17)
I filo Russia di Putin,
perché demenziali novax no-greenpass, perché complottisti e sovranisti monetari, perché anti globalismo economico e anticapitalisti;
e antioccidentali perché antiburocratismo UE, perché anti politicamente corretto e perché cristianamente laico e poco religioso;
e in buona fede perché credevano nel buon e pacifico Putin redentore della Russa dalle ceneri dell'URSS.
Condivido pienamente
PUNTO E BASTA
Ultimamente ho tolto alcune persone dai miei contatti.
Giovanni Bernardini
26 febbraio 2022
https://www.facebook.com/giovanni.berna ... 1152340751
Qualcuno mi ha scritto accusandomi di essere intollerante ed antidemocartico, di voler “censurare” questo o quello.
No cari signori, io non censuro nessuno. Semplicemente mi rifiuto di rispondere ad obiezioni che giudico inconsistenti. La considero una perdita di temo ed energie intellettuali, un girare a vuoto che non porta da nessuna parte visto che tutti non fanno altro che ribadire le proprie posizioni.
Lo ripeto ancora una volta. Nessuno più di me detesta il politicamente corretto ed i miti ideologici dell’occidente in crisi. Ma le posizioni che stanno emergendo in questo periodo sulla guerra NON sono una critica del politicamente corretto, né del mondialismo, né del burocratismo idiota della UE, né della ideologia gender, né di tutte le idiozie di cui è strapiena la pseudo cultura occidentale di oggi.
NO, certe posizioni sulla guerra non fanno altro che riproporre il vecchio, stantio anti americano ed anti occidentale di sempre. Anti americano indipendentemente da Biden, anti occidentalismo indipendentemente dalla insostenibile leggerezza dell’occidente odierno.
La NATO sarebbe da sempre (DA SEMPRE) fomentatrice di guerre. DA SEMPRE gli USA opprimerebbero i popoli del mondo. La democrazia occidentale sarebbe un inganno, il pluralismo una illusione. Per alcuni non è solo Putin ad avere ragione oggi. Aveva ieri ragione Saddam, aveva ragione il Mullah Omar, ha ragione Hammas… ha sempre torto una sola parte: l’occidente. L’OCCIDENTE, non il cancro politicamente corretto che lo sta distruggendo.
Ebbene, IO NON CI STO. Il fatto di non amare per niente Biden non mi trasforma in ammiratore di un dittatore post comunista come Putin. Penso si possa detestare il politicamente corretto senza diventare ammiratori dei talebani, o della Cina, e dell’Iran.
Non ci sto e non mi va di continuare a discutere all’infinito con chi vorrebbe buttare il bambino con l’acqua sporca, scambia la lotta al cancro con la lotta al corpo che del cancro è vittima.
Per questo invito che la pensa diversamente a non affliggermi coi suoi commenti. Sono un vecchio ex sessantottino e conosco alla perfezione tutte le acrobazie verbali cui certe persone ricorrono. Non mi interessa continuare a confutarle all’infinito.
Toglietemi pure dai vostri contatti. Non c’è nulla di terribile in questo. Meglio un “ciao“ amichevole che infinite ripetizioni delle stesse argomentazioni.
Punto. E basta.
Le demenzialità dei novax-no greenpass pro Putin e contro l'Occidente
Elena Ribotta Zaccheo
26 febbraio 2022
https://www.facebook.com/elena.ribotta/ ... &ref=notif
Prima ci hanno divisi tra vax e no vax. Poi sono passati alla divisione tra greenpass si e no greenpass. Adesso vogliono semplificare un ragionamento che sarebbe molto lungo e articolato dividendo le squadre fra Ukraina santa subito e Putin cattivaccio.
Morale: ora che siamo ben divisi LORO, sempre gli stessi, imperano. Furboni che siamo!
Alberto Pento
Scusa tanto ma è un post demenziale!
Elena Ribotta Zaccheo
Alberto Pento e tu non leggerlo!
Elena Ribotta Zaccheo
Se Trump fosse riuscito a soffocare la nato togliendole i finanziamenti e se fosse rimasto lui al posto di Biden tutto questo non sarebbe successo. Purtroppo l'Ucraina è comandata da un clone di di Maio, quanto a lungimiranza politica e cultura. In più questo soggetto è pure d'amore col figlio di Biden per affari loschi di cui, purtroppo, non si parla più. Posso capire che la maggioranza degli ucraini nulla sappia dei secondi e terzi fini di chi li comanda però noi questi strumenti di comprensione e di informazione li abbiamo. Continuare a leggere questa guerra nell'unico modo che ci forniscono i media, che già per tutta la questione covid si sono dimostrati prezzolati e quindi inattendibili, è assurdo e mi deprime che si ragioni a fazioni.
Questa guerra è nata nel 2014, quando è stato fatto un colpo di stato in Ucraina sostenuto da Stati Uniti (c'era Biden vicepresidente e la Clinton segretario di Stato).
Elena Ribotta Zaccheo
27 febbraio 2022
https://www.facebook.com/elena.ribotta/ ... 1231544970
Per chiarezza.
Questa guerra è nata nel 2014, quando è stato fatto un colpo di stato in Ucraina sostenuto da Stati Uniti (c'era Biden vicepresidente e la Clinton segretario di Stato).
Tolsero il Presidente ucraino filo-russo che si rifugiò a Mosca, presero il potere con la forza e piazzarono un governo filo- americano.
Dopo il colpo di stato sono subito state emanate delle leggi anti russe. Solo che l'Ucraina è un paese diviso in due, a ovest sono ucraini, nazionalisti e vicini all'Europa, ad est e in Crimea sono russi.
La Russia con un colpo di mano si è ripresa la Crimea senza sparare un colpo (perché il 90% sono russi e hanno fatto un referendum). Mentre nelle altre province sono state fatte persecuzioni (multe se parli in russo, sparatorie a chi pregava in russo). I dati OSCE parlano, di 14000 morti fra civili e militari nel Donbas in 7 anni.
Nel 2014 c'è stata la strage di Odessa, ma ne hanno parlato troppo poco in tv. Gli ucraini diedero fuoco a un sindacato che era pieno di anziani, donne con bambini, quelli che scamparono all'incendio furono uccisi a colpi di fucile.
Putin ha più volte denunciato il genocidio nel Donbas (14.000 morti) ma nessuno nei media occidentali ha approfondito.
Poi è arrivato Trump e l'Ucraina è rimasta sola, a lui non interessava. C'è stato i cessate il fuoco e sono stati fatti gli accordi di Minsk che prevedevano il riconoscimento delle due repubbliche da parte dell'Ucraina come regioni a statuto speciale.
Si arriva così all'elezione di Biden, che affermò subito che Putin è un killer e che gliel'avrebbe fatta pagare.
Il figlio di Biden, Hunter, ha diversi gasdotti in Ucraina, e affari milionari. Biden ha chiesto l'ingresso nella Nato dell'Ucraina, inaccettabile per la Russia. Inaccettabile perché i missili sarebbero puntati a 300 km da Mosca. Perché sarebbero puntati su Pechino, infatti la Cina ha sostenuto la Russia con contratti sul gas altissimi.
Da dicembre è iniziata l'isteria americana sull'inizio della guerra. Hanno pompato Zelensky a bombardare di nuovo il Donbas per riprenderselo promettendogli aiuto militare. Lui ci è cascato. La Russia si è seduta al tavolo con tutti i presidenti e con tutti i ministri degli esteri ma senza risultati. Nessuno voleva trattare, ma ribattevano che l'Ucraina ha il diritto di entrare nella Nato. La Russia ha offerto di demilitarizzare l'Ucraina e farlo uno stato cuscinetto, come la Svizzera, di transito di gas e di merci, ma senza armi. Gli è stato risposto di no.
Aggiungo che gli USA hanno piazzato in questi anni in Ucraina 14 laboratori che producono armi chimiche, lungo tutto il confine russo. Dunque una minaccia di non solo missili.
A questo punto non è difficile comprendere la reazione di Putin, acclamato dalle popolazioni filo-russe del Donbass come un liberatore di quelle zone che non devono essere annesse alla Russia ma rese alla loro libertà dopo i massacri di questi anni.
Non esistono buoni e cattivi, ma solo una buona o una cattiva informazione.(R.Humber)
Commento di Daniele DC
Alberto Pento
1) Nel 2014 non vi è stato alcun colpo di stato in Ucraina
2) Nel Donbass che è terra ucraina non vi è il 90% di russi, ma solo un di russofoni e di filorussi buonparte prezzolati
3) Non vi è stato alcun genocidio di 14mila russi nel Donbass
Rivolta di Kiev
https://it.wikipedia.org/wiki/Rivolta_di_Kiev
La rivolta di Kiev è scoppiata in risposta alle leggi anti-protesta ucraine (annunciate il 16 gennaio 2014 e messe in atto cinque giorni dopo), ed è sfociata in una serie di scontri nel centro di Kiev a via Hrushevshoko, fuori dallo Stadio Dinamo Lobanovski ed adiacente alle proteste dell'Euromaidan in corso.
Durante una manifestazione dell'Euromaidan che radunò più di 200.000 persone, i manifestanti marciarono verso la Verkhovna Rada dove incontrarono i cordoni della polizia. Dopo una fase tesa di stallo, la polizia cominciò ad affrontare i manifestanti con episodi di violenza. Da quel momento i manifestanti eressero barricate per impedire l'avanzamento delle truppe del governo. Quattro manifestanti sono stati confermati deceduti durante gli scontri con le forze dell'ordine, tre dei quali uccisi.
Il 28 gennaio 9 delle 12 leggi anti-protesta vennero abrogate e il Primo ministro Mykola Azarov rassegnò le dimissioni, annunciando la nascita di una legge di amnistia per i manifestanti arrestati e accusati. Il 14 febbraio seguente i gruppi incaricati di organizzare la situazione di stallo concordarono nello sbloccare parzialmente la strada per ripristinare il traffico ma mantenendo le barricate e le proteste. Dopo l'amnistia dei manifestanti del 16 febbraio, la polizia e i manifestanti si ritirarono entrambi, consentendo l'apertura di un corridoio per il traffico. Il 18 febbraio, ancora una volta, migliaia di manifestanti marciarono verso il Parlamento, ristabilendo gli stalli con la polizia in via Hrushevskoho e nelle strade collegate. Entro il giorno seguente, tutte le barricate vennero eliminate dalle strade e i manifestanti vennero respinti.
Euromaidan
https://it.wikipedia.org/wiki/Euromaidan
Euromaidan (in ucraino: Євромайдан?, traslitterato: Jevromajdan; letteralmente Europiazza) furono una serie di violente manifestazioni pro-europee iniziate in Ucraina nella notte tra il 21 e il 22 novembre 2013, all'indomani della sospensione da parte del governo dell'accordo di associazione, che costituiva una Zona di libero scambio globale e approfondito (Zone de libre-échange approfondi et complet, ZLEAC in francese o Deep and Comprehensive Free Trade Area, DCFTA in inglese) tra Ucraina e l'Unione europea. Durante le proteste, concentrate nella capitale Kiev, il 30 novembre 2013, si verificò un'escalation di violenza a seguito dall'attacco perpetrato dalle forze governative contro i manifestanti. Le proteste sfociarono nella rivoluzione ucraina del 2014 e, infine, alla fuga e alla messa in stato di accusa del presidente ucraino Viktor Janukovyč.
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L'inesistente genocidio nel Donbass e le origini dell'Ucraina: cosa c'è che non va nel discorso di Putin
Open
David Puente
23 dicembre 2022
https://www.open.online/2022/02/23/disc ... o-donbass/
Nel corso dell’attuale conflitto tra Russia e Ucraina, nel quale la disinformazione cerca di avere il sopravvento, il discorso alla nazione del Presidente russo Vladimir Putin del 21 febbraio 2022 non è esente da bufale e da forzature di carattere storico. Uno dei punti di forza nel sostenere l’intervento russo nelle aree del Donbass è quello di un inesistente genocidio ad opera degli ucraini, così come il continuo sostenere che l’Ucraina moderna sia una creazione della Russia bolscevica, quando il nazionalismo ucraino risulta essere di gran lunga precedente a quello attribuito al secolo scorso.
Putin accusa l’Occidente di non accorgersi di un «genocidio» a cui sarebbero sottoposte 4 milioni di persone. Un numero che combacia con i presunti abitanti che risiedono nei soli territori controllati dai separatisti, ossia quelli delle autoproclamate Repubbliche di Donetsk (circa 2 milioni e trecento mila di abitanti) e Luhansk (circa 1 milione e mezzo), non di entrambe le regioni ucraine.
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Donbass, gli abitanti condividono lingua, religione ed etnia. Le divisioni? Le vogliono solo politici e oligarchi
Gabriele Lagonigro
25 febbraio 2022
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/0 ... i/6504663/
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Donbass, dov'è e cosa rappresenta la regione al centro della crisi fra Ucraina e Russia
21 feb 2022
https://www.ilgiorno.it/mondo/donbass-1.7388474
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L'inesistente genocidio nel Donbass e le origini dell'Ucraina: cosa c'è che non va nel discorso di Putin
Open
David Puente
23 dicembre 2022
https://www.open.online/2022/02/23/disc ... o-donbass/
Nel corso dell’attuale conflitto tra Russia e Ucraina, nel quale la disinformazione cerca di avere il sopravvento, il discorso alla nazione del Presidente russo Vladimir Putin del 21 febbraio 2022 non è esente da bufale e da forzature di carattere storico. Uno dei punti di forza nel sostenere l’intervento russo nelle aree del Donbass è quello di un inesistente genocidio ad opera degli ucraini, così come il continuo sostenere che l’Ucraina moderna sia una creazione della Russia bolscevica, quando il nazionalismo ucraino risulta essere di gran lunga precedente a quello attribuito al secolo scorso.
Putin accusa l’Occidente di non accorgersi di un «genocidio» a cui sarebbero sottoposte 4 milioni di persone. Un numero che combacia con i presunti abitanti che risiedono nei soli territori controllati dai separatisti, ossia quelli delle autoproclamate Repubbliche di Donetsk (circa 2 milioni e trecento mila di abitanti) e Luhansk (circa 1 milione e mezzo), non di entrambe le regioni ucraine.
Ecco la trascrizione in russo dal sito del Cremlino:
А так называемый цивилизованный мир, единственными представителями которого самозванно объявили себя наши западные коллеги, предпочитает этого не замечать, как будто и нет всего этого ужаса, геноцида, которому подвергаются почти 4 миллиона человек, и только потому, что эти люди не согласились с поддержанным Западом переворотом на Украине в 2014 году, выступили против возведённого в ранг государственного движения в сторону пещерного и агрессивного национализма и неонацизма. И борются за свои элементарные права – жить на своей земле, говорить на своём языке, за сохранение своей культуры и традиций.
Non è la prima volta che utilizza il termine «genocidio», alimentando tale convinzione nei suoi sostenitori. Partiamo dalla definizione: «Sistematica distruzione di una popolazione, una stirpe, una razza o una comunità religiosa». Nel sito delle Nazioni Unite (ONU) è presente un’area dedicata per la definizione di genocidio con il riferimento all’articolo 2 della “Convenzione sulla prevenzione e la repressione del reato di genocidio“: «l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso».
Secondo un documento delle Nazioni Unite, pubblicato il 27 gennaio 2022, dal 2014 a fine 2021 il numero delle vittime si aggira tra i 14.200 e i 14.400: almeno 3.404 civili, circa 4.400 membri delle forze ucraine e circa 6.500 membri dei gruppi armati.
Ecco il testo del documento delle Nazioni Unite:
OHCHR estimates the total number of conflict-related casualties in Ukraine from 14 April 2014 to 31 December 2021 to be 51,000–54,000 : 14,200-14,400 killed (at least 3,404 civilians, estimated 4,400 Ukrainian forces , and estimated 6,500 members of armed groups), and 37-39,000 injured (7,000–9,000 civilians, 13,800–14,200 Ukrainian forces and 15,800-16,200 members of armed groups)
Le Nazioni Unite non ritengono che vi sia in atto un genocidio o un tentato genocidio da parte dell’Ucraina nei territori contestati.
Nel territorio ucraino – e non solo – è stato riconosciuto da diversi Paesi un caso di genocidio tra il 1932 e il 1933, quello noto con il nome di Holodomor o della “Grande fame”. Al contrario di altri, non venne incluso dalla formulazione dalla Convenzione del 1948 sul genocidio delle Nazioni Unite a causa delle pressioni dell’Unione Sovietica, in quanto accusata di averlo causato. Il primo a denunciare l’accaduto fu un giornalista gallese, Gareth Jones, che visitò l’Ucraina sovietica durante la carestia.
L’Ucraina è un’invenzione della Russia?
Putin sostiene che l’Ucraina moderna sia stata interamente «creata dalla Russia, precisamente dai bolscevichi, dalla Russia comunista». Il processo di creazione sarebbe iniziato – sempre secondo Putin – nel lontano 1917 attraverso «Lenin e i suoi collaboratori», in «modo molto rude nei confronti della Russia stessa», strappando «parte dei suoi territori storici» (l’Ucraina, ndr). In questo breve racconto, Putin conclude così: «Naturalmente, nessuno ha chiesto alcunché ai milioni di persone che vivevano nella zona».
Putin addossa tutte le colpe a Lenin, il quale avrebbe concesso troppo ai nazionalisti ucraini dell’epoca. «Perché è stato necessario soddisfare le ambizioni nazionaliste in continuo aumento nella periferia dell’ex impero?», quesito che il Presidente russo ripropone poco dopo: «Perché è stato necessario fare doni così generosi, che nemmeno i nazionalisti più ardenti non si sarebbero mai sognati prima, dando persino alle repubbliche il diritto di separarsi dallo stato unito senza alcuna condizione?». Tutto questo viene definito da Putin in questo modo: «una semplice follia».
Putin espone un percorso che introduce la sua versione del recente passato, quello relativo alla fine all’Unione Sovietica, dove non attribuisce l’indipendenza dell’Ucraina al referendum del 1991 quanto piuttosto alle azioni dei suoi predecessori: «Ora sono i radicali e i nazionalisti, compreso e soprattutto quelli in Ucraina, che si attribuiscono il merito aver ottenuto l’indipendenza. Come possiamo vedere, non è affatto così». Secondo Putin sono tutti errori commessi dai leader bolscevichi, colpevoli di aver portato il crollo della «Russia storica».
Il punto di riferimento di Putin è la «Russia storica», ossia l’Impero Russo nato nel 1721 e guidato per l’ultima volta dallo Zar Nicola II fino al 1917. Non viene considerato il pregresso, soprattutto il fatto che Kiev fosse stata addirittura fondata ancor prima di Mosca, un elemento della storia che oggi gli viene rinfacciato anche in tono scherzoso. C’è chi, infatti, ricorda a Putin e alla Russia che prima ancora i loro territori fossero stati sotto il controllo dei mongoli. C’è da dire che nel suo discorso, Putin fa riferimento all’attuale Ucraina («Ucraina moderna») e non a quella storicamente più antica di Kiev.
Putin sbaglia anche nel dare colpe a Lenin. Di fatto, il sentimento nazionale ucraino era già presente nel corso della metà del 1800, mentre si riscontrano ancor prima delle composizioni in lingua ucraina: nel 1794 venne pubblicata l’Eneide travestita, la prima opera letteraria in ucraino dello scrittore Ivan Petrovyč Kotljarevs’kyj. Una situazione per niente tollerato dallo zar Nicola I, il quale mise sotto processo i principali protagonisti del sentimento ucraino. La storia dell’Ucraina, tuttavia, è ancora più antica e precedente a quella russa.
I territori del sud-ovest della “Russia antica”
Durante il suo intervento, Putin parla dell’unione dei territori contesi alla Russia antica nel 17° secolo. Qui la trascrizione in russo:
Издавна жители юго-западных исторических древнерусских земель называли себя русскими и православными. Так было и до XVII века, когда часть этих территорий воссоединилась с Российским государством, и после.
Nel 17° secolo l’area dell’Ucraina venne contesa tra il Gran principato di Mosca e la Polonia. Nella narrativa di Vladimir Putin rientra anche quella della cosiddetta «Novorossiya», o «Nuova Russia», al fine di sostenere che l’area fosse sempre appartenuta all’Impero russo, senza però riportare un fatto storico: prima ancora della nascita dell’Impero russo e del precedente Gran principato di Mosca, esisteva l’ex impero medievale noto con il nome Rus’ di Kiev guidato da Vladimir I detto il Grande (958-1015), considerato il padre fondatore dell’Ucraina. Se Rus’ di Kiev esisteva dal 882, il primo insediamento di Mosca risalirebbe intorno al 1147.
Tornando a Vladimir I, il Presidente russo Vladimir Putin fece costruire nel 2016 una statua a lui dedicata nei pressi del Cremlino, attribuendogli i meriti di aver posto le basi dell’attuale Russia. Questo gesto venne descritto come un’appropriazione indebita di quello che da sempre viene definito il fondatore dell’Ucraina, come già testimonia una sua statua eretta proprio a Kiev nel 1853.
La storia dei territori appartenenti all’ex Unione Sovietica e dell’Impero russo è molto più complessa rispetto a quella che Vladimir Putin riporta. Volendo andare più indietro nella storia, basti considerare che i Rus’, nome della popolazione che diede origine alla Rus’ di Kiev e dal quale presero il nome le popolazioni russe, non rano propriamente “russi”, ma scandinavi.
Donbass, gli abitanti condividono lingua, religione ed etnia. Le divisioni? Le vogliono solo politici e oligarchi
Gabriele Lagonigro
25 febbraio 2022
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/0 ... i/6504663/
LA SCHEDA - Nell'Ucraina sudorientale non ci sono etnie, la parlata è pressoché identica, il dio è lo stesso, per quanto l'autocefala chiesa di Kiev si sia staccata da Mosca, e la storia, la cultura, i classici ottocenteschi rappresentano il substrato comune. Eppure si combatte, si muore, ci si scanna fra le miniere di carbone. Ecco perché questa guerra non può essere paragonata a quella nella ex Jugoslavia
Qualcuno, impropriamente, l’ha paragonata alla guerra nella ex Jugoslavia, ma fra quanto successe negli anni ’90 fra serbi, croati e bosniaci e quanto sta capitando oggi in Donbass ci sono assai poche similitudini. Nei Balcani erano differenti le religioni, le tradizioni, in parte anche la lingua. Nel bene e nel male, per quasi mezzo secolo Tito aveva tenuto insieme popoli che in comune non avevano moltissimo e che dopo la morte del Maresciallo hanno dato sfogo ai propri nazionalismi più sfrenati. Nell’Ucraina sudorientale, invece, non ci sono etnie, la parlata è pressoché identica, il dio è lo stesso, per quanto l’autocefala chiesa di Kiev si sia staccata da Mosca, e la storia, la cultura, i classici ottocenteschi rappresentano il substrato comune. Eppure si combatte, si muore, ci si scanna fra le miniere di carbone di una regione che non è ricca, non ha il mare, non ha turismo, dove i giovani sono già scappati da tempo, la maggior parte a Kiev ed altri in Russia, e dove ormai sono rimasti i più anziani, le famiglie con bambini, chi non ha i mezzi o le conoscenze per andarsene lontano.
È una guerra difficile, quasi impossibile da spiegare se non con la lente d’ingrandimento della geopolitica internazionale da una parte e dei potenti oligarchi locali dall’altra, che con il beneplacito di Putin diedero vita nel 2014 a una separazione anche per interessi personali. Perché è vero che l’auto-proclamazione delle due repubbliche arrivò dopo le proteste di Maidan e la svolta europeista (o nazionalista) di Kiev con la destituzione di Yanukovich. Il divieto della lingua russa nei luoghi pubblici e un’atmosfera meno benevola verso l’est del Paese spinsero i separatisti a staccarsi dall’Ucraina e a intraprendere un lungo conflitto con l’esercito regolare. Ma è anche chiaro che in una zona già pesantemente in crisi dopo il crollo dell’Unione Sovietica, avvicinarsi a Mosca e ricevere i lauti aiuti del Cremlino ha rappresentato per i nuovi governanti del Donbass secessionista un buon motivo per essere indipendenti.
Le lotte interne, fra bande non sempre inclini alla legalità, si risolsero nel 2018 con l’omicidio del “primo ministro” storico di Donetsk, Aleksander Zacharcenko, freddato in un bar del centro. La Russia e l’establishment della neonata repubblica popolare diedero subito la colpa a Kiev, ma molti analisti (anche a Mosca) sostennero invece la tesi del regolamento di conti interno.
Una guerra per interessi, quindi, non certo per l’odio fra i popoli. Un conflitto in cui la linea di confine non divide filo-russi e filo-ucraini, ma è semplicemente il frutto di otto anni di scontri. Ci sono i sostenitori di Kiev fra gli abitanti del Donbass separatista ed i fan di Putin nelle zone controllate dall’esercito regolare. Hanno vissuto insieme per secoli, ma la politica e non l’odio etnico ne sta segnando i destini.
Donetsk, la città simbolo di quest’area con quasi 1 milione di abitanti e sede nel 2012 dei Campionati Europei di calcio, è stata a lungo anche il regno di Rinat Akhmetov: 7 miliardi di dollari di impero personale, uomo più ricco d’Ucraina, proprietario della titolata squadra dello Shakhtar, con investimenti in mezzo mondo ma un passato non proprio trasparente. Putin ha “regalato” oltre 700mila passaporti russi ai cittadini di Donetsk e Luhansk e ha investito parecchi rubli in quest’area per accalappiarsi le simpatie di una popolazione stanca, disillusa ed economicamente depressa. Un’operazione semplice e tutto sommato a basso costo ma che sta destabilizzando il mondo. Una guerra per interessi, non certo per l’odio fra i popoli.
Donbass, dov'è e cosa rappresenta la regione al centro della crisi fra Ucraina e Russia
21 feb 2022
https://www.ilgiorno.it/mondo/donbass-1.7388474
Un territorio ad alto tasso russofono, ma anche e soprattutto un ricco bacino carbonifero. Questo è il Donbass, bacino del Donec, dal nome dell'omonimo fiume che lo attraversa. Una zona dell'Ucraina orientale al confine con la Russia, che si estende in tre oblast' (regioni), tra cui quello di Doketsk, la città principale.
Ucraina Russia, le ultime notizie. Onu: "Si rischia una grande guerra"
Nel Donbass oltre 770mila ucraini hanno il passaporto russo, su una popolazione di circa 5 milioni di abitanti, e secondo Mosca negli ultimi giorni altri 950mila residenti hanno fatto la stessa richiesta. Con la 'madre Russia' c'è un legame antico, rafforzato da una chiesa ortodossa locale che si è staccata da quella ucraina per legarsi a Mosca. Questo legame si nutre anche dell'insofferenza della popolazione verso lo Stato centrale. Perché le condizioni generali di vita, dall'uscita dell'Ucraina dall'Urss, nel 1991, sono peggiorate progressivamente. E allo stesso tempo, sono cresciute le pulsioni secessioniste.
La miccia si accende nel 2014, quando dopo la rivolta filo-Ue di Maidan e la cacciata di Viktor Yanukovich dal potere, Mosca in reazione decide l'annessione della penisola della Crimea, nel sud dell'Ucraina. Da quel momento parte la mobilitazione anche del Donbass, con gruppi militari delle regioni di Lugansk e Donetsk che riescono in breve tempo a prendere il controllo di parte della regione, grazie all'appoggio occulto di Mosca, che fornisce denaro e armi. I secessionisti vittoriosi sul campo dichiarano l'indipendenza dall'Ucraina proclamando la nascita della Repubblica Popolare di Donetsk e la Repubblica Popolare di Lugansk. In seguito organizzano un referendum, che secondo i leader ribelli ha un esito bulgaro: la stragrande maggioranza della popolazione vota a favore dell'annessione alla Russia.
Gli sforzi della diplomazia internazionale per riportare stabilità nell'area e porre fine a un conflitto che ha provocato oltre 10mila morti conducono agli accordi di Minsk, che vengono sottoscritti sia dai filo-russi che da Kiev, sotto il cappello delle potenze occidentali, Francia e Germania in primis, e della Russia. I combattimenti sulla carta devono finire e il Donbass deve tornare sotto il controllo dell'Ucraina, in cambio di una maggiore autonomia. Ma le intese sottoscritte nella capitale bielorussa non sono risolutive, anche perché in parte non attuate. Da un lato Mosca non è formalmente parte nel conflitto e quindi non si sente vincolata; dall'altro le autorità di Kiev, su pressione della frangia nazionalista del Paese, non riescono a concedere l'autonomia ai separatisti. Ed il conflitto, anziché finire, è riesploso, inserendosi ora nella più ampia battaglia Russia-Occidente sull'allargamento a Est della Nato.
L’Onu: in Ucraina 13mila morti per la guerra del Donbass tra i due contendenti
Monica Ricci Sargentini
22 gennaio 2019
https://lepersoneeladignita.corriere.it ... l-donbass/
Dall’aprile 2014 alla fine del 2018 sono state quasi 13 mila le vittime della guerra nel Donbass. Lo ha reso noto la missione di monitoraggio per i diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina. Nello specifico, i civili rimasti uccisi sarebbero 3.300, oltre a 4 mila soldati ucraini e 5.500 miliziani separatisti. In aggiunta, un numero di persone fra le 27 e le 30 mila sono rimaste ferite nel corso del conflitto armato.
Tutta l’area orientale dell’Ucraina vive una situazione di profonda instabilità e incertezza dall’aprile del 2014, dopo che le autorità di Kiev lanciarono un’operazione militare per riprendere il controllo della regione dalle milizie delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk che sostengono l’indipendenza del Donbass. Gli accordi raggiunti a Minsk dal Gruppo di contatto trilaterale dell’Osce (Russia, Ucraina e le due autoproclamate repubbliche) prevedono un completo cessate il fuoco; il ritiro degli armamenti dalla linea di contatto nell’Ucraina orientale; lo scambio reciproco di tutti i prigionieri detenuti da entrambe le parti; delle riforme costituzionali che conferiscano uno statuto speciale alle autoproclamate repubbliche. Il Formato Normandia (Francia, Germania, Russia e Ucraina) monitora il rispetto di quest’intesa. Dalla sigla degli accordi, tuttavia, le due parti si accusano reciprocamente di contrastarne l’attuazione.
Confesso che non ho mai reputato Putin pericoloso, prima di oggi.
Roberta Cuciti
27 febbraio 2022
https://www.facebook.com/roberta.cuciti ... 5777504438
Archiviata l'URSS, la Russia per me era solo un "nemico" geopolitico in quanto alleato coi peggiori stati canaglia del pianeta. Iran, Cina, Palestina...
Non molto più di questo. Non sono mai stata russofoba, tutt'al più, non amo gli antioccidentali in generale.
E Putin anzi, mi ispirava pure sufficiente simpatia: certo, consapevole che la sua sia un'autocrazia, ma li ho spesso difesi dicendo "sono una pseudo democrazia giovane e poi Putin deve tenere insieme un tale territorio..., faranno il loro percorso".
Putin poi ha raccolto una nazione devastata 20 anni fa, l'ha riportata ad avere un certo ruolo nel mondo. Mi pareva avesse fatto un discreto lavoro, compatibilmente con le condizioni iniziali.
Si ok, le ricchezze sono concentrate nelle mani di un piccolo gruppuscolo di oligarchi, amici suoi, ma si faranno...col tempo, perché no?
Praticamente mi sono fatta tutto un mio personale film su quel gigante di nazione. Altro che Putin il simpatico che gratta la pancia alla tigre e all'orso!
Ammappate. Io l'ho completamente non inquadrato, me ne rendo conto solo ora.
E mai avrei creduto ad un azzardo simile: credevo convintamente che bluffasse quando ha ammassato 190 mila uomini sul confine, per avere potere contrattuale in un braccio di ferro tutto diplomatico sui destini dell'Ucraina e poi andarsene.
Putin non era proprio nel mio orizzonte dei rischi in arrivo
Dave Sereno
Bella annotazione.. a me ha aperto gli occhi una Lettone qualche anno fa, era durante un lungo discorso, cercando di capire il loro ( dei russi) modo di agire spesso aggressivo e strafottente nelle trattative mi disse " ricorda che per i russi la guerra è onore ". Una semplice frase mi ha cambiato completamente la percezione del loro punto di vista.
Francesco Birardi
Idem cum patatis... stesso percorso, stessi pensieri. Anzi, vagheggiavo un'alleanza Usa-UE-Russia in senso anti islamico e anti cinese... Illuso!!!
Alberta Venca
A me invece la Russia e la Cina mi spaventano da sempre ora mettici pure l'amministrazione di Biden sono un vero pericolo. Se solo Trump avesse fatto un decimo di quello che sta provocando Biden con le sue affermazioni lo avrebbero massacrato. Siamo in pericolo
Domenico Balducci
Idem come te. Rafforzata dal fatto che io ho frequentato Russia e Bielorussia nel 90 e non ti puoi immaginare il casino che c'era. Per dirti il clima di frustrazione del popolo russo in quegli anni, ho sempre in mente, delle signore sdegnate nel vedere i ragazzini chiedere l'elemosina agli stranieri sulla piazza rossa. Alcune si vergognavano e li prendevano per un braccio per portarli via. Ecco queste cose ti toccano capisci la dignità di questo popolo. Quindi Putin, secondo me, ha fatto tanto per la Russia, probabilmente nell'unico modo in cui era possibile farlo. Ora per me é andato via di testa, mi sembra anche che non stia bene di salute a guardarlo in faccia.
Franco Ornag
POST ASSURDO. IN OCCIDENTE non vi e` NESSUNA LIBERTA`, ma solo un.sistema orribile senza valori, nei quali siamo solo DEI ROBOT CONSUMATORI, in un vita senza piu` riferimenti spirituali
Alberto Pento
Io sono un uomo di buona volontà, libero e consapevole, pieno di valori di ogni tipo compreso quelli spirituali naturali e non religiosamente idolatri come i tuoi e quelli del criminale Putin che di cristiano hanno poco o niente, amo la buona vita sulla terra e tutto il piacere che essa mi può dare a cui non preferisco alcuna vita paradisiaca dopo la morte e consumo quello che mi è necessario, che è buono e che posso guadagnarmi con il sudore della fronte senza depredare gli altri.
Non credo agli idoli, agli dei incarnati negli uomini, agli uomini della provvidenza, ai messia e ai redentori specialmente se idolatri, fanatici e violenti come Putin, Hitler, Mussolini, Stalin, Mao e Xi-in Pijng, Raisi, Kim Jong, e tutta la loro brutta compagnia comparsa sulla terra come Maometto e altri.
L'Occidente e i paesi non occidentali che si sono conformati ad esso come il Giappone e l'Australia, con tutti i suoi difetti è ancora il luogo migliore della terra dove vivere, e dove gli uomini di ogni parte del mondo che soffre, in conflitto, in miseria e dove dominano le dittature e le utopie sociali politico religiose sognoano di emigrare.
Franco Ornag
Alberto Pento, io non metto in dubbio che tu sia cosi`, io parlo del.sistema non di te.
Il sistema AMERICANI e` il male del mondo, distrugge, uccide...il capitalismo e` il vero male..
Alberto Pento
Il sistema americano con tutti i suoi difetti, è per molti aspetti la parte migliore dell'Occidente nonostante il Politicamente Corretto imperante con la banda democratica Biden Biden al governo; ed è ancora il luogo dove da tutta la terra moltitudini di uomini vorrebbero emigrare per avere un futuro più degno dove crescere i loro figli. La libertà democratica ed economico capitalista con la sua responsabilità/impegno e merito è l'unica condizione che garantisce all'umanità la miglior vita possibile e che dà all'uomo di buona volontà la capacità di migliorarsi sempre anche quando sbaglia, perché sbagliando l'uomo di buona volontà impara molto ed è questo universale meccanismo elementare che costituisce la regola d'oro del progresso e dello sviluppo della vita e dell'umanità sulla terra.
Franco Ornag
Alberto Pento, aveva ragione GIULIETTO CHIESA, La RUSSIA è nostra amica
Alberto Pento
Giulietto Chiesa era solo un demenziale fanatico comunista filo Russia URSS, una vergogna umana come i fanatici nazifascisti e i fanatici nazi maomettani.
Tutti agenti del male.
L'Occidente con tutte le imperfezioni sempre migliorabili è incommensurabilmente più umano, civile e superiore di qualsiasi paese internazi comunista, nazi maomettano o ex comunista e totalitaria come quello della Russia idolatra del fanatico nazionalista, falso cristiano e criminale Putin.
I demenziali filo Russia del criminale idolatra nazifascista Putin dovrebbero essere considerati, trattati e perseguiti come i foreign fighters nazi maomettani per apologia e istigazione al compimento di crimini contro l'umanità e alla violazione dei diritti umani, civili e politici del popolo ucraino.
I bambini morti ci sono stati da tutte le parti, ma la responsabilità è di chi ha provocato tutto ciò, la Russia di Putin che ha fomentato il separatismo violento dei russofoni-russofili.
https://www.facebook.com/flaminio.march ... 5145976766
L’Onu: in Ucraina 13mila morti per la guerra del Donbass tra i due contendenti
Monica Ricci Sargentini
22 gennaio 2019
https://lepersoneeladignita.corriere.it ... l-donbass/
Dall’aprile 2014 alla fine del 2018 sono state quasi 13 mila le vittime della guerra nel Donbass. Lo ha reso noto la missione di monitoraggio per i diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina. Nello specifico, i civili rimasti uccisi sarebbero 3.300, oltre a 4 mila soldati ucraini e 5.500 miliziani separatisti. In aggiunta, un numero di persone fra le 27 e le 30 mila sono rimaste ferite nel corso del conflitto armato.
Tutta l’area orientale dell’Ucraina vive una situazione di profonda instabilità e incertezza dall’aprile del 2014, dopo che le autorità di Kiev lanciarono un’operazione militare per riprendere il controllo della regione dalle milizie delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk che sostengono l’indipendenza del Donbass. Gli accordi raggiunti a Minsk dal Gruppo di contatto trilaterale dell’Osce (Russia, Ucraina e le due autoproclamate repubbliche) prevedono un completo cessate il fuoco; il ritiro degli armamenti dalla linea di contatto nell’Ucraina orientale; lo scambio reciproco di tutti i prigionieri detenuti da entrambe le parti; delle riforme costituzionali che conferiscano uno statuto speciale alle autoproclamate repubbliche. Il Formato Normandia (Francia, Germania, Russia e Ucraina) monitora il rispetto di quest’intesa. Dalla sigla degli accordi, tuttavia, le due parti si accusano reciprocamente di contrastarne l’attuazione.
Colonna di carri armati bloccata su un'autostrada ucraina a causa della mancanza di carburante: così un ucraino si prende gioco degli invasori
"Se volete vi riporto in Russia". L'automobilista sbeffeggia i russi rimasti a secco
Francesca Galici
27 Febbraio 2022
https://www.ilgiornale.it/news/mondo/se ... 1645955841
Si dice che l'ironia sia una delle armi più potenti e riuscire a mantenerla anche in un momento di guerra può fare la differenza. Che tra esercito ucraino e russo ci siano profonde differenze è cosa nota, perché le forze di Putin sono nettamente superiori rispetto a quelle di cui può disporre Zelensky. Tuttavia, gli ucraini resistono e stanno mostrando una tempra ben più forte di quella immaginata dai generali russi. L'umore del Paese è alto, nonostante i missili che colpiscono gli edifici civili, oltre a quelli militari.
Nei sottopassaggi e nei bunker antiaerei si riescono ancora a vedere i sorrisi nei volti degli uomini, delle donne e dei bambini che si nascondono dalla guerra. E per strada sono numerosi gli ucraini che non scappano davanti all'invasore ma, anzi, lo provocano e lo irridono, condividendo poi i video sui social per dare coraggio e infondere fiducia ai loro concittadini. È quello che ha fatto un uomo davanti a una colonna di mezzi militari russi, fermati non dalla controffensiva ucraina ma da un banalissimo contrattempo: avevano finito la benzina.
I carri armati ripresi dall'uomo alla guida pare viaggiassero su una delle autostrade ucraine e l'uomo, invece di fermarsi e tornare indietro, o tirare dritto senza prestare attenzione, decide di fermarsi a parlare con loro che, a dispetto di quanto si possa immaginare, hanno accettato volentieri lo scambio di battute. "Che succede ragazzi, avete subito un guasto?", chiede l'automobilista ai militari russi, che rispondono: "No, abbiamo finito il carburante". Una risposta inaspettata per l'automobilista, che ha avuto la prontezza di rispondere con una battuta sarcastica: "Vi posso trainare e riportare indietro... Fino alla Russia". Risate da parte dei soldati e scambio che continua, con l'automobilista che, vista la situazione distesa, ne approfitta per chiedere ai militari se sapessero dov'erano diretti. Da parte loro, ovviamente, la risposta è stata evasiva: "No, non lo sappiamo". Una risposta di circostanza per non svelare i loro piani di attacco, che però poco dopo cambia. "A Kiev, maledizione, fanculo... Cosa dicono i telegiornali?", risponde un altro militare.
Compreso che gli animi si stavano surriscaldando, l'uomo alla guida ha voluto fare un ultimo appunto ai soldati, prima di ripartire con la sua auto: "Bene, mentre tutto è dalla tua parte, i prigionieri si stanno arrendendo, anche perché i ragazzi non sanno dove stanno andando. E ho chiesto a tutta la colonna: nessuno sa dove sono e dove stanno andando". A quel punto l'uomo non aspetta la risposta e si rimette alla guida per allontanarsi ed evitare problemi.
La strage di Odessa
https://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_Odessa
La strage di Odessa è un massacro avvenuto il 2 maggio 2014 ad Odessa presso la Casa dei Sindacati[1], in Ucraina, ad opera di estremisti di destra, neonazisti e nazionalisti ucraini ai danni dei manifestanti che si opponevano al nuovo governo instauratosi nel Paese in seguito alle rivolte di piazza di Euromaidan. In concomitanza del rogo, preceduto e seguito da linciaggi e violenze nei confronti degli aggrediti, trovarono la morte almeno 48 persone tra impiegati della Casa dei Sindacati, manifestanti contrari al nuovo governo, o favorevoli al separatismo, simpatizzanti filo-russi e membri di partiti di estrema sinistra.
Con le rivolte di Euromaidan a Kiev il presidente ucraino filo-russo Viktor Janukovyč venne destituito. Questo cambio di governo provocò la reazione dei sostenitori di Janukovyč e di una parte della popolazione ucraina contraria alla svolta filo-occidentale (tra cui i membri del Partito Comunista dell'Ucraina). Il 2 maggio 2014 si ebbero quindi anche ad Odessa scontri di piazza tra le fazioni contrapposte.
In seguito agli scontri, in cui erano intervenute anche frange paramilitari nazionaliste (in particolare quelle di "Pravyj Sektor")[2], i manifestanti antigovernativi si rifugiarono nella Casa dei Sindacati. Questi manifestanti vennero seguiti ed aggrediti ferocemente all'interno dell'edificio dai sostenitori di Euromaidan e dai militanti di estrema destra, che successivamente circondarono l'edificio e appiccarono il fuoco.[3]
Nell'incendio che ne scaturì trovarono la morte 42 persone (34 uomini, 7 donne e un ragazzo di diciassette anni), alcune delle quali del tutto estranee ai fatti in quanto si trovavano all'interno dell'edificio per ragioni di lavoro. Gli estremisti di destra impedirono ai vigili del fuoco di accedere all'area per poter intervenire. I pochi che riuscirono in maniera fortunosa a fuggire dall'incendio furono linciati dai militanti neonazisti che circondavano il palazzo. Alla fine del rogo i testimoni trovarono i corpi carbonizzati dei manifestanti aggrediti e cadaveri di donne seviziate e violentate, tra cui una donna incinta strangolata con dei cavi telefonici. Si scoprì che tra le vittime del massacro vi erano anche persone colpite da armi da fuoco e mutilate con armi da taglio.
Il nuovo governo ucraino a capo di Oleksandr Turčynov e Arsenij Jacenjuk si limitò a parlare di una fatalità che era costata la vita a circa 30 persone.[3] Il Ministro degli Interni ucraino e la Polizia sostennero da subito che i manifestanti anti-governativi fossero rimasti uccisi dalle fiamme scaturite dai loro stessi lanci di bombe molotov.[6] Anche la stampa vicina al nuovo governo attribuì l'incendio ai manifestanti filo-russi. Ben presto questa versione venne smentita dalle testimonianze dei sopravvissuti e di vari osservatori.[3]
Il Parlamento europeo si espresse in tal senso:
«Numerosi indizi suggeriscono che non è stato il presunto incendio dell’edificio a uccidere coloro che si trovavano all’interno, lì rifugiatisi per non essere massacrati in strada, bensì sono stati colpi di arma da fuoco o armi di altro genere. Esistono filmati che mostrerebbero poliziotti sparare sui disperati che cercavano di fuggire dalle finestre e tutte le prove disponibili indicano che gli assedianti intendevano uccidere».
Nessun processo è stato intentato per la strage.
Poteva mancare? Lui, l’Hegel di casa nostra, la più profonda mente filosofica dell’ultimo secolo ha parlato. Ed ha levato alta e forte la sua voce in difesa della Russia aggredita dall’Ucraina sostenuta dall’imperialismo americano.
Bisogna opporsi alla civiltà dell’hamburger, tuona il nuovo Hegel. Quanto ha ragione! Il pericolo è l’hamburger, perbacco. E con l’hamburger il consumismo compulsivo, la monarchia del dollaro!
L’alternativa è la Russia di Putin, esattamente come lo era, ieri, l’URSS di baffone Stalin.
E con la Russia di Putin altri pesi ci indicano la via della salvezza: la Corea del nord, l’Iran, il Venezuela del compagno Maduro, l’eroica Cuba, avanguardia mondiale della resistenza contro l’imperialismo USA. Magnifici paesi, splendidi modelli di democrazia, isole di libertà in un mondo dominato da dollari e hamburger. Mi chiedo solo se il grande Fusaro ci vorrebbe vivere...
Il nuovo Hegel, il sottile teorico della dialettica all’italiana, ha un grosso pregio: fa chiarezza. Quelli che parlano di Russia “accerchiata” lo devono sapere: è LUI il loro teorico massimo.
Se Fusaro non ci fosse bisognerebbe inventarlo.
Giovanni Bernardini
28 febbraio 2022
https://www.facebook.com/giovanni.berna ... 1851922681
Diego Fusaro a difesa di Vladimir Putin: “Ultimo baluardo contro l’imperialismo Usa”. E poi disintegra l’Italia “colonia”
24 Febbraio 2022
https://almanews24.it/politica/2022/02/ ... a-colonia/
Diego Fusaro – “La Russia non ha alcun interesse a muovere guerre”. A schierarsi dalla parte di Vladimir Putin e della nazione da lui guidata è Diego Fusaro, saggista e filosofo. In un’intervista ad Affari Italiani Fusaro attacca duramente gli Stati Uniti sulla questione dell’Ucraina, con pesanti accuse pure all’Italia: “La Russia è da tempo nel mirino del nuovo imperialismo made in USA. Per cui, se la guerra ci sarà, anche se diranno che è stata cagionata dalla Russia di Putin, in realtà sarà, come sempre, di responsabilità della monarchia del dollaro. Penso francamente che Putin abbia ragione su tutto il fronte. La sua Russia è oggi uno degli ultimi baluardi di resistenza all’imperialismo incontenibile della civiltà dell’hamburger. Quell’imperialismo che chiama diritti umanitari e missioni di pace il proprio vile imperialismo. Del resto, la globalizzazione altro non è se non un’americanizzazione del mondo”.
“La Nato – va avanti Fusaro – ha un’unica funzione nel 2022 e serve solo a impedire ai popoli d’Europa e soprattutto alle nazioni d’Europa di essere sovrane e indipendenti, cioè non colonie degli Stati Uniti. Poi è uno strumento imperialistico che serve solo a garantire la continuità dell’imperialismo statunitense che è la vera minaccia della pace nel mondo. L’Italia non ha sovranità militare essendo una colonia degli Stati Uniti. Fare le sanzioni alla Russia – conclude il filosofo – significa solo essere servi senza dignità di Washington”.
Alberto Pento
Mi domando perché questa gente ignorante e bugiarda sia lasciata libera e pagata di insegnare/propagandare queste menzogne nelle scuole pubbliche?
Silvio Esposito 28 febbraio 2022 su questo mio post
Putin, Biden, Troudeau, Draghi, Xi, De Leyen... sono tutti burattini in mano ai vertici della massoneria mondiale, vanno a cena insieme mentre mostrano la sceneggiata di mettersi gli uni contro gli altri. Il fine è sempre quello: governo unico mondiale massonico che scatena la guerra per poi presentarsi come paladini della pace che otterranno. Il fine ultimo la distruzione del cattolicesimo e l'adorazione della bestia massonica.
Alberto Pento
Lei sì che se ne intende, lei è una mente superiore, fa delle analisi profondissime e impeccabili, di una verità assoluta, da condividere in pieno.
Le demenzialità dei nazifascisti italiani filo russia di Putin e antiamericani
Russofobia, un sentimento utile e a chi?
Movimento Nazionale - La Rete dei Patrioti
3 marzo 2022
https://www.facebook.com/groups/1059950 ... 1852980321
Putin è l'uomo più odiato del momento. Tolto di mezzo Trump - con elezioni apparentemente non ortodosse - ora il nemico pubblico numero uno è solo lo Zar.
La propaganda sta disegnando un personaggio bieco, despota, dittatore; in buona sostanza, il nemico utile agli USA e di conseguenza alla NATO.
Putin diventa - grazie al pretesto ucraino - peggio di Xi Jinping o Kim Jong-un, per nominare due personaggi indigesti all'Occidente.
Ecco, dunque, servito sul mainstream, per tutti i cervelli anestetizzati, il diavolo bianco ed etero, il nemico pubblico numero 1 del Nuovo Ordine Mondiale.
Eppure basta poco per capire come stiano realmente le cose: mettere insieme le notizie artificiosamente costruite, raffazzonate, una propaganda assidua e ipnotizzante e vedere, ascoltate e, soprattutto, ragionare per conto proprio.
Alberto Pento
Nessun confronto possibile tra Trump e Putin, Trump è un buon uomo e Putin un criminale peggio di Moametto, di Stalin e di Hitler.
Non esiste alcuna russobofia, caso mai esiste una USA fobia da parte dei demenziali nascifascisti europei che oggi in assenza di Mussolini e di Hitler trovano in Putin un loro surrrogato-sostituto.
RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro
Ucraina, l'ordine da Washington è arrivato: l'Europa e l'Italia hanno deciso la via della guerra
3 marzo 2022
https://www.radioradio.it/2022/03/ucrai ... ro-guerra/
Non sappiamo per ora se dalla situazione ucraina irrisolta scoppierà una nuova guerra mondiale. Auspichiamo che la forza della ragione riesca a prevalere su quelle della forza. Sappiamo nettamente che si stanno riproducendo le condizioni del mondo bipolare, del mondo diviso in due blocchi.
Da una parte l’Occidente atlantista, dall’altra l’Oriente filorusso. Peggio del mondo diviso in due blocchi precedente al 1989 poteva esserci solo ciò che è venuto dopo, ossia un mondo monopolare sotto le insegne dell’imperialismo a stelle e strisce, la globalizzazione. Per qualcuno la storia era finita, questa era l’analisi di Francis Fukuyama. Mai analisi fu tanto fallace. Sappiamo non soltanto che la storia non è finita ma sta correndo sempre più veloce.
Putin dovrebbe ritirare immediatamente le truppe dall’Ucraina e bisognerebbe garantirgli che l’Ucraina non diventerà un satellite, una succursale della nato e di Washington che significherebbe essere letteralmente accerchiata in via definitiva. Al tempo stesso l’Unione Europea dovrebbe tenersi fuori da ogni guerra e la civiltà del dollaro dovrebbe far cessare ogni espansione della Nato verso Oriente riconoscendo dunque lo spazio della Russia.
Tutti quelli che condannano il gesto di Putin cosa dicono dell’Italia e dell’Unione europea che mandano soldati e armi al confine, promuovendo la guerra anziché cercare la pace? È curioso vedere le invettive di Enrico Letta che tuona contro la Russia e sembra spingere per una guerra dell’Italia e dell’Unione europea in funzione antirussa. Non dicevano che l’UE ci difendeva dalle guerre?
Spingere sul fronte i soldati e le armi senza che l’Ucraina neppure faccia parte della Nato, significa dichiarare guerra alla Russia. L’unione europea e l’Italia hanno perso una buona occasione per assumere il ruolo della parte giusta, quella di chi perora le ragioni della pace e cerca la soluzione con il logos, non con le armi.
L’Europa e l’Italia hanno invece scelto sciaguratamente di fare la parte della colonia di Washington, hanno scelto sciaguratamente le infami ragioni della guerra e di mandare armi, soldati al fronte. Peggio non si saprebbe potuto fare. L’Europa avrebbe dovuto richiamarsi alla propria storia, alle proprie radici, perorando la pace.
Non doveva l’Unione europea difenderci dalla guerra invece ancora una volta ci troviamo al cospetto della guerra e della sua potenza. Lo spettro della guerra si aggira per l’Europa e forse per il mondo intero.
Pento Alberto
Questo imbecille ci vorrebbe coloina della Russia