Bombardamenti della Serbia 1995 e 1999

Bombardamenti della Serbia 1995 e 1999

Messaggioda Berto » mer feb 23, 2022 9:18 pm

Bombardamenti della Serbia 1995 e 1999
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 143&t=2996

L'EU-USA-NATO bombardarono la Serbia due volte, perché in "buona fede" fu ritenuta il male, prima a difesa dei bosniaci e poi dei kosovari giudicati vittime di un tentativo di genocidio di massa da parte dei carnefici serbi. Non fu certo bombardata per soggiogarla e conquistarla.

La Serbia dal 2012 è candidata a far parte della UE ma non vuole entrare nella NATO perché filo russa.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Bombardamenti della Serbia

Messaggioda Berto » mer feb 23, 2022 9:22 pm

Bombardamenti della Serbia, nel 1995 e nel 1999, motivazioni?


L'operazione Forza Deliberata (in inglese Operation Deliberate Force) era il nome di una campagna militare aerea condotta nel 1995 dalla NATO contro le forze della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina.
Attuata formalmente con il richiamo alla Risoluzione n. 836 delle Nazioni Unite, l'operazione che si svolse dal 30 agosto al 20 settembre, vide impiegati 400 aerei e 5000 militari di 15 nazioni. Ufficialmente, l'azione fu iniziata in risposta al bombardamento del mercato di Sarajevo del 28 agosto 1995, dove cinque proiettili di mortaio, lanciati da postazioni serbe su piazza Markale, uccisero 39 civili e ne ferirono almeno 90. Il piano era però stato preparato già dal precedente luglio. Abilmente aggirate le posizioni dei vertici ONU, contrari ad ogni tipo di intervento per non screditare i caratteri di imparzialità della loro missione, il generale Rupert Smith, comandante dei caschi blu in Bosnia ed Erzegovina, si accollò la responsabilità di ogni decisione al riguardo e diede il via libera all'intervento occidentale.

La campagna comprese 3.515 attacchi contro 338 obiettivi. Gli aerei partivano dalle basi italiane (principalmente Aviano ed Istrana) o dalla portaerei statunitense USS Theodore Roosevelt.

L'operazione continuò nelle ore e nei giorni seguenti, data l'intransigenza ad ogni ipotesi di ritiro da parte dei serbi di Karadžić. Il 10 settembre la Marina degli Stati Uniti ottenne da Bill Clinton l'autorizzazione di lanciare tredici missili Tomahawk: l'attacco segnò il culmine dell'intervento NATO e colpì i principali centri di comunicazione dell'esercito serbo-bosniaco provocandone il completo black-out.

Le difese serbe risultarono inadeguate, tuttavia gli operatori ai radar serbi dimostrarono una buona esperienza, rendendo difficile la distruzione dei radar serbi da parte degli aerei NATO; fu abbattuto un singolo aereo (un Mirage 2000 francese, colpito il 30 agosto). Circa 400 operatori delle nazioni della NATO furono rapiti dai serbi e usati come scudi umani.

Le forze serbe accettarono l'ultimatum congiunto ONU-NATO, ritirandosi dai dintorni di Sarajevo. I colloqui iniziati il 1º novembre a Dayton (Ohio), misero ufficialmente la parola fine al conflitto jugoslavo.

Questa è la prima azione militare nella storia della NATO.
https://it.wikipedia.org/wiki/Operazion ... rate_Force




L'operazione Allied Force (in italiano "Forza Alleata") è stata la campagna di attacchi aerei portata avanti dalla NATO per oltre due mesi contro la Repubblica Federale di Jugoslavia di Slobodan Milošević, con l'intento di ricondurre la delegazione serba al tavolo delle trattative, che aveva abbandonato dopo averne accettato le conclusioni politiche, e di contrastare l'operazione di spostamento della popolazione del Kosovo allo scopo di predisporre una sua spartizione tra Serbia e Albania. L'esistenza di un piano predisposto a tale scopo non è mai stata provata con sufficiente certezza, ma resta un fatto che appena iniziarono le incursioni aeree NATO l'esercito serbo iniziò operazioni volte a ottenere esodi massicci e compì in taluni casi dei veri massacri.
24 marzo - 10 giugno 1999
https://it.wikipedia.org/wiki/Operazione_Allied_Force

Durante quei mesi si sviluppò una serie molto intensa di attacchi aerei partiti dall'Italia e da navi nell'Adriatico (in un secondo momento anche dall'Ungheria), contro la presenza militare serba in Kosovo e contro la capacità bellica serba, con una scelta degli obiettivi ad ampio spettro e con interventi "dissuasivi" e intimidatori nei confronti della popolazione allo scopo di esercitare una pressione su Milošević; tra questi il bombardamento delle centrali elettriche (soprattutto con bombe alla grafite, a effetto "psicologico", che non provocano danni permanenti ma prolungati blackout), e il bombardamento della sede della televisione serba a Belgrado.
Questa è la seconda azione militare nella storia della NATO in Bosnia ed Erzegovina dopo l'operazione Deliberate Force del 1995 e la prima volta in cui la NATO ha usato la forza militare senza l'approvazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il che ha innescato dibattiti sulla legittimità dell'intervento.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Bombardamenti della Serbia 1995 e 1999

Messaggioda Berto » mer feb 23, 2022 9:23 pm

I bombardamenti NATO sulla Serbia erano inevitabili?

Pierluca Merola
25 Marzo 2019

https://www.eastjournal.net/archives/96879

Sono passati 20 anni dal 24 marzo 1999, quando cominciarono i bombardamenti NATO sul territorio della Repubblica Federale di Jugoslavia (FRY), di cui rimanevano parte le sole repubbliche di Serbia e Montenegro. Vent’anni anni da quando le bombe NATO misero fine alla guerra in Kosovo e alla sanguinosa decade horribilis che aveva investito i paesi dell’ex-Jugoslavia.

I bombardamenti NATO su Serbia e Kosovo furono la prima missione militare all’insegna del cosiddetto “interventismo umanitario” senza autorizzazione ONU. In Serbia, i bombardamenti NATO sono ricordati come un attacco ingiustificato con intenti fortemente punitivi nei confronti di tutta la popolazione serba. In Kosovo, invece, i bombardamenti NATO vengono quasi celebrati, ricordando la liberazione dall’apartheid serba e l’inizio di un percorso di autodeterminazione che sta portando il paese alla piena indipendenza.

I bombardamenti NATO, un esito annunciato

A ripercorrere ora i momenti che precedettero l’intervento NATO l’impressione che si ha è che a pesare non fu tanto il se della possibilità dell’intervento, ma il quando. Cronologicamente, i bombardamenti NATO fecero seguito al fallimento della conferenza di pace di Rambouillet, convocata in Francia nel febbraio 1999 tra i rappresentanti jugoslavi e quelli dell’Esercito di Liberazione del Kosovo (UÇK).

In Kosovo, già da un anno imperversava la guerra tra l’esercito federale jugoslavo e i miliziani dell’UÇK – l’esercito di guerriglia nato nel 1997 in opposizione alla resistenza pacifica adottata dalla leadership kosovara-albanese contro la politica repressiva iniziata da Slobodan Milošević nel 1989. Lo scontro tra le due fazioni in lotta ripercorreva scenari già visti durante la guerra in Bosnia Erzegovina: le azioni militari si concentravano spesso sui civili del gruppo etnico avverso. Durante il 1998, a essere stati maggiormente colpiti dalla guerra in corso erano stati i civili kosovari-albanesi, con circa 1100 vittime e più di 230.000 tra sfollati interni e rifugiati.

Man mano che emergevano le notizie degli scontri in Kosovo, la possibilità di una campagna aerea veniva ampiamente annunciata. Il segretario di stato americano Madeleine Albright cominciò a parlare di “una battaglia tra giustizia e genocidio”, mentre il premier britannico Tony Blair insisteva sull’esistenza di “una battaglia tra bene e male, tra civiltà e barbarie, tra democrazia e dittatura”.

Già nel corso dell’autunno-estate 1998, gli alleati occidentali fecero capire al presidente Milošević che non avrebbero tollerato un’altra Bosnia. Nell’ottobre 1998, sotto la minaccia dei bombardamenti, Milošević si convinse ad accettare una missione di osservatori internazionali dell’OSCE in Kosovo. Nel gennaio 1999, gli osservatori internazionali documentarono il massacro a Racak di 45 civili albanesi da parte delle forze serbe. La NATO minacciò quindi nuovamente l’intervento, e Milošević si convinse a incontrare i rappresentanti dell’UÇK a Rambouillet.

Nella conferenza di pace, il grosso delle negoziazioni venne gestito dal segretario generale della NATO Javier Solana e dall’inviato speciale americano nei Balcani Richard Holbrooke. In un clima già sfavorevole alla delegazione serba, i rappresentanti occidentali erano fortemente sospettosi, temevano che Milošević stesse sfruttando le negoziazioni per guadagnare tempo e avanzare la campagna di pulizia etnica. Temevano che mentre le negoziazioni si dilungavano, si sarebbe potuta consumare un’altra Srebrenica. A inizio marzo, quindi, Solana e Holbrooke confezionarono un accordo che presentarono alla delegazione serba con l’ormai abituale minaccia di bombardamento.

In molti spesso sottolineano come gli Accordi di Rambouillet fossero inaccettabili da parte della Jugoslavia federale. L’annesso militare prevedeva il dispiegamento della NATO sul territorio kosovaro, e la possibilità di attraversamento e la relativa immunità per le forze NATO in tutto il territorio della federazione jugoslava. Milošević contro-propose il dispiegamento di una forza leggera ONU nel solo Kosovo. Gli alleati occidentali, memori del precedente bosniaco, non erano disposti ad acconsentire a una missione militare che sarebbe stata ostaggio delle meglio armate forze federali.

In un ultimo tentativo di mediazione, il 22 marzo 1999, l’Assemblea federale jugoslava approvò tutte le parti dell’accordo, inclusa un’ampia autonomia per il Kosovo, ma senza l’annesso militare. Quest’ultima mossa non fu presa in considerazione, e la sera del 23 marzo Solana diede mandato di iniziare i bombardamenti.

I bombardamenti iniziarono la sera del 24 marzo e terminarono il 9 giugno 1999. A questi presero attivamente parte le forze aeree di 13 dei 19 membri della NATO con circa 1000 velivoli totali e 37.465 sortite aeree, per un totale di 900 obiettivi abbattuti. In Serbia, la ferita inferta da quei bombardamenti è ancora fortemente sentita, soprattutto da parte degli oppositori alle politiche di Milošević, che si attendevano tutt’altro sostegno dall’occidente.

Per causa diretta dei bombardamenti, morirono all’incirca tra le 800 e le 1000 persone, di cui la maggioranza in Kosovo. Secondo Human Rights Watch, i morti civili si aggirano intorno alle 500 unità. A essere bombardati, oltre agli obiettivi militari, furono anche le infrastrutture e diversi obiettivi civili. In totale, furono distrutti circa 148 edifici, 62 ponti, e danneggiati altri 300 edifici tra scuole, ospedali e istituzioni statali, per un danno totale pari a 30 miliardi di dollari.

La situazione in Kosovo

La prima indesiderata conseguenza dei bombardamenti NATO fu l’intensificarsi delle operazioni serbe in Kosovo. Sul totale della guerra in Kosovo, che conta circa 13.500 vittime, di cui 10.000 civili, il maggiore numero di vittime venne registrato durante il primo semestre del 1999. Durante tale periodo perirono 10.122 persone, di cui 8.701 albanesi, 1.191 serbi e 230 appartenenti ad altre etnie. Di questi, la stragrande maggioranza furono vittime civili. Nel frattempo, il numero di rifugiati e di sfollati toccava quota 800.000 persone.

Le operazioni di pulizia etnica videro una forte recrudescenza sotto i bombardamenti. E’ il caso della città di Gjakova, dove dopo l’operazione delle forze serbe del 10 maggio 1999 circa 400 corpi vennero poi rinvenuti in una fossa comune nel vicino villaggio di Meja. Un altro caso emblematico sono le ritorsioni alle quali si abbandonarono le forze serbe il giorno dopo l’inizio dei bombardamenti NATO. Il 25, 26 e 27 marzo le forze serbe uccisero a sangue freddo all’incirca 270 civili in diversi villaggi sparsi per tutto il Kosovo.

La fine dei bombardamenti NATO e delle operazioni di pulizia etnica in Kosovo arrivò a inizio giugno 1999 grazie a un’offensiva diplomatica russo-finnica. Questi riuscirono a raggiungere un accordo con tutte le parti in causa, poi adottato come risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU l’11 giugno 1999. Secondo tale risoluzione, al Kosovo veniva riconosciuto un progressivo autogoverno sotto supervisione internazionale. Una missione civile ONU (UNMIK) sarebbe stata inviata in Kosovo per assistere alla ricostruzione e allo sviluppo democratico, mentre la missione militare KFOR, sotto l’egida ONU e con la partecipazione di membri NATO e non, avrebbe garantito la sicurezza dei residenti. Il 12 giugno, l’arrivo delle forze militari KFOR fu salutato con evidente giubilo dalla popolazione kosovara-albanese.

I bombardamenti erano inevitabili?

La novità dei bombardamenti NATO del 1999 furono la determinazione con la quale vennero lanciati, l’unità di intenti tra gli alleati occidentali e la volontà comune di approvare un’azione militare al di fuori di ogni quadro ONU. Lo strappo rispetto al passato era evidente, sottolineato inoltre dalle sentite proteste (anche in Italia) contro i bombardamenti che scoppiarono qualche giorno dopo.

Ripercorrendo la serie degli eventi, sembrano emergere due ordini di ragioni che portarono i paesi della NATO a intervenire. Da una parte la volontà di affermarsi come unico garante umanitario a livello mondiale, dall’altra il sospetto nei confronti di Milošević e la determinazione a non rivivere l’incapacità e l’impotenza sperimentate durante le operazioni di pulizia etnica in Bosnia.

Ebbro dalla fine della Guerra fredda, l’occidente si era convinto di poter fare tutto da sé. L’ipotesi di una mediazione con le altre istanze in sede ONU fu vissuta come un fastidio. Il consiglio di sicurezza ONU e i possibili veti andavano aggirati. Ironicamente, fu proprio l’intervento diplomatico russo-finnico a raggiungere l’accordo che sanciva la fine delle ostilità e l’avvio di un percorso di stabilizzazione in Kosovo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Bombardamenti della Serbia 1995 e 1999

Messaggioda Berto » mer feb 23, 2022 9:24 pm

Al tempo dei bombardamenti della Serbia per la Bosnia e per il Kosovo, l'Occidente non aveva piena coscienza di cosa fosse e sia l'Islam e il suo nazismo maomettano e ha fatto delle scelte in parte sbagliate a danno dei serbi cristiani, pensando di fare del bene difendendo i bosniaci e i kosovari.

Io non avrei bombardato la Serbia, avrei cercato altre soluzioni anche perché la Bosnia e il Kosovo sono covi di nazisti maomettani che ci odiano, ci disprezzano e da cui provengono molti che ci vogliono ammazzare.
Da secoli, dalla conquista ottomana nazi maomettana con la maomettizzazione forzata delle popolazioni di questi paesi balcanici, sono diventate aree conflittuali, covi terroristici, vere polveriere di instabilità politica e di violenza e un grosso problema per i serbi che sono cristiani e che da secoli sono in prima fila nella lotta contro il nazismo maomettano dal quale hanno subito ogni male possibile.

Bosnia, Kosovo e Albania cavalli o navi di Troia dell'Islam ?
viewtopic.php?f=92&t=1502


L'Occidente non ha bombardato la Serbia per conquistarla e depredarla o per il gusto sadico di fare del male ai serbi ma semplicemente e in buona fede per difendere i bosniaci e i kosovari che ingenuamente gli oggidentaali credevano fossero vittime dei carnefici serbi.
Nel caso della Serbia l'Occidente ha creduto di prendere le difese del più debole vittima (Bosnia e Kosovo) di un carnefice arrogante e assassino (Serbia). Per la NATO si è trattato di un intervento umanitario a difesa del più debole.
L'Occidente e la NATO hanno creduto in buona fede di agire per il meglio nell'interesse del bene di popolazioni ritenute a mio avviso a torto, delle vittime.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm


Torna a Guerre

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

cron