Castità, ascetismo-misticismo, solidarismo e pedofilia

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Messaggioda Berto » dom mar 25, 2018 8:00 am

È morto O’ Brien, il cardinale stupratore. I suoi orrori sbianchettati dalla biografia del Vaticano
lunedì 19 marzo 2018

http://www.secoloditalia.it/2018/03/e-m ... l-vaticano

Si è spento a 80 anni il discusso cardinale Keith Michael Patrick O’Brien, arcivescovo emerito di Saint Andrews and Edinburgh (Scozia, Gran Bretagna). Era ricoverato presso il Royal Victoria Hospital di Newcastle-upon-Tyne, nel Regno Unito. Ordinato sacerdote nel 1965 e vescovo nel 1985, era stato anche presidente della Conferenza Episcopale della Scozia. Giovanni Paolo II lo aveva creato cardinale nel 2003 poi O’ Brien era finito nella bufera con le accuse a sfondo sessuale per aver abusato reiteratamente, negli Ottanta e Novanta, di due seminaristi e un prete. È morto senza che il Vaticano abbia mai reso noti i risultati dell’inchiesta che fu fatta tre anni fa. «Ci sono stati momenti nei quali la mia condotta sessuale è caduta sotto gli standard delle aspettative che vi erano nei miei confronti come sacerdote, arcivescovo e cardinale», ammise, chiedendo perdono “a coloro che ho offeso, chiedo anche scusa alla Chiesa cattolica e agli scozzesi, trascorrerò il resto della mia vita in pensione e non avrò nessun altro ruolo nella vita pubblica della Chiesa cattolica in Scozia”. Il 20 maggio 2015 il Pontefice aveva accettato la rinuncia ai diritti e alle prerogative del cardinalato, espresse nei canoni 349, 353 e 356 del Codice di Diritto Canonico, presentata dal porporato scozzese, che aveva ammesso di essersi reso protagonista di abusi sessuali. A causa della sua «indegnità morale» il cardinale non potè partecipare al conclave del 2013. Stamattina è stata annunciata la scomparsa del porporato con la diffusione di una biografia ufficiale in cui è stata omessa tutta la parte relativa ai suoi misfatti.
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Re: Castità e pedofilia - Ascetismo e misticismo

Messaggioda Berto » lun mar 26, 2018 7:56 pm

Irlanda, una trasmissione tv costringe il Papa ad accettare le dimissioni del vescovo insabbiatore
Lunedì 26 Marzo 2018

https://www.ilmessaggero.it/primopiano/ ... 30724.html

Città del Vaticano - Papa Francesco ha accettato le dimissioni del vescovo di Dromore (Irlanda), monsignor John McAreavey. Lo rende noto un Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede. Ancora una volta le dimissioni sono arrivate dopo che una trasmissione televisiva aveva evidenziato che in passato il vescovo dimissionario aveva occultato il caso di un prete pedofilo seriale.

Il vescovo McAreavey si era dimesso il 2 marzo scorso, dopo che una trasmissione della BBC dal titolo «Spotlight» aveva ricostruito il caso di padre Malachy Finnegan, un frate che nel periodo in cui si trovava al St. Colman's College di Newry aveva abusato di dodici vittime. Le accuse al sacerdote erano ben note alle autorita' della Chiesa in Irlanda fin dalla meta' degli anni '90. Anche McAreavey sapeva degli abusi ma nonostante questo aveva celebrato i funerali di Finnegan nel 2002. Il vescovo ha ammesso l'evidenza: «Ho compreso dalle vittime che ho fatto uno sbaglio nel celebrare i funerali di padre Malachy.

Nel novembre del 2002 una vittima mi ha raccontato quanto questa mia decisione gli avesse fatto del male. Ho compreso di aver fatto un errore di giudizio. È qualcosa di cui mi pento e che non ripeterò mai più», disse il vescovo McAreavey. Dopo la trasmissione televisiva, McAreavey ha scritto: «A seguito delle notizie riportate dai media che hanno scosso molte persone della diocesi e non solo ho deciso di dimettermi». La Chiesa cattolica in Nord Irlanda in questi anni ha compiuto un processo di avvicinamento e sostegno delle vittime degli abusi. Nell'HIA report, Historical Institutional abuse inquiry, si è fatta luce sui casi di abuso che ci sono stati nelle scuole, negli istituti professionali e negli orfanotrofi, non solo di strutture cattoliche.
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Re: Castità e pedofilia - Ascetismo e misticismo

Messaggioda Berto » mer mar 28, 2018 9:54 am

Don Mauro, anima di Comunione e Liberazione, condannato a 4 anni e 7 mesi per pedofilia
16 marzo 2018

https://www.fanpage.it/don-mauro-anima- ... -pedofilia

La Cassazione conferma la condanna emessa in appello: 4 anni, 7 mesi per abusi sessuali su minori con l’aggravante dell’abuso di autorità per il prete don Mauro Inzoli, 68 anni e una brillante carriera all'interno di Comunione e Liberazione. Il processo si riferisce ai fatti avvenuti tra il 2004 e il 2008 ai danni di cinque ragazzini (dai 12 ai 16 anni) che hanno denunciato di avere subito baci, carezze, palpeggiamenti e fino a vere e proprie masturbazioni.

Negli anni, si legge nella sentenza, “don Inzoli ha approfittato con spregiudicatezza della propria posizione di forza e prestigio per ottenere soddisfazione sessuale, tradendo la fiducia in lui riposta dai giovani nei momenti di confidenza delle proprie problematiche personali ed anche nel corso del sacramento della Confessione, ammantando talora le proprie condotte di significato religioso, così confondendo ulteriormente i giovani”.

Eppure la storia di don Inzoli non è solo una di quelle vicende di parroci di provincia: Don Mauro è stato ex parroco a Crema, uomo di punta di Comunione e Liberazione (nonché responsabile della Gioventù studentesca, che riuniva il lato più giovane di CL) ex responsabile della Compagnia delle Opere di Cremona e Crema e tra i fondatori del Banco Alimentare. Il suo amore per il lusso gli era valso il soprannome di "don Mercedes" e la sua vicinanza politica a Formigoni ha procurato più di qualche imbarazzo. il 17 gennaio del 2015 don Inzoli era in prima fila per partecipare al convegno organizzato da Regione Lombardia per difendere “la famiglia tradizionale”. Don Mauro applaudiva entusiasta alle spalle del duo Maroni – Formigoni.

Quando, anni fa, alcuni ragazzi cominciarono a raccontare delle peccaminose inclinazioni di don Inzoli molti lo difesero, indignati. Eppure don Inzoli agiva “approfittando con spregiudicatezza della propria posizione di forza e di prestigio, tradendo la fiducia in lui riposta dai giovani nei momenti di confidenza delle proprie problematiche personali ed anche nel corso del sacramento della Confessione, ammantando talora le proprie condotte di significato religioso così confondendo ulteriormente i giovani”, così scrive il gup Letizia Platè. Dice la sentenza che toccava i ragazzini anche durante le confessioni, e per convincerli della bontà delle molestie sessuali citava brani del Vecchio Testamento, la relazione filiale fra Abramo e Isacco. Solo il 20 maggio del 2017 il prete era stato "dimesso" dallo stato clericale con una nota di Papa Francesco e con la sentenza di ieri si può dire anche definitivamente chiuso l'iter processuale.

Una nota curiosa è la strategia difensiva dei suoi avvocati secondi i quali don Inzoli non avrebbe dovuto essere condannato poiché già giudicato (colpevole) da un tribunale ecclesiale. Per alcuni, del resto, funziona così: ci si sveste in fretta dal proprio abito giusto in tempo per scaricare qualche responsabilità. La Cassazione ha confermato il giudizio d'appello. Silenzio ovviamente da Formigoni, Comunione e Liberazione e gli amici che furono.
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Re: Castità e pedofilia - Ascetismo e misticismo

Messaggioda Berto » sab apr 07, 2018 7:07 pm

Pedopornografia, arrestato in Vaticano ex funzionario della Nunziatura di Washington monsignor Carlo Alberto Capella
di Franca Giansoldati
Sabato 7 Aprile 2018

https://www.ilmessaggero.it/primopiano/ ... 54388.html

Città del Vaticano - Il Vaticano ha (finalmente) disposto l'arresto di monsignor Carlo Alberto Capella, il numero tre della nunziatura a Washington fino al settembre dell'anno scorso, quando era stato richiamato a Roma in fretta e furia per impedire che l'FBI lo arrestasse. Questa mattina, su 
proposta del Promotore di Giustizia, il Giudice Istruttore del
 Tribunale ha emesso un mandato di cattura. L’imputato ora è detenuto in una cella a disposizione
 dell’autorità giudiziaria. L’arresto giunge al termine di un’indagine interna per possesso di ingente
 materiale pedo-pornografico.

Nel settembre scorso il Vaticano lo aveva sottratto alla giustizia americana e alla polizia canadese che aveva spiccato un mandato di arresto. Il monsignore durante una vacanza in Canada, ospite di una parrocchia, aveva scaricato e condiviso parecchio materiale pedo-pornografico. Le accuse contro di lui erano pesanti. Negli Usa e in Canada la legge a tutela dei minori è particolarmente severa.

In questi mesi in Vaticano monsignor Capella viveva nello stesso appartamento che era stato abitato dal nunzio apostolico polacco, Wielosowski, un altro prelato arrestato e sotto processo per una storia di abusi su minori nella Repubblica Dominicana. Capella aveva ampia libertà di movimento tanto che è stato visto uscire diverse volte dallo Stato Vaticano.

Il mandato di arresto emesso a suo carico da parte delle autorità canadesi si riferiva a fatti avvenuti nel dicembre 2016, a Windsor, in Ontario. Proprio la polizia di Windsor è titolare di un'inchiesta su un colossale giro di pedopornografia su Internet, in seguito a una segnalazione del Centro nazionale di coordinamento contro lo sfruttamento dei bambini. Secondo le accuse della polizia di Windsor, Capella avrebbe utilizzato il computer della chiesa locale per scaricare e diffondere materiale pedopornografico.
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Re: Castità e pedofilia - Ascetismo e misticismo

Messaggioda Berto » gio mag 03, 2018 8:51 pm

Le vittime del Cile: il Papa ci ha chiesto perdono, ora azioni esemplari
Iacopo Scaramuzzi
2018/05/02

http://www.lastampa.it/2018/05/02/vatic ... agina.html

Juan Carlos Cruz, James Hamilton e José Andrés Murillo, le tre vittime del prete pedofilo cileno Fernando Karadima, che Papa Francesco ha invitato a Roma dopo l’esplosione del caso del vescovo Juan Barros, pupillo dello stesso Karadima, e che hanno incontrato personalmente Bergoglio da venerdì a lunedì a Casa Santa Marta, esprimono riconoscimento e apprezzamento per il gesto del Pontefice e «l’enorme generosità e ospitalità di questi giorni». Sottolineano inoltre che hanno visto un volto amichevole di una Chiesa che in passato li ha trattato da «nemici», ed esprimono la speranza che la Chiesa prenda la guida della lotta agli abusi sessuali, agli abusi di potere e all’insabbiamento delle accuse e che il Papa «trasformi le sue parole di amore e di perdono in azioni esemplari. Altrimenti, tutto questo sarebbe lettera morta».

«Dopo aver trascorso una settimana a Casa Santa Marta con Papa Francesco vorremmo esprimere quanto segue», hanno detto i tre uomini cileni leggendo una dichiarazione durante una conferenza stampa nella sede della Stampa Estera a Roma. «Per circa dieci anni siamo stati trattati come nemici perché combattevamo contro l’abuso sessuale e l’insabbiamento nella Chiesa. In questi giorni abbiamo incontrato il volto amichevole della Chiesa, completamente diverso da quello che abbiamo visto prima. Papa Francesco ci ha formalmente chiesto perdono, a nome proprio e della Chiesa universale. Riconosciamo e apprezziamo questo gesto e l’enorme generosità e ospitalità di questi giorni. Ringraziamo anche monsignor Jordi Bertomeu al quale il Papa ha chiesto di accompagnarci, ed è riuscito a trasformare il soggiorno in qualcosa di molto costruttivo».

«Abbiamo potuto parlare con franchezza e rispetto con il Papa. Abbiamo parlato di questioni difficili, come l’abuso sessuale, l’abuso di potere e specialmente dell’insabbiamento dei vescovi cileni. Realtà alle quali non facciamo riferimento come peccati, ma come crimini e corruzione, che non terminano in Cile, ma sono diffuse come un’epidemia. Un’epidemia che ha distrutto migliaia di vite. Le persone che hanno avuto fiducia sono state tradite nella loro fede. Parliamo per esperienza. Alcuni non sono riusciti a sopravvivere».

«Il Papa ha chiesto la nostra opinione su questioni specifiche e anche teoriche», hanno sottolineato i tre uomini. «Abbiamo parlato della gravità dell’insabbiamento degli abusi, perché lo sostiene, lo replica, non lo punisce, e favorisce la creazione di reti di abuso dentro e fuori la Chiesa. Abbiamo parlato con il Papa dell’ esercizio patologico e illimitato del potere, che è la pietra angolare dell’abuso sessuale e dell’insabbiamento. Gli abbiamo detto che la Chiesa ha il dovere di diventare un alleato e una guida nella lotta globale all’abuso e un rifugio per le vittime, cosa che oggi non avviene».

Le vittime hanno detto di aver incontrato nelle loro vite «preti, uomini e donne religiosi, impegnati nella giustizia e nella dignità di ogni essere umano. Persone oneste e coraggiose hanno fatto progressi in questa lotta. Sono molti e sono essenziali». «Il Papa - hanno aggiunto - è stato molto attento, ricettivo e molto empatico in queste intense e lunghe ore di conversazione. Ci ha chiesto di continuare a generare idee e suggerimenti che promettiamo di mandare nei prossimi giorni mentre continuiamo a lavorare con lui sulla questione».

Cruz, Murillo ed Hamilton hanno poi ribadito di aver deciso di «accettare questo invito a nome di migliaia di persone che sono state vittime dell’abuso sessuale e dell’insabbiamento della Chiesa cattolica. Sono stati con noi durante tutta questa visita». «Non spetta a noi portare avanti le necessarie trasformazioni nella Chiesa per porre fine all’epidemia dell’abuso sessuale e dell’insabbiamento», hanno affermato ancora, esprimendo un’ultimo auspicio: «Speriamo che Papa Francesco trasformi le sue parole di amore e di perdono in azioni esemplari . Altrimenti, tutto questo sarebbe lettera morta».

Nel corso della conferenza stampa che è seguita alla lettura della dichiarazione, i tre sopravvissuti agli abusi hanno puntato il dito contro le responsabilità della gerarchia della Chiesa cilena. «Il Papa ci ha chiesto scusa, non la Conferenza episcopale del Cile che non sa chiedere perdono», ha detto Cruz. I tre hanno spiegato che il Papa non ha detto loro quali iniziative prenderà prossimamente, in particolare quando incontrerà i vescovi cileni che ha convocato a Roma per la terza settimana di maggio. Il Pontefice argentino ha assicurato che «pregherà, rifletterà», ma Cruz, Hamilton e Murillo hanno riferito quanto hanno detto loro al Papa sui vescovi cileni.

Murillo, in particolare, ha sottolineato che «non solo il vescovo Juan Barros», ma anche i vescovi Koljatic, Valenzuela e Arteaga sono stati allievi di padre Karadima ed hanno coperto le denunce di abusi. Hamilton, da parte sua, ha più volte ribadito che insabbiare la denuncia del crimine di abuso è anch’esso un crimine e si è concentrato in particolare sul cardinale Francisco Errazuriz, arcivescovo emerito di Santiago e membro del Consiglio dei nove cardinali che coadiuvano il Papa nella riforma della Curia, il cosiddetto C9, e sul suo successore, l’attuale arcivescovo della capitale cilena Ricardo Ezzati. «Ci piacerebbe che andassero tutti in galera», ha dichiarato, ma «in Cile per il codice penale l’abuso sessuale si prescrive dopo 5 o 10 anni». Ricordando come la prescrizione sia scattata anche per padre Karadima, Hamilton ha espresso l’auspicio che in Cile e negli altri Paesi del mondo l’abuso sessuale su minori e adolescenti divenga imprescrittibile.

Quanto al cardinale Errazuriz, «sapeva tutto da molti anni: José Andrés Murillo gli ha dato una lettera di persona sugli abusi di Karadima. Nel 2005 ho personalmente testimoniato davanti al promotore di giustizia Eliseo Scudero, membro dell’Opus Dei, e nel processo civile monsignor Escudero ha confermato al giudice che aveva detto ad Errazuriz che quel che avevo testimoniato era credibile e che pertanto la sua opinione era iniziare un processo canonico contro Karadima. Ma non è successo nulla, fino al 2009, quando noi tre abbiamo reso un’altra testimonianza contro Karadima, in occasione del processo per l’annullamento canonico del mio matrimonio, e a quel punto le accuse sono arrivate alla Congregazione per la Dottrina della Fede ed è iniziato un processo» canonico a carico di Karadima concluso con la sentenza di colpevolezza.

«Erraruziz ha coperto per più di cinque anni il crimine di Karadima, e così di fronte al diritto canonico e alle vittime è un vero criminale, un uomo che ha coperto gli atti vili di Karadima e il suo circolo, la Pia unione. Spero che paghi per quello che deve pagare». Ancora adesso, secondo Murillo, i vescovi cileni stanno facendo una «forte azione di lobbying per salvarsi» dalle prossime iniziative del Papa.

Alla richiesta di rivolgere, in diretta televisiva con il Cile, un messaggio a Karadima, che risiede ritirato in una casa di riposo, i tre hanno risposto: «Assolutamente nulla», ha ribattuto Cruz. «A lui nulla ma ai vescovi dico che il maggior danno non è stato Karadima ma quando ero moribondo interiormente e anziché aiutarmi mi hanno respinto, ecco a loro dico che sono criminali», ha fatto eco Hamilton. «Non mi rivolgo a a Karadima ma a tutti i Karadima che ancora oggi abusano di bambini e adolescenti con crimini che vengono insabbiati da cardinali, vescovi, superiori, dico che li perseguiamo nel nome della giustizia».

Pur con diverse sfumature, Cruz, Hamilton e Murillo hanno poi espresso valutazioni fiduciose nei confronti del Papa in merito alla vicenda Karadima-Barros nonostante la pubblicità che essa ha avuto sui media e nonostante la lettera che Cruz gli aveva recapitato tramite il cardinale Sean O’Malley. Cruz stesso ha detto: «Ho ammesso che mi ha ferito terribilmente quando ha detto quello che ha detto e non ha detto quello che non ha detto, quando ha parlato di calunnie… ma sono certo che c’è un ambiente tossico attorno a questa vicenda, penso al nunzio apostolico, al cardinale Errazuriz, al cardinale Ezzati, ai membri della Conferenza episcopale cilena. Non penso che quando è tornato dal Cile (il Papa, ndr) avesse un atteggiamento vittorioso, poi ha parlato con un po’ di persone, ha subito inviato in cile monsignor Scicluna e padre Bertomeu, che gli hanno aperto completamente gli occhi».

Juan Carlos Cruz ha riferito ancora di aver parlato a Francesco della lettera e mentre parlava «lui scuoteva la testa, senza dire niente». «La mia impressione è che non stesse mentendo ma fosse mal informato. Il punto qui è: chi ha informato male il Papa? Credo veramente che fosse mal informato. Mi è sembrato veramente sincero, mi è sembrato che parlasse dal cuore». «Abbiamo visto che ha chiesto perdono, ora aspettiamo che compia delle azioni», ha ribadito da parte sua Murillo: «Non siamo qui per fare pubbliche relazioni ma per vedere azioni, e questo è quel che io mi attendo».

Hamilton ha spiegato che «probabilmente non sapremo mai tutta la situazione, tutte le informazioni che aveva, che non aveva, ma quello che credo veramente è che ora sia bene informato, perché voleva esserlo. Per questo ha chiesto la nostra visita. Quindi è tempo per noi, per me, di guardare avanti. E aspettare. Tutti meritano, specialmente in questi casi, una seconda chance. Abbiamo speranza. Ma la nostra speranza è realmente connessa con la realtà. Se non vedremo nessun cambiamento, continueremo la nostra battaglia per tutte le persone abusate nel mondo, non solo quelle abusate dai preti. Se vedremo dei cambiamenti, saremo i primi a tornare qui ad aiutare per qualsiasi cosa serva».

Papa Francesco ha chiesto alle tre vittime di rimanere in contatto con lui, e loro stessi, ha riferito Murillo, gli invieranno probabilmente già la prossima settimana una serie di proposte concrete su «verità, prevenzione, giustizia e risarcimento alle vittime». «Io credo che sia la peggior crisi della Chiesa nella sua storia, non una crisi dall’esterno, con qualcuno che uccide i sacerdoti, ma una crisi interna che sta uccidendo la fede dall’interno, la sua credibilità», ha spiegato Hamilton che ha definito «riparatore» questo viaggio a Roma. Murillo, da parte sua, ha confessato di essere «veramente stanco»: «Lavoro costantemente con vittime di abusi e durante questo viaggio ho pensato molto a loro e a tutti i minori e gli adolescenti che subiscono abusi da parte di preti, professori, allenatori, a casa… penso a loro, a tutti gli insabbiamenti, ad esempio in Francia sotto il cardinale di Lione Philippe Barbarin» e invece «la Chiesa deve essere un’alleata nella lotta agli abusi, non un rifugio per abusatori».

Alla domanda su quale sia stato il momento più significativo degli incontri con il Pontefice – colloqui personali di oltre due ore ciascuno e un incontro collettivo lunedì – per Cruz è stato quando è riuscito a dire a Jorge Mario Bergoglio «che ci sono persone abusate che non sono state fortunate come noi e hanno perso la vita». Per Hamilton, quando il Papa ha detto che «non si torna indietro». Per Murillo, «il momento più significativo è stato quando il Papa ha detto che l’abuso e l’insabbiamento non sono peccato, ma corruzione. Quando lo ha detto, ho pensato: forse farà qualcosa di importante».
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Re: Castità e pedofilia - Ascetismo e misticismo

Messaggioda Berto » ven mag 18, 2018 3:27 am

Il rumore del silenzio sulla pedofilia nella Chiesa, tra il processo Pell e il caso cileno
2018/05/17

https://www.huffingtonpost.it/2018/05/1 ... t-homepage

Anche il silenzio può far rumore. Anche il silenzio ha un suono. Bisognerà attendere per capire se si tratta della quiete prima della tempesta oppure se la consegna del silenzio servirà ancora una volta a coprire. Però un fatto è certo: quasi con un sincrono globale, il silenzio è caduto contemporaneamente su due delle vicende di pedofilia che hanno fatto tremare il trono di Pietro negli ultimi mesi.

La prima in Australia. Nella udienza del 15 maggio del processo penale contro il cardinale George Pell (uno dei membri del C9 di Francesco), per abusi sessuali su minori che avrebbe personalmente commesso - ma il cardinale ha sempre negato con veemenza le accuse - la procura stessa ha chiesto il completo silenzio stampa e la non pubblicità delle udienze, persino la non pubblicità dell'inizio del processo vero e proprio, o meglio dei due processi distinti cui dovrà essere sottoposto Pell. Tra gli altri lo hanno annunciato l'AFP, la EFE, e il New York Times. E così è avvenuto.

Il divieto riguarda "ogni resoconto di tutto o di parte di questo procedimento e qualsiasi informazione che derivi da questo procedimento e ogni documento giudiziario associato al procedimento". Lo scopo è "prevenire un rischio reale e sostanziale di pregiudizio a una corretta amministrazione della giustizia". I giornalisti che più di tutti hanno seguito il caso hanno dovuto avvertire i loro lettori del cambio di fronte quanto all'informazione, e hanno quindi avvisato che "per motivi legali" non possono più fornire alcun dettaglio. All'uscita dell'udienza del 15 maggio, il cardinale Pell, il più alto in grado nella gerarchia cattolica a finire sotto processo per un reato del genere, non aveva una faccia soddisfatta nonostante il fatto che il regime di non pubblicità lo aiuti a tenerlo lontano dall'accanimento mediatico. C'è infatti un risvolto della medaglia nella non pubblicità delle udienze: lascerà mano libera all'accusa di portare in giudizio tutte le testimonianze e le prove, anche le più scabrose.

Che la Corte di Melbourne sia determinata a garantire la segretezza è dimostrato dal licenziamento in tronco appena avvenuto di un dipendente amministrativo degli uffici giudiziari che si era intromesso senza aver nessun titolo nel sistema informatico per conoscere quali siano le accuse precise contro Pell. Il sistema informatico infatti è protetto da un sofisticato sistema antintrusione che segnala con immediatezza chi consulta i file elettronici relativi al processo, senza esserne autorizzato.

La seconda vicenda di pedofilia su cui, almeno temporaneamente, è caduto il silenzio è quella cilena, dove invece è sul banco degli imputati (anche in Tribunale, perché pende un processo civile d'appello da parte di tre vittime) la copertura data dai vertici della Chiesa a un prete pedofilo, Fernando Karadima, già condannato nel 2011 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, al tempo di Papa Ratzinger. Un caso le cui conseguenze hanno fatto inciampare lo stesso Papa Francesco che, dopo aver difeso strenuamente il vescovo Juan Barros di Osorno (un discepolo di Karadima) dall'accusa di complicità, di ritorno dal suo viaggio in Sudamerica a fine gennaio, è dovuto tornare rapidamente sui suoi passi, inviare un "inquisitore vaticano" sul posto (l'arcivescovo di Malta, Charles Scicluna), convocare a Roma tutto l'episcopato del Paese (36 prelati, tra cui Barros e il cardinale membro del C9 di Francesco, Francisco Errazuriz Ossa) che da due giorni è in Vaticano, quasi in ritiro. Per una sorta di esercizi spirituali penitenziali, cui il Papa ha fornito persino un testo di meditazione e confronto.

Il papa ha dovuto ammettere pubblicamente di aver compiuto dei gravi errori di valutazione sul caso Barros, indotti da informazioni non corrette che gli erano state fornite. Ha anche ricevuto tre vittime di Karadima che hanno accusato Barros di complicità. Dopo che il Papa aveva ricevuto le vittime, il Vaticano ha tenuto un profilo mediatico basso, anche perché le vittime hanno chiaramente detto che non volevano far parte di un'occasione di Pr, di pubbliche relazioni, per la Santa Sede. Lo stesso portavoce della Sala Stampa Vaticana, Greg Burke, ha reiteratamente sostenuto nei giorni scorsi che gli incontri del Papa con i vescovi cileni (che finisco la sera di venerdì 18 maggio) devono essere considerati come strettamente privati.

In una lettera al termine dell'incontro il Papa ha ringraziato i vescovi cileni. "Voglio ringraziarvi per aver accettato l'invito affinché, insieme, abbiamo potuto esprimere un franco discernimento sui gravi eventi che hanno danneggiato la comunione ecclesiale e indebolito il lavoro della Chiesa del Cile negli ultimi anni. Alla luce di questi dolorosi eventi riguardanti gli abusi - di minori, di potere e di coscienza - abbiamo approfondito la gravità degli stessi e le tragiche conseguenze che hanno avuto in particolare per le vittime. Ad alcuni di loro ho chiesto perdono di cuore e vi siete uniti in una sola volontà e con la ferma intenzione di riparare i danni causati".

Intanto in Cile, alcuni organi di stampa sostengono che 11 vescovi, a partire da Barros, dovranno dimettersi. E che lo stesso accadrà per il Nunzio, cioè l'ambasciatore vaticano, Ivan Scapolo. Vengono tutti accusati di non aver fornito adeguate informazioni al Papa.

Insomma, una situazione quasi sospesa. Bisognerà attendere per capire se la consegna del silenzio, impedirà, oppure no, a questo silenzio, alla fine, di emettere un suono.
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Re: Castità e pedofilia - Ascetismo e misticismo

Messaggioda Berto » sab mag 19, 2018 2:39 pm

Scandalo pedofilia: Francesco fa dimettere tutti i vescovi del Cile
L'intero episcopato del Paese sudamericano autosospeso dopo la lettera riservata del Papa
Sab, 19/05/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 28891.html

Trentaquattro vescovi cileni hanno rassegnato le dimissioni in blocco nelle mani del Papa. È la prima volta nella storia della chiesa che un intero episcopato si autosospende dal proprio incarico.

La decisione è arrivata al termine di una riunione straordinaria in Vaticano, convocata dallo stesso Pontefice, per affrontare lo scandalo dell'insabbiamento delle denunce contro i preti pedofili. «Vogliamo chiedere perdono per il dolore causato alle vittime, al Papa al popolo di Dio e al nostro paese per i nostri gravi errori e omissioni commessi hanno sottolineato i vescovi -. Ringraziamo le vittime per la loro perseveranza e il loro coraggio nonostante le enormi difficoltà personali, spirituali, sociali e famigliari che hanno affrontato».

Il problema è esploso intorno alla figura di padre Fernando Karadima, oggi ottantenne, sacerdote della capitale cilena all'epoca della dittatura di Pinochet. Nel 2011 era stato condannato dall'ex Sant'Uffizio per abusi sessuali sui minori. Alcune vittime avevano anche mosso accuse nei confronti di vescovi importanti della Chiesa cilena, e in particolare presuli come Juan Barros, attuale vescovo di Osorno, che da giovani erano stati allievi di Karadima. Dopo averlo difeso - da ultimo nel suo recente viaggio in Cile a gennaio scorso - il Papa, in seguito alle critiche che le sue parole avevano suscitato, ha cambiato idea e ha inviato in Cile mons. Charles Scicluna, per indagare sulla situazione. Poi Francesco ha convocato la conferenza episcopale cilena a Roma per affrontare la questione. E ieri, l'annuncio choc delle dimissioni in blocco.

Il Papa ha consegnato ai vescovi una lettera riservata di dieci cartelle, il cui contenuto è stato diffuso dalla televisione cilena Antena 13. Il problema degli abusi sessuali sui minori e dell'insabbiamento delle denunce non si risolve «solo con la rimozione di persone, che pure bisogna fare». Questo «non è sufficiente». Occorre che i vescovi non cadano nella tentazione di voler salvare sé stessi e la loro reputazione: «Il problema è il sistema», scrive Papa Francesco. Bergoglio parla di «fatti delittuosi» e sottolinea che alcuni religiosi, espulsi dai loro rispettivi ordini per gli abusi commessi, sono stati accolti da altre diocesi e hanno ricevuto incarichi che li hanno portati a contatto con bambini e ragazzi.

Il tono di Papa Francesco è duro e arriva a criticare il modo con cui sono state condotte le indagini sugli abusi: le denunce ricevute «sono state qualificate come inverosimili» mentre rappresentavano «gravi indizi». «Certe inchieste non sono state realizzate e si sono verificate negligenze nella protezione dei bambini da parte dei vescovi e dei superiori religiosi. Ci sono state anche pressioni su coloro che dovevano fare i processi, e c'è stata anche la distruzione di documenti compromettenti», sottolinea il Papa. La Chiesa cilena, «ha perduto il suo centro e si è concentrata su se stessa», scivolando in atteggiamenti di «messianismo, elitarismo e clericalismo», che sono «sinonimi di perversione ecclesiale».

Le vittime del sacerdote pedofilo Karadima ricevute nelle scorse settimane a Casa Santa Marta dal Papa hanno commentato la notizia delle dimissioni in blocco dei vescovi su Twitter. «Per dignità, giustizia e verità: lasciano tutti i vescovi. Delinquenti. Non hanno saputo proteggere i più deboli, li hanno esposti agli abusi e invece hanno impedito la giustizia. Per questo, meritano semplicemente di andarsene», ha scritto José Andrés Murillo. Ora il Papa, nelle prossime settimane, deciderà se accettare o respingere le dimissioni, valutando prevedibilmente caso per caso.
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Re: Castità e pedofilia - Ascetismo e misticismo

Messaggioda Berto » mer mag 23, 2018 10:55 am

"Dio ti ama come sei" Le scuse di Francesco al gay che subì abusi da un prete
Redazione - Mar, 22/05/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 30373.html

«Dio ti ha fatto in questo modo e ti ama in questo modo». Così Papa Francesco avrebbe rassicurato Juan Carlos Cruz, cileno omosessuale tra le vittime dello scandalo pedofilia che sta scuotendo la Chiesa sudamericana.

Secondo il quotidiano spagnolo «El Pais» l'uomo, in un incontro privato con il Pontefice di un paio di settimane fa, gli ha raccontato di aver subito abusi da piccolo da parte di Fernando Karadima, il parroco oggi 87enne all'origine del caso. Bergoglio gli avrebbe risposto così: «Juan Carlos, non importa che tu sia gay. Dio ti ha fatto così e ti ama per quello che sei, e per me le cose non cambiano. Il Papa ti ama per quello che sei». Le parole non sono state confermate né smentite dall'ufficio stampa del Vaticano. La questione dell'omosessualità sarebbe stata sollevata durante il colloquio perché alcuni vescovi cileni avevano accusato Cruz di essere un pervertito e di aver mentito sulla vicenda. La scorsa settimana Francesco ha tenuto un vertice straordinario a porte chiuse sullo scandalo cileno, in seguito al quale 34 vescovi del Paese sudamericano hanno presentato per iscritto al Papa le loro dimissioni. Ora sarà lui a decidere quali misure adottare.

Non è la prima volta che il Pontefice mostra un'apertura sul tema dell'omosessualità. L'uscita più esplicita fu nel giugno 2016, su un volo di ritorno dall'Armenia. «I gay non vanno discriminati, devono essere rispettati, accompagnati pastoralmente - aveva detto ai giornalisti - Se una persona di quella condizione ha buona volontà e cerca Dio, chi siamo noi per giudicare?»
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Re: Castità e pedofilia - Ascetismo e misticismo

Messaggioda Berto » mer mag 23, 2018 10:58 am

Pedofilia, il prete in aula "Fu Delpini ad avvisarmi che ero sotto inchiesta"
Luca Fazzo - Mer, 23/05/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 30771.html

Don Galli è accusato di molestie su un minore E ha chiamato in causa l'arcivescovo di Milano

Milano Don Mauro Galli è piccolo, esile, dimostra meno dei suoi trentotto anni. Per la Procura di Milano è un prete pedofilo, un sacerdote che ha approfittato del suo ruolo per portarsi a letto un ragazzino.

Ieri, per la prima volta, appare nell'aula del processo. Lo interrogano, si difende: senza incertezze e senza emozioni apparenti. Ma don Galli sa che ormai nella sua aula non si celebra solo il processo contro di lui. Che sotto accusa ci sono i vertici della Curia ambrosiana che lo hanno coperto a lungo: a partire da Mario Delpini, oggi arcivescovo di Milano: cui, proprio per il suo coinvolgimento nella vicenda, nei giorni scorsi Papa Francesco ha negato la promozione a cardinale.

Il giovane prete dichiara al tribunale che fu proprio Delpini, allora vicario generale della diocesi, a metterlo sull'avviso dell'inchiesta, allora segreta, aperta nei suoi confronti per violenza sessuale. «Nel settembre 2014 vengo chiamato dal vicario generale e mi dice che a Rozzano i preti hanno sentito di una possibile denuncia effettuata contro di me», racconta. Perché Delpini sente la necessità di mettere il prete sull'avviso?

Le intercettazioni raccontano delle modalità con cui avviene la convocazione, con Delpini che convoca don Galli, lo ammonisce a non parlare al telefono, gli consiglia l'avvocato. Ieri, in aula, don Galli potrebbe approfondire il ruolo dell'arcivescovo. Ma il presidente del tribunale stoppa la domande del pm: «Sono temi estranei al capo di imputazione». Allo stesso modo, poco prima, il giudice aveva impedito al pm di scavare sul tema cruciale del comportamento della Curia, che dopo avere saputo di quanto accaduto a Rozzano (dove don Mauro aveva invitato a dormire a casa sua un quindicenne, lo aveva ospitato nel suo letto matrimoniale, e il ragazzo riferiva di essere stato abbracciato nella notte) invece di mettere al riparo il prete da altre tentazioni lo aveva spostato a Legnano, in un'altra pastorale giovanile. Neanche questo, dice il giudice, è il tema del processo.

Così tutto si ferma alla ricostruzione della sera del 19 dicembre 2011, quando il giovane - animatore all'oratorio, ragazzo intelligente ma irrequieto, un po' in rotta con la famiglia - dorme in parrocchia. Ci sono due stanze con i letti, ma ragazzo e prete finiscono nel lettone di quest'ultimo. Non le parve strano? «Col senno di poi sì. In quel momento non pensai ad altre sistemazioni». Cosa accadde? «Dormii male. Una volta mi svegliai perché lui russava La seconda volta vidi che stava per cadere dal letto. Lo presi e lo rimisi a posto». Nient'altro? «Nient'altro. Non l'ho abbracciato nè toccato nè ho compiuto gli atti che mi vengono contestati». Come si spiega che il ragazzo dica di essere stato violentato? «Credo che ripeta opinioni espressa da altri».

Su quanto accadde dopo, sul ruolo della Curia, viene ammessa una sola domanda, dal difensore del prete: «Lei ha risarcito la famiglia del ragazzo. Dove ha preso i soldi?» «Erano dei miei genitori e di mia nonna». É un modo per dire che la Curia non c'entra, che non è stato Delpini a tacitare la vittima. Ma don Galli non spiega perché sulla fonte dei soldi venne imposto il silenzio, non dice chi gli sta pagando l'avvocato, non racconta perché nei verbali di interrogatorio si dichiarò nullatenente.
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Re: Castità e pedofilia - Ascetismo e misticismo

Messaggioda Berto » ven mag 25, 2018 8:01 am

L'allarme del Papa alla Cei: "I gay non entrino nei seminari"
Papa Francesco ha affrontato il tema dei seminaristi omosessuali durante l'assemblea generale della Cei. Bergoglio preoccupato dalla portata del fenomeno
Giuseppe Aloisi - Gio, 24/05/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 31480.html

Papa Francesco ha affrontato la tematica dell'omosessualità durante l'assemblea generale della Conferenza episcopale italiana.

Meglio, il pontefice argentino ha parlato della questione dell'ingresso nei seminari di persone "che praticano l'omosessualità". La sensazione è che il Santo Padre sia preoccupato per la portata complessiva del fenomeno.

"Se avete anche il minimo dubbio - ha dichiarato Bergoglio ai vescovi italiani - è meglio non farli entrare". Tra le preoccupazioni sollevate in questi giorni da Papa Francesco c'è anche questa. Non solo la crisi delle vocazioni, la necessità di ridurre di numero le diocesi (sulla quale però la Conferenza episcopale non sarebbe d'accordo) e lo "scandaloso" utilizzo privatistico dei beni ecclesiastici: nei seminari esistono "tendenze" che per il Santo Padre sono "profondamente radicate" e che si declinano in veri e propri "atti omosessuali".

"Nel dubbio - ha sottolineato l'ex arcivescovo di Buenos Aires - meglio che non entrino". Pare che fino a questo momento Bergoglio non avesse mai posto questo "problema" in pubblico e in modo così diretto. Gli episodi "sospetti" stanno aumentando di numero. Almeno secondo quanto riportato dalle cronache giornalistiche.

Bergoglio, in realtà, ha dato seguito a una posizione ribadita due anni fa. All'interno della Ratio Fundamentalis pubblicata nel 2016, la Congregazione per il Clero aveva evidenziato che:"...in relazione alle persone con tendenze omosessuali che si accostano ai seminari, o che scoprono nel corso della formazione tale situazione, in coerenza con il proprio magistero, la Chiesa, pur rispettando profondamente le persone in questione, non può ammettere al seminario e agli ordini sacri coloro che praticano l'omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay". Il Vaticano, insomma, non ha affatto cambiato linea e le parole del pontefice non vanno interpretate come se rappresentassero una "svolta dottrinale".

"Se un candidato - si legge nel testo citato - pratica l’omosessualità o presenta tendenze omosessuali profondamente radicate, il suo direttore spirituale così come il suo confessore hanno il dovere di dissuaderlo, in coscienza, dal procedere verso l’ordinazione".

In gioco ci sarebbe anche la serenità della vita nei seminari. "Abbiamo affrontato la pedofilia e presto dovremo confrontarci anche con quest' altro problema", avrebbe detto il Papa ai vescovi italiani, stando a quanto si legge su Il Messaggero. Bergoglio, durante questi cinque anni di pontificato, è stato spesso accusato di essere troppo morbido in relazione a questa tematica. Dal progressista James Martin, sostenitore dei diritti Lgbt e consulente della Santa Sede in materia di comunicazione, al famoso: "Chi sono io per giudicare...".

I tradizionalisti hanno spesso "alzato il tiro" sulla questione. Come se, durante il pontificato del papa regnante, fosse nata una sorta di una tendenza tesa a giustificare le pratiche omosessuali. La posizione emersa durante questa assemblea generale della Cei sembra smentire queste accuse. Parole, quelle del pontefice, che sono in ogni caso destinate a far discutere.
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