Castità, ascetismo-misticismo, solidarismo e pedofilia

Re: Castità, ascetismo-misticismo, solidarismo e pedofilia

Messaggioda Berto » dom ago 09, 2020 8:58 am

Vaticano, Pell assolto in Australia dall'accusa di pedofilia
La sentenza dell'Alta corte ribalta la condanna a sei anni che il prelato stava scontando
di Carlo Marroni
7 aprile 2020

https://www.ilsole24ore.com/art/vatican ... ia-ADF11hI

Sentenza clamorosa dell'Alta corte australiana: è stato deciso il proscioglimento del cardinale George Pell, che stava scontando una condanna a 6 anni per abuso su minori. L'Alta Corte ha ribaltato la sentenza della Corte d'Appello emessa nell'agosto dell'anno scorso che confermava la decisione del Tribunale di Melbourne del dicembre 2018. Il porporato 78enne, che si è sempre dichiarato innocente, è ora libero: ha lasciato il carcere di Barwon per recarsi in un istituto religioso presso Melbourne.

Da lui sempre sostenuta l’innocenza
Le notizie che sono arrivate nel corso della notte dell'Australia dicono che i sette giudici della suprema istanza giudiziaria australiana hanno deciso il verdetto all'unanimità in base al fatto che c'è una ragionevole possibilità che il reato non sia avvenuto e che quindi ci sia una significativa possibilità che una persona innocente possa essere condannata. Pell, dopo la decisione dell'Alta Corte, ha ribadito di aver «costantemente sostenuto» la sua innocenza e che l'ingiustizia che ha ricevuto è stata ora sanata. Riferendosi alla persona che lo ha accusato per un fatto avvenuto negli anni ‘90, a quel tempo era un chierichetto della Cattedrale di Melbourne, il porporato ha detto di non nutrire alcun risentimento verso di lui. Quindi ha auspicato che la sua assoluzione non aggiunga altro dolore.

Il Vaticano ha sempre atteso le decisioni dei giudici
In tutta questa vicenda, la Santa Sede ha sempre preso atto delle decisioni dei giudici australiani, ribadendo il massimo rispetto per le autorità giudiziarie nei suoi vari gradi, ma restando in attesa di conoscere gli eventuali ulteriori sviluppi del procedimento. Ricordando in varie dichiarazioni che il cardinale ha sempre sostenuto la sua innocenza e il suo diritto a difendersi fino all'ultimo grado della giustizia, ha costantemente confermato la vicinanza alle vittime di abusi sessuali e l'impegno, attraverso le competenti autorità ecclesiastiche, a perseguire i membri del clero che ne siano responsabili.

Fu primo Prefetto dell'Economia, periodo controverso
La figura di Pell è sempre stata un po' controversa dentro la Santa Sede. Le accuse verso di lui su queste vicende risalgono a molti anni fa, ma non si erano mai realmente concretizzate. Pell era stato molto attivo nelle “congregazioni” prima del Conclave del 2013 che aveva eletto Bergoglio a Papa, soprattutto sui temi legati allo Ior. Forse anche per questo suo interesse Francesco nel 2014 lo aveva nominato Prefetto della neonata Segreteria per l'Economia, chiamandolo a Roma. Nel corso di un anno circa Pell aveva assunto un grande potere, debordando anche dal suo perimetro, arrivando addirittura ad accusare altri dicasteri di avere sostanzialmente dei fondi neri (dichiarazioni che furono oggetto di una smentita della Sala Stampa, la prima dello storia verso un cardinale capo-dicastero). Un attivismo che via via lo ha emarginato, e che è andato di pari passo con le sue posizioni ultraconservatrici in dottrina, associandolo al gruppo di “opposizione” da destra del Papa sui temi della famiglia (si ricordi le vicende del Sinodo e la celebre “lettera dei 13” che accusa il Papa di voler pilotare l'assise). Ma Bergoglio, anche quando le accuse dall'Australia era deflagrate, ha sempre evitato di emettere condanne preventive. Solo dopo la sentenza d'Appello ha nominato un suo successore alla guida della Segreteria, il gesuita spagnolo Guerrero Alves.
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Re: Castità, ascetismo-misticismo, solidarismo e pedofilia

Messaggioda Berto » sab ott 24, 2020 3:52 am

Fedez e don Alberto Ravagnani: confronto su sessualità e celibato
23 ottobre 2020

https://it.aleteia.org/2020/10/23/fedez ... -celibato/

Don Alberto tra Sal e Fedez, durante la trasmissione "Muschio selvaggio".
Durante il podcast della trasmissione Muschio Selvaggio su youtube, alle provocazioni del rapper seguono le risposte precise del prete youtuber

Metti un confronto senza censure su celibato e sessualità tra un rapper affermato come Fedez e un prete che si sta affermando sui social da qualche tempo, Don Alberto Ravagnani.

Don Alberto, 27 anni, è il sacerdote social che parla ai ragazzi utilizzando i loro mezzi di comunicazione. Ha un canale YouTube seguito da 96.500 persone attraverso cui fa catechesi e affronta argomenti quotidiani da punto di vista della Chiesa. Ha un profilo Instagram da oltre 88 mila followers e un account TikTok che supera i 70 mila seguaci.

La storia su instagram e il primo confronto

Un mito in rete, Don Alberto aveva conosciuto Fedez attraverso una delle sue storie su Instagram, in cui citava La strofa (“meglio bimbe di Conte che bimbe dei preti”) di un tormentone del rapper uscito durante la quarantena e invita il cantante, marito di Chiara Ferragni, ad andarlo a trovare in oratorio e toccare con mano la realtà che si vive ogni giorno nei luoghi di Fede. Fedez in oratorio non è andato ma ha invitato Don Alberto nella trasmissione che tiene su Youtube, “Muschio Selvaggio“, insieme all’amico Luis Sal, per affrontare l’argomento (VareseNoi, 20 ottobre).

Fedez e Don Alberto sulle stories di instagram
Il nuovo botta e risposta in trasmissione

Gli argomenti del confronto tra Fedez e don Alberto Ravagnani: sessualità, beni materiali, come si diventa preti, la Bibbia e i Vangeli, papa Francesco, la libertà nella Chiesa. L’approccio corrisponde a quello tipico di un «lontano»: Fedez, probabilmente, sa quello che sa della fede, e ancor più della Chiesa, per averlo appreso dai media (più qualche ricordo d’infanzia) e su quello si è formato le sue opinioni.

“Il messaggio: gli diamo credito”

Dal canto suo don Ravagnani rimane sé stesso: snocciola le sue risposte senza essere rinchiuso in un ruolo (come tante volte accade ai preti nei talk-show televisivi). Neppure patisce scetticismo, anzi. Sarà che i tre sono, più o meno, coetanei, sarà che hanno in comune anche una certa familiarità con i media digitali, sarà che il precedente dialogo è andato bene: fatto sta che l’interlocutore-prete viene ascoltato con interesse. Il messaggio è: gli diamo credito (Avvenire, 23 ottobre).


Il dibattito sul celibato

Uno degli argomenti più caldi del dibattito è il celibato. Fedez lo stimola a parlarne. Don Alberto racconta la ragione evangelica del celibato. «Io scelgo di non vivere la mia vita sessuale in forma genitale per il Regno dei Cieli. Quella vita per me è totalizzante, non mi penalizza», dice don Alberto. Fedez lo provoca: «Allora è come non avere gli organi genitali?». «In realtà no – ribatte don Alberto – perché questa cosa presterebbe il fianco al fatto che i preti sono dei “castrati” e che la mia è “castrata”, non è aperta. Invece quella che ho fatto non è una scelta di debolezza, ma per amore di Dio. Io scelgo di vivere la mia vita in questa maniera».

Sport, palestra e Dio

Aggiunge Sal: «Sicuramente è una grande rinuncia che merita rispetto. Un sacrificio come quello del bodybuilder: anche lui rinuncia a quasi tutto, e in fondo pratica un pò di castità, limitando le pulsioni di cibo, di fare festa. C’è un grande amore in entrambe queste scelte di vita. Se avessi una chiesa, io me la immagino piena di attrezzi». Anche su questo punto don Alberto è pronto: «La tua visione è interessante. Io mi tengo in forma, corro, faccio sport». Come a dire: puoi restare in forma con il corpo e con la mente ed abbracciare Dio senza alcun problema.


Alberto Pento
Negare la propria vita sulla terra per quella religiosamente supposta del Regno dei Cieli non comporta nessun sensato eroismo e non vi è alcuna esemplarità superiore in questa scelta che è solo demenzialità religiosa idolatra contro natura.
Il dio di questo prete celibe non è Dio ma un idolo, nulla più che un idolo
.
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Castità, ascetismo-misticismo, solidarismo e pedofilia

Messaggioda Berto » dom gen 31, 2021 5:51 pm

Monsignor Viganò contrattacca dopo il dossier McCarrick
Giorgio Carbone
24 novembre 2020

https://www.liberoquotidiano.it/articol ... c.facebook


Il rapporto sul cardinale abusatore è menzognero, secondo l'arcivescovo
A MARGINE

del Rapporto della Segreteria di Stato

su Theodore McCarrick

Il Rapporto McCarrick pubblicato dalla Segreteria di Stato il 10 Novembre 2020 è stato oggetto di molteplici commenti: alcuni ne rilevano le lacune, altri lo elogiano come prova della trasparenza di Bergoglio e dell’infondatezza delle mie accuse. Vorrei soffermarmi su alcuni aspetti che meritano di essere approfonditi, e che non mi riguardano personalmente. Scopo di queste riflessioni non è quindi addurre ulteriori prove circa la falsità delle argomentazioni mosse nei miei confronti, quanto piuttosto evidenziare le incongruenze e i conflitti di interesse che sussistono tra chi giudica e chi è giudicato, tali a mio parere da inficiare l’indagine, il processo e la sentenza.

La terzietà dell’organo giudicante

Premetto che, a differenza di un normale processo civile o penale, nelle indagini ecclesiastiche vi è una sorta di diritto implicito alla credibilità nelle testimonianze rese dai chierici. Questo mi pare abbia consentito di considerare come prove anche le testimonianze di Prelati che potrebbero trovarsi in una posizione di complicità nei riguardi di McCarrick e che quindi non avessero alcun interesse a rivelare la verità, anzi ne avrebbero tratto un danno per sé e per la propria immagine. Insomma, per prendere a prestito un’immagine di Collodi, è difficile pensare che il Gatto (Kevin Farrell) possa credibilmente scagionare la Volpe (Theodore McCarrick); eppure questo è avvenuto, così come è stato possibile ingannare Giovanni Paolo II sull’opportunità di nominare McCarrick Cardinale Arcivescovo di Washington, o Benedetto XVI sulla gravità delle accuse che gravavano sul porporato.

Si è ormai compreso che questo diritto alla credibilità con l’Argentino è assurto a dogma, forse l’unico che non è possibile mettere in dubbio nella chiesa della misericordia, specialmente quando le interpretazioni alternative della realtà – che i mortali chiamano prosaicamente menzogne – sono formulate proprio da lui.

Lascia inoltre sconcertati il fatto che la testimonianza di mons. Farrell in difesa di McCarrick sia stata riportata con enfasi – il Vescovo è addirittura chiamato con il titolo di «Eccellentissimo» – ma che allo stesso tempo la testimonianza di James Grein sia stata completamente omessa, così come prudentemente si è scelto di non far deporre i Segretari di Stato Sodano e Bertone. Né si comprende per quale motivo siano ritenute valide e credibili le parole di Farrell in difesa dell’amico e coinquilino, e non le mie, che pure sono Arcivescovo e Nunzio Apostolico. L’unico motivo che riesco a individuare è che mentre le parole di Farrell confermano la tesi di Bergoglio, le mie la confutano e mostrano che a mentire non è stato solo il Vescovo di Dallas.

Andrebbe poi ricordato che il Card. Wuerl, successore di McCarrick sulla cattedra di Washington, si è dimesso il 12 Ottobre 2018 a causa delle pressioni dell’opinione pubblica dopo le sue iterate negazioni di essere stato a conoscenza della condotta depravata del suo confratello. Eppure nel 2004 Wuerl aveva dovuto gestire la denuncia contro McCarrick di Robert Ciolek, un ex sacerdote della Diocesi di Metuchen, inviandola all’allora Nunzio Apostolico mons. Gabriel Montalvo. Nel 2009 fu Wuerl a ordinare il suo trasferimento dal Seminario Redemptoris Mater alla parrocchia di San Tommaso Apostolo a Washington; e nel 2010 fu proprio Wuerl, assieme al Presidente della Conferenza Episcopale, Card. Francis George, a sconsigliare la Segreteria di Stato circa l’invio di un messaggio augurale a McCarrick in occasione del suo ottantesimo compleanno. Nel Rapporto è inoltre citata la corrispondenza tra il Nunzio Sambi e Wuerl concernente il pericolo di scandalo intorno alla persona di McCarrick; lo stesso dicasi per la corrispondenza del Card. Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, nella quale si conferma che Wuerl «ha costantemente favorito McCarrick anche quando non viveva in Seminario». Risulta quindi molto strano che i gravi sospetti che gravavano sul Cardinale prima della mia nomina, ampiamente documentati nel Rapporto, siano considerati motivo di censura nei miei confronti – nonostante li avessi notificati nuovamente alla Segreteria di Stato – ma non nei confronti di Wuerl; il quale, anche dopo le dimissioni da Arcivescovo di Washington, ha mantenuto i propri incarichi nei Dicasteri romani, ivi compresa la Congregazione dei Vescovi, in seno alla quale ha avuto voce in capitolo nella nomina dei Presuli.

Non si comprende per quale motivo gli estensori del Rapporto siano così disinvolti nel giudicare Giovanni Paolo II per aver prestato fede alle parole del suo segretario in difesa di McCarrick, e così assolutori nei confronti di Bergoglio, nonostante si accumulassero dossier sul conto di Zio Ted, al quale il predecessore aveva chiesto di «tenere un basso profilo».

Credo sia giunto il momento di chiarire una volta per tutte la posizione dell’organo giudicante – rectius: di questo organo giudicante – rispetto all’imputato.

A norma del diritto, un giudice deve essere imparziale, e per essere tale non deve avere alcun interesse o legame con il giudicato. In realtà, questa imparzialità viene meno in uno dei processi più clamorosi della storia della Chiesa, quando gli scandali e i crimini contestati all’imputato sono di tale gravità da avergli meritato la deposizione da Cardinale e la riduzione allo stato laicale.

L’assenza di una vera condanna

Occorre sottolineare l’estrema mitezza della condanna inflitta al reo, anzi si potrebbe dire la sua assenza, dal momento che l’imputato è stato solamente privato dello stato clericale con procedura amministrativa dal tribunale della Congregazione per la Dottrina della Fede ratificata come res iudicata da Bergoglio. Eppure sarebbe stato possibile condannarlo ad una pena detentiva, come fu fatto per il Consigliere alla Nunziatura di Washington, condannato nel 2018 a cinque anni di prigione in Vaticano per possesso e diffusione di materiale pedopornografico.

In verità, la dimissione dallo stato clericale rivela l’essenza di quel clericalismo – tanto deplorato a parole – che considera lo stato laicale quasi una punizione in sé, mentre dovrebbe essere la premessa per l’erogazione della sanzione penale. Tra l’altro, la mancata reclusione in carcere o quantomeno agli arresti domiciliari permette a McCarrick una totale libertà di movimento e di azione che mantiene inalterata la sua situazione: egli pertanto è in condizione di commettere nuovi reati e di continuare ad esercitare le sue attività criminali tanto in ambito ecclesiale quanto in ambito politico.

Infine, va ricordato che il processo canonico non fa venir meno le cause penali contro l’ex-porporato istruite nei tribunali americani, che stranamente languiscono nel massimo riserbo, a ulteriore dimostrazione del potere politico e dell’influenza mediatica di McCarrick non solo in Vaticano ma anche negli Stati Uniti.

Conflitti di interessi e omissioni

Risulta difficile guardare al “giudice” di questa causa senza considerare il fatto che egli possa trovarsi in una situazione di debito di riconoscenza verso l’imputato e i suoi complici. Che cioè egli si trovi in un palese conflitto di interessi.

Se Jorge Mario Bergoglio deve la propria elezione alla congiura della cosiddetta Mafia di San Gallo, della quale facevano parte Cardinali ultra-progressisti in rapporto costante e assiduo con McCarrick; se gli endorsement di McCarrick al candidato Bergoglio hanno trovato ascolto negli Elettori del Conclave e in coloro che hanno un potere di persuasione in Vaticano, ad esempio il famoso «Italian gentleman» cui alludeva il Cardinale americano in una conferenza alla Villanova University; se la rinuncia di Benedetto XVI è stata in qualche modo provocata o favorita da un’interferenza della deep church e del deep state, è logico supporre che Bergoglio e i suoi collaboratori non abbiano alcuna intenzione di lasciar trapelare nel Rapporto né i nomi dei complici di McCarrick, né quanti lo hanno favorito nel suo cursus honorum ecclesiastico, né soprattutto coloro che dinanzi all’eventualità di una condanna potrebbero in qualche modo vendicarsi, ad esempio rivelando il coinvolgimento di personalità di spicco della Curia Romana, se non dello stesso Bergoglio.

In palese contraddizione con la conclamata pretesa di trasparenza, il Rapporto si è ben guardato dal rivelare gli atti del processo amministrativo. Ci si può quindi chiedere se la difesa di McCarrick abbia pattuito la condanna del proprio assistito in cambio di una pena irrisoria, che di fatto lascia il reo di così gravi delitti in totale libertà, evitando che le vittime abbiano a ricusare il “giudice” e ad esigere un giusto risarcimento. Di certo l’anomalia è evidente anche a chi non è esperto di diritto.

Cointeressenze tra deep church e deep state

In questa rete di complicità e ricatti si possono evidenziare legami del “giudice” e dell’imputato anche con la politica, in particolare con il Partito Democratico americano, con la Cina comunista e più in generale con i movimenti e partiti globalisti. Il fatto che nel 2004 McCarrick, allora Arcivescovo di Washington, abbia boicottato strenuamente la diffusione della lettera dell’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Joseph Cardinal Ratzinger, all’Episcopato americano a proposito del divieto di amministrare la Comunione ai politici favorevoli all’aborto, rappresenta indubbiamente un assist ai politici Dem sedicenti cattolici, ad iniziare da John Kerry e per finire con Joe Biden. Quest’ultimo, convinto abortista, ha meritato l’appoggio quasi unanime della Gerarchia, potendo così contare sui voti di un elettorato altrimenti destinato a Trump. Strane coincidenze, ad onor del vero: da un lato il deep state ha colpito la Chiesa e Benedetto XVI con l’intento di eleggere Papa un rappresentante della deep church; dall’altro la deep church ha colpito lo Stato e Trump con l’intento di eleggere un rappresentante del deep state. Giudichi il lettore se i piani dei congiurati hanno raggiunto lo scopo prefisso.

Questa collusione con la Sinistra mondiale è il necessario corollario di un progetto più vasto, in cui le quinte colonne della dissoluzione penetrate in seno alla Chiesa collaborano attivamente con il deep state seguendo un unico copione (script) sotto un’unica regia (direction): i protagonisti di questa pièce hanno parti diverse ma seguono la medesima trama (plot) sullo stesso palcoscenico.

Analogie con la pandemia e i brogli elettorali

A ben vedere, anche la pandemia e i brogli elettorali negli Stati Uniti presentano inquietanti analogie con il caso McCarrick e con quanto avviene nella Chiesa. Chi deve decidere se confinare in casa o obbligare al vaccino l’intera popolazione si avvale di strumenti di rilevazione inaffidabili, proprio perché tramite questi riesce a falsare i dati, con la complicità dei media mainstream. Poco importa se il virus ha una mortalità simile a quella di un’influenza stagionale e se il numero dei decessi è in linea con gli anni precedenti: qualcuno ha deciso che c’è una pandemia e che si deve demolire l’economia mondiale per creare le premesse del Great Reset. Gli argomenti razionali, le valutazioni scientifiche, l’esperienza di scienziati seri impegnati nella cura dei pazienti non valgono nulla, dinanzi al copione che è stato imposto agli attori. Lo stesso avviene per le elezioni negli USA: dinanzi all’evidenza della frode – che va acquisendo i contorni di un vero e proprio colpo di stato da parte di menti criminali – i media si ostinano a presentare Joe Biden come il vincitore, e i leader mondiali – ivi compresa la Santa Sede – si affrettano a riconoscergli la vittoria, a screditare gli avversari Repubblicani, a presentare Trump come un prepotente solitario che sta per esser abbandonato dai suoi e dalla stessa First Lady. Poco importa che su internet si vedano decine e decine di video con le irregolarità commesse durante le operazioni di spoglio, o che vi siano centinaia di testimonianze sui brogli: i Dem, i media e tutto il cast ripetono che Biden è Presidente eletto e che Trump deve farsi da parte. Perché, nel regno della menzogna, se la realtà non corrisponde alla narrazione, è la realtà che va corretta e censurata. Così milioni di persone in piazza per protestare contro il lockdown o contro le frodi elettorali non esistono, per il semplice fatto che il mainstream non li mostra in tv e li censura su internet; e quello che esso denuncia come fake news va acriticamente considerato tale.

L’asservimento di parte della Gerarchia

Non stupisce quindi se la Conferenza Episcopale Americana, seguita a ruota da Vatican News e da una telefonata affettuosa di Bergoglio a Biden, si affretta a dare prova di fedeltà al sistema: questi Ecclesiastici sono intrinsecamente coinvolti e devono attenersi scrupolosamente alla parte che è stata loro affidata. Hanno fatto lo stesso, a livello globale, assecondando le restrizioni per il Covid con la chiusura delle chiese, ordinando la sospensione delle celebrazioni e addirittura invitando i fedeli a obbedire alle autorità civili. L’Arcivescovo di Washington si è permesso di criticare la visita ufficiale della coppia presidenziale al Santuario San Giovanni Paolo II e si è espresso, assieme ad altri Vescovi e chierici, a favore dei BLM: tanta abnegazione per la causa gli ha meritato la Sacra Porpora proprio in questi giorni. E non a caso l’adesione all’agenda globalista viene da parte di personaggi ampiamente compromessi nell’appoggiare i movimenti LGBTQ, ad iniziare da Cupich, Tobin, Wuerl, McElroy e Stowe. Ed è significativo l’assordante silenzio della Santa Sede e dell’Episcopato mondiale dinanzi ai problemi etici che pongono i vaccini di imminente distribuzione, nei quali sono presenti cellule di feti umani abortiti. Dio non voglia che la speculazione delle case farmaceutiche sulla pandemia veda anche la deep church destinataria di generose elargizioni, come già accaduto con l’Accordo tra Cina e Vaticano.

I vizi e la corruzione trovano accomunati deep church e deep state, in una cloaca di crimini e peccati ripugnanti, dove gli indifesi e i bambini sono le vittime di sfruttamento, violenze e molestie compiuti da personaggi che allo stesso tempo promuovono l’aborto, l’ideologia gender e la libertà sessuale dei minori, ivi compresa quella di cambiare sesso.

Anche l’immigrazione clandestina – favorita per destabilizzare le Nazioni e cancellarne l’identità – trova concordi la Sinistra e la chiesa di Bergoglio, nonostante essa sia direttamente connessa al traffico di minori, all’aumento della criminalità e alla distruzione del tessuto sociale. Anzi: proprio per questo motivo la si vuole favorire, così come si vuol favorire lo scontro politico per le elezioni USA, la crisi economica con la gestione criminale della pandemia e possibilmente anche la guerra religiosa con gli attentati di matrice islamica e le profanazioni di chiese in tutta Europa.

Necessità di uno sguardo d’insieme

Desta altresì grande sconcerto che, in questo quadro perfettamente coerente, vi siano molti Prelati – se non la quasi totalità – che si limitano ad analizzare gli eventi che toccano la Chiesa Cattolica quasi come fossero a sé stanti, come se non avessero alcuna relazione con gli eventi politici e sociali che si svolgono a livello mondiale. Ci sono Vescovi che formulano qualche timida presa di posizione dinanzi alle parole di Bergoglio per la legalizzazione delle unioni civili, o per le incongruenze e le falsificazioni che emergono nel Rapporto McCarrick; ma nessuno di essi, ancorché animato da buone intenzioni, osa denunciare l’evidenza dei fatti, ossia l’esistenza di un pactum sceleris della parte deviata della Gerarchia – la deep church, appunto – con la parte deviata dello Stato, del mondo della finanza e dell’informazione. Eppure è talmente evidente da esser stata oggetto di analisi da parte di numerosi intellettuali, per lo più laici.

La perdita di credibilità

Questo dev’essere denunciato ad alta voce: il Rapporto stilato dalla Segreteria di Stato è un indecoroso e maldestro tentativo di dare una parvenza di credibilità ad un’accolita di pervertiti e corrotti al servizio del Nuovo Ordine Mondiale. La cosa surreale è che questa operazione di impudente mistificazione non è portata avanti dall’imputato, ma da quanti lo devono giudicare, e con esso dovrebbero giudicare paradossalmente se stessi, i propri confratelli, i propri amici, coloro ai quali essi hanno garantito impunità, promozioni e carriera.

Questa credibilità degli estensori del Rapporto dovrebbe esser mostrata nella mite condanna di un Prelato organico al sistema, che lo stesso Bergoglio ha inviato come interlocutore della Santa Sede con la dittatura comunista cinese, e che allo stesso tempo svolgeva incarichi ufficiali per il Dipartimento di Stato americano, frequentava i Clinton, Obama, Biden e i Democratici. Questa credibilità dovrebbe essere confermata dall’avere semplicemente privato della dignità cardinalizia e dello stato clericale un omosessuale corrotto, un molestatore di giovani e fanciulli, un corruttore di chierici e seminaristi, senza alcuna pena detentiva e senza comminargli la scomunica per i delitti di cui si è macchiato, ivi compresa la «sollicitatio ad turpia» in Confessione, uno dei crimini più odiosi che un sacerdote possa commettere. In questo “processo” tanto sommario quanto omissorio, la dimensione spirituale della colpa è totalmente assente: al colpevole non è stata comminata la scomunica, che è sanzione eminentemente medicinale in ordine alla salvezza eterna, né lo si è esortato alla penitenza, alla pubblica ammenda e alla riparazione.

Una commissione indipendente

Quando nel dopoguerra venne celebrato il processo di Norimberga contro i crimini del Nazismo, la corte fu presieduta da un giudice russo, incaricato di giudicare l’invasione della Polonia che la Germania, come sappiamo, si spartì proprio con la Russia. Non mi pare vi siano molte differenze con quanto vediamo accadere oggi, nel tentativo di far ricadere le responsabilità del caso McCarrick su Giovanni Paolo II, su Benedetto XVI e sul sottoscritto. L’unico che nella narrazione della Segreteria di Stato non può essere toccato da alcun sospetto, da alcuna accusa anche solo indiretta, da alcuna ombra di insabbiamento dovrebbe ovviamente essere l’Argentino.

Sarebbe quantomai opportuno che si costituisse una Commissione indipendente – così come già auspicato dall’Episcopato americano nel novembre del 2018 e come fermamente impedito dalla Congregazione dei Vescovi su ordine di Bergoglio – che indagasse su questo caso senza subire influenze esterne e senza nascondere prove determinanti. Dubito tuttavia che improbabili auspici della Conferenza Episcopale statunitense troverebbero ascolto, dal momento che tra i porporati del prossimo Concistoro vi è l’Arcivescovo di Washington, esecutore degli ordini di Santa Marta, che viene ad aggiungersi ai fedelissimi Cupich e Tobin.

Se si facesse davvero luce sull’intera vicenda, crollerebbe il castello di carte costruito in questi anni, e con esso emergerebbero complicità di esponenti della Gerarchia a livelli altissimi, oltre ai legami con i Democratici americani e con la Sinistra mondiale. Si confermerebbe, insomma, quello che molti non osano ancora ammettere, e cioè quale sia il ruolo svolto dalla deep church, sin dall’elezione di Giovanni XXIII, nel creare le premesse teologiche e il clima ecclesiale che consentissero di rendere la Chiesa serva del Nuovo Ordine Mondiale, e di sostituire il Papa con il falso profeta dell’Anticristo. Se questo non è ancora completamente avvenuto, ne dobbiamo rendere grazie soltanto alla Provvidenza.

Onestà intellettuale

Immagino che i moderati – oggi tanto silenti dinanzi al Covid quanto nel deplorare i brogli elettorali o la farsa del Rapporto McCarrick – inorridiscano al solo sentir chiamare in causa il Concilio Vaticano II. Inorridiscono anche i Democratici a sentir criticare le leggi grazie alle quali gli Stati Uniti sono giunti a veder sovvertita la volontà degli elettori. Inorridiscono i sedicenti esperti nel veder contestate le loro affermazioni che contrastano con la verità scientifica e con l’evidenza epidemiologica. Inorridiscono i fautori dell’accoglienza dei clandestini, quando si mostrano loro le percentuali di omicidi, stupri, violenze e rapine compiute da immigrati irregolari. Inorridiscono gli esponenti della lobby gay, quando si evidenzia che i reati penali di matrice predatoria compiuti da chierici riguardano una percentuale altissima di omosessuali. In questo generale stracciarsi le vesti, vorrei ricordare che basterebbe avere un po’ di onestà intellettuale e un po’ di giudizio critico per guardare in faccia l’evidenza dei fatti, ancorché dolorosa.

Il legame tra eresia e sodomia

Questo legame intrinseco tra deviazione dottrinale e deviazione morale è emerso nella sua evidenza in occasione dello scontro frontale con gli insabbiatori del caso McCarrick: le persone coinvolte sono quasi sempre le stesse, con gli stessi vizi contro la Fede e la Morale. Esse si difendono, si coprono e si promuovono a vicenda, perché fanno parte di una vera e propria «lobby», intesa come gruppo di potere in grado di influenzare a proprio vantaggio l’attività del legislatore e le decisioni del governo o di altri organi dell’amministrazione.

In campo ecclesiastico, questa lobby agisce per cancellare la condanna morale della sodomia, e lo fa prima di tutto a proprio vantaggio, essendo composta principalmente da sodomiti. Essa si adegua all’agenda politica nel legittimare le istanze dei movimenti LGBTQ, promosse da politici non meno viziosi. Ed è altresì evidente il ruolo che ha avuto in questi decenni la Chiesa cattolica – o meglio: la sua parte deviata moralmente e dottrinalmente – nell’aprire la finestra di Overton sull’omosessualità, in modo che il peccato contro natura che essa ha sempre condannato fosse in qualche modo sconfessato dall’evidenza degli scandali via via emergenti. Se quarant’anni fa destava orrore apprendere delle molestie compiute da un prete su un ragazzino, da qualche anno la cronaca ci informa dell’irruzione della Gendarmeria vaticana nell’appartamento del segretario del Cardinale Coccopalmerio nel palazzo del Sant’Uffizio, dove si teneva un festino di chierici con droga e prostituti. Da qui a legittimare la pedofilia, come vorrebbero alcuni politici, il passo sarà relativamente breve: le premesse poste dalla teorizzazione di presunti «diritti sessuali» dei minori, l’imposizione dell’educazione sessuale nelle scuole primarie su raccomandazione dell’ONU e i tentativi di legiferare nei Parlamenti per abbassare l’età del consenso vanno tutti nella medesima direzione. Qualche ingenuo – ammesso che di ingenuità ancora si possa parlare – dirà che mai la Chiesa potrà dirsi favorevole alla corruzione dei bambini, perché ciò contraddirebbe l’ininterrotto Magistero cattolico; io mi limito a ricordare ciò che solo qualche anno fa si diceva a proposito dei cosiddetti «matrimoni» omosessuali, o sull’ordinazione delle donne, il celibato ecclesiastico, l’abolizione della pena di morte, e ciò che viceversa si afferma impunemente oggi, col plauso del mondo.

La “filiera” di McCarrick

Quello che va segnalato nel Rapporto non è tanto ciò che esso contiene, quanto piuttosto ciò che esso tace e nasconde sotto una montagna di documenti e testimonianze, per quanto raccapriccianti esse siano. Molti giornalisti e moltissimi ecclesiastici erano a conoscenza della vita scandalosa dell’«uomo con il cappello rosso», ma cionondimeno lo consideravano machiavellicamente utile agli interessi del Partito Democratico espressione del deep state e del progressismo cattolico espressione della deep church. Scriveva il Washingtonian nel 2004: «Con un cattolico controverso nella corsa presidenziale [John Kerry], il cardinale è visto da molti come l’uomo del Vaticano a Washington – e potrebbe svolgere un ruolo importante nella selezione del prossimo Papa» (qui). Un ruolo da lui orgogliosamente rivendicato nel discorso tenuto l’11 Ottobre 2013 alla Villanova University e che oggi, con il Card. Farrell assurto a Camerlengo di Santa Romana Chiesa su nomina di Bergoglio, potrebbe riconcretizzarsi. Dati i rapporti di fedeltà che si consolidano tra i membri della «lavender mafia», è quantomeno ragionevole pensare che McCarrick sia ancora in grado di intervenire nell’elezione del Pontefice non solo grazie alla rete di amici e complici, alcuni dei quali Cardinali elettori, ma anche attivamente nelle procedure del Conclave e nella sua stessa preparazione.

Potremmo stupirci se, dopo aver constatato i brogli elettorali nell’elezione del Presidente degli Stati Uniti, “qualcuno” cercasse di manipolare anche l’elezione del Sommo Pontefice? Non dimentichiamo che, come già rilevato da più parti, alla quarta votazione del secondo giorno, nell’ultimo Conclave emerse una irregolarità nel computo delle schede, sanata con una nuova votazione in deroga a quanto previsto dalla Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis promulgata da Giovanni Paolo II nel 1996.

È comunque significativo che, se da un lato McCarrick ora è estromesso dalle sue funzioni e risiede in una località segreta (dove peraltro egli può continuare indisturbato la propria attività para-diplomatica per conto del deep state e della deep church nelle anonime vesti di laico), dall’altro sono tutt’ora al loro posto, ed anzi vengono promossi, quanti proprio grazie a McCarrick hanno fatto carriera nella Chiesa: tutti personaggi che egli ha favorito in ragione di un comune stile di vita e di comuni intenti; tutti ricattabili e ricattatori, per via dei segreti dei quali sono venuti a conoscenza grazie alla loro posizione; tutti pronti a tirar fuori nomi e circostanze e date, se solo qualcuno osasse toccarli. Alcuni potrebbero forse essere costretti ad obbedire al signor McCarrick, se questi può tenerli sotto ricatto o corromperli con l’ingente denaro a sua disposizione, anche ora che non è più un Principe della Chiesa.

La “filiera” cui questo Cardinale ha dato origine è oggi in grado – come vediamo – di interferire ed operare nella vita della Chiesa e della società, col vantaggio di aver scaricato su un comodo capro espiatorio le colpe dell’intera «lavender mafia» e di poter oggi apparire essa stessa come estranea alle accuse di abusi. Ma basta varcare i cancelli di Porta Angelica per imbattersi in personaggi impresentabili, alcuni dei quali sono stati chiamati in Vaticano per sottrarli alle indagini che pendevano su di loro all’estero; altri sono addirittura assidui di Santa Marta o vi svolgono mansioni dirigenziali, consolidando la rete di connivenze e complicità sotto gli occhi indulgenti del Principe. D’altra parte, l’enfasi sul ruolo moralizzatore di Bergoglio si infrange sulla cruda realtà che nulla è mai davvero cambiato dietro le alte Mura Leonine, vista la protezione di cui godono, tra gli altri, Peña Parra e Zanchetta.

La mancata condanna della sodomia

Giustamente alcuni commentatori hanno evidenziato un dato sconsolante: i delitti per i quali McCarrick è stato chiamato in giudizio riguardano solo gli abusi su minori, mentre i rapporti contro natura compiuti con adulti consenzienti sono tranquillamente accettati e tollerati, quasi siano da deplorare non gli atti immorali e sacrileghi della sodomia di un chierico, ma la sua imprudenza nel non averli saputi tenere nel segreto delle mura domestiche. Anche di questo, a suo tempo, si dovrà chiedere conto ai responsabili. Soprattutto in considerazione della sempre più palese volontà di Bergoglio di applicare un approccio pastorale lassista – secondo il metodo sperimentato di Amoris laetitia –in deroga alla condanna morale della sodomia.

I colpevoli e le vittime degli scandali

La cosa paradossale che emerge dagli scandali del Clero è che l’ultima preoccupazione del cerchio magico di Bergoglio è di dare giustizia alle vittime, non solo risarcendole (cosa che peraltro non fanno i colpevoli, ma le Diocesi, con i beni donati dai fedeli) ma anche punendo in modo esemplare i responsabili. E si dovrebbero punire non solo i delitti riconosciuti come crimini penali dalle legislazioni degli Stati, ma anche quelli morali, a causa dei quali persone non minorenni sono state indotte in peccato grave da ministri sacri. Chi sanerà le ferite dell’anima, le macchie alla purezza di tanti giovani, tra i quali anche seminaristi e sacerdoti? Pare invece che si sentano vere vittime coloro che sono stati scoperti ed esposti all’esecrazione pubblica: essi si sentono colpiti nei loro interessi, nei loro traffici, nei loro intrighi; mentre vengono considerati colpevoli coloro che hanno denunciato gli scandali, quelli che chiedono giustizia e verità, ad iniziare dai sacerdoti trasferiti o privati della cura d’anime perché avevano osato informare il loro Vescovo delle perversioni di un loro confratello.

La Santa Chiesa è vittima dei crimini dei suoi ministri

Ma c’è un’altra vittima, completamente innocente, di questi scandali: la Santa Chiesa. L’immagine della Sposa di Cristo è stata infangata, oltraggiata, umiliata e screditata, perché chi ha commesso questi delitti ha agito sfruttando la fiducia verso l’abito che indossa, utilizzando il proprio ruolo di sacerdote o di Prelato per irretire e corrompere le anime. Di questo discredito della Chiesa sono responsabili anche quanti in Vaticano, nelle Diocesi, nei conventi, nelle scuole cattoliche e nelle organizzazioni religiose – pensiamo ai Boy Scout – non hanno estirpato sul nascere questa piaga, ma l’hanno anzi nascosta e negata. È ormai evidente che questa invasione di omosessuali e pervertiti è stata programmata e voluta: non si tratta di un evento fortuito che si è verificato solo per l’omissione di controlli, ma di un preciso piano di infiltrazione sistematica della Chiesa per demolirla dall’interno. E di questo risponderanno al Signore coloro ai quali Egli ha affidato il governo della Sua Sposa.

In tutto questo, tuttavia, i nostri avversari dimenticano che la Chiesa non è un insieme di persone senza volto che obbediscono ciecamente a mercenari, ma un Corpo vivo con un Capo divino, Nostro Signore Gesù Cristo. Pensare di poter uccidere la Sposa di Cristo senza che lo Sposo intervenga è un delirio che solo Satana può credere possibile. Anzi si accorgerà che proprio nel crocifiggerla, nel coprirla di sputi e di colpi di flagello come duemila anni fa crocifisse il Salvatore, egli sta siglando la propria sconfitta definitiva. O mors, ero mors tua: morsus tuus ero, inferne.

Carlo Maria Viganò, Arcivescovo

21 Novembre 2020

Presentazione della Beatissima Vergine Maria
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Castità, ascetismo-misticismo, solidarismo e pedofilia

Messaggioda Berto » dom gen 31, 2021 5:51 pm

Il cardinale si rifiuta di pubblicare l'elenco dei preti pedofili della sua diocesi, il caso finisce a Roma
Franca Giansoldati
31 gennaio 2021

https://www.ilmessaggero.it/vaticano/pe ... 36528.html

Città del Vaticano - In Germania continuano a crescere le pressioni sul cardinale di Colonia perché rassegni le dimissioni. Si tratta di una bufera senza precedenti scatenatasi sul porporato dopo il suo rifiuto di desecretare un rapporto sugli abusi sessuali avvenuti nella sua diocesi. La scelta di non rendere pubbliche le conclusioni alle quali è arrivata una autorevole commissione indipendente che ha indagato sulla pedofilia nella Chiesa, incrociando dati e consultando archivi, ha avviato diverse reazioni a catena, fino alla richiesta di dimissioni avanzata da diverse voci della società civile. In Germania da oltre un anno la Chiesa cattolica è impegnata in un percorso legato alla trasparenza nella gestione dei casi di abusi. Il cardinale Woelki si è rifiutato di seguire le indicazioni della commissione di studio imputando alla commissione stessa di non essere stata realmente indipendente. Una accusa gravissima.


Cardinale Woelki

Il cardinale Rainer Maria Woelki finora ha mantenuto il punto e non ha ceduto di un millimetro, affrontando le critiche crescenti per aver bloccato la pubblicazione del rapporto che doveva rendere pubblici tutti sugli abusi commessi dai preti, vescovi e religiosi di Colonia, la più grande diocesi della Germania, in un periodo compreso tra il 1975 e il 2018.

L'elenco

Il tema è scottante perché la pubblicazione dell'elenco avrebbe evidenziato la mala gestione del passato nell'affrontare i vari casi. La prassi più frequente nella Chiesa, infatti, era generalmente quella di trasferire il prete pedofilo da una parrocchia ad un altra, senza tenere conto che in questo modo si sarebbe arrecato altro male alle vittime.

Woelki, secondo la stampa tedesca, alcuni mesi fa avrebbe anche chiesto a Papa Francesco di prendere in mano l'indagine, rimettendosi alle sue decisioni. Nel frattempo il consiglio della diocesi di Colonia, che raggruppa sia religiosi che laici, ha pesantemente criticato Woelki, dicendo che ha «completamente fallito come autorità morale». Per un vescovo equivale a perdere l'autorevolezza necessaria per andare avanti.

«Ci troviamo nella più grande crisi che la Chiesa abbia mai vissuto» ha detto Tim Kurzbach, capo del consiglio, in una nota. «I responsabili devono finalmente assumersi anche la responsabilità», ha continuato la dichiarazione. «Abbiamo bisogno di chiarezza ora. Altrimenti, non abbiamo alcuna possibilità di uscire da questa miseria (...) Non aspettate che Roma decida o che un esperto legale vi dica cosa avete fatto di sbagliato».
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Re: Castità, ascetismo-misticismo, solidarismo e pedofilia

Messaggioda Berto » dom feb 28, 2021 9:19 pm

Vaticano, parlano tre ex chierichetti: “Il Preseminario ambiente malsano, continue le avances e le battute a sfondo sessuale”
Salvatore Cernuzio
24 febbraio 2021

https://www.lastampa.it/vatican-insider ... 1.39949326

CITTÀ DEL VATICANO. «Un ambiente malsano» dove rivalità e divisioni, tra gli allievi e tra gli stessi superiori, si intrecciano a palpeggiamenti, avances, pressioni psicologiche, battutine pesanti sull’aspetto fisico o a sfondo omosessuale, sfociati pure in presunti abusi di potere e aggressioni sessuali. I quattro testimoni chiamati questa mattina nell’aula del Tribunale vaticano per il cosiddetto “Processo dei chierichetti” sono tutti concordi nel descrivere il caos all’interno al Preseminario San Pio X, tanto da spingere ad una seria riflessione sull’esistenza stessa di questa istituzione voluta da Pio XII nel 1956 ma che oggi appare anacronistica e problematica.

Tre ex allievi e un sacerdote della Basilica di San Pietro sono stati chiamati dal Promotore di Giustizia a testimoniare in questa quinta udienza, durata oltre tre ore e mezza e presieduta dal presidente Giuseppe Pignatone, che vede al banco degli imputati il giovane sacerdote Gabriele Martinelli, accusato di abusi, e l’ex rettore don Enrico Radice, accusato di mancata vigilanza e negligenza. Domani toccherà testimoniare al vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni, diocesi in cui risiede l’Opera Don Folci, alla cui gestione è affidato il Preseminario. Mentre il vescovo emerito, Diego Coletti, convocato anche lui come testimone, non sarà presente per gravi problemi di salute («decadimento cognitivo e diabete alto») per i quali ha presentato un certificato medico.

Il primo ad essere ascoltato oggi è stato Andrea Spinato, ex allievo del Preseminario dal 2000 al 2008. Molto sicuro nell’atteggiamento ma debole nell’interrogatorio, ha parlato di un «ruolo dominante» di Gabriele Martinelli che esplicava soprattutto nel coordinamento delle attività come i turni alle liturgie in Basilica. Un «premio» per i tanti ragazzini che vivevano questo periodo di discernimento. Martinelli andava con un foglio e diceva: «Tu fai questo, tu fai quello». Il suo non era un incarico istituzionalizzato ma un ruolo che il ragazzo, allora 16enne, svolgeva in virtù dell’enorme «fiducia» accordatagli dal rettore Radice.

Di Martinelli, ha detto Spinato, era «una cosa percepita e manifesta» che avesse «atteggiamenti omosessuali», tanto da fargli valere il soprannome de «la Madre», una sorta di badessa di tutti i preseminaristi (mentre in Basilica veniva appellato il «comandino» per il suo modo di organizzare tutto, anche le candele da utilizzare a messa). Frecciatine del genere erano all’ordine del giorno nel Palazzo San Carlo: «Le battute a sfondo omosessuale erano frequenti, come pure i nomignoli declinati al femminile», anche riferiti a cardinali e vescovi di Curia per alludere al loro orientamento sessuale, ha spiegato Alessandro Flaminio Ottaviani, entrato da universitario a 23 anni nel San Pio X e autore per propria iniziativa della prima lettera anonima sui fatti del Preseminario, inviata anche al Papa.

Ognuno dei ragazzi aveva un soprannome e riceveva sfottò per l’aspetto fisico, la provenienza o addirittura il lavoro dei genitori. Qualcuno la prendeva sul ridere, molti vivevano la situazione con angoscia. Come Christian Gilles Donghi, uno dei testimoni di oggi, che ha vissuto un solo mese (dal 17 giugno a fine luglio 2009) nel Preseminario ma che ne parla come di un’«esperienza logorante». «Il pettegolezzo era molto acceso. Sono stato schernito anch’io… Mio papà è andato via di casa quando avevo 9 anni, mi ha cresciuto mia mamma, ho atteggiamenti effeminati ma non sono omosessuale».

Al di là delle bravate e di una certa licenziosità verbale, pesanti ma comunque tipiche dell’età adolescenziale, il problema nel San Pio X sono gli abusi sessuali per cui è in corso il processo in Vaticano. Sembra infatti che Martinelli fosse solito palpare nelle parti intime alcuni ragazzi: «toccamenti», li hanno definiti in aula i testimoni, nessuno dei quali afferma di aver assistito a rapporti sessuali ma solo di averne sentito parlare. Uno su tre ammette di aver visto con i suoi occhi l’allora “tutor” afferrare i genitali di un altro ex allievo, Andrea Garzola, chiamato oggi a testimoniare ma assente. Verso di lui pare che Martinelli provasse forte attrazione: «Era una nuova preda». Ottaviani racconta di aver sentito un pomeriggio schiamazzi dalla stanza di Garzola e, affacciandosi, ha visto Martinelli rincorrere il ragazzo e altri due: «Alla fine del gioco ha afferrato Garzola nelle parti intime». Una «richiesta implicita di rapporto sessuale» che Garzola avrebbe rifiutato. «Da allora è caduto in disgrazia, emarginato, pressato psicologicamente» al punto da abbandonare il San Pio X.

Ma Gabriele Martinelli aveva tutto questo potere? «Sì», è stato il responso unanime: «Aveva un ruolo di vertice», tanto da bypassare anche l’allora vice rettore don Ambrogio Marinoni e don Marco Granoli, il padre spirituale deceduto nel 2020. Entrambi erano «messi un po’ da parte» dal rettore Radice, il quale era «sfuggente»: «Difficile parlare con lui se non tramite battute, faceva comunque orecchie da mercante. Denunciare a lui Martinelli sarebbe stato un autogol, era il suo protetto».

Nel corso dei colloqui più volte è stato nominato il cardinale Angelo Comastri, recentemente pensionato, che come vicario per la Città del Vaticano aveva una responsabilità diretta sul Preseminario. I testi hanno assicurato che Comastri fosse stato avvertito di alcune «voci» che circolavano all’interno del San Pio X, anzitutto da Kamil Jarzembowski, il giovane polacco entrato nel 2009 nel Preseminario e dallo stesso allontanato (dopo essere fuggito in Veneto da Garzola). «Ho visto uscire Kamil dallo studio di Comastri», ha confermato Ottaviani. Sembra che però il cardinale abbia bollato queste voci come «falsità» e si sia opposto anche alla decisione di rimuovere Radice come rettore presa dall’allora vescovo di Como Coletti e dal vicario giudiziale don Andrea Stabellini, al quale era stata affidata un’indagine dopo che in diocesi erano pervenute lettere per segnalare «fatti gravi».

A rivelare quest’ultimo dettaglio è stato Donghi spiegando, tra contraddizioni e vuoti di memoria, che il vicario Stabellini lo aveva informato di un viaggio a Roma per approfondire l’indagine. Cosa che ha suscitato le proteste di alcuni avvocati che hanno definito ingiustificabile che un seminarista fosse a conoscenza dei particolari di un’inchiesta. Lo stesso Donghi, che affermava di non aver mai contattato Martinelli dopo l’uscita dal Preseminario, è stato contraddetto dall’avvocato Rita Laura Baffioni che ha mostrato un messaggio del 2017 inviato su Messenger in cui dava sostegno a Martinelli: «Sono vicino nella preghiera per quanti calunniati dalla istituzione», scriveva. Lo screen shot è stato acquisito agli atti.

Ultimo a testimoniare è stato padre Pierre Paul, maestro del coro della Cappella Giulia e sacerdote della Basilica di San Pietro. Il religioso canadese 63enne ha riferito di aver ricevuto in passato le confidenze di L.G., anche se il giovane «non ha mai detto esplicitamente cosa non andasse. Si capiva però che erano problemi della sfera affettivo-sessuale». Anche monsignor Vittorio Lanzani, vice di Comastri alla Fabbrica di San Pietro, «sapeva di L.G. e di Kamil». Lo stesso Lanzani che, quando padre Paul aveva coinvolto L.G. nel coro per assicurargli un piccolo guadagno visto che aveva problemi economici (era previsto un gettone di presenza di 20 euro), chiamò il sacerdote per dirgli che L.G. non doveva più partecipare: «Lo sai come sono quelli del Preseminario, per ora fai così», disse.

Padre Pierre Paul ha detto che si sarebbe voluto recare alla Congregazione della Dottrina della Fede per denunciare, ma lo aveva frenato lo stesso L.G. dicendo di voler «mettere una pietra sopra» a tutta la storia. Il religioso, tuttavia, nel 2017 ha fatto una segnalazione alla Commissione per la Tutela dei minori: «L’ho fatto lo stesso perché penso che un sacerdote che sa qualcosa e non parla diventa complice».
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Re: Castità, ascetismo-misticismo, solidarismo e pedofilia

Messaggioda Berto » ven mar 19, 2021 10:03 pm

Diocesi di Colonia, il cardinale Woelki cede e pubblica l'elenco degli abusi: «Mi vergogno». Più di 380 vittime, 243 molestatori
Franca Giansoldati
18 Marzo 2021

https://www.ilmessaggero.it/vaticano/co ... 39587.html

Città del Vaticano – 243 molestatori e 386 vittime. Il rapporto sugli abusi sessuali della diocesi di Colonia negli ultimi mesi è stato al centro di un infuocato dibattito in Germania. Il cardinale Rainer Maria Woelki fino all'ultimo ha rimandato e posticipato la pubblicazione del rapporto, andando contro le richieste di trasparenza sulla gestione degli abusi che da tempo scuotono la chiesa tedesca. Alla fine del braccio di ferro Woelki ha ceduto e ha reso noto il dossier dal quale emerge che l'attuale arcivescovo di Amburgo, monsignor Stefan Hesse, già vicario generale alla diocesi di Colonia, avrebbe «violato i suoi doveri» nella elaborazione del rapporto. Stando ai periti, invece, il cardinale Woelki non sarebbe responsabile di omissioni.

Processo abusi, spunta lettera di una vittima al Papa del 2017. «La notte si infilava nel mio letto...»

«Mi vergogno profondamente» ha detto il cardinale di Colonia Rainer Maria Woelki, in conferenza stampa, condannando «l'occultamento» dei fatti, avvenuto in passato, relativo agli abusi sessuali nell'arcivescovado di Colonia. «Le azioni devono avere conseguenze anche per gli appartenenti al clero», ha affermato.

La pubblicazione di questo documento non è secondaria al percorso di verità e di trasparenza intrapresa dalle diocesi in Germania per riconquistare la fiducia con le comunità dei fedeli. Troppo spesso le diocesi in passato si sono mostrate opache e poco propense ad aprire i propri archivi e a mettere sotto osservazione l'operato dei vescovi che, davanti a casi conclamati di pedofilia, preferivano coprire o spostare i preti da una parrocchia all'altra creando ulteriori esposizioni a rischi i bambini.

Francia, La Commissione che indaga sugli abusi stima 10 mila vittime nell'arco di 70 anni

A questa linea di trasparenza il cardinale Rainer Maria Woelki, un conservatore all'interno dell'episcopato tedesco, si è sempre opposto e non ha escluso di dimettersi se fosse stato coinvolto. L'anno scorso aveva rifiutato di rendere pubblico un primo rapporto che riguardava il periodo dal 1975 al 2018. La sua decisione aveva scatenato il putiferio aumentando l'esasperazione delle vittime, e causando una fuga in massa dei fedeli della sua diocesi. Diversi vescovi non avevano esitato a criticarlo. Per esempio il nuovo presidente dei vescovi, Baetzing aveva definito la strategia di comunicazione di Woelki un autentico disastro perchè continuava ad alimentare opacità e la percezione di una istituzione ecclesiale poco attenta all'ascolto delle vittime.

Nel 2018, un rapporto commissionato dalla chiesa tedesca aveva rivelato che 3.677 tra bambini o adolescenti erano stati aggrediti sessualmente da più di 1.000 ecclesiastici dal 1946 ad oggi, in tutta la Germania. La maggior parte dei preti non è mai stata punita. Poiché non hanno avuto accesso a tutti i registri, gli autori dello studio avevano avvertito che il numero di vittime era probabilmente più alto. Dopo essersi scusati ufficialmente, i vescovi hanno stabilito un risarcimento - ritenuto insufficiente dalle vittime - di «fino a 50.000 euro» a persona, contro i 5.000 euro finora.

Il cardinale si rifiuta di pubblicare l'elenco dei preti pedofili della sua diocesi, il caso finisce a Roma

Tra i grandi temi del sinodo tedesco in corso ci sono il celibato, i preti sposati, l'ordinazione delle donne. Woeki ha sempre frenato su questo percorso e anche martedì scorso il suo ufficio ha ribadito che l'omosessualità resta un peccato e ha confermato che le coppie dello stesso sesso non possono ricevere i sacramenti del matrimonio.
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Re: Castità, ascetismo-misticismo, solidarismo e pedofilia

Messaggioda Berto » lun mar 22, 2021 7:38 pm

Vaticano, Papa Francesco e i libri che svelano lo scandalo: preti gay, squillo e notti brave
Sara Cariglia
21 marzo 2021

https://www.liberoquotidiano.it/news/it ... Q.facebook

Il suo leitmotiv è il celibato, la sua cifra la castità. Nel decalogo della Chiesa episcopale romana "il primo comandamento" recita così, ma per amor di verità va detto che di voci fuori dal coro ce ne sono a iosa. Altro che i roghi degli eretici e delle streghe, la nuova mannaia che incombe come un coltello tutto lama sopra la testa dell'immacolata Casa Pontificia si intitola La casta dei casti, un saggio-inchiesta edito da Bompiani (2021) che fa vacillare persino le fondamenta della Chiesa cattolica di Cristo Gesù. Il "popolo di Dio" s' incammina verso la Santa Pasqua che, segnata dal flagello del Corona, sarà inevitabilmente chiamata a rispondere all'indagine choc del sociologo Marco Marzano. Il docente universitario, con la sua recente e sobillata "inquisizione", mette sotto scacco le notti brave di preti gay, gaudenti monsignori e vescovi viveur. Tra una provocazione e quella successiva, la penna di Marzano traccia l'identikit dei presenti e futuri "ministri di Cristo", frequentatori assidui di siti per incontri erotici, in particolare delle chat Grindr e Tinder. Un'assemblea di sacerdoti, sotto le copertine dei saggi «La casta dei casti» e «Giustizia divina» Le orde di "santi" perlustrate dal chiarissimo professore sarebbero perlopiù "uomini in sottana". La ragione è squisitamente matematica: «Nel collegio cardinalizio e in Vaticano l'omosessualità è la regola, l'eterosessualità l'eccezione. Un profondo conoscitore del mondo clericale e prete egli stesso, si è chiesto addirittura se quella clericale non stia per caso diventando una "gay profession"».

I TABÙ - In ogni caso bisogna sapere che il piacere gay non è legato solo al divertimento, chiarisce lo "spacciatore" dei più vieti tabù. In gioco c'è di più: «Ci sono potere e carriera». A questo riguardo, a suffragare i segreti del misterioso regno delle diocesi, è la "parabola" di Don Mario: «Il prete mi ha raccontato che nel suo seminario, come poi ha scoperto in quasi tutti, esiste una vera e propria lobby gay. Il punto è che tale lobby governa la diocesi. Decide tutti i posti, gode di una miriade di privilegi e il sesso è la via per reclutare nuovi membri». Pare inoltre che dietro la "magia" dei confessionali alberghi un universo altrettanto trash, fatto di ieratiche dee della perversione e della voluttà. "Madonne" in carne e ossa con le quali gli "aspiranti preti" sarebbero soliti intessere fuggevoli liaison: «L'impossibilità di avere una relazione libera induce alcuni seminaristi a ricorrere al sesso mercenario, all'incontro con le prostitute» confessa l'ordinario di sociologia. In definitiva in cima al novero delle compensazioni della vita claustrale vi sarebbe sua maestà il sesso: «Per la dottrina cattolica masturbarsi è un'attività peccaminosa; ciò malgrado i giovani seminaristi si masturbano e talvolta fanno sesso tra di loro con i superiori o con qualcuno all'esterno della istituzione. I capi seducono gli allievi che a loro volta si seducono l'un l'altro», tuona Marzano. Il disvelamento della verità? Non s' ha da fare, né ora né mai, conclude il cattedratico: «D'altra parte sesso e affettività sono i grandi segreti della Chiesa, le due interdizioni sacre sulle quali l'istituzione ecclesiastica desidera che non si faccia luce, pena il crollo della stessa». Ad aprire una breccia nel massiccio muro di omertà delle influenti congreghe ecclesiastiche sono pure Federico Tulli e Emanuela Provera, autori di Giustizia divina, la prima inchiesta sulle "comunità" in cui vengono nascosti i sacerdoti che imbarazzano la Chiesa. Il giornalista non fa mistero della percentuale di preti italiani affetti da malattie psichiatriche: «Parliamo di circa il 10 % dei consacrati. In altre parole almeno 3mila persone sarebbero affette da ludopatia, alcolismo, depressione o crisi vocazionali». Ma ci sono anche casi diversi, aggiunge Tulli: «Nei conventi e nelle parrocchie non troviamo solo il pedofilo in tonaca, ma la suora stalker, il parroco omicida, quello che scappa dopo aver provocato un incidente o il ladro che ruba i soldi delle offerte».

CHI È IN DIFFICOLTÀ - Una domanda sorge spontanea: chi si occupa dei "sacerdoti in difficoltà"? «Di loro si occupa la Chiesa. Come una "madre amorevole". Non è vero che il chiericato nasconde i preti pedofili, si sa benissimo dove si trovano» sottoscrive Tulli, mentre allude ai siti di espiazione e penitenza dei rei. «Si tratterebbe di luoghi di reclusione, ma senza sbarre e carcerieri. Ve ne sono anche in Italia, disseminati come piccole enclave vaticane lungo tutto lo Stivale. A oggi sono oltre venti». L'Oasi di Elim, la "clinica" per i preti "orchi" della diocesi di Roma, è probabilmente la più famosa. C'è chi come Tulli e Provera in queste "segrete stanze" ci si è addentrato, e ha scoperto che tra gli indagati e i condannati, molto pochi sono in carcere o sono passati per un carcere: «Possiamo sostenere senza incertezze che in queste dimore vengono indirizzati con garanzia di anonimato i sacerdoti protagonisti di episodi di abusi su minori che i vescovi del nostro Paese non hanno mai denunciato alla magistratura laica».Ma è sul finire della conversazione che il "sobillatore" delle potenti consorterie squarcia la coltre nera del perbenismo clericale e bigotto: «Fino a che la Chiesa vivrà nell'assurda convinzione di poter far guarire il cacciatore di bambini con preghiere e confessioni, e penserà che rubare un'ostia o violentare un fanciullo siano delitti posti sullo stesso piano, è difficile che qualcosa possa davvero cambiare».
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Re: Castità, ascetismo-misticismo, solidarismo e pedofilia

Messaggioda Berto » ven set 24, 2021 6:41 am

Enna, prete arrestato per abusi su minore. Familiari vittima: “Ci hanno offerto 25mila euro per non dire niente”
Biagio Chiariello
27 aprile 2021

https://www.fanpage.it/attualita/enna-p ... re-niente/

Il prete Giuseppe Rugolo è stato arrestato in Sicilia, in provincia di Enna, per violenza su minori. Il procuratore capo di Enna, Massimo Palmeri, ha affermato che sarebbero stati accertati "Abusi reiterati su tre minori, ma forse anche altri" e ha ribadito l'appello a farsi avanti e denunciare, rivolto ad eventuali altre presunte vittime di abusi sessuali da parte del sacerdote Giuseppe Rugolo, arrestato questa mattina. "Facciamo questo appello ad eventuali altre vittime perché, dalle indagini, oltre alla vittima originaria, ne sono emerse altre due", ha sottolineato.

Ci sono peraltro elementi in base ai quali gli inquirenti ritengono probabile che le violenze dell'uomo di chiesa siano state perpetrate anche nei confronti di altri soggetti. "Noi ci auguriamo che qualche altra presunta, e noi riteniamo probabile, ulteriore vittima delle attenzioni sessuali del sacerdote, si faccia avanti. Le accuse di violenza sessuale – ha proseguito il procuratore di Enna – riguardano, non solo la vittima, ma altre due persone, anche loro minori all'epoca delle violenze subite. C'é sottolineare il ruolo di educatore e formatore spirituale dell'autore di questi fatti, educatori a cui i genitori si rivolgono e affidano speranzosi i loro figli. Questi comportamenti rappresentano una sorta di tradimento per i genitori che si sono fidati".

Il procuratore Palmeri sottolinea come "in questa indagine sono comparse le difficoltà classiche che gli investigatori incontrano in una città come Enna, non abituata a fatti del genere". "Inoltre – osserva -abbiamo avuto la difficoltà di dovere indagare su fatti che non erano più attuali. Si è dovuto scavare nei ricordi delle vittime, sono state fatte attività d'intercettazione e sequestri dei supporti informatici e telefonini che hanno dato confermato la denuncia".

La vittima aveva denunciato gli abusi subiti al vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana. Era stato aperto un procedimento ecclesiastico che aveva concluso che la violenza c'era stata, ma solo quando Rugolo era seminarista. Il sacerdote era stato trasferito a Ferrara, per malattia, mentre, invece, nella città estense per un dottorato di ricerca. Secondo i legali del giovane, i familiari avrebbero ricevuto nell'ottobre del 2019 l'offerta di 25 mila euro tramite la Caritas in cambio di un accordo con la clausola del silenzio, scrive Ansa.
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Re: Castità, ascetismo-misticismo, solidarismo e pedofilia

Messaggioda Berto » ven set 24, 2021 6:42 am

Vaticano, i retroscena sulle dimissioni del cardinale Marx: la Chiesa tedesca sfida Roma
Franca Giansoldati
4 giugno 2021

https://www.ilmessaggero.it/vaticano/va ... 03556.html

Tanto tuonò che piovve. Con una mossa tanto inattesa quanto sorprendente Reinhard Marx, potentissimo arcivescovo di Monaco e membro del Consiglio dei cardinali, ha lanciato il guanto di sfida verso Roma e, automaticamente, verso Papa Francesco pur di non fare arrestare il cammino di riforme avviato in Germania dai cattolici progressisti. Sul piatto Marx ha messo le sue dimissioni (volontarie) giustificando questo drammatico passaggio come un atto d'accusa all'intero sistema per come sono finora stati gestiti gli abusi. In una lettera resa pubblica ieri - previa autorizzazione di Francesco che ha incontrato due settimane fa - Marx ha parlato esplicitamente di «catastrofe», di comune «fallimento» e di una Chiesa che (almeno in Germania) sarebbe arrivata ad un «punto morto». Praticamente il capolinea.

Scisma

Le conseguenze di questo gesto sono al momento imprevedibili perché potrebbero costituire l'anticamera di uno scisma benché Marx non abbia di certo la statura di Lutero. Quello che chiede e di cui si fa portavoce è un distacco dalle rigidità dottrinali di Roma. Non a caso ieri, in Vaticano, c'era chi ricordava una sua frase sibillina che durante il sinodo sulla Famiglia,ripeteva negli inner-circle: «La Chiesa in Germania non può sempre essere una filiale di Roma».


Il fatto è che da oltre due annila ricca Chiesa tedesca principale finanziatrice della Santa Sede - è in subbuglio, squassata al suo interno tra chi è favorevole a dare spazio alle riforme e chi, al contrario, si oppone a stravolgere la dottrina. Il Comitato dei laici cattolici un peso da novanta vorrebbe arrivare in tempi brevi al matrimonio dei preti, al sacerdozio femminile, alla inter-comunione con i luterani, alla gestione trasparente delle finanze ma, soprattutto, a stabilire una volta per tutte le responsabilità del passato dei vescovi nella devastante gestione degli abusi. Un tema, quest'ultimo, che a Roma resta tabù. Chi tocca muore. E così nonostante l'approvazione di nuove regole anti-pedofili e nonostante gli aggiornamenti normativi (l'ultimo fatto alcuni giorni fa con la revisione del Libro VI del Codice Canonico) l'applicazione omogenea delle rigorose leggi in tante zone del mondo fa ancora acqua. Spesso è subordinata alla tentazione delle conferenze episcopali a proteggere più il sistema che non le vittime. Di conseguenza le cose non procedono come dovrebbero.
In Italia, per esempio, la gestione degli abusi resta ancora lacunosa. Alcune diocesi, come quella di Reggio Emilia o di Bolzano per esempio - avanzano spedite mentre in altri casi la situazione resta opaca: basta vedere anche l'ultimo caso salito alla cronaca. A Piazza Armerina è (solo) grazie alla polizia che è stato stanato un prete pedofilo e mandato in carcere. Il vescovo aveva preferito trasferirlo in una diocesi del Nord (a contatto con dei minori) piuttosto che sottoporlo ad un processo canonico, togliendogli l'abito sacerdotale.

Chiesa, la Cei e le riforme: niente celibato dei preti e sacerdozio femminile

Tensione

In Germania l'attenzione sulla lotta alla pedofilia - anche grazie ad una opinione pubblica inflessibile - resta altissima. Tuttavia di recente un episodio ha di nuovo fatto esplodere la polemica. Nella diocesi di Colonia è finito sotto accusa il cardinale Woelki per essersi rifiutato di pubblicare l'elenco dei preti condannati in passato. Alla fine il Papa ha dovuto mandare in loco degli ispettori. Marx ha precisato: «Voglio assumermi la corresponsabilità di quanto e' successo nella Chiesa, che dovrebbe essere il luogo della guarigione e della speranza». Un modo per tenere in pugno Roma e anche sugli altri temi della riforma.
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Re: Castità, ascetismo-misticismo, solidarismo e pedofilia

Messaggioda Berto » ven set 24, 2021 6:42 am

Prato, il prete arrestato per traffico di droga è sieropositivo: è indagato per tentate lesioni gravissime
21 Settembre 2021

https://www.open.online/2021/09/21/prat ... opositivo/

Secondo le prime indagini, l’uomo negli ultimi anni avrebbe speso per delle feste a base di sesso e droga circa 10 mila euro. Tutti provenienti dalle offerte dei fedeli

Continuano ad emergere nuovi particolari sul caso di don Francesco Spagnesi, il prete di 40 anni della provincia di Prato arrestato per traffico di droga e appropriazione indebita. Nei giorni scorsi aveva confessato ai giudici di aver organizzato insieme al suo compagno Alessio Regina una serie di feste a base di sesso, cocaina e Gbl, la sostanza conosciuta come “droga dello stupro”. Ora una nuova ipotesi di reato. Spagnesi infatti era sieropositivo, una condizione di cui non avrebbe parlato con gli altri partecipanti alle feste. Non è chiaro se il suo compagno ne fosse a conoscenza. Alle feste partecipavano regolarmente dalle 20 alle 30 persone, due di queste hanno già dichiarato di essere sieropositive. Tutto era finanziato dai fedeli. Dalle prime ricostruzioni è emerso che il prete negli ultimi anni avrebbe speso per questi incontri un totale di 10 mila euro, tutti provenienti da 30 parrocchiani. Spagnesi aveva detto loro che questi soldi servivano per aiutare una famiglia in difficoltà che doveva badare a una donna malata.
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