Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » lun feb 20, 2017 9:59 pm

Sono i Bacha Bazi i bimbi abusati "per gioco": li vestono da donna e poi li stuprano.
Una pratica orribile ancora fin troppo poco conosciuta.
https://www.facebook.com/agora.fanpage. ... 4247046910

https://it.wikipedia.org/wiki/Bacha_Bazi
Il Bacha Bazi (Bacheh-baazi), che significa "giocare/stare assieme/essere interessato ai bambini", noto anche come bacchá (dal persiano bachen-bambino/ragazzo) o bacha bi-reesh (ragazzino imberbe), è oggi considerata una forma di schiavitù sessuale e prostituzione minorile in cui ragazzini in età prepuberale o appena entrati nell'adolescenza sono venduti a uomini ricchi e potenti afghani per intrattenerli e compiacerli sessualmente.

Questo, in Afghanistan, è un vero e proprio business, e molti uomini adulti tengono i loro "Bacha bazi" come fossero un autentico status symbol[3]; alcuni dei giovani maschi coinvolti riferiscono d'esser stati costretti ad aver continuativi e frequenti rapporti sessuali con i loro padroni e che se si rifiutavano venivano molto semplicemente violentati.[4] Le autorità governative a tutt'oggi stanno a malapena iniziando un tentativo di repressione della pratica, ma rimangono molti dubbi sulla sua efficacia in quanto buona parte degli uomini coinvolti sono potenti ex-comandanti militari.

A stretta norma di legge la pratica è illegale, in quanto contraria sia alla Sharia che al codice civile afghano[6]; ma le leggi vengono raramente applicate nei confronti dei criminali più potenti e la polizia stessa in moti casi si rende complice dei reati commessi. Già nel 2009 il rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite affermò: "È tempo d'affrontar seriamente la questione riguardante tale pratica, per por fine al più presto ad essa. Molti leader religiosi del paese si sono appellati noi per aiutarli nella lotta contro quest'attività; i responsabili dovrebbero essere puniti e i ragazzi protetti di modo che possano avere il diritto ad un'infanzia senza sfruttamento".

La pratica denominata Bacha Bazi è una forma istituzionalizzata di pederastia diffusa in tutta la regione fin dai tempi antichi. Storicamente è sempre stata più comune nelle zone più settentrionali dell'Afghanistan, e dura fino ad oggi, mentre nelle grandi città è via via tramontata a partire dalla fine della prima guerra mondiale. Lo storico della danza Anthony Shay la descrive come "severamente disapprovata dalle potenze coloniali, prima inglesi e francesi e poi russe, e da quelle élite che avevano assorbito i valori occidentali".

I rapporti con effeminati hanno una lunga e autorevole storia tra i governanti e i poeti del medioevo arabo (un nome fra tutti quello di Omar Khayyam) e una certa forma di pederastia nella classe alta musulmana era parte integrante della 'morale sociale', questo fin dall'VIII secolo; nella capitale dei califfi abbasidi Baghdad vi è testimonianza della comparsa di questi ragazzi che si esprimeva tramite abiti e maniere femminee.
L'Impero ottomano fino al XIX secolo aveva i Kocek, ragazzi vestiti da donna che intrattenevano gli uomini con danze e canti tramite cembali e tamburi.


La storia dei bacha-bazi in Afghanistan. Bambini costretti a ballare, travestiti da donna, abusati
03/08/2015
http://www.huffingtonpost.it/andrea-iac ... 21170.html

In alcuni paesi del mondo i bambini hanno un prezzo, chi lo paga ne decide anche l'identità. Accade in Afghanistan e loro sono i bacha-bazi. È una pratica atroce, anche se socialmente accettata, perché protetta dallo scudo della tradizione secolare di questo paese. Sono abusi di cui si parla poco, che ancora oggi rappresentano un tabù. I bacha-bazi sono letteralmente i "bambini per gioco", minori, maschi, costretti a indossare abiti femminili ed essere sfruttati sessualmente da uomini molto più grandi di loro. Vengono rapiti ancora adolescenti, adescati per strada, prelevati dalle proprie famiglie da ricchi e potenti mercenari, disposti a comprarli e mantenerli economicamente.

Il bambino da quel momento diventa di proprietà del compratore e viene costretto a cambiare identità. Vestito da donna, con tanto di campanelli ai polsi e alle caviglie e un po' di make-up a ricoprirne il viso, viene obbligato a imparare a cantare e ballare con il solo obiettivo di essere poi violentato quando la danza e la musica saranno finite. I "proprietari", chiamiamoli così, dei bacha-bazi approfittano della condizione di povertà in cui vivono questi bambini e le loro famiglie, sapendo che i genitori non posso rifiutarsi o denunciarli, perché sono troppo potenti e influenti nel proprio paese e nessuno avrebbe il coraggio di opporsi. Nemmeno la legge. Questa tremenda pratica è infatti una violazione dell'ordinamento giudiziario afghano contraria a tutte le norme della convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, ma le autorità locali spesso chiudono un occhio a causa dello strapotere proprio di questi uomini. Essere un "bambino danzante", come lo definiscono molti media, in Afghanistan vuol dire subire un forte danno psicologico, dovuto al cambio di personalità, essere picchiato e vittima di ripetute violenze carnali da parte del proprio padrone o dei suoi amici.

Una condizione di sottomissione che riunisce il concetto di prostituzione ma anche di pedofilia e che segna il ragazzo a vita. All'età di 18 anni, solitamente, i bacha-bazi vengono liberati anche se non hanno più un futuro. La vicinanza a uomini di potere se da una parte eleva lo status del ragazzo dall'altra lo rende riconoscibile e, quindi, vulnerabile: una volta lasciato solo altri uomini abuseranno di lui, come se ormai avesse perso il diritto di decidere. Spesso nessuno di questi bambini denuncia i suoi aggressori perché, oltre alle violenze già subite, rischiano di essere accusati (notate bene: i bambini, non i loro persecutori) di omosessualità.

Quando si parla di negazione dell'identità, con il tacito consenso della comunità afghana, però i maschi non sono gli unici a doverne subire gli effetti. Si chiamano bacha-posh e sono bambine vestite e trattate come un ragazzo a tutti gli effetti. In alcune zone dell'Afghanistan e del Pakistan, infatti, una madre che non abbia partorito almeno un figlio maschio, non è vista di buon occhio. Così, come accade per le spose bambine, se una femmina nasce in certi angoli del mondo non ha diritto di scegliere il proprio futuro. Tra le tante figlie i genitori scelgono quella che sarà il "maschio di casa", colei che avrà tutti i diritti e i privilegi di cui godono solo gli uomini, che potrà frequentare una scuola e poter lavorare.

Capelli corti e i pantaloni, le bacha-posh vengono trattate come fossero bambini, private di un'identità e del diritto di sviluppare una loro personalità, succubi dell'ennesima imposizione. Almeno fino all'età da marito. Nel giro di una notte in età adolescenziale, infatti, le ragazze vengono svestite dei loro panni da maschio, perdono libertà, diritti, privilegi e si riappropriano della loro natura di donna, costrette a piegare il capo di fronte al nuovo ennesimo cambiamento. Vengono poi mandate in sposa a un uomo che non hanno scelto e continueranno la loro vita come se nulla fosse mai successo. Il trauma che subiscono questi bambini e queste bambine è enorme e non c'è tradizione che tenga.

(Post redatto in collaborazione con Flavia Testorio)
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » mar feb 21, 2017 9:17 am

"ABUSAVAMO DEI BAMBINI SORDI, ERAVAMO ALMENO IN DIECI": LA CONFESSIONE DEL PRETE DELL'ISTITUTO PROVO
https://www.facebook.com/fanpage.it/vid ... 4350727233
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » mar feb 21, 2017 10:04 am

Orge gay pagate dal governo: ecco chi è il direttore dell'Unar
Francesco Spano, direttore dell'Unar, avvocato e da sempre impegnato contro le discriminazioni razziali e omosessuali
Giuseppe De Lorenzo - Lun, 20/02/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 66754.html

Rom, camminanti, migranti, omosessuali. Nella vita di Francesco Spano c'è tutto questo.

Avvocato, classe 1977 nel suo curriculum appaiono il dottorato alla Scuola superiore "Sant'Anna" di Pisa e gli studi presso l’"Institut catholique de Paris" e la "School of Law" della University of California di Berkeley. Un profilo di tutto rispetto, ma che in queste ore è finito nella bufera dopo che Le Iene hanno documentato il finanziamento da parte dell'Unar (di cui Spano è direttore) di associazioni gay nei cui circoli si praticano orge e prostituzione invece delle normali attività culturali. Una brutta bega.

Scorrendo la pagina Facebook di Spano si può disegnare un profilo di questo giurista che ha insegnato diritto, politica e religione presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Siena e in un master della "Sapienza” a Roma. Immagini sacre e frasi della Bibbia, post a difesa dei diritti dei gay, elogi alla Legge Cirinnà per i matrimoni omosessuali. Poi ancora l'incontro con il Vescovo di Milano, Angelo Scola e quella "venerazione" per il calice di San Carlo Borromeo. Sembra che Spano faccia convivere agevolmente credo religioso e diritti dei gay, nonostante le forti proteste del mondo cattolico durante l'approvazione del Ddl Cirinnà.

Sulle posizioni politiche, invece, ci sono pochi indizi. Alcune apparizioni a dibattiti promossi dal Partito Democratico, l'augurio ai musulmani per le loro feste religiose, il Sì al referendum costituzionale e diversi post contro Matteo Salvini. Chiare le posizioni pro-Europa, visto che in occasione delle elezioni in Austria esultò "per i nostri fratelli austriaci che hanno bocciato il candidato della destra populista. W l'Europa". Nella scalata ai vertici dell'Unar, Spano è stato anche coordinatore della Consulta giovanile per il pluralismo religioso e culturale, ha collaborato con il Ministro dell’Interno Giuliano Amato ed è stato consulente dell’UNICRI ed il Consiglio d’Europa. Sullo sfondo sempre le "questioni relative alla tutela delle minoranze, al dialogo inter religioso ed alle politiche di contrasto alla radicalizzazione"."Vorrei un'Italia in cui Michael ed Anna potessero avere le stesse opportunità, gli stessi giochi, gli stessi capricci, le stesse coccole a consolarli", scrive sotto una foto in cui si vede una giovane mamma immigrata.

Ora, dopo un'intera giornata sotto il fuoco incrociato di partiti e associazioni cattoliche, Francesco Spano si è dimesso dalla guida dell'Unar. Le Iene lo avevano messo di fronte a due documenti che dimostrerebbero come è anch'egli socio dell'Anddos, l'associazione cui fanno riferimento i circoli smascherati dal servizio di Filippo Roma. Il finanziatore è socio di chi viene finanziato consoldi pubblici? A questa domanda Spano ha risposto con un secco diniego, anche se le Iene dicono di essere in possesso della fotocopia del tesserino di adesione. Di certo c'è che il 21 ottobre scorso partecipò ad un "interessante convegno promosso da Anddos e dall'Unione forense per la tutela dei diritti umani". Ma forse è solo un caso.





"Orge gay con i soldi di Palazzo Chigi", bufera sull'Unar: si dimette il direttore Spano
Forza Italia, Lega Nord, Fratelli dʼItalia e M5s annunciano unʼinterrogazione parlamentare. E la Boschi convoca il responsabile dell'Ufficio che poi lascia
20 Febbraio 201

http://www.iltempo.it/politica/2017/02/ ... re-1025876

Un giro di prostituzione gay finanziato con i fondi pubblici. L'inchiesta delle Iene ha scatenato la bufera sull'Unar, l'Ufficio antidiscriminazioni razziali del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio: nel pomeriggio il sottosegretario Maria Elena Boschi ha convocato immediatamente il direttore Francesco Spano che, qualche ora dopo l'incontro, ha annunciato le sue dimissioni.

Ad accendere i riflettori sul caso delle orge omosessuali pagate con i soldi di Palazzo Chigi è stata l'ultima puntata della nota trasmissione televisiva. Su segnalazione di un informatore le iene hanno scoperto che l'Ufficio del governo, che dovrebbe promuovere la parità tra i sessi e le razze elargendo contributi anche ad associazioni no profit terze, ha finanziato con 55 mila euro un circolo per la prostituzione gay con tanto di dark room. Nel servizio, realizzato da Filippo Roma, i fondi di Palazzo Chigi verrebbero usati da un'associazione non per promuovere attività culturali ma per circoli, centri massaggi e saune del mondo della prostituzione omosessuale.

La polemica sul caso è esplosa immediatamente non solo fra i telespettatori ma anche fra deputati e senatori. Gli eletti del M5s hanno annunciato in commissione Affari sociali un'interrogazione parlamentare: "È necessario un chiarimento del governo, il sottosegretario Maria Elena Boschi deve dare immediate spiegazioni, anche al fine di chiarire se siano state compiute le opportune verifiche". Dal canto suo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, travolta dalle polemiche, nel pomeriggio ha convocato immediatamente a Palazzo Chigi il direttore dell'Unar Francesco Spano finito nell'occhio del ciclone e già intervistato nel servizio delle iene dove, davanti alle telecamere, ha spiegato di non sapere nulla e di voler fare chiarezza sulla questione. Poi qualche ora dopo la notizia delle dimissioni.

"Chiediamo che l'Unar, il sedicente Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, venga chiuso oggi stesso" aveva scritto il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni in un lungo post dove annunciava un'interrogazione urgente al governo per chiedere la chiusura immediata dell'Ufficio e le dimissioni del suo direttore.



Caso Unar, si dimette il direttore Francesco Spano
http://www.repubblica.it/politica/2017/ ... -158795892
La bufera scatenata dopo il servizio delle Iene, secondo cui l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri avrebbe finanziato un'associazione dietro la quale sarebbe occultato il business del sesso a pagamento.
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » sab mar 04, 2017 9:42 pm

Manifesto blasfemo su Gesù: ma il giudice grazia l'Arcigay

Chiesta l'archiviazione per il manifesto che promuoveva una festa al Cassero di Bologna. Uomini travestiti da Gesù mimavano pratiche sessuali con una grossa croce
Giuseppe De Lorenzo - Ven, 03/03/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... tect=false

Immagine

Era tutto uno scherzo. Una semplice burla in cui tre uomini vestiti da Gesù e due ladroni (con tanto di corona di spine) mimavano pratiche sessuali con una grossa croce infilata nel didietro.

Blasfemia? Vilipendio? Offesa alla religione e ai tanti cristiani italiani? Macché: per il pm di Bologna il caso è da archiviare. E tanti saluti alle proteste contro l'Arcigay.

Riavvolgiamo il nastro. Nel marzo del 2015 esplose un'enorme polemica a Bologna dopo che il Cassero, storico il circolo omosessuale legato all'Arcigay e "convenzionato" con il Comune, pubblicò sulla sua pagina Facebook una locandina per pubblicizzare la serata "Venerdì credici". Immagini di dubbio gusto, e che moltissimi considerarono offensive e fuori luogo. I consiglieri comunali Valentina Castaldini (Ncd), Marco Lisei (Fi) e il capogruppo alla Regione di Forza Italia, Galeazzo Bignami, presentarono un esposto in procura. Il procuratore aggiunto, Valter Giovannini, disse che avrebbe valutato le denunce "con attenzione". Ma ieri il pm Morena Plazzi ha archivato il tutto. La motivazione? Secondo la toga, quell'immagine non si tratta di vilipendio ma "espressione, in forme certo criticabili per la qualità dei contenuti umoristico-satirici, delle istanze culturali e sociali promosse dall'associazione". Uno scherzo, insomma. Solo una burla. Eppure l'Arcigay non la presentò come un vignetta ironica, spiegando che alcuni avevano deciso di "dissacrare o irridere un simbolo religioso": "Il conflitto tra comunità Lgbt e la parte politicizzata dei cattolici - disse il Cassero - preesiste alla nostra festa e alle famigerate immagini, questo è un dato indispensabile per comprendere perchè una persona omosessuale decida di dissacrare o irridere un simbolo religioso. Quel gesto rappresenta una liberazione rispetto a un simbolo che quelle persone percepiscono come oppressivo". Liberazione, dicono. Ma da cosa?

L'allora Vescovo di Bologna, Carlo Caffarra, definì la locandina gay "libertà d'insulto" preludio della "fine delle democrazia". Aveva ragione lui. Infatti ciò che sorprende è come le associazioni gay, sempre pronte a gridare all'omofobia contro qualsiasi opinione non conforme al loro pensiero, non usino lo stesso metro di misura su immagini che potrebbero essere definite "cristianofobe". Immaginate una festa della parrocchia sul tema dell'amore etero pubblicizzata con una locandina in cui i fedeli deridono una coppia gay. Cosa farebbero le associazioni omo? Parlerebbero di omofobia. Ovvio. Per fare un esempio, nel 2015, Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center della Capitale, disse che i manifesti anti-utero in affitto affissi a Roma inducevano "all'omofobia". Stessa storia con l'islam. "Se una cosa simile fosse stata fatta noi deridendo la religione islamica o la comunità musulmana - attacca Galeazzo Bignami - ci avrebbero buttato in galere gettando le chiavi, indicendo manifestazioni di solidarietà per loro e organizzando presidi contro la xenofobia e l'intolleranza. Ma visto che si colpiscono i valori Cristiani e i cattolici tutto è consentito". Ecco: questa disparità di trattamento è la morte della democrazia di cui parlava Caffarra. Ovvero la libertà di insulto a senso unico.
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » ven mar 24, 2017 6:39 am

Xughi jender
viewtopic.php?f=181&t=1634



https://www.facebook.com/groups/rasixmo ... 2622610835

Gender, i pediatri americani escono allo scoperto: "È abuso sui minori".
I Pediatri americani escono allo scoperto con un documento chiarissimo, rigoroso sotto il profilo scientifico e decisamente coraggioso sul GENDER.

Nicola Pasqualato
martedì 14 marzo 2017

http://genderfluidbook.blogspot.it/2017 ... o.html?m=1
https://www.acpeds.org/the-college-spea ... s-children

Ora basta indottrinare i nostri ragazzi: QUESTO DA OGGI IN POI SARA' CONSIDERATO ABUSO SUI MINORI!

Ecco l'octalogo, da mandare a memoria e diffondere in ogni dove!

1. La sessualità umana è oggettivamente binaria: xx=femmina, XY= maschio

2. Nessuno è nato con un genere, tutti sono nati con un sesso

3. Se una persona crede di essere ciò che NON è, questo è da considerare quantomeno come uno stato di confusione.

4. La pubertà non è una malattia e gli ormoni che la bloccano possono essere pericolosi.

5. Il 98% dei ragazzini e l'88% delle ragazzine che hanno problemi di identità di genere durante la pubertà li superano riconoscendosi nel proprio sesso dopo la pubertà.

6. L'uso di ormoni per impersonare l'altro sesso può causare sterilità, malattie cardiache, ictus, diabete e cancro

7. Il tasso di suicidi tra i transessuali è 20 volte quello medio, anche nella Svezia che è il paese più gay friendly del mondo

8. È da considerarsi abuso sui minori convincere i bambini che sia normale impersonare l'altro sesso mediante ormoni o interventi chirurgici
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » ven mar 24, 2017 6:40 am

Allarme dell'Istituto Sanità: epidemia di epatite A tra uomini omosessuali, casi quintuplicati
Giovedì 23 Marzo 2017

http://salute.ilmessaggero.it/medicina/ ... 36341.html

In Italia si registra una «epidemia» di epatite A tra gli uomini omosessuali, con una impennata di casi negli ultimi 7 mesi. L'allerta arriva dall'Istituto superiore di sanità (Iss), che identifica tra le possibili cause anche l'Europride tenutosi ad Amsterdam lo scorso agosto, possibile veicolo che ha facilitato la diffusione del virus.

L'Iss, in uno speciale pubblicato sul sito Epicentro, avverte anche del rischio che l'epidemia, se non sarà cessata a quella data, potrebbe ampliarsi per effetto del prossimo World Pride di Madrid in programma per il prossimo giugno. Da qui un forte invito ad incentivare la vaccinazione nella comunità gay.
A partire dal mese di agosto 2016, afferma l'Iss su Epicentro, «in Europa e nel nostro Paese, si è registrato un
importante incremento dei casi di Epatite A, che da dicembre 2016 ha avuto un'ulteriore impennata». In Italia, nel periodo agosto 2016-febbraio 2017, sono stati notificati al Sistema epidemiologico integrato dell' epatite virale acuta 583 casi: si tratta di un numero di quasi 5 volte maggiore rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

L'età media è di 34 anni e l'85% dei casi è di sesso maschile. Oltre ai fattori di rischio classicamente riconosciuti come viaggi in zone endemiche e consumo di frutti di mare, rileva l'Iss, «un'alta percentuale dei casi (61%) dichiara preferenze omosessuali». Da un confronto regionale emerge che nei primi mesi epidemici, il maggior incremento di casi era stato osservato nel Lazio. In seguito un incremento dei casi, rispetto all'atteso, è stato riscontrato anche in altre Regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Puglia).

Secondo quanto riporta il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), tra febbraio 2016 e febbraio 2017, in 13 Paesi europei sono stati confermati 287 casi di Epatite A e tre diversi cluster di infezione. Anche a livello europeo la maggioranza dei pazienti sono omosessuali e tra i casi vi è una sola donna. Tuttavia, nonostante l'epidemia coinvolga più Paesi, avverte l'Iss, «l'Italia si presenta come lo Stato europeo con il più evidente eccesso di casi».

Un aspetto da considerare è che i quattro ceppi descritti in Europa non sono mai stati osservati in Italia prima di agosto 2016. Da qui, l'Iss sottolinea come «la partecipazione di circa mezzo milione di persone all'Europride di Amsterdam il 29 luglio-6 agosto 2016 potrebbe aver giocato un ruolo nell'amplificazione di micro-epidemie esistenti nella comunità omosessuale di alcuni Paesi europei (Regno Unito, Olanda e Germania) e la conseguente diffusione dei ceppi negli altri Paesi, inclusa l'Italia».

Appare quindi «evidente», è il monito dell'Iss, «la necessità di ribadire che la vaccinazione è fortemente raccomandata per gli omosessuali e che quindi è necessario promuovere un'offerta attiva e gratuita della vaccinazione contro l' epatite A (o se necessario utilizzare vaccini combinati contro l' epatite A e B), attraverso il coinvolgimento di associazioni specifiche, o altri canali target per questa popolazione».
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » mar apr 04, 2017 6:27 am

Picchiarono le Sentinelle in Piedi, prime condanne per i militanti Lgbt
Calendar 3 aprile 2017

http://www.uccronline.it/2017/04/03/pic ... tanti-lgbt

Due Sentinelle in Piedi massacrate di botte e finite all’ospedale solamente per essersi opposte alle nozze gay, è quanto accaduto nell’ottobre 2014 a Rovereto. Oggi è arrivata la condanna per i due attivisti arcobaleno: sei mesi di reclusione e duemila di euro di multa.

Notizia completamente censurata dai media, che si sarebbero giocati la prima pagina se fosse avvenuto il contrario. Ma il contrario non avviene mai, nessun manifestante pro-family ha mai aggredito, spintonato o difeso con la forza le sue idee. La caratteristica delle Sentinelle, infatti, è restare pacificamente compatte ed in silenzio, un geniale ed efficace modo di manifestare che manda e fa perdere ogni freno inibitorio al tetro mondo arcobaleno.

Tanto che, ad ogni evento (sul sito web delle Sentinelle le prossime date), l’associazionismo Lgbt manda in campo i suoi associati in combutta con i violenti dei centri sociali, che rispondono al silenzio con insulti, sputi, distruzione dei gazebo e, come in questo caso, aggressione fisica. Pestaggio, quello avvenuto in Trentino (ma anche a Bologna), che ha coinvolto anche un sacerdote preso a calci e pugni dagli stessi che hanno fatto della denuncia dell'(inesistente) omofobia la loro ragione d’essere, con l’obiettivo secondario di spingere il tasto emotivo per poter ottenere leggi scalfarottiane che introducano il reato d’opinione.

Pochi giorni fa a Washington, invece, esponenti della comunità Lgbt hanno vandalizzato a colpi di pennarello e martelli un autobus che pubblicizzava legalmente un’immagine raffigurante la differenza naturale tra un bambino e una bambina, ritenuta però una “campagna omofoba” da parte dei liberali. L’autista è stato a sua volta aggredito.

Vandalismo in passato anche contro i locali americani Chick-fil-A, dopo che il proprietario Dan Cathy ha dichiarato che l’azienda a conduzione familiare crede nei valori della famiglia tradizionale. Due anni fa in Germania è stato incendiato l’autobus delle “Sentinelle” tedesche e date alle fiamme anche le auto dei difensori della famiglia, nel 2013 invece, un attivista gay, Floyd Lee Corkins, è entrato armato all’interno del Family Research Council, ente a favore della famiglia naturale, sparando contro la guardia di sicurezza. Il militante omosessuale, una volta arrestato, ha dichiarato di avere in progetto di uccidere quanti più “bigotti omofobi” possibili.

L’unica volta che dei sostenitori della famiglia naturale si sono comportati come gli attivisti Lgbt, recandosi nel 2013 (in modo pacifico, però) al Gay Pride di Seattle (USA) con dei cartelli provocatori, sono stati brutalmente pestati. Il video qui sotto (pubblicato anche sul nostro canale Youtube):

Andrew Sullivan, leggendaria icona gay e giornalista inglese, intervenuto contro la lobby gay quando ha imposto il licenziamento di Brendan Eich, amministratore delegato di Mozilla -reo di aver donato mille dollari alla campagna referendaria per vietare i matrimoni gay-, ha dichiarato: «Un movimento per i diritti civili senza tolleranza non è un movimento per i diritti civili, è una campagna culturale per estirpare e distruggere i propri oppositori. Un movimento morale senza misericordia non è morale; è crudele».
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » gio apr 06, 2017 7:01 pm

Approvata legge pro-gay che istituisce il reato di libero pensiero
L'Umbria approva la norma regionale contro l'omofobia. Che però di fatto fa nascere un tribunale degli omosessuali in ambito lavorativo e scolastico
Giuseppe De Lorenzo - Gio, 06/04/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 83253.html

La scusa è sempre la stessa: evitare le discriminazioni gay. Ma dietro la norma contro le "violenze determinate dall'orientamento omosessuale" approvata dal Consiglio regionale dell'Umbria si nasconde molto di più.

Un retroterra ideologico con l'unico malcelato obiettivo di mettere un bavaglio, coprire i dissenzi, importare un modello unico di pensiero così tanto alla moda quanto minoritario.

La legge è tutt'altro che un semplice elenco di buone intenzioni per evitare che i gay vengano ghettizzati. Anzi. Si è trasformata in una sorta di editto con cui le associazioni Lgbt potranno diventare gli inquisitori unici in ambito sanitario, lavorativo e scolastico. Grazie alla leggina voluta dalla maggioranza Pd che sostiene la governatrice Catiuscia Marini, sigle come Arcigay e Anddos avranno libertà di azione nel trasmettere alle scuole l'ideologia gender, nel controllare aziende e enti pubblici e nel promuovere iniziative per far conoscere (e apprezzare) la cultura Lgbt. Non vorremmo esagerare, e neppure rimediare nuova querela, ma se la dottrina da diffondere è quella dei circoli delle dark room, dei glory hole e delle orge omo documentate in più servizi giornalistici, allora c'è motivo di essere preoccupati.

Discriminati per cosa?

Per capire tutte le ambiguità della norma umbra pro-Lgbt bisogna partire da una lacuna di fondo che rende tutti gli articoli museruole alla libertà di parola: nell'articolo 1 si parla infatti di "lotta alle discriminazioni omosessuali", senza però spiegare nello specifico quali atti o espressioni vadano considerate offensive. Come spiegato dal consigliere regionale Sergio De Vincenzi, "la legge non definisce la fattispecie della discriminazione, ma afferma il principio della percezione della discriminazione slegata dal fatto reale accaduto". In sostanza, basta che un gay si senta emarginato per accusare chiunque di omofobia. Anche se non è successo nulla. Per esempio: un padre racconta al figlio che i gay non possono avere bimbi? Potrebbe essere considerata una posizione lesiva della dignità omosessuale. E così potrebbe essere punito da chi ha di fatto istituito il reato di libero pensiero.

Controllo di "qualità gender" nelle imprese

Chi ha avuto l'ardire di leggere fino a questo punto, si sieda e si prepari ad osservare da vicino i punti oscuri dell'ignobile legge. Partiamo dal mondo del lavoro. Il Pd ha avuto la straordinaria idea di assegnare alle suddette associazioni il ruolo di "monitoraggio" in ambito professionale. Costringendo imprese, aziende e pmi a sottostare alle regole dettate dai leader gay. Diranno che non è vero, ovviamente. Ma sono stati gli stessi promotori ad ammettere nel corso della discussione in aula che alcuni commi sono stati scritti da "loro", ovvero sotto dettatura delle sigle omosessuali.

Le mani sulle scuole

La legge infatti non è difensiva, ma offensiva. Nel senso che non intende solo limitare gli atti di bullismo, ma vuole "favorire la diffusione" della cultura dell'identità di genere. Per trasmettere l'idea che il sesso sia la "percezione che una persona ha di sé, anche se non corrisponde al proprio sesso biologico", è prevista l'offerta di eventi culturali pro-gay, la promozione di "corsi di formazione professionale per il personale scolastico", di "seminari di formazione per i genitori e di "interventi di consulenza" da parte delle Asl in modo da "rimuovere gli ostacoli" all'accettazione della propria identità di genere. Se dunque un genitore non vuole che a suo figlio venga insegnato che il martedì può mettersi il trucco e il mercoledì vestirsi di azzurro, si faccia da parte. Non spetta a lui decidere come educare il pargolo, ma alle sempreverdi associazioni Lgbt in collaborazione con l'Asl. Per fortuna le opposizioni sono riuscite a far emendare l'articolo in cui era previsto l'indottrinamento diretto sui giovani, eliminando i corsi sul gender da scuola e limitandoli a genitori ed insegnanti. E non è poco.

L'Osservatorio-tribunale

Poi però per elevare le sigle gay a giudici di ultima istanza sulle realtà (omo)sessuali, l'Umbria ha ben pensato di creare un Osservatorio regionale speciale che profuma di dittatura della minoranza. Ne faranno parte 6 membri del mondo Lgbt e solo 3 delle associazioni delle famiglie. E hanno il coraggio di chiamarla parità, maledetta coerenza. L'Ente peraltro avrà l'importante ruolo di monitoraggio dei fenomeni di discriminazione e di denuncia di eventuali atti omofobi. A dargli man forte ci sarà il Co.Re.Com, il Comitato Regionale per le Comunicazioni con il compito di imporre la linea del pensiero unico a televisioni, giornali e pubblicità. Controllando i "contenuti" scomodi e organizzando programmi appositi per trattare tematiche omosessuali. Guai a chi non s'allinea.
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » mer mag 31, 2017 3:26 pm

Basta con le prepotenze gay!

Vescovo "bandito" dai gay scortato dalla Polizia
di Andrea Zambrano
31-05-2017

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-ves ... -20005.htm

La si rigetta perché queste violenze sono accadute in un lontano passato e non potranno mai più riaccadere. Invece certi episodi sono la spia di un fenomeno strisciante che l’opinione pubblica tende a minimizzare. Parliamo della persecuzione che sta subendo la Chiesa cattolica in Spagna. Persecuzione ormai alla luce del sole e non più evocata da qualche maniaco visionario. Nella parte del carnefice ci sono le associazioni Lgbt che sono diventate così forti da dettare l’agenda dei governi nazionali e locali. Carnefici, dicevamo. Sì, perché al loro posto negli anni ’30 del ‘900 in Spagna c’erano i rivoluzionari di estrazione marxista che dettero poi vita alla guerra civile, in cui la Chiesa pagò il suo tributo di sangue: prima di ammazzare preti e vescovi, in Spagna furono 13, iniziarono minacciando il clero, poi irridendolo pubblicamente con azioni dimostrative, ancora, impedendone l’esercizio, bruciando chiese e infine arrivando al delitto dopo essere passati per il pestaggio.

In Spagna siamo passati dalla fase della protesta provocatoria all’impedimento dell’esercizio episcopale. La storia ci insegna quale sarà il prossimo passo. Quando ci sarà la prima vittima, Dio ce ne scampi, tutti si accorgeranno che qualche cosa è accaduto.

Certe cose stanno riaccadendo con le stesse vittime, il clero, ma differenti carnefici, oggi le lobby Lgbt? Chi dice no forse non conosce la situazione spagnola che domenica ha visto l’introduzione di un ulteriore tassello nell’inquietante escalation di violenza verbale nei confronti di un vescovo, che è stato preso di mira con cori e insulti all’uscita da messa tanto che per allontanarsi il pastore ha chiesto aiuto alla Polizia (VIDEO).

Scene del genere in Spagna non accadevano appunto da quei giorni, che così si stanno diabolicamente riattualizzando sotto le insegne della dittatura di pensiero gay. Ma che cosa aveva fatto di male questo vescovo? Niente, aveva semplicemente detto un’ovvietà: che nella persona con tendenze omosessuali manca la figura paterna. Una verità scientifica, prim’ancora che cattolica. Ma al collettivo Lgbt della città di Tárrega, 16mila abitanti nella diocesi di Solsona, Catalogna, è bastato per attentare all’incolumità del pastore.

Lui, Xavier Novell, il vescovo più giovane di Spagna e tra i più giovani del mondo, è dovuto uscire dalla chiesa scortato dalla Polizia municipale facendosi largo tra gli insulti e le minacce inferocite di un nugolo di attivisti dell’associazione De Transcantó. Il pastore era arrivato domenica per impartire la cresima ai ragazzetti della parrocchia di Santa María del Alba, ma dopo la cerimonia ad attenderlo c’erano una trentina di attivisti con cartelli e bandiere minacciose.

E’ quello che in sudamerica viene chiamato "escrache", una protesta di piazza rumorosa e intimidatoria contro i rappresentanti del governo. Questa volta ad essere preso di mira non era un politico, ma un vescovo. Gli attivisti Lgbt hanno apostrofato il vescovo con cori offensivi e minacce. Così il sindaco della cittadina ha pensato bene di far arrivare la polizia municipale per scortare il vescovo all’automobile. Fortuna che Novell ha trovato un primo cittadino comprensivo. Nella vicina Cervera, 9000 anime nella stessa diocesi il sindaco ha promesso un intervento del Consiglio comunale per dichiarare il prelato persona non gradita. E nel capoluogo diocesano, Solsona, il municipio ha preso le distanze dicendo che certe cose non devono accadere. Insomma: il vescovo è bandito.

Ovviamente i sindaci sono stati aizzati da un nugolo di associazioni Lgbt che con gran spolvero di accuse in questi giorni hanno preparato il terreno definendo Novell un omofobo, un cattivo cristiano e un pessimo vescovo. Il tutto per quell’articoletto pubblicato sul giornalino diocesano in cui il pastore, riferendosi anche agli studi di Joseph Nicolosi (il nemico è sempre lui con le sue teorie riparative!) diceva: “Mi chiedo se il fenomeno crescente della confusione sull’orientamento sessuale di molti adolescenti non si debba imputare nella cultura occidentale alla figura paterna, che è stata assente, deviata e svuotata fino alla messa in discussione della stessa virilità”.

Alla fine il vescovo, scortato, è riuscito a salire in auto e a tornare in diocesi, mentre alcuni parrocchiani si riunivano per pregare davanti alla folla inferocita e a due lesbiche che, provocatoriamente, si baciavano.

A questo punto ci si aspetterebbe un minimo sindacale di solidarietà da parte dello stesso mondo cattolico. Macché. A parte il silenzio della Conferenza episcopale spagnola, si segnala l’intervento a gamba tesa di un’associazione di gay cristiani, chiamata Asociación Cristiana de Lesbianas, Gais, Transexuales y Bisexuales (ACGIL) che sul portale cristianosgays.com non ha preso le parti del vescovo, ma dei compagni di lotta omosessualista. “Non è la prima volta che ci sentiamo profondamente feriti da questo uomo come cristiani di diverse sessualità – dicono – è ormai obsoleto cercare le cause dell’omosessualità come se fosse una malattia, con le sue parole il vescovo di Solsona sceglie di mettersi a fianco di persone e di una società più inumane”.

Non poteva mancare un riferimento che Gesù che “è venuto a instaurare un mondo nuovo in cui tutti quelli che si amano hanno diritto di cittadinanza indipendentemente dal loro essere uomini, donne, giudei, schiavi o liberi”. Ovviamente facendo finta di dimenticarsi delle parole di Gesù sulla triste fine di Sodoma. Ma quelle associazioni sono poi quelle che, con la complicità di molti vescovi organizzano le ormai note veglie anti omofobia, rafforzando così il partito di chi nella Chiesa ha deciso di sposare la tesi dell’omoeresia.

A occhio e croce, come si chiama quello scontro dove tra fratelli ci si accoltella e si gode nel colpire l’altro per le sue idee? A casa nostra si chiama guerra civile. Ma in Spagna è una parola che non si può pronunciare.
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » mar giu 06, 2017 7:41 pm

Gli Lgbt sfidano Jeremy Irons e Ian McEwan, rei di avere idee “nocive”
Le loro opinioni contro l'aborto, i matrimoni gay e i transgender hanno sollevato un nuvolone di polemiche

di Giulio Meotti

10 Aprile 2016

http://www.ilfoglio.it/esteri/2016/04/1 ... cive-94712

Roma. Il libertario Jeremy Irons ha sempre avuto la tendenza a mettersi nei guai, come dice la moglie Sinead Cusack. Come quando disse: “I padri sposeranno i figli, per evitare la tassa di successione”. Un paradosso per esprimere la sua forte contrarietà ai matrimoni gay. Poi il Premio Oscar insorse contro la legge che vieta di fumare a New York. “Chi fuma”, disse Irons, “andrebbe protetto come i disabili e i bambini”. Quella volta non la presero bene quelli della National Organization on Disability. E Irons ne ebbe anche per Michael Bloomberg, sindaco di New York, e il suo “nanny state”. E’ lo stesso attore che interruppe un copioso flusso di donazioni al Partito laburista quando Westminster bandì la caccia, da Irons definito “uno dei voti più devastanti dell’ultimo secolo”.

Adesso uno dei protagonisti del nuovo film “Batman v Superman” incorre nell’ira femminista. Irons non si tiene nel colloquio con il Guardian: “La nostra società si basa su una struttura cristiana. Se porti via questi princìpi religiosi, tutto diventa terribile. Si può amare e crescere una famiglia meravigliosamente anche senza essere sposati, ma in realtà il matrimonio ci dà un punto di forza, perché è molto difficile uscirne, e questo ci spinge a lottare per tenerlo insieme. Prendi l’aborto. Io credo che alle donne spetti la decisione, ma credo anche che la chiesa ha ragione a dire che è peccato. L’aborto danneggia una donna – è un attacco mentale e fisico enorme”. Non lo avesse mai detto. Scrivendo su Jezebel, Madeleine Davies definisce Irons “uno stupido”, intimandogli di chiudere “quella fottuta bocca”. Su Inquisitr, Amy Feinstein definisce il grande attore “selvaggio”, mentre su Marie Claire si spiega che Irons non può parlare di aborto visto che non ha un utero. D’altronde Irons non è nuovo a scioccare l’establishment e i fan.

Che Irons non ami lisciare il pelo all’opinione pubblica lo si era capito da una precedente intervista all’Independent, quando aprì le porte del suo castello di Ballydehob. L’aborto? “E’ male”. La chiesa cattolica? “Amo la sua intransigenza”. L’Irlanda contemporanea? “Mi rattristano le chiese vuote”. Il Papa? “La grandezza della fede cattolica è che è incrollabile. Prendi la posizione del Papa sull’aborto, è l’unico che è rimasto costante all’interno delle religioni occidentali. Altri hanno detto che l’aborto è consentito”. Ce n’è abbastanza per trasformare il vip in una strega.

Come sta succedendo a Ian McEwan, uno dei massimi scrittori inglesi contemporanei. Parlando a una conferenza del Royal Institute, McEwan ha detto: “L’identità non si può prendere come in un supermercato delle identità personali, come se fosse un numeretto da indossare. Per esempio, alcuni uomini in pieno possesso di un pene ora si identificano come donne e chiedono di potersi iscrivere a università esclusivamente femminili e di cambiarsi nello spogliatoio delle donne. E c’è stato un noto caso di una donna bianca che si è identificata come nera”. A questo punto una donna tra il pubblico gli ha chiesto di chiarire simili dichiarazioni “offensive” sul diritto di scegliere il proprio sesso o la propria razza. “Chiamatemi all’antica”, ha risposto McEwan, “ma tendo a pensare che le persone in possesso di un pene siano uomini. So che entrano in un mondo difficile quando diventano transessuali e ci dicono che sono donne, che sono diventati donne”.

Sesso e razza, ha concluso il romanziere a proposito della teoria del gender insegnata nelle scuole del Regno Unito, “hanno una base biologica, fa differenza se hai un cromosoma X o Y”. Gli attivisti dei diritti umani, come Peter Tathcell, hanno accusato subito Ian McEwan di “autoritarismo etico” mentre Stonewall, l’associazione che si batte per i diritti di omosessuali e transgender, ha esortato lo scrittore britannico a scusarsi per le sue parole “nocive e pericolose”. A quando uno speciale collutorio per rendere innocua la “fottuta bocca” di questi malpensanti?





Gorizia, un capo scout sposa il compagno Il prete del paese: "Incompatibile con il ruolo di educatore, deve lasciare l'Agesci"
6 giugno 2017

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06 ... ci/3638861


Ha sposato il suo compagno e per questo dovrebbe abbandonare gli scout. E’ quanto sostiene il parroco di Staranzano, in provincia di Gorizia, che ha commentato l’unione civile tra uno dei capi del gruppo Agesci locale, Marco Di Just, e il consigliere comunale Luca Bortolotto. Lo ha scritto chiaro e tondo nel bollettino parrochiale, don Francesco Fragiacomo. Secondo il prete, che ha informato anche l’arcivescovo di Gorizia, Carlo Maria Redaelli, “non ci sono più le condizioni per svolgere il ruolo di educatore“.

La Curia al momento non commenta la presa di posizione del parroco del piccolo paese goriziano: “Nella chiesa tutti sono accolti, ma le responsabilità educative richiedono alcune prerogative fondamentali, come condividere e credere, con l’insegnamento e con l’esempio, le mete, le finalità della Chiesa nei vari aspetti della vita cristiana – scrive don Fragiacomo – Sulla famiglia la Chiesa annuncia la grandezza e bellezza del matrimonio tra un uomo e una donna. Un messaggio che percorre tutta la Bibbia e che la fede in Cristo rende possibile. Come cristiani, dunque, siamo chiamati ad annunciare il modello di famiglia indicata da Gesù: quella fondata nell’amore tra un uomo e una donna uniti nel sacramento del matrimonio”.

Di Just, insomma, dovrebbe andarsene e lasciare la sua comunità scout. I ‘colleghi’ capi al momento tacciono, mentre una ragazza dell’Agesci al termine della cerimonia civile – celebrata dal sindaco Riccardo Marchesan – ha augurato “Buona strada” all’educatore e al suo compagno, consigliere eletto in una lista civica di maggioranza. Una sala gremita e festante, con circa 300 persone presenti tra i quali c’era, come racconta Il Piccolo, anche il vice del parroco, don Genio Biasiol che è intervenuto durante la cerimonia “come amico della coppia e come prete”.

Ma il suo superiore è amareggiato e irremovibile: la condizione di educatore scout è incompatibile con l’unione civile. “Come cittadino ognuno può fare ciò che gli consente la legge dello Stato. Come cristiano, però, devo tener conto di quale sia la volontà di Dio sulle scelte della mia vita. Come educatore cristiano, in più, devo tener conto della missione e delle linee educative della Chiesa e della mia Associazione cattolica – si legge nel bollettino – Una cosa è essere accolti, un’altra è assumere responsabilità educative”.
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