Censura e libertà su facebook

Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » gio mar 12, 2020 6:51 pm

Censurato da facebook per questa frase:

I disinformati e illusi che credono che i cattivi e malvagi mussulmani siano solo i sunniti, in realtà cattivi e malvagi sono anche gli sciiti; tutti i mussulmani sunniti e sciiti sono nazi maomettani e hanno come modello il primo criminale terrorista assassino mussulmano che fu Maometto e tutti seguono il Corano che riporta la parola dell'idolo Allah inventato da Maometto.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » gio mar 12, 2020 6:51 pm

L'avvocato batte Facebook in tribunale: "Legittimo postare le foto di Mussolini"
Massimo Malpica
Dom, 02/02/2020

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... A-mMtrYkRM

Il giudice: "Il Duce fu riconosciuto dalla comunità internazionale"

Pollice in alto per il faccione del duce. Un giudice del tribunale di Chieti condanna Facebook a risarcire con 15mila euro un avvocato, Gianni Correggiari, già esponente di Forza Nuova, a cui il popolare social network aveva rimosso una foto di Mussolini e una della bandiera della Rsi, oltre a sospendergli l'account per circa quattro mesi complessivi.

Ma Correggiari, che aveva postato la foto «nostalgica» in occasione del proprio compleanno, ed era stato poi punito per aver scritto «viva Mussolini» e postato altre foto di simile tenore, in quanto avrebbe violato gli «standard» della community di Fb, a quel punto ha citato in giudizio Facebook per inadempienza contrattuale. E ha visto il giudice, Nicola Valletta, dargli ragione. Motivando nell'ordinanza perché il social fondato da Mark Zuckerberg dovrà risarcire l'avvocato bolognese trapiantato in Abruzzo con 15mila euro, accollandosi anche 8mila euro di spese legali.

A difendere Correggiari l'avvocato Antonio Pimpini (già difensore di Giacinto Auriti, l'inventore nel 2000 del Simec, la «moneta» di Guardiagrele, poi sequestrata dalla Gdf), che dopo la decisione del 29 gennaio ha esultato con il suo assistito per questa «sentenza esemplare» che garantisce «la libertà di pensiero e non il pensiero unico, come ha lasciato intendere Facebook». Il giudice, in effetti, nella sua ordinanza non lascia trapelare inclinazioni nostalgiche del Ventennio, anzi. Nello spiegare perché le condotte di Correggiari non costituiscono una violazione degli standard di comportamento richiesti da Facebook ai propri utenti, e in particolare analizzando il «post» con la bandiera della Repubblica sociale italiana, Valletta spiega che quel vessillo apparteneva a «un soggetto che non ha trovato ovviamente riconoscimento nel diritto internazionale pattizio, ma che tale si è manifestato nel diritto internazionale generale, come noto connotato dall'effettività della sovranità, nel caso specie, ahimè, esistente», concedendosi un eloquente «ahimè» che, però, non cambia la sostanza giuridica della questione né la convinzione del giudice.

Che è ancora più netta sulla questione della foto di Mussolini che, ricorda la toga teatina, «sul piano squisitamente giuridico (e in tale limitato ambito) è stato Capo di governo dello Stato italiano e come tale riconosciuto nella comunità giuridica internazionale e, fatto storico, non è stato oggetto, come persona fisica, di alcuna sentenza di condanna per attività illecite, le sue condotte non sono state ritenute difformi dal diritto internazionale dell'epoca».

Insomma, Correggiari, avrebbe solo esercitato il «diritto costituzionale fondamentale di libertà di manifestazione del pensiero» e tra l'altro l'avrebbe fatto «in modalità improntate a continenza e insuscettive di limitazione». E la decisione del giudice monocratico di Chieti arriva dopo un altro verdetto avverso al social network di Zuckerberg, ossia la decisione di inizio dicembre del tribunale civile di Roma di accogliere il ricorso di Casapound e ordinare a Facebook di ripristinare la pagina del movimento politico che era stata oscurata il 9 settembre. Così, proprio su Facebook, è stato l'avvocato che ha seguito la causa per Casapound, Augusto Sinagra, a dare notizia anche della sentenza di Chieti, prima di attaccare il social network che, secondo il legale, agirebbe «nel preordinato disegno di violare libertà e diritti fondamentali in pregiudizio di una parte politica e a vantaggio di un'altra».
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Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » gio mar 12, 2020 6:52 pm

Ex musulmano norvegese e critico dell'immigrazione è stato "temporaneamente" bloccato da Facebook senza alcuna spiegazione
11 Marzo 2020

https://www.islamnograzie.com/ex-musulm ... 0BSxsXqfgs

Hanni Afsar, un ex musulmano che vive in Norvegia e un apprezzato critico dell’Islam e delle politiche sull’immigrazione norvegese, è stato bloccato da Facebook per un mese.

Afsar afferma che il gigante dei social media gli ha comunicato che otto dei suoi post hanno violato gli “standard della community“, nonostante il fatto che molti di questi post siano stati pubblicati molto tempo fa.

Afsar, che scrive spesso colonne per il giornale norvegese Rights.no afferma:

“So che tutti i miei post rientrano nelle leggi norvegesi, ma FB ha invaso lo spazio pubblico in questo paese. Allo stesso tempo, fanno enormi profitti con i loro servizi, dove il simbolo FB può essere trovato su tutte le piattaforme di notizie. Ma operano con un insieme di (proprie) regole che limitano la libertà di espressione.

Chi è nella tasca di chi? “

“La libertà di parola riguarda il diritto di parlare liberamente. E dovrebbe accadere senza interferenze da parte delle autorità. “

“Se incoraggiamo le persone a commettere reati, razzismo, minacce di violenza o diffamazione, allora è punibile perché è sancito da disposizioni legali. La legge penale applica un principio di legge: nessuna punizione senza riferimento a quale legge è infranta. Ciò significa che si deve dichiarare che un atto è punibile per punire qualcuno per l’atto. “

“Ma quali leggi ho infranto rimane un segreto che Facebook non dirà mai.”

Afsar sottolinea inoltre una recente dichiarazione del governo norvegese che ha annunciato che sta creando un piano d’azione nazionale per combattere il “razzismo” contro i musulmani.

Afsa – come molti altri in Norvegia – sono critici di tali piani.

“Dove arriva il limite? Quando si trasforma in odio? Non abbiamo bisogno di un piano d’azione contro la discriminazione e il razzismo quando abbiamo già il codice penale “.

“Le autorità e FB ovviamente concordano sul fatto che i critici sull’immigrazione, come me, dovrebbero essere messi a tacere.

La stampa norvegese mainstream desidera fare lo stesso e ha abilitato il sito Faktisk.no, un sito che “controlla i fatti” che si postano sui social media “.

Faktiskt.no è finanziato dai principali quotidiani norvegesi Verdens Gang, Dagbladet e dai canali TV NRK e TV2, nonché dalle grandi società di media Amedia e PolarisMedia, che possiedono la maggior parte dei giornali locali norvegesi. Il sito è finanziato anche da Facebook.

“Faktisk.no dovrebbe” verificare i fatti “attuali che influenzano la nostra percezione della realtà, oltre a rivelare e impedire la diffusione di messaggi fittizi che affermano di essere vere notizie. È chiaramente più popolare tra i media tradizionali rispetto alla maggior parte del popolo norvegese ”, afferma Hanni.

“Sembra carino, no? Il problema è solo la posizione politica dei “controllori dei fatti”, il tipo di articoli su cui spendono la maggior parte delle risorse e la loro collaborazione con Facebook. Ciò si riflette chiaramente nel dibattito sull’immigrazione “.

Hanni conclude:

“Perché Facebook riesce a cavarsela con questa censura in Norvegia? Sarà perché i nostri politici lo consentono perché serve ai loro interessi ? “
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