Censura e libertà su facebook

Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » dom ago 11, 2019 7:14 am

Alberto Pento segnalato e censurato per questo post:

Mai mollare un secondo il controllo di questa gente, mai, se lo fai sei morto. A suo tempo invece di esiliare Maometto avrebbero dovuto giustiziarlo e per non averlo fatto sono stati uccisi da Maometto.

Questo commento viola i nostri Standard della community in materia di incitamento all'odio
8 ago 2019
Solo tu puoi vedere questo commento.

Stiamo esaminando il tuo commento
9 ago
Qualcuno esaminerà ulteriormente questo commento.
Il tuo commento è nuovamente visibile su Facebook
9 ago
Siamo spiacenti per la confusione. Abbiamo esaminato nuovamente il tuo commento e abbiamo stabilito che rispetta i nostri Standard della community.
Ti ringraziamo per il tempo che hai dedicato a richiedere un controllo. Il tuo feedback ci aiuterà a migliorare.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » dom ago 11, 2019 7:19 am

Alberto Pento nel 2018 era stato censurato anche per questo post:

I 1800 giorni di carcere di Asia Bibi. In attesa di «risorgere con Lui» | Tempi
«Sono stata condannata perché cristiana. Credo in Dio e nel suo grande amore. Se lei mi ha condannata a morte perché amo Dio, sarò orgogliosa di sacrificare la mia vita per Lui»

https://www.tempi.it/i-1800-giorni-di-c ... re-con-lui

Questo post viola i nostri Standard della community in materia di spam
11 nov 2018
Il tuo post non è visibile a nessun altro.
Abbiamo redatto gli Standard della community per incoraggiare le persone a esprimersi e a connettersi le une con le altre in modo rispettoso nei confronti di tutti.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » lun set 16, 2019 5:31 am

CasaPound censurata, consigliere imbavagliato in aula
12/09/2019

https://www.adnkronos.com/2019/09/12/ca ... CKzWN.html

Si è presentato in aula con un bavaglio rosso ed è rimasto in silenzio durante il consiglio del X Municipio di Roma. È la singolare protesta messa in scena questa mattina dal consigliere di CasaPound, Luca Marsella, dopo la censura di Facebook ed Instagram di migliaia di profili e pagine legate al movimento.

"Dopo la censura sui social, oggi ho deciso di presentarmi in aula e seguire il consiglio con un bavaglio, senza dire una parola. Hanno chiuso la bocca ad un consigliere democraticamente eletto con il 9% dei voti ed accettare passivamente quello che è accaduto o festeggiare come hanno fatto la Boldrini, Zingaretti, giornalisti e centri sociali, può essere molto pericoloso. So di essere politicamente scorretto per questo sistema marcio, ma la libertà è un dovere. Non dimentichiamolo", dice Marsella. CasaPound ha presentato una diffida a Facebook e promesso una class action.




La censura di Facebook è un giallo. E molti pensano alla fuga su altri Social
domenica 15 settembre 19:27
di Guido Liberati

https://www.secoloditalia.it/2019/09/la ... y_WxLAM7NM

Come funziona la censura di Facebook? Non lo sa nessuno. E dietro gli algoritmi si cela un sistema da Grande fratello dai contorni inquietanti. Un documentato articolo della rivista on line Orwell, spiega bene le logiche che si celano dietro le pagine bloccate e gli account sospesi.

Come spiega bene l’autore dell’articolo, «Facebook e Google non chiariscono, infatti, né le loro linee guida né i processi decisionali che determinano quali contenuti abbiano diritto di cittadinanza e quali invece debbano essere rimossi. Questa mancanza di trasparenza, unitamente alle dichiarazioni di alcuni manager di queste aziende, sono la dimostrazione che certe decisioni vengono prese e attuate con un approccio parziale, oltre che unilaterale».

Perché mantenere regole vaghe? Facile. In questo modo, Facebook e Google le interpretano a loro piacimento. E non sono tenuti a dare spiegazioni.

«Per quanto riguarda l’Italia – si legge sul blog – a inizio settembre l’amministratore della pagina Facebook di Marcello Veneziani è stato bloccato a causa di un articolo pubblicato 15 mesi prima e, nei giorni scorsi, la piattaforma di Zuckerberg ha rimosso alcuni articoli pubblicati dal quotidiano online Il Secolo d’Italia riguardanti la chiusura dei profili di CasaPound. Guarda un po’ che caso…»

E mentre la censura di Fb all’estero diventa oggetto di dibattito politico trasversale, «alle nostre latitudini il tema viene affrontato con la consueta partigianeria, con gran parte della sinistra che esulta per la chiusura delle pagine del movimento di estrema destra, senza rendersi conto che, così facendo, si fanno portatori di un approccio alla questione che tutto è fuorché democratico, anche perché presto potrebbe toccare anche a qualcuno di loro. Tanto vale pensarci subito, pensando ad alternative davvero libere»

Prosegue l’articolo facendo un esempio. «Quando un algoritmo prende di mira un contenuto (di qualsiasi formato esso sia: testo, link, foto o video) o un annuncio, lo passa ai revisori in carne e ossa che, nel caso in cui rifiutino l’annuncio, forniscono pochissime spiegazioni – non riuscendo, ad esempio, a chiarire perché un contenuto sull’immigrazione o sull’aborto sia considerato “inappropriato”. Di conseguenza, chi gestisce campagne di comunicazione che toccano argomenti politici non sa come progettare annunci che soddisfano gli standard, aspetto che limita la gamma di argomenti a sfondo politico su cui sia possibile intervenire. Tanto vale cominciare a pensarci subito, magari guardando ad alternative veramente libere.


Vk, spunta l’alternativa a Facebook

Ecco perché in molti si stanno trasferendo su Social alternativi. Uno dei più gettonati, al momento, è il social russo VKontakte (abbreviato semplicemente con Vk). Fondato nel 2006 dal programmatore russo Pavel Durov come social pensato per gli studenti russi e oggi disponibile in 80 versioni. Attualmente vanta oltre 400 milioni di utenti in Russia e paesi vicini come Kazakistan, Ucraina, Bielorussia e altri stati ex-sovietici collocandosi al 4° posto tra i social più usati al mondo. Ha funzionalità e interfaccia molto semplici, è strutturato in modo simile a Facebook, può essere sfruttato per il business e permette anche la condivisione di musica e film. Del resto, quello che è in Rete invecchia in fretta. Vent’anni fa il motore di ricerca di riferimento era Altavista ed era impensabile vederlo soppiantato in così poco tempo. Dieci anni fa, il futuro sembrava Second Life e Facebook era considerato solo una piattaforma per nerd e studenti annoiati. Oggi Second Life è morto e sono oltre due miliardi gli iscritti su Fb. Quindi la censura rischia di diventare un clamoroso autogoal per i cervelloni al soldo di Zuckerberg. Se Facebook non cambia, saranno gli utenti a cambiare Social.



Facebook disattiva account senza motivo? C'è l'obbligo di risarcimento
Paolo Mauri - Mer, 18/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/fac ... 2tJVkqLmDo

Il tribunale di Pordenone ha stabilito con una sentenza del 2018 che in caso di cancellazione di un account senza motivo Facebook è obbligata a riattivarlo e a risarcire il proprietario

Recentemente la censura di Facebook si è abbattuta su quell'area politica che fa capo principalmente a Casapound e Forza Nuova: centinaia di profili personali e decine di pagine ufficiali dei due movimenti politici e delle associazioni a loro collegate sono stati cancellati senza possibilità di recupero.

Addirittura se si cerca di pubblicare una fotografia ritraente il segretario di Casapound, Simone Di Stefano, l'algoritmo del social di Mark Zuckerberg la riconosce come contraria alla policy del sito e non ne permette la messa online. Inoltre, in almeno un caso, quando una testata giornalistica locale ha cercato di pubblicare un articolo che parlava del movimento politico fondato da Gianluca Iannone, ha ricevuto un avviso dagli amministratori di Facebook che suonava come un ultimatum: il post non è stato caricato e se avessero provato nuovamente a farlo avrebbero chiuso la pagina. Migliaia di follower e contatti persi per colpa della censura politica.

Perfino il Garante della privacy, Antonello Soro, è intervenuto sulla vicenda affermando che “ogni limitazione nell’uso dei social network comprime inevitabilmente la libertà di espressione, con riflessi ulteriori quando oggetto di ‘censura’ siano idee politiche; incidendo dunque su libertà che costituiscono la pietra angolare della democrazia”. Questo però non è bastato per far tornare sui suoi passi il social più famoso (e usato) del mondo e non ha ancora smosso il legislatore per cercare di colmare quella che è un'evidenta lacuna del diritto: la possibilità di una società straniera di operare arbitrariamente in Italia con lo strumento censorio, quindi di fatto limitando la libertà di espressione.

I "proscritti" da Facebook hanno però, forse, una freccia al loro arco. L'anno scorso il Tribunale di Pordenone, per un caso simile, ha stabilito che il social non può disattivare profili in base a violazioni solo presunte ed evidenziate senza contraddittorio. Facebook dovrà pertanto pagare una penale per ogni giorno di ritardo nella riattivazione dell'account immotivatamente disattivato.

La sentenza, pronunciata a seguito della causa civile 2139/2018, ha accolto il ricorso ex art. 700 c.p.c. promosso da un utente che si era visto disattivare e cancellare il profilo personale e, di conseguenza, era stato privato della possibilità di gestire la sua pagina presente sul social.

Il caso, sebbene diverso per quanto riguarda la causa scatenante - l'utente aveva pubblicato un video dal profilo pubblico Instagram del torneo di Wimbledon ed era stato accusato di uso illegittimo dello stesso - ha però un fondamentale punto in comune con quanto accaduto recentemente agli utenti "sovranisti" e "identitari" che si sono visti cancellare il profilo: il Tribunale ha ritenuto infatti che Facebook abbia sanzionato l'utente "senza consentire allo stesso di giustificarsi, adottando un rimedio del tutto sproporzionato rispetto agli addebiti mossi, finendo così non solo per violare le norme contrattuali, ma anche violando i diritti costituzionalmente garantiti al ricorrente".

La piattaforma social, anche nel caso dei profili degli utenti riconducibili a Casapound o Forza Nuova, non ha dato modo a nessun utente di avere un contraddittorio, non ha fornito spiegazioni ad personam citando contenuti di vario tipo che avrebbero violato la policy del sito, e soprattutto non ha concesso la "possibilità di redenzione". Gli amministratori hanno affidato alla stampa la loro motivazione parlando generalmente ed in modo del tutto aleatorio di aver agito in tal senso per evitare la "diffusione dell'odio", ma stante la sentenza del Tribunale, non basta.

Il giudice ha anche ritenuto di dover applicare l'art. 614-bis del codice che riguarda le misure di coercizione indiretta: quindi ha considerato anche l'obbligo di pagamento di somme di denaro per ogni violazione o inosservanza successiva, ovvero per ogni ritardo nell'esecuzione del provvedimento di riattivazione del profilo dell'utente.
Nel caso specifico, oltre a ordinare a Facebook l'immediato ripristino del profilo e la riattivazione del relativo accesso alla gestione della pagina, è stato stabilito che il social network deve pagare una penale all'utente di 150 euro per ogni giorno di ritardo nell'esecuzione del provvedimento.

Il Tribunale di Pordenone ha quindi sentenziato che il provvedimento preso da Facebook viola le stesse norme contrattuali accettate all'atto dell'iscrizione: cioè garantire all'utente di "esprimersi e comunicare in relazione agli argomenti di interesse" così da aiutarlo a "trovare e a connettersi con persone, gruppi, aziende, organizzazioni e altri soggetti di interesse". Nel regolamento del social network si legge anche che "l'utente è libero di condividere i contenuti con chiunque, in qualsiasi momento" e si impegna ad assicurare "l'offerta di esperienze coerenti e senza interruzioni nei prodotti delle aziende di Facebook". Clausole contrattuali che sono state violate dagli amministratori con la chiusura arbitraria e senza contraddittorio del profilo.

Il diritto, in Italia, non prevede che i precedenti diventino norma, però la sentenza del Tribunale di Pordenone apre sicuramente una nuova prospettiva che, anche in base alle parole del garante della privacy, dovrà essere presa in considerazione sia del legislatore sia dalla giustizia.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » mer set 18, 2019 8:25 pm

Dopo la moneta, ecco i giudici: nasce la censura di Facebook
Fabio Franchini - Mer, 18/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... Ge1tQ4yUB8

La piattaforma ha annunciato la nascita dell'Oversight Board, una "Corte d'Appello" che gestirà la libertà di parola sul social network

Si chiama Oversight Board ed è il nuovo tribunale di Facebook, nonché sistema di censura.

Già, la piattaforma ha annunciato la nascita della sua "Corte d'Appello"che deciderà sulla libertà di parola e i contenuti (da cancellare) sul social network. Quelli sgraditi, non politically correct o che violano le famigerate condizioni d'uso, saranno spazzati via, con un click.

Il fondatore e ceo Mark Zuckerberg ha comunicato la rivoluzione con un lungo post sul proprio profilo Fb, dichiarando guerra all'hate speech e prospettando, appunto, una stretta sulla libertà d'espressione sulla rete sociale.

"Uno dei progetti più importanti a cui ho lavorato negli ultimi due anni è l’istituzione di un Consiglio di supervisione indipendente, a cui gli utenti possono fare appello riguardo a quali contenuti possono essere ammessi nei nostri servizi", scrive l'ad, prima di introdurre l'Oversight Board, nella cui presentazione si legge: "La libertà di espressione è un diritto fondamentale. Facebook cerca di dare alle persone una voce, così da connettersi, condividere idee ed esperienze e comprendersi l'uno con l'altro. La libertà di espressione è sovrana, ma ci sono momenti in cui i contenuti possono essere in contrasto con autenticità, sicurezza, privacy e dignità. Alcune forme di libera parola possono mettere a rischio l'abilità di altre persone di esprimersi liberamente.

Quindi bisogna trovare un bilanciamento".

Una corte "indipendente" fatta inizialmente di undici membri, che dovrebbero però arrivare fino a quaranta (a seconda di quanto sarà la mole di lavoro) e che potranno rimanere in carica per un massimo di nove anni. Saranno loro, in attesa di conoscerli – se mai li si conoscerà... - i giudici-censori di Facebook.

Il piano di Mark Zuckerberg è sempre più totale e totalizzante: l'imprenditore informatico apre così il suo tribunale dopo aver lanciato, quest'estate, la "sua" moneta, Libra. La criptovaluta dovrebbe debuttare già nel 2020, con il progetto di renderla valuta internazionale e di rendere superflue persino le banche. E con il rischio che tutto (o quasi) delle nostre vite passi attraverso i server di Menlo Park.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » sab set 21, 2019 7:00 am

Facebook mi ha cancellato questo commento:
Anch'io non mi fido assolutamente di un islamico in quanto nazi maomettano. Fidarsi sarebbe demenziale.


Musulmani a bordo, l'equipaggio dell'aereo fa cancellare il volo
Gianni Carotenuto - Ven, 20/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/due ... 55984.html

La American Airlines, non nuova ad episodi di discriminazione, d'accordo con l'equipaggio di un aereo della compagnia ha disposto la cancellazione del volo per la presenza a bordo di due musulmani. "Problemi di sicurezza"

La compagnia aerea statunitense American Airlines ha cancellato un volo perché l'equipaggio di un aereo "non si sentiva a suo agio" a causa della presenza a bordo di due uomini musulmani che si erano salutati prima dell'imbarco.

È successo all'aeroporto internazionale di Dallas. Dopo essere scesi dall'aereo, i due islamici hanno raccontato di essere stati inseguiti e fermati dalle forze dell'ordine, oltre che interrogati da un agente dell'Fbi. Inoltre, i loro bagagli sono stati nuovamente controllati prima del loro viaggio successivo. I due uomini, che parlano di discriminazione razziale, hanno presentato una denuncia al Dipartimento dei trasporti degli Stati Uniti. "Vogliamo parlare con i dirigenti della American Airlines. È stato il giorno più umiliante della mia vita", il racconto di uno dei due al Consiglio per le Relazioni Usa-Islam.

Interrogata sulla vicenda, American Airlines ha fatto sapere che il volo è stato operato da Mesa Airlines, la sua compagnia aerea regionale con sede a Phoenix. "Il volo è stato cancellato per le preoccupazioni sollevate da un membro dell'equipaggio e da un passeggero. La compagnia, con i suoi partner regionali, ha l'obbligo di prendere sul serio i problemi di sicurezza sollevati dai membri dell'equipaggio e dai passeggeri", si legge in una nota di American Airlines, che ha spiegato poi di avere contattato i due musulmani per "comprendere meglio la loro esperienza".

Non è la prima volta che questa compagnia viene tacciata di atti discriminatori. Un episodio analogo era successo nel 2016, quando quattro passeggeri erano stati fatti scendere "per la nostra razza e il nostro colore". Mentre nel 2017 si sono verificati incidenti che hanno coinvolto passeggeri neri i quali hanno denunciato di essere stati discriminati.

Ma cosa è successo esattamente sull'ultimo volo incriminato di American Airlines? Come scrive Dallasnews, a sospettare dei due musulmani sarebbero stati un passeggero e un membro dell'equipaggio. In particolare, il fatto che uno dei due abbia scaricato due volte il gabinetto dell'aereo sarebbe stato interpretato come il segnale di una condotta potenzialmente pericolosa. Da ciò sarebbe scaturita la decisione di cancellare il volo.



Alberto Pento
Anch'io non mi fido assolutamente di un islamico in quanto nazi maomettano. Fidarsi sarebbe demenziale.




Al Qaeda: "Non fate atterrare gli aerei, trasformateli in armi"
Franco Iacch - Gio, 12/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/qae ... 51945.html

Al Qaeda celebra l’11 settembre ed ordina nuovi attacchi: "Inutile fare atterrare un aereo dirottato. Gli aerei devono essere utilizzati come armi"

Il canale responsabile di tutte le comunicazioni ufficiali del comando centrale di al Qaeda ha pubblicato un nuovo video dal titolo “And They Shall Continue to Fight You”.

Protagonista è Ayman al-Zawahiri, leader dell'organizzazione terroristica. Al Qaeda celebra il diciottesimo anniversario dell’11 settembre giustificando gli attacchi contro quelli definiti come “legittimi obiettivi”. L’uscita del video coincide con la riedizione del primo numero della rivista One Ummah tradotto in inglese. Lo scorso anno al Qaeda celebrò gli attacchi dell’11 settembre con il video How do we face America?

Al Qaeda: "And They Shall Continue to Fight You"

33 minuti e 29 secondi con audio in arabo e sottotitoli in inglese. Questa la durata del video And They Shall Continue to Fight You diffuso poche ore fa dal comando centrale di al Qaeda. Oltre ad al-Zawahiri, nel video sono presenti dei filmati di alcuni leader delle filiali di al Qaeda: AQIM, AQAP, TIP, Shabaab e Hurras al-Din. Così facendo, l'organizzazione terroristica tenta di inquadrare la sua jihad in un'ottica globale.

L'architettura mediatica di al Qaeda

In apertura al Qaeda mostra come di consueto il logo di As-Sahab e delle quattro filiali ufficiali riconosciute: Az-Zallaqa, Al-Andalus Media, Al-Malahem Media ed Al-Kataib Media. In base ai concetti di autorità, la posizione centrale del logo di As-Sahab indica la leadership del comando centrale di al-Qaeda. L'egiziano al-Zawahiri è intelligente e presuntuoso, ma è ben consapevole di non possedere il carisma dell'ex leader di al Qaeda. Il principale ideologo di al-Qaeda ben conosce l'importanza della profondità strategica digitale. È sua la frase: "Più della metà della battaglia è nel campo mediatico".

Zawahiri sfrutta il conflitto israelo-palestinese per inquadrare gran parte delle sue argomentazioni

“Sono passati 18 anni dalle benedette incursioni a New York, Washington e Pennsylvania. Ogni giorno che passa l'America svela la sua inimicizia materialista sionista-crociata nei confronti dell'Islam e dei musulmani. Trump ha dato seguito al suo annuncio di spostare l'ambasciata americana a Gerusalemme, riconoscendo le alture occupate del Golan come parte di Israele. In questo modo ha rivelato il vero volto dell'America e la sua disposizione profondamente nemica nei confronti del mondo musulmano. I sionisti complottano contro i musulmani ovunque e immigrano in Israele da tutto il mondo. Pertanto è necessario portare la battaglia dappertutto".

Per sottolineare la stretta relazione dell'America con Israele, al Qaeda mostra una lunga sequenza di una conferenza stampa con il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ed il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

"I miei fratelli musulmani Mujahid in Palestina e nel mondo! Considera oggi la difficile situazione della Palestina: gran parte è sotto l'occupazione israeliana, mentre quella rimanente è divisa in Cisgiordania e Gaza. La Cisgiordania è direttamente governata dall'intelligence israeliana.

Gaza è stata assediata e soffocata da tutte le direzioni, al punto che la maggior parte dei mujaheddin può lanciare alcuni missili contro Israele. Qualcosa che scatena solitamente una spietata risposta militare israeliana. E mentre si sviluppa questa tragedia, il governo insidioso di Sisi assedia e ricatta il popolo di Gaza. Così Israele e le forze criminali internazionali soffocano la Jihad in Palestina, lasciando così un ambiente fortemente limitato e soffocato da cui i Mujahideen possono operare. Spetta quindi ai musulmani e ai mujaheddin distruggere questo assedio portando la battaglia in Israele e nelle forze criminali internazionali in tutto il mondo. Il Mujahid alla ricerca del martirio che cerca di combattere gli israeliani sarà così in grado di combattere gli israeliani nel luogo di sua scelta”.

Al Qaeda tenta di legare la sua jihad globale alla disputa israelo-palestinese. Una scelta chiaramente retorica. Dal punto di vista operativo, infatti, al Qaeda non ha svolto alcun ruolo in quel conflitto che si protrae da decenni.

Ayman al-Zawahiri ordina nuovi tipi di attentati

“I nostri obiettivi sono ammissibili alla luce della Sharia. Nessun danno sarà arrecato al musulmano a seguito delle sue azioni. Il beneficio delle sue azioni supera i costi. Tutto ciò che devi fare è riporre fiducia Allah e dirigerti verso l’obiettivo. Non dimenticare di lasciare un messaggio in cui spieghi che lo scopo dell’operazione jihadista è vendicare i crimini in Palestina ed in tutte queste terre musulmane. È così che sconvolgiamo i nostri nemici e li costringiamo a riconsiderare la loro strategia. Non aspettare che qualcuno ti aiuti. Cerca l'aiuto solo in Allah e non mostrare alcuna debolezza. Sii creativo nei tuoi metodi. Osama ed i suoi fratelli trasformarono gli aeroplani in armi di distruzione di massa. Inutile fare atterrare un aereo dirottato. Gli aerei devono essere utilizzati come armi”.

Capire la natura della battaglia

“Dobbiamo capire la natura della battaglia. È una guerra crociata globale contro i musulmani. Non esiste una linea di demarcazione tra la battaglia locale e globale. L'America è estremamente desiderosa di impedire che la Jihad inizi in qualsiasi parte del mondo o si diffonda in Occidente. Quando fu colpita sul suo stesso terreno, l’America si rese conto del pericolo di questo approccio. Lo stesso schema fu ripetuto a Madrid e Londra. Da lì in poi l'America lanciò la sua guerra di propaganda contro quello che rappresentava il terrorismo”.

Questo è un passaggio fondamentale che si ricollega alla visione di al Qaeda. L'organizzazione terroristica non si concentra esclusivamente sugli attacchi in Occidente, ma vede la sua jihad come un conflitto contiguo contro una vasta gamma di obiettivi in tutto il mondo.

Ayman al-Zawahiri contro gli studiosi islamici

“Cosa volete? Che rinunciamo alla Jihad? Ritenere la nostra una Jihad non giusta o non condivisa dalla comunità musulmana? Si nascondono dietro la scusa dei civili innocenti uccisi. Quelli del Pentagono erano innocenti? O è stato colpito il quartier generale della più grande potenza militare del mondo e che ospitava i più grandi criminali coinvolti in attentati contro i musulmani? E l'aereo che era diretto al Congresso e alla Casa Bianca? Voleva anche colpire gli innocenti? Se vuoi che la Jihad sia focalizzata esclusivamente su obiettivi militari, l'esercito americano è presente in tutto il mondo, dall'est all'ovest. Le basi americane ed i loro infedeli sono ovunque”.

Al Qaeda ordina attacchi globali

“Le forze britanniche, francesi e della NATO sono presenti in tutto il mondo, specialmente in quello musulmano. Quindi attaccali come rappresaglia per i loro crimini in Palestina ed il loro sostegno ad Israele. Le forze francesi occupano il Mali e attaccano i musulmani nel Sahel e nel Sahara. Perché li ignori e abbandoni i tuoi fratelli musulmani come agnelli sacrificali al massacro? Non è questa una battaglia contro un crociato che invade il nemico che viola le santità dei musulmani? Dov'è il tuo ruolo in esso? Le forze americane ed i loro alleati stanno attaccando la Somalia e l'Africa orientale proprio di fronte a voi. Qual è il tuo contributo in termini di Jihad, respingendo il nemico e sostenendo i musulmani contro gli invasori? Questa non è un'invasione crociata che prende di mira una terra ed una nazione musulmana? Qual è il tuo contributo in questo scenario? I criminali russi occupano il Caucaso e l’Asia centrale. Stanno apertamente versando sangue musulmano in Siria. Supportano e proteggono Israele. Che cosa hai fatto contro le sue forze militari sparse in tutto il mondo? Le forze indiane stanno occupando il Kashmir musulmano. Che cosa hai fatto per attaccarli e sostenere il Kashmir dei Mujahideen? Le forze cinesi occupano il Turkistan orientale? Cosa hai fatto contro di loro? Le ambasciate e gli interessi israeliani sono diffusi in tutto il mondo. Quindi forza, colpiscili, invece di perdere tempo a discutere del World Trade Center”

L’Iran ha un’intesa con gli Stati Uniti

“L'Iran ha un'intesa con gli americani in Afghanistan, Iraq, Siria e Yemen. A volte firma accordi con loro. Altre volte continua la sua politica di ricatto. Se non fosse stato per l’Islam, il popolo persiano continuerebbe ad adorare il fuoco zoroastriano. La luce dell'Islam li ha fatti emergere dalle tenebre”.

Al-Zawahiri loda i talebani

“L'America non capisce nulla tranne il linguaggio della forza. Coloro che infliggono danni all'America, otterranno un’intesa con loro. Coloro che si ritirano di fronte al suo potere, non saranno risparmiati. L'emirato islamico ha inferto duri colpi all'America. Questo è il motivo per cui gli americani hanno mostrato entusiasmo nel negoziare con loro un ritiro dall'Afghanistan. Contro coloro che si ritirano, l'America scatena assassini, macellai e scuoiatori”.

Al Qaeda, nessun riferimento allo Stato islamico

Lo Stato Islamico è menzionato soltanto una volta nel video And They Shall Continue to Fight You ed in riferimento alla cooperazione americana con le milizie sostenute dall'Iran in Iraq "per smantellare il cosiddetto califfato". Nessun riferimento allo Stato islamico nel primo numero della rivista One Ummah ripubblicato in inglese poche ore fa. Il video And They Shall Continue to Fight You si conclude con l'annuncio di un nuovo filmato che sarà pubblicato a breve.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » gio ott 17, 2019 6:52 am

"Ma è aberrante censurare un generico sentimento di odio"
Luigi Mascheroni - Dom, 22/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/aberrante ... ni4fY5kNaw

Marcello Veneziani, giornalista, filosofo, politologo, polemista. Anche a lui, tempo fa, è capitato di essere oscurato temporaneamente da Facebook.

«Sì, un paio di volte ma è stata una censura a orologeria, verrebbe da dire... È successo che 15 mesi fa postai sulla mia pagina Facebook un articolo che avevo pubblicato sul Tempo, un pezzo dai contenuti politici ma ironico, titolato Il prossimo segretario del Pd sarà un negro. E non accadde niente, al momento. Poi venti giorni fa scatta la censura e la squalifica di alcuni giorni al curatore della pagina. Mi hanno spiegato che sono gli algoritmi, che bloccano la pagina davanti alla parola negro. Però guarda caso l'oscuramento è arrivato solo ora, mentre scrivevo una serie di articoli molto polemici sul nuovo governo tra Pd e grillini. Curioso, no?».

È giusto o no che Facebook decida di oscurare le pagine di gruppi di estrema destra?

«No, affatto. Già è difficile da accettare che un tribunale regolare sanzioni un reato di opinione. Ma che lo faccia un social network, che non ha alcuna legittimazione giuridica, è aberrante. Tanto più che poi, nello specifico caso delle pagine Facebook di CasaPound, non si fa riferimento a episodi specifici e certi, ma a una generica, diffusione di odio. Che peraltro può essere fatta valere per chiunque: gruppi, istituzioni, politici, giornalisti. E invece colpisce solo i fascisti».

Però Facebook è un'azienda privata. Può fare quello che vuole.

«Per nulla. Non può adottare censure ideologiche. Il fatto che sia un'azienda privata non vuole dire niente. Anche una gastronomia è un negozio privato. Ma se io nella mia gastronomia decidessi di non fare entrare le persone di colore, o i comunisti... ha idea di cosa succederebbe?».

Zuckerberg ha annunciato che istituirà una corte per giudicare i ricorsi di chi viene oscurato.

«Altra aberrazione. Una giustizia privata. E poi mi fa nascere un sospetto. Una commissione del genere, che esercita una giurisdizione dentro gli Stati nazionali, sarà nominata da Zuckerberg. Ma con le pressioni e i ricatti che riceve, con la minaccia che i governi mettano norme fiscali e restrittive ai social, non finiranno per forza di cose con l'essere compiacenti, nelle loro sentenze, con i governi, i poteri politici, economici e editoriali di quello Stato in cui si trovano a operare, così da salvaguardare i propri interessi commerciali? Se è così, al male si aggiunge il peggio...».

Una multinazionale che si fa «Stato» con un suo territorio (virtuale), una sua moneta, una sua legge... È questo il Grande Fratello?

«Sì, infatti. Di fronte a questo rischio penso che il principio di sovranità dei singoli Stati debba essere difeso e tutelato con forza. Tanto più che un'azienda privata giustamente fa i propri interessi e quelli degli azionisti, che non coincidono però con quelli generali e dei cittadini singoli di uno Stato libero, democratico e sovrano».



http://www.ilgiornale.it/news/unazienda ... zN8mQPNChg

"Un'azienda privata ha tutto il diritto di oscurare contenuti"
Luigi Mascheroni - Dom, 22/09/2019 - 06:00
3-4 minuti

Alberto Mingardi, direttore generale dell'Istituto «Bruno Leoni» - centro studi con sedi a Torino e Milano che promuove le idee liberali - sul fatto che Facebook ha oscurato account di estrema destra ha idee molto chiare.

«Farlo è un pieno diritto di Facebook. Il diritto alla libertà di espressione e di stampare non è automaticamente anche un diritto ad avere una stamperia. Si deve accettare che chiunque diffonda le proprie idee, anche se le consideriamo aberranti: troppo facile difendere soltanto le persone con le quali siamo d'accordo. Ma ciò non significa che tutti gli spazi siano aperti a tutti».

Perché Facebook è un'azienda privata...

«Appunto. È una grande agorà cui accedo senza pagare il biglietto: è un suo diritto decidere di non ospitare certi contenuti, come ad esempio la pornografia, che invece Twitter non censura».

Quali sono i criteri per aprire o chiudere le porte a certi contenuti?

«Per fortuna o purtroppo sono i criteri che collimano con le opinioni generali della società in cui viviamo. Ad esempio: io personalmente non lo penso, ma l'opinione comune, quella della società contemporanea, è che i nazisti uccidessero per odio, i comunisti per amore. Quindi i crimini di Hitler non sono comparabili a quelli di Stalin. E quindi Facebook, azienda privata che si regola secondo le idee generali della società pubblica, oscura CasaPound ma non - chessò - un collettivo di estrema sinistra. È il pensiero dominante, filtrato dalla classe intellettuale, e che arriva alle persone comuni. A me può non piacere, ma è così».

Insomma, il problema non è Facebook ma la società.

«Il meccanismo che scatta sui social è lo stesso che scatta nella società. A volte per evitare il conflitto si preferisce evitare il confronto con idee anche totalmente sbagliate, alle quali bisognerebbe rispondere in maniera pacata e con argomenti precisi, cosa più faticosa ma più efficace. La censura, chiamiamola così, è controproducente: se non concedo spazio e voce ai negazionisti o ai terrapiattisti, coloro che sono propensi a credere a quelle idee penseranno che, se non se ne vuole parlare, allora c'è qualcosa di vero...».

Che una società privata faccia ciò che vuole è nelle regole del libero mercato.

«Sì, e anche del buon senso. Dentro Facebook siamo affittuari senza pagare l'affitto. Se non ci piacciono le regole che detta, ce ne andiamo».

Curioso, poi, che spesso contro Facebook e i giganti digitali si scaglino proteste populiste e anticapitaliste che nascono proprio nella Rete.

«È una contraddizione molto interessante. La convinzione è che Facebook sia uno strumento per affratellare e avvicinare, e però alla fine diventa un grande alleato del populismo e del complottismo, cose molto divisive. Nei social si ricostruiscono le stesse tribù della società reale, all'interno delle quali ci si parla per avvalorare le proprie convinzioni senza confrontarsi con la tribù nemica. Ma ancora una volta: la colpa è del mezzo o del modo in cui siamo fatti noi?».


Alberto Pento
Mingardi sbaglia alla grande a dire che non paghiamo affitto, poiché lo paghiamo come cittadini clienti consumatori a cui facebook offre la pubblicità che le aziende pagano salatamente, paghiamo subendo la pubblicità caro Mingardi.
Oltretutto facebook è un locale pubblico, un club aperto a tutti a cui basta iscriversi.
Si consideri poi che lo spazio virtuale dei social è sì privato come una casa, un'azienda, una spiaggia ma inserite in uno spazio/territorio soggetto allo stato.
Bruno Leoni si rivolta nella tomba a sentir dire queste assurdità dal professor Mingardi.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » gio ott 17, 2019 6:53 am

Possagno. «Facebook censura i nudi del Canova». E il museo fa causa. Sgarbi: «Algoritmo capra»
Lunedì 23 Settembre 2019
Elena Filini

https://www.ilgazzettino.it/nordest/tre ... 51963.html

POSSAGNO (TREVISO) - «Se l'algoritmo è così capra da non distinguere tra pornografia e arte, il museo di Canova cosa deve fare? Chiudere bottega? Rivestire le statue? Siamo seri. Stiamo avendo troppi danni d'immagine da Facebook e Instagram: ora portiamo anche noi Zuckerberg in Tribunale». Censurategli tutto ma non la Gypsotheca. Vittorio Sgarbi, da alcuni mesi presidente della Fondazione Canova, di fronte alle continue azioni di oscurantismo delle piattaforme social e alle maldestre giustificazioni del customer service ha chiamato a raccolta i suoi legali. «Troppi disagi, in pratica non possiamo fare web marketing e aumentare i nostri followers. Quindi, in pieno accordo con il sindaco di Possagno Valerio Favero, abbiamo deciso di portare Facebook e Instagram in Tribunale e chiedere un risarcimento danni». La decisione congiunta di Fondazione e Comune arriva dopo che da
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » gio ott 17, 2019 6:53 am

Facebook chiude la pagina del fan club italiano di Trump
Roberto Vivaldelli - Mar, 24/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/tecnologi ... -_XlTdtgMw

Il social network ha chiuso la pagina dedicata ai seguaci e sostenitori italiani del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Negli Usa, intanto, la censura colpisce "I Love America"

Facebook ha chiuso il Donald Trump Italian Fan Club, la pagina italiana dedicata ai seguaci e simpatizzanti del Presidente degli Stati Uniti che conta più di 50 mila "mi piace".

Il social network ha giustificato la chiusura del fan club di Trump osservando che l'attività della pagina "non rispetta le condizioni delle Pagine Facebook in merito alla personificazione e agli account che fingono di essere altre persone o aziende". I gestori della pagina, tuttavia, hanno presentato ricorso e passano al contrattacco con una nota diffusa in queste ore: "Viene il sospetto che si tratti di una censura ideologica, la stessa che ha colpito una serie di pagine in questi ultimi giorni. È altrimenti facile pensare che questa cosa non sarebbe mai accaduta se la pagina fosse stata dedicata ai fan italiani di Barack Obama".

Se la decisione di oscurare il Donald Trump Italian Fan Club venisse confermata, proseguono gli amministratori della pagina Facebook oggetto della incredibile censura, "si tratterebbe di una decisione gravissima che mina la libertà di opinione e di pensiero. Facebook è certamente un’azienda privata e ha le sue regole: tuttavia, fornisce un servizio che non può essere precluso a chi la pensa in maniera diversa dal politicamente corretto imperante che Facebook ha deciso di sposare".

La notizia della chiusura del fun club italiano dedicato al tycoon arriva proprio quando, negli Usa, come riporta il Washington Post, viene rimossa la pagina pro-Trump I Love America da 1,1 milioni di like. Secondo il Wp, I Love America riciclava regolarmente gli stessi meme usati dall'Internet Research Agency, la società russa con sede a S.Pietroburgo accusata di aver inteferito nelle elezioni americane del 2016. Secondo il Wp, I Love America sarebbe soltanto la punta dell'iceberg di una rete di pagine che fanno propaganda a favore dell'inquilino della Casa Bianca. "Queste pagine vengono ora utilizzate per incanalare il grande pubblico verso la propaganda pro-Trump" sottolinea Popular Information. Eppure, alla luce di queste ultime "epurazioni", qualche domanda sulla libertà di espressione sui social è doverosa. Un paio di settimane fa, Facebook e Instagram hanno staccato la spina a CasaPound e a Forza Nuova. Black out. È bastato un click e decine di pagine e profili sono stati oscurati dai due social network più diffusi al mondo. Dai social di Zuckerberg sono scomparse tutte le pagine "istituzionali" del movimento guidato da Iannone, a cominciare dalla pagina principale, "CasaPound Italia", che era stata "certificata" dalla piattaforma di Mark Zuckerberg con tanto di spunta blu e oltre 280mila follower, nonché i profili privati dei militanti del movimento.

"La censura ideologica - ha osservato Marcello Veneziani - ha fatto un altro passo avanti verso l’abisso. Non bastavano la manipolazione e la falsificazione mediatica in grande stile di tg e giornali, l’omertà e il silenzio su fatti del passato e del presente, le leggi liberticide approvate o in via d’approvazione nel parlamento, l’identificazione tra opinioni e reati, la via giudiziaria al conformismo. Ora, ci si mette anche Facebook e il meraviglioso mondo dei social". Il paradosso è che la Polizia culturale di Facebook si è spinta oltre, colpendo la pagina fan dedicata al Presidente degli Stati Uniti eletto democraticamente: colui che dovrebbe rappresentare "il mondo libero".

Il tutto avviene a pochi giorni dall'incontro fra lo stesso Donald Trump e Mark Zuckerberg, Ceo e fondatore di Facebook. “Buon incontro con Mark Zuckerberg nello studio ovale”, ha detto Trump dopo il vertice, postando una foto dei due che si stringono la mano ma non approfondendo ulteriormente il contenuto delle loro discussioni. Al Congresso degli Stati Uniti Zuckerberg ha invece respinto l’idea di vendere Instagram e Whatsapp, come ha comunicato Josh Hawley, il senatore repubblicano che glielo aveva chiesto. Sta di fatto che per conservatori e non allineati, i tempi sui social - e non solo - sembrano farsi durissimi. Censura liberticida avvallata dagli stessi che un giorno sì e l'altro pure - solo quando governa la destra - passano il tempo a blaterare di un ritorno del fascismo...
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » gio ott 17, 2019 6:54 am

Il caso. Facebook oscura le pagine pro curdi. Censurato anche il docufilm sul conflitto
Simone Marcer
mercoledì 16 ottobre 2019

https://www.avvenire.it/amp/attualita/p ... qZi_EbaTz0

Anche i social sono intervenuti sulla questione siriana, oscurando a tappeto le pagine solidali con la resistenza curda, e quelle che criticano Erdogan, associando le critiche al premier turco, e all'offensiva turca in Siria, al sostegno al movimento del Pkk. L’ultima pagina Facebook a cadere è stata quella di MilanoInMovimento, portale di informazione in collaborazione con l’emittente antagonista Radio Onda D’Urto.

Mercoledì mattina alle 10.30 la pagina Fb è stata oscurata, dopo un preavviso di 12 ore. «Gli articoli sono stati già censurati e cancellati dalla piattaforma. In tutto ciò ci ritroviamo completamente impossibilitati a replicare. Non siamo gli unici, decine di pagine di solidarietà al Kurdistan sono state bloccate», scrive MilanoInMovimento sul suo sito, aggiungendo: «Se dovessimo davvero chiudere, una parte di Milano smetterebbe di essere rappresentata».

La lista delle pagine oscurate da Facebook comprende anche Globalproject, che collabora con MiM e Contropiano, per citarne solo alcune, le ultime della lista. Per tutti la motivazione è la stessa, sintetizzata nella formula: «Violazioni degli standard della community». O con il messaggio: «Sembra che un’attività recente sulla tua pagina non rispetti le condizioni delle pagine Facebook».

Prima ancora, nel coprifuoco di Facebook era finita persino la pagina di Binxet - Sotto il Confine, il documentario di Luigi D’Alife (con la voce narrante di Elio Germano) che racconta la resistenza del Rojava, l’Amministrazione autonoma della Siria del Nord-Est, regione nota anche come Kurdistan siriano. In questo caso la “colpa” sarebbe stata quella di fornire tramite la pagina Fb aggiornamenti in tempo reale sulla situazione in quella regione (peraltro molto seguiti).

E non solo Facebook, anche gli altri social sono sulla stessa linea. Instagram ha censurato una foto del reporter Michele Lapini scattata durante il corteo in solidarietà con il popolo curdo a Bologna, in cui si intravede uno striscione con scritto «Erdogan assassino». Il fotografo ha provato a ottenere spiegazioni dal social, e anche qui l’algoritmo è stato inflessibile: «Viola gli standard in materia di persone e organizzazioni pericolose».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » sab dic 14, 2019 4:45 am

CasaPound vince la causa contro Facebook, che adesso dovrà risarcire 15 mila euro di spese legali
12.12.2019

https://it.sputniknews.com/italia/20191 ... 4zuAuQCA68

Il tribunale ha condannato il social, oltre alla riattivazione del profilo, al pagamento delle spese legali per 15 mila euro e al risarcimento di 800 euro per ogni giorno di mancata riattivazione dell'account.

Il Tribunale Civile di Roma ha emesso una sentenza di "accoglimento totale" in favore di Casapound, nella sua azione legale contro Facebook, avviata in seguito all'oscuramento del suo account. Una sentenza con cui il giudice, Stefania Garrisi, ha ordinato "l'immediata riattivazione della pagina dell'Associazione di Promozione Sociale CasaPound", condannando Facebook al pagamento delle spese legali, per un valore di 15 mila euro.

Il social dovrà inoltre corrispondere 800 euro per ogni giorno di mancata riattivazione dell'account, successivo alla decisione della corte.


La sentenza

"Una sentenza storica" ha commentato il leader del movimento, Simone Di Stefano, che aveva presentato il ricorso al tribunale in seguito alla disattivazione del profilo avvenuta lo scorso 9 novembre.

"A quanto pare i “privati” non fanno come gli pare, cari ignoranti globalisti!- ha scritto in un tweet - La magistratura ORDINA a Facebook di riaprire le nostre pagine, citando la Costituzione e affermando che CasaPound ha diritto di esistere e diritto di comunicare sui social".

Il rapporto tra Facebook e l'utente non è assimilabile a quello fra due qualsiasi soggetti privati, si legge nella sentenza, "in quanto una delle parti, appunto Facebook, ricopre una speciale posizione" che comporta che il social "nella contrattazione con gli utenti debba strettamente attenersi al rispetto dei principi costituzionali", ovvero non può oscurare un profilo, limitando la libertà di espressione di un utente.

L'unico limite dell'utente, procede la sentenza, sono "gli stessi principi costituzionali e ordinamentali" che costituiscono "per il soggetto Facebook ad un tempo condizione e limite nel rapporto con gli utenti che chiedano l'accesso al servizio". Ovvero gli utenti non possono essere oscurati se non violano i principi della Costituzione.



Fb ricorre contro CasaPound: "Non usino i nostri servizi"
Gabriele Laganà
Ven, 27/12/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... t9KKCJ20yk


Il reclamo di Facebook riguarda l'ordinanza del Tribunale di Roma che il 12 dicembre ha ordinato al social la riattivazione immediata degli account di Casapound

Facebook non si arrende e decide di continuare la "guerra" contro CasaPound. Il social network ha presentato un reclamo contro l'ordinanza del Tribunale di Roma che il 12 dicembre scorso aveva stabilito che Facebook dovesse riattivare gli account del movimento di destra.

"Ci sono prove concrete che CasaPound sia stata impegnata in odio organizzato e che abbia ripetutamente violato le nostre regole. Per questo motivo abbiamo presentato reclamo", ha dichiarato un portavoce di Facebook che ha aggiunto come l’azienda di Menlo Park non vuole che la piattaforma sia usata per diffondere messaggi di violenza e di intolleranza.

''Per questo - continua - motivo abbiamo una policy sulle persone e sulle organizzazioni pericolose che vieta a coloro che sono impegnati in 'odio organizzato' di utilizzare i nostri servizi''. Secondo lo stesso portavoce, Facebook ha delle regole ben precise che devono essere rispettate da tutti:''Partiti politici e candidati, così come tutti gli individui e le organizzazioni presenti su Facebook e Instagram, devono rispettare queste regole, indipendentemente dalla loro ideologia''.

Il reclamo presentato Facebook riguarda l'ordinanza con cui il 12 dicembre il tribunale civile di Roma ha ordinato al social network la riattivazione immediata della pagina Facebook di CasaPound, oltre che del profilo personale e della pagina pubblica dell'amministratore Davide Di Stefano e di altri militanti disattivati da Facebook il 9 settembre. In quell’occasione, anche la pagina di Forza Nuova e numerosi altri account legati a partiti o movimenti di destra erano state bloccati e non risultavano più raggiungibili.

A seguito dell’ordinanza del tribunale, Facebook ha ripristinato la pagina in questione ed il profilo personale e l’account pubblico dell'amministratore Davide Di Stefano. Il giudice Stefania Garrisi aveva anche fissato la penale di 800 euro per ogni giorno di violazione dell'ordine impartito, successivo alla conoscenza legale dello stesso, condannando il social network al pagamento delle spese di giudizio, liquidate in 15.000 euro.

Il giudice aveva spiegato che "il soggetto che non è presente su Facebook è di fatto escluso (o fortemente limitato) dal dibattito politico italiano, come testimoniato dal fatto che la quasi totalità degli esponenti politici italiani quotidianamente affida alla propria pagina Facebook i messaggi politici e la diffusione delle idee del proprio movimento".

All’indomani della sentenza il leader di Casapound Gianluca Iannone all'Adnkronos aveva espresso tutta la sua soddisfazione: ''Oggi è una bella giornata, abbiamo vinto e portiamo a casa una sentenza importante che dimostra come il tribunale politico messo su contro di noi non avesse motivo di esistere''. Iannone afferma che il tribunale civile ''ha riconosciuto le nostre ragioni e ora tutte le nostre pagine andranno riattivate altrimenti ci sarà una multa di 800 euro per ogni giorno di mancata riattivazione. E' una vittoria importante perché si era trattato di una chiusura pretestuosa nei confronti di un Movimento che ha rappresentanti eletti nei consigli comunali con il simbolo della tartaruga frecciata. Questa è una vittoria di Casapound e di tutto un mondo politico non allineato''.

Duro anche il commento postato su Twitter da Simone Di Stefano: ''A quanto pare i 'privati' non fanno come gli pare, cari ignoranti globalisti! La magistratura ORDINA a #Facebook di riaprire le nostre pagine, citando la Costituzione e affermando che #CasaPound ha diritto di esistere e diritto di comunicare sui social. Sentenza storica!''.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Antropologia

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti

cron