoy, campeggia in bella vista la bandiera rossa con la X azzurra in bordi bianchi della Novorossiya.
Non solo il concetto di Novorossiya (Nuova Russia) è stato creato dal colonialismo dell’ultrareazionario Impero Russo, ma la sua bandiera odierna non si richiama ad alcuna tradizione locale: è stata scelta nel 2014 dai neofascisti che hanno fondato le repubbliche del Donbass copiandola intenzionalmente da quella dei loro camerati dell’estrema destra sudista americana.
E’ insomma una bandiera razzista, che esprime l’analoga ideologia di chi la utilizza come emblema, predicando lo schiavismo per gli ucraini e l’annullamento della nazione ucraina, che secondo loro deve essere diluita in quella russa con gli strumenti dello stragismo e della “rieducazione” forzata.

Lo studio più approfondito su Aleksy Mozgovoy è il lungo testo in tre parti di Kyrylo Tkachenko sui nessi tra neonazisti del Donbass e sinistra stalinista – scritto in tedesco, ma facilmente leggibile con un traduttore automatico:
Wie Teile der deutschen Linken Faschisten in der Ukraine unterstützen (Come parti della sinistra tedesca sostengono i fascisti in Ucraina).
Le parti specificamente dedicate a Mozgovoy e ai suoi collegamenti con l’estrema destra sono la seconda e la terza. Si tratta di un’inchiesta corredata di link a centinaia di fonti (quasi tutte separatiste o contigue) e molte foto che documentano i nessi tra il comandante e i neonazisti.

Sulla figura del comandante Mozgovoy si possono consultare anche un articolo con video di Vice, una testimonianza dell’anarchico Volodarskij ripubblicata con un commento dal sito di sinistra Ukraine Solidarity Campaign, nonché il profilo VKontakte di Mozgovoy stesso.

La realtà della guerra di oggi conferma in pieno che gli eventi del Donbass nel 2014 non sono stati altro che il primo capitolo della messa in atto di un programma genocida di chiara ispirazione fascista e neozarista.

A questo va aggiunto che chi nella sinistra italiana sostiene ossessivamente le tesi inventate di sana pianta di un’Ucraina da anni in mano a un governo fascista e in preda al terrore nazifascista, mentre in Ucraina vi è sì un preoccupante problema di estrema destra fascista da non sottovalutare, ma che rientra in limiti del tutto analoghi a quelli dell’Europa Occidentale, ignorando invece volutamente l’entità enorme del nazifascismo e dell’estrema destra nel Donbass e in Russia nell’ultimo paio di decenni, si schiera di fatto con la galassia nazifascista più potente, violenta e guerrafondaia del secondo dopoguerra.



Ci sono alcune cose che bisogna sapere quando si parla di Donbass
Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli
di Angelo Laurenza
7 aprile 2022

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7574206890

•Il Donbass è ucraino. Seppure sotto l’impero russo, il Donbass fu fondato da cosacchi ucraini.
•Il Donbass non è etnicamente russo. I russi sono all’incirca il 40% della popolazione, mentre gli ucraini sono il 55%.
•Pur essendoci un certo attaccamento alla Russia, al referendum del 1992 per l’indipendenza dell’Ucraina dalla Russia, vinse il fronte dell’indipendenza con oltre il 90% dei voti. Le regioni meno propense all’indipendenza erano proprio quelle del Donbass, dove però solo il 16% votò contro l’indipendenza dalla Russia e la Crimea dove i voti contrari erano al 42% . Quindi i contrari all’indipendenza dalla Russia erano comunque in minoranza.
•Pur essendo una minoranza, il russo è stato assunto come lingua franca dalla regione. Dopo il 2014, si è reso l’ucraino unica lingua ufficiale, ma non è mai stato vietato a nessuno di parlare russo.
•La maggior parte dei russi etnici si considera ucraina. Questo vale anche per tanti russi che vivono nella parte occidentale del Donbass (quella sotto controllo ucraino) e che in questi giorni avete potuto vedere opporre una strenua resistenza all’invasione russa.
•L’indipendentismo è stato avvallato soprattutto dal partito di Yanukovich, da sempre dominante in quelle regioni, che già una volta minacciò l’autonomia, nel 2004, quando Yanukovich fu accusato di brogli.
Ad esso si aggiunse il Partito Comunista, da sempre filo-russo, e la Berkut, la polizia che aggredì a più riprese i manifestanti del 2013-2014, che fu quindi sciolta. Ah e ovviamente la Russia.
•Ci sono delle ragioni per l’indipendentismo, non sto dicendo il contrario.
In particolare, dopo Maidan il paese si divise tra filo-russi e filo-europei, con tanto di scontri, fino alla strage di Odessa, che sicuramente fu un motivo di rottura in più.
•Bisogna specificare, visto che ho letto a più riprese questo errore, che gli attacchi non era nei confronti dei russofoni o dei russi etnici, ma esclusivamente dei filo-russi. In Ucraina si può tranquillamente parlare russo e essere russi, il che ci porta al prossimo punto.
•Il battaglione Azov nacque a Kharkiv nel 2014 da un gruppo Ultras, a cui si unirono poi altri volontari, per fronteggiare un tentativo di “separatismo” di questa regione, che si trova appena sopra al Donbass ed è a maggioranza russofona (non a caso, è uno dei principali bersagli di questa invasione).
I membri del battaglione parlano tra loro in russo e molti di essi sono di etnia russa. Il resto lo sapete, una parte del battaglione ha chiare simpatie neonaziste.
•I morti della guerra in Donbass in 8 anni non sono circa 14000.
Di questi 3404 sono civili, 4400 sono appartenenti alle forze armate ucraine e 6500 sono i ribelli armati filorussi. Delle vittime civili, il colpo maggiore venne da un missile sparato dai russi contro un aereo civile, confuso per uno militare. Quasi 300 morti.
•Su questo punto potrei sembrarvi un po’ cinico, ma dato che la propaganda di Putin e le argomentazioni di alcuni commentatori del web vertono molto su questa parola, devo dirvi che 3000 morti in una guerra che è andata avanti per almeno 3 degli ultimi 8 anni, in una regione che ha complessivamente più di 7 milioni di abitanti, non è un genocidio. Per farvi capire, nella sola Mariupol sono morte 3000 persone negli ultimi 20 giorni. E questo ci porta direttamente al punto successivo.
•Mariupol si trova nel Donbass. Non c’è segno di resa nonostante i bombardamenti. E questa chiaramente non è una liberazione, è un massacro.
•Per finire, almeno con il Donbass perché di cose da confutare ce ne sono davvero troppe, nell’aprile del 2014 (quindi nello stesso periodo dell’indipendentismo), fu fatto un sondaggio, su cui non farei troppo affidamento, ma che è giusto citare.
In questo sondaggio l’opposizione complessiva a una separazione dall’Ucraina e annessione dalla Russia superava il 50%. Ci sono, a dire il vero, altri sondaggi, vi lascio i link alla fine del post.
Conclusioni:
Il Donbass è ucraino ed è stato invaso. Senza essere per forza degli esperti, tutti sappiamo che gli estremismi originano dalle crisi. E, anche se è vero che ci sono gruppi nazionalisti e neonazisti (no, non sono la stessa cosa), per giunta armati, ciò non cambia la visione delle cose.
Questi gruppi sono la conseguenza di queste situazioni, non la causa.
E non sono ben visti dalla popolazione ucraina, altrimenti non prenderebbero in blocco il 2% dei voti. Ma fino a quando saranno necessari per la sopravvivenza dell’Ucraina, sono un problema di cui Zelensky non si può liberare (cosa che aveva tentato di fare prima di questa invasione, allontanandoli dal fronte).
L’Ucraina è tutt’altro che Arcadia. È un paese pieno di problemi, neanche tanto diversi da quelli della Russia, essendo entrambe figlie della stessa madre.
È il primo paese in Europa per corruzione, praticamente conteso dagli oligarchi, con un alto tasso di povertà e di nazionalismi. Ma questo non ci impedisce di capire chi è la vittima e chi l’aggressore.
...
...
https://kiis.com.ua/?lang=eng&cat=news&id=258
* sia Amnesty International che Human Rights Watch hanno dichiarato che nel Donbass, negli ultimi anni e durante questa guerra, sono stati commessi crimini di guerra e contro l’umanità da parte delle forze ucraine e da parte di quelle russe.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » ven apr 22, 2022 9:45 pm

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Messaggioda Berto » ven apr 22, 2022 9:45 pm

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Messaggioda Berto » ven apr 22, 2022 9:46 pm

24)
Sintesi e cronologia:



Ecco una sintesi dei fatti nella loro cronologia:

1989/1991 - Dissoluzione dell'URSS e indipendenza di molte repubbliche della Federazione russa tra cui quella dell'Ucraina dall'URSS, indipendenza votata a stragrande maggioranza anche in Crimea e nel Donbass

1994 - Memorandum di Budapest
Secondo il memorandum, la Russia, gli Stati Uniti e il Regno Unito concordano, in cambio dell'adesione dell'Ucraina al trattato di non proliferazione delle armi nucleari e del trasferimento del suo arsenale nucleare in Russia a:

Rispettare l'indipendenza e la sovranità ucraina entro i suoi confini dell'epoca.
Astenersi da qualsiasi minaccia o uso della forza contro l'Ucraina.
Astenersi dall'utilizzare la pressione economica sull'Ucraina per influenzare la sua politica.
Chiedere l'approvazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite se vengono usate armi nucleari contro l'Ucraina.
Astenersi dall'usare armi nucleari contro l'Ucraina.
Consultare le altre parti interessate se sorgono domande su questi impegni.

1999 - Nomina di Putin a Primo Ministro su indicazione del Presidente Eltsin
2000 - Prima elezione a Presidente di Putin in Russia. inizia la politica suprematista e imperialista di Putin per ripristinare la Grande Russia e riportare i territori resisi independenti nel 1991 sotto l'egemonia russa.
2004 - Seconda elezione di Putin in Russia
2008 - Elezione di Putin a primo ministro di Medvedev stretto collaborataore di Putin
2012 - Terza elezione di Putin in Russia

2004 - Prima rivoluzione arancione contro il filo russo Viktor Janukovyč per l'Europa
2014 - Rivoluzione di Maidam detta Euromaidan che portarono alla fuga Viktor Janukovyč.
Invasione russa della Crimea e del Donbass:
Il Presidente filo russo Viktor Janukovyč diede ordine di stroncare con la violenza le manifestazioni dette di Euromaidan dal nome della piazza di Kiev dove si radunarono i manifestanti. Le proteste traevano origine dal rifiuto del presidente Yanukovich di firmare un accordo di associazione e libero scambio tra l’Ucraina e l’Unione Europea. Quando il 18 e il 20 febbraio 2014, i dimostranti marciarono verso il parlamento di Kiev, la polizia e le forze speciali aprirono il fuoco uccidendo quasi 100 persone. Yanukovich fu costretto a fuggire in Russia, da dove chiese l’intervento armato di Mosca. Le truppe russe, che non indossavano uniformi regolari, invasero la penisola di Crimea e la regione del Donbass prendendone il controllo. Fu l’inizio di una guerra civile scatenata dalla Russia che non voleva perdere l'egenomia politica in Ucraina, e non dall’Ucraina che invece voleva liverarsi dall'opprimente egemonia politica russa.
Fu in questo contesto di violenza stragista contro i manifestanti pro Europa (ne furoni uccisi quasi 100) che si verificò qualche tempo dopo e per reazione la strage di Odessa in cui morirono bruciate alcune decine di persone filo Russia che si erano asseragliate in un edificio dei sindacati comunisti filo Russia durante degli tra i filo russi e i filo europei.

2014 - La crisi della Crimea del 2014 è stata una crisi politica scoppiata nella penisola della Crimea, la cui popolazione è per maggioranza (?) di etnia russa, conclusasi con la sua separazione dal resto dell'Ucraina dopo l'intervento militare russo di occupazione della penisola avvenuta come reazione all'esautoramento nel febbraio 2014, del presidente ucraino Viktor Janukovyč e del suo governo operato dal parlamento ucraino, dopo le manifestazioni dell'Euromaidan contro la svolta filorussa intrapresa dal governo ucraino Viktor Janukovyč.

2014 - Protocollo di Minsk del 2014
Il Protocollo di Minsk era un accordo per porre fine alla guerra dell'Ucraina orientale, raggiunto il 5 settembre 2014 dal Gruppo di Contatto Trilaterale sull'Ucraina, composto dai rappresentanti di Ucraina, Russia, Repubblica Popolare di Doneck (DNR) e Repubblica Popolare di Lugansk (LNR). È stato firmato dopo estesi colloqui a Minsk, la capitale della Bielorussia, sotto l'egida della Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).
Succeduto a diversi tentativi precedenti di cessare i combattimenti nella regione di Donbass (Ucraina orientale), prevedeva un cessate il fuoco immediato, lo scambio dei prigionieri e l'impegno, da parte dell'Ucraina, di garantire maggiori poteri alle regioni di Doneck e Lugansk. Tuttavia, nonostante abbia portato ad un'iniziale diminuzione delle ostilità, l'accordo non è stato rispettato.


2018 - Quarta elezione di Putin
2022, 24 febbraio - Rilancio del piano imperialista già delineato nel 2014 con l'annessione della Crimea, invadendo militarmente il territorio dell'Ucraina e riconoscendo l'indipendenza delle autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, nel Donbass e lanciando una guerra su vasta scala contro l'Ucraina.

Note aggiuntive:
Vorrei chiarire le informazioni su questo conflitto e riferire il numero reale di vittime da entrambe le parti basati sui dati ONU:
20 marzo 2022
https://www.facebook.com/luciano.donder ... 8951419483

La Federazione Russa, guidata da Putin, si è posta l'obiettivo di riportare i paesi indipendenti nello stato dell'ex Unione Sovietica. Il primo colpo è arrivato in Ucraina!
Preistoria.
Nel dicembre 2005 è stata fondata l'organizzazione regionale di Donetsk "Repubblica di Donetsk", che ha condotto una campagna per la dichiarazione di indipendenza del Donbass dall'Ucraina, come la Transnistria. Le prime foto con l'attuale bandiera DNR sono state scattate in Russia al Forum Seliger nel 2013.
Fatti:
1. La guerra nel Donbass è stata iniziata dalle truppe russe che hanno invaso il territorio del Donbass ucraino nell'aprile 2014 (dopo che la Federazione Russa si è impadronita della Crimea).
Per creare un'immagine della "guerra civile", la Russia ha organizzato una "rivolta popolare" nel Donbass, che, come si è scoperto, si stava preparando da diversi anni.
Sono iniziate le manifestazioni per la separazione del Donbass. Funzionari russi e media hanno definito il nuovo governo ucraino una "giunta" e hanno definito il cambio di governo un "colpo di stato". Secondo le statistiche, il sostegno ai separatisti era solo del 30%, ma la Russia ha fornito loro leader e armi.
(Nota: la Russia non ha riconosciuto il suo coinvolgimento nella guerra in quel momento. Ma ci sono ampie prove della presenza di soldati russi senza identificazione e equipaggiamento militare russo. Tutte le prove sono state raccolte e saranno trasmesse all'Aia)
2. Le forze filoucraine si sono riunite a Donetsk per una grande marcia pacifica di molte migliaia di partecipanti.La marcia è stata brutalmente attaccata da gruppi di "manifestanti" filorussi e militanti che sono stati portati in autobus dalla Russia (Rostov). Un giovane attivista è stato ucciso e molti partecipanti sono rimasti gravemente feriti.
Altri due attivisti delle forze patriottiche ucraine, Volodymyr Rybak e Yuriy Popravka, sono stati brutalmente uccisi a Horlivka. Successivamente, sono continuate le brutali uccisioni e torture di patrioti nelle camere di tortura allestite nelle stazioni di polizia e nei locali delle scuole.
3. In maggio si è tenuto un "referendum" espresso sotto le armi della "milizia" su moduli ordinari stampati su una stampante, i cui risultati sono stati annunciati quasi immediatamente. Fu proclamata la Repubblica popolare di Donetsk e immediatamente fece appello a Putin per inviare le sue truppe.
(Nota: la Repubblica popolare di Luhansk è stata organizzata in parallelo secondo lo stesso schema.)
4. Sono iniziati gli scontri di combattimento tra i distaccamenti DNR-LNR e la Guardia nazionale ucraina, che hanno cessato molto rapidamente di essere una normale operazione antiterrorismo. Dopotutto, dalla parte delle autoproclamate "repubbliche" c'erano "volontari" russi, armati con equipaggiamento e armi dell'esercito regolare russo. Le forze armate ucraine non hanno potuto entrare in vigore perché non c'era un'invasione russa formale.
(Nota: "volontari" anonimi in uniforme senza insegne hanno sparato mortai e lanciagranate contro quartieri residenziali e ospedali, cercando di incolpare le truppe ucraine.)
- Il 24 maggio, il DNR ha avanzato rivendicazioni territoriali all'Ucraina in altre regioni meridionali e orientali: Odessa, Mykolaiv, Kherson, Zaporizhia, Dnipropetrovsk e Kharkiv.L'obiettivo era ovvio: impadronirsi di parte dell'Ucraina per unire la Crimea alla Russia.
- Nel frattempo, il presidente Poroshenko si è impegnato urgentemente nel ripristino della capacità di combattimento delle forze armate. Il processo è stato lungo e complicato, la maggior parte delle armi e dell'equipaggiamento militare era in cattivo stato, è stato necessario organizzare riparazioni, attrezzature, ripristinare scorte di munizioni, carburante, pezzi di ricambio, servizi medici e ingegneristici.
- I "militanti" della Federazione Russa hanno effettuato molte provocazioni, sparando contro i civili dalle postazioni ucraine nella speranza che la popolazione locale li sostenesse.
- Ci sono stati bombardamenti di massa di posizioni ucraine dal territorio della Russia. Quando le truppe ucraine occuparono la città di Ilovaisk, un gran numero di truppe russe entrò nelle loro retrovie e le circondò. Putin ha promesso alle truppe ucraine un'uscita libera dall'accerchiamento senza armi. Nel processo di partenza, quasi disarmati, sono stati brutalmente fucilati.
- Le pesanti perdite hanno costretto l'Ucraina ad andare ai difficili accordi conclusi a Minsk, che hanno permesso di congelare virtualmente il conflitto. I combattimenti non si sono fermati, ma il numero delle vittime è diminuito in modo significativo.

STATISTICHE
(dati ONU dal 14 aprile 2014 al 31 gennaio 2021)
Secondo le stime dell'UNHCR, il numero totale di vittime legate al conflitto in Ucraina (dal 14 aprile 2014 al 31 gennaio 2021) è 13100-13300.
Di loro:
- 3.375 civili
- 4.150 militari ucraini
- 5.700 membri di gruppi armati


Le guerre imperialiste di Putin per riprendere i territori resisi indipendenti dall'URSS. ed altri interventi armati:

Le guerre di Putin e il silenzio del mondo
di Paul Ricard
8 marzo 2022

http://www.vita.it/it/article/2022/03/0 ... do/162111/

La passione per la guerra a Putin inizio poche settimane dopo essere stato indicato come primo ministro e suo successore da Eltin nel 1999. La Cecenia, piccola repubblica caucasica perseguiva l’indipendenza da Mosca dal 1991 la ottenne solo Il 30 agosto 1996 con la firma degli Accordi di Khasavyur.

Il 9 agosto del 1999 Putin viene indicato da Eltsin come nuovo premier, e come suo successore in vista delle elezioni presidenziali previste l’anno successivo. Putin si sarebbe insediato ufficialmente solo il 16 agosto, ma da subito agì come fosse già nel pieno delle sue funzioni risolvendo la crisi daghestana (gli islamici ceceni avevano occupato la parte settentrionale del Daghestan, territorio russo) entro due settimane. Restava però da porre rimedio allo smacco del ’96, e non perse tempo. Ebbe gioco facile a riaprire le ostilità con la Cecenia anche per via degli attentati esplosivi che colpirono tra il 4 e il 16 settembre del 1999 diverse edifici residenziali a Mosca e nelle città meridionali di Buynaksk e Volgodonsk. I morti furono 307. Alcune evidenze suggerirono che a mettere le bombe sarebbe stato il servizio segreto federale, per incolpare gli insorti ceceni. Tra chi supportò questa versione dei fati ci furono la giornalista Anna Politkovskaya, uccisa a colpi di pistola nell’ascensore del suo condominio il 7 ottobre 2006, e l’ex agente segreto Alexander Litvinenko, morto per avvelenamento il 4 dicembre dello stesso anno.

Il 1 ottobre 1999 Putin diede inizio a una nuova, feroce e brutale, offensiva di terra e di aria sulla Cecenia. I militari russi non si facevano scrupoli a colpire la popolazione civile. L’episodio più noto avvenne il 21 ottobre, quando un missile russo bersagliò il mercato della capitale cecena Grozny: morirono 140 persone, tra cui donne e bambini, centinaia furono ferite. Otto giorni dopo un aereo russo bombardò un convoglio di profughi, tra i 25 morti c’erano volontari della croce rossa e giornalisti. Emersero racconti di stupri e violenze sulla popolazione civile, di stragi a sangue freddo.

Il 31 dicembre 1999, a guerra ancora in corso, Boris Eltsin, malato e screditato per i suoi problemi di alcolismo, si dimise e Putin assunse l’interim. Le elezioni anticipate, svoltesi nel marzo 2000, lo confermeranno al Cremlino con il 53% dei voti. Giurò come presidente il 7 maggio 2000, un mese dopo insediò un uomo di fiducia a capo dell’amministrazione cecena. Le polemiche sulle violazioni dei diritti umani in Cecenia andarono avanti per qualche tempo, ma la Comunità internazionale non intraprese alcuna azione a riguardo.

Non c’è da stupirsi. Il Caucaso non era infatti l’unico scenario bellico che vedeva impegnata la Russia: da un anno faceva parte, insieme ai paesi Nato, della Kosovo Force (Kfor), l’operazione di peacekeeping nell’ultima delle guerre balcaniche iniziate un quasi un decennio prima.

I rapporti della Russia con i paesi atlantici sarebbero rimasti buoni a lungo, tanto che nel 2007 il G7, il gruppo dei paesi più industrializzati del mondo di cui fa parte anche l’Italia, si allargò alla Russia diventando G8.

Putin restò presidente fino al 2008: allora la costituzione della Federazione non consentiva un ulteriore mandato, così al Cremlino salì il suo stretto collaboratore Dmitrij Medvedev, mentre Putin fu nominato primo ministro, mantenendo di fatto ben salde in mano le leve del potere.

In questa fase, si accese un'altra crisi nel Caucaso. La Georgia, che faceva parte della Comunità degli stati indipendenti, l’organizzazione internazionale che raggruppava buona parte delle ex repubbliche sovietiche, cercava da tempo di affrancarsi dall’influenza di Mosca, ma doveva fare i conti con le regioni russofile dell’Abkhazia dell’Ossezia del Sud, con cui vigeva un precario cessate il fuoco dopo tre anni di scontri terminati nel 1994 e che nel frattempo avevano raggiunto un’autonomia de facto.

La notte del 7 agosto 2008 la Georgia bombardò la capitale sud-osseta Tskhinvali provocando centinaia di morti e enormi distruzioni. L’indomani Mosca intervenne a fianco dei secessionisti e la Georgia dichiarò lo stato di guerra, nei giorni successivi il conflitto si allargò in Abkhazia. Con la mediazione dell’allora presidente francese Nicolas Sarkozy il 12 agosto fu raggiunto l’accordo per il cessate il fuoco. Due settimane dopo Mosca riconobbe l’indipendenza delle due repubbliche separatiste, facendo leva sul riconoscimento del Kosovo di pochi mesi prima da parte di numerosi stati: di nuovo, Putin si avvalse di quel che avveniva nel conflitto balcanico per rafforzare la sua posizione nel Caucaso.

Putin si ricandidò alla presidenza alle elezioni del 4 marzo 2012, vincendole con il 64% dei voti. Da allora è sempre stato presidente, due anni fa ha anche ottenuto la riforma costituzionale che gli consente di candidarsi per altri due mandati e restare al Cremlino potenzialmente fino al 2035.

Due anni dopo, nel 2014, mentre si chiudevano le Olimpiadi invernali che per la prima volta si tenevano in Russia, a Sochi, si infiammò l’Ucraina: la tendopoli pro-Ue di piazza Maidan a Kiev, gli scontri, il governo filo-russo di Yanukovic rovesciato. La reazione di Putin fu mandare soldati russi senza mostrine né a bandiere a occupare militarmente la penisola di Crimea, annettendola ufficialmente il 18 marzo. Le conseguenze di questi fatti, e dei lunghi anni di guerriglia separatista in Donbass sono la tetra cronaca di questi giorni.

Negli otto anni passati da quei fatti i rapporti con l'Occidente si sono guastati, il G8 non si è mai più riunito, l'Occidente ha opposto all'espansionismo di Mosca le prime sanzioni, molto meno pesanti di quelle attuali.

Frattanto, Putin ha continuato a fare la guerra, in altri scenari. A settembre 2015 la Russia entra attivamente nel conflitto in Siria, a fianco del governo di Bashar Assad e contro le fazioni ribelli, che dopo oltre quattro anni di conflitto, erano finite per essere egemonizzate da gruppi islamisti radicali. L’intervento russo fu determinante nel permettere al regime di Damasco dato per prossimo alla sconfitta, di riconquistare gran parte del paese a spese della popolazione civile massacrata dai bombardamenti. In Siria in 11 anni di guerra ci sono stati più di 400mila morti e 11 milioni di profughi. Troppe immagini di questi primi 13 giorni di aggressione all’Ucraina sono simoli alle immagini che negli anni scorsi arrivavano dalla Siria, le città rase al suolo, i civili uccisi sull’asfalto.

Il penultimo intervento militare russo, prima dell'aggressione all'Ucraina, risale solo a due mesi fa, quando con tutta probabilità i piani per l’invasione dell’Ucraina erano già in fase avanzata, e ha riguardato un’altra enorme repubblica ex sovietica, il Kazakhinstan . Lo scorso gennaio Putin ha inviato le forze armate ad aiutare il presidente Kassym-Jomart Tokayev a far rientrare i violenti moti di protesta innescati dall’aumento dei prezzi dell’energia. Anche qui Mosca ha avuto il suo tornaconto: cementare i rapporti non solo con il Kazakhistan e altri stati asiatici nati dalla dissoluzione dell’Urss, ma anche con la Cina, interessata al mantenimento degli equilibri regionali. E Pechino, di fronte all’invasione dell’Ucraina, ha mantenuto un approccio morbido e dialogante.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Il Donbass è degli ucraini e dell'Ucraina e non della Russia

Messaggioda Berto » ven apr 22, 2022 9:46 pm


Una sintesi riepilogativa sul Donbass

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 9003863100


La storia sull'inizio della guerra in Donbas nel 2014
di Serhii Antonov
distribuito da Michele Negro
1️⃣ Parte 1: https://m.facebook.com/story.php?story_ ... 9659877928
2️⃣ Parte 2: https://m.facebook.com/story.php?story_ ... 9659877928
3️⃣ Parte 3: https://m.facebook.com/story.php?story_ ... 9659877928
4️⃣ Parte 4:
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 9659877928

yanukovich russia in minuscolo.

La storia sull'inizio della guerra in Donbas nel 2014 (Parte 1)
Come residente del Donbas, mi è stato chiesto di parlare dell'inizio della guerra nel Donbas nel 2014.
Ma questa è una lunga storia. Quindi lo farò nei prossimi giorni.
Mi sono reso conto che prima di parlare dell'inizio della guerra nel Donbas, devo parlare un po' del periodo prima della guerra. In particolare, sul mandato di yanukovich (perché durante il suo mandato la russia ha iniziato a prendere il controllo dell'Ucraina) e sulla Rivoluzione della dignità. Capisco che, per coloro che non conoscono questo periodo, la seguente storia potrebbe essere incompleta. Ma è importante parlarne, perché la propaganda russa presta attenzione a questo argomento.
Ho visto più volte come la propaganda russa, attraverso i suoi servi occidentali, ha distribuito la mappa delle elezioni presidenziali del 2010, in cui l'Ucraina è divisa a metà affermando che questa è una mappa della popolazione filo-russa e che queste regioni dovrebbero essere date alla russia.
yanukovich si era concentrato maggiormente sulle questioni economiche e il suo programma era populista. Ha parlato "per tutto il bene e contro tutto il male". E chiunque nel suo programma potrebbe trovare qualcosa di buono e interpretabile a modo suo.
Per quanto riguarda la lingua ucraina, il suo programma affermava che sarebbe rimasta l'unica lingua di stato. La lingua russa e le altre lingue avrebbero avuto comunque il diritto di esistere in Ucraina. Cioè, ha ripetuto ciò che è stato affermato nella costituzione e come ha funzionato prima e dopo il suo mandato.
Il programma pre-elettorale di yanukovich non era filo-russo, parlava ucraino e non ha mai sostenuto l'adesione alla Russia prima delle elezioni.
yanukovich si è posizionato come un politico amico della russia ma che voleva comunque cooperare strettamente con l'Europa. Ha mostrato una certa neutralità tra Oriente e Occidente. E la maggior parte degli ucraini (fino al 2014) lo ha sostenuto.
La maggioranza degli ucraini non ha sostenuto l'idea di aderire alla NATO. Dopotutto, quando abbiamo rinunciato alle armi nucleari, Stati Uniti, Gran Bretagna, russia e altri paesi hanno garantito la nostra sovranità e integrità territoriale. Come la storia ha dimostrato, queste speranze sono state vane e la russia ha violato gli accordi.
Ma alcuni ucraini ricordavano bene la storia dello sterminio degli ucraini da parte dei russi ed erano preoccupati per l'attacco della russia alla Georgia nel 2008, che ha dimostrato che la russia non è cambiata e ripeterà il suo percorso fascista-imperialista. Avevano ragione. La quota di questi ucraini, secondo la mia opinione soggettiva, era del 20%-30%, me compreso. Va notato che si tratta di persone che non volevano una guerra con la russia e non l'hanno pianificata. Ma sulla base di realtà storiche e moderne, si sospettava che la russia avrebbe tentato di impadronirsi dell'Ucraina o di parte di essa in un modo o nell'altro.
E quando yanukovich ha annullato i processi di integrazione europea a novembre, la gente è scesa in piazza sia per chi era contrario all'annullamento di questo processo sia per chi temeva che la russia, attraverso yanukovich, avesse avviato il processo di assorbimento dell'Ucraina. C'era un altro gruppo di persone che si opponeva al governo a causa della grande corruzione e della trasformazione dello stato in una dittatura. O quelli che sono usciti mossi da una combinazione di questi fattori.
Tuttavia, l'ultimo fattore che ha spinto le proteste verso la Rivoluzione della Dignità è stato il pestaggio dei manifestanti nel centro di Kyiv.
Quindi, un corteo pacifico e legale, che all'epoca era composto principalmente da giovani, è stato circondato e poi la polizia ha picchiato i giovani. Hanno anche picchiato i giornalisti.
Poi, il 1° dicembre, centinaia di migliaia di ucraini si sono mobilitati in risposta a questa brutalità, all'inizio dell'instaurazione di una dittatura e alla soppressione dei diritti delle persone. Da quel momento, le persone non hanno lasciato la piazza centrale di Kyiv fino a quando yanukovich non è fuggito in russia.
Se passiamo alla situazione nel Donbas, lì era calmo. Ci sono state anche manifestazioni a sostegno della Rivoluzione della Dignità. Personalmente, mi sono recato periodicamente a Kyiv e, quando sono tornato, sono andato alle proteste locali.
La quota di persone diffidenti nei confronti della possibilità di un'aggressione russa era molto minore. Ciò è stato causato da diversi fattori.
In primo luogo, un'ampia percentuale di russi etnici che non credevano che la loro patria etnica avrebbe attaccato e conquistato territori.
Una percentuale così elevata di russi è dovuta a diversi motivi. Il primo fu lo sterminio della popolazione indigena ucraina dovuto al genocidio del 1932-1933, il Holodomor. A quel tempo, secondo le stime, in un anno furono sterminati da 4 a 15 milioni di ucraini. La seconda catastrofe è la seconda guerra mondiale: nel 1943, solo un terzo della popolazione era rimasta nel Donbas. Nel 20° secolo, il Donbas era attivamente popolato da immigrati, molti dei quali erano russi. Una storia simile è avvenuta in Lituania, Lettonia, Estonia (potete chiedere ai cittadini di questi stati come mai molti russi vivano lì), in Crimea e in alcuni altri paesi che facevano parte dell'unione sovietica.
La seconda ragione per cui le persone si fidavano della russia era che il Donbas era il più suscettibile alla propaganda sovietica e poi russa e l'fsb ha attirato a lungo i funzionari locali dalla sua parte.
Anche prima di questi eventi, il governo di yanukovich ha iniziato a mandare sportivi che, per soldi, hanno attaccato i manifestanti dell'opposizione e si sono opposti brutalmente alle proteste. Questi atleti erano chiamati "titushki", poiché il cognome del primo atleta identificato era Vadym Titushko. Dopo essere stato identificato, ha raccontato come le autorità li avessero assunti per le provocazioni, ha chiesto scusa agli ucraini e promesso che non avrebbero più usato le loro capacità di combattimento nei processi politici. I titushki provenivano da diverse regioni, ma principalmente dalla regione di Kharkiv e dal Donbas.
Dalla fine di novembre alla metà di febbraio, secondo le mie osservazioni personali, più sostenitori della Rivoluzione della dignità si sono recati alle manifestazioni a Luhansk che a quelle a sostegno di yanukovich. Naturalmente, questo non significa che le nostre opinioni abbiano dominato la regione. Piuttosto, la maggior parte delle persone non ha deciso cosa sostenere.
Va notato che sebbene nel tempo il sostegno di yanukovich nel Donbas sia diminuito, il suo punteggio era ancora alto. Ciò è stato ottenuto con prestiti (anche dalla russia), che hanno mantenuto stabile il tasso di cambio della grivna e allo stesso livello i benefici sociali. Poche persone capivano l'economia statale e non capivano che la situazione si sarebbe deteriorata in futuro.
A mio parere, yanukovich avrebbe mantenuto l'economia del prestito fino al suo secondo mandato. Se fosse stato rieletto, si sarebbe trasformato in un dittatore, come lukashenko in Bielorussia. A quel tempo, yanukovich stava già apportando modifiche alla costituzione e rafforzando il suo potere. Ma ha cercato di farlo gradualmente in modo che non si verificassero proteste di massa.
Anche prima della rivoluzione della dignità, il governo ha iniziato a trasmettere attivamente la propaganda secondo cui nell'ovest dell'Ucraina ci sarebbero i nazisti che vogliono distruggere il Donbas e che l'Europa e l'America vogliono impadronirsi delle risorse del Donbas.
Quando i manifestanti sono stati picchiati a Kyiv alla fine di novembre 2013, ho sentito dai residenti locali che era troppo. La gente è rimasta scioccata dall'aggressione della polizia. Ma in questo momento, il governo ha aumentato la sua propaganda a un livello incredibile (non escludendo che dietro le quinte lavorassero propagandisti russi più esperti). Cominciarono le storie che i tossicodipendenti nazisti si erano radunati a Kyiv. "Quell'Euromaidan è stato creato dall'Europa e dagli Stati Uniti per imporre i matrimoni gay nel Donbas e quindi ridurre la popolazione del Donbas e impossessarsi delle miniere e dell'industria della regione". Certo, non tutti ci credevano, ma la maggior parte degli emarginati sì. Altri strati della popolazione avevano la loro propaganda, che ha portato anche "dei successi", ma non tanto quanto quella degli emarginati.
Gli anziani che sono stati inorriditi dal "terribile e incomprensibile evento", sin dai tempi dell'unione sovietica hanno creduto nella propaganda di basso livello. È successo anche perché nel Donbas c’è una percentuale relativamente alta di emarginati (più alta che in altre regioni) e di persone che, a parte in russia, non sono mai state all'estero. Sono stati loro a credere in questa assurdità.
È stato fondamentale anche il coinvolgimento della chiesa ortodossa russa nella propaganda. Infatti, sin dall'epoca sovietica, il vertice di questa chiesa è stato strettamente connesso con il kgb, e ora con l'fsb. Hanno poi dichiarato che tutti i governi provengono da Dio e non possono essere cambiati (è interessante notare che quando yushchenko era presidente, non l'hanno detto). Hanno anche detto che l'Europa è piena di peccato e solo quei paesi che sono con la russia potranno salvarsi dall'Anticristo ed essere con Dio.
Ovviamente non sto dicendo che la maggioranza della popolazione del Donbas sia emarginata. Dico che bisogna prestare attenzione ai pensionati, ai sostenitori della chiesa russa e agli emarginati, perché sono la porta principale dei servizi speciali russi e dell'esercito.
Il resto della popolazione non ha sostenuto così categoricamente la propaganda russa fino alla fine. E c'erano opinioni diverse tra loro.
Serhii Antonov
Nelle foto, la Rivoluzione della Dignità a Kyiv e Vadym Titushko, gli sportivi che venivano assunti per soldi per interrompere fisicamente i raduni iniziarono a essere chiamati con il suo cognome.


La storia sull'inizio della guerra in Donbas nel 2014 (Parte 2)
Nel gennaio 2014, il parlamento dell'Ucraina, che era sotto il controllo di yanukovich, ha adottato una serie di leggi che gli ucraini hanno definito dittatoriali. Queste leggi hanno limitato fortemente la libertà di parola e la libertà di protesta pacifica. Questo è stato deciso per introdurre una dittatura e cercare di distruggere il movimento di protesta.
Questo ha oltraggiato la società ucraina e ha causato massicci scontri con la polizia, che sono diventati sempre più frequenti. Ciò ha portato ai primi manifestanti morti.
La propaganda russa ha sostenuto attivamente il regime di yanukovich e la russia ha iniziato a finanziare più attivamente il governo ucraino con prestiti. Inoltre, per fare pressione sugli uomini d'affari ucraini, il 29 gennaio la russia ha iniziato a controllare attentamente ogni prodotto ucraino al suo confine, di fatto ha portando al blocco delle importazioni. Questo e altri fattori hanno causato sempre più antipatia e indignazione tra i manifestanti nei confronti della russia.
Il governo ha iniziato a coinvolgere attivamente i titushki per attaccare i manifestanti. Inoltre, i titushki hanno finto di essere manifestanti e hanno commesso disordini a Kyiv per screditare le proteste. I veri manifestanti si sono uniti in gruppi per opporsi ai titushki e proteggere Kyiv dai disordini.
Alla fine, questi scontri si sono conclusi con la sconfitta dei titushki nel centro di Kyiv e con un massiccio attacco della polizia contro i manifestanti alla fine di febbraio. Questo confronto è durato diversi giorni. Il primo giorno sono stati uccisi dozzine di manifestanti e diversi poliziotti hanno iniziato a usare armi da fuoco. Ciò ha provocato una reazione in un certo numero di regioni, dove i cittadini orientati all'opposizione hanno iniziato a prendere d'assalto gli organi dei consigli locali e le stazioni di polizia dove erano conservate le armi.
La situazione è sfuggita al controllo del governo. yanukovich è fuggito prima da Kyiv e poi dall'Ucraina. Era spaventato perché capiva la rabbia degli ucraini armati che venivano uccisi dai suoi poliziotti.
Il parlamento dell'Ucraina ha adottato la decisione di rimuovere yanukovich dalla carica di presidente dell'Ucraina. Hanno votato a favore 328 membri dell'attuale parlamento. Vorrei sottolineare che il voto di 300 parlamentari si chiama "maggioranza costituzionale" e dà il diritto al parlamento di cambiare la costituzione e votare per mettere sotto accusa il presidente. Questo è scritto nella costituzione dell'Ucraina. Ma le leggi ucraine non prescrivono chiaramente la procedura per l'impeachment del presidente e la sua rimozione. Questo è esattamente ciò a cui si riferisce la propaganda russa quando parla di "colpo di stato" e non riconoscimento del governo ucraino. Ma i propagandisti tacciono su più di 300 voti (maggioranza costituzionale) del parlamento attivo e riconosciuto. Già nel maggio 2014 in Ucraina si sono svolte le elezioni democratiche per un nuovo presidente.
Un altro fatto interessante.
Alla fine di febbraio, quando sono iniziate le uccisioni dei manifestanti e yanukovich era ancora a Kyiv, i rappresentanti di Germania, Francia e alcuni altri paesi europei sono venuti in Ucraina. Avevano paura "dell’escalation del conflitto" e hanno tenuto colloqui tra yanukovich ed i leader dell'opposizione. Quindi è stata concordata una tregua e nuove elezioni presidenziali in Ucraina a dicembre 2014.
I leader dell'opposizione hanno portato questa notizia ai manifestanti. Ma i manifestanti non hanno accettato queste condizioni.
La gente ha chiesto una punizione per yanukovich, che ha permesso l'uccisione di persone nel centro di Kyiv. Vecchi e giovani, destra e sinistra, gente dell'ovest e dell'est dell'Ucraina - tutti hanno chiesto le dimissioni del governo e la punizione per gli assassini.
Probabilmente, questa è la manifestazione più sincera della democrazia. Le persone hanno mostrato la volontà di abbandonare i loro leader di protesta se non si fossero battuti per i loro interessi.
La fuga di yanukovich ha finalmente distrutto il suo sistema politico. I leader del partito presidenziale hanno condannato le azioni di yanukovich. Da quel momento, yanukovich fu finalmente riconosciuto come burattino del cremlino.
Alcuni dei poliziotti colpevoli del massacro dei manifestanti sono fuggiti in russia subito dopo yanukovich. Sono stati collocati nella polizia russa.
Un'altra parte era sotto processo, ma la russia ha voluto scambiarli con prigionieri di guerra ucraini e un'altra parte è fuggita nel Doubas, dove ha combattuto contro l'Ucraina insieme alle forze russe. Così la presenza russa si è fatta sentire nei crimini durante la Rivoluzione della Dignità nel 2013-2014.
In quel momento, nel Donbas, in Crimea e in alcune altre regioni, i rappresentanti di yanukovich iniziarono una campagna di propaganda della paura tra la gente. È stata diffusa l'informazione (approssimativamente da gennaio) che i nazisti stavano arrivando nella loro città con dozzine di autobus. In ogni città c'erano leggende secondo cui questi mitici combattenti sarebbero dovuti venire per distruggere la popolazione locale. Ho avuto modo di parlare con residenti di città molto piccole (50mila abitanti o meno. Queste città sono così poco conosciute che in molte regioni non sapevano della loro esistenza) eppure tutti mi hanno detto che era proprio nella loro città che i nenazi stavano progettando di venire per distruggerli. Non conoscevano la risposta alla domanda: "Perché esattamente voi e perché ne hanno bisogno?". Era come una psicosi di massa.
Gli psicologi e gli specialisti della propaganda dovrebbero studiare questo fenomeno.
Certo, non tutti ci credevano. E non la maggioranza. Ma una percentuale sufficientemente ampia. Questo è bastato per creare un'atmosfera di paura.
È interessante indagare su come è stata diffusa questa disinformazione.
La televisione ha avuto una grande influenza sulle menti delle persone in quel momento. E la maggior parte dei canali televisivi era sotto il controllo degli amici di yanukovich. Ma i canali televisivi erano limitati nella loro capacità di mentire. È possibile distorcere le informazioni sui canali TV, ma non creare un mondo parallelo. I canali televisivi erano perfettamente adatti alla base di altri mezzi di disinformazione.
Uno dei metodi per diffondere propaganda e disinformazione erano le "voci" pianificate. Questo è noto nella pubblicità come "marketing del passaparola" ovvero la disseminazione della disinformazione necessaria da parte di persone che raccontano storie da loro stessi vissute.
Ad esempio, "Il figlio del mio amico è andato a protestare a Kyiv. È cambiato ed è diventato aggressivo. Ha picchiato la polizia. I suoi parenti lo hanno portato a casa e dopo pochi giorni ha iniziato ad avere la sindrome da astinenza. Si scopre che lì ai manifestanti davano tè con anfetamine in modo che da trasformarli in una folla ribelle." (questo è un vero esempio di diffusione di voci).
Tali voci sono state diffuse anche sui nazisti che viaggiavano su molti autobus, e su altri argomenti. Le storie venivano raccontate e spesso le persone, per sembrare più vicine agli eventi, dicevano che era successo con i loro conoscenti, e non che avevano sentito questa storia da qualche parte.
La propaganda russa è stata sostenuta anche dalla chiesa russa. L'ho già citata, ma ho dimenticato di aggiungere che quando i titutshki sono venuti a Kyiv, uno dei loro luoghi di residenza era il Kyiv-Pechersk Lavra, che apparteneva alla chiesa russa.
Questa chiesa, controllata dall'fsb, ha continuato la propaganda attiva. Durante i sermoni, i sacerdoti dicevano ai fedeli che Dio avrebbe punito gli ucraini per essersi opposti al governo. "Ogni governo è dato da Dio". Inoltre, hanno detto che il mondo occidentale è sotto il dominio dell'anticristo (putin ha detto qualcosa di simile di recente sull'Ucraina) e solo in russia puoi ottenere aiuto. I credenti più fanatici potevano credere all'assurdo.


La storia sull'inizio della guerra in Donbas nel 2014 (Parte 3)
Dopo la fuga di yanukovich in russia, il cremlino ha iniziato a lavorare per destabilizzare l'Ucraina. Se Luhansk era generalmente calma durante la Rivoluzione della dignità, dopo la sua fine è iniziato il lavoro sistematico sull'escalation.
Inizialmente, non era impegnata solo la russia nella destabilizzazione. Alcuni oligarchi dell'entourage di yanukovich e funzionari regionali (non solo nel Donbas) temevano che il nuovo governo avrebbe aperto procedimenti penali contro di loro e confiscato proprietà acquisite illegalmente. Pertanto, hanno cercato di destabilizzare la situazione per raggiungere un accordo con le nuove autorità e rimanere impuniti per le vecchie violazioni della legge e per i casi di corruzione. Questi oligarchi e funzionari hanno condannato yanukovich per aver sparato ai manifestanti, ma hanno cercato di instillare nelle persone la paura che sarebbero stati perseguitati per la loro lingua e per l’origine, che le loro attività sarebbero state chiuse e che il paese sarebbe stato governato dai nazisti.
Hanno iniziato a organizzare le proprie proteste. Tuttavia, oltre alle persone che sono state ingannate, hanno utilizzato risorse amministrative ed espulso persone dalle loro imprese, dalle scuole e altre istituzioni statali. L'altra parte delle persone assunte per la protesta erano i già citati titushki.
All'inizio di marzo, questi oligarchi e funzionari si sono resi conto di non avere il controllo della situazione e la russia ha preso l'iniziativa per impadronirsi di questi territori. Alcuni di loro hanno preso le distanze da questi processi, mentre altri hanno iniziato a collaborare con la russia.
In quel momento, l'esercito russo aveva cominciato ad operare in Crimea ed iniziato il processo di annessione. Nel Donbas e in altre regioni iniziarono a svolgersi manifestazioni filo-ucraine e filo-russe (sostenute dalla russia). I leader del Cremlino hanno iniziato a usare bandiere russe nei loro eventi e ad attaccare eventi filo-ucraini, grazie a titushki e provocatori dalla russia.
Il primo grave conflitto a Luhansk ha avuto luogo il 9 marzo, il compleanno del famoso poeta ucraino Taras Shevchenko. Quel giorno, un raduno filo-ucraino si è riunito vicino al monumento del poeta per onorare la sua memoria. La stragrande maggioranza delle persone si è radunata a Luhansk.
Dall'altra parte della strada si stava svolgendo una manifestazione filo-russa. C'erano persone che venivano portate apposta da tutta la regione. C'erano anche dei russi. C'erano persino autobus con la targa di rostov e belgorod. Grazie a ciò, si sono assicurati un vantaggio quantitativo.
Ad un certo punto, la manifestazione filo-russa ha attaccato la manifestazione filo-ucraina. I manifestanti filo-ucraini hanno riportato numerosi feriti. Anche alcune donne.
Ho notato una certa organizzazione negli aggressori filo-russi. C'erano alcune persone con le cuffie nelle orecchie che guidavano i loro gruppi di persone. Sospetto che si trattasse di ufficiali dell'fsb che cercavano di lavorare in modo poco appariscente ma gestivano gruppi separati. Ciò ha permesso loro di gestire impercettibilmente la protesta e creare un'atmosfera di odio. Il resto delle persone è stato semplicemente usato secondo il loro copione.
Dopo la sconfitta della manifestazione filo-ucraina, hanno occupato un'istituzione statale.
La stessa situazione ha cominciato a verificarsi a Donetsk e in alcune altre regioni. Manifestazioni filo-russe, che consistevano in persone reali che sostenevano la russia, tituski e provocatori portati dalla russia.
Il 13 marzo, il primo ucraino a morire a Donetsk è stato il 22enne Dmytro Chernyavsky, originario di Bakhmut. È stato anche riferito che quel giorno è stato ucciso un altro ucraino, ma non conosco informazioni a riguardo.
Tali attacchi iniziarono a verificarsi regolarmente, perché il Cremlino aveva bisogno di distruggere o intimidire i filo-ucraini nel Donbas e in quelle città che avrebbero dovuto essere occupate.
È diventato pericoloso parlare ucraino, indossare la bandiera giallo-blu o semplicemente sostenere l'integrità territoriale e l'indipendenza dell'Ucraina. Militanti e titushki cercavano persone filoucraine, le picchiavano e talvolta le uccidevano.
Chi ti dice che l'Ucraina avrebbe "bombardato" il Donbas per 8 anni, non ti dirà mai che le prime vittime nel Donbas furono attivisti filo-ucraini uccisi dalla russia.
La russia doveva dimostrare che l'intero Donbas sostiene la russia. Ma non era così. Pertanto, il Cremlino ha scelto la via del terrore. E parlando della difesa del Donbas, putin non cita mai noi, i residenti del Donbas, che sono stati attaccati dai suoi combattenti da febbraio-marzo 2014 fino ad ora. Ci sono stati molti omicidi di residenti filo-ucraini del Donbas.
Ma, prima di tutto, voglio ricordare quanto segue, che non farà piacere a coloro che diffondono la propaganda russa sull '"Ucraina che uccide i bambini del Donbas".
Nell’ultima foto c'è uno scolaro, il sedicenne Stepan Chubenko, originario di Kramatorsk (regione di Donetsk). Non è stato un colpo casuale di razzo, di artiglieria o una mina ad ucciderlo. È stato intenzionalmente ucciso da militanti filo-russi. È stato colpito da uomini adulti per il suo punto di vista e per la bandiera ucraina nella sua borsa.
Era pericoloso anche per gli scolari dimostrare il loro sostegno all'indipendenza dell'Ucraina. Il terrore totale contro i residenti filo-ucraini del Donbas.
A quel tempo, era ovvio che la russia stesse aggravando la situazione in Ucraina e iniziando una guerra, sebbene non lo ammettesse.
In Crimea, dalla fine di febbraio (i preparativi per questo sono iniziati molto prima), le truppe russe hanno avviato attivamente il processo di annessione. Anche se putin ha mentito dicendo che le truppe russe non erano coinvolte in questo, successivamente, lui stesso ha confermato di aver mentito. Da allora, gli ucraini hanno capito che putin è sinonimo di menzogna. Lui, insieme ai suoi propagandisti, ha costruito un mondo parallelo che non ha nulla a che fare con la realtà.
Il 1 marzo 2014, il parlamento russo ha permesso a putin di inviare truppe in Ucraina e iniziare una guerra. putin ed i propagandisti russi hanno continuato a mentire sulla guerra civile, ma i fatti hanno dimostrato il contrario.
Gli ucraini odiavano putin per aver distrutto la vita pacifica. Molti speravano che i russi si sarebbero opposti a questo e avrebbero cambiato il loro governo. Ma i russi hanno sostenuto le azioni del loro presidente e del governo. Anche l'oppositore navalny e altri hanno affermato che la Crimea non dovrebbe essere data all'Ucraina. Da allora gli ucraini hanno iniziato ad odiare i russi. E più crimini commetteva la russia in Ucraina, più gli ucraini odiavano i russi e putin. Penso che nessuno possa criticare gli ucraini per questo. È difficile immaginare come le vittime possano trattare in modo amichevole assassini e stupratori.
Il primo video e le foto mostrano il momento in cui le forze russe hanno attaccato gli attivisti ucraini a Luhansk.
Nel secondo video, il 13 marzo 2014, un'azione filoucraina a Donetsk e un attacco agli attivisti ucraini.
Serhii Antonov
(Vi ricordo che questi sono i miei ricordi degli eventi come residente nel Donbas. Alcuni momenti potrei averli dimenticati, ma il quadro generale rimane vero.)


La storia sull'inizio della guerra in Donbas nel 2014 (Parte 4)


All'inizio di aprile 2014, il cremlino è passato a una nuova fase del conflitto: prendere il controllo degli edifici amministrativi, reprimere completamente gli attivisti filo-ucraini e creare referendum falsificati basati sullo scenario della Crimea.
Il 6 aprile, le forze filorusse hanno preso l'edificio del Servizio di sicurezza dell'Ucraina a Luhansk.
In quel momento mi trovavo nel centro della città e, quando ho saputo di questi eventi, mi sono recato sul posto per vedere come si stava sviluppando la situazione.
Tutto si svolgeva secondo lo scenario classico. Molte persone sono state portate da tutta la regione e dalla russia. Sono riuscito a comunicare con le persone che erano lì, compresi i russi. I miei interlocutori provenivano dalla regione di rostov e dicevano di essere venuti a "liberare" i territori del Donbas.
Anche la chiesa russa ha continuato a svolgere il suo ruolo. I sacerdoti hanno esortato i fedeli a partecipare agli eventi filorussi. In particolare, c'era un parco di fronte all'edificio del Servizio di sicurezza dell'Ucraina e una chiesa al suo interno. I credenti, donne ed anziani, sono stati inviati a creare uno "scudo umano".
Lo "scudo umano" è stato esposto intorno all'edificio e ai criminali che lo avevano preso. Così, le autorità ucraine non hanno osato arrestare i criminali e riprendere gli edifici amministrativi. Dopo tutto, in questo caso, le donne e gli anziani avrebbero sofferto.
Lo "scudo umano" è stato utilizzato in Crimea, a Donetsk e in altre regioni dove hanno operato agenti russi. Questa è la dottrina di putin nella guerra nel Donbas, che consisteva nel catturare i territori sotto la copertura di donne, bambini e anziani. Le autorità ucraine o non si sono opposte ed hanno permesso ai russi di catturare quanto volevano. In altri eventi, ci sono state vittime a causa della resistenza, che sono state utilizzate permesso dalla propaganda russa. Questa è la strategia cinica e criminale del Cremlino.
L'edificio del Servizio di Sicurezza dell'Ucraina è diventato il quartier generale dei russi. Nel seminterrato, gli attivisti filorussi hanno allestito il luogo di detenzione e tortura degli attivisti filo-ucraini. I russi non parlano di questo luogo. Ma è lì che hanno torturato e talvolta ucciso i residenti del Donbas, compresi quelli di lingua russa.
La stessa cosa è accaduta a Donetsk. Nello stesso periodo è stata catturata l'amministrazione statale di Donetsk, dove i russi hanno organizzato la tortura dei residenti dissenzienti del Donbas nei sotterranei. In seguito, si è stato trasformato in una prigione di isolamento.
Nonostante gli attacchi e i rapimenti di attivisti filo-ucraini siano diventati più frequenti, le proteste ucraine contro l’inizio della guerra da parte della russia e per l'integrità territoriale dell'Ucraina hanno continuato a svolgersi. Certo, si sono ridotte a causa degli attacchi e dei rapimenti, ma non si sono fermate.
Il cremlino, parlando degli interessi del Donbas, non menziona queste persone che sono state torturate, uccise o costrette a fuggire dai terroristi russi.
Ci sono molte prove sul fatto che i russi sono intervenuti nella situazione in Ucraina e sono coinvolti nel sequestro di edifici amministrativi.
Un esempio è il sequestro dell'edificio dell'Amministrazione statale di Kharkiv. Una manifestazione filorussa ha attaccato una manifestazione a sostegno dell'integrità territoriale dell'Ucraina, strappando la bandiera ucraina da un'istituzione statale e appendendo la bandiera russa.
A quanto pare, proprio un residente di mosca, mika ronkainen, ha appeso la bandiera russa sull’edificio. Ha postato una foto di questo evento sul suo social network.
Si tratta di un'eccezione, poiché l'fsb aveva ordinato ai russi di non pubblicare foto e video di questi eventi, in modo che non ci fossero prove che la russia li aveva organizzati. Ma in questo caso, come in altri, il desiderio di essere legati a eventi famosi ha superato gli ordini dei curatori russi.
Un altro russo famoso, che non solo ha partecipato all'inizio della guerra nel Donbas, ma ne è stato anche uno dei leader, è il russo igor strelkov, noto anche come girkin. La sua banda russa ha preso il controllo di Slovyansk e delle città vicine, dove nel 2014 sono iniziati i primi combattimenti tra russia e Ucraina.
C’è un video che mostra il sequestro di una stazione di polizia nella città di Kramatorsk il 12 aprile 2014. Si può notare che i residenti locali sono contrari allo scontro e al sequestro armato delle istituzioni locali. Ma i terroristi russi non li hanno ascoltati e hanno iniziato a sparare.
Vale la pena spiegare che anche tra le cosiddette proteste filorusse, non tutti erano favorevoli all'adesione alla russia. Le persone che hanno ceduto alla propaganda avevano spesso opinioni diverse. Alcuni volevano l'estensione dei diritti di autogoverno locale della loro città come parte dell'Ucraina. Altri volevano l'autonomia, ma all'interno dell'Ucraina. Questo è stato il risultato della propaganda degli oligarchi e dei funzionari locali. Ma la russia non ci ha fatto caso e ha preso completamente il controllo di tutte le proteste.
Un altro punto interessante è l'uso di parole che non vengono utilizzate nel Donbas. Anche se la maggior parte delle persone nel Donbas parlava russo, l'accento nel Donbas è diverso da quello di mosca o san pietroburgo. Io, come quasi tutti i residenti del Donbas, ho sentito per la prima volta la parola "parebrik" (che nel russo di san pietroburgo significa marciapiede) durante quegli eventi. All'inizio, queste inezie, che sono diventate che la russia ha iniziato la guerra nel Donbas, sono diventate meme virali.
Nonostante la russia abbia iniziato questo conflitto e i russi abbiano preso parte direttamente a questi eventi, la propaganda russa ha continuato a mentire sul fatto che l'intero Donbas volesse separarsi dall'Ucraina. La russia ha fatto (e fa) molte falsificazioni e manipolazioni.
Il caso più divertente di quei tempi è quello di maria tsypko, ritratta nelle foto.
In queste foto, è in ruoli diversi e in città diverse. Il suo primo ruolo è stato durante la Rivoluzione della Dignità. Si è presentata come abitante di Kyiv: si lamentava del fatto che i partecipanti al Maidan avevano lasciato molti rifiuti e ha chiesto al governo di yanukovych di vietare l'azione.
Nella primavera del 2014, in varie interviste, si è presentata come residente di Odesa, Donetsk, Mariupol, Kharkiv, Luhansk e altre città. Ogni volta ha raccontato storie diverse su di sé, ma tutte coincidevano nel contenuto solo per il fatto che i nazisti erano saliti al potere in Ucraina, che attaccano la gente in città (indicando ogni volta una città diversa) e raccontando che la gente vuole l'unificazione con la russia.
Questo è solamente uno dei tanti casi di creazione di falsi della propaganda russa. Casi simili sono registrati anche oggi. I propagandisti hanno attori che interpretano i ruoli dei residenti di certe città e raccontano ciò che è scritto nel loro copione.
Recentemente, ho visto l'ennesima menzogna dei propagandisti russi, secondo cui l'Ucraina starebbe sterminando gli abitanti russofoni del Donbas.
Nella foto, con un microfono in mano, c’è Temur Yuldashev di Luhansk. Come la maggior parte degli attivisti filo-ucraini del Donbass, era di lingua russa. Ha partecipato a una manifestazione a Luhansk a sostegno dell'indipendenza e dell'integrità territoriale dell'Ucraina.
Ma i terroristi filorussi lo hanno rapito nella primavera del 2014 e lo hanno tenuto nel seminterrato dell'edificio dell'SBU catturato.
Tuttavia, in seguito è stato rilasciato. È stato fortunato perché alcuni terroristi sono stati semplicemente uccisi.
Nell'estate del 2014, Temur si è unito all'esercito ucraino e ha combattuto per l'Ucraina contro la russia. Nel 2014 è morto in guerra.
Questo è uno dei tanti esempi del fatto che l'Ucraina non è divisa in russofoni e ucraini, ma che i russi hanno rapito o ucciso in guerra sia i russofoni che gli ucrainofoni semplicemente perché erano ucraini. L'impressione è che stiano proiettando sugli ucraini ciò che fanno loro stessi.
All'inizio della primavera del 2014, a causa del sequestro di edifici amministrativi da parte dei russi e di attacchi (e talvolta omicidi) contro gli ucraini, il governo ucraino ha annunciato l'inizio di un'Operazione Antiterrorismo. Di fatto, la si può definire l'inizio della fase calda della guerra.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Il Donbass è degli ucraini e dell'Ucraina e non della Russia

Messaggioda Berto » mer ago 31, 2022 9:55 pm

Sei miti sul conflitto in Donbass

Alessandra Libutti
25 giugno 2022

https://ormedidonne.com/2022/06/25/bozza-automatica/

Chiunque abbia frequentato i social negli ultimi mesi si è imbattuto in alcune affermazioni sul conflitto in Donbass. Le affermazioni sono spesso seguite dalla citazione di fonti che confermerebbero la veridicità di quanto sostenuto. Vediamole:

1)
Il popolo del Donbass lottava per l’indipendenza e l’Ucraina gliela negava. “Vatti a leggere cosa dice l’ONU!”
2)
Gli ucraini hanno violato i protocolli di Minsk. “Vatti a leggere i rapporti OSCE!”
3)
L’OSCE è un’organizzazione venduta. “Lo sanno tutti!”
4)
Gli ucraini hanno commesso stermini di massa. “Vatti a leggere cosa dice Amnesty International!”
5)
Gli ucraini massacravano i bambini del Donbass. “Ci sono infiniti rapporti a riguardo!”
6)
I nazisti ucraini torturavano e uccidevano i civili. “Lo dicono Amnesty e l’OSCE!”


Ho visionato di circa 600 documenti delle organizzazioni citate, pubblicati tra il 2014 e il 2021 per verificare se le affermazioni trovavano conferma nei rapporti.

Dal risultato della mia indagine è emerso che i sei punti di cui sopra sono dei miti.

Vediamo cosa contengono i documenti.

Primo chiarimento

Dei circa 14.000 morti in Donbass tra il 2014 e il 2021, i morti civili furono circa 3400. La maggior parte delle uccisioni avvenne tra l’aprile 2014 e il 2015 (incluse le 298 vittime del Malaysian Airlines Flight MH17). Dopo, la missione dell’OSCE ebbe più successo, tanto che nel 2021, per esempio, le morti di civili in Donbass furono solo 25. Il conflitto si stava spegnendo.
2016 - Conlitto in Donbass

Mito 1: Il popolo del Donbass lottava per l’indipendenza e l’Ucraina gliela negava

In un articolo precedente avevo già sfatato questo mito. Per quanto in Donbass nel 2014 esistesse una spaccatura tra gli Euromaidan e chi era contrario all’estromissione di Yanukovich, non esisteva una spinta popolare indipendentista.

È accertato, che coloro che chiamiamo “indipendentisti”, erano in realtà una combinazione di militari russi in missione “non ufficiale” (come l’ultranazionalista Igor Girkin), milizie paramilitari russe, tra i quali il Gruppo Wagner, e titushki (criminali locali al servizio di oligarchi legati al Cremlino). Infatti, tutte le organizzazioni di monitoraggio presenti in Donbass si riferiscono a essi come “gruppi armati”, mai come “indipendentisti”.
Da un rapporto tematico OSCE del dicembre 2015:

Nell’aprile 2014 gruppi armati hanno iniziato a sequestrare edifici governativi nelle regioni di Donetsk e Luhansk. Il 13 aprile 2014 il governo ha annunciato la creazione di un’operazione antiterrorismo (ATO).

Con l’escalation della situazione tra il governo e i neo costituiti “DPR” e “LPR”, il governo ha iniziato a perdere il controllo su alcune parti del la regione e i membri di “LPR” e “DPR” hanno iniziato a prendere il controllo degli edifici governativi, compresi tribunali e procure.

Nell’agosto 2014, il governo ucraino ha iniziato a prepararsi per il trasferimento totale di tutti i tribunali e delle procure a causa della perdita di controllo su alcune aree. Durante questo periodo, i combattimenti in corso hanno separato la regione in aree controllate dal governo e non, divise da una “linea di contatto”.

Non vi era mai stato nessun preponderante supporto popolare all’auto proclamazione delle repubbliche. Si era trattato di un’operazione coordinata dal Cremlino. Lo stesso Girkin ribadì che fu lui a iniziare il conflitto in Donbass perché l’opposizione popolare all’occupazione russa era così forte che si rese necessario l’intervento armato.

Anche uno dei comandanti della Wagner, Marat Gabidullin nella sua autobiografia “Io, comandante di Wagner” sostiene di avere combattuto “dalla parte sbagliata”, perché “Le repubbliche popolari erano tali solo di nome. In realtà erano dittature militari”.


Mito 2: Gli ucraini hanno violato i protocolli di Minsk

Le accuse delle violazioni a Minsk vengono da Mosca e sono state ripetute da chi voleva credere a quella narrativa, anche se non aveva riscontri.

Il Protocollo di Minsk I (2014) e il Protocollo di Minsk II (2015) miravano a porre fine al conflitto in Donbass attraverso un cessate il fuoco e una normalizzazione che avrebbe facilitato le trattative.

Il primo protocollo di Minsk fu ratificato il 5 Settembre 2014. L’OSCE s’incaricò di osservare la situazione umanitaria, far rispettare il cessate il fuoco e il ritiro degli armamenti concordato. Purtroppo, inizialmente si trovò incapace di far rispettare gli accordi perché sia l’una che l’altra fazione mantenevano le rispettive linee non fidandosi a ritirare gli armamenti.

Si cercò allora di risolvere il problema coinvolgendo Francia e Germania creando una negoziazione quadrilaterale con Mosca e Kiev che portò al secondo Protocollo di Minsk l’11 Febbraio 2015.

Anche se il secondo protocollo riuscì a ridurre i combattimenti, non riuscì a fermarli del tutto e il processo fu graduale, con effetti significativi solo a partire dal 2016.

Da notare che agli osservatori OSCE veniva sistematicamente negato l’accesso nelle aree delle autoproclamate repubbliche. Questo limitava la coordinazione delle operazioni di disarmo e di sminamento nella parte del Donbass non controllata da Kiev.
In uno Status Report bimensile OSCE del 20 gennaio 2015, leggiamo:

L’Ambasciatore Ertugrul Apakan, Chief Monitor dell’OSCE SMM in Ucraina, ha invitato tutte le parti a esercitare la massima moderazione nell’Ucraina orientale. L’SMM ha inoltre invitato tutte le parti a fermare immediatamente i combattimenti a est, a ritirare armi pesanti e unità armate dall’aeroporto di Donetsk e da tutte le aree residenziali adiacenti, come concordato nei documenti di Minsk.
Nello Status Report del 3 febbraio 2015:

L’ambasciatore Ertugrul Apakan, ha condannato i bombardamenti a Mariupol il 24 gennaio come un attacco sconsiderato, indiscriminato e vergognoso contro civili innocenti.

In merito a questo incidente l’SMM pubblica un rapporto successivo accertando la provenienza dei missili da una zona controllata dalla Repubblica Popolare di Donetsk.
Per quanto riguarda la violazione di Minsk in merito al graduale disarmo, nel dicembre 2014 l’ONU riferisce:

Sebbene il governo ucraino abbia intrapreso le misure legislative necessarie, inclusa l’emanazione di un’amnistia e una legge sullo status speciale (entrambe successivamente ritirate) per alcune aree di Donetsk e Luhansk, i gruppi armati (ndt. i prorussi) non hanno attuato né rispettato le disposizioni chiave del protocollo di Minsk: come la garanzia del monitoraggio permanente del confine ucraino-russo e la sua verifica da parte dell’OSCE (Organizzazioni per la sicurezza e la cooperazione in Europa); di tenere elezioni locali in conformità con la legge ucraina; e il ritiro di tutti i gruppi armati illegali, dell’equipaggiamento militare, dei militanti e dei mercenari dal territorio dell’Ucraina.

In conclusione: Minsk fallì perché non esisteva una forza di pace consistente che operasse efficacemente per garantire il cessate il fuoco di entrambe le fazioni. D’altra parte, in violazione del protocollo, le repubbliche di Donetsk e Lugansk, negavano l’accesso ai monitor incaricati di supervisionare il disarmo.

In nessun rapporto esiste alcun riferimento al fatto che l’Ucraina avesse per prima violato il protocollo. Nella maggior parte dei rapporti emerge invece che le maggiori ostruzioni al disarmo provenivano dalle due autoproclamate repubbliche.

Il comandante Wagner, Marat Gabidullin ricorda di aver visto i russi bombardare durante i cessate il fuoco e violare Minsk.


Mito 3: L’OSCE è un’organizzazione “venduta”

È un mantra ripetuto da coloro che citano i rapporti dell’OSCE come prova delle loro affermazioni. Quando gli si dimostra che l’OSCE non ha mai descritto le situazioni che citano, allora “tutti sanno che è venduta”.
Chiariamo questo punto:

Nel gennaio del 2015 erano presenti in Ucraina 341 monitor di oltre 40 nazioni, compresi 20 della Federazione Russa. Il numero andò crescendo gradualmente. L’8 febbraio 2021 i monitor erano saliti a 715, di cui 39 della Federazione Russa.
OSCE - Conflitto in Donbass
OSCE – 2021

Per sostenere che 715 monitor di 44 paesi fossero “asserviti alla UE e alla NATO”, compresi i 39 russi, bisogna avere qualcosa di sostanziale. Poiché nessuno ha mai provveduto prove a riguardo, dobbiamo dare per scontato che i rapporti di oltre 700 persone sul campo siano un buon riflesso di quanto avveniva.


Mito 4: Gli ucraini hanno commesso stermini di massa

In quegli anni, anche Amnesty International monitora costantemente la situazione in Donbass. In particolare, nel 2014 si occupa di verificare la veridicità delle accuse del ministro degli esteri russo Lavrov riguardo presunti eccidi perpetrati dagli ucraini.

Un rapporto del 20 ottobre 2014 di Amnesty riferisce di avere investigato sulle accuse di esecuzioni di separatisti filorussi da parte delle forze filo-Kiev. Riporta di non avere riscontrato incidenti nella scala riportata dai media e dalle autorità russe, ma solo incidenti isolati e attribuibili a entrambe le parti.

La ricerca era stata condotta tra la fine di agosto e la fine di settembre 2014. Includeva interviste alle vittime e alle loro famiglie, di testimoni oculari, di funzionari locali nelle regioni di Lugansk e Donetsk, del personale medico e di combattenti da entrambe le parti.

“Non c’è dubbio che omicidi sommari e atrocità siano stati commessi sia dai separatisti filorussi che dalle forze filo-Kiev nell’Ucraina orientale, ma è difficile avere un’idea precisa della portata di questi abusi. È probabile che molti non siano stati ancora smascherati e che altri siano stati deliberatamente registrati erroneamente. È anche chiaro che alcuni dei casi più scioccanti che sono stati riportati, in particolare dai media russi, sono stati enormemente esagerati“, sosteneva John Dalhuisen, Direttore per l’Europa e l’Asia centrale di Amnesty International.

Le “fosse comuni”

Il 23 settembre 2015 i media russi avevano riportato la scoperta di “fosse comuni” a Komunar e Nyzhnya Krynka, due villaggi nella regione di Donetsk, che fino a due giorni prima erano stati controllati dalle forze di Kiev. I media avevano descritto il ritrovamento di corpi di donne con segni di tortura e il corpo di una donna incinta. In seguito, il ministro degli Esteri russo Lavrov aveva affermato che erano stati scoperti oltre 400 corpi in una fossa comune.

Una delegazione di Amnesty International aveva poi visitato la zona il 26 settembre. La delegazione aveva trovato prove del coinvolgimento delle forze di Kiev nelle esecuzioni di quattro uomini sepolti in due tombe vicino al villaggio di Komunar.

“La realtà dietro le affermazioni russe di fosse comuni a Nyzhnya Krynka è distorta. Si tratta dell’uccisione di quattro residenti locali da parte delle forze armate ucraine regolari o dei battaglioni di volontari che operano nell’area. Devono essere investigate, ma sono la dimostrazione che le accuse di abusi sono gonfiate, in particolare dalle autorità russe nella guerra di propaganda parallela”, dichiarava John Dalhuisen.

Amnesty International riceve anche denunce di esecuzioni in Donbass da parte delle forze separatiste. Tra le vittime figurano attivisti filo-ucraini e sospetti simpatizzanti, criminali locali e combattenti detenuti. I corpi recavano segni di tortura.
Esecuzioni

In merito alle esecuzioni di persone che si erano arrese, un rapporto dell’ONU rileva che entrambe le fazioni sono responsabili di violazioni.

I gruppi armati hanno iniziato a ricorrere a esecuzioni sommarie e omicidi già nell’aprile 2014. Hanno principalmente giustiziato individui che avevano opinioni esplicite “pro-unità” o che si credeva avessero tali opinioni, o fornito o si credeva che avessero fornito sostegno alle forze ucraine. Alcune delle esecuzioni sarebbero state eseguite al momento dell’imposizione di una condanna a morte dopo una parvenza di processo giudiziario. In almeno un caso, le vittime potrebbero essere state giustiziate per odio razziale.

Le presunte esecuzioni sommarie o uccisioni da parte delle forze ucraine registrate dall’OHCHR sembrano essere state per lo più dovute alla presunta affiliazione di una vittima con i gruppi armati della “Repubblica popolare di Donetsk” e della “Repubblica popolare di Luhansk”, o dalla sua/ il suo sostegno a loro, o dal punto di vista “separatista” o “filorusso” di una vittima.

Nello stesso rapporto l’ONU ritiene il governo di Kiev poco consistente nell’applicare la giustizia.

Per quanto riguarda le repubbliche separatiste invece, sostiene che fanno semplicemente “finta” d’indagare ma che non hanno mai fornito all’OHCHR informazioni di eventuali processi.

In conclusione, anche i presunti stermini fatti dagli ucraini in Donbass sono un mito. Si sono piuttosto verificati casi di esecuzioni sommarie, vendette e generali violazioni delle convenzioni imputabili a entrambe le fazioni.



Mito 5: Gli ucraini massacravano i bambini del Donbass

Chiariamo un altro malinteso. Il Donbass è una regione piuttosto vasta. Nella mente di molte persone il “Donbass era indipendente e l’Ucraina lo bombardava”. In realtà le autoproclamate repubbliche rappresentano solo una porzione del Donbass, che era diviso in aree controllate da Kiev e aree controllate dai separatisti.
Vittime civili in Donbass nel 2016 - Conflitto in Donbass
Vittime civili in Donbass nel 2016

La mappa delle vittime civili nel 2016 mostra la linea di confine tra la parte del Donbass controllata da Kiev e quella delle repubbliche “indipendentiste”.

Come si vede, i civili (tra cui bambini) muoiono sia nelle zone controllate da Kiev che nelle zone controllate dalle repubbliche. Dunque non sono esclusivamente vittime delle forze governative.

Ho scritto “prevalentemente” perché sebbene i bombardamenti fossero una delle cause delle uccisioni di civili non erano la sola: molti incidenti avvenivano a causa delle mine dell’una o dell’altra fazione soprattutto lungo la linea del confine. Infatti, nel 2016 il numero totale delle vittime causate dalle mine fu più alto di quello delle vittime di bombardamenti.

La morte anche di un solo bambino è una di troppo, ma se si parla di “massacri di bambini” è doveroso verificare il numero di vittime. Inoltre, bisogna comprendere se le uccisioni fossero imputabili a una fazione piuttosto che l’altra.
I dati

Osserviamo questa tabella dei morti civili in Donbass nel 2016. I bambini morti a causa del conflitto furono 6 (non 600 e nemmeno 60, furono 6).

4 di essi morirono a causa delle mine, altri 2 per altri incidenti dipendenti dalla guerra.
Cause della morte o del ferimenti di civili in Dombass - 2016 Conflitto in Donbass
Cause della morte o del ferimenti di civili in Dombass – 2016

Un rapporto dell’ONU del gennaio 2022 stabiliva che durante l’intero periodo del conflitto, dal 14 aprile 2014 al 31 dicembre 2021, l’OHCHR aveva registrato un totale di 3.106 morti civili legate al conflitto (1.852 uomini, 1.072 donne, 102 ragazzi, 50 ragazze e 30 adulti il cui sesso è sconosciuto). Tenendo conto dei 298 morti a bordo del volo Malaysian Airlines MH17 il 17 luglio 2014, il bilancio totale delle vittime del conflitto tra i civili aveva raggiunto almeno 3.404.

Dunque, il totale dei bambini vittime di 8 anni di conflitto è stato di 152.

Lo stesso rapporto indica che dei 152 bambini morti in Donbass tra il 2014 e il 2021, 42 erano morti a causa di mine.

Per quanto riguarda lo sminamento, l’operazione fu spesso limitata nelle zone controllate dai gruppi armati separatisti che negavano l’accesso. Pressoché tutti i rapporti OSCE che ho visionato lamentano questa situazione.
Un rapporto OSCE del 2016:

Accessi negati:

Membri armati del “DPR” a un posto di blocco nelle vicinanze di Kominternove (23 km a nord-est di Mariupol) hanno fermato l’SMM e ne hanno negato l’accesso, adducendo motivi di sicurezza dovuti alla presunta attività di cecchini nell’area.
Un membro del “DPR”, che si è presentato come il “comandante del posto di blocco”, all’ingresso ovest di Kominternove ha fermato l’SMM e negato l’accesso riferendosi agli ordini ricevuti dal suo superiore.
A un posto di blocco a Zaichenko (25 km a nord-est di Mariupol, 4 km a est di Kominternove), cinque membri del “DPR” hanno negato l’accesso a Kominternove all’SMM.
A Sverdlovsk controllata da “LPR” la SMM è stata scortata da due uomini armati senza procedere verso Chervonopartyzansk (64 km a sud-est di Luhansk) e il valico di frontiera controllata da “LPR”. Hanno citato come motivo una presunta operazione antiterroristica / contrabbando in corso e gruppi diversivi operanti nell’area.

Nello stesso anno, anche l’ONU lamenta di non avere accesso. Il sottosegretario generale per i diritti umani Ivan Šimonović riporta:

“Durante la mia missione a Donetsk, ho esortato i rappresentanti dell’autoproclamata ‘Repubblica popolare di Donetsk’ a consentire l’accesso agli attori umanitari e a smettere di privare la popolazione dell’assistenza umanitaria”.
Restrizioni agli SMM dell'OSCE - Conflitto in Donbass
Restrizioni agli SMM dell’OSCE – 2016

Sempre nel 2016, l’80% delle restrizioni di movimento ai monitor internazionali apparteneva alle due repubbliche “indipendentiste”. La conseguenza era che nell’80% dei casi, l’OSCE era impossibilitata a supervisionare il disarmo, la rimozione di mine, investigare sparizioni e deportazioni, violazioni di diritti umani e in generale le condizioni della popolazione, nelle aree prorusse.

Come vediamo, tra il 2019 e il 2020, la situazione era peggiorata:
Restrizioni 2019 2020 - Conflitto in Donbass
Restrizioni agli SMM tra il 2019 e il 2020

In conclusione, sebbene Kiev fosse responsabile della morte di alcuni bambini, altrettanto lo erano i gruppi armati delle autoproclamate repubbliche.

Dunque, affermare “gli ucraini massacravano i bambini del Donbass”, è mistificatorio.


Mito 6: I nazisti ucraini torturavano e uccidevano i civili

Anche in questo caso, occorre un chiarimento iniziale. Di nazisti ce n’erano tanti in Donbass, ma non erano tutti ucraini. Infatti se l’Ucraina combatteva in Donbass con alcuni battaglioni con elementi nazisti, i gruppi armati delle repubbliche di Donetsk e Lugansk erano quasi esclusivamente composti da gruppi ultranazionalisti russi.

Uno studio del 2016, dell’IFRI (redatto dallo storico russo Vyacheslav Likhachev) analizzando i gruppi nazisti ucraini e russi impegnati nel Donbass aveva concluso che nel 2014 nel Donbass i gruppi neonazisti russi avevano cooperato strettamente con i servizi segreti russi ed erano stati usati per innescare il conflitto (cosa confermata anche da Igor Girkin e Marat Gabidullin).

Lo studio concludeva che l’importanza e la rilevanza del neonazismo ucraino nel conflitto del Donbass era sempre stata esagerata. Al contrario di quanto spesso sostenuto, il conflitto in Donbass aveva progressivamente emarginato i gruppi che avevano avuto una loro breve stagione di consensi durante l’Euromaidan.

Questo studio trova conferma anche in tutti i rapporti sul Donbass delle varie organizzazioni umanitarie di cui ho preso visione.

Certo, le violazioni di diritti umani avvenivano in Donbass, ma come per quanto analizzato in precedenza, non erano una prerogativa degli ucraini.
Nel 2015, per esempio, Amnesty International riportava:

Storie di torture e maltrattamenti di prigionieri detenuti da entrambe le parti in relazione al conflitto nell’Ucraina orientale sono non solo scioccanti, ma fin troppo comuni.

Amnesty International ha intervistato 33 ex prigionieri per questo documento informativo, 17 dei quali erano stati trattenuti da separatisti e 16 da forze armate e di polizia filo-Kiev, compreso il Servizio di sicurezza dell’Ucraina (SBU). Tutti tranne uno hanno descritto gravi percosse o altri gravi abusi, in particolare durante i primi giorni di prigionia.

L’ONU nel 2016 lamentava di sparizioni forzate, detenzioni arbitrarie, torture e maltrattamenti sia nei territori controllati dai gruppi armati che nei territori controllati dal governo.

In conclusione, dire che “i nazisti ucraini torturavano e uccidevano i civili” è manipolatorio. Si trattava di un conflitto dove elementi nazisti erano presenti in entrambi i fronti e le vittime di tortura appartenevano a entrambe le fazioni ed erano nella stragrande maggioranza combattenti oppure affiliati alle forze in campo.
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Il Donbass è degli ucraini e dell'Ucraina e non della Russia

Messaggioda Berto » mer feb 08, 2023 8:23 pm

Breve cronistoria e cronodemografia del Donbass
La vera storia dell'Ucraina: Donbas / Fino al 2014
https://www.youtube.com/watch?v=9KUSCihCou0
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