Libertà, spiritualità e religione, scienza, caso e fede

Re: Libertà, spiritualità e religione, scienza, caso e fede

Messaggioda Berto » mar lug 14, 2020 7:58 pm

Silvana de Mari e l'illuminismo
https://www.facebook.com/silvanademari. ... =2&theater
https://www.facebook.com/watch/live/?v= ... _permalink

Alberto Pento
No Silvana non sono stati i monasteri, no ... !
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Libertà, spiritualità e religione, scienza, caso e fede

Messaggioda Berto » ven lug 31, 2020 7:43 am

Il Medioevo cristiano, un’epoca buia? 9 “invenzioni” smentiscono questa bufala
Alcune delle quali hanno avuto proprio dei cristiani come inventori
14 gennaio 2017


https://it.aleteia.org/2017/01/14/il-me ... ufala/amp/


Il Medioevo, un periodo buio caratterizzato da oscurantismo e arretratezza culturale e scientifica a causa dell’ampia diffusione del Cristianesimo? Sarebbe un grave errore etichettarlo in quel modo. Il Medioevo è stato ben altro. E cioè un periodo storico vivo e segnato da grandi scoperte, alcune delle quali di cui sono artefici proprio i cristiani.

1) OSPEDALE

Giorgio Cosmacini, docente di Storia della medicina presso l’Università Vita-Salute San Raffaele e l’Università degli Studi di Milano, scrive: «il valore dell’ospitalità era solo marginalmente noto nel mondo classico. Era il Medioevo cristiano a dare fondamento etico alla hospitalitas: comandamento condiviso, come servizio reso al bisognoso e al sofferente nell’ambito di un cristianesimo che si proclamava religione dei poveri […]».

«Tali opere ricevevano una loro organizzazione da parte della Chiesa primitiva: i diaconi erano “ministri” delegati dai vescovi ad amministrare la distribuzione di viveri ed elemosine, l’assistenza a vedove ed orfani, l’alloggio a poveri e ammalati. Le prime “case ospitali” o domus episcopi, sorte accanto alle residenze vescovili, erano gli archetipi delle istituzioni ospitaliere […]. Sotto l’autorità di un vescovo nascevano case ospitali urbane, sotto l’autorità di un abate, stanze ospitali venivano allestite nei monasteri» (G. Cosmacini, L’arte lunga. La storia della medicina dall’antichità a oggi, Laterza 2009, pp. 118,120).

2) OCCHIALI

Le prime innovazioni tecnologiche si hanno, in Occidente, nel XIII° secolo. Il frate domenicano Alessandro della Spina, a cavallo tra il 1285 e il 1289, sarebbe stato il primo inventore di lenti convesse, atte cioè a facilitare la vista di chi vede male da vicino (presbiopia). Poco prima, nel 1268, l’inglese Ruggero Bacone teorizzò l’uso di lenti per migliorare la visione degli oggetti. In ogni caso, dalla fine del XIII° secolo vi fu un susseguirsi di innovazioni e di soluzioni pratiche per rendere più facile l’utilizzo delle lenti. La loro realizzazione rimase tuttavia, per molto tempo, un’attività molto specializzata, in cui si distinsero soprattutto i vetrai veneziani di Murano.

In origine, gli occhiali erano formati da superfici di cristallo di rocca con particolari angolature, tenute insieme da strisce di cuoio e da un perno, che ne garantiva un approssimativo fissaggio al naso. Un laccio di cuoio, che passava dietro la nuca, contribuiva a un solido fissaggio alla testa (www.treccani.it)

3) MULINI AD ACQUA

Fu invece a partire dal IX secolo che i mulini ad acqua simili a come noi oggi li conosciamo cominciarono a comparire in Europa, parallelamente alla progressiva abolizione della schiavitù: un mulino semplice infatti permetteva di macinare in un’ora circa 150 chilogrammi di grano, cosa che invece fino ad allora si poteva fare solo utilizzando quaranta schiavi, che, anche se non dovevano essere pagati, andavano comunque evidentemente mantenuti.

4) ARATRO PESANTE

Attorno all’undicesimo secolo, però, nel nord della Francia fece la sua comparsa un nuovo tipo di aratro, chiamato presto aratro pesante, in cui il vomere era asimmetrico, mentre lo strumento in generale era dotato di ruote e, dato che non doveva più essere per forza spinto da un uomo e poteva essere quindi appesantito per farlo entrare più in profondità, necessitava di essere attaccato a buoi o cavalli.

5) OROLOGI

Comparsi nel corso del XIII secolo, i primi orologi meccanici si trovarono in breve tempo a sostituire varie forme di misura del tempo diffuse fin dall’antichità, basate su meridiane, clessidre e perfino orologi idraulici che erano già noti a greci e romani ma che avevano trovato nuova diffusione proprio nei secoli medievali.

6) STAMPA A CARATTERI MOBILI

La stampa a caratteri mobili creata da Johann Gutenberg nel 1455 a Magonza. Anche in questo caso in realtà, come abbiamo già segnalato per l’orologio, l’invenzione europea non fu la prima in assoluto, visto che in Cina una tecnica molto simile era stata già creata nel 1041 dall’inventore Bi Sheng, tecnica che probabilmente era però ignota a Gutenberg e agli europei del tempo.

7) SETTE NOTE

Le sette ‎note esistono da sempre, ma sapevate che la loro denominazione ha origine nel Medioevo? Guido d’Arezzo, monaco benedettino, nell’XI sec. nominò ciascuna nota con le prime sillabe dei primi sei versi dell’inno “Ut queant laxis” dedicato a San Giovanni Battista.

«UTqueant laxis

REsonare fibris

MIra gestorum

FAmuli tuorum

SOLve polluti

LAbii reatum

Sancte Johannes»

8) BUSSOLA

La bussola fece la sua comparsa sulle sponde del Mediterraneo nel Medioevo. E innescò un malinteso storico che continuò a propagarsi, con tanto di curiose conseguenze, fino ai giorni nostri.

Nel vecchio continente, il primo riferimento che la riguarda è dell’erudito inglese Alexander Neckam, che la menziona nel De nominibus utensilium (ca. 1180) e già all’inizio del Trecento era uno strumento ben noto. La troviamo nelle cronache del domenicano Giordano da Pisa (1260 – 1311), che scrive: “pare una vile pietra, ma essa è carissima” e, per chiarirne il valore, commenta che sarebbe meglio perdere uno smeraldo che una bussola.

9) CHIOCCIOLA

Il simbolo @ è arrivato lemme lemme fino a noi da secoli che qualcuno ancora si ostina a ricordare come “oscuri”. La chiocciolina che usiamo ogni giorno nella posta elettronica, appare in un codice miniato del Trecento scritto in bulgaro che è conservato nella Biblioteca Vaticana insieme a un altro milione e mezzo di rari e preziosissimi libri.

Nell’antico testo la @ è la prima lettera della parola amen. Spunta in una pagina della “Σύνοψις ἰστορική”, una cronaca universale in 6733 versi politici scritta da Costantino Manasse, nella quale l’intellettuale bizantino volle raccontare la storia del mondo, dagli inizi fino alla morte dell’imperatore d’oriente Niceforo III Botaniate (1002 -1081).




Alberto Pento
Non si tratta di scoperte, innovazioni, tecnologie legate alla religione cristiana. Non sono cristiane ma europee prodotte non dalla fede ma dalla ragione dell'uomo europeo che era anche cristiano ma non solo.


La grande presunzione degli idolatri cristiani
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 199&t=2625
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Re: Libertà, spiritualità e religione, scienza, caso e fede

Messaggioda Berto » dom set 06, 2020 8:01 pm

Yom Kippur: anche il caso è nelle nostre mani?
Rav Scialom Bahbout
21 Settembre 2015

https://www.progettodreyfus.com/yom-kip ... 8_fdmkUPSM

Uno degli aspetti del servizio che il Gran Sacerdote faceva il giorno di Kippur era quello di scegliere due capri identici e poi estrarre a sorte quale doveva essere sacrificato al Tempio in onore del Signore e quale doveva andare ad Azazel, cioè condotto in un luogo impervio, dove sarebbe morto precipitando da una rupe.

Al di là delle molte domande che pone questa procedura, due mi sembrano particolarmente importanti. La prima, perché i capri dovevano essere identici dato che assolvevano a funzioni diverse e subivano sorti diverse? Una possibile risposta a questa domanda è forse questa: se il capro simboleggia l’uomo, allora questo vuole dirci che in linea di principio ognuno parte dalle stesse condizioni iniziali e ha le stesse opportunità, ognuno può essere il “capro per il Signore” o il “capro per Azazel” e non dobbiamo pensare che anche a noi non potrebbe toccare la sorte di cadere nelle mani di Azazel. Quindi potremmo dire che il destino è nelle nostre mani, ma il sorteggio sembra escludere questa possibilità tranquillizzante. Infatti noi siamo abituati a pensare che il sorteggio sia dovuto solo al caso.

Ora sappiamo che uno dei punti centrali nella contrapposizione tra pensiero ebraico e pensiero greco è proprio il fatto che i greci credevano nel caso, come qualcosa che era al di fuori della volontà degli dei, mentre per il pensiero ebraico “Tutto è previsto, ma il libero arbitrio è dato”. La libertà è l’idea fondamentale che ritorna in tutte le feste ebraiche ed è quella che rende l’uomo simile a Dio, libero creatore. L’idea che anche la Divinità sia sottoposta al fato è un retaggio dell’idolatria e della cultura greca. L’idea che una parte di ciò che accade sia dovuta al caso è uno degli elementi che caratterizza gran parte del pensiero moderno.

Ora il sorteggio dei capri avviene in un contesto in cui tutto è invece dovuto alle scelte libere che l’uomo può fare e cioè osservare la legge oppure distaccarsene. Probabilmente l’inserimento del sorteggio nell’ambito del giorno destinato alla Teshuvà ci vuole dire che anche ciò che a noi sembra dovuto al caso è in definitiva una conseguenza delle nostre scelte.

In sintesi questo è il messaggio che ci arriva da Yom Kippur: ognuno può divenire “capro per il Signore” o “capro per Azazel” e sta a lui creare le condizioni ambientali per le scelte che guideranno il suo futuro.


Alberto Pento
Il caso è fuori dal controllo umano ma non di Dio e se gli dei non hanno il contrallo del caso o fato significa che sono più simili all'uomo che a Dio a cui nulla sfugge.



Nell'evoluzione il caso spiega qualcosa o è un termine vuoto che si usa quando non si conosce la spiegazione.

https://www.facebook.com/groups/fede.sc ... 168868184/

Il caso non è a caso o per caso e senza causa e senza logica e senza essere l'effetto di una una causalità,
il caso come per caso o a caso non esiste poiché tutto avviene per una causa, come conseguenza di una causa, di una volontà delle cose.
La causa è la volontà.


Ogni fenomeno è un caso e ogni caso ha la sua causalità.
Il caso è nulla più che ciò che accade, il fenomeno in sè.
Caso non deriva da casualità ma è connesso alla causalità, poiché nulla avviene per casualità o per insensatezza/illogicità/capricciosità delle cose.
Ogni caso ha una causa, un senso, una logica consequenziale anche se tutto ciò a volte sfugge alla comprensione umana.

La realtà o cosmo è solo ordine causale e non disordine casuale (senza intima connessione/correlazione con il resto delle cose e dei casi che costituiscono la realtà e l'universo intero nel suo esistere nello spazio e nel tempo) che sarebbe il caos incomprensibile.


Alberto Pento
Ogni fenomeno è un caso e ogni caso ha la sua causalità.
Il caso è nulla più che ciò che accade, il fenomeno in sè.
Caso non deriva da casualità ma è connesso alla causalità, poiché nulla avviene per casualità o per insensatezza/illogicità/capricciosità delle cose.
Ogni caso ha una causa, un senso, una logica consequenziale anche se tutto ciò a volte sfugge alla comprensione umana.

La realtà o cosmo è solo ordine causale e non disordine casuale (senza intima connessione/correlazione con il resto delle cose e dei casi che costituiscono la realtà e l'universo intero nel suo esistere nello spazio e nel tempo) che sarebbe il caos incomprensibile.


Massimo Maancheno
Mastro Magnano Nell'evoluzione la casualità è uno dei fattori, ovviamente gli individui che per caso sviluppano una anomalia vantaggiosa per la sopravvivenza rimangono in vita, quelli che sempre per caso sviluppano una anomalia non vantaggiosa si estinguono.
PS. Non parlerei di caso ma di errore.


Enrico Malpezzi
Direi sia alquanto errato sostenere che la casualità non ha collegamenti profondi con l'evoluzione.

Faccio un paio di esempi, uno accaduto ed uno ipotetico.

L'estinzione di massa del Permiano. In un periodo di tempo limitato (dal punto di vista dell'evoluzione) si estinsero oltre la metà delle specie viventi. La causa è in discussione (la scienza non sempre è esatta) ma si propende per più cause, le più probabili accidentali (vulcani/impatto con asteroide).

La mancata estinzione di massa del Quaternario. Se durante la Guerra Fredda vi fosse stato uno scambio di testate atomiche nell'ordine di 1000 testate da 1Mt saremmo incorsi in una nuova estinzione di massa della vita sulla Terra dovuta a cause casuali quali la stupidità dell'uomo.

In entrambi i casi la capacità delle specie viventi di adattarsi al nuovo ambiente è stata (o sarebbe stata) vanificata dalla repentinità del cambiamento, e il risultato sarebbe stato il proverbiale "collo di bottiglia" dovuto a cause casuali.
O eri già in grado di sopravvivere nel nuovo ambiente prima dell'evento che lo ha generato oppure non avrai il tempo per evolverti e adattarti.
Ovvero l'evoluzione segnata dal caso, qui interpretato da cause esterne.


Vetar Sonr
Nell'evoluzione non è mai "il caso" a determinare qualcosa, altrimenti non sarebbe evoluzione. A cosa ti riferisci nello specifico?


Donato Italico
Il caso non esiste. Neanche un granello di sabbia nel deserto è lì per caso. Quello che si definisce "caso", in genere dispregiativamente, andrebbe più correttamente definito: causa non intelligente.



Piero Argin
Sebbene ci siano mutazioni casuali nel genoma dei viventi durante la riproduzione, il motore evolutivo è la competizione e la selezione del più adatto. È chi sopravvive che trasmette le sue informazioni genetiche alla generazione successiva.
Questi sono i meccanismi evolutivi darwiniani, eppure, se dipendesse solo da questi, non ci sarebbe stata nessuna evoluzione. I grandi salti evolutivi sono infatti basati sull'aggregazione coordinata e la collaborazione reciproca con i propri simili. È accaduto ogni volta che c'è stato il passaggio da un livello di complessità a uno di grado più elevato. Così ad esempio il salto dai batteri alle cellule nucleate o da queste agli organismi multicellulari e poi agli animali sociali, è dovuto appunto alla collaborazione e non alla competizione. Una volta effettuato questo salto evolutivo ricomincia la competizione, fino a quando non si forma una struttura in grado di aggregarsi coi suoi simili per un ulteriore salto evolutivo.
Ciò che fa pensare è che non ci sono molteplici possibilità di accedere a un livello più elevato. Ad esempio, solo un tipo di organismo unicellulari è stato abbastanza "sociale" da dare vita a tutti gli animale e a tutte le piante, così come solo i mitocondri e i cloroplasti, antichi batteri, hanno prodotto la cellula nucleata. Eppure il tempo alla natura non è mancato. Come mai?



Sonny Nauta
L'evoluzione è stata causata da caso e necessità!
Con il libro Il caso e la necessità (1970) Jacques Monod s'inserisce nella polemica affermando che «[Le alterazioni nel DNA] sono accidentali, avvengono a caso. E poiché esse rappresentano la sola fonte possibile di modificazione del testo genetico, a sua volta unico depositario delle strutture ereditarie dell'organismo, ne consegue necessariamente che soltanto il caso è all'origine di ogni novità, di ogni creazione nella biosfera. Il caso puro, il solo caso, libertà assoluta ma cieca, alla radice stessa del prodigioso edificio dell'evoluzione: oggi questa nozione centrale della Biologia non è più un'ipotesi fra le molte possibili o perlomeno concepibili, ma è la sola concepibile in quanto è l'unica compatibile con la realtà quale ce la mostrano l'osservazione e l'esperienza. Nulla lascia supporre (o sperare) che si dovranno, o anche solo potranno, rivedere le nostre idee in proposito.»

Gli esseri viventi infatti rappresentano un sistema chiuso: essi sono caratterizzati dall'"invarianza" e dalla "teleonomia" cioè dalla capacità di trasmettere la propria struttura genetica alle generazioni successive. Quando si verifica una mutazione questa è da ascrivere non ad un'impossibile interazione con l'ambiente ma piuttosto con eventi casuali verificatisi al suo interno:
«Gli eventi iniziali elementari, che schiudono la via dell'evoluzione ai sistemi profondamente conservatori rappresentati dagli esseri viventi sono microscopici, fortuiti e senza alcun rapporto con gli effetti che possono produrre nelle funzioni teleonomiche.»

Tuttavia, dal momento in cui la modifica nella struttura del DNA si è verificata, una volta avvenuta la mutazione «l'avvenimento singolare, e in quanto tale essenzialmente imprevedibile, verrà automaticamente e fedelmente replicato e tradotto, cioè contemporaneamente moltiplicato e trasposto in milioni o miliardi di esemplari. Uscito dall'ambito del puro caso, esso entra in quello della necessità, delle più inesorabili determinazioni. La selezione opera in effetti in scala macroscopica, cioè a livello dell'organismo.»

Monod quindi opera una sintesi tra il caso che origina le mutazioni e il rigido determinismo che opera nel meccanismo della selezione naturale nel momento in cui l'essere vivente mutato si deve mettere alla prova con l'ambiente.


Alberto Pento
Non esiste alcun fenomeno in natura e nella realtà che possa essere a prescindere, non causato, non voluto, non provocato, non generato, non conseguente e autocreatosi indipendentemente dal contesto, poiché tutto è connesso.
Il caso, ogni caso e tutti i casi implicano sempre una causalità, una causa o un volontà anteriore (esterna/interna) che li precede e li fa conseguire, anche le mutazioni genetiche dipendono da una causa-volontà variamente distribuita all'esterno dell'oggetto/soggetto negli stimoli-condizionamenti che riceve e all'interno dello stesso nella possibile varietà della risposta attiva/adattiva/reattiva/sperimentativa.
Anche i cosidetti "errori" (come quello nella trascrizione genetica o in un difetto di attenzione/valutazione nell'attraversare una strada) rientrano nelle possibilità come causa/volontà sia pure inconsapevoli, ma sempre possibili.



Alberto Pento

Certo, il caso o a caso o per caso non è altro che un caso fenomenologico tra i vari possibili dove ciò che accade dipende in certa/qualche misura o per lo più o esclusivamente da volontà, forze, cause ed eventi che sfuggono alla comprensione/previsione/controllo umano o che l'uomo non ha previsto e non può prevedere o che ancora non è in grado di indagare.
Nel caso accidentale del per caso o a caso è più che evidente l'incidenza di cause sconosciute all'uomo nelle quali fa la sua comparsa anche la causa prima o Dio che racchiude tutto ciò che sfugge alla comprensione, al controllo umano e alla coscienza umana.



https://www.facebook.com/groups/fede.sc ... highlights

Alberto Pento
Dio esiste?
Non si può rispondere se prima non si definisce questo "oggetto" di cui si chiede se esiste. Non è sensatamente e ragionevolmente possibile affermare o negare qualcosa di indefinito e indefinibile o che non si sa cosa sia.
Dio è una parola/idea/concetto/sentimento/ecc. estremamente vario e può essere di tutto quindi prima va specificato o definito e poi si può affermare o negare.


Andrea Corbo Autore
Alberto Pento esercizio totalmente inutile, poiché ogni essere umano ne darà una sua definizione diversa ed univoca, in quanto definire Dio, significa inventarsi come sia ciò che non è reale e tangibile. Quindi la stessa parola Dio definisce l’indefinito e l’indefinibile che può essere negato proprio in quanto tale, in quanto parto della fantasia! Pur trovando dei punti comuni sui quali accordarsi per la sua definizione, esso non potrà mai essere un Dio unico. Il monoteismo è soltanto un termine vuoto come lo stesso termine Dio!


Alberto Pento
Intanto per cominciare Dio esiste come parola, vocabolo, termine lessicale, ... ;
poi esiste come fantasia e mitologia ed elaborazione teologica/ideologica, come idolo e fenomeno religioso e quindi culturale ... ;
poi esiste come idea e concetto e costrutto filosofico, ... ;
poi esiste come senso/sentimento spirituale universale, che è un ambito non necessariamente religioso, ... ;
poi esiste come entità indefinita negata da parte degli ateisti, ... ;
poi esiste come supposta fonte del diritto civile, sociale e politico nelle teocrazie, ... ;
...
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Re: Libertà, spiritualità e religione, scienza, caso e fede

Messaggioda Berto » dom set 06, 2020 8:01 pm

La scienza (coscienza, conoscenza, sapere) si è formata ed evoluta lungo milioni di anni, attraverso l'esperienza della vita umana. La conoscenza aumenta e si approfondisce con l'accumularsi dell'esperienza. Anche mille, diecimila, centomila, un milione, dieci milioni, ecc. di anni fa l'uomo aveva la sua conoscenza.

La scienza (coscienza, conoscenza, sapere) non è nata l'altro giorno.
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