Gli idolatri complottisti cattolici che accusano la Gran Bretagna di essere come Mendele
Nicoletta Di Giovanni
E dunque,cari statolatri di questa beata,si è infine scoperto che in UK ammazzano di fame e di sete disabili e vecchietti,che nulla hanno di terminale.E gli ospedali che praticano il programma della morte,ricevono premi in denaro. RDiana
https://www.facebook.com/nicoletta.digi ... &ref=notif
Alberto Pento
Lo stato italiano nelle vesti del suo governo ha sbagliato a mettersi contro lo stato inglese, ha mancato di rispetto alle leggi e alle istituzioni inglesi, ha mancato di rispetto alla sanità e ai medici inglesi, in particolare all'ospedale che aveva i...Altro...
Nicoletta Di Giovanni
Non condivido nel modo più assoluto questa arrampicata di legalità statalista in versione estera: rispetto mortifero, un piffero! Neanche argomento.
Riccardo Giuliana
Applicando lo stesso principio avremmo dovuto rispettare il dottor Mengele, la cui attività - ricordiamolo - era perfettamente legale. Ma non sempre ciò che è legale è lecito.
Nicoletta Di Giovanni
siamo all'abc
Alberto Pento
L'italia è piena di leggi che portano i cittadini italiani alla morte: ad esempio quelle fiscali che portano al fallimento delle imprese, alla loro delocalizzazione, all'impoverimento e alla miseria, al suicidio, alla disoccupazione, alla mancanza o alla riduzione dell'assistenza sanitaria, alla deprivazione, agli stenti, alla depressione che inducono al suicidio. La malasanità poi uccide in varie maniere, in tanti ospedali pubblici per assenza di cure, di efficenza, per truffa, per irresponsabilità e negligenza degli operatori sanitari. Credo proprio che l'Italia abbia poco da insegnare alla Gran Bretagna.
ACCANIMENTO DI STATO
Nicoletta Di Giovanni
http://www.reteliberale.it/dettagli.asp?id=124&var=2
Alberto Pento
Per quanto mi riguarda Alfie era un cittadino inglese e non italiano. La concessione della cittadinanza italiana per motivi umanitari da parte dello stato italiano non fa affatto di Alfie un cittadino italiano, Alfie era e resta un cittadino inglese anche da morto. Questa concessione di cittadinanza da parte del governo italiano è puro statalismo, arroganza statalista (subordinata alla presunzione religiosa dell'idolatria miracolistica cattolico-romana) e un abuso della concessione della cittadinanza e delle risorse pubbliche.
Non si confonda la legge divina naturale e universale dove le creature nascono, anche soffrono e muoiono a volte tra i tormenti (dove trova spazio anche la volontà umana di migliorare e allungare la vita, curare le malattie e se occorre anticipare la morte) con le presunte leggi divine delle varie idolatrie religiose.
All'ospedale del Bambin Gesù non avevano alcuna nuova cura miracolosa, tanto meno il Papa ha mai dato prova di poter fare miracoli grazie al suo idolo, contro la volontà del vero Dio naturale e universale che dispensa vita sofferenza e morte.
???
ACCANIMENTO DI STATO
Nicoletta Di Giovanni
http://www.reteliberale.it/dettagli.asp?id=124&var=2
Tutti i complotti scoperti dai pro-life su Alfie Evans e l’Alder Hey
https://www.nextquotidiano.it/pro-life- ... -alder-hey
???
La storia dello scandalo dell’Alder Hey non ha nulla a che fare con Alfie
La vicenda viene messa in correlazione lo scandalo venuto alla luce quasi vent’anni fa quando si scoprì che tra il 1988 e il 1995 un anatomopatologo dell’ospedale aveva rimosso, senza il consenso dei genitori, organi a bambini deceduti all’Alder Hey. La vicenda viene raccontata come di un “traffico d’organi” e lascia intendere che i piccoli cuori venissero venduti. In realtà – e non è meno grave vista la mancanza di consenso – venivano conservati nell’ospedale per motivi di studio. In pochi però menzionano come in seguito a quella vicenda venne emanata una nuova legge per normale la materia (Human Tissue Act del 2004) e sia stata la Human Tissue Authority. È quindi improbabile che la questione abbia qualche attinenza con la vicenda di Alfie.
L'ospedale di Alfie Evans e quello scandalo sugli organi
Francesco Boezi
Mer, 25/04/2018
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/los ... po-reale/1
L'ospedale in cui è ricoverato Alfie Evans è stato interessato da uno scandalo. Venivano espiantati degli organi senza il consenso dei genitori
L'Alder Hey Hospital è l'ospedale dove Alfie Evans è ricoverato. Quello in cui i medici hanno dato via al distacco della ventilazione. Molti, specie negli ambienti cattolici, hanno criticato questi dottori per il loro operato.
In questi giorni, i vescovi inglesi hanno rilasciato una nota stampa in cui veniva sottolineata la "professionalità e l'onestà di quanti stanno decidendo le sorti del piccolo". Le critiche, insomma, sarebbero del tutto infondate. Ma quali vicende hanno interessato il nosocomio di Liverpool, che è finito al centro di questo caso di cronaca internazionale? Se n'era mai parlato prima?
Basta spulciare negli archivi. Sicuramente l'Alder Hey Hospital è pieno di gente onesta che svolge al meglio il proprio lavoro. Vogliamo fidarci dei vescovi inglesi e della loro presa di posizione. Cercando in giro, però, si trovano episodi avvenuti in passato che hanno fatto discutere. Uno, in particolare, che è comunemente chiamato "Alder Hey Organ scandals".
Su Repubblica, in un articolo del 3 giugno del 2000, si legge di una madre che ha scoperto qualcosa "otto anni dopo" la morte del figlio, ma cosa?:"Ho visto i suoi organi sezionati in tre contenitori bianchi: il cuore, il cervello, il fegato, i reni. Mio figlio Marcello era stato fatto a pezzi. L' ho scoperto otto anni dopo. Aveva venti giorni quando è morto sotto i ferri all' ospedale "Alder Hey" di Liverpool". A parlare è Tracy Lowthian, coinvolta suo malgrado in uno scandalo dall'enorme clamore mediatico. L'Alder Hey, insomma, venne accusato di aver rimosso organi di bambini senza il necessario previo consenso dei genitori. Fatti che sono avvenuti in un periodo che va dal 1988 al 1995.
Il patologo olandese Dick van Velzen aveva ordinato, secondo quanto si legge qui in modo "sistemico", la "spogliazione non etica e illegale di ogni organo da ogni bambino che aveva avuto un post-mortem", ma era solo l'olandese a espiantare? Un virgolettato della signora Lowthian, riportato sul quotidiano già citato, suggerirebbe di no:"Nel frattempo eravamo diventati tanti a chiedere conto dei pezzi dei nostri figli: più di mille. E abbiamo scoperto che non era soltanto il patologo olandese van Velzen a espiantare gli organi. Prima di lui ce n' erano stati altri e la prassi continua anche ora. Ne abbiamo viste tante di quelle borse marroni, che abbiamo fatto portare via dall' ospedale. Ora sono negli studi degli avvocati...". Secondo quanto si legge su La Nuova Bussola Quotidiana, questo genere di pratiche potrebbe aver riguardato persino bambini "vivi". Quale fine potrebbero aver fatto alcuni di questi organi? Leggendo sul Guardian si scopre che:"L'ospedale può confermare che per un breve periodo tra il 1991 e il 1993 questi sono stati messi a disposizione di un'azienda farmaceutica per la ricerca, e che siamo consapevoli che durante quel periodo sono stati fatti dei contributi al dipartimento cardiaco del trust".
Questa storia è venuta fuori per "caso". In seguito a un intervento chirurgico non riuscito in un nosocomio di Bristol, dopo il quale un genitore ha chiesto all'ospedale la cartella clinica della figlia morta durante l'operazione a cuore aperto. Spunta così una lettera che parla della conservazione del cuore. La bambina di undici mesi, come detto era stata operata a Bristol, ma durante l'inchiesta viene fuori anche il nome dell'Alder Hey. Il motivo? "...il gran numero di cuori tenuti".
Mettendo da parte questo scandalo, adesso sono in tanti a chiedere che i medici dell'Alder Hey mettano in azione il loro di cuore. Quello che, se azionato a dovere, permetterebbe ad Alfie Evans di prendere il primo aereo in direzione Bambin Gesù. Noi lo stiamo aspettando.
Ente Vaticano, fondi pubblici per il Bambino Gesù dirottati in investimenti finanziari
Ivan Cimmarusti
2016-10-07
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=ADg7QSYB
«Attività abusiva di investimento finanziario» per conto del nosocomio ecclesiastico Bambino Gesù, utilizzando finanziamenti dello Stato italiano destinati al servizio sanitario. Nel 2013 l’Amministrazione del patrimonio della Santa Sede (Apsa) avrebbe compiuto operazioni finanziarie irregolari con 91 milioni di euro di fondi pubblici, denaro che era stato erogato all'ospedale del Vaticano per le prestazioni mediche.
Lo scenario emergerebbe dagli atti della vasta inchiesta della Procura della Repubblica di Roma sul presunto «abusivismo» bancario dello Ior. Tuttavia l'incartamento giudiziario svela particolari finora inediti, come le nuove ipotesi sull'Apsa. L'indagine, del sostituto procuratore Stefano Rocco Fava e degli investigatori del Nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza, ha potuto constatare che nel solo 2013 l'ente della Santa Sede avrebbe compiuto in modo irregolare investimenti finanziari per un ammontare complessivo di 117 milioni 589mila 685 euro. Operazioni messe a punto per conto dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù (91 milioni di euro), per la Segreteria di Stato Vaticano (22 milioni 608mila 184 euro, parte dei quali dell'Obolo di San Pietro), per il dicastero Cor Unum (125mila 776 euro) e per il banchiere Giampiero Nattino (3 milioni 855mila 724 euro).
Il conto nr.400234314
Nel mirino, in particolare, sono finite le movimentazioni di soldi pubblici erogati all'Ospedale Bambino Gesù. Gli investigatori hanno individuato il conto corrente nr. 400234314 acceso alla Banca Unicredit, in cui sono risultate accreditate, «con ordinante ministero dell'Economia e delle Finanze, ministero della Salute e Regione Lazio, fondi di elevato importo erogati alla struttura in qualità di Irccs (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) nonché rinveniente dalle procedure attuative della Legge 187/95 relativamente alle prestazioni erogate a favore assistiti del Servizio Sanitario Nazionale, in virtù del richiamato Accordo tra il Governo italiano e la Santa Sede ratificato con la L. 187 del 19 maggio 2012». Stando ai documenti investigativi «l'analisi della predetta documentazione ha consentito di evidenziare come parte dei fondi che vengono accreditati sul conto corrente acceso a favore dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù vengano poi girati dalla struttura, con disposizione di bonifici e/o giroconti, in parte a favore dell'Apsa» con l'obiettivo di compiere presunti investimenti finanziari.
Il cardinale Bertone versa 150mila euro all’ospedale Bambin Gesù
I 91 milioni di euro
L'operazione finanziaria per il Bambino Gesù riguarda 91 milioni di euro di finanziamenti pubblici. Tuttavia gli investimenti sarebbero stati compiuti in tre diverse tranche, da 57 milioni, 24 milioni e 10 milioni. «L'operazione di investimento per 57 milioni ha rappresentato argomento di conversazione nel corso di una telefonata monitorata tra Paolo Mennini, delegato della Sezione Straordinaria dell'Apsa, e Massimo Spina, responsabile della Direzione Amministrazione e Finanza dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù». E' lo stesso Spina a chiedere: «Se ti mandassi 56, 57 milioni che mi compri?». L'obiettivo è di investire i fondi pubblici attraverso l'ente. Per questo lo stesso Mennini discute con monsignor Domenico Calcagno, «al fine - è scritto negli atti - di ottenere l'autorizzazione a investire».
Mennini: «M'ha telefonato Massimo Spina, loro avrebbero l'intenzione di farci pervenire 56, e da sistemare una parte a un anno e una parte su sei sette mesi. Posso sentire, Eminenza, come controparte il Gruppo Intesa, per i certificati a un anno che forse mi danno il 3, ancora...».
Calcagno: «Si! D'accordo».
Mennini: «E un 25 farlo col Credito, semmai, Artigiano, qual è l'ultimo a 6 mesi lui c'aveva dato il 3 anche...»
Calcagno: «D'accordo».
Il medesimo «modus operandi» risulta essere stato utilizzato per le altre due operazioni, da 24 milioni e 10 milioni.
Abusivismo bancario
Tra le ipotesi della Guardia di finanza sull'Apsa c'è anche la presunta «attività abusiva di tipo bancario». Secondo gli atti «ha esercitato abusivamente l'attività di raccolta del risparmio tra il pubblico, quantificata in complessivi euro 58 milioni 857mila 869 euro». Precisa la Guardia di finanza: « L'Apsa è un istituto che svolge attività di tipo bancario/finanziario, con sede nella Città del Vaticano (Paese considerato non equivalente ai fini della disciplina antiriciclaggio), che opera all'interno del sistema bancario italiano tramite rapporti accesi presso molteplici istituti di credito, i quali – come diretta conseguenza di tale classificazione – devono ottemperare agli obblighi rafforzati di adeguata verifica delle clientela per tutte le operazioni poste in essere con l'Apsa. L'Apsa ha operato e continua ad operare con gli istituti di credito attraverso rapporti continuativi intestati anche a se stessa, alcuni dei quali caratterizzati da promiscuità e/o “confusione” di disponibilità finanziarie riconducibili a soggetti terzi».
Papa Francesco contro la corruzione, e la sanità vaticana trema
di Francesco Peloso
Le parole di Bergoglio all'ospedale Bambin Gesù , e la sua riorganizzazione dell'ospedale, stanno modificando gli equilibri di potere della sanità vaticana, per decenni al centro di vicende poco trasparenti
23 Dicembre 2016
http://www.linkiesta.it/it/article/2016 ... rema/32785
Cadere nella corruzione è il grande rischio che corre un ospedale cattolico, tanto più se si tratta del Bambin Gesù. Non ha forse avuto l'attenzione mediatica che meritava l'udienza concessa dal papa, il 15 dicembre scorso, a medici, infermieri, pazienti, volontari personale amministrativo, del celebre ospedale pediatrico che sorge sul colle del Gianicolo, accanto alla Pontifica università urbaniana e ad altre istituzioni vaticane che celano dietro le mure grandi spazi, strade e giardini alberati, palazzi ampi e silenzi inaspettati. E' un po' un pezzetto di 'grande bellezza' celata dietro portoni di non facile accesso, nascosta alle folle.
Diverso è il caso del Bambin Gesù, uno degli ospedali più noti ai romani, frequentatissimo, centro di eccellenza per la città e a livello europeo, ma nel recente passato, in varie occasioni, al centro di storie finanziarie opache o sospette, di scandali che ne hanno macchiato la sua reputazione e messo in difficoltà il suo proprietario, il Vaticano, anche se non sotto l'aspetto strettamente medico-sanitario.
“Il cancro più forte di un ospedale come questo – ha detto parlando a braccio il papa - è la corruzione. E la corruzione non viene da un giorno all'altro: vi si scivola lentamente, oggi una mancia lì, una tangente là, domani una raccomandazione là, e lentamente, senza accorgersene, si finisce nella corruzione”. C'è la “tentazione - ha aggiunto Francesco – di uniformarsi, di trasformare una cosa tanto bella come un ospedale di bambini in un'impresa per fare affari, e i medici diventano affaristi, gli infermieri affaristi, e tutti sono affaristi”. Parole come pietre, è il caso di dire.
Per come è messa oggi, la sanità cattolica sta andandosi a schiantare. Molti si sono già schiantati, ne ho visti tanti
Da poco meno di due anni il Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, ha messo in atto quello che può essere definito oggettivamente solo come un repulisti: ha cioè rinnovato radicalmente i vertici dell'ospedale allontanando il manager Giuseppe Profiti – legato all'ex Segretario di Stato Tarcisio Bertone - nominando come nuovo presidente Mariella Enoc, manager cattolica esperta di economia e di sanità, fedele alla mission dell'istituzione, ovvero la cura dei più deboli, e soprattutto determinata a smantellare l'idea che il Bambin Gesù possa essere, magari solo per un sospetto, centro di potere o affaristico.
Sarà il tempo a dire se l'operazione trasparenza coniugata all'efficienza, andrà davvero in porto, se cioè la svolta andrà oltre la prima fase per diventare stabile. Sta di fatto, in ogni caso, che la Enoc – proveniente dalla Fondazione Cariplo e da Confindustria - gode della piena fiducia del Segretario di Stato, e ora anche del papa. Per altro fa parte pure di quella Pontificia commissione per le strutture sanitarie cattoliche che, nominata poco meno di un anno fa, sta svolgendo il suo lavoro dietro le quinte, riservatamente. Alla guida dell'organismo troviamo monsignor Luigi Mistò, che è pure a capo della sezione amministrativa della Segreteria per l'Economia, cioè il nuovo ministero delle finanze della Santa Sede. E del resto, a indurre il papa e il suo Segretario di Stato, ad aprire l'ennesimo dossier scabroso del pontificato, non poteva che essere una situazione giudicata particolarmente grave. Così dai sogni di un polo sanitario cattolico italiano, immaginato dal cardinal Bertone, si è arrivati alla commissione che deve mettere ordine e fare pulizia nelle numerose strutture sanitarie legate alla Chiesa in tutto il mondo. Un bel salto, in ogni caso.
D'altro canto fu la stessa Enoc, ad usare parole durissime per definire lo stato della sanità cattolica, nel corso di un convegno al Policlinico Gemelli di Roma, poco dopo essere stata chiamata al vertice del Bambin Gesù. “Io temo veramente – disse allora - che noi rischiamo di andarci a schiantare, e so di usare una parola terribile. Per come è messa oggi, la sanità cattolica sta andandosi a schiantare. Molti si sono già schiantati, ne ho visti tanti”. Assenza di managerialità, cattiva gestione, scandali vari, utilizzo di personale religioso come le suore, non messo a bilancio, declino delle congregazioni religiose, un tempo fiorenti, che si occupano spesso della gestione di grandi ospedali, crisi finanziaria dovuta ai tagli regionali alle convenzioni esterne.
Le indagini della giustizia vaticana sull'ex presidente Giuseppe Profiti e sull'ex direttore amministrativo Massimo Spina. È lunga la catena di storie incerte o opache, oggetto di indagini varie, che toccano più o meno direttamente la Chiesa, e in questo senso le parole allarmate del papa trovano ampia spiegazione
Queste alcune delle cause non piccole della crisi, alle quali si aggiungevano i rapporti non sempre limpidi con pezzi di potere e istituzioni per ottenere magari qualche risorsa economica in più. Ripartire dalla tutela dei più deboli, dei malati, dei poveri, dei bambini, associando a questa sfida qualità professionali, capacità, correttezza. Era questa l'indicazione di fondo della Enoc che, in buona sostanza, coincideva con quanto ripeteva il Papa. Alle spalle, del resto, restavano le macerie di una lunga serie di scandali traumatici a cominciare da quello dell'Idi, a Roma, l'Istituto dermopatico dell'Immacolata, gestito dai padri concezionisti (Figli dell'Immacolata concezione), un altro ospedale di fama dal punto di vista scientifico, trascinato però sull'orlo della bancarotta da una gestione truffaldina e divenuto un caso nazionale di cui si interessò il governo per scongiurare centinaia di licenziamenti.
La vicenda del San Raffaele di Milano è ormai storia, fra fallimenti economici, salvataggi e suicidi: quello di Mario Cal, a lungo braccio destro di don Luigi Verzè, il prete-manager e 'creatore' dell'ospedale milanese. La storia del Bambin Gesù ha fatto però rumore per la gestione disinvolta, al di là dei reati commessi o meno, sotto il profilo finanziario: in quanto istituzione vaticana, infatti, le risorse che vi affluivano - anche pubbliche, in base ad accordi con lo Stato e la Regione Lazio – potevano essere legittimamente dirottate nei vari istituiti finanziari vaticani, non sempre, come è noto, dei modelli di trasparenza e corretta gestione degli investimenti e del denaro.
Da ultimo ci fu la storia dell'appartamento del cardinale Bertone, delle somme spese per la sua ristrutturazione – l'accusa era che furono utilizzati anche fondi dell'ospedale - delle donazioni fatte successivamente dal porporato allo stesso Bambin Gesù, come risarcimento non richiesto, per dimostrare la propria correttezza. E poi, legate al caso, le indagini della giustizia vaticana sull'ex presidente Giuseppe Profiti e sull'ex direttore amministrativo Massimo Spina. È lunga la catena di storie incerte o opache, oggetto di indagini varie, che toccano più o meno direttamente la Chiesa, e in questo senso le parole allarmate del papa trovano ampia spiegazione.