Aiutati che il ciel ti aiuta e la provvidenza divina

Aiutati che il ciel ti aiuta e la provvidenza divina

Messaggioda Berto » lun nov 20, 2017 10:46 pm

Aiutati che il ciel ti aiuta e la provvidenza divina
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Aiutati che il ciel ti aiuta è la vera provvidenza divina che non appartiene all'idolatria delle varie religioni ma che è insita nella vita, nella natura, nelle leggi fisiche dell'universo e morali o etiche delle creature; sopratutto è presente nella responsabilità dell'uomo.

La provvidenza divina si realizza esclusivamente nelle opere dell'uomo di buona volontà e non certo nei miracoli soprannaturali per opera di qualche "santo fanfarone".

L'altra, quella religiosa e miracolistica delle preghiere e delle invocazioni/raccomandazioni idolatre, non esiste è una menzogna.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Aiutati che il ciel ti aiuta e la provvidenza divina

Messaggioda Berto » lun nov 20, 2017 10:48 pm

Provvidenza divina idolatra

https://www.facebook.com/daniel.karmeli ... 8117085373


https://it.wikipedia.org/wiki/Provvidenza

La Divina Provvidenza (in lingua greca antica πρόνοια), o semplicemente Provvidenza, è il termine teologico che indica la sovranità, la sovrintendenza o l'insieme delle azioni operate da Dio in soccorso degli uomini, per aiutarli a realizzare il loro destino. San Gaetano da Thiene è considerato il santo patrono della Divina Provvidenza.


6 momenti in cui la Provvidenza di Dio si manifesta nella nostra vita
Catholic Link | Apr 13, 2016
di Andrés D’ Angelo

https://it.aleteia.org/2016/04/13/6-mom ... ostra-vita

Il nostro Padre che è nei cieli è onnipotente ma, nello stesso tempo, è infinitamente misericordioso: il suo cuore è vicino alla nostra miseria. Quando Gesù ci parla della Divina provvidenza nel Vangelo, ci parla di un Padre amorevole, che con dedizione vede ogni più minimo dettaglio della nostra vita. “Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!” (Matteo 10:29-31).

Così come la fisica è la matematica applicata alla realtà, credo che la Divina provvidenza sia la misericordia Divina applicata alla nostra vita quotidiana. Ci sono delle volte in cui non pensi sia vero? Ti succede mai che ti costa farti carico di cosa significhi veramente tutto questo? A volte possiamo credere che “Dio si dimentica di noi” o che la sua Provvidenza non è accurata come volevamo. A me non succede molto spesso, ma non perché sono speciale né perché ho una fede che può smuovere le montagne. Ma solo per la mia storia:

Sono il minore di 12 fratelli e nascere ultimo in una famiglia molto grande non mi ha dato fede nella provvidenza. Si, avete letto bene, non ho fede. Ho la piena certezza che esiste ed agisce costantemente nella mia vita. Per crescere dodici figli – soprattutto negli ultimi 60 anni e nel mio paese, l’Argentina, che ha accumulato un’inflazione milionaria – non ci vuole fede, ci vuole la certezza piena che Dio ci assiste del continuo. Mio padre chiamava il suo metodo il “provvidenzialismo demenziale controllato”. “Provvidenzialismo” perché contavamo sulla Divina provvidenza. Non ci è mai mancato nulla ed eravamo dodici bocche da sfamare, vestire e istruire. Abbiamo passati dei momenti duri, ma non ci è mancato nulla. “Demenziale”, perché a volte mio padre ha fatto salti nel vuoto con una fiducia cieca nella provvidenza; sia per cose superflue o superficiali (come costruire una piscina molto grande nel giardino per poter invitare più amici, oppure andare tutti insieme in vacanza al mare) o cose molto importanti e necessarie, come ampliare l’enorme casa che abbiamo. E “controllato” perché questi salti nella fede non si sono verificati con troppa frequenza e inoltre abbiamo sempre pagato un debito prima di farne un altro.

Poi sono confluito nel movimento di Schoenstatt, di cui uno dei carismi distintivi è la “fede pratica nella Divina provvidenza”. Quando ho sentito questa frase, mi sono detto: “Questo movimento è per me”. E Così è stato. Padre Kentenich, fondatore del movimento di Schoenstatt, ha recitato una bella preghiera che sintetizza l’approccio di fiducia che dobbiamo avere in Maria:

“Confido nella tua bontà e nel tuo potere, come un figlio spero in queste cose. Oh Madre Ammirabile, in te e in tuo figlio credo e confido ciecamente, in qualsiasi circostanza. Amen”.

Prima di elencare i punti vorrei dire tre cose sulla provvidenza:

La Divina Provvidenza non è una bambinaia: Dio ci conosce intimamente e sa ciò che siamo capaci di fare o non fare. Come dice Sant’Agostino, dobbiamo fare ciò che possiamo, e chiedere per quello che non possiamo fare. Ma non si può barare. Se non facciamo la nostra parte, non potremmo sperare che Dio faccia la sua.

La Divina Provvidenza non è un tiranno: Dio non ci chiede l’impossibile! Ci chiede di fare il nostro dovere, niente di più! A tutto il resto ci pensa Lui! Se ad esempio a una giovane albanese in India avessero detto che avrebbe dovuto fondare una congregazione di 4500 membri che si estende in 133 paesi, la povera monaca sarebbe morta di angoscia, pensando che tutto questo sarebbe stato più pesante delle sue proprie forze. Ma invece Dio le ha detto: «Va’ e prenditi cura dei più poveri tra i poveri». E questo l’ha resa la Madre Teresa che noi tutti conosciamo e ammiriamo. Tutto il resto è stato sopraggiunto. Qui si radica la grandezza della Divina Provvidenza: ci dà la libertà di dedicarci a cose grandi (il Regno di Dio) mentre lui si occupa del resto. E come se ne occupa!

La Divina Provvidenza non agisce direttamente. C’è una famosa storia di un uomo che ha chiesto a Dio di salvarlo da un’inondazione. Prima sono venuti i vigili del fuoco, ma l’uomo si è rifiutato di entrare nella loro barca perché aveva chiesto aiuto a Dio. Poi è arrivata la protezione civile, ma neanche nella loro imbarcazione l’uomo osa entrare, perché è a Dio che ha chiesto aiuto. Infine viene raggiunto da un elicottero della polizia, ma l’uomo si rifiuta ancora una volta. Quando muore, l’uomo va in cielo e chiede a Dio: “Dio mio, perché mi hai abbandonato?” Al che Dio risponde: “Uomo, ti ho mandato prima i pompieri, poi la protezione civile e infine la polizia, e tu li hai rifiutati tutti!”

Compreso ciò, vediamo i momenti in cui Dio sembra non preoccuparsi delle nostre necessità, e proviamo a capire cosa sta davvero facendo quando a noi sembra che il mondo stia per finire!
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Re: Aiutati che il ciel ti aiuta e la provvidenza divina

Messaggioda Berto » lun nov 20, 2017 10:50 pm

Perché non sono cristiano
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Primo perché per essere uomo e un buon uomo non occorre essere cristiano;
secondo perché mi è ripugnante aderire a una religione idolatra che ha come fulcro la divinizzazione di un uomo, l'ebreo Cristo; ciò non è ragionevole, sensato e spiritualmente naturale e universale.


L'assurda, irragionevole e idolatra eresia cristiana
viewtopic.php?f=199&t=2589



Il Papa cattolico romano Bergoglio è un eunuco idolatra che con la sua casta clericale di parassiti e di pedofili, imperialista come lo era Roma imperiale, un irresponsabile cristiano invasato antieuropeo e razzista antibianco che ci porta la morte in casa e che demenzialmente promuove il nazismo maomettano e l'invasione africana dell'occidente violando i nostri diritti umani.


Non portarti la morte in casa, non hai colpe né responsabilità
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Re: Aiutati che il ciel ti aiuta e la provvidenza divina

Messaggioda Berto » lun nov 20, 2017 10:52 pm

Miracołi veri e falbi
viewtopic.php?f=24&t=1687

D-o non fa miracoli; i miracoli sono assurdità magiche
viewtopic.php?f=201&t=2491

Le storie dei miracoli sono falsità e bestemmie che nascondono Dio e che allontanano da Dio.
Le leggi di Dio, naturali, universali, divino-fisiche sono una cosa seria.
Dio non si presta a violare le sue stesse leggi naturali e universali che animano il creato, per conto di qualche sciamano, stregone, mago, santo, madonna, profeta, messia, religione, fede.
Dio non ha bisogno di dimostrare che esiste e che è omnipotente; sono unicamente gli idoli che hanno questo bisogno per apparire come se fossero Dio ai poveri di spirito che hanno la debolezza e la stupidità di credere in loro.
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Re: Aiutati che il ciel ti aiuta e la provvidenza divina

Messaggioda Berto » dom dic 03, 2017 9:21 am

L'uomo di buona volontà e l'ipocrita
viewtopic.php?f=141&t=2515



LA " VISIONE" EBRAICA con cui sono totalmente d'accordo

" Se io non sono per me, chi e' per me? E se non sono per me, cosa sono io?
E se non ora, quando?"


Hilel 60 a.C.

In questa frase e' concentrata molta dell'essenza dello stile di vita ebraico.

Certo, credo in D-o ma se non sono io per me, chi lo sara'?

E se io non sono per me, cosa sono io?

E se non ora, quando?

Quanti significati in sole tre frasi: sii te per te stesso ed agisci ora, se non ora, quando?

Certo, l'ebreo crede nella vita terrena e parla poco di quella ultraterrena.
Realizzarsi ora, in questa vita, fare della propria vita una missione, da completare con successo; contando sull'aiuto di D-o certamente ma credendo prima di tutto in noi stessi come gli artefici del nostro successo e della nostra felicita'.
B. H.

Jossy

https://www.facebook.com/Ebrei-e-Israel ... 9871202295
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Re: Aiutati che il ciel ti aiuta e la provvidenza divina

Messaggioda Berto » mar apr 06, 2021 8:09 pm

Poveri africani sempre vittime dei predatori non africani vero, vecchi e nuovi colonizzatori?
Ma la realtà è un'altra e il vittimismo non paga e non aiuta a responsabilizzarsi.



???

Nell’Africa comprata dai nuovi padroni, dove i contadini perdono le loro terre

In 20 anni 35 milioni di ettari acquistati da cinesi, emiratini e americani. È il nuovo colonialismo globale
Nell’Africa comprata dai nuovi padroni, dove i contadini perdono le loro terre
Domenico Quirico
04 Aprile 2021


https://www.lastampa.it/topnews/primo-p ... 1.40109005

È strano. I viaggiatori e i fotografi colgono dell’Africa innumerevoli immagini: le riserve naturali, i masai e i tuareg con i loro «pittoreschi costumi», gli animali selvaggi, le spiagge, i più consapevoli anche le sterminate e disperate bidonville e le guerre feroci. Ma pochissimi si raccolgono a fissare i gesti, i volti, la fatica dei contadini. Eppure l’Africa è un continente di contadini: che vivono, anzi meglio sopravvivono, su meno di un ettaro (l’ottanta per cento), con poca acqua, senza fertilizzanti, senza trattori.



Leader corrotti e tribalismo, l’Africa dimenticata si getta tra le braccia della jihad
Domenico Quirico
17 agosto 2020

https://www.lastampa.it/topnews/primo-p ... 1.39200977

L’Africa? Sessant’anni dopo le sacrosante ma azzoppate indipendenze, la stiamo perdendo ogni giorno: la perdiamo in quello che davvero dovrebbe contare, la possibilità di una vera democrazia che non sia elezioni truffa, lo sviluppo per un proletariato immenso e non solo per complici rapaci di una mondializzazione ipocrita, la tolleranza, etnica religiosa politica umana. E coloro che fuggono, i senza nome, i reietti, l’estremo limite, il termine della notte? Non dovrebbe essere quella la nostra Africa?

Non dovremmo prendere partito per la gente senza scuole e senza scarpe? Baratro nero e spalancato, è il progetto islamista che avanza verso Sud, rode, arruola, infetta, convince.




!!!

È difficile aiutare l’Africa quando l’Africa non vuole aiutare se stessa
Franco Nofori
03/04/2021
Un’analisi oggettiva anche se dolorosa

https://www.italiettainfetta.it/e-diffi ... se-stessa/



Ricevo da un amico lettore lo sfogo di un imprenditore keniano che non potrebbe spiegare meglio perché l’Africa non decolla, ma sceglie di schiavizzare se stessa svendendo la propria credibilità al resto del mondo. Si tratta di un appello accorato e tristemente sincero che fa comprendere come un grande continente, dotato di enormi risorse naturali, si condanna alla perenne indigenza, all’illegalità e alla disparità sociale. Non ci sarà mai modo si aiutare efficacemente l’Africa, finché l’Africa non saprà offrirsi al resto del mondo come un partner onesto, capace e affidabile. Tutto il resto è melensa retorica.

Sono il titolare di un’azienda manifatturiera in Kenya che gestisce anche la commercializzazione dei propri prodotti. Le maggiori difficoltà che incontro nel condurre la mia attività, non sono rappresentate dalle frequenti interruzioni di corrente e neppure dall’assenza di adeguate infrastrutture, ma dalla difficoltà di trovare personale onesto e affidabile. Sembra che la missione di ogni persona che assumiamo sia quella di rubare quanto più possibile; falsificare fatture; registrare incassi inferiori all’importo reale e alterare anche la quantità di articoli prodotti. La parte peggiore di questa strategia truffaldina è che non è solo attuata dal singolo, ma si realizza attraverso la collusione di tutti i settori, da quello produttivo a quello commerciale, finanziario e logistico, fino a coinvolgere l’intero corpo dirigenziale.

In un solo anno sono stato costretto a sostituire per ben tre volte tutte le posizioni direttive della mia azienda, ma solo per ripiombare nella stessa situazione, finché ho trovato un rimedio: ho affidato le posizioni di maggiore responsabilità a dirigenti indiani espatriati che si sono rivelati molto più onesti, efficienti e responsabili dei loro equivalenti africani. Inizialmente ero piuttosto dubbioso su questa scelta. La difficoltà a ottenere i necessari permessi di lavoro, la sistemazione abitativa e il personale domestico, comportavano costi non indifferenti, ma la rapida riduzione dei furti e delle truffe ai danni della mia azienda compensarono presto e largamente le spese di questa decisione che produsse anche livelli di efficienza mai ottenuti prima.


Scelta umiliante ma necessaria
Furto delle ruote a un auto parcheggiata in Sudafrica

Oggi tutto il mio staff dirigenziale è composto di espatriati indiani, mentre al personale africano restano affidate le sole mansioni di scarsa influenza gestionale. Si è trattato di un provvedimento che non avrei mai immaginato di adottare, poiché io stesso ero sempre stato apertamente critico nei confronti delle grandi aziende nazionali che impiegavano un gran numero di personale straniero, quando molti cittadini africani erano disoccupati, ma adesso comprendo la necessità di queste scelte, per quanto esse restino umilianti e dolorose. Il punto dolente non è rappresentato dall’incompetenza, perché chiunque sia privo di esperienza, può essere opportunamente istruito, ma chi è disonesto resta disonesto, anche se titolare di una laurea ottenuta a pieni voti.

Noi africani siamo usi a lamentarci per la situazione economica e per la difficoltà a trovare uno stabile impiego, eppure conosco molte aziende straniere che sarebbero pronte a investire massicciamente in Africa creando grandi opportunità di lavoro, ma non lo fanno per le troppe esperienze negative di chi li ha preceduti e per l’impossibilità di trovare africani qualificati e onesti cui affidare la gestione dei propri investimenti. Anche molti africani dotati di sufficienti disponibilità economiche, sono restii a creare attività imprenditoriali, per le stesse ragioni e preferiscono far fruttare il proprio denaro investendolo in buoni del tesoro o altre speculazioni finanziarie che non li espongano ai rischi di furto da parte dei propri connazionali.

L’Africa potrebbe creare milioni di opportunità di lavoro, attraverso partnership internazionali, ma ne è impedita a causa della vasta corruzione dell’apparato governativo, cui si aggiunge il costante impulso di rubare tutto il possibile anche da parte di una grande fetta della sua popolazione. Quella stessa popolazione che si lamenta del proprio governo corrotto, ma che è subito pronta a comportarsi nello stesso modo, appena si trova nella possibilità di farlo. Che si tratti di una grande impresa, o di una piccola attività rurale, l’impulso ad appropriarsi dei beni altrui, resta comunque irresistibile. Provate a condurre un modesto allevamento di pollame e vi ruberanno le uova. Vi diranno di aver trovato dei polli morti durante la notte, così da poterseli portare a casa per cena.


Perché non seguire gli esempi virtuosi?
L’aeroporto internazionale di Kigali, capitale del Ruanda

Qualunque sia l’attività che avete intrapreso, scoprirete che quando voi siete presente, essa renderà dieci volte di più di quando non ci siete, perché in vostra assenza, gran parte del denaro incassato finirà nelle tasche del vostro staff. Affittate loro un’auto e guardate come la porteranno rapidamente allo sfascio. Aprite un ristorante e vedrete come metà delle provviste che acquistate passeranno rapidamente dalla vostra alle loro cucine domestiche. Non si renderanno mai conto di quanto il loro comportamento sia dissennato, poiché oltre a privarvi del vostro denaro, stanno distruggendo l’attività grazie cui sopravvivono loro e le loro famiglie, uccidendo la speranza del proprio paese e del proprio futuro.

Eppure li vedrete sempre puntare l’indice accusatore verso la classe politica al potere, mentre se loro non hanno potuto rubare le stesse quantità di pubblico denaro, è solo perché non ne hanno avuta l’opportunità. Voi, pochi africani onesti, siete un’esigua minoranza e tutti vi guarderanno come degli idioti, ma non siete idioti, siete quelle poche persone di cui l’Africa avrebbe disperato bisogno. Come possiamo sperare in uno sviluppo di negozi, supermercati, aziende, ospedali, scuole, imprese pubbliche, ecc. quando il personale dell’Azienda elettrica ruba i cavi di rame; i medici si appropriano di farmaci, coperte, cuscini, lenzuola, viveri per poi rivenderli sul mercato nero?

A tutti i livelli sono gli africani il vero e grande problema dell’Africa. Chi ci potrà mai salvare da noi stessi? Eppure basterebbe seguire i pochi ma illuminanti esempi virtuosi, come il Ruanda. Un Paese risorto da una terribile strage e ora ammirato dal mondo intero, dal quale raccoglie importanti investimenti internazionali, perché sanno che in Ruanda la corruzione è energicamente bandita sia nel settore pubblico e sia in quello privato. Ecco perché sotto la guida di Kagame, il Ruanda fiorisce ponendosi come esempio all’intero continente africano. Facciamone tesoro e ridiamo speranza alla nostra amata Africa.
K.W. Kariuki

Giornalista e scrittore, fin dall’epoca del liceo, quando si occupava di cronaca cittadina. Nel 1983 si è trasferito in Africa, facendo base in Kenya e inviando a testate nazionali e straniere, molti reportage sulle situazioni africane di cui è diventato un profondo conoscitore. Nell’anno 2000 ha fondato e diretto, per quattordici anni, il periodico d’opinione “Out of Italy” rivolto alle comunità italiane dell’est-Africa. Ha scritto oltre mille articoli e pubblicato tre libri. Fino al 2018 ha anche ricoperto l’incarico di consigliere dell’Ambasciata Italiana in Kenya.



Colonizzazione e decolonizzazione dell'Africa
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=1822



All'Africa e agli africani non dobbiamo nulla, ma proprio nulla, niente di niente, tanto meno agli asiatici e ai nazisti maomettani d'Asia e d'Africa. Ci dispiace per i cristiani ma non possiamo accogliere tutti perché non vi è spazio, non vi sono risorse e non c'è lavoro, in Italia vi sono già milioni di poveri, di disoccupati e di giovani costretti a migrare; e un debito pubblico tra i più alti del mondo occidentale che soffoca lo sviluppo e alimenta i parassiti e la corruzione. Gli africani si arrangino e restino in Africa a risolvere i loro problemi.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=2494
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