Questione siriana, come orientarsi e con chi stare?

Re: Questione siriana, come orientarsi e con chi stare?

Messaggioda Berto » dom lug 26, 2020 4:26 am

A Idlib in Siria 500 mila bambini in fuga ma qui si parla solo di coronavirus
Il Riformista
Gioacchino Criaco
28 febbraio 2020

https://www.ilriformista.it/a-idlib-in- ... refresh_ce

Si vedono in fondo, sulla linea d’argento del dorso delle foglie d’ulivo, nuvole a pecora, basse sopra l’orizzonte, chiocce messe in fila che l’Ostro spinge al nord. È un vento caritatevole il Noto, rende meno triste l’addio spargendo il grigio sul mondo che si lascia per uniformarlo a quello in cui si va, abbrevia i saluti, asciuga le lacrime, schiude le porte del viaggio. Partono così i bambini di Idlib, se li porta via il vento, fra le promesse di un ritorno che sarà per sempre e invece non ci sarà quasi mai, e la certezza di una transumanza addolorata, vermiglia di perdite e pallida di gelo.

È il vento il marchio della città e della sua provincia, il Dio del vento, in Aramaico, Idlib, che per secoli ha rinfrescato la pace e fatto vivere insieme Sunniti e Sciiti, Drusi e Armeni e Alauiti e Cristiani, all’ombra di dieci milioni di piante di ulivo, l’orgoglio di questa terra del nord-est della Siria. Il suo destino lo si era capito da subito, dall’insediamento della dinastia di Assad: Hafiz venne a visitare la città nel 71, subito dopo il colpo di Stato che gli valse il potere. Gli abitanti di Idlib gli fecero l’offesa più grande che conoscevano: i figli del vento si sfilarono le pantofole, ne scossero la polvere dalla terra che era loro, e le lanciarono addosso al padre di Bashar. E dopo non ci poteva essere amore.

È stata una lunghissima stagione dell’odio quella fra gli abitanti della città, e di tutto il governatorato di Idlib, e la famiglia Assad, continuata dopo la morte di Hafiz, portata avanti cinicamente da Bashar, contro la parte più riottosa della Siria: ribelle e col livello di cultura più alto di tutto il Paese, questa è la caratteristica della popolazione da anni obiettivo delle bombe. Riottosi e colti, quelli di Idlib, allergici alle catene, oppositori irriducibili del regime. Hafiz fece deviare perfino le strade per isolare quel mondo ostile, tenendo Idlib fuori dall’asse di grande comunicazione Damasco-Aleppo.

Colpirli, colpirli duramente nelle loro piante più giovani non è un effetto secondario dei bombardamenti, è stroncare una sicura opposizione futura. A Idlib si uccide la gente, si ammazzano soprattutto i bambini, le bombe devastano le scuole. E quando la polvere delle macerie ricade al suolo, i figli di Idlib si sollevano, si fanno ripulire dal vento e cominciano il loro cammino. Sono migliaia, centinaia di migliaia i bimbi in marcia da Idlib, che è stato il giardino delle meraviglie della Siria, col suo record mondiale di ulivi e fichi e i campi infiniti imbiancati dal cotone.

Sono il simbolo della resistenza, ma sono soprattutto l’ultima propaggine di una speranza di pace, i sopravvissuti di un mondo che è stato commisto e pacifico e che presto busserà alle porte dell’Occidente. L’Occidente non ha vista buona e orecchie pazienti e forse non lo capirà che questi corpicini macilenti non arrivano dal nulla, vengono dalla profondità della storia, hanno il sangue della ribellione e della libertà dentro, e sono figli del vento.


https://voxnews.info/2020/03/02/clandes ... T5gCws7DBw



Erdogan: la sua guerra è una guerra religiosa e l'esercito turco è la spada della forza onnipotente
3 marzo 2020

https://www.vietatoparlare.it/erdogan-l ... X1PNEwkFCw

Il presidente Erdogan ha definito l’offensiva transfrontaliera militare turca come guerra religiosa, recitando una poesia che descrive l’esercito turco come l’ultimo esercito dell’Islam che muore per Allah. Ha promesso che Dio sostiene la Turchia e tutti vedranno quanto è capace l’esercito.

Se fosse così Erdogan non perderebbe mai una battaglia e questo presupporrebbe che il suo esercito combatta secondo le regole applicate da quella forza onnipotente.
Mentre invece lui basa la sua retorica sulle gesta di bande di fanatici che combattono contro l’esercito siriano che è costituito per la maggior parte di musulmani sunniti. Allora perchè questa forza onnipotente dovrebbe aiutare l’esercito turco a discapito di altri musulmani? La risposta è che evidentemente non li considera musulmani.
Mentalità classica dell’ISIS, “Solo noi siamo i veri musulmani, tutti gli altri hanno torto”

Infatti l’ISIS definisce qualsiasi governo – Siria, Iraq, Libia, Egitto, Arabia Saudita e Yemen – un “regime apostata” come se tutti questi stati fossero apostati anche quando implementano la Sharia come in Arabia Saudita.
Addirittura c’è un video in circolazione in cui si vede il leader di Boko Haram che elenca le sette / i gruppi musulmani e li chiama apostati. Tra questi ha menzionato gli Izala (salafiti africani con stretti legami con il Golfo) e l’Arabia Saudita e ha detto che sono tutti infedeli.

E’ da notare che secondo i tuoi stessi standard, i ‘ribelli’ stessi sono infedeli apostati. Molti gruppi ribelli hanno assistito paesi non musulmani come gli Stati Uniti nei loro sforzi per rimuovere il governo siriano e hanno fornito loro armi usate per combattere e uccidere i musulmani intenzionalmente o meno. Si potrebbe anche dire che stavano combattendo per loro. Allo stesso modo sappiamo per certo che alcuni gruppi ribelli come Joulan alfursan venivano pagati e assistiti dagli israeliani (vedi qui e qui).

Secondo le precedenti costituzioni turche, le parole di Erdogan sarebbero sufficienti per un procedimento giudiziario e un processo contro di lui, ma il secolarismo nello stato è praticamente morto ‘grazie’ a Erdoğan e l’AKP, i quali in realtà non vivono nemmeno secondo le pratiche islamiche ma li utilizzano in maniera spregiudicata.

Perciò dato il personaggio, mi domando: ma i leader europei, si rendono conto della gravità della situazione e delle esternazioni di Erdogan in genere? Se la polizia in Italia facesse una intercettazione telefonica avente contenuti di questo tipo, probabilmente si precipiterebbe sul luogo e arresterebbe gli autori come pericolosi terroristi.

A proposito, ve lo immaginate: se Putin dicesse le stesse cose, quale sarebbe la reazione europea?
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Re: Questione siriana, come orientarsi e con chi stare?

Messaggioda Berto » dom lug 26, 2020 4:26 am

Israele bombarda la Siria: sale la tensione in Medio Oriente
Futura D'Aprile
25 aprile 2020

https://it.insideover.com/guerra/israel ... iente.html

La notte del 24 luglio l’aviazione israeliana ha colpito alcune postazioni militari siriane a Quneitra, nel sud ovest della Siria. L’area ricade all’interno della fascia di sicurezza stabilita dall’ONU tra Siria e Israele a seguito della Guerra dei sei giorni ed è per tanto una zona particolarmente sensibile per quanto riguarda i rapporti tra i due Paesi. L’attacco, secondo quanto riportato dall’agenzia stampa governativa, è terminato con il ferimento di due soldati siriani e con il danneggiamento di alcuni edifici. Questa volta Israele non ha cercato di nascondere la propria responsabilità in merito all’attacco e ha anzi aggiunto che l’ultimo raid era una diretta risposta ad alcune esplosioni registratesi sulle Alture del Golan, territorio conteso tra Damasco e Tel Aviv. L’ipotesi più accreditata è che i soldati siriani abbiano cercato di abbattere un drone israeliano entrato nello spazio aereo di Damasco usando la loro contraerea, senza successo. “Le Forze di difesa israeliane (IDF) ritengono il regime responsabile di quanto accaduto e continueranno ad agire con determinazione, rispondendo ad ogni violazione della sovranità israeliana”, è stato il commento dell’Esercito israeliano a seguito del raid contro Quneitra.

Sale la tensione

Nella stessa giornata si era tra l’altro svolto l’incontro tra il Capo dello stato maggiore congiunto degli Stati Uniti, Mark Milley, il generale Aviv Kochavi e il premier Benjamin Netanyahu, durante il quale il Capo di stato maggiore israeliano aveva sottolineato la determinazione delle IDF nel continuare a difendere Israele. “Siamo pronti per una serie di scenari e faremo di tutto per rimuovere ogni minaccia contro Israele e i suoi cittadini”, era stato il commento del generale Kochavi.

Le sue parole danno modo di comprendere quanto la tensione tra Siria e Israele si sia alzata nelle ultime settimane e quale sia il livello di allerta attuale dello Stato ebraico. Alcuni giorni prima, un raid presumibilmente israeliano aveva colpito alcune postazioni iraniane in territorio siriano causando la morte di un membro della Guardia rivoluzionaria, come confermato anche dalle autorità di Teheran. Non è certo la prima volta che un miliziano iraniano perde la vita in Siria a causa di un attacco israeliano, ma raramente l’Iran conferma questo tipo di decessi per poter continuare a negare o quantomeno a sminuire la propria presenza nel territorio siriano. Questa volta però l’Iran non solo ha riportato la notizia del decesso per mano israeliana di un suo soldato, ma ha anche giurato vendetta. La minaccia lanciata dall’Iran attraverso i propri media ha immediatamente allertato l’Esercito israeliano, che ha alzato il livello di allarme, aumentato la propria presenza lungo il confine tra Libano e Israele e vietato la circolazione sulle strade di collegamento tra i due Paesi a tutti i veicoli non militari. Alcune truppe sono state invece spostate dal confine verso aree più interne per ridurne la vulnerabilità e garantire la protezione di zone che potrebbero comunque essere attaccate da Hezbollah.

I raid israeliani

Fin dall’inizio della guerra in Siria, Israele ha lanciato diversi attacchi aerei contro le postazioni iraniane situate sul territorio siriano con l’obiettivo ultimo di allontanare definitivamente l’Iran dall’area. La presenza delle milizie di Teheran in Siria è motivo di forte preoccupazione per Israele, che teme l’espansione iraniana e la creazione della cosiddetta “mezzaluna sciita”. Pochi mesi fa sembrava che il piano israeliano avesse dato finalmente i suoi frutti dopo l’annuncio del ritiro delle truppe iraniane dal territorio siriano. A inizio luglio, però, la firma di un nuovo accordo tra Iran e Siria per il rafforzamento del sistema di difesa siriano ha raffreddato gli entusiasmi israeliani e reso evidente quanto forte sia la presa iraniana su Damasco. Per tutta risposta, Israele ha ripreso gli attacchi contro le milizie legate a Teheran, minacciando lo stesso presidente Bashar al-Assad e la tenuta del suo Governo.
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Questione siriana, come orientarsi e con chi stare?

Messaggioda Berto » lun mar 22, 2021 8:33 am

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Re: Questione siriana, come orientarsi e con chi stare?

Messaggioda Berto » lun mar 22, 2021 8:34 am

Banchiera, principessa, signora della guerra, questa è Asma Asad. Rimasta al potere in Siria dopo 10 anni di guerra civile che ha causato più di 500.000 morti e quasi 10 milioni di profughi.
Oggi insieme al marito governa un paese distrutto, servono quasi 1000 miliardi di dollari per la ricostruzione delle infrastrutture del paese. Denaro che nessun paese al mondo intende sborsare, la Russia non ha simili risorse, alla Cina non interessa, EU e USA non intendono avallare i crimini del duo Asad.
Prosegue intanto sotto l'occhio vigile di entrambi la pulizia etnica post- genocidio. Le abitazioni e le proprietà dei Sunniti fuggiti dalle violenze sono occupate da Sciiti provenienti da Afghanistan, Irak, Yemen, Pakistan e naturalmente Iran.
La realizzazione del corridoio che deve collegare Tehran con il Mediterraneo procede ed è parte del prezzo che la Siria deve pagare ai sanguinari Ayatollah iraniani. Genocidio, crimini contro l'umanità, pulizia etnica con la complicità di Russia e Iran e naturalmente grazie alla codardia e viltà di un miserabile occidente.


Banker, princess, warlord: the many lives of Asma Assad
Mar 10th 2021

https://www.economist.com/1843/2021/03/ ... asma-assad

How a girl from west London became the unlikely winner of Syria’s war

Last summer a photograph of Syria’s First Lady circulated on social media. At the time, government troops in north-west Syria were battering the last pockets of rebel resistance to the regime. The picture showed Asma Assad, her husband Bashar al-Assad and their three children standing on a wind-swept hilltop, flanked by soldiers in camouflage. Bashar, dressed in an anorak, trainers and an untucked polo shirt, looks more suited to corralling the kids for a Sunday walk than torturing dissidents. Asma stands more stiffly, arms by her sides, wearing white jeans, trainers and the kind of aviator sunglasses beloved of Middle Eastern strongmen. She is at the centre of the photo; Bashar, president of Syria, hangs awkwardly at her shoulder.

The tranquillity of the landscape behind Asma is deceptive. Ten years on from the Arab spring, in which millions of people across the Middle East turned on repressive regimes, Syria’s ruling family has retained power – but at a terrible cost.



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Banchiera, principessa, signore della guerra: le molte vite di Asma Assad
10 marzo 2021

https://www.economist.com/1843/2021/03/ ... asma-assad

Come una ragazza dell'ovest di Londra è diventata l'improbabile vincitrice della guerra in Siria

La scorsa estate una fotografia della First Lady siriana è circolata sui social media. A quel tempo, le truppe governative nel nord-ovest della Siria stavano colpendo le ultime sacche di resistenza dei ribelli al regime. La foto mostrava Asma Assad, suo marito Bashar al-Assad e i loro tre figli in piedi su una collina spazzata dal vento, affiancati da soldati in mimetica. Bashar, vestito con una giacca a vento, scarpe da ginnastica e una polo sbottonata, sembra più adatto a radunare i bambini per una passeggiata domenicale che a torturare i dissidenti. Asma sta in piedi più rigidamente, con le braccia lungo i fianchi, indossando jeans bianchi, scarpe da ginnastica e il tipo di occhiali da sole da aviatore amati dagli uomini forti del Medio Oriente. È al centro della foto; Bashar, presidente della Siria, pende goffamente dalla sua spalla.
La tranquillità del paesaggio dietro Asma è ingannevole. Dieci anni dopo la primavera araba, in cui milioni di persone in tutto il Medio Oriente si sono rivoltate contro i regimi repressivi, la famiglia al potere in Siria ha mantenuto il potere - ma ad un costo terribile.
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