Il sud della penisola italica - i meridionali

Re: Il sud della penisola italica - i meridionali

Messaggioda Berto » mer giu 21, 2017 6:28 am

Mafie e briganti teroneghi
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Re: Il sud della penisola italica - i meridionali

Messaggioda Berto » mer giu 21, 2017 5:21 pm

I primati dello stato italiano e dell'Italia in Europa e nel mondo
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Re: Il sud della penisola italica - i meridionali

Messaggioda Berto » mar giu 27, 2017 6:50 am

"Il pizzo degli ufficiali della Marina Militare"
Guido Ruotolo, inviato a Taranto
25/06/2017

http://notizie.tiscali.it/cronaca/artic ... re-ruotolo

Le carte della Procura di Taranto: «Le attività di indagine - spiega il Pm Maurizio Carbone - hanno accertato l’esistenza all’interno della base militare navale di Taranto di un sistema corruttivo ben collaudato e risalente nel tempo, tanto da coinvolgere in gravissime, plurime e reiterate condotte illecite numerosi comandanti di reparto che nel tempo si alternavano al comando del cosiddetto “sistema del 10%” con riferimento alla percentuale di tangenti che sistematicamente applicavano agli imprenditori sul valore degli appalti per beni e servizi agli stessi affidati»

È la maledizione della città dei Due Mari. Per ogni appalto, commessa, fornitura che la base della Marina militare doveva (ma forse ancora deve) attivare, c’è una tangente del 10%. Stiamo parlando di almeno una decina di milioni di tangenti finora accertate. La maledizione sta nel fatto che anche i nuovi arrivati, gli ufficiali che hanno preso il posto dei vecchi arrestati o indagati, sono stati a loro volta arrestati. Per concussione. Scrive il gip: «Chiedevano il pizzo con brutale e talora sfacciata protervia alla stessa stregua della malavita organizzata».

C’è una intercettazione che rivela lo spessore criminale di Giovanni Di Guardo, spedito da Roma, dallo Stato Maggiore, nel luglio del 2015, a Taranto, quale nuovo direttore di Maricommi Taranto, la base navale, proprio in sostituzione degli ufficiali che erano stati coinvolti nella precedente indagine.

Di Guardo parla con un imprenditore quando non ha ancora preso possesso del suo nuovo incarico: «Quando io vengo fisicamente con i mobili, con le valigie da Roma, ti dovresti far trovare al casello a Massafra, prima ancora che apro la bocca: “scusa questo è…quello che ti devo dare”, a Massafra. Cioè ancora io manco so dov’è, devo ancora arrivare a Taranto, ad aprire la casa. Una persona minimamente intelligente… per cui tu rientri nel giro, allora, c’è Valeriano, c’è Gianni e c’è pure Piero».

Chiaro? Prima ancora di arrivare a Taranto, l’ufficiale della Marina vuole che l’imprenditore gli porti i soldi a Massafra, alle porte della città.

Quello che era il fiore all’occhiello di Taranto, che aveva una spiccata vocazione marinaresca prima che arrivasse, nel 1965, l’Italsider, e cioè il comparto della Marina Militare con la sua base e l’Arsenale, si sta rivelando un corpo malato con un cancro da estirpare il prima possibile.
L'indagine

«Le attività di indagine - spiega il Pm Maurizio Carbone - hanno accertato l’esistenza all’interno della base militare navale di Taranto di un sistema corruttivo ben collaudato e risalente nel tempo, tanto da coinvolgere in gravissime, plurime e reiterate condotte illecite numerosi comandanti di reparto che nel tempo si alternavano al comando del cosiddetto “sistema del 10%” con riferimento alla percentuale di tangenti che sistematicamente applicavano agli imprenditori sul valore degli appalti per beni e servizi agli stessi affidati».


Gli arresti

Dal 2013 ad oggi ci sono state già tre ondate di arresti, con una ventina in gran parte ufficiali della Marina militare, e una quarta, si può presumere, potrebbe arrivare con il nuovo anno.

L’inchiesta del Pm Maurizio Carbone aveva avuto il suo primo arresto il 12 marzo del 2013, quando il comandante del V Reparto, Roberto La Gioia, fu incastrato in flagranza di reato mentre intascava da un imprenditore una tangente. Era stato lo stesso imprenditore che aveva vinto una gara per il ritiro e il trattamento delle acque di sentina della Marina militare di Taranto e a Brindisi, a denunciare ai carabinieri le minacce e le,richieste di tangenti per poter lavorare. Aveva vinto un appalto di 650.000 euro, che avrebbe comportato una tangente di 65.000 euro, divisa in due rate mensili da 2.000/2.500 euro. E proprio ritirando l’ultima di questa rata, l’ufficiale è stato arrestato in flagranza.

A casa sua sono state trovate cinque buste bianche sigillate con 36.000 euro e in ufficio altri 8.000 euro. E poi due pen-drive con la contabilità delle tangenti, degli imprenditori vessati e, con i nomi siglati, gli altri complici interni alla Marina con cui dividere i soldi.


E da allora lo schema non è cambiato.

Colpisce il loro senso di impunità, come se fossero convinti che non sarebbero mai stati beccati, anche i nuovi sostituti degli incarcerati.

Ufficiali corrotti, capitani di vascello finiti in carcere o ai domiciliari. Comandanti della base trascinati nel fango. Due reparti, in particolare, focolai di questi tumori da estirpare, il IV e il V Che si occupavano di forniture e di carburanti e lubrificanti.

Minacciavano, gli estorsori ufficiali. Chi non pagava, rischiava di ritrovare perennemente sotto la pila il suo mandato di pagamento. Il 21 luglio il giudice dovrà decidere sulle 9 richieste di rito abbreviato mentre altri 7 indagati hanno chiesto di patteggiare. Ma quello che inquieta è che questa inchiesta è un po’una Catena di Sant’Antonio. Non finisce mai.
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Re: Il sud della penisola italica - i meridionali

Messaggioda Berto » gio giu 29, 2017 4:24 am

Cosenza, sindaco "pizzicato" in moto senza casco dai carabinieri
Emanuela Carucci - Mer, 28/06/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 14001.html

Privo anche di assicurazione è stato multato

A Fuscaldo, in provincia di Cosenza, fioccano multe eccellenti. E non si fanno "sconti" neanche per il sindaco, a maggior ragione se viene fermato mentre è in moto senza casco e senza assicurazione.

Una scena simile a quella del film "Il vigile" con lo strepitoso sketch tra Sordi e De Sica.

A darne notizia è La Gazzetta del Sud. Gianfranco Ramundo, che lo scorso anno ha vinto le elezioni con la lista civica “La nostra Fuscaldo” è incappato nella disavventura.

A fermarlo i carabinieri con tanto di posto di blocco in pieno centro cittadino.

Il fermo ha attirato molti curiosi e sicuramente non saranno mancate le polemiche da parte dell'opposizione. Ma politica e poltrone a parte le regole si rispettano e il fatto che un sindaco venga "pizzicato" fa quasi sorridere.

La notizia ha fatto velocemente il giro del paese che conta appena 8mila abitanti. Il tempo di una sigaretta e il sindaco "indisciplinato" era già sulla bocca di tutti.
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Re: Il sud della penisola italica - i meridionali

Messaggioda Berto » lun lug 10, 2017 9:17 pm

Reggio Calabria, chiusa inchiesta sulla cricca degli appalti: "Funzionari corrotti e gare milionarie pilotate"
di Lucio Musolino | 10 luglio 2017

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07 ... te/3720692


Pubblici ufficiali, imprenditori, dipendenti del Genio civile, ex dirigenti del comune di Reggio Calabria da poco in pensione. La procura di Reggio Calabria ha chiuso l’inchiesta sulla cricca degli appalti. Il business era l’erosione delle coste e fruttava milioni di euro. Il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo ha notificato nelle settimane scorse l’avviso di chiusura indagini nei confronti di otto persone tra cui l’imprenditore Giuseppe Cutrupi, il suo factotum Antonio Modafferi, i dipendenti del Genio civile Paolo Abagnato e Marcello Sterrantino, l’ex dirigente del comune Pasquale Crucitti. Per loro e per altri indagati, nel 2013 la procura aveva chiesto l’arresto che però, dopo tre anni, è stato rigettato dal gip perché era passato troppo tempo e non c’erano più le esigenze di custodia cautelare.

L’inchiesta, coordinata in una prima fase anche dal pm Sara Ombra (oggi in servizio a Milano), era molto più ampia e, se non fosse intervenuta la prescrizione per alcuni reati fine, oggi avrebbe coinvolto oltre 20 persone tra cui comandanti di stazioni del corpo forestale, funzionari amministrativi della capitaneria di porto, dirigenti della provincia di Reggio. La Procura lo ha definito un “collaudato sistema affaristico”. In sostanza si tratta di “un’associazione per delinquere costituita da imprenditori operanti nel settore della realizzazione e manutenzione di opere marittime, dipendenti pubblici e privati infedeli e corrotti che hanno costituito un vero e proprio cartello di imprese in cui i legali rappresentanti o referenti si accordavano tra loro per scambiarsi preventivamente le informazioni relative alle singole gare d’appalto”.

La “cricca” era collaudata: gli indagati prima “carpivano illecitamente gli importi di ‘ribasso’ offerti dalle altre partecipanti” e poi, “con la complicità dei pubblici funzionari, pienamente consapevoli di ciò, facevano partecipare a ciascuna gara di appalto il maggior numero di imprese collegate tra loro”. Il calcolo delle medie ponderate faceva il resto e l’appalto veniva vinto sempre dalla “Mareco Costruzioni srl” o dall’ “Impresasud srl”.

Il dominus di tutto era Giuseppe Cutrupi. O vinceva l’appalto o gestiva i subappalti, comunque solo lui svolgeva i lavori di sistemazione delle coste. Il suo nome e quello della moglie Pasqualina Nocera (proprietaria della “Mareco”) erano finiti alla fine degli anni novanta in alcune informative della questura nell’ambito dell’inchiesta sulla cattura del latitante Giuseppe Morabito, detto “u Tiraddrittu”. “Amministratori di enti pubblici, impiegati della pubblica amministrazione, responsabili di organi di controllo e accordi spartitori con gli altri imprenditori del settore – scrivono i pm nelle carte inserite nel fascicolo dell’inchiesta – hanno consentito al gruppo Mareco-Impresasud di consolidare un vero e proprio monopolio nei lavori della difesa costiera nel tratto compreso tra i comuni di Reggio Calabria e Bova Marina”.

Grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali, i magistrati sono riusciti a scoprire come i finanziamenti concessi dall’Unione europea per la protezione dalle mareggiate della linea ferroviaria siano stai utilizzati addirittura per costruire opere in difesa di una villetta privata di un ingegnere. Per la procura della Repubblica non ci sono dubbi: “Ci sono stati preventivi accordi per ‘pilotare’ le aggiudicazioni delle singole gare d’appalto”.

Chiunque se lo aggiudicava, a festeggiare era sempre Cutrupi. Ed è lui, infatti, che informava i formali vincitori dei bandi sull’esito delle gare d’appalto. “Le devo fare gli auguri” dice un giorno a un imprenditore di Napoli che non sapeva neanche di essersi aggiudicato i lavori di messa in asse, ricarica ed irrobustimento di un tratto di scogliera nel Comune di Montebello Jonico. “Perché?”. “È rimasto aggiudicatario di una gara qui a Reggio”. “Io?”. “Si”. “Eh… evidentemente voi mi portate fortuna, significa che il vostro materiale porta bene e mi farete qualche altra fornitura sempre che siete liberi… di…”. “L’aria di Reggio le porta bene”.

Per i lavori che riguardavano il comune di Reggio, inoltre, Cutrupi avrebbe goduto della benevolenza del dirigente Crucitti. Quest’ultimo nel 2009 era stato gambizzato e di lui, qualche anno fa, aveva riferito il colonnello Valerio Giardina, ex capo del Ros di Reggio oggi comandante provinciale di Bologna. Durante il dibattimento del processo “Meta” (nato dall’inchiesta che ha portato nel 2008 alla cattura del boss Pasquale Condello), l’ufficiale dei carabinieri lo ha descritto “come fondamentale per realizzare il perverso circuito illecito dell’assegnazione degli appalti”.

Secondo il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo che ha firmato l’avviso di conclusione indagini sulla “cricca”, l’ingegnere Crucitti aveva il “compito di assicurare, quale pubblico ufficiale, la costante copertura alle ditte del Cutrupi, omettendo di rilevare la illecita partecipazione alle gare di più imprese sostanzialmente collegate, la fraudolenta esecuzione delle opere appaltate e l’esecuzione di opere in violazione alla disciplina del subappalto”. Una figura che fa il paio, quindi, con un’altra intercettazione registrata dal Ros e in cui un imprenditore reggino si lamentava del comportamento di Crucitti con Domenico Barbieri, un altro imprenditore condannato per mafia. Secca la risposta di quest’ultimo: “Non posso permettermi di appoggiarti e di entrare in contrasto con Crucitti e il suo entourage, perché non dispongo di altre amicizie”.
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Re: Il sud della penisola italica - i meridionali

Messaggioda Berto » dom lug 16, 2017 8:36 am

Incendi e forestali


Gli incendi sul Vesuvio sono dolosi
12 luglio 2017

http://www.ilpost.it/2017/07/12/incendio-vesuvio-doloso

È stata aperta un'inchiesta contro ignoti e si parla di inneschi ritrovati: i vigili del fuoco intanto stanno spegnendo gli ultimi tre roghi

Gli effetti dell'incendio sul Vesuvio a Boscotrecase, in provincia di Napoli, il 12 luglio 2017 (ANSA/CESARE ABBATE)

La procura di Torre Annunziata, in provincia di Napoli, ha aperto un’inchiesta per stabilire le cause del grande incendio che si è sviluppato a partire dal 10 luglio alle pendici del Vesuvio: la procura ritiene che l’incendio – o meglio, la serie di incendi – abbia avuto origine dolosa, ma per ora l’accusa è a carico di ignoti. Che gli incendi siano di origine dolosa è stato confermato dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti che oggi pomeriggio ha detto: «Voglio dirlo con molta fermezza: faremo di tutto per catturare i colpevoli». Galletti ha anche annunciato che un piromane è stato arrestato dai carabinieri mentre era intento ad appiccare il fuoco.

Il sito di news Fanpage, di solito ben informato sulle cose che succedono in Campania, ha scritto che i vigili del fuoco hanno individuato almeno otto inneschi usati per appiccare il fuoco; il Mattino ha scritto che gli otto inneschi, tutti posizionati in aree difficili da raggiungere, sono stati attivati contemporaneamente e qualcuno ha ipotizzato che gli autori degli incendi avessero usato dei gatti (cosparsi di benzina e poi fatti correre per i boschi) per farli partire. Il Corpo Forestale, contattato dal Corriere della Sera, ha smentito la cosa.
vesuvio

L’incendio non è ancora stato spento del tutto: tre aerei canadair e squadre di vigili del fuoco che lavorano da terra insieme alla Protezione civile stanno lavorando per spegnere i roghi di Ottaviano, Torre del Greco ed Ercolano. Tra le aree colpite dall’incendio c’è il Parco nazionale del Vesuvio.

Anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha detto di essere convinto che gli incendi siano stati appiccati per una «attività criminale». De Magistris ha anche detto che per lui dovrebbe essere dichiarato «lo stato di emergenza nazionale sia per quanto riguarda la siccità che per l’emergenza incendi», e ha criticato l’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato all’interno dell’Arma dei Carabinieri, avvenuto all’inizio dell’anno. Anche l’ex comandante regionale del Corpo Forestale Vincenzo Stabile ha criticato la decisione perché ora sono i carabinieri a indagare sulle cause degli incendi e a occuparsi della prevenzione, mentre i vigili del fuoco si occupano di gestire le emergenze: in precedenza tutti questi compiti spettavano ai forestali, cosa che secondo Stabile faceva funzionare meglio le operazioni (ma Stabile non ha fornito argomenti a sostegno di questa tesi). La Protezione civile della Campania ha detto che tra il 15 giugno e il 10 luglio 2015 nella regione c’erano stati 158 incendi; nello stesso periodo di quest’anno gli incendi sono stati 927.




La Sicilia brucia per gli incendi Ecco di chi è la colpa
di Accursio Sabella
2016/06/17

http://livesicilia.it/2016/06/17/la-sic ... lpa_759873

PALERMO - Spenti i fuochi, resta la cenere delle responsabilità. Quelle penali, certamente. Che dovranno riguardare i criminali che hanno acceso i roghi in mezza Sicilia. Ma anche quelle politiche, cioè delle pubbliche amministrazioni che probabilmente hanno fornito a piromani e scirocco, terreno fertile per accendere l'inferno.

Lo denunciano in tanti, anche tra i dipendenti del Corpo forestale: nei mesi tra marzo e maggio non è stata compiuta alcuna attività di prevenzione. Che riguarda, in particolare, la creazione dei cosiddetti “viali parafuoco”, utili a isolare le fiamme, e anche l'attività di pulizia del sottobosco. Ma nulla è stato fatto. “Mancano i soldi”, raccontano. Mentre la legge che dovrebbe riformare il settore, annunciata a Sala d'Ercole in occasione dell'ultima finanziaria, è ancora nella mente del governo Crocetta.

Un'accusa giunta anche dal presidente della commissione antimafia all'Ars Nello Musumeci: “Non serve un’arca di scienza – ha detto - per capire che buona parte degli incendi in corso sia di origine dolosa e ad opera di piromani asserviti ad organizzazioni criminali. E non serve essere particolarmente esperti per capire che la dimensione del danno poteva essere assai contenuta se i sentieri tagliafuoco della Forestale regionale fossero stati realizzati in tempi ragionevoli. Ci troviamo di fronte a gravi omissioni degli apparati politici e burocratici regionali, che nessuna demagogia potrà minimizzare”.

“Cosa avrebbero potuto fare quei viali – chiede il dirigente generale del Corpo forestale Gaetano Gullo – se le fiamme spinte dal vento hanno superato persino la carreggiata di una autostrada?”. Interrogativo senza risposta. Così come gli altri. Ad esempio, come è possibile che gli operatori forestali dell'antincendio, circa 7 mila persone, non avessero mezzi idonei a fronteggiare il fuoco. Qualcuno ha denunciato di non poter disporre nemmeno di autobotti. “Molti tra i 3500 addetti allo spegnimento delle fiamme – ha dichiarato il deputato regionale di Forza Italia Vincenzo Figuccia - sono bloccati perché nessuno gli ha messo a disposizione autobotti ed altri mezzi. Qualcuno nel governo Crocetta dovrebbe trarne le conseguenze”. “Anche questo non è vero – replica Gullo – noi abbiamo messo a disposizione i mezzi di cui disponiamo. Ma siamo dovuti intervenire a volte su oltre cinquanta incendi contemporaneamente”. L'inferno. Nonostante – in tanti diranno – un numero spropositato di Forestali. Circa 23 mila tra gli appena citati operatori dell'antincendio e la maggior parte, circa 16 mila, dell'ex Azienda Foreste e oggi al dipartimento dello sviluppo rurale dell'assessorato all'Agricoltura. A loro, appunto, spetterebbe il compito della prevenzione.

Una prevenzione che non ha funzionato, anche secondo i parlamentari del Movimento cinque stelle,che ricordano di aver presentato una ventina di atti ispettivi per denunciare l'assenza di “adeguati piani di gestione e manutenzione oltre che di un coordinamento delle varie autorità coinvolte per fronteggiare gli incendi legati a criticità territoriali di diversa natura”. Stessa accusa arriva dal parlamentare di Sinistra Italiana Francesco Campanella: "I boschi sono stati lasciati allo stato selvaggio - ha detto - e gli operai non sono stati mandati in tempo a causa dei ritardi nelle assunzioni".

Una ricostruzione, questa, respinta dal dirigente generale della Protezione civile, Calogero Foti: “Il sistema ha funzionato, in particolare sul piano delle comunicazioni e del coordinamento delle forze in campo. Ma eravamo di fronte a un evento di dimensioni straordinarie. Si poteva fare di più sul piano delle prevenzione? Non è il momento questo per cercare responsabili”, aggiungeva nelle ore “calde” di ieri.

Ma a puntare il dito contro la scarsa prevenzione anche la Flai Cgil: “Abbiamo sempre ribadito - dice il segretario palermitano Tonino Russo - che le attività di prevenzione non possono cominciare a dicembre, i tempi dei finanziamenti non possono decidere le sorti dei boschi. La carenza dei fondi non può dare adito a manutenzioni frammentate. Ci sono tratti di boschi in cui la manutenzione non viene fatta da troppo tempo. Le ultime assunzioni per le attività di pulizia dei viali parafuoco sono scattate solo tre settimane fa”. E solo l'altroieri, così come previsto dalla legge, sono iniziate le attività dell'antincendio. In maniera assai graduale, a dire il vero, perché nonostante l'annunciato arrivo delle temperature roventi, i forestali sono stati impegnati, nel primo giorno di lavoro, in attività... di formazione.

E nonostante la Sicilia pochi giorni fosse stata investita da una terribile ondata di incendi nell'Isola di Pantelleria. Un campanello d'allarme forse in parte ignorato. “Da mesi, - la denuncia del sindacato Uila - e in maniera pressante, chiediamo di predisporre interventi antincendio. La Regione, però, è stata troppo distratta e come sempre occupata nei soliti giochi di potere”. E adesso Crocetta grida contro gli “atti criminali”. Che sono sotto gli occhi di tutti. Ma non vede gli errori, i ritardi, le inefficienze del suo governo.



L'Italia brucia. Dal Roma alla Puglia, dal Vesuvio alla Sicilia è emergenza incendi
2017/07/11

http://www.huffingtonpost.it/2017/07/11 ... a_23024731

Dal 15 giugno a oggi sono state 430 le richieste di soccorso aereo giunte dalle Regioni alla Protezione Civile per gli incendi: un picco mai raggiunto nello stesso periodo negli ultimi dieci anni. Lo rileva il Dipartimento che ricorda come nel 2007, 'anno nero' con una stagione estiva davvero complicata, erano state 308 le domande. "Le conseguenze per l'equilibrio naturale sono gravissime e i tempi per il riassetto dell'ecosistema forestale e ambientale molto lunghi - spiegano dalla Protezione Civile - Le alterazioni delle condizioni naturali del suolo causate dagli incendi favoriscono inoltre i fenomeni di dissesto dei versanti provocando, in caso di piogge intense, lo scivolamento e l'asportazione dello strato di terreno superficiale".

L'Italia brucia con focolai in diverse regioni. Numerosi incendi, di origine dolosa e altri ancora da stabilire, stanno mettendo a dura prova la Sicilia, la zona del Vesuvio, Roma e la Puglia. Anche oggi, dalle prime ore del giorno, gli equipaggi di Canadair ed elicotteri della flotta aerea dello Stato coordinati dal Dipartimento della Protezione Civile, a supporto delle operazioni svolte dalle squadre di terra, hanno ripreso le operazioni di spegnimento dei tanti incendi boschivi: al momento sono 18 le richieste di intervento aereo ricevute dal Centro Operativo Aereo Unificato del Dipartimento. Quattro dalla Campania, rispettivamente 3 dalla Basilicata e dalla Sicilia, 2 rispettivamente dalla Puglia, dall'Abruzzo e dalla Calabria e 1 rispettivamente dal Lazio dall'Umbria. Al momento, l'impegno dei mezzi disponibili - 16 Canadair e 4 elicotteri del Corpo dei Vigili del Fuoco, a cui si aggiungono 3 elicotteri della Difesa - è concentrato sulle situazioni più critiche. Finora sono stati messi sotto controllo o spenti 2 roghi nelle province di Enna e di Trapani.

SICILIA - L'incendio che ieri ha bruciato la valle Scaldaferro, tra Enna e Calascibetta, ha danneggiato la linea ferroviaria Catania-Palermo che è stata interrotta. I passeggeri provenienti in treno da Catania alla volta di Palermo, vengono trasportati in pullman da Enna fino alla stazione di Caltanissetta. Il fuoco ha devastato oltre 10 chilometri di territorio tra il viadotto Ferrarelle, da dove si è sviluppato, sulla A 19, fino a risalire le pendici di Enna e Calascibetta. Già dalle prime ore dell'alba è entrato in azione il canadair dei vigili del fuoco che sta spegnendo alcuni focolai. La situazione, però, secondo la sala operativa della Forestale che insieme ai vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte, sembrerebbe ora sotto controllo. Stanotte intorno alle tre è stata riaperta l'autostrada nel tratto tra lo svincolo di Caltanissetta ed Enna.

La situazione legata all'emergenza incendi sta migliorando anche a Messina, dove si stimano danni per centinaia di migliaia di euro. Nel pomeriggio riprenderanno le lezioni e l'attività didattica nelle facoltà che ieri erano state evacuate nel rione Annunziata. Intanto i vigili del fuoco sollecitano un rafforzamento dell'organico ritenuto insufficiente a fronteggiare l'emergenza. Ieri su Twitter anche Fiorello ha lanciato un appello chiedendo un aiuto mentre oggi il presidente della Regione Rosario Crocetta sarà a Messina per esprimere la sua solidarietà al sindaco Renato Accorinti. Gli esperti annunciano anche un probabile rischio di dissesto idrogeologico nei mesi invernali visto che sono andati distrutti numerosi ettari di bosco.

VESUVIO - Focolai di incendi probabilmente di origine dolosa sono attivi, di nuovo, anche sul Vesuvio. Le fiamme divampano nella Valle delle Delizie ad Ottaviano, in via Vesuvio ad Ercolano già danneggiata da incendi nei giorni scorsi, nella zona a valle di Cappella Bianchini a Torre del Greco. Stanno operando carabinieri forestali, vigili del fuoco, protezione civile e personale dell'antincendio boschivo della Sma Campania oltre a squadre di volontari. Un aiuto è dato da un Canadair e da un elicottero. Le strade di accesso al Vesuvio, al momento, sono aperte.

ROMA - "Dal 1 giugno ad oggi il numero degli incendi boschivi si è quasi quadruplicato rispetto all'anno scorso. E questo anche a causa della siccità eccezionale. Ieri mattina ho partecipato ad una riunione di coordinamento in Prefettura per discutere delle misure da adottare per contrastare quest'emergenza" scrive su Fb la sindaca di Roma Virginia Raggi. "Tutti noi, dal Campidoglio al Prefetto di Roma, dalla Regione, alle forze dell'ordine ai vigili del fuoco, ci siamo impegnati a rafforzare immediatamente i dispositivi di prevenzione - scrive Raggi -. In particolare si è deciso di monitorare le zone a rischio, prevalentemente vicine alle aree abitate, provvedendo alla manutenzione del verde prevalentemente a ridosso delle strade e delle linee ferroviarie e garantendo la costante pulizia dei terreni". "In questi mesi Roma Capitale - osserva ancora la sindaca di Roma - benché in stato di gravissima carenza di personale e mezzi, dovuta anche agli attacchi vandalici alle strutture del Servizio Giardini del Comune, ha avviato lavori di manutenzione del verde pubblico. In qualità di Sindaca della Città Metropolitana invierò una lettera ai primi cittadini del territorio invitandoli ad alzare il livello di attenzione e ad adottare, qualora non l'avessero ancora fatto, il Piano di Emergenza della Protezione civile. Dobbiamo mettere in campo ogni misura per scongiurare quest'emergenza. E ogni istituzione, sono sicura, farà la sua parte".

PUGLIA - Da diverse ore alcune squadre di vigili del fuoco sono impegnate, anche con l'ausilio di Canadair, a spegnere incendi che si sono sviluppati in alcune zone del Gargano. Già dal tardo pomeriggio di ieri le fiamme hanno interessato la zona di Carpino e in serata sembrava che la situazione fosse sotto controllo, ma a causa delle alte temperature e del forte vento, il fuoco si è propagato su altre zone del promontorio garganico, a Cagnano Varano e Mattinata. Decine di ettari di bosco e macchia mediterranea sono già andate distrutte. Disagi si sono verificati questa mattina in Puglia anche per gli automobilisti in transito sull'A14 Bologna Taranto dove a causa del fumo proveniente da un incendio sviluppatosi in una scarpata, è stato chiuso attorno alle 10 e da poco riaperto il tratto tra Foggia e Cerignola est in entrambe le direzioni.




L’elaborazione dei dati relativi al 2001 ha consentito di ricomporre la casistica registrata in un unico ed inedito quadro di insieme.
L’analisi delle cause ha confermato la rilevante incidenza della dolosità: nel 2001 gli incendi dolosi attribuiti alla deliberata volontà di appiccare il fuoco, di creare danni al bosco e all’ambiente, sono risultati il 60%.

https://www.sistemaprotezionecivile.it/ ... schivi.pdf
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Re: Il sud della penisola italica - i meridionali

Messaggioda Berto » sab lug 22, 2017 7:34 am

E l'italia della Casa Savoia prese accordi con la camorra, telefilm Rai del secolo precedente.
Consiglio di leggere un bel libro dal titolo Maledetti Savoia di Lorenzo Bocca dove documenti questi fatti.
La storia è diversa da quella insegnata nei banchi di scuola....

https://www.facebook.com/vesuviolive/vi ... 1723638111

L'Unità d'Italia, Garibaldi e la camorra
L'avete mai visto?
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Re: Il sud della penisola italica - i meridionali

Messaggioda Berto » lun ago 07, 2017 2:43 pm

Ragusa, appiccavano incendi per soldi: arrestati 15 pompieri
Gianni Carotenuto - Lun, 07/08/

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 28936.html

Quindici vigili del fuoco volontari di Ragusa sono stati arrestati per truffa allo Stato: appiccavano il fuoco per spegnere gli incendi a 10 euro l'ora

La polizia di Stato di Ragusa ha smantellato un gruppo criminale composto da 15 volontari dei vigili del fuoco, del distaccamento di Santa Croce Camerina, che appiccava incendi e simulava richieste di soccorso al fine di percepire ingiuste somme di denaro dallo Stato.

Questi guadagnavano 10 euro circa per ogni ora di volontariato in caso di emergenze. Sono indagati per truffa allo stato e una parte di essi per incendio.

I poliziotti della squadra mobile ragusana hanno arrestato il capo del gruppo, D.D.V. che, durante il turno come volontario, si assentava, con la complicità dei colleghi, per andare con il suo furgoncino ad appiccare incendi per poi uscire con l'autobotte a spegnere le fiamme e percepire così le indennità.

Tutti i 15 pompieri, provenienti dalla provincia di Ragusa, sono indagati per truffa ai danni dello Stato ed una parte di essi per incendio. Le indagini hanno avuto avvio grazie alla segnalazione del comando provinciale dei vigili del fuoco di Ragusa, che aveva notato delle anomalie sul numero di interventi effettuati da una squadra rispetto alle altre.

Il Pubblico Ministero titolare delle indagini ha richiesto al Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Ragusa la misura cautelare nei confronti di tutti e 15 gli indagati.

Considerato il lasso di tempo trascorso dalla commissione degli ultimi fatti di reato (2015), il Giudice ha valutato l'esistenza di un'attuale pericolosità "solo nei confronti del capo del gruppo e non per tutti gli altri, ferme restando le fonti di prova acquisite e la sussistenza dei gravi indizi a carico di tutti i volontari indagati".
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Re: Il sud della penisola italica - i meridionali

Messaggioda Berto » sab ago 12, 2017 3:05 am

Povia e la storia del meridione italico - Non è del tutto vero quello che racconta Povia

https://www.facebook.com/Giuseppe.Povia ... 6316501415

In difesa della verità storica del Meridione (Ex Regno delle Due Sicilie)
regia di Marco Carlucci
https://www.youtube.com/watch?v=q-yL7oF8xyU
http://www.nuovecanzoni.com/povia-al-su ... ideo/55639

È vero che l'unità dello stato italiano, promossa e perseguita dai Savoia, dal Regno del Piemonte, da Caovour e da Garibaldi impoverì la penisola con le sue guerre, i suoi debiti, la sua corruzione, ... e che provocò la grande emigrazione, però non è vero che il Meridione era un'isola felice e non è che il degrado, la disumanità, la mafiosità, l'inciviltà, l'arretratezza, la corruzione, ... attuali siano una conseguenza dell'invasione di Garibaldi e dello stato italiano.

A dimostrarlo sta la storia e la realtà veneta dove le cose andarono molto peggio che nel Meridione:
in Veneto e Friuli la miseria e la emigrazione furono ben maggiori, in Veneto e in Friuli vi fu la prima guerra mondiale che li rase al suolo, però in queste due "aree antropologiche" della penisola, non si sviluppò nessuna arretratezza economica cronica, nessuna mafiosità diffusa in ogni paese, certamente meno degrado morale generalizzato, meno corruzione sistemica, meno evidente pervasiva inciviltà.

Ciò sta a significare che le cause dei problemi del sud sono solo in parte attribuibili allo Stato Italiano e alla sua formazione e che per lo più le responsabilità sono endemiche del Meridione, della sua gente e della sua storia plurisecolare e millenaria.

Sbaglia Povia a dare la colpa sempre agli altri (all'Italia e all'Euroapa) e a non cogliere invece le responsabilità storiche, culturali e antropologiche del meridione e delle sue genti; responsabilità che se emergessero nella consapevolezza della gente la potrebbero aiutare ad uscirne.
Povia dà la colpa all'Italia e all'Europa per i problemi del Sud, come per i problemi dell'Italia dà la colpa prevalentemente all'Europa ma ciò non è del tutto vero ... poiché le maggiori responsabilità in Meridione sono dei meridionali e in Italia sono degli italiani.

Secondo me Povia aiuterebbe veramente i meridionali se riconoscesse a loro talune responsabilità invece di scaricarle su altri.
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Re: Il sud della penisola italica - i meridionali

Messaggioda Berto » dom ago 13, 2017 8:23 am

LA "CONQUISTA" DEL SUD E IL VITTIMISMO CHE FA DANNI
L’istituzione da parte della Regione Puglia di una «giornata della memoria» per i morti civili negli anni della repressione del brigantaggio

di Giovanni Belardelli (Corriere della Sera, 9 agosto 2017)

https://www.facebook.com/andrea.ruini.9 ... 6347209422

Sta facendo discutere la mozione approvata dal Consiglio regionale della Puglia in cui si chiede l’istituzione di una «giornata della memoria» per ricordare l’uccisione di civili di cui si rese responsabile l’esercito italiano negli anni della repressione del brigantaggio (ne ha scritto Alessandro Laterza sul Corriere del 6 agosto). Se fosse ispirata solo dalla volontà di richiamare l’attenzione su un aspetto drammatico della nascita dello Stato italiano, la mozione potrebbe avere anche un fondamento. Ciò che la rende assurda è però l’intenzione filoborbonica, evidenziata dalla scelta della data: il 13 febbraio perché in quel giorno del 1861 si arrese Gaeta, ultimo bastione dell’ex re delle Due Sicilie.

In realtà, dietro l’iniziativa dei consiglieri regionali pugliesi si intravvede la ripresa di un’idea che ha attraversato l’intera nostra storia unitaria: quella secondo la quale per il Sud il Risorgimento consistette in null’ altro che in una conquista militare, seguita da un assoggettamento politico e da uno sfruttamento economico di tipo coloniale. I mali del Mezzogiorno risalirebbero appunto a questo dato originario e avrebbero un solo colpevole: i «conquistatori» piemontesi e in generale il resto del Paese. È una tesi infondata fin dalla sua premessa che vede un Meridione il cui promettente sviluppo economico sarebbe stato bloccato dalla brutale conquista settentrionale. Osservò proprio uno storico nato nel Mezzogiorno, Luciano Cafagna, che al momento dell’unificazione il Piemonte e la Lombardia avevano tassi di analfabetismo poco oltre il 40 per cento, mentre tutte le regioni del Sud si attestavano su livelli extraeuropei, fra l’80 e il 90 per cento. E uno dei maggiori storici italiani del secolo scorso, il siciliano Rosario Romeo, pur non negando affatto i caratteri di imposizione autoritaria che l’unificazione ebbe per un’ampia parte della società meridionale, aggiungeva però che si trattava di un esito storicamente positivo se si voleva evitare che il Mezzogiorno scivolasse nell’area del sottosviluppo mediterraneo.

Ma una volta richiamata la poca fondatezza delle tesi di questo meridionalismo antirisorgimentale, ci si deve pur interrogare sulle ragioni per le quali esse sembrano aver ottenuto in questi ultimi tempi una nuova e ampia diffusione. Una diffusione testimoniata dal gran successo di libri come «Terroni» del giornalista Pino Aprile ma anche, appunto, da iniziative politiche locali come quella pugliese o come l’analoga mozione approvata mesi fa dal Consiglio regionale della Basilicata (mentre mozioni del genere sono state presentate in quasi tutte le altre regioni meridionali).

Probabilmente a determinare il successo attuale di queste posizioni sta il fatto che esse sono del tutto in sintonia con quella propensione dietrologica e complottista cui la Rete dà un enorme spazio. Non a caso, praticamente dietro ogni mozione sulla giornata della memoria per le vittime meridionali dell’Unità d’Italia troviamo come promotore un esponente dei Cinquestelle, cioè della forza politica che ha fatto del complottismo e dell’accoglimento di tutte le cosiddette «verità alternative» — dalle scie chimiche degli aerei all’inesistenza dello sbarco sulla Luna — uno dei suoi cavalli di battaglia.

Il motivo principale è però un altro e ha a che fare con il vittimismo consolatorio implicito in una spiegazione che attribuisce l’origine dei mali del Sud alla prepotenza o allo sfruttamento del Nord. È un vittimismo che dura da quando è nato lo Stato italiano: già Gaetano Salvemini ricordava, oltre un secolo fa, come un elemento preponderante nella percezione che i meridionali avevano del Risorgimento fosse il «sordo rancore verso quelli del Nord, una coscienza indeterminata e profonda di esser vittime della loro rapacità e prepotenza». È sconcertante che una parte importante della società meridionale, di certo il suo ceto politico presente nei consigli regionali, di fronte ai tanti problemi irrisolti del Mezzogiorno sia ancora ferma a questa posizione vittimistica, ritenuta forse utile a giustificare la più antica delle (false) soluzioni: la richiesta allo Stato «conquistatore» di politiche risarcitorie basate sull’erogazione di denaro pubblico.
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