12)
Cambiare sesso è assolutamente impossibile come è impossibile resuscitare dopo essere morti, trasformare il ferro in oro e volare da uccello.
Il cambio di sesso attraverso trattamenti ormonali, sedute psichiatriche, manipolazioni e mutilazioni chirurgiche irreversibili e modifiche anagrafiche è e sarà sempre soltanto una finzione, una menzogna, un'illusione e un crimine come terapia adottata per persone sofferenti di disforia di genere, specialmente se bambini e minori.
Poiché cambiare il sesso ricevuto al momento della fecondazione-concepimento è assolutamente impossibile come è impossibile resuscitare dopo essere morti e vivere in eterno, trasformare alchemicamente il ferro in oro e miracolisticamente l'acqua in vino , volare da uccello con ali proprie, nuotare da pesce con branchie proprie e moltiplicare i pani e i pesci con parole magiche.
E ciò che non è previsto dalla natura è impossibile e assurdo da realizzare per capriccio umano e non costituisce un diritto. Il diritto si ha unicamente per ciò che rientra interamente nel progetto naturale della vita.
I cervelli della donna e dell'uomo sono diversi
Donne e uomini, cervelli diversi. Lo studio: colpa dei geni
VIOLA RITA
27 luglio 2020
https://www.repubblica.it/scienze/2020/ ... 262804062/
"GLI UOMINI vengono da Marte, le donne da Venere", recita il titolo di un noto best seller. Che, al di là degli stereotipi di genere, potrebbe non avere torto. Uomini e donne, infatti, sono anatomicamente diversi anche a livello cerebrale, dato che alcune strutture del cervello hanno dimensioni differenti nei due sessi. A mostrarlo oggi è uno studio del National Institute of Mental Health statunitense, che svela come alle differenze anatomiche corrispondano differenze genetiche nei cromosomi sessuali. Studiare i geni e la loro espressione a livello cerebrale è essenziale anche per comprendere meglio perché comportamenti, abilità cognitive nonché il rischio di malattie psichiatriche possano essere diversi fra uomini e donne. I risultati della ricerca sono pubblicati su Proceedings of the National Academy of Sciences.
Da tempo le neuroscienze si interrogano sulla diversità anatomica nei due sessi, anche nel cervello, dovuta sia alla genetica sia all'ambiente, dunque all'educazione e alle esperienze. Alcune pubblicazioni, ancora limitate e su animali, attribuiscono queste differenze al ruolo degli ormoni sessuali e in parte anche ai geni nei cromosomi sessuali. Per approfondire questi aspetti, oggi i ricercatori hanno analizzato più di 2.000 esami di risonanza magnetica cerebrale insieme a varie altre indagini. In particolare, hanno coinvolto circa 1.000 volontari di età fra i 22 e i 35 anni e hanno poi suddiviso il campione in varie combinazioni per osservare se i risultati si mantenevano validi a livello statistico. Gli scienziati hanno poi comparato i risultati con quelli di un altro campione indipendente e con i dati precedenti di migliaia di studi di neuroimaging. Successivamente hanno esaminato anche le informazioni ottenute dall'analisi di tessuti cerebrali di più di 1.300 donatori deceduti. “Una delle novità di questa ricerca”, commenta Giorgio Vallortigara, professore di neuroscienze all'Università di Trento, non coinvolto nel lavoro “è la sua solidità, dato che si basa su un campione molto ampio e su vari approcci metodologici”.
Cervello, le differenze anatomiche
Dai risultati di risonanza magnetica, poi convalidati da quelli delle altre indagini, emerge che in media le donne hanno un volume maggiore nella corteccia prefrontale mediale e laterale, orbitofrontale, temporale superiore e nella corteccia parietale posteriore. Si tratta di aree coinvolte in vari processi emozionali e cognitivi, ad esempio nel prendere decisioni e nell'inibizione degli impulsi. Mentre gli uomini presentano dimensioni relativamente maggiori in diverse aree legate agli stimoli visivi e alla loro elaborazione, anche a livello emotivo: fra queste la corteccia visiva primaria, la circovoluzione temporale inferiore, il giro occipitotemporale, il polo temporale e le regioni occipitali.
"Ma ancora non sappiamo e non possiamo dire", sottolinea Vallortigara, "in che modo le differenze nell'anatomia cerebrale, provate già da tempo, siano associate a differenti capacità cognitive e risposte emozionali". Lo studio è interessante perché conferma in maniera robusta queste differenze, collegate a diversi processi emotivi e cognitivi, sia nella donna sia nell'uomo, prosegue l'esperto. "Approfondire l'argomento potrà aiutare, in futuro, a comprendere gli effetti di queste differenze anche sui diversi comportamenti fra i due sessi", chiarisce Vallortigara. "Ed eventualmente a mettere a punto strategie differenti, ad esempio per un apprendimento diversificato fra i due sessi, che tengano conto di queste differenze emotive e cognitive".
La responsabilità dei geni
Ma non è tutto. Dall'analisi dei tessuti cerebrali dei donatori gli scienziati hanno osservato che le aree che mostrano le differenze anatomiche sono le stesse in cui l'espressione dei geni dei cromosomi sessuali è maggiore o minore. Ogni individuo ha 23 coppie di cromosomi, di cui 22 non includono informazioni genetiche relative alla caratterizzazione sessuale e la coppia restante di cromosomi sessuali, che invece contengono queste informazioni. “Per la prima volta”, commenta l'esperto, “lo studio identifica una corrispondenza su volontari umani fra l'anatomia diversa e l'espressione, nelle varie aree cerebrali dei geni di questi cromosomi”.
In generale, spiegano gli autori dello studio, questa corrispondenza puntuale osservata con un elevato livello di riproducibilità sembra indicare che la diversa anatomia non sia primariamente dovuta agli effetti dell'ambiente esterno, come le esperienze o l'educazione, che comunque gioca una parte importante. “La ricerca conferma il ruolo della genetica”, conclude Vallortigara, “nel determinare le differenze cerebrali fra donne e uomini”.
Scheletri diversi tra donna e uomo
Qual è la differenza tra il sistema scheletrico maschile e quello femminile?
https://spiegato.com/qual-e-la-differen ... -femminile
Il sistema scheletrico è il supporto per il corpo. Protegge gli organi e fornisce l’ancoraggio per legamenti, tendini e muscoli che consentono il movimento. Sebbene sia il sistema scheletrico maschile che quello femminile contengano lo stesso numero di ossa, ci sono differenze tra loro. Le differenze tra i sistemi scheletrici di uomini e donne sono strutturali e comprendono aree come il bacino, il cranio e gli arti. La massa e lo sviluppo delle ossa sono due ulteriori aree di differenza nei sistemi scheletrici.
Una delle aree di differenza tra i sistemi scheletrici maschili e femminili è il bacino. L’osso pelvico e la regione pelvica di una femmina hanno una forma diversa rispetto a quella di un maschio, poiché la regione pelvica di una femmina è realizzata per consentire il processo del parto. Le regioni pelviche femminili sono più circolari e l’osso pelvico è sempre più piccolo. Le cavità pelviche maschili, al contrario, non sono così superficiali.
Le differenze strutturali tra il sistema scheletrico maschile e quello femminile sono evidenti anche nel cranio. Una piccola parte sporgente trovata sul retro del cranio, chiamata protuberanza occipitale esterna, è più evidente sul cranio maschile che sul cranio femminile. Le mascelle del cranio femminile sono anche più arrotondate, mentre la mascella maschile è più quadrata. Le ossa della fronte di un cranio femminile non sono così pronunciate come quelle del cranio maschio. Questi aspetti creano caratteristiche distintive che creano differenze visive nelle strutture facciali maschili e femminili.
Le ossa che formano gli arti degli scheletri mostrano anche differenze tra i sistemi scheletrici di uomini e donne. L’ulna, il raggio e l’omero sono le tre ossa che formano le braccia, mentre il perone, la tibia e il femore sono le ossa delle gambe. Nei maschi, queste ossa sono generalmente più lunghe e più spesse rispetto alle femmine. Anche le ossa delle dita, chiamate falangi, sono generalmente più grandi nei maschi che nelle femmine. Alcuni uomini, tuttavia, hanno ossa più corte delle femmine.
La massa complessiva contribuisce alla differenza tra i sistemi scheletrici maschili e femminili. Gli scheletri maschili sono spesso più pesanti e molto più grandi. Sebbene la massa di uno scheletro possa essere un punto di riferimento generale, non può essere utilizzata da sola. Ci sono alcuni uomini che sono più piccoli della media e avranno scheletri più piccoli. Inoltre, ci sono alcune donne con scheletri più grandi della media. Al fine di determinare se uno scheletro è maschio o femmina, devono essere considerate le altre principali differenze, insieme alla genetica e all’etnia.
Le differenze tra il sistema scheletrico maschile e quello femminile sono influenzate anche dallo sviluppo osseo. Gli ormoni svolgono un ruolo importante nella crescita delle ossa. Per i maschi, il testosterone è l’ormone che influenza la crescita e la forma delle ossa, mentre l’ormone femminile che influenza lo sviluppo osseo è chiamato estrogeno. Durante la pubertà, i livelli di estrogeni sono molto più alti per le femmine e livelli di testosterone per i maschi, causando l’interruzione dello sviluppo delle ossa femminili entro i 18 anni e la crescita dei maschi entro i 21 anni.
https://www.treccani.it/enciclopedia/co ... -Corpo%29/
https://it.wikipedia.org/wiki/Scheletro_(anatomia_umana)
Sistemi endocrini diversi tra uomo e donna
Le ghiandole endocrine sono le ghiandole del corpo umano che producono ormoni e che sfruttano il rilascio diretto nel sangue di quest'ultimi, per diffonderli laddove è richiesta la loro attività.
https://www.my-personaltrainer.it/salut ... crine.html
Costituenti il cosiddetto sistema endocrino, le ghiandole endocrine sono suddivisibili in due categorie: la categoria delle ghiandole endocrine maggiori e la categoria delle ghiandole endocrine minori.
Alla prima categoria, appartengono: ipotalamo, ipofisi, epifisi, tiroide, paratiroidi, surreni, pancreas e gonadi; alla seconda categoria, invece, appartengono: cuore, stomaco, intestino, reni, timo, tessuto adiposo e placenta, nelle donne.
Gli odori delle donne e degli uomini sono diversi
Uomini e donne puzzano in modo diverso, le ragioni nella diversa composizione chimica degli afrori
Una ricerca sul sudore ha dimostrato che i maschi emanano un sentore di formaggio le donne di cipolla
Paola Caruso
03 febbraio 2009
https://www.corriere.it/scienze/09_febb ... aabc.shtml
MILANO - Di che cosa odorano le nostre ascelle? Quelle degli uomini sanno di formaggio mentre quelle delle donne emanano profumo di cipolla. È così quando non interviene un potente deodorante, ovviamente. La differenza olfattiva nella traspirazione di maschi e femmine è stata messa in evidenza da una ricerca scientifica svizzera, pubblicata sulla rivista «Chemical Senses» e ripresa dal «New Scientist». Si basa su un principio semplice: la composizione chimica del sudore dipende dal sesso.
AZOTO E ACIDI GRASSI – Per le donne è l’azoto il fattore scatenante del cattivo odore alla cipolla: il gentil sesso, infatti, secerne 5 milligrammi per millilitro di composti contenenti azoto contro 0.5 milligrammi prodotti degli uomini. Questi composti inizialmente sono inodore, ma i batteri presenti comunemente sotto le ascelle li trasformano in tioli, ossia in sostanze maleodoranti. «Più composti azotati si producono è più è intenso il cattivo odore» afferma Christian Starkenmann, a capo dello studio. Per piccole concentrazioni di composti azotati, se va bene, si può sentire un odore di pompelmo. Per gli uomini l’azoto non è un problema. L’olezzo che può caratterizzare il loro sudore è dovuto agli acidi grassi. Inizialmente anche gli acidi grassi sono inodore, come i composti azotati, ma sotto l’azione dei batteri si modificano determinando un forte odore di formaggio stagionato.
DATI E DEODORANTI – Le conclusioni della ricerca, che ha coinvolto un campione di 24 uomini e 25 donne sudati per una pedalata in bici di 15 minuti o per una sauna, possono essere utili per sviluppare nuove formule di deodoranti in grado di contrastare l’azione dei batteri oppure capaci di inibire le sostanze che scatenano la puzza.
GLI SCETTICI – Ma alcuni ricercatori sono scettici riguardo i fattori scatenanti del cattivo odore, indicati da Starkenmann. Composti azotati e acidi grassi determinano il profumo dei volontari svizzeri presi in esame, ma non è detto che siano i componenti principali del sudore di ogni popolazione. Una diversa composizione chimica del sudore potrebbe dipendere da fattori come l’alimentazione, le abitudini di pulizia corporea e il Dna delle diverse popolazioni.
La risposta sessuale umana all'odore del corpo
Le Scienze
Daisy Yuhas
3 maggio 2014
https://www.lescienze.it/news/2014/05/0 ... e-2122976/
Un numero crescente di dati indica che anche il nostro comportamento è influenzato almeno in parte da segnali chimici olfattivi prodotti dagli altri. Una nuova ricerca ha identificato due composti steroidei che potrebbero aiutare a spiegare in che modo gli odori del corpo influenzano l'eccitazione sessuale
Uomini e donne possono affidarsi all'olfatto nella ricerca di potenziali partner? Gli uccelli lo fanno, lo fanno le api, e ora gli scienziati hanno qualche ragione di pensare che lo facciano anche gli esseri umani.
Un numero crescente di dati suggerisce che gli odori del corpo trasportino segnali chimici che influenzano l'umore e cicli mestruali, ma isolare i composti specifici che provocano questi effetti, i feromoni, si è dimostrato difficile. Wen Zhou, psicologo e studioso dell'olfatto dell'Accademia delle scienze cinese, e colleghi, hanno esaminato due composti presenti nei fluidi corporei che, secondo studi precedenti, sono buoni candidati al ruolo di feromoni umani: l'androstadienone, associato agli uomini, e l'estratetraenolo, caratteristico delle donne. Nei test, questi due steroidi hanno infatti stimolato risposte nettamente differenti nei soggetti maschi e femmine.
Nessuno dei due composti ha un odore distinto, ma si ritiene che il naso umano riesca a percepirli. Una precedente ricerca ha suggerito che l'androstadienone migliori l'umore e aumenti i livelli del cortisolo nelle donne, e che in determinate circostanze l'estratetraenolo aumenti l'eccitazione e l'umore maschile.
Zhou e colleghi hanno lavorato con 96 soggetti, metà femmine e metà maschi. Metà dei soggetti, inoltre, si definiva eterosessuale e l'altra metà omosessuale o, nel caso delle donne, anche bisessuale. A ogni soggetto i ricercatori hanno mostrato su uno schermo un insieme di punti che simulava il profilo di una figura umana che cammina. Cambiando la posizione dei punti, Zhou e colleghi potevano far apparire la figura maschile, femminile o androgina. I soggetti dovevano dire se che il profilo era di un uomo o di una donna.
Annotato come ogni partecipante classificava le figure, i ricercatori hanno mostrato ai soggetti degli altri profili, esponendoli contemporaneamente a una soluzione che odorava
di chiodi di garofano e conteneva estratetraenolo, androstadienone o soltanto il profumo di chiodi di garofano.
Zhou e colleghi hanno scoperto che l'esposizione agli steroidi influenzava le risposte dei soggetti eterosessuali che guardavano profili di camminatori di genere neutro. I maschi eterosessuali erano più propensi a identificare una figura femminile se erano esposti all'estratetraenolo e le donne eterosessuali a indicare il profilo come quello di un uomo quando erano esposte all'androstadienone.
I maschi omosessuali rispondevano all'androstadienone in modo più simile a quello delle donne eterosessuali. Le donne omosessuali o bisessuali, al contrario, non mostravano alcuna distorsione legata né all'uno né all'altro steroide. Complessivamente, questi risultati suggeriscono che gli esseri umani sfruttino i segnali chimici per rilevare il potenziale interesse sentimentale di un individuo, e che questi segnali operano in un modo specifico, legato al genere e alla sessualità. La ricerca è stata pubblicata il primo maggio su “Current Biology”.
Ai soggetti dello studio sono state mostrate in ordine casuale immagini punteggiate in movimento che simulavano un'andatura più o meno caratteristica di un sesso. (Cortesia Wen Zhou et al./PNAS)
Lo psicologo e studioso dell'olfatto Johan Lundström, del Monell Chemical Senses Center, che non è stato coinvolto nella ricerca, ha definito il lavoro “la più elegante” scoperta sugli effetti comportamentali dell'androstadienone e dell'estratetraenolo. “Penso che stiano facendo progredire la ricerca in questo campo”, ha detto.
Secondo Zhou è presto per affermare che questi due steroidi siano feromoni umani. Per prima cosa, i loro soggetti sono stati esposti a steroidi in concentrazioni molto più elevate di quelle naturalmente prodotte dalle persone. “E' molto importante esaminare gli effetti degli steroidi a concentrazioni ecologicamente rilevanti”, dice Zhou. Inoltre, il meccanismo con cui le persone captano e rispondono a questi steroidi rimane un mistero.
Anche la fonte di questi composti è problematica. L'androstadienone può essere trovato sia nelle donne sia negli uomini, mentre l'estratetraenolo è stato individuato solo nelle urine delle donne in stato di gravidanza e nella placenta. Sono necessari ulteriori studi per indagare in che misura questi segnali siano specifici rispetto al genere e alla sessualità.
Infine, è possibile che anziché di una vera segnalazione chimica, si tratti di un caso di associazione appresa, ossia che le persone acquisiscano familiarità con alcune sostanze chimiche maschili e femminili per la ripetuta esposizione alle parti intime dei partner. Zhou ha cercato di controllarlo ripetendo la procedura, invece che con i due steroidi, con acido isovalerico, un acido grasso fortemente odoroso che gli uomini hanno in abbondanza.
Dato che l'esposizione a questo acido non ha sollecitato una polarizzazione verso il riconoscimento di profili maschili, Zhou ha concluso che la risposta non è appresa. Lundström, tuttavia, è più scettico. La mancanza della distorsione nelle risposte potrebbe riflettere l'esposizione dei soggetti all'acido isovalerico nel cibo: è il composto che conferisce al formaggio puzzolente l'odore di calzini sporchi.
Anche se restano molte domande, è chiaro che anche sostanze chimiche che non possiamo rilevare coscientemente potrebbero avere un effetto complesso sul comportamento sessuale umano, forse tanto quanto un bel viso o uno sguardo seducente.
Differenze fisiche tra uomini e donne
Luca Scarcelli
https://www.projectinvictus.it/differen ... ini-donne/
Quando si parla dell’ allenamento rivolto alla popolazione femminile c’è un divario enorme tra quello che dice la scienza e professano pochi personal trainer preparati e quello che avviene quotidianamente nella maggior parte delle palestre. Cerchiamo con questa serie d’articoli di fare un po’ di chiarezza sull’argomento: allenamento al femminile, al fine di poter stilare delle linee guida per tutte le donne che si vogliono allenare correttamente.
Uomo e donna cosa cambia?
Differenze fisiche uomo donna
Già alla nascita notiamo delle piccole differenze tra i due sessi, principalmente nelle dimensioni e negli organi riproduttivi, ma queste rimangono quiescenti, spesso nella prima infanzia le bambine sono più atletiche dei bambini ma con l’arrivo della pubertà e l’intervento degli ormoni sessuali le cose incominciano a cambiare. La ragazza muta la propria composizione corporea aumentando la massa grassa e peggiora la biomeccanica della corsa allargando il bacino. La respirazione femminile si fa più toracica mentre quella maschile rimane prevalentemente addominale.
Nella donna troviamo una maggior % di grasso corporeo essenziale. La gravidanza e l’allattamento hanno obbligato il gentil sesso ad aumentare le proprie scorte lipidiche per affrontare meglio i periodi di carestia.
Differenza grasso uomo donnaIl grasso essenziale femminile ha una locazione sesso dipendente, il fatto che si trovi principalmente su cosce e glutei ne ostacola la facile mobilizzazione rispetto a quello viscerale ed addominale, portando spesso a problemi di cellulite. I recettori dell’adipocita (la cellula grassa) sono più resistenti all’azione lipolitica dell’adrenalina.
La maggior produzione femminile d’estrogeni comporta diversi vantaggi per la salute ma diversi svantaggi estetici, oltre alla differenza della % di grasso, il sistema cardiovascolare femminile è più protetto. Gli estrogeni vasodilatano il letto venoso ed aumentano la permeabilità capillare. Questo porta la donna a soffrire facilmente di ritenzione idrica ed ad accumulare liquidi negli arti quando l’allenamento è eccessivo o non compensato correttamente dall’alimentazione (leggi l’articolo: perché le donne diventano grosse a fare pesi).
A livello della fibra muscolare non vi è nessuna differenza anatomica, la diversità di forza tra i due sessi è da ricercare nella differente % di tessuto muscolare (il 36% nella donna rispetto al 45% dell’uomo) e nel minor quantitativo di testosterone, il quale esplica sul sistema neuromuscolare un effetto eccitatorio, potenziando la contrazione.
Generalmente le donne vivono 5 anni in più degli uomini, ma questo principalmente perché gli stressano.
Differenze anatomiche-fisiologiche tra donne e uomini
La donna mediamente presenta rispetto all’uomo una:
statura ,massa muscolare e massa ossea inferiore;
percentuale di grasso superiore e ridotta capacità dei sistemi energetici;
curva lombare è più accentuata e angolo Q aumentato (che si riflette sulla deambulazione con una pronazione a livello del piede e valgismo delle ginocchia);
sinfisi pubica più bassa e piccola pelvi più larga con conseguente diametro del bacino più ampio rispetto all’ uomo;
accumulo di adipe è prevalentemente nei distretti di cosce, glutei, fianchi per ragioni ormonali e per esigenze legate al parto-allattamento;
maggior mobilità articolare tranne nelle spalle e nella parte alta del tronco.
Differenza valgismo uomo donna
Differenze metaboliche e prestative
La donna mediamente presenta rispetto all’uomo una:
minore capacità di potenza anaerobica dovuta a livelli inferiori di testosterone (da 0,15 a 0,4 mg /die mentre nell uomo la secrezione varia dai 4 ai 9 mg/die);
ridotta capacità di erogare potenza sfruttando la via glicolitica; per via di una minor massa muscolare complessiva e di una minor quantità di fosfato a disposizione (infatti a parità di sezione trasversa del muscolo vi è una notevole differenza di forza a confronto con l’uomo, soprattutto a livello della zona superiore del corpo). Mediamente la donna è più debole del 75% rispetto ad un uomo di pari peso, questa differenza diminuisce negli arti inferiori ed aumenta nelle braccia.
numero di mitocondri per miofibrilla minore; questo sembra essere un limite biochimico a quella che è la massima potenza aerobica
minor emoglobina (10-14% in meno degli uomini)
le differenze prestative nella corsa ai massimi livelli mediamente differiscono di un 15% tra uomo e donna.
Conclusioni delle differenze tra i due sessi
Tutte queste considerazioni viste finora devono essere calcolate quando si struttura un allenamento in palestra per il sesso femminile, prendendo in considerazione anche il lato psicologico e motivazionale che ci spinge ad allenarci (impossibile fare una scheda senza l’allenamento dei glutei). Non tenere in considerazione questo lato, guardando al training solo da un punto di vista fisiologico può essere un grave errore.
Le voci della donna e dell'uomo sono diverse
Soprano
https://www.youtube.com/watch?v=LUYykTAU6jg
Tenore
https://www.youtube.com/watch?v=-h2IbeGdGd0
Diversità psichica tra donne e uomini, maschi e femmine
Le differenze tra uomini e donne
Psicologia contemporanea
Mauro Fornaro
22/06/2016
https://www.psicologiacontemporanea.it/ ... i-e-donne/
Studiose e movimenti femministi, contestando le diseguaglianze sociali tra donne e uomini, si sono interrogati sulle differenze d'ordine psicologico tra i due generi. Differenze tra uomini e donne
Non di rado le hanno messe in dubbio per timore che significassero una riconferma dei tradizionali motivi di subordinazione delle donne. Teorici e movimenti LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender), poi, per poter legittimare l’omosessualità, hanno ripercorso il tema delle differenze di genere, cioè dei diversi caratteri psico-comportamentali femminili e maschili, mostrando che propriamente non ricalcano le differenze sessuali.
Ma gli argomenti addotti appaiono pregiudicati dall’esigenza di mostrare che la relazione erotica può prescindere dal sesso biologico (che di per sé predisporrebbe all’incontro di individui di sesso diverso). Non a caso tra i teorici LGBT si enfatizzano gli aspetti androgini dell’essere umano, cioè la presenza in ciascuno di caratteri pure dell’altro sesso, con il risultato di rendere alquanto fluide le differenze di genere.
Occorre pertanto affrontare a monte, sia nel caso del femminismo sia dei movimenti LGBT, la questione delle effettive differenze psicologiche tra donne e uomini, evitando il più possibile di ricadere in soluzioni preorientate.
TRATTI DI GENERE
La psicologia empirica, occupandosi delle differenze tra donna e uomo, rifugge dal ricercare una “essenza” del femminile e una del maschile. In ciò si diversifica dalla psicologia analitica di Jung, che identificava le due essenze di donna e uomo rispettivamente con l’anima e l’animus, mentre Freud non riusciva adistricarsi dalla questione “Che cosa vuole la donna?”, perché “la” donna, a ben vedere, non esiste. La ricerca empirica ragiona per lo più in termini di tratti che si combinano variamente nella psiche dei singoli, a volte in maniera coerente, altre volte disorganica. Possiamo dunque pensare a due classi di tratti psico-comportamentali, nettamente e stabilmente separati in funzione del sesso di appartenenza? Possiamo parlare di differenze nelle abilità e prestazioni cognitive e affettive, tali da qualificare stabilmente i due generi in senso differente?
Ad oggi alcune differenze psico-comportamentali sono abbastanza evidenti; ma quale poi sia la loro matrice, se correlata alle differenze corporee o invece all’educazione e alla cultura, è questione oggetto di vivaci diatribe. Si va da posizioni costruzioniste e post-strutturaliste, caratterizzate da un radicale sociologismo, su cui la letteratura è ormai ingente, a posizioni decisamente biologiste, oggi minoritarie, che fanno dipendere dai processi ormonali una quantità di differenze comportamentali (Brizandine, 2006). Ma volendo tener ferma una più comprensiva visione bio-psico-sociale dell’essere umano, occorre superare tanto il biologismo quanto il sociologismo.
A ben vedere, fra l’estremo di abilità e comportamenti strettamente espressivi del corpo sessuato, dunque permanenti almeno nei tempi storici, e l’estremo opposto di abilità e comportamenti meramente espressivi di società e culture, dunque facilmente cangianti (quali per esempio l’accesso alle varie attività lavorative), vi è un’ampia area intermedia. In essa il confine fra natura e società è alquanto mobile, in funzione di due elementi: il diverso contesto storico-culturale e, curiosamente, la variazione dei paradigmi abbracciati dai ricercatori.
DIFFERENZE IN CRISI
Quanto al primo elemento, nel nostro contesto storico-culturale notiamo che ciò che dei tratti psico-comportamentali differenziali sembrava stabilmente attribuibile “per lo più” a un genere o all’altro – in base a considerazioni fondate in definitiva sulle differenze anatomo-fisiologiche – appare oggi, alla luce dei cambiamenti sociali degli ultimi decenni, sempre meno un “per lo più”.
Che le differenze diminuiscano specie dal lato delle donne è quanto attestano empiricamente le scale M-F (maschilità vs femminilità): negli appositi test somministrati in tempi diversi si rileva quanto le donne abbiano aumentato i punteggi di maschilità. Sotto questo aspetto, il maschile risulta ancora, in complesso, maggiormente apprezzato; a controprova, quasi nessun uomo aspira a fare “il” colf o il baby sitter. Se sono di ordine culturale le ragioni prossime dell’assottigliamento della classe di abilità e comportamenti specificamente attribuibili a ciascun sesso, le ragioni remote, cioè le condizioni di possibilità, vanno ricercate nella psiche dei singoli.
Ogni individuo può assumere dalla figura genitoriale dell’altro sesso significativi tratti comportamentali, fino a interpretare sensibilità e ruoli tipici dell’altro genere: “il mammo”, per esempio, cioè il papà che svolge funzioni “da donna” nella famiglia, è una figura crescente nella nostra società. Opportunità o costrizioni sociali si coniugano con tratti di personalità individuali.
Il secondo elemento dello spostamento di confine tra il naturale – biologico o psicologico che sia – e il sociale dipende da cambiamenti di impostazione intervenuti nelle ricerche volte a comparare donne e uomini. Fino a qualche decennio fa la Psicologia della personalità e delle differenze individuali, per stare all’etichetta accademica, insisteva sull’oggettiva differenza di prestazioni medie tra donne e uomini nei test volti a verificare le abilità cognitive, affettive e motorie: le differenze apparivano in non molte funzioni, ma comunque significative, stando alla sintesi di Maccoby e Jacklin (1974).
Tuttavia presto, anche dietro l’influsso della psicologia sociale, si è levata l’obiezione di una certa acontestualità di quelle ricerche: partivano dal presupposto che esistano stabili e fissi caratteri di tipo femminile e di tipo maschile, senza considerare quanto concorrano, già nel definire ciò che è femminile e ciò che è maschile, gli stereotipi culturali. I quali influenzano non solo le valutazioni della gente comune, ma pure la classificazione dei vari tratti, come femminili o maschili, operata dai ricercatori (Burr, 1998). Inoltre non si terrebbe abbastanza conto di quanto nei differenti risultati ai test possa aver pesato il percorso educativo pregresso, che spesso già differenzia tra i generi.
QUALI DIFFERENZE SONO RIMASTE?
Dopo decenni di discussioni, ciò che sembra rimasto di differenza statisticamente significativa, scarsamente influenzata dall’educazione, è per le donne la superiorità, in media, nelle abilità linguistico-verbali (anche se talora contestata) e altresì nella comunicazione non verbale specie a tonalità emotiva; per gli uomini la superiorità in compiti visuo-spaziali, come l’orientamento e la rotazione mentale di oggetti. Ancora: nelle donne maggiore attitudine all’immedesimazione empatica e alla relazione affettiva (communion), inoltre una maggiore motilità manuale fine e rapida; negli uomini la maggior propensione al comportamento intraprendente (agency) e all’aggressività fisica, nonché le maggiori abilità motorie nel colpire oggetti. Peraltro, alcune di queste differenze sono più marcate in età giovanile e si attenuano delle età successive.
Per spiegare queste differenze psicologiche si sono ipotizzati collegamenti con la diversa dotazione ormonale: il testosterone sembra correlare con le abilità visuo-spaziali, oltre che con l’aggressività. Seguendo, poi, suggestioni provenienti dalle correnti sociobiologiche, se le suddette differenze hanno un senso collegabile alle diverse funzioni nella riproduzione, lo hanno in chiave filogenetica. Nelle centinaia di migliaia di anni in cui il breve arco di vita delle donne era occupato da un susseguirsi di gravidanze e allattamenti e quello degli uomini dalla caccia e dalla guerra, si sono selezionate le abilità favorevoli alla sopravvivenza della specie.
Queste erano, per gli uomini, orientamento nello spazio e aggressività fisica, utili alla caccia e alla guerra; per le donne, linguaggio verbale e comunicazione non verbale, capacità empatiche e manualità fine, utili alla cura dei piccoli. Pure il maggior valore che in genere le donne attribuiscono alla dimensione affettiva nel rapporto con l’altro sesso, rispetto a quella fisica, è leggibile in chiave filogenetica: la vulnerabilità in fase di gravidanza e di puerperio, specie in epoche passate, richiede protezione e continuità della relazione con il partner.
Altre differenze, come il luogo comune che le donne sarebbero meno portate alla matematica e alle materie tecnico-meccaniche, sono state ridimensionate dalle ricerche successive e da nuove prassi. Anzi, secondo vari studi, le donne in media prevalgono nei test di calcolo numerico, poiché vi intervengono meno strategie implicanti abilità visuo-spaziali. Resta l’enigma del perché gli adolescenti superdotati in matematica siano quasi sempre maschi, a parità di educazione scolastica. Comunque, laddove si rilevano differenze a favore dei maschi, non va trascurato il peso delle discriminazioni sociali negli sbocchi professionali prevedibili e prima ancora l’effetto “performativo” degli stereotipi. Questi, infatti, fanno sì che genitori e insegnanti si attendano certe prestazioni dalle femmine e altre dai maschi, dando così luogo al ricorrente fenomeno delle profezie auto-avverantisi.
CONCLUSIONI
Alla luce degli studi empirici in psicologia, l’insieme di tratti psico-comportamentali tipici di ciascun sesso appare oggi meno ampio che in passato, ma non nullo. Inoltre, il medesimo insieme appare meno stabile, dacché tratti ritenuti prerogativa di un sesso si ritrovano pure in persone dell’altro sesso. Del resto pochi tratti differenziali di ordine cognitivo e affettivo sono agganciabili alle differenze corporee e di funzioni riproduttive. Né va trascurato il ruolo esercitato dagli stereotipi di genere sulle prestazioni del singolo, nonché sulla percezione delle prestazioni di persone dell’altro sesso.
Tutto ciò, però, di per sé non pregiudica il valore e dunque la legittimità di differenze culturalmente costruite. Occorre a tal fine rivedere i preconcetti di area femminista, derivanti dall’identificazione – erroneamente ritenuta intrinseca anziché storicamente determinata – tra eterosessualità e maschilismo patriarcale (imputato come causa della discriminazione): le differenze non significano di per sé disuguaglianze e neppure discriminazioni.
Piuttosto sarebbe opportuno ricuperare, mutatis mutandis, talune indicazioni sul senso delle differenze, elaborate dalla sociologia di scuola funzionalista. Le differenze infatti, innate o acquisite che siano purché risultino complementari, sono utili alla stabilità dei gruppi sociali. Allo stesso tempo ogni motivo di discriminazione, pretestuosamente suggerito dalle differenze, è esorcizzabile a condizione che le diverse doti siano apprezzate come aventi pari valore e che, inoltre, siano praticate dagli individui secondo le proprie inclinazioni, cioè fuori da stereotipi ingabbianti secondo il sesso di appartenenza. La cultura per varie ragioni potrebbe ancora e sempre premiare le differenze, purché esercitate nella libertà dei singoli, in vista di un cammino di arricchente integrazione delle diversità.