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Il Presidente ucraino l'ebreo Zelensky, un uomo buono eroe dell'umanità, eletto in libere e democratiche elezioni con oltre il 73% dei voti, altro che il dittatore criminale nazi fascista russo Putin.Volodymyr Oleksandrovyč Zelens'kyj, ufficialmente Zelenskyy (in ucraino: Володимир Олександрович Зеленський?; Kryvyj Rih, 25 gennaio 1978), è un politico, attore, sceneggiatore e comico ucraino, dal 20 maggio 2019 Presidente dell'Ucraina.https://it.wikipedia.org/wiki/Volodymyr_Zelens%27kyj Nato e cresciuto a Kryvyj Rih in una famiglia di origine ebraica e di madrelingua russa, Zelens'kyj si è laureato in giurisprudenza all'Università Economica Nazionale di Kiev, per poi cimentarsi nella carriera di attore. Ha fondato la casa di produzione Kvartal 95, che ha prodotto diversi film, cartoni animati e serie tv, tra cui Servitore del Popolo, in cui lo stesso Zelens'kyj ha interpretato un professore del liceo che viene inaspettatamente eletto presidente dell'Ucraina. Nel marzo 2018 alcuni dipendenti di Kvartal 95 hanno fondato un partito politico con lo stesso nome dello show, cavalcando la popolarità che quest'ultimo aveva riscosso.
Il 31 dicembre 2018 Zelens'kyj ha annunciato la sua candidatura per le elezioni presidenziali del marzo successivo. Nonostante non avesse alcuna esperienza politica, la sua popolarità come comico e le sue posizioni anti-corruzione lo hanno fatto balzare fin da subito in testa nei sondaggi. Dopo essere risultato il candidato più votato al primo turno, il 21 aprile 2019 ha sconfitto al ballottaggio il presidente uscente Petro Porošenko con il 73% dei consensi. Identificatosi come populista, si è attestato su posizioni europeiste e anti-establishment.
Subito dopo l'elezione, come previsto dalla legge ucraina, ha sciolto il parlamento e indetto nuove elezioni per il luglio successivo, ampiamente vinte dal suo partito, che ha conquistato la maggioranza assoluta dei seggi. Da presidente, Zelens'kyj ha puntato sulla digitalizzazione dell'amministrazione e sulla conciliazione tra le aree russofone e quelle a maggioranza ucraina del Paese. La sua strategia comunicativa prevede un massiccio uso dei social network, in particolare Instagram. Durante la sua amministrazione ha affrontato la pandemia di COVID-19 e la conseguente crisi economica. I critici di Zelens'kyj, seppur riconoscendogli progressi nella lotta alla corruzione, hanno espresso il timore che la sua lotta contro gli oligarchi abbia portato ad una centralizzazione del potere nelle sue mani durante il suo mandato presidenziale.
Durante la campagna elettorale presidenziale, Zelens'kyj aveva promesso di trovare una soluzione alla crisi russo-ucraina, cominciata nel 2014; dopo l'elezione, ha provato a stabilire ulteriori relazioni diplomatiche con il presidente russo Vladimir Putin. Tuttavia, le tensioni tra i due Paesi si sono acuite nel 2021, in seguito alla proposta di Zelens'kyj di far entrare l'Ucraina nella NATO, e sono culminate l'anno successivo con un'invasione su larga scala dell'esercito russo nel territorio ucraino.
Che sia vero? Da Putin ci si può aspettare di tutto è come i terroristi nazi maomettani o i mafiosi che sciolgono i bambini dell'acido
"Assassinate Zelensky": mercenari sulle tracce del presidente ucrainoFederico Giuliani
28 Febbraio 2022
https://www.ilgiornale.it/news/mondo/me ... 1646076463Oltre 400 mercenari russi del gruppo paramilitare Wagner si troverebbero in Ucraina con l'obiettivo di eliminare Zelensky e alcuni dei suoi più stretti collaboratori
"Assassinate Zelensky": mercenari sulle tracce del presidente ucraino
Sono arrivati dall'Africa con un obiettivo ben preciso: uccidere Volodymyr Zelensky. Oltre 400 mercenari russi del gruppo paramilitare Wagner si troverebbero in Ucraina, nell'epicentro della crisi, con la chiara intenzione di eliminare il presidente ucraino e alcuni dei suoi più stretti collaboratori.
L'ombra del gruppo Wagner
Mentre i riflettori erano puntati su Gomel, in Bielorussia, dove sono andati in scena i negoziati tra russi e ucraini, l'ipotetico arrivo in terra ucraina dei mercenari di Wagner ha oscurato gli sforzi diplomatici. L'indiscrezione è stata riportata dal quotidiano britannico The Times, secondo cui i miliziani sarebbero stati fatti rientrare cinque settimane fa da una missione in Africa. In cambio della testa di Zelensky, sarebbe stata loro promessa una ricca ricompensa. A quanto pare, la notizia sarebbe stata appresa da Kiev lo scorso sabato, e cioè poco prima che venisse imposto un coprifuoco totale sull'intera capitale nel timore di azioni di sabotaggio da parte dei russi. È dunque probabile che le autorità abbiano utilizzato il termine di "azioni di sabotaggio" per riferirsi anche - e soprattutto - alla missione del gruppo Wagner.
Secondo una fonte collegata allo stesso gruppo, i primi mercenari – tra i 2mila e i 4mila uomini - sarebbero approdati in Ucraina a gennaio con missioni diverse. Il nuovo gruppo, invece, avrebbe come unico imperativo quello di decapitare il governo ucraino per poi abbandonare l'Ucraina nel giro di pochi giorni. Alcuni di essi sono stati schierati nelle regioni ucraine separatiste di Luhansk e Donetsk, mentre altri 400 sono entrati dalla Bielorussia e stanno puntando dritti verso Kiev. "Sono molto efficaci. Possono apparire dal nulla, fare cose molto violente e poi scomparire di nuovo, senza lasciare tracce su chi possa essere il responsabile", hanno spiegato gli esperti.
Non solo Zelensky: gli obiettivi dei mercenari
A quanto pare, i mercenari del gruppo Wagner avrebbero una corposa lista di obiettivi. Al primo posto c'è ovviamente il presidente Zelensky, seguito tuttavia da altri 23 uomini da eliminare, tra i quali, oltre al premier e ai membri dell'esecutivo, anche il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko e suo fratello Wladimir, entrambi popolari ex campioni di boxe che hanno imbracciato le armi contro i militari russi. Ricordiamo che il gruppo Wagner fa capo a uno dei più stretti alleati di Vladimir Putin, Evgenij Prigozhin, stretto alleato del presidente russo tanto da essere stato soprannominato "lo chef di Putin".
I mercenari sostengono di conoscere il nascondiglio di Zelensky e dei suoi collaboratori, e di poter rintracciare in tempo reale tutti gli obiettivi tramite i telefoni cellulari. Un'altra fonte ha aggiunto che ai mercenari sarebbe stato ordinato di congelare momentaneamente la loro missione, così da consentire ai russi di intrattenere colloqui di pace con gli ucraini. In ogni caso, gli assalitori sarebbero anche stati informati del fatto che Mosca non desidererebbe raggiungere alcun accordo, e che l'incontro avvenuto nelle ultime ore non sarebbe altro che una operazione di facciata. In ogni caso, la missione del gruppo Wagner non sembra aver turbato più di tanto Zelensky. In un recente discorso alla nazione, il presidente ucraino ha in effetti ammesso di essere il "bersaglio numero uno" di Mosca, spiegando ai suoi concittadini che le forze speciali russe gli stavano dando la caccia.
Il documento verrà subito inviato a Bruxelles con il sollecito ad avviare una procedura speciale per consentire all'Ucraina di entrare a far parte dell'Unione europea"Fateci entrare nell'Ue": arriva la richiesta scritta di Zelensky
Federico Giuliani
28 Febbraio 2022
https://www.ilgiornale.it/news/mondo/mo ... 1646073056 Lo aveva invocato fin dalle prime ore del mattino, diffondendo un videomessaggio nel quale chiedeva che l'Ucraina fosse immediatamente ammessa nell'Unione europea. Adesso Volodymyr Zelensky ha firmato la richiesta ufficiale di Kiev di aderire all'Ue.
La firma di Zelensky
Il documento, dove si nota in bella mostra la firma del presidente ucraino, verrà subito inviato a Bruxelles con il sollecito ad avviare una procedura speciale per consentire all'Ucraina di entrare a far parte dell'Unione europea nel contesto dell'invasione da parte russa. Ricordiamo che nelle ultime ore Zelensky aveva spiegato che l'obiettivo del governo ucraino era quello di "essere insieme a tutti gli europei e soprattutto di esserlo su base uguale". "Ci stiamo rivolgendo all'Ue per un'integrazione immediata dell'Ucraina attraverso una nuova procedura speciale. Sono sicuro che è giusto. Sono sicuro che è possibile", aveva dichiarato lo stesso Zelensky. Sui social è stato diffuso il documento e una foto del momento della firma, che ritrae Zelensky in abbigliamento militare.
In attesa di capire quale sarà la risposta dell'Unione europea, l'Alto Rappresentante dell'Ue Josep Borrell ha affermato che gli ucraini, davanti all'invasione russa, "stanno resistendo e Volodymyr Zelensky non è il tipo di leader che fugge nascosto in una macchina". "Sta resistendo e dobbiamo sostenerlo", ha aggiunto Borrell, in conferenza stampa a Bruxelles al termine del Consiglio Difesa in videoconferenza, che ha concordato l'utilizzo della European Peace Facility per finanziare le consegne di armi difensive, anche letali, da parte degli Stati membri all'Ucraina, per 450 milioni di euro e di 50 milioni per aiuti non letali, come il carburante, che serve per lo sforzo bellico contro l'invasore russo. In merito all'ingresso dell'Ucraina nell'Ue, inoltre, Borrell è stato chiaro: "Oggi questo non è all'ordine del giorno, credetemi. Dobbiamo lavorare su cose più pratiche. L'adesione è qualcosa che richiederà, in ogni caso, molti anni e dobbiamo fornire una risposta per le prossime ore. Non per i prossimi anni, ma per le prossime ore".
Richieste non compatibili
Oltre al definitivo feedback europeo bisognerà capire come la richiesta di Zelensky di far aderire l'Ucraina all'Ue influirà sui timidi negoziati con la Russia. Anche perché Vladimir Putin, nel corso di una telefonata con Emmanuel Macron, ha spiegato quali sono le condizioni che Mosca chiede per arrivare ad un cessate il fuoco: il riconoscimento della sovranità russa sulla Crimea, la demilitarizzazione dell'Ucraina e la garanzia dello status neutrale dello stesso. Il punto è che la mossa del presidente ucraino va ad intaccare gran parte delle garanzie richieste dal capo del Cremlino.
Il rischio è che il futuro dei negoziati, già di per sé appeso a un filo, possa uscire compromesso. E questo in virtù della non compatibilità tra le richieste di Zelensky e quelle di Putin. A quanto pare, infatti, il primo non ha alcuna intenzione di trasformare l'Ucraina né in uno Stato cuscinetto né, tanto meno, in un Paese neutrale nel senso che intenderebbe la Russia. L'eventuale adesione di Kiev nell'Ue potrebbe – ma il condizionale è d'obbligo – portare insomma a un ulteriore escalation militare.
"Fateci entrare nell'Ue": arriva la richiesta scritta di Zelensky
Ucraina, Zelensky denuncia la Russia all'Aja: «Atti di genocidio»Domenica 27 Febbraio 2022
https://www.ilmessaggero.it/mondo/ucrai ... 31657.html «Genocidio». Volodymyr Zelensky va dritto al punto e accusa senza giri di parole l'invasore russo. Davanti alla Corte internazionale di giustizia, Kiev ha presentato una denuncia formale contro Mosca, accusata di «pianificare atti di genocidio» in Ucraina. All'alba della quarta giornata di guerra, il presidente ucraino torna davanti alle telecamere, ancora una volta in mimetica, ancora una volta con sguardo fiero rivolto verso il suo popolo. Parla di una «notte dura», durante la quale l'esercito russo ha sparato sulle abitazioni. «Gli attacchi alla popolazione civile e alle infrastrutture - le sue parole - hanno le caratteristiche di un genocidio e meritano un tribunale internazionale».
Zelensky, l'appello alle forze democratiche
Poi l'ennesimo appello alle forze democratiche del mondo: «Unitevi alla guerra contro la Russia». Nel giorno dell'annuncio dell'inizio dei negoziati - al via domani al confine tra Ucraina, Bielorussia e Russia -, Zelensky non arretra di un passo e, anzi, ammette di essere «scettico» su quanto possa accadere nell'incontro diplomatico di domani. «Lo dirò con franchezza - spiega in uno dei tanti video pubblicati sui social e su Telegram -: non credo molto all'esito di questo incontro, ma proviamoci». Il 'presidente-eroe', la cui popolarità nel Paese è salita fino a toccare il 90% secondo gli ultimi sondaggi locali, non vuole sentir parlare di «precondizioni» nell'incontro con chi, da due giorni - dice - si sta rendendo responsabile di «brutali attacchi» a ospedali e civili. «Hanno deliberatamente scelto tattiche per colpire le persone e tutto ciò che rende la vita normale: elettricità, asili, ospedali e case», è l'accusa di Zelensky, che su Twitter rincara la dose. «L'Ucraina - scrive - ha presentato la sua domanda contro la Russia alla Corte internazionale di giustizia. La Russia deve essere ritenuta responsabile per aver manipolato la nozione di genocidio per giustificare l'aggressione. Chiediamo una decisione urgente che ordini alla Russia di cessare l'attività militare ora e ci aspettiamo che i processi inizino la prossima settimana».
Zelensky, il "presidente eroe"
Mentre sul web rimbalzano video e foto del suo passato da attore comico, lui, Zelensky, non manca occasione per presentarsi davanti alle telecamere. Da vero condottiero, ostenta sicurezza e intesse relazioni internazionali nel tentativo di arginare l'avanzata russa. Si fa fotografare sorridente accanto al suo ministro della Difesa, in contrapposizione all'immagine del nemico Putin immortalato dalla parte opposta del tavolo al quale siedono i suoi consiglieri militari. L'uomo del popolo sfida il dittatore accusato di «genocidio». «Uccidono i nostri bambini, è un male che è arrivato sulla nostra terra - dice in tv - e dobbiamo distruggerlo. Le forze ucraine sono grandi, respingono gli attacchi, distruggono i piani nemici e portano avanti brillantemente il loro lavoro». Poi rilancia la nascita del fronte internazionale contro la guerra, citando i colloqui con i principali leader dei Paesi europei e non solo, dall'Olanda alla Repubblica Ceca, dal Regno Unito alla Polonia. «Abbiamo ricevuto armi, medicinali, carburante, denaro - sottolinea -. Si è formata una forte coalizione internazionale per sostenere l'Ucraina, una coalizione contro la guerra». Una guerra che sta mettendo in ginocchio anche la capitale, Kiev, ancora sotto coprifuoco almeno fino a domani mattina.
Ucraina, Zelensky fa appello agli ebrei: "Non restate in silenzio"2 marzo 2022
https://video.repubblica.it/dossier/cri ... 630/410334 Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky esorta gli ebrei di tutto il mondo a parlare apertamente dopo un attacco missilistico russo contro una torre della televisione di Kiev costruita sul luogo del massacro dell'Olocausto. "Ora mi rivolgo a tutti gli ebrei del mondo - ha dichiarato il premier ucraino -. Non vedete cosa sta succedendo? Ecco perché è molto importante che milioni di ebrei in tutto il mondo non rimangano in silenzio in questo momento".
Questo ebreo è incomparabilmente di una umanità e di una civiltà tale che il dittatore antidemocratico, criminale e falso cristiano Putin
Che senza rispetto questi dell'Avvenire che pare non avere nulla da ridire sul falso cristiano e dittatore criminale Putin che ammazza i cristiani d'Europa.
Ucraina. La metamorfosi di Zelensky, il presidente antieroe che non fa più ridereGiorgio Ferrari
mercoledì 2 marzo 2022
https://www.avvenire.it/mondo/pagine/ze ... -fa-ridereUna mutazione quasi antropologica, che da comico a presidente lo ha trasformato alla fine in un subcomandante zapatista in felpa verde-oliva, capace di usare con abilità i social media
«Ho bisogno di munizioni, non di un taxi». Il ritratto, meglio: la metamorfosi di Volodymyr Zelensky potrebbe già riassumersi in questa secca risposta all’offerta di Joe Biden di mettersi in salvo abbandonando l’Ucraina avvolta dalle spire della guerra. Fin troppo facile accostarlo a Salvador Allende nelle ultime ore fatali alla Moneda, braccato dagli squadroni della morte di Pinochet. Con la differenza che benché fosse un bersaglio obbligato per i russi, che dall’inizio dell’offensiva hanno cercato di colpirlo quando usciva dal bunker in cui si ricoverava nottetempo, di giorno lo si è visto un po’dovunque: sulla linea del fuoco, in mezzo ai volontari, fra i soldati dell’armata ucraina, in mezzo ai suoi generali.
Abbiamo parlato di metamorfosi. E di metamorfosi si tratta, considerando chi era e chi è adesso Zelensky. La gente lo ha conosciuto come Sluha Narodu, ovvero il «Servitore del popolo», perché così si intitolava la serie televisiva interpretata da questo attore, balzato agli onori della presidenza senza nessuna esperienza politica e amministrativa, visto che è così che questo comedian di origine ebraica e di lingua russa nel 2019 è salito al potere a quarantun anni sbaragliando il presidente uscente Petro Porošenko: un oligarca, per battere il quale Zelensky ha avuto anch’egli bisogno del sostegno di un altro oligarca, il banchiere amico e socio in affari Igor Kolomoisky, ex governatore dell’Oblast di Dnipropetrovsk (oggi Dnipro), fondatore e presidente della PrivatBank, un istituto messo sotto inchiesta dal Fondo Monetario Internazionale.
Quanto ai suoi esordi come presidente, all’inizio Zelensky ha lasciato dubbiosi i più: un po’ populista e un po’ troppo giacobino, promotore di una crociata contro le élites, contro la corruzione, contro le agenzie di rating internazionali e contro gli oligarchi che lo hanno preceduto e che tuttora popolano la mappa del potere nel Paese. Un Saint Just in miniatura dal vorace spirito moralizzatore.
Il che non gli ha impedito di appoggiare la legalizzazione dell’aborto e della cannabis terapeutica, la legalizzazione della prostituzione e del gioco d’azzardo. Non trascurando di dare maggior vigore alla marcia di avvicinamento alla Ue e alla Nato. Un crimine imperdonabile per la Russia, che in epoca sovietica all’Ucraina affidava lo sterminato granaio e parte dell’arsenale nucleare e che di fronte al pericolo di una transizione democratica vissuta come un supremo tradimento ha cominciato a smembrarne i pezzi più pregiati del vasto territorio, dalla Crimea al Donbass.
Faceva ridere e sorridere da Kiev a Mosca, da Kharkiv a San Pietroburgo lo Zelensky guitto e sagace che partecipava al «Ballando con le stelle» in versione ucraina e interpretava in tv un professore di liceo che veniva chiamato a sorpresa a guidare il Paese. Gli anni a venire diranno se vi sia stato un che di misteriosamente provvidenziale nella sua bizzarra ascesa al potere.
Anche perché il comico-presidente si è rivelato di insospettabile fibra virile, una sorta di antieroe che dalla risata di Aristofane si è calato senza sforzo nell’epos omerico, dal cabaret alle trincee del Donbass, dalla clownerie al sereno vaticinio consegnato via zoom all’ultimo vertice dell’Unione Europea il 25 febbraio scorso: «Forse è l’ultima volta che mi vedete vivo».
Una mutazione quasi antropologica – pur anche veicolata dalla predisposizione al travestimento scenico –, che da attor comico a presidente lo ha trasformato alla fine in un subcomandante zapatista in felpa verde-oliva, la barba malrasata e per contro un’inimmaginabile abilità nell’utilizzo dei social media e nella capacità di tessere relazioni internazionali passando ore concitate a contatto con Joe Biden, Macron, Draghi (con cui si è concesso un pepato battibecco), Erdogan, la pilatesca Europa che quasi fino all’ultimo lo ha lasciato solo.
Per ora, il «capo della banda di drogati e di nazisti» (così lo ha definito Putin e così lo dipinge la propaganda russa) è vivo e vegeto. «Non credete alle fake news – dice –: sono ancora qui".
Fino a un mese fa pochi sapevano chi fosse e che faccia avesse Volodymyr Zelens'kyj, presidente dell'Ucraina che guida in piazza la resistenza del suo paese all'attacco russo con addosso un giubbotto antiproiettile dichiarando "dicono che sono andato via, ma io sono qui, in piazza". Riccardo Gazzaniga
27 febbraio 2022
Qualche sera fa ha detto "potrebbe essere l'ultima volta che mi vedete vivo" e ogni volta che io trovo un intervento in video di quest'uomo che ha solo un anno e mezzo meno di me e si trova addosso il peso di un paese e forse anche di un continente, mi chiedo cosa pensi intimamente lui, di tutto questo.
Se non gli sembri di essere ancora sul palco, che non sia tutta una gag riuscita troppo bene.
Perché Zelens'kyj, figlio di un professore di cibernetica e di un'ingegnera, entrambi ebrei, laureato in legge senza aver mai esercitato la professione, ha scelto poi di dedicarsi alla sua passione: recitare.
Attore, sceneggiatore, produttore, direttore artistico, recita in diversi sketch comici battute scritte dalla moglie, sua compagna dai tempi del liceo.
Poi un giorno, nella serie Sluha Narodu "Servitore del popolo", interpreta un attore che diventa un capo di Stato onesto, capace di prevalere sui corrotti e i malfattori.
La serie vince diversi premi e Zelens'kyj interpreta così bene il Presidente che la produzione della serie ha l'idea surreale di lanciarlo in una vera campagna presidenziale quasi tutta on line che, incredibilmente, lo porta a stravincere e diventare il leader europeista di un'Ucraina in cambiamento.
E ora quello stesso attore che era andato sul palco di Ballando con le Stelle, è lì, con l'elmetto, a danzare con la morte vicina, a invocare aiuto dai leader del mondo, opporsi a Putin, tenere insieme con i suoi messaggi e la sua presenza anche fisica una democrazia fragile e bombardata che potrebbe cadere non solo in mano della Russia ma di tante spinte diverse ed estreme.
Non so cosa succederà alla storia dell'Ucraina, dell'Europa e a quella di Volodymyr Zelens'kyj, mi auguro che rimanga lì, soprattutto mi auguro che non muoia, perché è un uomo che è finito a rischiare la vita per passione o per gioco o per destino o per tutte le cose, verrebbe da dire un uomo normale. Anche se a questo punto nulla è più normale, nemmeno questa storia che potrebbe già essere il film o una serie, in cui un attore che ha recitato per essere Presidente ora recita il paladino del mondo libero e, anche qui, lo fa così bene da ricordarci il senso della politica e dell'ineluttabilitá delle scelte e del proprio dovere.
Accanto a lui c'è un ex campione del mondo dei pesi massimi di pugilato che fa il sindaco di Kiev con la sua faccia tutta gonfia, una miss Ucraina con il kalashnikov, mamme e nonne con il foulard che preparano le molotov, è tutto talmente terribile e narrativo che ci ricorda che la vita può essere ben più incredibile di qualsiasi romanzo e fiction.
Che, in circostanze estreme e tragiche, le persone possono diventare ciò che non si aspettano, trasformarsi in agenti del male ma, talvolta, al contrario, anche essere la versione migliore di sé.
E un uomo normale può risultare più credibile ed eroico di qualsiasi attore.
"Difenderemo la nostra meravigliosa patria": il discorso di Zelensky all'UcrainaVolodymir Zelensky
23 Febbraio 2022
https://it.insideover.com/politica/la-v ... raina.htmlIl 19 febbraio scorso il presidente ucraino Volodymir Zelensky è intervenuto alla 58esima Conferenza sulla Sicurezza di Monaco con un discorso incisivo in cui ha mostrato le ragioni del suo Paese. Abbiamo voluto tradurlo per capire quali sono gli obiettivi e le visioni politiche di Kiev nell’attuale crisi ucraina. Il testo originale è disponibile sul sito ufficiale della presidenza ucraina.
Clicca QUI per il discorso di Vladimir Putin
L’Ucraina vuole la pace. L’Europa vuole la pace. Il mondo dice che non vuole combattere e la Russia dice che non vuole attaccare. Qualcuno sta mentendo. Questo non è un assioma, ma non è più un’ipotesi.
Signore e signori! Due giorni fa ero in Donbass, sulla linea di confine. Legalmente tra l’Ucraina e i territori temporaneamente occupati. Di fatto, la delimitazione tra la guerra e la pace. Dove da un lato c’è un asilo e dall’altro un proiettile che lo ha colpito. Da un lato c’è una scuola, dall’altro un proiettile caduto sul suo cortile.
E vicino ci sono trenta bambini che vanno…no, non nella Nato, ma a scuola. Qualcuno impara la fisica. Imparando le sue leggi fondamentari, anche i bambini imparano quanto siano assurde le affermazioni che i bombardamenti avvengano dal lato ucraino.
Qualcun altro studia matematica. I bambini possono calcolare la differenza tra i casi di bombardamento negli ultimi tre giorni e le menzioni dell’Ucraina nel Rapporto sulla Sicurezza di Monaco senza una calcolatrice.
E qualcuno impara la storia. E quando nel cortile della scuola appare un cratere di una bomba, i bambini si chiedono una cosa: il mondo ha dimenticato gli errori del XX secolo?
A cosa portano i tentativi di appeasment? A trasformare la domanda “Perché morire per Danzica?” nella necessità di morire per Dunkerque e altre dozzine di città in Europa e nel mondo. Al costo di decine di milioni di vite.
Queste sono terribili lezioni della storia. Voglio solo essere sicuro che io e voi abbiamo letto gli stessi libri. Dunque, abbiamo la stessa comprensione della risposta alla principale domanda: come possa accadere nel XXI secolo che l’Europa sia di nuovo in guerra e le persone stiano morendo? Perché [la guerra in Donbass, ndt] è durata più della seconda guerra mondiale? Come siamo precipitati nella più grande crisi securitaria dalla Guerra Fredda? Come presidente di una nazione che ha perso parte del territorio e migliaia di persone e sui cui confini sono appostate 150mile truppe russe e armamenti pesanti, la risposta è ovvia.
L’architettura securitaria globale è fragile e va aggiornata. Le regole a cui il mondo si è adeguato decenni fa non funzionano più. Non riescono a gestire nuove minacce. Non sono efficaci per superarle. Sono come uno sciroppo della tosse quando servirebbe un vaccino per il Covid. Il sistema securitario è lento. Si è schiantato di nuovo. Le cause sono diverse: autoreferenzialità, eccessi di confidenza, irresponsabilità di Stati al livello globale. Come risultato, abbiamo i crimini di qualcuno e l’indifferenza degli altri. E l’indifferenza rende complici. Ed è simbolico che io ve ne stia parlando qui. Qui quindici anni fa la Russia ha annunciato la sua intenzione di sfidare la sicurezza globale. Cosa ha detto il mondo? Appeasment. Il risultato? Come minimo, l’annessione della Crimea e l’aggressione al mio Paese.
Le Nazioni Unite, che dovrebbero difendere la pace e la sicurezza globali, non sanno difendersi quando la loro Carta è violata. Quando un membro del Consiglio di Sicurezza annette il territorio di uno dei fondatori dell’One. E l’Onu stesso ignora la Piattaforma Crimea, la cui meta è la fine pacifica dell’occupazione della Crimea e la tutela dei diritti dei suoi abitanti.
Tre anni fa, qui Angela Merkel ha detto: “Chi gestirà il naufragio dell’ordine globale? Solo tutti noi assieme!”. L’uditorio rispose con un’ovazione. Ma l’applauso collettivo, sfortunatamente, non è sfociato in un’azione collettiva. E adesso, quando il mondo parla della minaccia di una grande guerra, una domanda emerge: c’è ancora qualcosa da salvare? L’architettura securitaria nel mondo e in Europa è quasi del tutto distrutta. Ed è troppo tardi per pensare ad aggiustarla, va costruito un nuovo sistema. L’umanità lo ha già fatto due volte, pagando un prezzo troppo alto: due guerre mondiali.
Possiamo rompere questa tendenza prima che diventi un percorso tracciato. E costruire un nuovo sistema prima di dover piangere milioni di vittime. Con la lezione delle due guerre mondiali non possiamo sperimentarne una terza. Dio ce ne scampi.
Ne ho parlato qui ieri, e di fronte all’Onu. Nel XXI secolo nessuna guerra è straniera. L’annessione della Crimea e la guerra in Donbass riguardano il mondo interno. E questa non è una guerra in Ucraina ma una guerra in Europa. L’ho detto a summit e forum. Nel 2019, 2020, 2021. Il mondo mi ascolterà nel 2022?
Questo non è più un’ipotesi, ma non ancora un assioma. Perché? Servono delle prove. Più importanti dei tweet o delle dichiarazioni ai media. Servono azioni. Le chiede il mondo, non noi.
Da soli o col supporto dei partner, difenderemo la nostra terra. Sia che ci siano date migliaia di armi moderne che cinquemila elmetti. Appreziamo ogni aiuto, ma chiunque deve capire che questi non sono contributi di carità che l’Ucraina deve chiedere o di cui ricordarsi
Questi non sono gesti nobili per cui l’Ucraina dovrebbe inchinarsi. Questo è il vostro contributo alla sicurezza dell’Europa e del mondo. Di cui l’Ucraina è stato uno scudo affidabile per otto anni. E per otto anni ha contenuto uno degli eserciti più grandi del mondo. Schierato ai nostri confini, non a quelli dell’Ue.
I missili Grad colpiscono Mariupol, non le città europee. E dopo quasi sei mesi di combattimento, a essere distrutto è stato l’aeroporto di Donetsk, non quello di Francoforte. Ed è sempre calda la situazione della zona industriale di Avdiivka, non quella di Montmartre. Nessuna nazione europea sa che cosa significa la celebrazione di funerali militari ogni giorno in ogni regione [dell’Ucraina]. Nessun leader europeo sa cosa voglia dire incontrare regolarmente le famiglie dei caduti.
Difenderemo la nostra meravigliosa patria, non importa se avremo 50, 150mila o un milione di soldati di qualsiasi esercito al confine. Per aiutare davvero l’Ucraina, non è necessario dire quanti uomini e quanti materiali ci siano al confine. Diteci che numeri abbiamo noi.
Per aiutare davvero l’Ucraina non è necessario parlare solo delle date della possibile invasione. Difenderemo la nostra terra il 16 febbraio, l’1 marzo, il 31 dicembre. Diamo maggior valore ad altre date. Ed ognuno capisce bene quali.
Domani [il 20 febbraio, ndt] in Ucraina è il Giorno dei Cento Eroi Celesti. Otto anni fa, gli ucraini hanno fatto la loro scelta e molti sono morti per essa. Otto anni dopo, perché l’Ucraina deve continuamente chiedere il riconoscimento di una prospettiva europea? Dal 2014 la Russia ha diffuso l’idea che abbiamo scelto il percorso sbagliato, che nessuno in Europa ci stesse aspettando. Non dovrebbe forse l’Europa dire e dimostrare con i fatti che questo è falso? Non dovrebbe l’Ue dire che i suoi cittadini sono favorevoli all’ingresso di Kiev nell’Unione? Perché evitiamo la domanda? Non meritiamo forse risposte dirette e oneste?
Ciò riguarda anche la Nato. CI è stato detto: la porta è aperta! Ma per ora solo a chi ha l’accesso autorizzato. Se non tutti i membri dell’Alleanza ci vogliono dentro o se tutti non ci vogliono ammettere, siate onesti. Le porte aperte sono buona cosa, ma a noi servono risposte chiare, non domande che restano aperte per anni. Non è forse il diritto alla verità una delle nostre grandi opportunità? Il momento della verità sarà il prossimo summit di Madrid.
La Russia afferma che l’Ucraina vuole unirsi alla Nato per ottenere con la forza il ritorno della Crimea. Risulta gratificante che il concetto di “ritorno della Crimea” appaia in questa retorica. Ma non hanno letto con attenzione l’Articolo 5 della Carta Nato: l’azione collettiva è protettiva, non offensiva. La Crimea e il Donbass torneranno certamente all’Ucraina, ma pacificamente.
L’Ucraina ha applicato con consistenza gli accordi di Minsk e quelli del Formato Normandia. La loro base sta nell’innegabile riconoscimento dell’integrità territoriale e dell’indipendenza del nostro Stato. Cerchiamo una soluzione diplomatica al conflitto armato. Solamente sulla base del diritto internazionale.
Come va per davvero il processo di pace? Due anni fa, abbiamo concordato con i leader di Russia, Francia e Germania un cessate il fuoco completo. A cui l’Ucraina aderisce scrupolosamente. Ci siamo trattenuti il più possibile in un contesto di continue provocazioni. Abbiamo continuamente fatto proposte nel contesto del Quartetto Formato Normandia e del Gruppo Trilaterale di Contatto. E che riceviamo? Granate e proiettili dall’altro fronte. Soldati e civili uccisi e feriti, infrastrutture distrutte.
Gli ultimi giorni sono stati specialmente istruttivi. Centinaia di bombardamenti, spesso con armi proibite dagli Accordi di Minsk. Inoltre è importante che si finisca di restringere l’ammissione di osservatori Ocse in Ucraina. Loro sono minacciati e intimiditi. Ogni azione umanitaria è bloccata.
Due anni fa ho firmato una legge sull’ammissione incondizionata di rappresentanti di organizzazioni umanitarie per il sostegno ai detenuti. Essi non sono ammessi nei territori temporaneamente occupati. Dopo due scambi di prigionieri, il processo è stato bloccato, sebbene l’Ucraina abbia fornito elenchi concordati. Sono diventate un simbolo di violazioni dei diritti umani le torture compiute nella prigione di Donetsk.
I due nuovi checkpoint che abbiamo aperto nel novembre 2020 nella regione di Lugansk non funzionano ancora – e qui avvieneun’ostruzione totale con pretesti forzati.
L’Ucraina sta facendo tutto il possibile per raggiungere progressi nel confronto sulle questioni politiche. Nel GCC, nel processo di Minsk, attraverso disegni di legge abbiamo avanzato le nostre proposte, ma tutto appare bloccato e nessuno ne parla. L’Ucraina chiede da tempo di sbloccare immediatamente il processo negoziale. Ma questo non significa che la ricerca della pace si limiti ad solamente ad esso.
Siamo pronti a trovare la chiave per terminare la guerra in ogni possibile formato: Parigi, Berlino, Minsk, Istanbul, Ginevra, Bruxelles, Pechino, New York, non ha importanza dove il mondo negozia la pace in Ucraina.
Non importa se parteciperanno quattro paesi, sette o cento, la cosa che conta è che Ucraina e Russia siano tra questi. Ciò che è veramente importante è comprendere che la pace è necessaria non solo per noi, il mondo intero ha bisogno della pace in Ucraina. Pace e ripristino dell’integrità territoriale entro i confini internazionalmente riconosciuti. Questa è l’unica strada per risolvere il conflitto. E spero che nessuno pensi all’Ucraina come a una comoda e permanente zona cuscinetto tra l’Occidente e la Russia. Questo non accadrà mai. Nessuno lo permetterà.
Altrimenti – chi sarà il prossimo? I paesi della NATO dovranno difendersi a vicenda? Voglio credere che il Trattato del Nord Atlantico e l’Articolo 5 saranno più efficaci del Memorandum di Budapest. In ogni caso, abbiamo qualcosa. Il diritto di domandare il passaggio oltre una politica di appeasment per garantire sicurezza e pace.
Per tre volte dal 2014 l’Ucraina ha provato a organizzare consultazioni con i garanti del Memorandum di Budapest per ben tre volte. Tutte senza successo. Oggi l’Ucraina lo fa per la quarta volta. Io per la prima volta da Presidente. Ma sia io che l’Ucraina lo facciamo per l’ultima volta.
Sto avviando consultazioni nel quadro del Memorandum di Budapest. Il Ministro degli Affari Esteri è stato incaricato di convocarli. Se i loro risultati non garantiranno la sicurezza per il nostro paese, l’Ucraina avrà tutto il diritto di credere che il Memorandum di Budapest non funzioni e che tutte le decisioni del pacchetto del 1994 sono in dubbio.
Propongo inoltre di convocare un vertice dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nelle prossime settimane con la partecipazione di Ucraina, Germania e Turchia per affrontare le sfide in atto alla sicurezza in Europa. Ed elaborare di conseguenza nuove ed efficaci garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Paese che si trova oggi, fintanto che non siamo membri dell’Alleanza e di fatto ci troviamo in una zona grigia – in un vuoto securitario.
Cosa possiamo fare adesso? Sostenere con efficacia l’Ucraina e le sue capacità di difesa. Garantire all’Ucraina una prospettiva europea chiara, gli strumenti disponibili per le nazioni candidate, e chiari e precisi termini temporali per entrare nella Nato.
Servirà sostenere la trasformazione della nazione. Stabilire un Fondo per la Stabilità e la Ricostruzione dell’Ucraina, un programma affitti e prestiti, la fornitura di armi, macchinari e equipaggiamento di ultima generazione per il nostro esercito, che protegge l’intera Europa.
Servirà sviluppare un pacchetto di sanzioni preventive per fungere da deterrente all’aggressione. Garantire la sicurezza energetica ucraina, garantire la sua integrazione dentro il mercato energetico dell’Unione Europea in cui Nord Stream 2 è usato come un’arma.
Tutte queste domande meritano risposta.
Per ora siamo stati in silenzio. E finché c’è silenzio qui, ci sarà silenzio nell’Est del nostro Paese. Questo vale per l’Europa. Questo vale per il mondo. Spero che il mondo finalmente lo capisca, e che lo faccia anche l’Europa.
Signore e signori,
Ringrazio tutti gli Stati che oggi sostengono l’Ucraina.
Con le parole, con le dichiarazioni, con l’aiuto concreto. Tutti coloro che sono oggi dalla nostra parte. Dalla parte della verità e del diritto internazionale. Non vi chiamo per nome, non voglio far vergognare altre nazioni. Ma un conto è il business, un altro il loro karma. E ciò riguarda la loro coscienza. Comunque, non credo che saprebbero spiegare le loro azioni ai due soldati uccisi e ai tre feriti in Ucraina oggi.
E, cosa più importante, a tre ragazze di Kiev. Una di dieci anni, una di sei e la più piccola di solo un anno. Rimaste oggi senza un padre. Alle sei del mattino, ora dell’Europa centrale. Quando il Capitano Anton Sydorov, ufficiale dell’intelligence ucraina, è stato ucciso da un attacco di artiglieria vietato dagli Accordi di Minsk. Non so cosa ha pensato nell’ultimo momento della sua vita. Non ha certamente saputo che agenda qualcuno deve rispettare per porre fine alla guerra.
Ma sapeva certamente la risposta alla domanda che ho posto all’inizio. Sa benissimo chi di noi sta mentendo.
Possa la sua memoria vivere in eterno. Possa la memoria di coloro che sono morti oggi e nella guerra all’Est del nostro Paese vivere per sempre.
Grazie mille.