L'identità sessuale non dipende dalla volontà individuale

L'identità sessuale non dipende dalla volontà individuale

Messaggioda Berto » ven lug 02, 2021 6:06 am

L'identità sessuale non dipende dalla volontà individuale
viewtopic.php?f=141&t=2960

L'dentità sessuale o di genere non dipende dalla volontà individuale, essa è una determinazione naturale che dipende esclusivamente dalla volontà della specie che si esprime/estrinseca attraverso la determinazione genetica.
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts/914172452492859

La mutilazione fisica e l'avvelenamento ormonale non sono un bene e un diritto ma un male e un crimine violento!
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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L'identità sessuale non dipende dalla volontà individuale

Messaggioda Berto » ven lug 02, 2021 6:11 am

Indice



1)
L'identità sessuale o di genere degli esseri umani è esclusivamente biologica ed è predetermitata dalla specie umana, dalla genetica dei genitori al momento della fecondazione o concepimento, un tempo il sesso appariva alla nascita oggi appare anche prima attraverso le moderne tecnologie che vedono il feto nell'utero materno e o attraverso .
L'identità sessuale naturale o biologica non dipende dalla volontà dell'individuo concepito e non è una sua libera scelta.
L'dentità sessuale culturale o di genere è lo sviluppo di questa base biologica della sessualità

2)
Il Politicamente Corretto crede di poter risolvere queste problematiche con l'imposizione legislativa istituendo come alternativa "all'identità sessuale biologica" "l'identità sessuale anagrafica" frutto della presunta libera scelta, della volontà e del capriccio dell'individuo affetto da questa disforia/malattia che riguarda l'identità sessuale. Sì perché la disforia di genere è una malattia e non altro

3)
Il cambio di genere (per altro impossibile) è indice di una malattia grave e si può configurare anche come un crimine contro l'umanità

4)
Orban e l'Ungheria contro la criminale propaganda gender e omosessuale ai minori
Promuovere presso i bambini, i ragazzi e i giovani, l'omosessualità, la teoria del gender e la transessualità come un bene, come naturali, corrette, libere, normali, auspicabili scelte alternative all'eterosessualità naturale ricevuta in dono alla nasciata è un crimine contro l'umanità.
Bene hanno fatto Orban e l'Ungheria a vietarne la promozione e propaganda ai minori di 18 anni

5)
La demenziale e criminale proposta Zan
https://www.senato.it/service/PDF/PDFSe ... 356433.pdf

6)
L'identità sessuale o sesso o genere sessuale femminile e/o maschile con la loro eterosessualità data ad ogni individuo dalla genetica della specie all'atto della fecondazione, non è una malattia genetica o di altro tipo da curare con la mutilazione o la trattazione ormonale.
Ciò che costituisce una malattia, caso mai, è la disforia di genere ed è questa che va curata e non certo con pratiche di mutilazione o di trattazione ormonale dell'l'identità sessuale ricevuta in dote alla fecondazione e sviluppata durante la gestazione

7)
La criminale inquisizione LGBT,
altro che il nazismo hitleriano, il comunismo russo-cinese, il nazismo maomettano.
Il Ddl Zan serve proprio a questo a istituzionalizzare l'inquisizione LGBT

8)
E quali mai sarebbero i diritti umani degli LGBT?

9)
Le falsità e le assurdità argomentative dei sostenitori delle rivendicazioni demenziali LGBT contenute non solo nel Ddl Zan

10)
Demenzialità, molestie, irrispettosità, violenze, crimini LGBT

11)
Le cause dei disturbi, delle disforie, delle patologie e perversioni sessuali

12)
Cambiare sesso è assolutamente impossibile come è impossibile resuscitare dopo essere morti, trasformare il ferro in oro e volare da uccello

13)
Si aiutino i bambini a curare e se possibile a guarire dalla disforia di genere e non a cambiare sesso che oltretutto è impossibile

14)
Propagandare e proporre ai bambini e ai minori la figura del transgender come modello ideale alternativo a quello eterosessuale della femmina e del maschio che costituiscono la coppia naturale e la base della famiglia normale e naturale universale, è un crimine contro l'umanità, equiparabile alla pedofilia e allo stupro.
Trattasi di una grave forma di violenza psicologica e di induzione al male, e di un crimine contro l'umanità.

15)
Casi demenziali e assurdi

16)
varie dal mondo LGBT

17)
Se nel passato l'omosessualità e la transgenderità sono state demonizzate e perseguitate sino all'omicidio come peccato mortale, come perversione e corruzione maligna, come malattia grave ... ciò non giustifica l'odio violento omosessuale e trangender e la sua guerra verso l'eterosessualità al punto da ...
perché ciò genera una reazione altrettanto violenta di ripulsa, di condanna e di odio.
Ciò che l'omosessualità e la transgenderità debbono chiedere e pretendere è di essere accettate e ammesse per quello che sono (...) nei limiti ... senza la pretesa demenziale di sostituirsi alla naturale, normale e corretta eterosesualità.

18)
...

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L'identità sessuale non dipende dalla volontà individuale

Messaggioda Berto » ven lug 02, 2021 6:14 am

1) L'identità sessuale o di genere degli esseri umani è esclusivamente biologica ed è predetermitata dalla specie umana, dalla genetica dei genitori al momento della fecondazione o concepimento, un tempo il sesso appariva alla nascita oggi appare anche prima attraverso le moderne tecnologie che vedono il feto nell'utero materno e o attraverso .
L'identità sessuale naturale o biologica non dipende dalla volontà dell'individuo concepito e non è una sua libera scelta.
L'dentità sessuale culturale o di genere è lo sviluppo di questa base biologica della sessualità.


Determinazione del sesso
https://it.wikipedia.org/wiki/Determinazione_del_sesso
Nei mammiferi la determinazione sessuale avviene nell'istante della fecondazione.


La mutilazione fisica e l'avvelenamento ormonale non sono un bene e un diritto ma un male e un crimine violento!




Se in un individuo nato vi è disparità, contrasto, conflitto, ... tra l'dentità sessuale "o di genere biologica" ricevuta in dote alla fecondazione e quella culturale e psico emotiva sviluppata successivamente da taluni individui, essa è dovuta a problematiche patologiche varie che costituiscono la disforia di genere.

Disforia di genere
https://it.wikipedia.org/wiki/Disforia_di_genere
L'incongruenza di genere, o disforia di genere, precedentemente conosciuta anche come DIG (abbreviazione di disturbo dell'identità di genere, nomenclatura in disuso) è il malessere percepito da un individuo che non si riconosce nel proprio sesso fenotipico assegnatogli alla nascita.




Intersessualità è un termine ombrello usato per descrivere quelle persone che hanno i caratteri sessuali primari e/o secondari che non sono definibili come esclusivamente maschili o femminili. Secondo l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, le persone intersessuali hanno un corpo che "non corrisponde alla definizione tipica dei corpi maschili o femminili".

https://it.wikipedia.org/wiki/Intersessualit%C3%A0

Le persone intersessuali sono nate con caratteri sessuali che non rientrano nelle tipiche nozioni binarie del corpo maschile o femminile, dunque l'intersessualità non può essere acquisita. Esistono diverse forme di intersessualità che possono comprendere variazioni fisiche rispetto ai genitali, alle gonadi, ai marker genetici, agli ormoni, ai cromosomi, agli organi riproduttivi e a tutto l'aspetto somatico del genere di una persona. Non tutte le forme di intersessualità sono visibili alla nascita, alcune, come quella ormonale, sono visibili esclusivamente dalla pubertà in poi. Altre ancora, come quella cromosomica, sono forme di intersessualità invisibili che possono essere scoperte esclusivamente tramite dei determinati esami medici, dunque alcune persone intersessuali non sanno neanche di esserlo.

Secondo gli studi di Anne Fausto-Sterling, l'1,7% della popolazione mondiale è intersessuale.

Nonostante queste variazioni generalmente non minaccino la salute fisica (solo in certe circostanze ci sono correlati problemi di salute), spesso le persone con queste variazioni biologiche subiscono o hanno subito una pesante medicalizzazione per via delle implicazioni della loro condizione rispetto al genere sociale.



Disforia, colpa di isolamento e ideologia: parola di ex trans
Giuliano Guzzo
20 aprile 21

https://www.lanuovabq.it/it/disforia-co ... i-ex-trans

La giovane Helena Kerschner, ora detransitioner ha 22 anni, ma quando ne aveva 15 aveva iniziato «sentirsi maschio». A 18 anni aveva avviato l’iter ormonale di riassegnazione del quale, però, si è pentita. La sua testimonianza svela gli elementi che l’avevano portata a quella condizione: l’isolamento e l’ideologia sperimentati nell’ambito di comunità virtuali.

Non ci sono solamente i soliti militanti conservatori o le femministe a denunciare rischi e pericoli del dogma transgender, tale per cui ognuno è bene che diventi «ciò che ci sente». Da tempo, infatti, in prima linea in questa battaglia troviamo i “detransitioners”, ossia persone, spesso giovani, che, pentite della riassegnazione di genere, desiderano tornare a vivere – o sono tornati a farlo - in accordo al sesso di nascita. I grandi media raramente parlano di costoro, che tuttavia non si scoraggiano, alzando sempre più anzi la voce contro quello che ritengono un grande inganno.

Così fa, per esempio, Helena Kerschner. Si tratta di una giovane donna di 22 anni che, quando ne aveva 15, aveva iniziato «sentirsi maschio». Tanto che a 18 anni, proprio in conseguenza del suo disagio identitario, aveva avviato l’iter ormonale di riassegnazione del quale, però, si è pentita, riuscendo poi fortunatamente a tornare nei suoi originali panni femminili. Ebbene, intervenendo in seno al Q 2021 culture summit, la scorsa settimana, Helena Kerschner ha offerto al pubblico la sua testimonianza, con parole che fanno molto riflettere.

Infatti, la giovane ha spiegato il suo percorso, che è quello che va per la maggiore tra le giovani, essendo stata pure lei protagonista di una disforia di genere a insorgenza rapida (ROGD), ossia di un forte e improvviso senso di percepita inadeguatezza col proprio corpo. Il punto interessante è che la Kerschner ha sottolineato quali elementi l’avevano portata a quella condizione, ovvero l’isolamento e l’ideologia sperimentati nell’ambito di comunità virtuali.

«Mi ero ritrovata in questa comunità on line», ha ricordato, «dove tutto era incentrato sulla giustizia sociale». «C’erano questi modi gerarchici di guardare le persone», ha inoltre aggiunto con la sicurezza di chi ha ricordi assai nitidi, «come se fosse brutto essere cis, non cioè trans, eterosessuale, femmina e bianca com’ero. Ero una ragazza eterosessuale e bianca e sentivo che era brutto esserlo». Tutto ciò, lo si ripete, è accaduto rapidamente, dato nell’allora quindicenne «non c’erano indicazioni» del fatto che si sarebbe di lì a poco trovata a soffrire di disforia di genere. Poi c’è stato l’avvio del percorso, fortunatamente interrotto.

Oggi la Kerschner è convinta che la sua disforia di genere fosse essenzialmente frutto d’un condizionamento esterno: «Credo fermamente all’ipotesi del contagio sociale. Io l’ho provato sulla mia pelle, l’ho visto accadere. Mi guardo indietro e vedo che a così tante persone sta accadendo esattamente quello che è successo a me». La giovane punta poi il dito contro la compresenza di tanti e sottovalutati disturbi che portano a desiderare «il cambio di sesso».

«Ci sono molti problemi di salute mentale concomitanti. C'è molta depressione, ansia, autolesionismo, disturbo ossessivo compulsivo, disturbi alimentari», assicura, subito aggiungendo una sottolineatura che fa capire quanto, in fondo, senta vicino quel mondo di cui lei per prima faceva parte: «Dovremmo trattare i giovani con disforia di genere nello stesso modo in cui tratteremmo qualsiasi altro giovane con problemi di salute mentale. Dovremmo essere premurosi e amorevoli, prestando particolare attenzione alle cause profonde alla base di tale condizione».

Parole senza dubbio forti, quelle di Helena Kerschner, che potrebbero pure passare come transfobiche. Però è innegabile che siano parole sincere e soprattutto, lo si ribadisce, figlie molto più dell’esperienza che di qualche supposizione o teoria astratta. Ciò non toglie che tale testimonianza vada a corroborare sia quella di tanti altri “detransitioners”, sia le posizioni degli specialisti – come Dianna Kenny, psicologa e docente presso l’Università di Sydney, tanto per fare un nome - che son sempre più convinti che ci sia davvero un «contagio sociale» alla base del boom dei baby trans. Un fenomeno che, ormai da anni, i grandi media esaltano come se fosse la cosa più spontanea e felice, mentre invece andrebbe esaminato con estrema cautela, ascoltando anzitutto chi lo ha vissuto. Helena Kerschner docet.



La mutilazione fisica e l'avvelenamento ormonale non sono un bene e un diritto ma un male e un crimine violento!




Bruce, Brenda, David. La tragica storia della prima vittima del dottor Money, il guru del gender


https://www.tempi.it/bruce-brenda-david ... el-gender/

Esce in Italia con vent’anni di ritardo la terrificante verità sul caso che screditò per sempre l’inventore della teoria di genere

«La sua prima domanda non fu come o perché i genitori potessero avere preso una simile decisione, né come potesse essere accaduto un incidente di circoncisione così devastante. Lei chiese invece il suo nome di nascita. Chiese, in effetti, Chi sono?».

La casa editrice San Paolo, a quattordici anni dalla sua uscita nel 2000, ha tradotto e pubblicato As Nature Made Him. The Boy Who Was Raised as a Girl. Il titolo, in italiano, suona così: Bruce Brenda e David. Il ragazzo che fu cresciuto come una ragazza. Nelle prime tre parole è raccolto il senso della vicenda: tre nomi, un’unica persona. L’autore è un giornalista americano, John Colapinto, che trasformò in libro una sua celebre inchiesta, apparsa per la prima volta nel dicembre 1997 su Rolling Stone. Il caso, che in America ebbe una notevole risonanza, è sostanzialmente sconosciuto in Italia, ma merita di essere ripercorso. Perché è all’origine della cosiddetta teoria del gender. Un’origine tragica.

Il 22 agosto 1965 vennero alla luce all’ospedale St. Boniface a Winnipeg (Canada) due gemelli identici, Bruce e Brian Reimer. Entrambi avevano un problema di fimosi al pene, per la quale era necessaria una circoncisione. Operazione semplice e routinaria, alla quale i due genitori, Ron e Janet, acconsentirono senza problemi. Il 27 aprile 1966, il giorno dell’operazione, un’insolita bufera di neve si abbatté su Winnipeg. Presagio shakespeariano di quel che doveva accadere, fu il contorno atmosferico all’incidente che capitò al piccolo Bruce. Per un incredibile errore, il suo pene fu bruciato. «Si staccò a pezzetti» e «sparì completamente».

I genitori, disperati, dopo una serie di consulti medici, si affidarono a John Money, un medico che avevano sentito parlare alla tv dei miracoli della «riassegnazione sessuale» in corso al Johns Hopkins Hospital di Baltimora. Money era già allora uno dei ricercatori in sessuologia più rispettati al mondo. Eloquio brillante, intelligenza sofisticata, era l’ideatore della gender identity, basata sull’idea che l’identità di una persona non si fonda sui dati biologici della nascita, ma sugli influssi culturali e l’ambiente in cui cresce. Money, che guidava la pionieristica clinica per la chirurgia transessuale a Baltimora, fu ben felice di occuparsi del piccolo. Bruce era, infatti, la cavia che egli attendeva per dimostrare la bontà delle sue teorie. Un piccolo maschio senza pene, da trasformare in una bambina.

Il dottore, già allora, frequentava i salotti televisivi, portando argomenti a favore del «matrimonio aperto, del nudismo e di altre forme di cultura sessualmente disinibita». Definito dal New York Times un «agente provocatore della rivoluzione sessuale», si spese a favore del film porno Gola profonda e firmò editoriali sulla «nuova etica del sesso ludico». Spingeva i suoi pazienti a sperimentare ogni tipo di desiderio sessuale, ivi compresa la «pioggia dorata» (urinarsi addosso durante il rapporto), la coprofilia, le amputazioni, l’autostrangolamento. Per Money non erano perversioni, ma «parafilie». Nell’aprile del 1980 spiegò a Time che un’esperienza di pedofilia «non aveva necessariamente un influsso negativo sul bambino».

Quest’uomo, per tutto il corso della sua carriera, fu omaggiato e riverito, aggiudicandosi numerosi riconoscimenti e premi (oltre che corpose sovvenzioni). Fu lui l’ideatore della prima clinica per l’identità di genere, celebrata da tutte le maggiori e più importanti riviste americane e internazionali. I suoi studenti e protetti, racconta Colapinto, «hanno finito per occupare posizioni preminenti in alcune delle università, istituzioni di ricerca e riviste scientifiche più stimate negli Stati Uniti».

Fino all’incontro con Bruce, il campo d’azione di Money si era limitato agli ermafroditi. Il bambino rappresentava per lui un’occasione d’oro. Quando lo incontrarono, Ron e Janet – che all’epoca avevano solo 20 e 21 anni – ne rimasero affascinati. «Mi sembrava un dio», disse lei. Il medico spiegò loro che avrebbe potuto dare al bambino una vagina perfettamente funzionante, ma che necessitava della loro collaborazione affinché Bruce diventasse femmina. L’importante era che loro lo vestissero come una femminuccia, non gli tagliassero i capelli, lo facessero sentire una lei e non un lui. Così avrebbe avuto una vita felice.

Il 3 luglio 1967 Bruce fu castrato dal dottor Howard Jones, un collaboratore di Money che in seguito lo abbandonò per intraprendere una professione più remunerativa. Aprì in Virginia la prima clinica americana per la fecondazione in vitro. Fu così che Bruce diventò Brenda.

Ron e Janet, almeno per i primi anni, si buttarono a capofitto nell’impresa. Ma qualcosa non funzionava. La piccola Brenda ignorava le bambole che le venivano regalate, adorava azzuffarsi coi suoi amichetti, costruiva fortini anziché pettinarsi davanti allo specchio. In bagno, faceva la pipì in piedi.

I primi anni di scuola peggiorarono notevolmente la situazione. Brenda iniziò a diventare particolarmente violenta e fu bocciata. Nel frattempo, nel 1972, Money pubblicò il libro Man & Woman, Boy & Girl, in cui mise al corrente il mondo dello straordinario «caso dei due gemelli». Il volume descriveva l’esperimento come un «assoluto successo». Era la «prova conclusiva» che «non si nasce maschi e femmine, ma lo si diventa».

Il fatto ebbe una risonanza mondiale. Sposata dal movimento femminista, l’opera trovò il plauso sulle prime pagine di Time e del New York Times Book Review, conferendo al suo autore l’indiscussa celebrità di un guru. Le sue tesi, si scrisse allora, avrebbero avuto sulla storia umana un’influenza paragonabile alla «teoria dell’evoluzione di Darwin».

Solo uno sconosciuto ricercatore di nome Milton Diamond osò sollevare perplessità sul caso. Fu ignorato. Al contrario, «il caso dei gemelli di Money fu decisivo perché venisse universalmente accettata non solo la teoria secondo la quale gli esseri umani sono alla nascita psicosessualmente plastici, ma anche la chirurgia di riassegnazione sessuale come trattamento per bambini con genitali ambigui o danneggiati. La metodica, un tempo principalmente limitata al Johns Hopkins, si diffuse ben presto e oggi viene eseguita praticamente in tutti i principali paesi».

La realtà, però, andava in un’altra direzione. Brenda continuava a comportarsi «come un maschiaccio», difendeva il fratello nelle zuffe, soffriva a stare con le amichette. Periodicamente, i due fratelli facevano delle visite nella clinica di Money per snervanti test psicologici. Durante queste sedute, ai due gemellini di sei anni erano mostrate immagini di sesso esplicite «per rafforzare la loro identità/ruolo di genere». I due fratelli erano anche obbligati a simulare atti sessuali tra loro. In un’occasione, il dottor Money «scattò loro una Polaroid».

Per Brenda quelle sedute – cui doveva sottoporsi anche da sola – erano una tortura. Nei suoi sogni si immaginava ventenne «con i baffi», ma temeva di dirlo ai suoi genitori, essendo sicura che li avrebbe delusi. Ron e Janet, infatti, frustrati dal comportamento della bambina, cercavano in tutti i modi di applicare i consigli di Money. Giravano nudi per casa, frequentavano campi nudisti, facevano pressioni sulla piccola perché assumesse atteggiamenti femminili. Tutto ciò li portò all’esaurimento: Janet tentò il suicidio, Ron iniziò a bere. Money, intanto, pubblicò un nuovo libro di successo (Sexual Signatures) in cui tornò a parlare di Brenda, che «stava attraversando felicemente l’infanzia come una vera femmina».

Brenda, in realtà, già a undici anni cominciò a nutrire istinti suicidi. Gli assistenti sociali e i dottori del suo paese capirono che qualcosa non andava, ma troppo scintillante era la fama di Money per metterla in ombra. Brenda trascorse l’infanzia passando da uno psicologo all’altro. All’età di dodici anni cominciò la cura con gli estrogeni per fare crescere il seno e, nell’ultima visita che ebbe nello studio del dottor Money, trovò un transessuale che le magnificò i vantaggi dell’operazione chirurgica per cambiare sesso. Brenda fuggì e disse ai genitori che, se l’avessero fatta tornare, «si sarebbe suicidata».

Anche lontana dal dottore, Brenda continuò ad avere una vita difficile. A scuola la chiamavano «gorilla» e alcuni giornalisti avevano iniziato a interessarsi a lei. Nel 1977 una troupe della Bbc si recò a Winnipeg per parlare con i suoi medici. Tutti confermarono la medesima impressione: Brenda non era la «ragazza felice» celebrata nei best seller di Money. Lo stesso dottore, contattato dalla Bbc, rifiutò di incontra i giornalisti, mettendoli alla porta. Il documentario, intitolato The First Question, andato in onda il 19 marzo 1980, passò sotto silenzio.

Solo pochi giorni prima, il 14 marzo, Ron aveva rivelato alla figlia la sua storia. Come annota Colapinto, Brenda «si sentì sollevata» perché finalmente capì «di non essere pazza». La prima domanda che fece al padre fu: «Qual era il mio nome?».

Brenda decise di tornare al suo sesso biologico. Scelse di chiamarsi David perché questo è il nome «del re uccisore di giganti della Bibbia», il bambino che combatte e sconfigge il poderoso Golia. Iniziò a fare iniezioni di testosterone, gli crebbero i primi peli sulle guance, a sedici anni si sottopose al primo intervento per la creazione del pene. Attendendo la maggiore età, visse nascosto per due anni nella cantina di casa. A diciotto anni entrò in possesso del denaro assegnatogli come risarcimento dal St. Boniface Hospital, acquistò un furgone equipaggiato coi migliori comfort, che fu battezzato secondo lo scopo che avrebbe dovuto avere: «Il carretto da scopata».

Non andò così. David non aveva capacità di erezione e la cosa circolò fra gli amici. Tentò di nuovo il suicidio, per due volte. A ventidue anni si sottopose a una nuova falloplastica e, due anni dopo, ebbe il suo primo rapporto sessuale. Ma era ancora profondamente infelice.

Colapinto racconta che nell’estate 1988 David fece «qualcosa che non avevo mai fatto prima. Finii per pregare. Dissi: “Tu sai che ho avuto una vita terribile. Non ho intenzione di lamentarmi con Te, perché tu devi avere una qualche idea del perché mi stai facendo passare tutte queste cose. Ma potrei essere un bravo marito, se me ne fosse data la possibilità”».

Due mesi dopo conobbe Jane, una ragazza madre che aveva avuto tre figli da tre uomini diversi. Si innamorarono. David vendette l’inutilizzato carretto da scopata e comprò un anello di diamanti. Il 22 settembre 1990 si sposarono.

Milton Diamond, il ricercatore che per primo aveva contestato Money, inferse un duro colpo alla sua credibilità. Quest’ultimo, sebbene non parlasse più del caso dei due gemelli, perseguiva nel sostenere le tesi sul gender che continuarono a valergli cospicui finanziamenti, anche pubblici. Ma nel 1994, Diamond, dopo aver incontrato David, scrisse un articolo per svelare come fosse andato a finire il “caso dei due gemelli”. La tesi del testo era che, sebbene l’educazione abbia un ruolo importante nel contribuire a plasmare l’identità, essa è frutto del dato biologico assegnato dalla natura. Diamond impiegò due anni per trovare una rivista che accettasse il testo. Quando apparve, fu una bomba. David concesse alcune interviste in tv con il viso oscurato. Poi accettò la richiesta di incontrare Colapinto per la semplice ragione che lavorava per Rolling Stone e a David piaceva il rock’ n’ roll.

Per Money – «Hot Love Doctor», come lo chiamavano i giornali – iniziò il declino. Al Johns Hopkins fu nominato direttore di psichiatria Paul McHugh, un fiero cattolico che fece condurre un’indagine su cinquanta transessuali curati alla clinica per l’identità sessuale della Johns Hopkins a partire dalla sua fondazione nel 1966. Nessuno di loro ne aveva tratto giovamento. La clinica fu chiusa, la comunità transgender protestò inutilmente. Ancora nel 1997 Money ottenne un riconoscimento come «uno dei più grandi ricercatori del secolo in campo sessuale». Si spense il 7 luglio 2006 a Towson.

I demoni non smisero di perseguitare la famiglia Reimer. Solo Ron, dopo un periodo di difficoltà legato all’alcol, riuscì a riprendere in mano le redini della sua vita. Janet continuò a soffrire di profonde crisi depressive. Brian passò attraverso fallimenti matrimoniali, droghe, alcol. Si suicidò nel 2002. David, dopo la morte del fratello, non fu più lo stesso. L’azienda dove lavorava chiuse, bisticciò con la moglie. Il 4 maggio 2004 guidò fino a un parcheggio desolato e puntò il fucile alla testa. Aveva 38 anni.


Gender una schifosa violazione dei diritti umani
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 181&t=1634
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L'identità sessuale non dipende dalla volontà individuale

Messaggioda Berto » ven lug 02, 2021 6:15 am

"Il sesso è binario", così il divulgatore smonta l'ideologia transgender
Roberto Vivaldelli
18 Gennaio 2022

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/se ... 1642508593

I teorici del genere, accusa Richard Dawkins, "aggirano il fastidioso problema della realtà decretando che sei ciò che senti, indipendentemente dalla biologia"

Richard Dawkins contro il gender. Il celebre divulgatore scientifico ed esponente del neodarwinismo, ateo convinto, come riportato dal Foglio, ha da poco pubblicato un saggio pubblicato su Areo e tradotto dall'express francese intitolato "La razza è uno spettro, il sesso è dannatamente binario" con il quale farà sicuramente imbestialire la comunità Lgbt e gli attivisti transgender, gli stessi che hanno reso la vita impossibile alla docente britannica Kathleen Stock che proprio Dawkins ha strenuamente difeso in questi mesi. L'ateo più famoso al mondo, infatti, è l'ultimo di una serie di intellettuali e femministe come la celebre scrittrice J.K. Rowling o la già citata Stock che hanno osato sfidare la follia woke e l'ideologia transgender, secondo la quale il genere sarebbe predominante sul sesso biologico. Un dogma indiscutibile nell'era della correttezza politica a ogni costo.

Dawkins sfida il politicamente corretto e la follia gender

Come Rowling e Stock, anche il paladino della scienza è finito nel mirino della piscopolizia del politicamente corretto, accusato di "transfobia". A causa delle sue affermazioni, infatti, è stato "disconosciuto" dall'american Humanist Association, dopo essere stato premiato umanista dell'anno nel 1996 per i suoi contributi significativi in questo settore. "Purtroppo - ha comunicato l'associazione lo scorso aprile - negli ultimi anni Richard Dawkins ha accumulato una serie di dichiarazioni che usano il pretesto del discorso scientifico per sminuire i gruppi emarginati, un approccio antitetico ai valori umanisti. I suoi successivi tentativi di chiarimento sono inadeguati e non trasmettono né sensibilità né sincerità. Di conseguenza, il consiglio dell'AHA ha concluso che Richard Dawkins non merita più di essere premiato dall'AHA e ha votato per ritirare, con effetto immediato, il premio 1996 Umanista dell'anno". Anche questa è cancel culture.

Il divulgatore smonta l'ideologia transgender

Cos'avrà mai detto di così grave e disturbante il divulgatore scientifico nato a Nairobi? Ha apertamente criticato, da un punto di vista scientifico, l'ideologia transgender. Apriti cielo! "Una vita a Oxford ha radicato in me l'abitudine socratica a sollevare discussioni, argomenti dal sapore leggermente paradossale, enigmi, contraddizioni o incongruenze che sembrano aver bisogno di un po' di chiarimenti" scrive Dawkins nel suo saggio. "La razza è uno spettro", sottolinea. "Le persone che hanno un bisnonno nativo americano possono chiamarsi nativi americani. Il sesso, invece, è dannatamente binario. Se hai un genitore nero e uno bianco, puoi pensare di poter scegliere come identificarti. Se scegliessi di identificarmi come un ippopotamo - osserva - diresti giustamente che sto diventando ridicolo. È più ridicolo della chiesa che identifica la sostanza' del sangue con il vino e il corpo con il pane. Anche il sociologo più benpensante potrebbe avere difficoltà a sostenere che un pene sia un costrutto sociale." I teorici del genere, afferma, "aggirano il fastidioso problema della realtà decretando che sei ciò che senti, indipendentemente dalla biologia. Se ti senti una donna, sei una donna anche se hai un pene. Maschio contro femmina è una delle sorprendentemente poche autentiche dicotomie che possono giustamente sfuggire alla censura per quella che ho chiamato La tirannia della mente discontinua".

A giudicare dalle sue parole, il celebre biologo e saggista non ha alcuna intenzione di cedere all'ideologia dominante che sta minacciando la libertà di pensiero e di espressione di numerosi intellettuali che fortunatamente non intendono di piegarsi ai ricatti e alle campagne d'odio orchestrate dai crociati del politically correct. Perché oggi affermare un concetto di semplice buon senso - cioè che il sesso biologico è predominante sul genere, e non il contrario - può costare molto caro.





Il partito laburista non è in grado di dire se le donne possono o meno avere il pene. Il leader del partito, Sir Keir Starmer, cerca senza successo di fare una sintesi delle varie posizioni

"Le donne non hanno il pene": il surreale dibattito dei Labour
Roberto Vivaldelli
9 Giugno 2022 - 15:31

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/do ... 1654782282

Il dibattito sull'identità sessuale - o di genere, come dicono i politicamente corretti - assume toni a dir poco grotteschi nel Regno Unito. La discussione degli ultimi giorni verte su un dilemma che non riesce proprio a mettere d'accordo i rappresentanti del partito laburista: le donne possono avere il pene oppure no? La logica, il buon senso, ma soprattutto la realtà biologica - che non è un'opinione, ma un dato di fatto incontrovertibile - ci fornisce una risposta chiara e netta: no, le donne non possono avere il pene perché altrimenti sarebbero uomini. Ma a sinistra la confusione sull'argomento è talmente tanta che il leader dei Labour, Sir Keir Starmer, che è stato più volte accusato di eludere le domande sull'argomento, ha dichiarato in un'intervista rilasciata a Lbc che la "grande maggioranza" delle donne non ha un pene, riaccedendo il dibattitto all'interno del partito.

Donne con il pene, lo psicodramma (grottesco) dei laburisti

Keir Starmer ha dichiarato, durante l'intervista, che per "la stragrande maggioranza delle donne" si tratta "esclusivamente di biologia e ovviamente non hanno un pene. Lo sappiamo tutti e ovviamente hanno bisogno di spazi sicuri e lo sosterremo. Ma c'è una piccola minoranza di individui che sono nati in un genere con cui ora non si identificano" ha spiegato. Alcuni, ha sottolineato, "attraversano un processo, altri no, e questo è traumatico per loro, e li rispetto e li sostengo". Per il 99,99% delle donne, ha poi rimarcato Sir Keir Starmer, "è tutta biologia, dobbiamo sostenere i loro spazi sicuri, ma non denigriamo o manchiamo di sostenere il piccolo gruppo di persone che lottano con la loro identità di genere".

Le parole di Starmer arrivano dopo le recenti dichiarazioni della deputata laburista Stella Creasy, la quale, in un'intervista rilasciata al Daily Telegraph, aveva dichiarato che le donne transgender sono donne a tutti gli effetti e come tali dovrebbero essere trattate. "Certo che le donne possono avere il pene!", ha sottolineato, per poi sferrare un attacco alla scrittrice J.K. Rowling: "È una cattiva femminista". Come femminista vecchio stile, ha aggiunto, "sto ancora combattendo il patriarcato. Non mi interessa combattere tra di noi", ha detto Creasy. Sarà anche così, ma le sue parole hanno innescato un polverone nella sinistra inglese con la collega laburista Anneliese Dodds che ha spiegato di non essere affatto d'accordo: "Per me le donne non possono avere il pene. Certo, ci sono persone che hanno cambiato genere. Ma il genere non coincide con il sesso biologico". Lo psicodramma, dai tratti grotteschi, è servito.


Il dibattito fra femministe "gender critical" e le associazioni Lgbtq

Il dibattito a sinistra vede da una parte le femministe "gender critical", convinte del fatto che la realtà biologica sia predominante sul genere - come la già citata J.K. Rowling e la docente Kathleen Stock - e le associazioni transgender ed Lgbtq, che sostengono invece che il genere sia un costrutto sociale e che ognuno possa "autoidentificarsi" come meglio crede. C'è un termine specifico che spesso, nel dibattito pubblico e sui social, viene accostato a J.K Rowling: si tratta di "Terf" che, come spiega il Financial Times, sta per "femminista radicale trans-escludente", un'etichetta affibbiata dalle associazioni transgender come insulto contro qualsiasi donna che non si piega alla follia di un'ideologia che nega la realtà biologica.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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L'identità sessuale non dipende dalla volontà individuale

Messaggioda Berto » ven lug 02, 2021 6:16 am

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L'identità sessuale non dipende dalla volontà individuale

Messaggioda Berto » ven lug 02, 2021 6:17 am

2)
Il Politicamente Corretto crede di poter risolvere queste problematiche con l'imposizione legislativa istituendo come alternativa "all'identità sessuale biologica" "l'identità sessuale anagrafica" frutto della presunta libera scelta, della volontà e del capriccio dell'individuo affetto da questa disforia/malattia che riguarda l'identità sessuale. Sì perché la disforia di genere è una malattia e non altro.


Transgender, donne e uomini malati e sbagliati
Chiamare "donna" un uomo transgender e "uomo" una donna transgender e imporre questa "identità sessuale modifica" per legge come nuovo dato anagrafico, in contrasto con l'identità biologica è un crimine contro l'umanità, specialmente se coinvolge minori e interessa la finanza pubblica.


Il Politicamente corretto (PC): il peggiore crimine contro l'umanità
Il Politicamente Corretto è l'ideologia del male e dell'inversione assurda elevate a bene e assunte come diritto, è l'ideologia dell'odio e del caos.
La menzogna, l'inganno, l'illusione del Politicamente corretto e le sue violazioni dei diritti umani
viewtopic.php?f=196&t=2947
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6835049120


Superare il sesso biologico è una demenzialità ideologica una presunzione politicamente corretta, una menzogna, una illusione, un inganno, una istigazione alla mutilazione e alla depravazione ormonale del corpo umano.

Omofobia. Ddl Zan calendarizzato. «Il testo punta al superamento del sesso biologico»
Antonella Mariani
mercoledì 28 aprile 2021

https://www.avvenire.it/attualita/pagin ... -si-decide

Le critiche della ginecologa e femminista genovese Sandra Morano, firmataria dell'Appello dei 400: il rischio è di far sparire l'identità femminile e con essa la sua forza distintiva, la maternità

La ginecologa genovese e docente universitaria Sandra Morano

La ginecologa genovese e docente universitaria Sandra Morano - (Su concessione dell'interessata)

Si sblocca il disegno di legge contro l'omotransfobia al Senato: è stato incardinato nella commissione Giustizia dopo settimane di polemiche, rimpalli pressing e resistenze. Messa ai voti la calendarizzazione, è passata con 13 sì e 11 no. A chiedere da tempo l'avvio della discussione sono Pd, M5s, Leu e Italia viva. Contrario il centrodestra. Il provvedimento è stato approvato in prima lettura alla Camera il 4 novembre 2020. Soddisfatto Alessandro Zan, autore del Ddl: "Finalmente ora può iniziare la discussione anche in questo ramo del Parlamento, per l'approvazione definitiva". Il provvedimento verrà incardinato entro il mese di maggio e il relatore sarà il presidente della commissione Andrea Ostellari, della Lega. Proprio oggi sui contenuti del ddl e sulle sue criticità è intervenuta anche la Conferenza episcopale italiana con una nota.

Il Ddl Zan punta al superamento del sesso biologico, per abbracciare altre definizioni fluide e variabili, come 'genere', 'identità di genere', 'percezione di sé', che con la Costituzione e con la certezza del diritto hanno poco a che vedere e che rischiano di assottigliare fino a far scomparire il confine tra i sessi. Prima ancora che da ginecologa, parla da 'femminista della differenza' Sandra Morano, esponente di spicco del progressismo genovese e docente universitaria. Il ddl Zan, al di là delle buone intenzioni di combattere l’omofobia e la transfobia, introduce definizioni non univoche per 'classificare' le categorie meritevoli di tutela, entrando a gamba tesa in un dibattito scientifico, giuridico e bioetico in pieno svolgimento.

Per semplificare: se il titolo del Ddl Zan è: 'Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità', e poi si definiscono queste categorie in modo che non è affatto condiviso, il risultato è… confusione, proprio ciò che una legge non deve fare.

Sandra Morano ha firmato l’appello per la modifica del testo della legge, insieme ad altri 400 rappresentanti della società civile. La sua esperienza professionale nel SSN è stata spesa prevalentemente nel miglioramento delle condizioni della maternità e della nascita, temi che non hanno mai avuto un posto preminente nelle agende della politica. Da questo osservatorio è difficile accettare un cambiamento delle definizioni per tutta la popolazione.

«Sarebbe come accettare di 'far sparire' le donne e la loro incontrovertibile capacità procreativa, la maternità», dice. «Capita a noi mediche e medici di accompagnare la sofferenza di soggetti che non si riconoscono nel proprio sesso biologico. Comprendiamo il rifiuto di alcuni di essere rigidamente definiti o ri-definiti, anche se più spesso capita che molti desiderino chiarire e manifestare attraverso dolorosi percorsi la transizione verso una più soddisfacente identità sessuale. Questa libertà non può però limitare la libertà di tutti, donne e uomini, ad accettare un cambiamento lessicale che per via legale sancisce l’abbandono del concetto di sesso a favore della identità di genere con le sue varianti».

Un cambiamento che non può non innescare effetti a catena nel mondo medico, e non solo. «Pensiamo alle conseguenze che tale definizione può avere sulla Medicina di genere, cioè lo studio del diverso impatto delle malattie e dei farmaci sul femminile e sul maschile, che in questi anni sta facendo passi da giganti».

Tutto cancellato dal ddl Zan? «Questa è una delle derive di questo testo, e io invito i miei colleghi a prendere posizione. Da una legge confusiva possono derivare cambiamenti nel lessico, che non possono non coinvolgere perfino i manuali e gli insegnamenti della medicina». In che direzione vorrebbe fosse modificato il testo del ddl Zan? «Preferirei che si parlasse di prevenzione e contrasto alle discriminazione di genere e della violenza per 'motivi fondati sul sesso'. Sarebbe sufficiente e molto più utile a tutti», risponde Morano. Che pericolo intravede nella legge, così com’è formulata? «Intravedo alcune derive inquietanti. La cancellazione della maternità, ad esempio, che per me è il tema centrale dell’identità femminile, quello che ancora è esclusiva delle donne. Ebbene, se il sesso diventa una percezione fluida di sé, ciascuno può giocare su più campi, un uomo può dirsi donna e reclamare il diritto a un figlio. Anche attraverso la gestazione per altri».


Non è un diritto ma una menzogna criminale che inganna, illude e genere infiniti conflitti.

Diritti Lgbtqi, i cittadini americani potranno indicare il proprio genere sul passaporto senza certificati medici
30 giugno 2021

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/0 ... 1625074684

La battaglia per i diritti Lgbtqi si combatte anche sui documenti d’identità. E gli Stati Uniti, come annunciato dal segretario di Stato, Antony Blinken, sono pronti a guidare la svolta: d’ora in poi, ha dichiarato, i cittadini americani potranno indicare il proprio genere di preferenza sul passaporto, senza bisogno di presentare documentazione medica, anche se questo è diverso da quello di nascita.

Una mossa, hanno spiegato dall’amministrazione Biden, legata alla volontà del Dipartimento di Stato di “promuovere la libertà, la dignità e l’uguaglianza di tutte le persone, comprese le persone Lgbtqi. Oggi – ha aggiunto Blinken – sono lieto di annunciare che il dipartimento farà un ulteriore passo per assicurare un trattamento equo dei cittadini americani Lgbtqi”. Un passo che avverrà in maniera immediata, senza bisogno di passare da complicati, dispendiosi e lunghi processi burocratici: “Non sarà più necessario presentare un certificato medico se si sceglie un genere che non corrisponde al genere di altri documenti di identità”, ha ribadito.

Ma il Dipartimento di Stato ha in cantiere anche altre novità riguardo ai diritti legati al genere indicato sui passaporti a stelle e strisce. Si sta infatti valutando la possibilità di inserire la categoria “non-binary, intersex, e genere non conforme”. Per questo, però, sono ancora necessarie ulteriori consultazioni per decidere quale simbolo adottare, con gli attivisti che chiedono di usare la X al posto della M per “maschio”, e F per “femmina”. “Stiamo valutando il miglior approccio per raggiungere questo obiettivo – ha concluso Blinken – Il processo per aggiungere un simbolo di genere non binario su questi documenti è tecnologicamente complesso e abbiamo bisogno di tempo per aggiornare i sistemi”. Il segretario di Stato ha infine aggiunto che questi passi sono intrapresi in consultazione con altri governi che hanno “lo stesso orientamento”, tra cui Canada, Australia , Argentina , Nepal e Nuova Zelanda.

La decisione dell’amministrazione segue una promessa fatta dal presidente Joe Biden nel corso della campagna elettorale contro Donald Trump. L’attuale inquilino della Casa Bianca si disse preoccupato per il fatto che, senza una prova documentata del loro genere, le persone transgender e non binarie rischiano di vedersi negare l’occupazione, l’alloggio e altri benefici, incluso il diritto di voto.



Anche la Corte Suprema USA si è lasciata corrompere dalla Teoria gender che non tiene in considerazione e viola i diritti umani naturali e civili delle femmine e dei maschi.
Infatti la stessa Corte con questa sentenza indica che queste persone, potendo andare nei bagni indifferentemente degli uomini o delle donne, sono al contempo sia donne che uomini e parimenti né uomini né donne, una demenziale sentenza che sicuramente Salomone non avrebbe mai pronunciato
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I transgender possono scegliere dove andare al bagno: studente vince la battaglia negli Stati Uniti
Lunedì 28 Giugno 2021

https://www.ilmessaggero.it/mondo/trans ... 49877.html

Importante vittoria per la comunità Lgbtq. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso di non ascoltare il ricorso di una scuola della Virginia contraria al fatto che un suo studente transgender utilizzasse il bagno di sua scelta, ovvero quello corrispondente alla sua identità di genere. Una decisione importante che segue il via libera alle nozze gay nel 2015 e il divieto per le aziende, stabilito lo scorso anno, di discriminare sulla base dell'identità di genere. E una decisione che arriva mentre la 'battaglia' contro i transgender divampa in America, con gli stati repubblicani che impongono divieti e limitano le cure.

Papa Francesco «prega» per i gay e tutte le persone LGBT, lettera al gesuita Martin
Transgender, studente vince battaglia legale

Il caso finito alla Corte Suprema è quello di Gavin Grimm, studente che nel 2014 si è visto negare dal suo liceo la possibilità di usare il bagno dei maschi. Nato femmina, Grimm si è dichiarato transgender al primo anno di liceo. Inizialmente la sua scuola nella contea di Glouchester, in Virginia, gli aveva dato la possibilità di usare i bagni dei maschi. Ma dopo alcune settimane le autorità scolastiche sono tornate sui loro passi e hanno stabilito che Grimm doveva utilizzare il bagno del suo sesso di nascita per «offrire un ambiente di apprendimento sicuro per tutti gli studenti e per tutelare la privacy di tutti». La spiegazione del liceo aveva spinto il ragazzo e la sua famiglia a intraprendere le strade legali per farsi valere anche alla luce dei problemi creati dalla decisione al ragazzo.

Nella causa contro la scuola, Grimm spiegava infatti di essersi ammalato a causa dello «stress ingestibile» che aveva portato al suo ricovero in ospedale in seguito a pensieri suicidi. «Sono contento che la mia battaglia durata anni per farmi accettare dalla scuola per quello che sono sia finita. Essere costretto a usare un bagno privato o il bagno delle femmine è stato umiliante per me», ha detto Grimm in una nota diffusa dall'American Civil Liberties Union. Lo scorso anno la corte d'appello del quarto circuito gli aveva dato ragione sulla scelta del bagno in cui si riconosceva, rimandando alla decisione della Corte Suprema relativa alla legge contro la discriminazione sul posto del lavoro. Una norma che tutela - avevano determinato i saggi americani - anche i gay e i transgender e che, secondo la corte d'appello, deve essere applicata anche nel caso della Virginia. La Corte Suprema chiude ora definitivamente la vicenda. Dal 2014 Grimm ne ha fatta di strada e ha riportato le sue vittorie: ha cambiato legalmente il suo sesso e ha anche ottenuto un nuovo certificato di nascita che lo indica come maschio.




Spagna, approvata la "Ley trans": nuove tutele sui diritti Lgbtq+ e sull'autodeterminazione di genere
Marianna Grazi
2 Luglio 2021

https://luce.lanazione.it/spagna-approv ... di-genere/

La maggioranza spagnola ha approvato la nuova normativa, che ora passa all'esame del Parlamento. Secondo Irene Montero, ministra per le Pari opportunità e tra le promotrici: "Facciamo la storia con una legge che fa un passo da gigante in avanti per i diritti delle persone LGBTI". Le nuove norme riguardano identità e riassegnazione di genere, transgender, intersessuali, madri lesbiche o single e tanto altro

Paese che vai, diritti che trovi. E la Spagna sta facendo enormi passi avanti perché chiunque possa sentirsi al sicuro. Diventando, così, uno dei Paesi europei più aperti e inclusivi in termini di libertà e tutele per la comunità Lgbtqi+.
Il Consiglio dei ministri iberico, infatti, ha recentemente approvato il disegno di legge della “Ley trans”, una normativa che garantisce il riconoscimento dei diritti delle persone transgender attraverso l’autodeterminazione dell’identità di genere. “Facciamo la storia con una legge che fa un passo da gigante in avanti per i diritti delle persone Lgbtqi”, ha dichiarato Irene Montero, ministra per le Pari opportunità, tra le promotrici. In precedenza erano stati presentati due diversi disegni disegni di legge, che facevano parte del patto di governo di Psoe e Unidas Podemos: uno destinato appunto ai diritti delle persone transgender, l’altro, più generale, rivolto alla comunità Lgbtqi+. La nuova legge è il risultato della fusione delle due proposte, che incorpora integralmente. La ‘palla’ passa ora al Parlamento per l’approvazione.

Identità di genere: autodeterminazione sì, patologia no

Non è stato semplice raggiungere un accordo sul testo: negli ultimi mesi ci sono state lunghe discussioni in seno alla maggioranza, con un acceso confronto con associazioni e organizzazioni della comunità. Secondo quanto riportato da El Pais, l’ostacolo più grande era rappresentato dalla libera autodeterminazione di genere. La normativa attuale in Spagna prevede che per cambiare il proprio sesso sui documenti siano necessari 2 anni di trattamento ormonale e una diagnosi di disforia di genere. Con la nuova, invece, si va verso una totale depatologizzazione per tutte le persone con più di 16 anni, che potranno chiedere la rettifica dei documenti senza che siano necessari certificati che attestino la disforia di genere o “modifiche dell’aspetto o delle funzioni del corpo della persona attraverso procedure mediche, chirurgiche o di altra natura”. Per chi ha tra i 14 e i 16 anni la stessa richiesta può essere fatta con l’assistenza e il consenso di genitori o tutori e, per chi invece ha tra i 12 e 14 anni servirà l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria. Una legge all’avanguardia “in quei paesi che combattono e proteggono i loro cittadini indipendentemente dalle loro differenze, perché sono tutti uguali nei diritti”, secondo il ministro della Giustizia Juan Carlos Campos.


Le nuove norme per garantire i diritti della comunità Lgbtq+

Nel testo, inoltre, viene espresso il divieto alle cosiddette “terapie di conversione”, ossia le pratiche che vogliono modificare l’orientamento sessuale di una persona, che saranno punibili con multe fino a 150 mila euro. Le donne lesbiche, bisessuali e quelle single potranno invece nuovamente avvalersi delle tecniche di procreazione assistita previste dal servizio sanitario nazionale. Una possibilità che era stata eliminata sette anni fa, ed ora è estesa (per la prima volta) anche a tutte le “persone trans con capacità di gestazione”. Un’altra norma si occupa, invece, dei bambini nati da coppie di donne non sposate. La partner della madre biologica potrà avere diritti e doveri nei confronti del figlio/della figlia facendo una dichiarazione ufficiale come “genitore non gestante” all’atto della registrazione della nascita. Attualmente è necessaria l’adozione, ma la modifica entrerà in vigore grazie ad un cambiamento del codice civile.

Tra le novità viene legiferato, per la prima volta, sui diritti delle persone intersessuali (coloro che possiedono caratteri sessuali che non rientrano nelle tipiche nozioni di maschile e femminile): queste non potranno più subire mutilazioni o interventi chirurgici se non per motivi di salute/medici, né dovrà essere assegnato un determinato sesso per il primo anno di vita. Potranno essere introdotti dal governo percorsi riguardanti le ‘diversità’ e la comunità LGBT+ per l’accesso all’insegnamento e nei programmi scolastici, dove sarà inserita anche l’educazione sessuale. Sarà maggiormente favorito l’accesso all’occupazione delle persone LGBT+ e saranno messi a disposizione di tutti i cittadini procedimenti facilitati per denunciare le discriminazioni.

Nel nuovo disegno di legge sono previste ovviamente anche alcune sanzioni. Tra le ‘infrazioni minori’ – che prevedono multe da 200 a 2000 euro – viene compresa la molestia a una persona per via del suo orientamento sessuale o della sua identità di genere; tra quelle ‘gravi’ invece (da 2001 a 10.000 euro) l’inserimento o la ‘tolleranza’ di clausole discriminatorie nei contratti di lavoro. Infine corrispondono a infrazioni ‘molto gravi’, punibili con una multa da 10.001 a 150 mila euro, l’uso e la diffusione di libri di testo e materiali che “presentino le persone come superiori o inferiori nella dignità umana in funzione del loro orientamento sessuale, espressione di genere o caratteristiche sessuali”.





Meloni, Ue condanni reato omosessualità
(ANSA) - ROMA, 06 LUG 2021

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnew ... 23586.html
"Fdi ha presentato in Parlamento una mozione per impegnare il Governo ad andare in Europa per chiedere che la UE condanni apertamente gli Stati che prevedono nei loro ordinamenti il reato di omosessualità e non stringa con loro accordi di cooperazione culturale. Sono ben 69 le Nazioni che, spesso in virtù dell'applicazione della legge coranica, prevedono pene variabili da un anno fino all'ergastolo e alla pena capitale.

Vedremo come si esprimeranno i cosiddetti 'paladini dei diritti Lgbt', che oggi chiedono di censurare le leggi rimasti in silenzio quando si parla di difendere gli omosessuali". Lo ha detto la Giorgia Meloni (ANSA).





"Il gender è una nuova religione di stato che vuole sostituire la biologia"
Giulio Meotti
1 settembre 2021

https://meotti.substack.com/p/il-gender ... ligione-di

“La libertà consiste nella libertà di dire che due più due fa quattro. Se è concessa questa libertà, ne seguono tutte le altre”.

Questa frase di George Orwell campeggia in esergo a Trans, il libro della editor dell’Economist, Helen Joyce, che sta scatenando non poche polemiche nel Regno Unito. Dopo la pubblicazione, Joyce afferma di essere stata boicottata dalla BBC e dalle altre tv e che la catena di librerie Waterstones sta facendo di tutto per non venderlo. Nel libro, Joyce racconta come l’ideologia transgender sta cercando di "soppiantare la biologia" e che il movimento è l'equivalente di una “nuova religione di stato, completa di leggi sulla blasfemia”.

Ne abbiamo appena avuto dimostrazione a Manchester, dove, racconta Suzanne Moore del Guardian, durante l’ultima marcia arcobaleno Alexander Bramham è stato aggredito dai manifestanti e scortato via dalla polizia. Un omofobo? No, Brahmam fa parte di una organizzazione Lgb, senza “t”, e critica dell’identità di genere. Allo stesso modo, il libro di Joyce ha in copertina una frase di encomio di Simon Fanshawe, il fondatore della principale organizzazione Lgbt inglese, Stonewall.

Ogni editore a cui Helen Joyce ha sottoposto il manoscritto, a eccezione della casa editrice indipendente Oneworld, lo ha rifiutato. “Chiunque mi dia qualsiasi tipo di visibilità, anche menzionando soltanto l'esistenza del libro, può aspettarsi di essere accusato di transfobia e bigotteria. È più facile ignorarlo”. Racconta il Times che “i potenziali acquirenti hanno scoperto che i librai sono riluttanti a vendere il libro o lo nascondono in luoghi oscuri”. Perché come ha appena spiegato a Libération il filosofo francese Eric Marty parlando del suo ultimo libro, Le Sexe des Modernes, il gender “è l’ultimo grande messaggio ideologico dall’Occidente al resto del mondo. Ha invaso il pianeta e tutte le sfere della vita sociale, dai documenti amministrativi al marketing delle multinazionali”.

Helen Joyce invita a riflettere sul grande cambiamento in corso: “Se alzi la testa sopra il parapetto, ti sparano; ma se tutti mettono la testa sopra il parapetto, non possono sparare a tutti”. Cosa c’è scritto dunque nel libro da creare tanto clamore? E’ il racconto di come si fa una rivoluzione che vuole rimanere elusiva per avere successo.

Eccone l’introduzione:

Questo è un libro su un'idea, che sembra semplice ma ha conseguenze di vasta portata. L'idea è che le persone dovrebbero essere considerate uomini o donne in base a come si sentono e a ciò che dichiarano, invece della loro biologia. Si chiama autoidentificazione di genere ed è il principio centrale di un sistema di idee in rapido sviluppo che vede tutti come in possesso di un'identità di genere che può o meno corrispondere al corpo in cui è ospitato. Quando c'è una discrepanza, la persona è “transgender"” - trans in breve - ed è l'identità, non il corpo, che dovrebbe determinare come tutti gli altri li vedono e li trattano.

Le origini di questo sistema di idee risalgono a quasi un secolo fa, quando i medici cercarono per la prima volta di dare forma fisica ai desideri di una manciata di persone che desideravano cambiare sesso. Ma poi l'eccezione è diventata la regola. Le leggi nazionali, le politiche aziendali, i programmi scolastici, i protocolli medici, la ricerca accademica e le guide dei media vengono riscritte per privilegiare l'identità di genere autodichiarata rispetto al sesso biologico. Strutture che un tempo erano separate per sesso, dai servizi igienici agli spogliatoi, dai rifugi per donne alle carceri per senzatetto, stanno passando all'autoidentificazione di genere. Nel frattempo sempre più persone si dichiarano trans, di solito senza subire alcun tipo di trattamento medico. Questo libro spiega perché è successo e come è successo così in fretta.

Gli sviluppi nel mondo accademico hanno svolto un ruolo centrale. In questi campi accademici, che si sono sviluppati nei campus americani dal postmodernismo francese degli anni '60, uomo o donna sono arrivati a indicare qualcuno che interpretava la virilità o la femminilità, che erano una serie di stereotipi - questioni di auto-presentazione, come l'abbigliamento e l'acconciatura, e comportamenti, come la scelta degli hobby e della carriera, che erano significativi semplicemente perché venivano eseguiti più e più volte. Nell'ultimo decennio, anche il tenue legame con la realtà oggettiva fornito da quegli stereotipi è stato reciso. Nella versione semplicistica del nuovo credo, che si è indurito nell'ortodossia della giustizia sociale, ciò che viene richiesto non è più flessibilità, ma una ridefinizione di ciò che significa per chiunque essere un uomo o una donna. Una totale riscrittura delle regole della società.

Questo non è un libro sulle persone trans. Se la transizione renda o meno le persone più felici è una questione importante per gli individui e i medici, soprattutto quando comporta interventi ormonali o chirurgici irreversibili. Ma è irrilevante per valutare la verità dell'ideologia dell'identità di genere e per stabilire se il genere autodichiarato debba sostituire il sesso biologico in tutta la società. Per fare un'altra analogia, se una religione renda felici i suoi fedeli è irrilevante per la questione se il suo dio esista o se tutti gli altri dovrebbero essere obbligati a omaggiarlo.

Questo è, piuttosto, un libro sul transattivismo. È una storia politica e istituzionale; di fondazioni di beneficenza controllate da miliardari che uniscono le forze con gruppi di attivisti per pompare denaro in lobby dietro le quinte per un cambiamento legale. Hanno conquistato grandi partiti politici, in particolare i Democratici americani, e grandi imprese, compresi i giganti della tecnologia. Sono supportati dalle industrie farmaceutiche, che ci vedono già una montagna di affari…
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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L'identità sessuale non dipende dalla volontà individuale

Messaggioda Berto » ven lug 02, 2021 6:18 am

La mutilazione fisica e l'avvelenamento ormonale non sono un bene e un diritto ma un male e un crimine violento!


Un programma transgender

Garantire la piena effettività del diritto all’identità di genere e all’espressione di genere - Con-Te-Stare

https://con-te-stare-transgender.it/gar ... di-genere/

Garantire la piena effettività del diritto all’identità di genere e all’espressione di genere

Punti programmatici per una proposta di riforma della L. 164/1982 – “Norme in materia di rettificazione di attribuzione di sesso”

A cura di MIT – Movimento Identità Trans Settore Sportello Legale – 13 febbraio 2020

Premessa: la genesi della L. 164

Nel 1982, l’approvazione della legge 164 in materia di rettificazione di attribuzione di sesso fu considerata una conquista importante, volta in particolare a riconoscere la possibilità, per chi avesse già effettuato gli interventi chirurgici di riattribuzione di sesso all’estero (si trattava all’epoca per lo più di donne trans), di ottenere le necessarie modifiche sull’atto di nascita e sui documenti.

Il MIT, insieme al Partito radicale, fu promotore attivo di questa legge, che innegabilmente consentì, come tuttora fa, le necessarie modifiche anagrafiche e sui documenti, possibilità non prevista fino a quel momento.

La legge fu oggetto di scrutinio da parte della Corte Costituzionale nel 1985, in seguito a dubbi di costituzionalità, ma fu confermata quale espressione di una civiltà giuridica in evoluzione, attenta a garantire i diritti inviolabili della persona.

Il decennio 2010-2020: nuovi standard internazionali e trend emergenti alla luce dei diritti umani

La legge 164 non specificava quali debbano essere i requisiti da soddisfare sia per accedere ai trattamenti medici per il mutamento di sesso, sia per ottenere la rettificazione anagrafica. Dopo le modifiche introdotte nel 2011, che ha semplificato il procedimento, la legge si limita oggi a precisare, che 1) l’intervento chirurgico – “quando risulta necessario” – viene autorizzato con sentenza, e che 2) la rettificazione anagrafica si fa in forza di sentenza del tribunale che attribuisca ad una persona sesso diverso da quello enunciato nell’atto di nascita “a seguito di intervenute modificazioni dei suoi caratteri sessuali”.

Purtroppo, nel corso del tempo si è instaurata una prassi giudiziaria che prevedeva, e per molti aspetti tuttora prevede, una serie di requisiti da intendersi come precondizioni per l’accesso ai trattamenti medico-chirurgici, che devono essere autorizzati dal giudice: tra essi spiccano la diagnosi psicologica, la terapia ormonale ed altri ancora. Nei ricorsi ai Tribunali si è soliti allegare almeno una perizia o relazione psicologica, con la diagnosi di disforia di genere, una perizia endocrinologica, con la prescrizione della cura ormonale già iniziata, e un certificato di stato libero, per dimostrare di non essere sposati.

Sulla scia di definizioni patologizzanti del ‘transessualismo’ o del ‘disturbo di genere’, si è dunque affermata una prassi medica cristallizzata in protocolli irti di numerosi passaggi. Il trend europeo, tuttavia, perlomeno a partire dalla pubblicazione dell’Issue Paper del Commissario del Consiglio d’Europa per i diritti umani (Human Rights and Gender Identity, 29 luglio 2009) è stato, ed è tuttora, nel senso della de-patologizzazione della non conformità di genere. Il Commissario europeo segnalava all’epoca che “dal punto di vista dei diritti umani e delle cure sanitarie, non emerge l’esigenza di diagnosticare alcun disturbo mentale per assicurare l’accesso ai trattamenti per una condizione che abbisogna di cure mediche” (p. 26). Il trend nel senso della completa de- patologizzazione è sfociato nel 2018 nella revisione dell’ICD-11 (International Classification of Diseases dell’Oms), che non prevede più la ‘disforia di genere’ come malattia o disturbo mentale.

Un ulteriore trend, chiaramente identificabile, è che alcuni requisiti per ottenere la rettificazione anagrafica sono stati considerati eccessivi o arbitrari alla luce dei diritti umani. Infatti, già nel 2010 il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa aveva adottato una Raccomandazione sulle misure volte a combattere la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere (CM/Rec(2010)5). Al punto 20 dell’allegato, la Raccomandazione specifica che “i requisiti preliminari, comprese le modifiche fisiche, necessari per il riconoscimento giuridico dell’avvenuto cambiamento di sesso dovrebbero essere regolarmente riesaminati, al fine di eliminare quelli che si rivelino abusivi”. Al punto 21 precisa inoltre che “gli Stati membri dovrebbero adottare le misure appropriate per garantire il pieno riconoscimento giuridico dell’avvenuto cambiamento del sesso di una persona in tutte le sfere della vita, in particolare rendendo possibili le rettifiche dei dati anagrafici nei documenti ufficiali in modo rapido, trasparente e accessibile”.

Tale impostazione è stata ripresa e caldeggiata dalla Risoluzione 2048 dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, del 22 aprile 2015, sulla Discriminazione contro le persone transgender in Europa. In tale Risoluzione, si invitano gli Stati membri a:

fare propria una piena de-patologizzazione della non conformità di genere
assicurare un percorso medico privo di aspetti stigmatizzanti
esplorare modelli di cura basati sul consenso informato
eliminare ogni forma di diagnosi di disturbo mentale
eliminare ogni trattamento medico obbligatorio
garantire comunque l’accesso a terapie ormonali sostitutive, supporto psicologico eintervento chirurgico a carico del servizio sanitario pubblico
istituire procedure di rettificazione anagrafica che siano rapide, trasparenti e accessibili,basate sull’auto-determinazione
considerare la possibilità di indicare un genere ‘altro’ sui documenti di identità, per coloroche lo desiderino
rimuovere ogni restrizione a proseguire un matrimonio [o un’unione civile] esistente
considerare preminente l’interesse del minore nei casi riguardanti soggetti minorenni.Anche in Italia si è venuta affermando una nuova sensibilità al riguardo. Per quanto concerne l’autorizzazione del Tribunale alla rettificazione anagrafica, la prassi è stata per lungo tempo nel senso di considerare obbligatorio l’intervento chirurgico demolitorio degli organi sessuali riproduttivi, considerato come conditio sine qua non. Era previsto dalla legge in maniera esplicita anche l’automatico scioglimento del matrimonio. E’ solo a cavallo del periodo 2014-2015 che importanti sentenze della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione hanno adottato

orientamenti cogenti che non postulano più né la necessità dell’intervento chirurgico (vedi i paragrafi successivi), né l’automatico scioglimento del matrimonio (Corte Cost., sent. n. 170 del 2014).

Ma non finisce qui. Il 24 giugno 2013 il Consiglio dell’Unione europea ha adottato gli orientamenti per la promozione e la tutela dell’esercizio di tutti i diritti umani da parte di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI). Il Consiglio ha riconosciuto esplicitamente che “il possesso di documenti di identità idonei è un presupposto per l’effettivo godimento di numerosi diritti umani. Le persone transgender che non dispongono di documenti di identità corrispondenti al genere da esse preferito possono essere di conseguenza esposte a trattamento arbitrario e discriminazioni ad opera di individui e istituzioni. In alcuni Paesi non è previsto il riconoscimento giuridico del genere preferito. In altri Paesi i requisiti per il riconoscimento giuridico del genere possono essere eccessivi, ad esempio l’obbligo di provare la condizione di sterilità o infertilità, il cambiamento di sesso tramite intervento chirurgico, un trattamento ormonale, una diagnosi di salute mentale e/o il fatto di avere vissuto per un determinato lasso di tempo nel genere preferito (la cosiddetta “esperienza di vita reale”)” (punto 20). Ne risulta che “tali disposizioni o pratiche eccessive sono contrarie al diritto alla parità e alla non discriminazione affermato agli articoli 2 e 26 del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici (ICCPR) e all’articolo 2 del Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali”.

Assieme al trend emergente della de-patologizzazione, culminato nel nuovo ICD del 2018, si è dunque affermato il trend di rimozione di tutti quei requisiti eccessivi o abusivi che rendono eccessivamente gravoso sia l’accesso al trattamento medico-chirurgico, sia alla rettificazione dell’attribuzione di sesso all’anagrafe e sui documenti. Ne dà conto l’Agenzia dei diritti fondamentali dell’Unione europea nell’ultima analisi giuridica comparata del 2015 (Protection against discrimination on grounds of sexual orientation, gender identity and sex characteristics in the EU, Vienna, 2015, pp. 15 ss.).

Questi nuovi trend trovano origine nelle rivendicazioni delle associazioni e dei movimenti trans di tutta Europa, che hanno reclamato e favorito una nuova sensibilità nei confronti, per esempio, 1) delle diverse modalità in cui si può manifestare l’identità e l’espressione di genere, 2) della specificità del percorso di transizione e dei vissuti degli uomini trans, 3) delle problematiche delle persone intersex, queste ultime acutamente interessate da prassi mediche invasive e potenzialmente dannose del benessere e della salute, e 4) delle identità di genere non binarie.

Con particolare riferimento alle persone intersex, nel 2018 si è avuta la prima Risoluzione del Parlamento europeo sui diritti delle persone intersessuali, nella quale il Parlamento europeo prende atto dell’urgente necessità di combattere le violazioni dei diritti umani delle persone intersessuali e invita la Commissione e gli Stati membri a proporre una normativa per affrontare tali questioni. Il Parlamento “condanna fermamente i trattamenti e la chirurgia di normalizzazione sessuale; accoglie con favore le leggi che vietano tali interventi chirurgici, come a Malta e in Portogallo, e incoraggia gli altri Stati membri ad adottare quanto prima una legislazione analoga” (Risoluzione del Parlamento europeo del 14 febbraio 2019 sui diritti delle persone intersessuali, P8_TA(2019)0128).

In particolare, riprendendo i contenuti espressi dal Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa del 2015 (Human rights and intersex people, Issue Paper, Strasburgo, 2015), dello studio

dell’Agenzia Ue per i diritto fondamentali (The fundamental rights situation of intersex people, Vienna, 2015) e della Risoluzione dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa sulla promozione dei diritti umani delle persone intersessuali e sull’eliminazione della discriminazione nei loro confronti (Risoluzione 2191, Strasburgo, 2017), il Parlamento europeo (punto 9 della Risoluzione):

sottolinea l’importanza di procedure flessibili di registrazione delle nascite;
accoglie con favore le leggi adottate in alcuni Stati membri che permettono ilriconoscimento giuridico del genere sulla base dell’auto-determinazione;
incoraggia altri Stati membri ad adottare una legislazione analoga, comprese procedure flessibili per modificare i marcatori di genere, a condizione che continuino ad essere registrati, nonché i nomi sui certificati di nascita e sui documenti di identità (compresa la possibilità di nomi neutri sotto il profilo delgenere).L’opzione ‘altro’ sui documenti di identità, prevista per le persone intersex che presentino un certificato medico, è stata già introdotta in Germania e Austria, facendo seguito a pronunce delle rispettive Corti costituzionali nel 2017 e nel 2018 che avevano giudicato la mancanza di tale possibilità una violazione del diritto al rispetto della vita privata delle persone intersex.

Tra i trend emergenti bisogna ricordare anche il fenomeno dell’abbassamento dell’età della presa di coscienza e della richiesta di accesso ai percorsi di transizione anche da parte di minorenni. La menzionata relazione giuridica comparata dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (2015, p. 19), segnala un lento trend nel senso di garantire l’accesso al percorso di transizione e alla rettificazione di sesso per i minori trans. Permangono notevoli difficoltà in questo specifico settore, come evidenziato anche dal Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa che già nel 2014 pose l’accento sull’esistenza di “specifici ostacoli nell’esercizio del diritto all’auto-determinazione” da parte dei minori LGBT (Human Rights Comment, LGBT children have the right to safety and equality, Strasburgo, 2014). L’Agenzia Ue per i diritti fondamentali (FRA, pubblicazione online, 2017, https://fra.europa.eu/en/publication/20 ... nimum-age- requirements/transgender-hormone-therapy), segnala che in vari Stati membri, compresa l’Italia, per accedere alle terapie ormonali è prevista l’età minima di 18 anni, un requisito più restrittivo rispetto all’età prevista per i minori che richiedano l’accesso ad altri servizi sanitari in materia di salute sessuale o riproduttiva senza consenso dei genitori (mentre con il consenso dei genitori attualmente è possibile accedere alle terapie ormonali a partire dai 16 anni di età).

Il decennio 2010-2020 ha dunque visto un rapido susseguirsi di circostanze – a livello nazionale e internazionale – che rendono urgente il completo ripensamento dell’impostazione normativa a suo tempo offerta dalla L. 164 e non solo. L’esigenza non più procrastinabile è, quindi, nel senso di integrare i correttivi introdotti per via interpretativa nel corso del tempo, eliminando prerequisiti eccessivi o abusivi (sul piano sia sostanziale che procedurale) e di valorizzare pienamente il significato del diritto all’identità di genere così come, più in generale, del principio di autodeterminazione dell’individuo. Principio che, del resto, già guida situazioni eticamente sensibili come, ad esempio, l’interruzione volontaria di gravidanza o le disposizioni anticipate di trattamento (c.d. testamento biologico, v. infra).

Nell’ordinamento giuridico italiano, come si è evoluto il diritto all’identità di genere?

In linea di principio, il diritto all’identità di genere ha assunto una valenza sempre più marcata a livello giuridico. Con sentenza n. 221 del 2015, la Corte Costituzionale ha riconosciuto che l’ordinamento italiano riconosce “il diritto all’identità di genere quale elemento costitutivo del diritto all’identità personale, rientrante a pieno titolo nell’ambito dei diritti fondamentali della persona” garantiti dall’art. 2 della Costituzione e dall’art. 8 della Convenzione europea dei diritti umani.

La Corte ha anche precisato, nella sentenza n. 180 del 2017, come “l’aspirazione del singolo alla corrispondenza del sesso attribuitogli nei registri anagrafici, al momento della nascita, con quello soggettivamente percepito e vissuto costituisca senz’altro espressione del diritto al riconoscimento dell’identità di genere”.

Già con la sentenza n. 161 del 1985, la Corte Costituzionale aveva sottolineato che la legge 164 del 1982 “accoglie un concetto di identità sessuale nuovo e diverso rispetto al passato, nel senso che ai fini di una tale identificazione viene conferito rilievo non più esclusivamente agli organi genitali esterni, quali accertati al momento della nascita ovvero “naturalmente evolutisi”, sia pure con l’ausilio di appropriate terapie medico-chirurgiche, ma anche ad elementi di carattere psicologico e sociale”.

Presupposto della legge 164 era dunque “la concezione del sesso come dato complesso della personalità, determinato da un insieme di fattori, dei quali deve essere agevolato o ricercato l’equilibrio”.

Quali sono le condizioni per esercitare il diritto all’identità di genere?

Mentre per decenni si era ritenuto che la rettificazione di attribuzione di sesso nei registri anagrafici potesse essere disposta dal Tribunale solo a seguito di interventi chirurgici che si risolvevano di fatto in un obbligo di sterilizzazione dell’individuo – pratica censurata dal Consiglio d’Europa e dal relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura come violazioni del diritto all’integrità fisica e della salute sessuale e riproduttiva – è proprio dal 2015 che sia la Corte di Cassazione (con la sentenza n. 15138) che la Corte Costituzionale hanno stabilito che la corretta interpretazione della L. 164/1982 esclude la necessità, ai fini dell’accesso al percorso giudiziale di rettificazione anagrafica, del trattamento chirurgico.

L’impostazione generale, dunque, a partire dal 2015 è nel senso di riconoscere che la legge, “in coerenza con supremi valori costituzionali, rimette al singolo la scelta delle modalità attraverso le quali realizzare, con l’assistenza del medico e di altri specialisti, il proprio percorso di transizione” (Corte Cost., sent. 221/2015). Ancora più esplicitamente, la Corte di Cassazione ha affermato che ogni scelta relativa al percorso di transizione non può che essere il risultato di “un processo di autodeterminazione verso l’obiettivo del mutamento di sesso”.

Queste sentenze hanno adottato un’interpretazione della L. 164 che ha consentito di porre chiaramente l’accento, più di quanto fosse mai stato fatto in passato, sui diritti individuali e sull’autodeterminazione della persona.

Permangono tuttavia dei limiti intrinseci all’impostazione che deriva in seguito a queste importantissime pronunce.

Come si è visto, per la Corte di Cassazione il processo di autodeterminazione riflette, in sostanza, la complessità del percorso di transizione, realizzato “con il sostegno di trattamenti medici e psicologici corrispondenti ai diversi profili di personalità e di condizione individuale”.

Si afferma, almeno in linea di principio, un più ampio spazio di libertà individuale nella scelta delle modalità con cui attuare il proprio percorso di transizione. Allo stato attuale, dunque, l’esercizio del diritto all’identità di genere, rimette all’interessato – con l’ausilio dei trattamenti medici e psicologici necessari – la scelta delle modalità attraverso le quali realizzare il mutamento di sesso.

Tuttavia, non si spinge ancora fino al riconoscimento di un’autodeterminazione piena e compiuta. Infatti, sia la Corte di Cassazione che la Corte Costituzionale, proprio nel 2015 hanno sottolineato chiaramente che occorre bilanciare il diritto del singolo allo sviluppo della propria personalità individuale e sociale con “l’interesse pubblico alla certezza delle relazioni giuridiche”.

Questa esigenza rende “proporzionale”, quindi legittimo, l’attuale impianto della L. 164, che si fonda su un riconoscimento giudiziale del diritto al mutamento di sesso, preceduto da “un accertamento rigoroso del completamento di tale percorso da compiere attraverso la documentazione dei trattamenti medici e psicoterapeutici eseguiti dal richiedente, se necessario integrati da indagini tecniche officiose volte ad attestare l’irreversibilità personale della scelta” (Cass. 15138/2015).

Riassumendo, nell’impostazione data dalla Corte di Cassazione risulta che:

Il diritto alla conservazione della propria identità psicofisica non può essere sacrificato dall’interesse pubblico alla definizione certa dei generi
ergo, l’acquisizione di una nuova identità di genere può essere il frutto di un processo individuale che non postula la necessità dell’intervento chirurgico
Il Tribunale deve però accertare rigorosamente:
a) La serietà e univocità del percorso sceltob) La compiutezza dell’approdo finaleUgualmente, la Corte Costituzionale (sent. 221/2015) ha fatto eco a tale impostazione, ribadendo che:

La tutela della salute dell’individuo prevale sulla corrispondenza fra sesso anatomico e sesso anagrafico
ergo, il trattamento chirurgico non è un prerequisito per accedere al procedimento di rettificazione anagrafica
il trattamento chirurgico è solo un possibile mezzo, funzionale al conseguimento di un pieno benessere psicofisico.Ha precisato tuttavia che rimane “ineludibile” un “rigoroso accertamento giudiziale”:

a) delle modalità attraverso le quali il cambiamento è avvenuto
b) del suo carattere definitivo.

Riguardo l’ampiezza e il contenuto di tale “rigoroso accertamento giudiziale” (che nel nostro ordinamento non sussiste neppure nel caso di importanti fattispecie implicanti il rispetto del diritto alla salute e alla vita, come l’interruzione volontaria di gravidanza o il testamento biologico), vale la pena ricordare che nei giudizi di merito per la rettificazione di sesso davanti al Tribunale (in composizione collegiale, a carattere contenzioso con la necessaria partecipazione del Pubblico Ministero) la parte è tenuta ad allegare, a sostegno delle domande di autorizzazione al trattamento chirurgico e di rettificazione anagrafica:

una relazione psicologica attestante la diagnosi di disforia di genere o disturbo dell’identità di genere o transessualismo (il linguaggio varia), l’esclusione di psicopatologie e disturbi della personalità, il percorso psicoterapeutico intrapreso e gli esiti dell’esperienza di vita reale;
una perizia endocrinologica che informi i giudici circa l’esclusione di patologie da alterata differenziazione sessuale, il periodo di assunzione e gli esiti della terapia ormonale, nonché del follow up in seguito alla prova di vita reale.Nonostante spesso si tratti di documentazione medica in forma di perizia proveniente da strutture pubbliche o convenzionate, non è raro che il Tribunale richieda di verificare tutte le allegazioni e le stesse risultanze mediche prodotte dalla parte, disponendo una consulenza tecnica d’ufficio e affidando quindi a neuropsichiatri ed endocrinologi il compito di visitare la persona e porre con certezza, ad esempio, la diagnosi di transessualità, di confermare che la decisione del richiedente sia definitiva, irreversibile, seria ed univoca (perizia psicologica o psichiatrica) e di attestare l’impossibilità o la scarsa probabilità di un eventuale ritorno allo stato “quo ante”, validando la completezza del percorso di mutamento di sesso e l’inesistenza di incertezze o ambiguità (perizia endocrinologica). Si veda, ad esempio, Trib. Milano, Sez. I Civile, sent. n. 4090/2017 e, per un’ampia ricognizione della prassi giudiziaria, Schuster, A., La rettificazione di sesso: criticità persistenti,

2017, online al link: http://www.articolo29.it/2017/la-rettif ... criticita- persistenti/).

Una volta esclusa l’obbligatorietà dell’intervento chirurgico, ci sono altri requisiti obbligatori per ottenere la rettificazione anagrafica o basta che la persona si comporti socialmente secondo il genere di elezione?

Come appena menzionato, vi sono altri requisiti considerati obbligatori. Nel 2015 il Tribunale di Trento si è posto il problema se subordinare l’esercizio di un diritto fondamentale, quale il diritto all’identità sessuale, al requisito della sottoposizione della persona a trattamenti sanitari, anche solo ormonali, non presentasse profili di incostituzionalità.

Secondo le parti costituite in quel giudizio, il “completamento della transizione” potrebbe ritenersi soddisfatto laddove la persona interessata abbia già esercitato in maniera definitiva il proprio diritto all’identità di genere, ad esempio manifestando la propria condizione nella famiglia, nella rete degli affetti, nel luogo di lavoro, nelle formazioni di partecipazione politica e sociale. Questo anche senza interventi farmacologici sui caratteri sessuali secondari. Secondo questa impostazione, che mirava a superare non tanto l’obbligo di intervento chirurgico (questione già chiarita dal 2015) quanto la medicalizzazione del processo di transizione quale prerequisito per ottenere la rettificazione anagrafica, l’accertamento giudiziale ai sensi della legge servirebbe esclusivamente a verificare la serietà dell’intento di transizione di genere, quale manifestazione del diritto all’autodeterminazione della persona umana. Le parti chiedevano quindi che fosse esclusa dagli accertamenti giudiziali prodromici alla rettificazione anagrafica la sottoposizione della parte istante a “esami medici o psicologici, in quanto potenzialmente invasivi della sfera privata”. Tali accertamenti dovrebbero vertere esclusivamente sull’ estrinsecazione sociale dell’identità personale e sugli aspetti psichici, comportamentali e fisici che contribuiscono a comporre l’identità di genere.

Tuttavia, una volta esclusa dal 2015 l’obbligatorietà dell’intervento chirurgico, appare chiaro che – con riferimento questa volta ai supposti profili di incostituzionalità dell’obbligo di documentare e accertare in giudizio l’effettuazione di altri interventi, come il percorso psicoterapeutico o i trattamenti ormonali – la Corte Costituzionale ha messo un chiaro limite all’autodeterminazione individuale. Ha, infatti, specificato che “il solo elemento volontaristico” non può rivestire un “rilievo prioritario o esclusivo ai fini dell’accertamento della transizione” (sent. 180/2017).

Così statuendo, sembrerebbe in sostanza aver individuato un limite molto chiaro rispetto a ulteriori interpretazioni, logiche o estensive, della L. 164, motivando che l’attribuzione di sesso risultante dalle certificazioni pubbliche non può essere rimessa alla sola determinazione dell’individuo. Ha quindi avvalorato la “necessità di un accertamento rigoroso non solo della serietà e univocità dell’intento, ma anche dell’intervenuta oggettiva transizione dell’identità di genere”, affidando al giudice il compito di accertare la natura e l’entità delle intervenute modificazioni dei caratteri sessuali.

Ne consegue che, ad avviso della Corte costituzionale, subordinare l’autodeterminazione dell’individuo e il diritto all’identità di genere alla dimostrazione in giudizio, tramite appropriata documentazione medica e psicologica, della completezza della transizione, non integra un’intromissione eccessiva nella sfera di rispetto della vita privata dell’individuo, perché risulta essere un requisito proporzionale e giustificato dall’interesse pubblico alla certezza delle relazioni giuridiche, sulle quali si fonda il rilievo dei registri anagrafici.

In Italia per le persone che intendono effettuare la transizione e chiedere la rettificazione anagrafica, permane di fatto l’obbligo di adeguarsi a una serie corposa di requisiti di varia natura, prevalentemente medici, di età e di stato civile. Per quanto riguarda l’accesso al percorso di affermazione di genere, ancorché la legge 164 non si esprima sul punto, gli standard di cura per la salute delle persone trans sono ‘fissati’ in protocolli adottati quasi ovunque a livello mondiale, quindi anche in Italia dai centri specializzati nella transizione. I protocolli attualmente fanno chiaro riferimento a:

relazione psicoterapeutica per almeno 6 mesi (obbligatoria per accedere alle terapie ormonali secondo il protocollo ONIG, non per il protocollo WPATH)
real-life test (esperienza di vita reale)
diagnosi psicologica
terapia ormonale
Per le identità di genere non binarie le cose sono ancora più complicate, proprio perché la rettificazione anagrafica del sesso si può autorizzare, secondo la legge attuale, solo una volta “intervenute oggettive modificazioni dei caratteri sessuali” dall’uno all’altro sesso, non essendo previsti né un genere neutro (X o simili), né il cambio del solo prenome a prescindere dalla rettificazione del sesso.

Con riferimento ad alcuni passaggi previsti nel protocollo ONIG, già a partire dal 2019 il MiT, che siede nel consiglio direttivo dell’ONIG (Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere) ha proposto una mozione per assicurare maggior possibilità di autodeterminazione dell’individuo. Valorizzando il principio del consenso informato, l’ispirazione è di eliminare l’obbligatorietà di determinate cure, in particolare di un periodo minimo di sedute di psicoterapia.

Esistono altri modi per dare più spazio all’autodeterminazione dell’individuo?

Si. Come abbiamo visto, dal 2018 la classificazione internazionale delle malattie (ICD – International Classification of Diseases dell’Oms) non prevede più la transessualità come disturbo mentale. L’incongruenza di genere, come viene chiamata, è stata rimossa dalla categoria dei disordini mentali per essere inserita in un nuovo capitolo sulle “condizioni di salute sessuale”, che nasce dall’esistenza di un bisogno di importanti cure sanitarie a cui deve essere garantito l’accesso (al pari della menopausa o della gravidanza).

Per quanto concerne la rettificazione anagrafica, dal punto di vista giuridico, in sette Paesi europei si è dato ampio rilievo all’autodeterminazione dell’individuo maggiorenne. Prendendo a modello l’innovativa legge dell’Argentina del 2012, in Belgio, Danimarca, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Norvegia e Portogallo i richiedenti la rettificazione vengono riconosciuti formalmente nel genere di elezione senza dover soddisfare alcun requisito, tranne quelli di forma o, in alcuni casi, un breve periodo di riflessione.

Tale impostazione comporta un cambio radicale di paradigma. Scompare la richiesta dell’individuo, sia essa a organi giudiziali o amministrativi, e la conseguente procedura di autorizzazione. Ciò che rileva è l’auto-affermazione di una stabile connessione con il genere cui si sente di appartenere, connessione formalmente attestata dall’individuo che necessita della correzione delle risultanze anagrafiche, attraverso una dichiarazione solenne ricevuta dal pubblico ufficiale.

Come riconosce la relazione del Network europeo di esperti giuridici sull’eguaglianza di genere e la non discriminazione (Trans and intersex equality rights in Europe – a comparative analysis, novembre 2018), dal punto di vista delle persone trans e intersex, il modello dell’autodeterminazione presenta visibili vantaggi:

si fonda su una procedura accessibile e semplificata, che minimizza gli adempimenti burocratici
riduce o elimina la necessità di integrare un serie requisiti di merito, come quelli relativi alla salute mentale, all’età, o quelli di tipo sociale, economico o familiare
riconosce che le persone trans e intersex (cui sarebbe opportuno aggiungere le persone non binarie) sono i soli arbitri del proprio genere, senza necessità di scrutinio da parte di soggetti terzi o poteri pubblici.

Come funziona concretamente il modello basato sull’autodeterminazione piena?

Per quanto concerne la parte riguardante la rettificazione anagrafica, all’interessato è richiesta un’attestazione o dichiarazione solenne, il più delle volte giurata, di possedere un collegamento stabile e duraturo con il genere in cui desiderano essere riconosciuti, senza necessità alcuna di produrre documentazione in merito.

Per esempio:

In Danimarca, la dichiarazione comporta “una conferma del senso di appartenenza algenere opposto” (art. 3, c. 5, Act on Civil Registration 2014)
A Malta è richiesta una “chiara, non equivoca e informata dichiarazione che la propriaidentità di genere non corrisponde al sesso attribuito nell’atto di nascita” (art. 5(b), GenderIdentity, Gender Expression and Sex Characteristics Act 2015)
In Belgio, la legge richiede che si dichiari la propria “convinzione duratura che il sessomenzionato nel certificato di nascita non è congruente con l’identità di genere sentitainternamente” (art. 3, Gender Recognition Act 2017).
In Lussemburgo, la legge richiede l’attestazione di una “convinzione intima e stabile” chel’attuale attribuzione di sesso non è conforme con l’esperienza interiore del genere (Law of25 June 2018).
In Portogallo, è sufficiente una richiesta all’Ufficiale di stato civile sulla basedell’attestazione che il sesso attribuito alla nascita non corrisponde alla propria identità di genere (Capo II, artt. 6-9, Decreto N. 203/XIII del 2018).Excursus: il parallelismo con il testamento biologico (L. 2 dicembre 2017, n. 219)

Nell’ordinamento italiano, a tutela del diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all’auto- determinazione della persona, la nuova legge sul testamento biologico consolida il principio per cui nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata, tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge.

La legge 2 dicembre 2017, n. 219 introduce e disciplina le “disposizioni anticipate di trattamento”, con le quali le persone possono dare indicazioni sui trattamenti sanitari da ricevere o da rifiutare nei casi in cui si trovassero in condizioni di incapacità.

Come riferisce il sito nazionale del notariato (https://www.notariato.it/it/famiglia/testamento- biologico), può dichiarare le proprie disposizioni anticipate di trattamento qualunque persona che sia maggiorenne e capace di intendere e di volere. La forma prevista per manifestare le disposizioni anticipate è plurima:

Atto pubblico notarile
Scrittura privata autenticata dal notaio
Scrittura privata semplice consegnata personalmente all’Ufficio dello Stato Civile delComune di residenza del disponente.L’atto non è soggetto ad alcun tipo di imposta (di registro, di bollo) né tassa o diritto. Se il paziente non è in condizioni di firmare, la legge notarile prevede la possibilità di stipulare l’atto in presenza

di due testimoni. Può, inoltre, manifestare le disposizioni anticipate anche attraverso una videoregistrazione o anche altro dispositivo che consenta di comunicare. Occorre una preventiva consultazione con un medico, nel senso che la legge stabilisce che la persona acquisisca preventivamente adeguate informazioni mediche sulle conseguenze delle proprie scelte.

L’impianto della legge sul testamento biologico può fornire, sotto molteplici punti di vista, un utile esempio cui ancorare i principi ispiratori di una riforma della L. 164, dettagliati qui di seguito. Vi è comunque una differenza importante: mentre con le disposizioni anticipate di trattamento si manifesta una volontà, nel caso del percorso di affermazione di genere si constata o dichiara uno stato o qualità personale (la non conformità tra risultanze anagrafiche e genere di appartenenza).

10 punti per una riforma della normativa italiana

Come si è visto, le importanti sentenze della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale del 2015 e del 2017, pur ampliando notevolmente il contenuto del diritto all’identità di genere, hanno posto limiti precisi all’operatività del principio dell’auto-determinazione del genere vissuto intimamente e socialmente, stante il tenore letterale della L. 164 del 1982.

Sembra quindi imprescindibile cambiare radicalmente il modello legislativo attualmente vigente attraverso una riforma legislativa. Alla luce sia dei più recenti trend internazionali già ricordati in apertura, sia di recenti normative interne come quella sul testamento biologico, occorre ora lasciarsi decisamente alle spalle l’impianto paternalistico-autorizzativo della L. 164, per approdare a un’impostazione più rispettosa dell’autodeterminazione individuale, basata su un’attestazione dell’interessato invece che su procedimenti burocratici, pareri medici e intervento dell’autorità (sia essa giudiziale o amministrativa).

Del resto, vecchie e nuove disposizioni di legge (per esempio, l’interruzione volontaria di gravidanza o il testamento biologico) offrono già ampio margine all’operatività del principio di auto-determinazione dell’individuo. E’ giunto il momento di adeguare le disposizioni della L. 164 sulla rettificazione di sesso ai medesimi principi ispiratori, per declinare pienamente e compiutamente anche il diritto all’identità di genere all’interno della solida cornice tracciata dal pieno rispetto dei diritti fondamentali della persona.

In particolare, ma senza pretese di completezza, una nuova proposta di legge di riforma delle norme in materia di rettificazione di sesso dovrebbe fondarsi sui seguenti 10 principi ispiratori:

1. Riconoscimento del diritto all’identità di genere e all’espressione di genere per ogni individuo e divieto di discriminazione sulla base esplicita di tali fattori

2. Libertà nella scelta delle modalità di attuazione del percorso di affermazione di genere, con eliminazione dell’autorizzazione giudiziaria all’intervento chirurgico

3. Gratuità delle terapie ormonali sostitutive e mantenimento di ogni trattamento medico- chirurgico come prestazione a carico del servizio sanitario nazionale, al fine di garantire il pieno benessere psico-fisico della persona e la sua salute sessuale

Rettificazione anagrafica del sesso fondata, per i maggiori di anni 16 (con il consenso dei genitori se minorenni), sulla sola attestazione solenne da parte dell’interessato che la propria identità di genere non corrisponde al sesso attribuito nell’atto di nascita
Richiesta di rettificazione anagrafica del sesso all’Ufficiale di stato civile e cambiamento di ulteriori documenti (patente, codice fiscale, titoli di studio e professionali, ecc.) solo sulla base di una autocertificazione del nuovo atto di nascita
Possibilità di cambiamento del solo prenome sull’atto di nascita e altri documenti rilevanti, anche in assenza di rettificazione del sesso
Divieto di intervento medico sui neonati e minori intersex, possibilità di posticipare l’annotazione del genere ad un momento successivo alla nascita e/o di indicare un genere neutro, fino alla libera scelta dell’interessato
Divieto di terapie riparative per orientamento sessuale, identità di genere e espressione di genere
Formulazione di linee guida ministeriali o normative aggiornate per:
la piena inclusione nelle scuole di ogni ordine e grado
il rispetto delle persone trans detenute
il rispetto delle persone trans in occasione delle operazioni di voto
una sanità accessibile e rispettosa della salute delle persone trans
Rispetto rigoroso della privacy da parte delle autorità e dei privati; azioni positive per l’effettiva inclusione delle persone trans nel mondo del lavoro, dell’impresa e nelle istituzioni; programmi di formazione su prevenzione della discriminazione, promozione della diversità e diffusione di una cultura delle differenze.

La presente piattaforma è stata redatta su iniziativa del MIT – Movimento Identità Trans e vede come co-promotori le seguenti associazioni:

Consultorio Transgenere
Associazione Trans Napoli
Sunderam Identità Transgender Torino Gender X
Azione Trans
Mixed LGBTI

Aderiscono a titolo personale:

Giovanni Guercio, avvocato
Cristina Leo, assessora Muncipio VII – Roma Capitale Ottavia Voza, attivista
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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L'identità sessuale non dipende dalla volontà individuale

Messaggioda Berto » ven lug 02, 2021 6:18 am

Per Twitter la verità è una "odiosa violenza", mente la menzogna sarebbe una "amabile correzione della verità".

Twitter ha bloccato l’account di un deputato Repubblicano perché sostiene che chiamare un uomo “uomo” sia una odiosa “violenza”
The Federalist
10 novembre 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... -violenza/


Twitter ha bloccato l’account ufficiale del presidente del Republican Study Committee Jim Banks per un tweet che osservava come “Il titolo di primo ufficiale donna a quattro stelle è stato preso da un uomo” – un riferimento al funzionario federale transgender Rachel Levine.

La notifica del divieto da parte di Twitter a Jim Banks ha spiegato che chiamare un uomo “uomo” “viola le nostre regole contro le condotte d’odio“. La dichiarazione di Twitter ha anche affermato che le descrizioni accurate della biologia umana ora “promuovono la violenza“.

“È ridicolo per Twitter dire che riconoscere la realtà biologica sia in qualche modo come incitare alla violenza“, ha detto il portavoce di Banks, Mitchell Hailstone, aggiungendo che Banks sta contestando il divieto con Twitter. L’azienda non ha risposto ad una richiesta di commento via e-mail sulla questione.

Jim Banks è un ufficiale della Riserva della Marina degli Stati Uniti ed è stato schierato due volte in Afghanistan. Rachel Levine non ha invece alcuna esperienza militare, secondo la sua pagina su Wikipedia, che si riferisce a lui come una donna.

L’amministrazione Biden ha selezionato Levine come assistant secretary del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti dopo la disastrosa corsa per la rielezione alla carica di Segretario della Salute della Pennsylvania. Il mandato di Levine in Pennsylvania vanta importanti risultati come il trasferimento della propria madre da una casa di cura per anziani mentre allo stesso tempo stava promuovendo la politica pericolosa e mortale di costringere le case di cura dello stato ad accettare pazienti positivi al COVID-19.

Levine ha anche presieduto a uno dei peggiori lanci dei vaccini contro il COVID-19 del paese, e durante le sue udienze di conferma al Senato aveva affermato di sostenere la mutilazione dei genitali dei bambini nelle operazioni per il cambio di sesso.

Ma questo è tutt’altro che il primo incontro di Banks con la censura: I Democratici hanno rifiutato di far sedere Banks, assieme al rappresentante Jim Jordan dell’Ohio, nella commissione sui fatti del 6 gennaio che indaga su ciò che è accaduto durante la rivolta del Campidoglio – una delle migliaia di rivolte che gli Stati Uniti hanno affrontato a partire dal 2020. Invece, hanno scelto i rappresentanti Liz Cheney del Wyoming e Adam Kinzinger dell’Illinois – due membri notoriamente antagonisti al loro stesso Partito.
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L'identità sessuale non dipende dalla volontà individuale

Messaggioda Berto » ven lug 02, 2021 6:20 am

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L'identità sessuale non dipende dalla volontà individuale

Messaggioda Berto » ven lug 02, 2021 6:20 am

3)
Il cambio di genere (per altro impossibile) è indice di una malattia grave e si può configurare anche come un crimine contro l'umanità.



Influencer si sottopone a 18 interventi per diventare coreano: «Sono transraziale, nato nel corpo sbagliato»
Martedì 29 Giugno 2021

https://www.ilmessaggero.it/persone/inf ... 51766.html

L'influencer Oli London si è sottoposto a 18 interventi chirurgici per completare la sua transizione in «coreano». Lo ha spiegato in un video pubblicato sui social in cui dice: «Finalmente sono coreano! Ho effettuato la transizione. Sono così felice di aver completato il mio cambiamento. Sono stato intrappolato per otto anni in un corpo che non era il mio». L'obiettivo di Oli London era quello di assomigliare alla popstar coreana Jimin dei BTS. L'influencer ha fatto coming out come persona «non binaria e coreana». Una scelta che lo stesso Oli London ha definito «un po' confusionaria», precisando di aver «lottato con problemi di identità» e che «essere transessuale è come essere transraziale perché sei nato nel corpo sbagliato».

La transizione del 31enne, inglese di nascita, non ha mancato di scatenare polemiche sui social, soprattutto da parte di chi lo accusa di «appropriazione culturale». L'influencer si è difeso spiegando: «Questa è la mia cultura adesso. Il mio aspetto riflette questa cultura. Alcuni non capiranno, ma per chi ha seguito il mio viaggio negli ultimi otto anni, in cui sono stato molto infelice, questa notizia non suona come una novità». Oli London ha precisato che ora il suo nome è Jimin e che - in quanto non binario - bisogna riferirsi a lui con i pronomi they/them (intraducibili in italiano, ma spesso resi con un asterisco o il simbolo "schwa"). Fra gli interventi a cui si è sottoposto, che sarebbero costati oltre 170mila euro, troviamo plastica facciale, rimodellamento delle sopracciglia e modifica alla dentatura.





Gender una schifosa violazione dei diritti umani
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 181&t=1634

Crimini contro l'umanità ossia violazioni gravi dei diritti umani, civili e politici degli esseri umani cittadini dei vari paesi del mondo
viewtopic.php?f=205&t=2957
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 5524575934



“Basta ormoni ai bambini per bloccare la pubertà"
Giulio Meotti
6 maggio 2021

https://meotti.substack.com/p/basta-orm ... r-bloccare

L'ospedale di Stoccolma Karolinska non prescriverà più ormoni bloccanti della pubertà ai minori di 16 anni. Questi trattamenti potrebbero avere "conseguenze negative irreversibili" (il Karolinska parla di rischi di infertilità, cancro, trombosi, malattie cardiovascolari). La decisione fa della Svezia il primo paese con un grande ospedale ad abbandonare il protocollo olandese di somministrazione di bloccanti della pubertà anche per i minori di otto anni. Inoltre, la Svezia è ora il primo paese ad abbandonare le linee guida della World Professional Association for Transgender Health.

Ricordo che questa ideologia sta diventando così egemonica che in Canada è stato appena arrestato un padre per essersi rifiutato di collaborare alla “transizione” della figlia di dodici anni da femmina a maschio, sotto spinta della scuola e della “clinica di genere”.

La Svezia, in questo caso, era il paese che di più aveva puntato sulla jämställdhet: uguaglianza di genere. Il risultato è che il numero di bambini che sentono di essere intrappolati nel corpo sbagliato sta raddoppiando ogni anno in Svezia, con tanti minori di sei anni che vogliono diventare del sesso opposto, come ha dichiarato al giornale svedese Aftonbladet Louise Frisen, psichiatra infantile all’Astrid Lindgren Children’s Hospital di Stoccolma. Ci sono gli “asili senza gender”, dove nulla, dai giocattoli ai nomi, ha una caratteristica sessuale definita. I giornalisti di Vice hanno girato uno splendido documentario, “Raised without gender”. A Nicolaigarden, un asilo di Stoccolma, i maschi spingono i passeggini e le femmine il trattore. Ci sono le bambole senza sesso, una triste, l’altra felice. Nessuno viene chiamato “mamma” o “papà”, ma “genitori”. A mio avviso tutto questo è puro lysenkoismo sovietico. Angela Sämfjord, psichiatra infantile e adolescenziale al Sahlgrenska University Hospital, si è dimessa dal trattamento medico dei bambini per motivi di scienza e coscienza. “Come medico non ero pronta a correre il rischio di causare danni a questi pazienti. Ne ho tratto quindi le conseguenze e mi sono dimessa”.

La scrittrice inglese JK Rowling, al centro di un linciaggio planetario perché da femminista rigetta l’ideologia gender, ha affermato che è in corso uno “scandalo medico” sulle cliniche transgender. “Da quando ho parlato della teoria dell'identità di genere ho ricevuto migliaia di e-mail, più di quante ne abbia mai ricevute su un singolo argomento. Molte provengono da professionisti che lavorano nel campo della medicina, dell'istruzione e dell'assistenza sociale. Tutti sono preoccupati per gli effetti sui giovani vulnerabili. La triste verità è che se e quando scoppierà lo scandalo, nessuno che attualmente tifa per questo movimento sarà in grado di affermare in modo credibile 'non avremmo potuto saperlo'".

In tutti i paesi civilizzati i minori di diciotto anni non possono votare, guidare, acquistare alcolici e sigarette. Ma, sotto la pressione e la propaganda da parte di una ideologia sempre più egemonica, le autorità hanno deciso che quegli stessi minori possono accedere a un esperimento senza precedenti in cui si intrecciano la politica, la medicina e l’ideologia. Ma in Italia, dove da giorni va avanti la discussione su una legge che riguarda tutto questo, l’opinione pubblica non doveva essere informata. Si è parlato invece molto e soltanto di un rapper.



“È folle chiamare trans un bambino di tre anni”
La filosofa femminista Kathleen Stock, aggredita per aver difeso la realtà maschile e femminile, smonta ideologia e industria transgender: “Se la biologia fosse una finzione, la specie finirebbe"
Giulio Meotti
28 Apr 2021

https://meotti.substack.com/p/e-folle-c ... un-bambino

Nel 2018 la ong LGBT Stonewall ha coniato uno slogan diventato un grido di battaglia per una rivoluzione e una politica aziendale in tutto il mondo. “Le donne trans sono donne. Fatevene una ragione”. La filosofa inglese Kathleen Stock, che insegna all’Università del Sussex, non se l’è fatta una ragione e ora in un libro, Material Girls, spiega perché.

Nel 2004, scrive nell'introduzione, "si stima che ci fossero 2.000-5.000 persone trans nel Regno Unito". Quello è stato l'anno in cui il governo del Regno Unito ha introdotto il Gender Recognition Act, che ha permesso alle persone transessuali di richiedere un certificato di riconoscimento di genere. Dal 2009 al 2019 il numero di ragazzi che si rivolgono alla Sanità britannica per un cambio di genere è aumentato del 1.460 per cento e il numero di ragazze del 5.337 per cento. Nel 2018 il paziente più giovane aveva tre anni. “L’immersione in una finzione sul cambiamento di sesso è richiesta ormai coercitivamente alle persone”.

Ai bambini sono stati prescritti “bloccanti della pubertà”, farmaci autorizzati per il cancro alla prostata e l'endometriosi, spiega Stock. I politici di tutti i grandi partiti, celebrità, leader di enti di beneficenza e aziendali, medici, media e molte istituzioni hanno aderito alla nuova ideologia transgender. Così gli organismi di sanità pubblica, che hanno eliminato parole come “donne” e “madri”. È diventato tabù metterlo in discussione. “E offensivo usare la parola ‘femminile’”.

Kathleen Stock ha rivelato che la Oxford University Press ha abbandonato un libro sulle filosofe donne perché il suo nome era considerato troppo controverso. La professoressa è stata anche aggredita e boicottata all’università. E quando la Regina Elisabetta l’ha insignita come “Ufficiale dell’ordine dell’impero britannico” per i suoi meriti accademico è partita una petizione universitaria per boicottare il riconoscimento.

Nel nuovo libro, Stock sintetizza così l'importanza del sesso biologico: "La ragione più semplice e ovvia per cui i sessi sono importanti è che senza di essi la nostra specie finirebbe”.




Ohio, docente si rifiuta di chiamare una studentessa trans al femminile Ora potrà far causa all’ateneo
Monica Ricci Sargentini
28 marzo 2021

https://www.corriere.it/esteri/21_marzo ... a8f6.shtml

Un professore di filosofia della Shawnee State University in Ohio Nicholas Meriwether ha ottenuto da una corte d’appello il via libera alla causa contro l’ateneo che la scorsa primavera l’aveva obbligato a chiamare al femminile una ragazza trans. Il professore, però, ha sostenuto che costringerlo ad usare pronomi non corrispondenti alla realtà biologica rappresentava una violazione del primo emendamento della Costituzione americana che sancisce il diritto alla libertà di espressione e di religione.

Meriwether, cristiano praticante, insegna alla Shawnee State dal 1996 ed è sempre stato stimato. I problemi sono sorti all’inizio del 2018 quando una studentessa trans ha chiesto al professore di chiamarla al femminile perché questa era la sua identità di genere. Lui le ha risposto che, da allora in poi, si sarebbe rivolto a lei usando solo il cognome perché la sua religione gli impediva di considerare reale il genere. Un’inchiesta ufficiale dell’università ha stabilito che il docente aveva creato «un ambiente ostile» alle persone transgender e gli ha ordinato, con un richiamo scritto, di cambiare atteggiamento altrimenti sarebbe incorso in una sospensione senza paga o nel licenziamento.

Il giudice Amul Thapar, a nome della Corte,in un pronunciamento di 32 pagine. ha spiegato che l’università ha «punito Meriwether per le sue opinioni su un tema controverso». E ha fatto notare che l’ateneo non ha fornito alcuna prova che il comportamento del docente avesse avuto ripercussioni sul suo insegnamento o avesse inficiato il rendimento della studentessa trans che, anzi, aveva ottenuto voti alti. «Se ai docenti manca la protezione della libertà di espressione - ha scritto Thapar, che è stato nominato dal presidente Trump —l’università potrebbe avere il potere allarmante di imporre una conformità ideologica. Un rettore potrebbe chiedere a un pacifista di dichiarare che la guerra è giusta o a un credente di negare l’esistenza di Dio. E questo non può accadere».

Ora l’azione legale dovrà essere ridiscussa a Cincinnati dove un giudice di primo grado l’aveva archiviata nel febbraio 2020. Per John Bursch, avvocato dell’Alliance Defending Freedom che rappresenta Meriwether, «nessuno dovrebbe essere costretto a contraddire le proprie convinzioni fondamentali solo per mantenere il proprio lavoro». Ma il pronunciamento della corte d’Appello in Ohio viene criticato dalle associazioni Lgbtqai+. «È come se qualcuno decidesse che gli afroamericani non meritano di essere chiamati signori — dice al Washington Post Andrew Koppelman, esperto di diritto costituzionale alla Northwestern University —, questo creerebbe un ambiente ostile. Perché non sarebbe lo stesso per i transgender?».

Le dispute legali sui diritti delle persone trans e la libertà di espressione stanno diventando un’abitudine negli Stati Uniti. Un caso simile è all’esame dei giudici della Virginia dove un insegnante di francese ha fatto causa al liceo in cui lavorava dopo essere stato licenziato per non aver voluto chiamare un ragazzo trans al maschile.

Casi del genere, finora, non sono accaduti in Italia dove non è in vigore il self-id, cioè la possibilità di scegliere con quale sesso identificarsi a seconda della propria identità di genere. Ma sono già alcuni licei e università che consentono agli studenti di cambiare nome. Cosa succederà quando un professore si rifiuterà di chiamarli con il pronome giusto?


Oggi mi sento cardiochirurgo, vediamo se in ospedale mi fanno operare.
Se non lo fanno mi rivolgerò all'ordine dei medici
https://www.facebook.com/adriano.mastro ... 0144317159


Olanda, un trans che si identifica come "suora" vuole andare in convento: "Lo chiederò al Papa"
Cristina Gauri
Roma, 12 apr 2021

https://www.ilprimatonazionale.it/ester ... to-189177/

Sono un uomo ma mi identifico come donna, quindi sono una donna e pretendo di avere accesso a strutture per sole donne: così si può riassumere il caso di un 46 enne sedicente cattolico belga che, identificandosi come una donna, ha fatto richiesta di diventare suora e di entrare in convento per vivere il resto della sua vita «come religiosa». «In qualsiasi convento mi registri, le suore sono entusiaste. Ma non è permesso dalle regole», si sfoga a Radio 2 Antwerp «Eefje» Spreuters, protagonista della vicenda.

Secondo quanto riportato da VRT.be l’uomo si veste da donna da oltre un anno e avrebbe già iniziato a identificarsi come una suora, pur non avendone alcun titolo o diritto. Ma nel 2021 basta dire «Mi chiamo suor Eefje», come ha fatto il signor Spreuters, per esserlo davvero. «Mi sono sempre sentito una donna e sono stato cresciuto molto religiosamente, soprattutto da mia madre. Per tutta la vita ho voluto andare in monastero. Come uomo ho avuto una vita dura, ora voglio la pace», ha spiegato con candore. Ha poi aggiunto che se Papa Francesco non soddisferà la sua richiesta, inizierà un ordine tutto suo, «per gli uomini che si identificano come donne» e vogliono identificarsi come suore religiose.

“Inizierò il mio ordine monastico”

«Ho chiesto alle suore dell’Ordine delle Clarisse. La settimana scorsa ho avuto contatti con le suore di Brecht, le trappiste. Non hanno potuto rispondermi [sull’adesione] perché non sapevano se potessi entrare come donna trans. Ho detto che avrei iniziato io stessa un ordine monastico, e le monache hanno risposto con interesse ed entusiasmo. Se necessario, andrò dal Papa in Vaticano. La mia vocazione è più forte che mai».

La Chiesa (per ora) risponde picche

L’avvocato della Chiesa Rik Torfs ha riferito a Radio 2 Antwerp ha risposto picche al signor Spreuters, specificando che la Chiesa «mantiene la visione antropologica che il sesso biologico con cui sei nato è immutabile» e che «Per la Chiesa cattolica, Eefje rimane un uomo e non è il benvenuto in un monastero femminile». Dopo le carceri femminili, i bagni pubblici e gli sport, ecco quindi un altro contesto, riservato alla sola fruizione femminile, che si potrebbe prestare all’invasione di campo da parte di quegli uomini che un bel giorno si svegliano e decidono di essere donne. Il tutto supportato dalla narrazione politicamente corretta e gender fluida che non solo lo permette, ma addita come transfobiche le donne che osano ribellarsi a questa schifezza.

“Sono stata licenziata per aver detto che gli uomini non possono diventare donne”
Giulio Meotti
23 aprile 2021

https://meotti.substack.com/p/sono-stat ... aver-detto

Maya Forstater non si sarebbe mai aspettata di diventare famosa, figuriamoci famigerata. Lavorava come ricercatrice presso un importante think tank senza scopo di lucro, il Center for Global Development, con sede a Londra. Aveva l’abitudine di usare i social e non sapeva che sarebbe stata al centro di una tempesta mediatica, con uno delle scrittrici più famosi al mondo, J.K. Rowling, al suo fianco.

Le opinioni che hanno reso Forstater un mostro sui social erano sulla differenza tra sesso e genere. “Le ragazze crescono per essere donne, i ragazzi crescono per essere uomini”, racconta Forstater al Telegraph. Pertanto le donne transgender, dice, non possono affermare di essere donne e non hanno il diritto di condividere gli spazi delle donne come i bagni pubblici e gli spogliatoi. Un giorno Forstater ha espresso critiche e preoccupazione per le modifiche suggerite al riconoscimento del genere. “Espandere radicalmente la definizione legale di ‘donne’ in modo che possa includere sia maschi sia femmine lo rende un concetto privo di significato ...”. Poco dopo ha ricevuto un'e-mail dalla società che la informava che non avrebbero rinnovato il suo contratto, “con effetto immediato”. Forstater ha citato in giudizio la società per averla discriminata, ma il giudice James Tayler ha dichiarato che la sua “visione assolutista” non era “degna di rispetto in una società democratica”.

La sua controversia legale è stata vista come un banco di prova decisivo se una visione critica del gender sarebbe stata protetta ai sensi della legge. Se Forstater avesse vinto la causa, avrebbe legalmente impedito ad altri datori di lavoro di licenziare il personale per aver espresso l'opinione che i trans vanno rispettati come persone, ma che ci sono solo due sessi biologici. La prossima settimana - 27 e 28 aprile - Forstater tornerà in tribunale per il ricorso contro il licenziamento, determinata a far sì che la sua buona fede venga riconosciuta dalla legge. “E’ un attacco al mio diritto alla libertà di parola”.

J.K. Rowling le ha inviato un tweet inaspettato e di sostegno. “Vestiti come preferisci. Chiamati come preferisci. Dormi con chi vuoi. Ma costringere le donne a lasciare il lavoro per aver affermato che il sesso è reale? #IStandWithMaya”, ha scritto. Ed è diventato un caso internazionale. “I troll su Twitter sono cattivi, ma la reazione più sconvolgente è da persone che pensavi ti rispettassero e che ti voltano le spalle e dicono ‘non possiamo essere associati a te’”, dice oggi Forstater. E’ molto critica su come le società europee stanno impostando il discorso sul gender. “Stanno erodendo il modo in cui siamo in grado di parlare delle donne. Questa recente decisione che suggerisce che sia bigotto usare la parola ‘madre’, piuttosto che ‘genitore che dà alla luce’, è spaventosa. Ridefiniscono improvvisamente l'intera biologia”.

Il punto è proprio la capacità di riscrivere la realtà. Se saranno in grado di farci credere che XX e XY sono soltanto quattro lettere, potranno farci credere tutto.


Chiuderanno nei manicomi chi dice che donna si nasce?
Giulio Meotti
23 maggio 2021

https://meotti.substack.com/p/chiuderan ... i-chi-dice

“Nei suoi scritti sul totalitarismo, George Orwell ha esposto con forza il legame tra la manipolazione del linguaggio e l'erosione della libertà individuale”, scrive Barbara Kay sul National Post. È la storia di Lisa Keogh raccontata dal Times e che ha vinto la medaglia dell’idiozia politicamente corretta dell’anno, se non fosse che è vera e seria.

Questa mamma di due bambini e studentessa di legge all’Università di Abertay, in Scozia, è attualmente indagata dalle autorità universitarie per i commenti che ha fatto durante i seminari. I suoi compagni si sono lamentati dopo che Lisa ha detto che le donne nascono con genitali femminili e che le donne trans non dovrebbero competere nelle arti marziali con le donne.

“Ero a un corso online sul genere e il femminismo nella legge” racconta ora Lisa a Spiked. “Stavamo discutendo della parità di diritti per uomini e donne. Ho detto che sono d'accordo con la parità di diritti, ma che non posso sollevare cose pesanti come può fare un uomo. Qualcuno nella classe ha detto che era misogina. Ho detto che non lo era e hanno sollevato la questione trans. Ho detto che una donna trans sarebbe stata più forte di me, perché sono una donna biologica. Quindi mi hanno chiesto come definirei una donna e ho detto che lo è chi nasce con una vagina. Ci fu un tumulto. Era come mettermi un bersaglio sulla schiena. Avrei potuto dire che il cielo è blu e mi avrebbero attaccato”. Lisa ha ricevuto un'e-mail in cui si diceva che era stata accusato di aver offeso e discriminato. “La natura non cambierà perché ad alcune persone non piace. L'onere è su di loro, poiché sono quelli offesi da fatti biologici. Non è un mio problema”.

Adesso Lisa rischia la laurea, spiega la donna al Daily Mail: “È divertente o lo sarebbe se non fosse così serio, perché è serio. Questa situazione farsesca potrebbe costarmi la laurea. Se davvero siamo a un punto in cui dire che le donne hanno la vagina è offensivo, allora penso che sia molto preoccupante. Esiste un'ortodossia intellettuale sempre più rigida nelle università”.

Non è il solo caso simile. Twitter ha appena bloccato il deputato spagnolo Francisco José Contreras per aver detto che “gli uomini non possono rimanere incinti”. Per questo la copertina dell’Espresso era letteralmente e tecnicamente “perfetta”.

Era il 1980 quando la Società italiana di psichiatria, nell'aula Brasca del Policlinico Gemelli di Roma, tenne un seminario sull’uso dei manicomi in Unione Sovietica per i dissidenti. Prese la parola Evghenj Vaghin, arrestato a Leningrado nel 1967 ed espatriato in Occidente dopo otto anni di gulag. Nel suo intervento su “Conformismo e dissenso in un'antropologia esaurita nel sociale”, Vaghin, che insegnava letteratura russa all'università di Venezia, disse: “Nel modello dell'uomo sovietico l'aspetto naturale è sostanzialmente travisato... L'aspetto sociale viene ingigantito a dismisura, così che la persona appare un simbolo sociale”1.
Ci risiamo?

La mutilazione fisica e l'avvelenamento ormonale non sono un bene e un diritto ma un male e un crimine violento!



"Mi hanno chiuso la bocca per aver denunciato le cose terribili fatte ai bambini sul gender"
Giulio Meotti
4 novembre 2021

https://meotti.substack.com/p/mi-hanno- ... a-per-aver

“Sono andata a lavorare come sempre e ho visto gli adesivi in tutto il mio edificio sulla 'merda transfobica che esce dalla bocca di Kathleen Stock'. È stato angosciante, ma il giorno dopo è peggiorato”.

Così ad Unherd parla per la prima volta Kathleen Stock dopo le sue dimissioni da docente di filosofia all’Università del Sussex e di cui ha parlato tutta la stampa europea. La sua “colpa”? Criticare l’identità di genere e sostenere, da femminista classica, che questa non può cancellare la differenza sessuale.

Mentre camminava verso il campus dalla stazione ferroviaria, Stock si è trovata di fronte a una serie di manifesti che ne chiedevano il licenziamento. “Stavano facendo esplodere dei petardi… E poi un uomo con un passamontagna, tutto di nero, che assomigliava a un Antifa. L'immagine era intimidatoria: teneva in mano un enorme striscione con la scritta ‘Stock out’, mentre accendevano razzi rosa e blu perché quelli sono i colori della bandiera transgender. Sono andata di corsa alla stazione, ho preso il treno per tornare a casa, ho provato a tenere una lezione su Zoom, ma sono scoppiata in lacrime. Era l'inizio della fine della campagna per cacciarmi”.

Stock continua: “La teoria dell'identità di genere è egregiamente falsa. È terribile, pseudo-filosofia e fallirebbe un esame del primo anno”. Dice che è colpa degli accademici, non degli studenti. “Molti di questi accademici contribuiscono a creare un ambiente in cui stanno accadendo cose piuttosto terribili, ad esempio, ai bambini nelle cliniche per l'identità di genere. Posso capire perché avessero interesse a chiudermi la bocca”.

Racconta il trauma subito. “Mi è stato consigliato di rimanere a casa per la mia protezione. La polizia è arrivata”. Gli attivisti hanno festeggiato le sue dimissioni. “La strega è morta!”.
Terry Gilliam, cancellato ieri dal celebre teatro di Londra Old Vic

La potenza repressiva di questa ideologia è tale che ieri è stato cancellato anche il Monty Python Terry Gilliam.

“Sono stanco, come maschio bianco, di essere incolpato di qualsiasi cosa che va male nel mondo”, aveva detto Gilliam al Wall Street Journal. “A Hollywood c’è molta pressione affinché un personaggio transgender sia interpretato da un attore transgender. È ridicolo. Non si può più ridere di nessuno”. Gilliam, che è anche uno dei maggiori registi e sceneggiatori al mondo, è stato così cancellato da uno dei principali teatri britannici perché alcuni membri dello staff erano preoccupati per le sue opinioni “transfobiche”. Gilliam, ottant’anni, avrebbe dovuto dirigere all’Old Vic di Londra, racconta la BBC. Il teatro ne ha annunciato la cancellazione. Altri ex Monty Python sono stati critici della cancel culture. John Cleese ha criticato “l’ossessione bonaria della correttezza del linguaggio” e quelli che “non riuscendo più a controllare le proprie emozioni hanno iniziato a cercare di controllare il comportamento altrui”.

“Nessuno si aspetta l’Inquisizione spagnola”, recitava il famoso sketch dei Monty Python. Quella no, ma l’Inquisizione woke sì…E se sono riusciti a cancellare Terry Gilliam e a far dimettere una docente, chi sarà al sicuro?
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