8) Le caste demenziali inventano il genderGender una schifosa violazione dei diritti umaniviewtopic.php?f=181&t=1634 Gender, i cinque punti per fare chiarezzahttp://www.avvenire.it/famiglia/Pagine/ ... REZZA.aspx Cosa dice la scienza? Cosa dice l’antropologia cristiana? Cosa dicono le associazioni Lgbtq? Il nostro contributo alla verità su una questione che rischia di deflagrare in una battaglia ideologica e rendere la convivenza sociale peggiore per tutti. A cominciare dall’impegno educativo delle famiglie. (articolo tratto da "Noi Genitori & Figli" di febbraio 2015).
1) GENDER, COS’È?
Un insieme di teorie fatte proprie dall’attivismo gay e femminista radicale per cui il sesso sarebbe solo una costruzione sociale. Vivere “da maschio” o “da femmina” non corrisponderebbe più a un dato biologico ma ad usa costrizione culturale. L’identità sessuata, cioè essere uomini e donne, viene sostituita dall’identità di genere (“sentirsi” tali, a prescindere dal dato biologico). E si può variare a piacimento, anche mantenendo immutato il dato biologico
2) GENERI SECONDO IL GENDER? 7, O FORSE 56…
Non più solo maschile e femminile. Ai generi (non corrispondenti ai sessi) esistenti in natura, andrebbero aggiunti quelli previsti dall’acronimo LGBTQ (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e queer, cioè chi rifiuta un orientamento sessuale definito e si ritiene libero di variare a suo piacimento o di rimanere “indefinibile”). Ma il governo australiano ne ha riconosciuti ufficialmente 23. E Facebook USA permette di scegliere il proprio “genere” tra 56 diverse opzioni. Sembra comico ma è tragico.
3) COSA DICE LA SCIENZA?
La scienza ci dice che la differenza tra maschile e il femminile caratterizzano ogni singola cellula, fin dal concepimento con i cromosomi XX per le femmine e XY per i maschi. Queste differenze si esprimono in differenze peculiari fisiche, cerebrali, ormonali e relazionali prima di qualsiasi influenza sociale o ambientale. La “varietà” pretesa dalle associazioni LGBTQ non ha alcun fondamento scientifico e anzi confonde patologie (i cosiddetti stati intersessuali) con la fisiologia (normalità).
4) COS’È L’OMOFOBIA?
Un neologismo inventato dai media per definire gli atti di violenza, fisica o verbale, contro gli omosessuali – che vanno sempre e comunque condannati, come ogni altra violenza - e contro chi, come le associazioni LGBTQ, promuove la teoria del gender. Oggi l’accusa di omofobia è diventata però un vero e proprio strumento di repressione nei confronti di chi sostiene un’antropologia diversa rispetto a quella del gender.
5) PERCHÈ IL GENDER È PERICOLOSO?
Perché pretende non solo di influire sul modo di pensare, di educare, mediante scelte politiche ma anche di vincolare sotto il profilo penale chi non si adegua (decreto legge Scalfarotto); impone atti amministrativi (alcuni Comuni e alcuni enti hanno sostituito i termini “padre” e “madre” con “genitore 1” e “genitore 2”); educativi (la cosiddetta “strategia nazionale” per introdurre nelle scuole testi e programmi “aperti” alla ricezione della teoria del gender e cioè l’eliminazione del maschile e del femminile, quindi dei modelli familiari normali): è un vero e proprio attentato alla libertà di pensiero e di educazione da parte di una minoranza (gendercrazia).
Sono appena stata rinviata a giudizioSilvana De Mari
2018/03/21
https://www.silvanademaricommunity.it/2 ... a-giudizio Sono appena stata rinviata a giudizio per diffamazione dal circolo Mario Mieli di Roma, circolo accreditato dall’Unar finanziato con denaro pubblico per svolgere azioni pedagogiche e di prevenzione sanitaria.
Per evitare altre imputazioni mi limito a fare copia e incolla con affermazioni di Mario Mieli, e copia e incolla con affermazioni linkate al sito del circolo Mario Mieli. Che i cittadini italiani giudichino da soli.
Dal libro Elementi di critica omosessuale , scaricabile in pdf sul sito del circolo Mario Mieli, libro di cui sul sito si raccomanda la lettura. Ne riporto dei brani e potete anche trovare il link per scaricarlo e leggerlo tutto, così da giudicarlo. Se volete acquistarlo è edito da Feltrinelli.
Elementi di critica omosessuale
“Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica” (Mario Mieli, Elementi di critica omosessuale, Milano, Einaudi, 1977 ora pag. 55 pdf
“La società repressiva e la morale dominante considerano «normale» soltanto l’eterosessualità — e, in particolare, la genitalità eterosessuale. La società agisce repressivamente sui bambini, tramite l’ educastrazione, allo scopo di costringerli a rimuovere le tendenze sessuali congenite che essa giudica «perverse» (e, in realtà, si può dire che ancor oggi vengano considerati «perversi» più o meno tutti gli impulsi sessuali infantili, compresi quelli eterosessuali, dal momento che ai bambini non viene riconosciuto il diritto di godere eroticamente). L’educastrazione ha come obiettivo la trasformazione del bimbo, tendenzialmente polimorfo e «perverso», in adulto eterosessuale, eroticamente mutilato ma conforme alla Norma”. (Elementi di critica omosessuale pag 13 pdf
http://www.mariomieli.net/wp-content/up ... ssuale.pdf )
“Per dirla con Jung, il padre diventa per il figlio il modello della Persona: «la Persona è un complicato sistema di relazioni fra la coscienza individuale e la società, una specie di maschera che serve da un lato a fare una determinata impressione sugli altri, dall’altro, a nascondere la vera natura dell’individuo». Tramite l’identificazione col padre, la società costringe il bambino a costruirsi una personalità artificiale, consona alla Norma vigente nel mondo «esterno» e che, nel contempo, si ponga come difesa contro i pericoli del mondo «esterno», i trabocchetti del palcoscenico delle Persone”. (Elementi di critica omosessuale pag 20 pdf
http://www.mariomieli.net/wp-content/up ... ssuale.pdf .
“il padre si (rap)presenta come Persona decisamente eterosessuale e rifiuta contatti erotici aperti con il figlio (il quale invece desidera «indifferenziatamente» e quindi desidera anche il padre), così come gli altri maschi adulti, in forza del tabù antipederasta, rifiutano rapporti sessuali con il bambino. In modo analogo, la madre e le donne adulte rifuggono dai rapporti sessuali con la bambina (anche se, in genere, esiste una maggiore intimità erotica tra madre e figlie/i che non tra padre e figli/ie). Inoltre, gli stessi rapporti sessuali e in particolare omosessuali tra bambini vengono repressi”. (Elementi di critica omosessuale pag 21 pdf
http://www.mariomieli.net/wpcontent/upl ... ssuale.pdf ).
“Tra noi omosessuali, la propensione a formare coppie chiuse è molto meno forte che non tra gli etero: e i pregi della gaia promiscuità sono parecchi, anzitutto poiché essa apre il singolo alla molteplicità e alla varietà dei rapporti, e quindi positivamente gratifica la tendenza di ognuno al polimorfismo e alla «perversione», facilitando, di conseguenza, il buon andamento di ogni rapporto tra due persone (perché né l’uno né l’altro si avvinghia disperatamente al partner, pretendendo la sua rinuncia a rapporti totalizzanti contemporanei con altre/i). La lotta omosessuale rivoluzionaria propone il riconoscersi erotico e affettivo di ogni essere umano nella comunità e nel mondo: ognuno di noi è prisma, è sfera, è mobile, e, al di sotto e al di là delle contraddizioni attuali che ci oppongono e ci negano, ciascuno potenzialmente combacia con ogni altro, in una «geometria» reale-fantasiosa e intersoggettivamente libera, come un caleidoscopio mirabile cui si aggiungono, via via, nuove preziosissime pietre: i bambini e i nuovi venuti d’ogni sorta, i cadaveri, gli animali, le piante, le cose, i fiori, gli stronzi…” (Elementi di critica omosessuale pag 112 pdf
http://www.mariomieli.net/wp-content/up ... ssuale.pdf ).
“Ma la morale sessuale coercitiva reprime il piacere scatologico infantile e piega i bambini al modello prestabilito dalla società la cui struttura economica è sublimazione angosciata e coatta dell’Eros in generale e della coprofilia in particolare. L’educastrazione provoca in noi il disgusto per ciò che in tenera età suscitava grande piacere e interesse: il gusto del Lumpf si trasforma in complesso di Lumpf e la tendenza coprofila volge verso oggetti sostitutivi nella sfera del gioco e della sublimazione”. (Elementi di critica omosessuale pag 140 pdf
http://www.mariomieli.net/wp-content/up ... ssuale.pdf ).
“D’altro canto, se la lotta per la liberazione dell’omosessualità si oppone decisamente alla Norma eterosessuale, uno dei suoi obiettivi è la realizzazione di nuovi rapporti gay tra donne e uomini, rapporti totalmente alternativi rispetto alla coppia tradizionale, rapporti atti, fra l’altro, a un nuovo modo di generare gaio e di vivere pederasticamente con i bambini”. (Elementi di critica omosessuale pag 201 pdf
http://www.mariomieli.net/wp-content/up ... ssuale.pdf ).
Sul sito del Circolo Maro Mieli si trova questo link:
http://www.puta.it/blog/wp-content/uplo ... _norma.pdf Nella pagina Mario Mieli chi era costei che è il biglietto da visita dell’associazione, è riportato il link a un articolo di Francesco Paolo Del Re, intitolato “Mario Mieli, dinamite frocia contro la Norma”, in cui troviamo le seguenti parole:
“Altra grande rottura di senso è il riconoscimento della sessualità indistinta, gioiosa e vitale del bambino. Il bambino è, secondo Mieli, l’espressione più pura della transessualità profonda cui ciascun individuo è votato. È l’essere sessuale più libero, fino a quando il suo desiderio non viene irreggimentato dalla Norma eterosessuale, che inibisce le potenzialità infinite dell’Eros. Discorso eversivo e scomodo oggi più che mai, in una società attanagliata dal tabù che investe senza appello il binomio sessualità-infanzia, ossessione quasi patologica che trasforma il timore della pedofilia in una vera e propria caccia alle streghe.
Quello di Mieli è un monito a tenere bene a mente la vitale, originaria e prorompente sessualità infantile, in modo da non imbrigliarla nelle coercizioni della Norma, che genera inevitabilmente repressione, omofobia, violenza, discriminazione. Mieli non dà risposte, ma lascia aperti interrogativi di ordine etico sul ruolo castrante del sistema educativo (rappresentato dalla famiglia in primis) e sulle potenzialità ancora ignote di un Eros che, se lasciato libero di esprimersi, può fondare una società diversa da quella in cui viviamo. Sicuramente più libera.
Mieli potrebbe dunque offrire proficui spunti di riflessione nell’ambito della riflessione sulla genitorialità gay e in generale sulle famiglie alternative a quella tradizionale, all’ordine del giorno oggi: se la famiglia eterosessuale e monosessuale è il sigillo che imprime con forza il marchio della Norma sulla pluralità dei desideri del bambino, allora una famiglia non eterosessuale, ancorché monosessuale, potrebbe educare un figlio senza castrarlo, ci chiediamo, inculcando in lui i valori di una sessualità più vicina al potenziale transessuale originario?
Possono le nuove famiglie contribuire a rompere il circolo vizioso della normatività normalizzante e della normalità normativa? Alla Norma Mieli contrappone l’assunzione e la pratica di tutte le perversioni, che restituiscono agli individui la condizione originaria di transessualità, ovvero la libera e gioiosa espressione della pluralità delle tendenze dell’Eros. Le perversioni sono tappe inevitabili, lungo il cammino dell’Eros e dell’emancipazione per la rottura di ogni tabù. In quest’ottica va letta quella che forse è a tutt’oggi la più indigesta delle provocazioni di Mario Mieli: la trasformazione della rivendicazione del piacere anale in elogio della coprofagia, che è sia provocazione di ordine estetico, declinata in forma di performance teatrale, sia momento privato di esplorazione del desiderio.”
Nello stesso articolo allo stesso link si trova una descrizione della coprofagia di Mario Mieli.
“Il Mieli “alchemico” dell’ultima parte della sua vita narra un’esperienza magico-erotica che lo vede protagonista insieme al suo fidanzato: la celebrazione di un rito di “nozze alchemiche”, con la preparazione e l’assunzione di un pane “fatto in casa”, un dolce nel cui impasto confluivano non solo merda, sangue e sperma, ma anche ogni altra secrezione corporale, dalle lacrime al cerume. Perché? “L’abbiamo mangiato – dice Mieli – e da allora siamo uniti per la pelle. Pochi giorni dopo le “nozze”, in una magica visione abbiamo scoperto l’Unità della vita. Era come se non fossimo due esseri disgiunti, ma Uno; avevamo raggiunto uno stato che definirei di comunione”. Questa comunione vuole essere testimonianza e annuncio dell’avvento di un’armonia che, attraverso la liberazione dell’Eros, costituisce una nuova “età dell’oro” ”.
Che i cittadini italiani leggano e decidano. E dopo che hanno letto decidono che è giusto che il Circolo Mario Mieli amministri denaro pubblico per svolgere funzioni pedagogiche e sanitarie possono essere lieti: in Italia questo succede. Se decidono che è sbagliato, che la loro indignazione diventi azione.
Silvana De Mari.
Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarieviewtopic.php?f=44&t=264 Gender una schifosa violazione dei diritti umaniviewtopic.php?f=181&t=1634IL BAMBINO CAVIACosì l’ideatore del gender, John Money, prese un maschietto e lo trasformò in una femmina. Ma l’esperimento...
di Giulio Meotti
https://www.facebook.com/notes/shar-kis ... 4275133019Con le sue mani, Bruce David Brenda Reimer si è tolto quella tragica vita che ideologi e stregoni avevano trasformato in un inferno. Nato maschio, trasformato a sua insaputa in una femmina e cresciuto come tale, per poi scegliere di tornare “come l’aveva fatto madre natura”, David si è suicidato nel 2004.
“As nature made him: The boy who was raised as a girl”, è il titolo del libro di John Colapinto che nel 2001 aveva rivelato al mondo la storia di Reimer. Adesso, le edizioni San Paolo colmano il vuoto editoriale e portano “Come l’aveva fatto madre natura” in Italia, dove avanza proprio quella teoria del genere che aveva reso la vita di David un abisso di vergogna e timore. Colapinto di David aveva già scritto un memorabile articolo di ventimila parole pubblicato sulla rivista statunitense Rolling Stone, ma senza rivelare la vera identità di quel bambino-cavia.
A soli otto mesi, Brian era stato sottoposto a un intervento di routine, una semplice circoncisione andata male e in cui era stato evirato. Aveva un fratello gemello, Bruce. La famiglia, incredula e angosciata, aveva ceduto al carisma di un professore della Johns Hopkins University, John Money, il guru, il pioniere e il padre fondatore di quella teoria del genere che vede l’identità sessuale come una questione ambiental-culturale, il risultato della formazione e non come una identità biologica.
Dunque nessun XY, ma il potere coercitivo dell’ambiente. Bruce sarebbe cresciuto come una femmina XX, con l’aiuto del bisturi e dell’ideologia della “riassegnazione sessuale”. Money spiegò ai genitori di Bruce che lui e i suoi colleghi al Johns Hopkins Hospital erano in grado, attraverso la chirurgia, i trattamenti ormonali e il condizionamento psicologico, di assegnare questi bambini al sesso che si riteneva preferibile, qualunque esso fosse, e che il bambino poteva essere cresciuto felicemente in quel sesso. “Il sesso psicologico”, così si espresse Money, “in queste situazioni non sempre coincide con il sesso genetico, né con il fatto che le ghiandole sessuali siano maschili o femminili”.
La Psychohormonal Research Unit del dottor Money si trovava nella Henry Phipps Psychiatric Clinic, un tetro edificio vittoriano poco in vista, a cui si accedeva da un cortile sul retro. Gli uffici della “Unit”, al quarto piano, si raggiungevano con un traballante ascensore di fine secolo. Nel luglio del 1967, a ventidue mesi, Bruce venne castrato chirurgicamente. Money modellò lo scroto del bambino dandogli la forma delle grandi labbra di una vagina. Ai suoi genitori raccomandò di vestirlo e trattarlo come una bambina: un successivo trattamento ormonale avrebbe fatto il resto.
Ogni anno il dottor Money avrebbe visitato “Brenda” – questo il suo nuovo nome – e controllato che tutto fosse andato per il meglio.Mentre la teoria prende piede tra i movimenti femministi e ispira il dibattito sull’omosessualità e la pedofilia negli anni Settanta, Bruce diventa Brenda. Fate di lui una femmina e femmina sarà. Sottoposto a potenti cure ormonali, oggetto di esperimenti medici e clinici senza precedenti, Bruce cresce nel corpo di Brenda, con forme non sue, non sa di essere nato maschio, ma lo sente e reagisce con violenza. È la triste storia di un essere umano nato maschio, trasformato in femmina da errori e false ideologie, ridiventato maschio per desiderio e usato come cavia dal professor Money.
Il libro di Colapinto parla di lui. Del guru. Money all’epoca sosteneva che l’identità sessuale non inizia nell’utero, ma dipende dall’ambiente, dall’educazione, dalle circostanze. David-Brenda è la fatale prova che gli darebbe ragione.Il dottor Money ha grandi credenziali accademiche. Dopo il dottorato in Psicologia ad Harvard, si è specializzato a Baltimora, al Johns Hopkins Hospital, dove ha fondato la prima Gender Identity Clinic. È un chirurgo e si occupa della riassegnazione del sesso, specie nei casi di anomalie genitali nei bambini, campo in cui la sua autorità è indiscussa. Nel 1972 in “Man & Woman, Boy & Girl” – definito dal New York Times “il più importante libro sulle scienze sociali dopo il Rapporto Kinsey” e pubblicato in Italia da Feltrinelli – John Money presenta il caso di Brian come un successo: l’esperimento è riuscito, il bambino cresciuto come bambina si è adattato alla nuova identità, mentre il suo gemello si è regolarmente sviluppato come maschio. Meraviglie dell’educazione e dell’ambiente. I genitori furono riforniti di bambole con cui far giocare Brenda; le insegnarono a essere linda e ordinata; cercarono, ogni volta che era possibile, di rinforzare la sua identità femminile.
Con il passare degli anni, Brenda provava a comportarsi come una ragazza, truccandosi con il rossetto e indossando le gonne, frequentando i balli scolastici, lasciandosi baciare sulla guancia da un ragazzo. Ma fin dall’inizio aveva manifestato comportamenti e atteggiamenti tipicamente maschili, dai propri interessi alle preferenze per i vestiti e a quelle per i giocattoli, cercando anche di fare la pipì in piedi. I genitori decidono di dirle la verità quando Brenda ha quattordici anni: “Per la prima volta ogni cosa ebbe un senso, ed io ho capito chi e cosa ero”, dichiara, sollevata.Vuole tornare un maschio. Si sottopone nuovamente a cure ormonali, a un intervento di mastectomia e si fa ricostruire il pene. All’età di sedici anni è di nuovo un maschio, e si fa chiamare David.
Nel 1989 si sposa con Mary e ne adotta i tre figli.“Mi guardavo allo specchio, vedevo i miei seni gonfi, guardavo il mio sesso e mi sembrava di guardare un’altra persona”, confiderà al giornalista di Rolling Stone. “Dietro le forme di quella sconosciuta ragazza c’ero io, David, un maschio”. Brenda sceglie di tornare come “l’aveva fatto madre natura”, per quanto possibile e utilizzando questa volta il bisturi a suo vantaggio.Cresce, si scopre, si accetta, si sposa. Nel 2003 è il fratello gemello a cedere per primo e a togliersi la vita. David si sente responsabile e si suiciderà l’anno dopo. La tragedia ideologica si sarebbe mangiata la vita dei due gemelli, mentre il dottor Money sarebbe morto negli onori.
Quando è scomparso, nel 2006, i colleghi lo hanno pianto come “il primo scienziato che ha dato un linguaggio all’identità sessuale”.La fama di Money non derivava solo dal fatto che la metamorfosi medica e chirurgica di Brian fosse il primo caso di cui si sia mai avuta notizia di riassegnazione sessuale infantile eseguita su un bambino evolutivamente normale; c’era anche una straordinaria improbabilità statistica, che conferiva al caso una rilevanza particolare: il fatto che egli avesse un gemello identico. Quell’unico fratello costituiva un mezzo naturale di comparazione, un clone genetico che, con pene e testicoli integri, era cresciuto come un maschio. Il fatto che, a quanto veniva riferito, i due gemelli fossero cresciuti diventando bambini di sesso opposto, felici e adattati al loro contesto sociale, sembrava prova incontestabile del primato dell’ambiente sulla biologia nella differenziazione sessuale. I manuali di medicina e scienze sociali vennero riscritti per includere questo caso e fu creato il precedente perché la riassegnazione sessuale in età infantile diventasse il trattamento standard nel caso di neonati con genitali danneggiati o anomali.
Il caso di Brian-Brenda divenne inoltre una pietra miliare per il movimento femminista negli anni Settanta, e veniva abbondantemente citato come prova che il divario tra i generi era esclusivamente il risultato del condizionamento culturale, non della natura. Era il potere dell’educazione sulla biologia. Al dottor Money, il cosiddetto “caso dei gemelli” valse il riconoscimento di quanti vedevano in lui “uno dei più grandi ricercatori del secolo in campo sessuale”. Money pubblicò un nuovo libro di successo, “Sexual Signatures”, in cui parlava di Brenda, che “stava attraversando felicemente l’infanzia come una vera femmina”. Nel 1986 Money pubblicò “Lovemaps”, le mappe amorose, studio di pratiche come il sadomasochismo, la coprofilia, il feticismo, l’auto-strangolamento e altri comportamenti che egli chiamava non perversioni, ma “parafilie”, per destigmatizzarle e decriminalizzarle.Il tema della pedofilia divenne un interesse particolare, e Money ne sposò pubblicamente la causa. “Un’esperienza sessuale nell’infanzia”, spiegò il medico alla rivista Time nell’aprile 1980, “come essere partner di un parente o di una persona più grande, non ha necessariamente un influsso negativo sul bambino”. Money concesse un’intervista a Paidika, una rivista olandese di pedofilia, che riporta inserzioni della North American Man-Boy Love Association: “Se dovessi incontrare il caso di un ragazzo di dieci o dodici anni fortemente attratto da un uomo sui venti o trent’anni, e la relazione fosse assolutamente reciproca, il legame autenticamente e completamente reciproco, non lo definirei assolutamente patologico”, disse Money alla rivista, e aggiunse: “E’ molto importante che, una volta che una relazione è stata fondata su basi positive e affettuose, non venga interrotta precipitosamente”.Il governo americano finanziò lautamente le ricerche di Money.
Nel 1963 i National Institutes of Health assegnarono a Money una sovvenzione di 205.920 dollari, una somma considerevole tenuto conto del valore del dollaro nei primi anni Sessanta. Si trattava tuttavia solo della prima di parecchie sovvenzioni da parte dei Nih, che avrebbero sostenuto Money e la sua Unit del genere per i trentacinque anni seguenti. Money si fece portatore anche della teoria secondo la quale il “gioco sessuale preparatorio” nell’infanzia era cruciale per la formazione di una sana identità di genere in età adulta. Espresse per la prima volta tale teoria in un saggio pubblicato sul British Journal of Medical Psychology. Profili di e interviste con John Money apparvero su Playboy, Cosmopolitan, Psychology Today, Omni, e sull’Atlantic Monthly. Nell’edizione speciale del 1990 della serie “Hot Issue” di Rolling Stone, Money veniva celebrato come “Hot Love Doctor”, Dottor Amore Bollente; apparve inoltre in molti programmi televisivi, compreso l’“Oprah Show”.Solo uno sconosciuto ricercatore di nome Milton Diamond mise in discussione le assurde teorie di Money. Ma fu ignorato. Al contrario, “il caso dei gemelli di Money fu decisivo perché venisse universalmente accettata la teoria secondo la quale gli esseri umani sono alla nascita psicosessualmente plastici”. Fu l’inizio di una ideologia potentissima che vede i bambini come oggetti sessuali, cavie da plasmare in laboratorio. Brian-Brenda-David fu uno di quelli. Il medico cercò anche di combinare un incontro sessuale della ragazzina con un transessuale. Brenda corse a casa per suicidarsi. Fu il primo di una serie di tentativi. Quello fatale, dieci anni fa, con un fucile puntato alla testa.
Nel 1994 Milton Diamond, dopo aver incontrato David, aveva scritto un saggio per svelare come fosse andato a finire il “caso dei due gemelli”. Ci mise due anni per trovare una rivista che accettasse il testo. Alla fine nella rivista medica Archives of Pediatrics and Adolescent Medicine il dottor Diamond e il dottor Keith Sigmundson, uno psichiatra di Victoria, nella British Columbia, documentarono come David avesse combattuto fin dall’inizio contro l’identità femminile impostagli e come, a quattordici anni, fosse tornato al sesso scritto nei suoi geni e nei suoi cromosomi.
L’ideologia del gender alla Johns Hopkins ebbe fine con l’arrivo a capo del dipartimento di psichiatria di Paul McHugh, noto come il flagello della psichiatria ideologica. Un profilo del Baltimore Sun del 1997 lo soprannominò “Dottor Iconoclasta”.In un articolo del 1992 sull’American Scholar, McHugh criticò la chirurgia transessuale di Money come “la terapia più radicale che sia mai stata incoraggiata dagli psichiatri del Ventesimo secolo” e paragonò la sua popolarità alla pratica un tempo diffusa della lobotomia frontale. Non puoi cambiare “XY”. Neppure tramite la rieducazione fisica e psicologica. Neppure con il “gender”, come è successo a Brian-Brenda-David, trasformato in un invisibile campo di concentramento.