Legittima difesa umana e cristiana

Re: Legittima difesa umana e cristiana

Messaggioda Berto » ven lug 27, 2018 7:18 am

(Un pallino di una pistola ad aria compressa)
Se l'arma che ci rassicura spara a una bimba che potrebbe esserci figlia
Elisa Chiari
26 luglio 2018

http://www.famigliacristiana.it/articol ... i-noi.aspx

Uno sparo. Bum. Dal terrazzino di un’abitazione. Il pallino d’arma ad aria compressa colpisce una bambina di un anno e pochi mesi in braccio alla mamma: si trova in cura all'Ospedale Bambino Gesù e rischia che il danno che ha subito abbia come conseguenza una paralisi.

La procura di Roma sta indagando, quello che già si sa è che per quel ferimento è indagato un signore di 59 anni, che davanti ai giudici avrebbe ammesso un colpo accidentale: «Non volevo fare male a nessuno”.

Gli inquirenti stanno vagliando anche un’altra pista, quella dello sfondo razziale, per capire se invece quello sparo sia stato meno casuale di come sembrava, se avesse una qualche valenza al di là del caso il fatto che la bimba e la mamma che la teneva in braccio fossero rom. Ma la questione, che pur cambia la prospettiva, non muta di molto la riflessione che il fatto suscita riguardo all’equazione “più armi, più sicurezza” molto sentita di questi tempi e non per caso toccata a proposito dell’episodio di cui sopra anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Più armi in realtà vuol dire più armi e di solito non sparano fiori: quel signore che parla di caso e dice di non aver voluto far male a nessuno, nella migliore delle ipotesi, è un imprudente, uno sventato che giocando con un’arma non giocattolo su un terrazzo potrebbe aver rovinato due vite: quella della bimba e che poteva essere di chiunque di noi avesse avuto la sventura di passare di lì e la propria comunque segnata da quell’incauto gesto. Occorre non dimenticare che anche chi compra un’arma pensando di difendersi potrebbe essere uno sventato imprudente e sbagliare mira: più armi in mano a chiunque potrebbe anche voler dire più imprudenti armati.

Se invece ci fosse stato un movente, una rabbia repressa, un gesto consapevole, un raptus, la domanda che ci viene, da farsi con onestà davanti allo specchio nella vita quotidiana non solo immaginando di fronteggiare un ladro nella notte, è: ma davvero mi sentirei più sicuro se il mio vicino di casa (a scanso di equivoci stiamo parlando di un condominio immaginario) avesse un’arma sotto il cuscino? Davvero mi sentirei più sicuro se sapessi che i due condomini che litigano da trent’anni e per cui ogni minuscola questione è una buona scusa per sedimentare altra ruggine su quella ultradecennale consolidata, tenessero in casa un fucile? Davvero non mi verrebbe da temere, per loro, che una volta o l’altra quel rancore incistato possa esplodere in un gesto inconsulto dell’uno contro l’altro, magari mentre passa di lì mio fratello, mio padre, mio figlio? Davvero mi sentirei più sicuro se l’automobilista imbufalito che inveisce contro l’altro al semaforo avesse un’arma nel cassettino del cruscotto?

Davvero siamo tutti così sicuri di noi, da poter dire senza ombra di dubbio che saremmo capaci in un momento di rabbia inconsulta, di panico, di dolore profondo, di non perdere il controllo della ragione e delle mani? O siamo disposti a riconoscere, anche se non fa onore al nostro essere creature razionali, che è tutto più sicuro se in un momento così, di buio della ragione, che può passare in qualsiasi mente e solitamente esplode in parole di cui si perde la misura e di cui ci si pente un minuto dopo, non abbiamo a portata di mano qualcosa che possa fare male fisicamente e irreparabilmente agli altri o anche a noi stessi?


Alberto Pento
Solo un accidente, nulla a confronto degli incidenti stradali, degli infortuni sul lavoro e domestici e degli omicidi da parte dei criminali di cui buona parte clandestini. Capita spesso anche tra i poliziotti e i militari un incidente/accidente. Fa parte delle imperfezioni comuni della vita e dell'esistenza. Non si dimentichi che le armi spesso ci difendono dal male e ci aiutano a vivere bene. Fanno però molto più male i preti pedofili e i criminali da cui non ci è data la possibilità di difenderci.
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Re: Legittima difesa umana e cristiana

Messaggioda Berto » ven lug 27, 2018 2:10 pm

Salvini risponde a Mattarella: "La legittima difesa non è il Far West"
Giovanna Stella - Ven, 27/07/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 558632.htm

Ospite di Radio 24, Matteo Salvini ha replicato alle parole di Sergio Mattarella in merito al caso della bambina rom ferita dal balcone con un'arma ad aria compressa

"L'Italia non può somigliare a un Far West dove un tale compra un fucile e spara dal balcone ferendo una bambina di un anno, rovinandone la salute e il futuro" ha detto Sergio Mattarella durante la cerimonia del Ventaglio al Quirinale.

Le sue parole fanno riferimento al caso della bimba rom colpita da un proiettole alla schiena a Roma lo scorso 18 luglio mentre era in braccio alla madre. Un monito forte e chiaro al quale, però, ha voluto rispondere per fare chiarezza il vicepremier Matteo Salvini. Interventuto a Radio 24, Salvini ha spiegato che "nessuno vuole il Far west in Italia, nessuno vuole le pistole libere, al massimo c'è qualche 'pistola in libertà'", nel senso di "uomini che parlano a vanverà". E proprio sul Far West, il ministro vuole chiarire qualcosa a Mattarella: "Io non voglio né più armi né il Far West, chi lo sostiene non è ben informato. Io lavoro per rafforzare le Forze dell'Ordine e per garantire ai cittadini perbene la possibilità di difendersi a casa propria. Voglio disarmare e punire gli aggressori, voglio proteggere e difendere gli aggrediti. Sbaglio?"

E proprio alla radio, infatti, il ministro dell'Interno ribadsce il pensiero di base della Lega sulla legittima difesa e sulla necessità di modificare la legge: "Noi semplicemente con la legittima difesa vorremmo rendere meno complicato difendersi per coloro che sono in stato di aggressione da parte di delinquenti che le armi purtroppo le hanno. Penso che Mattarella si riferisca ad altri. Se il Corriere della Sera mi vuole fare litigare con Mattarella ha trovato la persona sbagliata".

Salvini ha quindi sottolineato che occorre "restituire il diritto alla legittima difesa all'interno della proprietà". "Se io ti trovo in casa mia alle 3 di notte - conclude - con i miei figli che dormono e non ho porto d'armi, pistole, fucili, machete... ma se trovo qualcosa a portata di mano, anche un mattarello, sicuramente non aspetto che qualcuno a casa mia mascherato mi spieghi le sue intenzioni...".
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Re: Legittima difesa umana e cristiana

Messaggioda Berto » ven ago 10, 2018 6:37 am

Ecco il vero Far West italiano: "97% rapine senza colpevole"
Giuseppe De Lorenzo - Gio, 09/08/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 63295.html

I banditi tutelati e mai in galera. Chi si difende viene indagato. L'urlo delle vittime per cambiare la legge sulla legittima difesa

Mettetevi nei panni di chi subisce una rapina, magari a mano armata. Siete lì, terrorizzati. Lui fruga tra le vostre cose, di notte. Nel migliore dei casi il bandito se ne esce da casa vostra con qualche orecchino e l’argenteria, nel peggiore venite aggrediti.

Oppure pestati. Magari provate a reagire, avete una pistola, sparate. E così finite indagati, processati e magari pure condannati. Una storia già scritta, vista e rivista. E il ladro? Lui invece può vivere tranquillo. Se tutto va bene è più ricco di quando è entrato. Se scappa senza lasciare troppe tracce e la polizia indaga, nel 97%(!) dei casi non verrà mai scoperto. E se la vittima del suo reato si ribella e lo ammazza? Certo a lui non va molto al meglio, ma è possibile (se non probabile) che un giudice conceda a qualche familiare un lauto risarcimento.

Oggi in Commissione Giustizia al Senato sono iniziate le audizioni sulla legittima difesa. E per la prima volta i parlamentari hanno ascoltato la voce delle vittime, disegnando un quadro che è sconcertante. Se non deprimente. Da tutti i punti di vista: dal tasso di criminalità alle rapine impunite, passando per il calvario dei processi a chi si difende dai banditi.

È stata la presidente dell’Osservatorio nazionale sostegno vittime, Elisabetta Aldrovandi, a sciolinare i numeri. “Il 97% dei furti – ha spiegato - rimane senza colpevole e nella maggior parte dei casi con condanne non adeguate". Avete capito? 97% dei furti. Mica bazzecole. E questo nonostante il grande lavoro messo in campo dalle forze dell’ordine, che spesso e volentieri si ritrovano i banditi (arrestati il giorno prima) già operativi dopo neppure 24 ore. È questo il vero Far West italiano, non le uova lanciate da due ragazzetti o la presunta onda razzista nostrana. Mattarella e la sinistra ne tengano conto. E ascoltino la voce di chi spesso è costretto al silenzio.

Esisterebbe un modo per evitare che i ladri e i violenti la facciano (spesso) franca. Bisognerebbe “inasprire la pena per i furti” e quella “sulla violazione di omicidio”, spiega Paola Radaelli, presidente dell’Unione Nazionale Vittime (Unavi). Per impedire che tutto si risolva a tarallucci e vino, occorrerebbe poi fare in modo che la “sospensione della pena sia limitata ai casi meno gravi”, escluderei i reati gravi come rapina, furto e violazione del domicilio “dal rito abbreviato" e dal "conseguente sconto di pena". Infine, c'è da introdurre pure il risarcimento obbligatorio. Niente più e niente meno. Si farà mai?

Forse sì. O almeno questo è quello che spera anche il presidente dell'associazione Nessuno tocchi Abele. La legge sulla legittima difesa che il Parlamento dovrebbe partorire è un punto di non ritorno per evitare altri casi come quello dell’oste di Vaprio D’Adda. Per farsi un’idea di quanto sia importante intervenire basta ascoltare il racconto di Enrico Balducci, presidente dell’associazione. “Io sono stato vittima e carnefice - spiega con lucidità sconcertante - Sono un condannato, per una vicenda che riguarda una tentata rapina presso uno dei miei distributori di benzina”. Quando sparò al ladro il tutto si è svolse in soli “4 secondi e 20 centesimi”: la paura, l’aggressione, lo sparo. Balducci esplose il colpo, stando alle telecamere, “sessanta centesimi di secondo dopo il momento in cui il rapinatore mi ha puntato la pistola”. Tuttavia è stato condannato perché "i magistrati hanno ritenuto che non ci fosse l’attualità del pericolo”. Balducci, secondo le toghe, avrebbe dovuto “capire” che "i malviventi erano in fuga”. Ecco perché va cambiata la legge che assegna troppo potere decisionale ai giudici. Ecco perché Giulia Buongiorno diceva che prima difendersi in Italia bisogna fare un’indagine notturna: il ladro è armato, mi minaccia, è di spalle o di fronte? Un calvario.

Una via crucis che poi si trasforma magari pure in beffa. Tu te ne stai in casa, tranquillo. Subisci un furto, reagisci, il ladro viene ferito (o muore), vieni condannato e alla fine devi pure risarcire la vittima (o la sua famiglia). Cornuti e mazziati. Per modificare la norma basterebbe aggiungere una frase alla legge. Basterebbe scrivere che il risarcimento è escluso se il danno al malvivente viene causato come reazione ad un altro reato, come l’effrazione o il furto. Perché, diceva giustamente Salvini, se vieni nella mia proprietà senza permesso devi sapere che ne puoi uscire steso. In barella o nella bara.

La domanda che occorre porsi, dice Baldelli, è semplice: “La legittima difesa è incriminante o è un diritto? Io devo dimostrare di essermi difeso, oppure dobbiamo fare il processo al rapinatore?”. Ora risponda il Parlamento.
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Re: Legittima difesa umana e cristiana

Messaggioda Berto » mar ago 21, 2018 7:08 am

Legittima difesa,Consiglio Stato: "Subire furti non dà diritto a porto d'armi"
Sabato, 18 agosto 2018

http://www.affaritaliani.it/cronache/le ... 56088.html

Aver subito dei furti in azienda ed essere titolare di un'impresa non danno diritto al porto d'armi. Nel pieno del dibattito sulla legittima difesa, il Consiglio di Stato ha messo un paletto pronunciando sulla richiesta di un imprenditore bresciano, titolare di un'azienda con cento addetti a Piancamuno, specializzata nel montaggio e manutenzione di impianti industriali. Nel 2008, preoccupato di un'escalation di furti, l'uomo aveva chiesto il porto d'armi per una pistola per difesa personale. Domanda respinta dal prefetto, che aveva ritenuto insussistenti gli elementi che giustificassero l'effettivo bisogno di andare in giro armato. Nel 2012 il Tar ha accolto il ricorso dell'imprenditore, "imponendo" una nuova istruttoria e il rilascio del porto d'armi. Il pronunciamento è stato impugnato dal ministero dell'Interno davanti al Consiglio di Stato, che ha stabilito che l'imprenditore non ha diritto al permesso di girare con la pistola.

La più alta istanza della giustizia amministrativa ha ritenuto come l'appartenenza ad una "categoria" professionale, ad eccezione delle forze dell'ordine, non è di per sè tale da giustificare il rilascio delle licenze di porto d'armi. Come afferma nella sentenza il Consiglio di Stato: anche commercianti di preziosi, avvocati, notai, operatori del settore assicurativo o bancario, investigatori privati sono sottoposti a un'istruttoria. Neppure i furti subiti - richiamati nella memoria dei legali dell'imprenditore - sono per i giudici la prova di un "dimostrato bisogno di una pistola". Nelle valutazioni per il rilascio di porto di pistola, "deve prevalere la salvaguardia dell'ordine e della sicurezza pubblica generale". L'imprenditore è stato condannato a rifondere al Viminale le spese di giudizio, pari a 1.500 euro.(

Lega: "Sentenza contro il buon senso"

Dal Consiglio di Stato, che ha sentenziato che l'aver subito ripetuti furti nella propria abitazione o azienda, non è ragione sufficiente per richiedere il porto d'armi per detenere legalmente un'arma in casa per potersi difendere dai rapinatori, è arrivata una sentenza opposta al buon senso e che sinistra come spesso i giudici sia avulsi dalla realtà quotidiana. Così ad un imprenditore bresciano più volte rapinato viene impedito di munirsi di una pistola per potersi difendere a casa propria da una nuova rapina. Forse i giudici del Consiglio di Stato ignorano che nel bresciano, a Pontoglio, un padre di famiglia tre anni fa è stato massacrato e ucciso in casa propria da rapinatori albanesi e che un anno fa, sempre nel bresciano, a Ghedi, un uomo è stato ridotto in fin di vita sempre dal malviventi penetrati nella sua villa. Per cui meglio lasciare disarmato questo imprenditore e aspettare che subisca una rapina e magari faccia la fine del macellaio di Pontoglio? No grazie, a breve modificheremo le norme sulla legittima difesa perché in casa propria ci si deve poter difendere sempre, senza se e senza ma...



Tar restituisce ad ambulante porto armi negato
Gabriele Mori
Mercoledì, 23 Maggio 2018
Vincenzo Brunelli

http://www.luccaindiretta.it/cronaca/it ... gione.html

Commerciante lucchese chiede il rinnovo del porto d’armi, pistola ad uso personale, ma la Prefettura glielo nega, ricorre al Tar e vince il contenzioso. L’uomo potrà proseguire a portare con sé una pistola. La particolare vicenda trae origine da un ricorso alla giustizia amministrativa da parte di un commerciante che svolge in città attività di commercio ambulante con conseguente maneggio di significative somme di denaro, che ha richiesto e ottenuto nel 2014 il rilascio di licenza per porto di pistola ad uso personale, cui hanno fatto seguito rinnovi negli anni successivi, salvo poi nel 2017 vedersi negare l’ulteriore rinnovo con decreto della Prefettura di Lucca.

Nel provvedimento di diniego del rinnovo di porto d’armi gli uffici prefettizi avevano corroborato la decisione perché il ricorrente non aveva subito rapine, come sostenuto, ma solo due furti in abitazione; che la tutela all’interno dell’abitazione poteva essere soddisfatta dalla mera detenzione di armi, combinata alle misure di difesa passiva già adottate; che dal sistema statistico del Ministero risulta che i reati in generale e furti e rapine in particolare, nel biennio 2015-2017, sono in diminuzione in zona; che in sede di rinnovo del titolo già assentito ben può esserci una nuova valutazione e composizione degli interessi pubblici e privati coinvolti. Di diverso avviso i giudici del Tar che hanno accolto il ricorso del commerciante perché il provvedimento non evidenzia nuove circostanze o nuovi criteri valutativi idonei a reggere un diniego; in particolare tale diniego non è motivato perché come avrebbe dovuto essere risultando ancora, come da originaria valutazione, il maneggio di denaro da parte del ricorrente, derivante dalla sua attività che non ammette forme alternative di pagamento (commercio ambulante); né risulta convincente per il Tar il riferimento alla possibile detenzione dell’arma nell’abitazione, poiché il pericolo deriva al ricorrente dalle significative somme di denaro derivanti dalla sua attività commerciale, che ne richiede la presenza in molte località, il che crea esigenze di difesa che non sono soddisfatte dalla mera detenzione nell’abitazione; né infine appare convincente agli occhi dei giudici il riferimento alla diminuzione dei reati in provincia di Lucca. I giudici amministrativi hanno quindi annullato il provvedimento prefettizio impugnato dal commerciante lucchese.
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Re: Legittima difesa umana e cristiana

Messaggioda Berto » mer ago 22, 2018 6:38 am

L'ex parà Franco Birolo uccise per difendersi: "Ora chiudo per colpa dei ladri"
Gabriele Bertocchi - Mar, 21/08/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 66823.html

Franco Birolo ha sparato e ucciso Igor Ursu che insieme ai complici aveva sfondato la vetrina del tabacchi per rubare

La notte tra il 25 e il 26 aprile 2012 ha stravolto la vita di Franco Birolo, 53 anni, ex paracadutista della Brigata Folgore, sposato e papà di una ragazza che frequenta l'università, ha impugnato la sua pistola, legalmente detenuta, e ha sparato e ucciso Igor Ursu, un ladro moldavo che assieme a tre complici aveva sfondato con un'auto la vetrina del negozio del 53enne per rubare.

Il tabaccaio prima di sparare ha intimato ai ladri di andarsene ma Ursu ha impugnato il registratore di cassa che aveva sradicato dal bancone per lanciarciarlo al padrone del negozio. Solo il proiettile esploso da Birolo ha sventato l'aggressione. Da quel momento è cambiato tutto: in primo grado, nonostante la richiesta presentata dal pm di assoluzione, Birolo è stato condannato a 2 anni e 8 mesi di carcere con l' obbligo di risarcire di 325 mila euro. In Appello però viene assolto "perché il fatto non costituisce reato". Sentenza poi confermata dalla Cassazione.

"Non voglio trovarmi ad affrontare altri malviventi"

Purtroppo però, l'ex parà deve abbassare la saracinesca del negozio per sempre: ha venduto le licenze per pagare i debiti contratti per difendersi dall'accusa di eccesso colposo di legittima difesa nei sei anni di processo e perché "ho paura che possa capitarmi di nuovo: non voglio trovarmi ad affrontare altri malviventi". Come spiega a Libero ora "mi dedicherò alla famiglia: per colpa di quest'incubo l'ho un pò trascurata. Mia figlia è andata a vivere da un'altra parte perché aveva paura e non reggeva più la pressione dei giornalisti. Quando andava a scuola tutti sapevano che aveva un papà indagato. I miei genitori hanno una certa età, li seguirò da vicino. Poi magari andrò nei campi per ricominciare. Spero con un pò di tranquillità di riuscire a farlo, anche se non è ancora detto che sia finita".

Birolo infatti non ha pace. Tutta colpa dei famigliari del malvivente: "In Cassazione la mamma e la sorella del ladro ucciso avevano presentato nuovamente la richiesta di indennizzo. Il ricorso è stato ritenuto inammissibile. Nelle motivazioni della sentenza però i giudici hanno aperto un altro piccolo spiraglio ai familiari in base all'articolo 2045 del codice civile secondo cui l'autore di un fatto dannoso commesso in stato di necessità può essere tenuto a corrispondere un'indennità alla persona danneggiata". Oltre il danno la beffa insomma. Ma Birolo mantiene le idee chiare e ammette: "Se avessi saputo prima tutto quello che avrei dovuto affrontare, non lo avrei fatto. Ma cosa vuole, in quegli attimi ti passa davanti tutta la vita, è questione di una frazione di secondo, agisci d'istinto per difendere la tua famiglia, te stesso e il tuo lavoro. Certo, aver ammazzato una persona non ti fa vivere sereno. Però non avevo scelta, sono stato aggredito dentro casa mia"




Birolo: assolto per legittima difesa, ma… c’è la causa civile!
Ruggero Pettinelli
28 febbraio 2019 (la data è quella di una ripubblicazione tarda della notizia)

https://www.armietiro.it/birolo-assolto ... vile-10581

Birolo assolto in Cassazione, ma la famiglia del ladro chiede un risarcimento aggrappandosi a un cavillo... che la riforma sulla legittima difesa potrebbe NON risolvere!

La vicenda di Franco Birolo, il tabaccaio del Padovano che nel 2012 uccise un ladro che aveva sfondato con l’auto la vetrina del suo negozio per depredarlo, è talmente nota da aver assunto negli anni il ruolo di vero e proprio paradigma della necessità di revisione della normativa sulla legittima difesa. Condannato per eccesso colposo di legittima difesa in primo grado, Birolo è stato poi assolto sia in secondo grado sia in Cassazione. La questione poteva finalmente dirsi conclusa, dopo che il commerciante aveva comunque dovuto cambiare vita e vendere il proprio esercizio. Ma così non è. La famiglia dell’ucciso, infatti, ha fatto pervenire in questi giorni a Birolo una richiesta di mediazione economica, cioè in altre parole una richiesta di addivenire a un accordo per un risarcimento. Se l’accordo non sarà raggiunto, si aprirà una causa civile.
In teoria, nel momento in cui venga riconosciuta la legittima difesa è preclusa qualsiasi ipotesi di risarcimento per il ladro che sia rimasto offeso dall’azione del difensore; nel caso di Birolo, tuttavia, l’assoluzione è stata determinata per la cosiddetta “legittima difesa putativa” (contemplata dall’art. 59 del codice penale anziché dal 52) e, di conseguenza, la possibilità di agire in sede civile per il risarcimento del danno non è esclusa, bensì è possibile.
“Non intendo pagare nessuno”, ha commentato Birolo, “anzi sono loro che dovrebbero dare soldi a me”.
Occorre osservare che l’attuale progetto di legge per la riforma della normativa sulla legittima difesa, portata avanti dalla Lega, prevede in effetti anche una modifica dell’articolo 2044 del codice civile, relativo appunto al risarcimento del danno, con l’aggiunta di un comma che prevede una riduzione equa del risarcimento nel caso di eccesso colposo di legittima difesa (art. 55 cp), ma (paradossalmente) non viene presa in considerazione una ipotesi di riduzione o esclusione del risarcimento per la legittima difesa “putativa” prevista dall’art. 59 del codice penale.
Occorre anche ricordare che fu invece la famosa proposta di legge di iniziativa popolare portata avanti dall’Italia dei valori a prevedere una formula più ampia di esclusione del risarcimento, che faceva riferimento alla fattispecie di reato prevista dall’articolo 614 del codice penale (violazione di domicilio). La proposta prevedeva che “colui che ha posto in essere una condotta prevista dai commi precedenti” (cioè violazione di domicilio, ndr) non può chiedere il risarcimento di quasivoglia danno subìto in occasione della sua introduzione nei luoghi di cui al primo comma”.
Nonostante il progetto di legge Idv avesse raccolto oltre due milioni di firme (record assoluto nella storia della Repubblica), una volta approdato in Parlamento non fu dato alcun seguito.



La Cassazione chiude il caso Birolo, nessun risarcimento ai familiari del ladro
di Cristina Genesin
2018/06/22

https://mattinopadova.gelocal.it/padova ... 1.16989271

Dichiarato innammissibile il ricorso presentato dalla sorella del ladro ucciso dal tabaccaio di Civè sei anni fa

CORREZZOLA. È buio. Igor Ursu, 23enne moldavo, predone di mestiere, s’intrufola con alcuni complici in una tabaccheria del Piovese per rubare. Il titolare, Franco Birolo, svegliato di soprassalto con moglie e figlia nel piccolo appartamento al piano superiore, scende in bottega pistola in pugno e spara uccidendo quel ragazzo che muore, dopo aver percorso alcuni passi sulla via esterna.

È la notte del 26 aprile 2012. Con la condanna in primo grado a 2 anni e 8 mesi per eccesso colposo di legittima difesa, nei confronti di Birolo arriva anche la stangata di un maxi-risarcimento di 325 mila euro da pagare a madre e sorella del ladro. Il 13 marzo 2017 la Corte d’appello azzera tutto con un’assoluzione reclamata anche dalla procura generale, cioè da chi riveste il ruolo della pubblica accusa.


Allora la sorella del ladro, Angela Ursu, impugna davanti alla Cassazione quella sentenza limitatamente al negato risarcimento (di più non può fare). Richiesta bocciata e rispedita al mittente l’altra sera: la Cassazione ha definito inammissibile quel ricorso. Di più si saprà quando saranno depositate, tra un paio di mesi, le motivazioni della sentenza.

Decisione non scontata. Fine di un incubo per il tabaccaio di Civé di Correzzola. Fine di un calvario durato anni di sofferenze. E di non indifferenti spese affrontate per difendersi. L’esito non era scontato: il procuratore generale di Roma aveva insistito affinché fosse accolto il ricorso della sorella del ladro, presente in aula con la madre. Di più: il tabaccaio – aveva spiegato il procuratore smentendo la Procura generale del Veneto e tirando in ballo il commodus discessus previsto dal diritto romano – avrebbe dovuto aspettare dentro in casa che i ladri finissero il loro lavoro, magari nascondendosi. E avrebbe dovuto evitare di assumere qualunque iniziativa. Insomma battere in ritirata ed evitare guai.

La Cassazione. Niente da fare. Accolta la lettura dei fatti proposta dalla difesa, il penalista veneziano Luigino Martellato che aveva indicato una serie di “inammissibilità” a proposito di quel ricorso. Certo diversi possono essere i percorsi logico-giuridici seguiti dai giudici della Suprema Corte. Peraltro dopo la morte di Igor, Angela non aveva accettato la nomina ad “erede” tanto che si è qualificata nella costituzione di parte civile come “prossimo congiunto” del fratello.

Il motivo? Non farsi carico delle eventuali conseguenze patrimoniali negative provocate dal comportamento in vita di Igor, com’era emerso dall’inchiesta del pm Benedetto Roberti che, in primo grado, aveva chiesto l’assoluzione per Birolo. Il ventaglio delle inammissibilità indicate dalla difesa? Tante. Fra queste il fatto che non si può negare la ricostruzione dei giudici d’appello secondo i quali si è trattato di legittima difesa putativa (si verifica quando, per un errore, un soggetto si crede minacciato mentre il pericolo non sussiste). Come la compatibilità tra rilievi e analisi del Ris con la versione di Birolo che voleva solo difendere sé e la sua famiglia di fronte a un concreto pericolo di aggressione («Ho sparato quando l'ho visto scavalcare il bancone e venirmi addosso... Aveva qualcosa in mano: forse il registratore di cassa o un bastone ... Ho sparato per difendermi»).
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Re: Legittima difesa umana e cristiana

Messaggioda Berto » dom set 16, 2018 1:04 am

Anm contro la nuova legge sulla legittima difesa, Salvini: "Io tiro dritto"

http://www.tgcom24.mediaset.it/politica ... 802a.shtml

Secondo il presidente dell'Anm Francesco Minisci, una nuova legge sulla legittima difesa "non serve e può essere anzi molto rischiosa". Immediata la replica del ministro dell'Interno Matteo Salvini. "Il sindacato dei magistrati ha attaccato le proposte di legge della Lega sulla legittima difesa perché inutili e rischiose. Invasione di campo? Tutto normale? Io tiro dritto, la difesa è sempre legittima", ha scritto su Facebook il vicepremier.

Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, nel suo intervento al comitato direttivo centrale, aveva affermato che "non avevamo bisogno del nuovo disegno di legge sulla legittima difesa", depositato al Senato.

Minisci aveva inoltre lanciato l'allarme per "un'eventuale 'liberalizzazione' della vendita di armi: siamo contrari alla vendita nei supermercati. La legge regolamenta già in maniera adeguata tutte le ipotesi di legittima difesa. Se approvato, rischierebbe addirittura di legittimare reati gravissimi, fino all'omicidio", ha precisato.

"Non si può prescindere dal principio della proporzionalità fra offesa e difesa e dalla valutazione, caso per caso, del giudice: se un soggetto minaccia di schiaffeggiarmi o di sottrarmi un bene, io non posso reagire sparandogli; se, da fuori casa, vedo un tizio che si arrampica sul mio balcone, non posso essere autorizzato a sparargli".


Giustizia, l'Anm bacchetta il governo: non serve una nuova legge sulla legittima difesa
Raffaello Binelli - Sab, 15/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 76348.html

Intervento a gamba tesa sulla maggioranza del "sindacato dei magistrati": per l’Anm non serve una nuova legge sulla legittima difesa dato che già esiste quella approvata nel 2006

Le toghe non perdono il vizio di voler fare politica, cercando di condizionare il legislatore.

L'ultimo esempio arriva dall’Associazione nazionale magistrati, che si dice contraria ad una nuova legge sulla legittima difesa, dato che già esiste quella approvata nel 2006. Ad affermarlo è il presidente del "sindacato delle toghe", Francesco Minisci, all'apertura dei lavori della riunione odierna del Comitato direttivo centrale dell’Anm.

"All’esame del Parlamento - afferma Minisci - ci sono otto disegni di legge sulla legittima difesa. Uno di questi, quello che rappresenta il cavallo di battaglia dei proponenti (il n. 652), se approvato, rischierebbe addirittura di legittimare reati gravissimi, fino all’omicidio. Non si può prescindere dal principio della proporzionalità fra offesa e difesa e dalla valutazione, caso per caso, del giudice: se un soggetto minaccia di schiaffeggiarmi o di sottrarmi un bene, io non posso reagire sparandogli; se, da fuori casa, vedo un tizio che si arrampica sul mio balcone, non posso essere autorizzato a sparargli".

Minisci si è poi domandato: "Serve una norma per difendersi dai ladri in casa? Nel 2006 è già stata approvata: è il secondo comma dell’ art. 52 del codice penale, che presume la legittima difesa in caso di reazione a chi si introduce nella propria abitazione e minaccia il proprietario o il furto dei suoi beni. La legge regolamenta già in maniera adeguata tutte le ipotesi di legittima difesa. Nel 2006 sono stati già attuati alcuni interventi di modifica prevedendo ipotesi particolari nel caso di legittima difesa all’interno del domicilio. Non vediamo quali possano essere gli ulteriori interventi. Si vuole eliminare il principio di proporzionalità, questo però è un principio cardine dal quale non possiamo prescindere. Tra i disegni di legge vi è uno che prevede che un soggetto che torna a casa la sera può sparare ad una persona che vede arrampicarsi sul proprio balcone. In questo caso sarebbe prevista la legittima difesa, questa è una distorsione inammissibile".

Il numero uno dell’Anm ha aggiunto che "ci allarma una eventuale liberalizzazione della vendita di armi: siamo contrari alla vendita nei supermercati"

Dopo qualche ora arriva la risposta di Matteo Salvini, vice premier, ministro dell'Interno e segretario della Lega: "Il sindacato dei magistrati (Anm) oggi ha attaccato le proposte di legge della Lega sulla legittima difesa perchè inutili e rischiose - scrive su Twitter -. Invasione di campo? Tutto normale? Io tiro dritto, la difesa è sempre legittima".





Alberto Pento

Forza Salvini, avanti tutta! Uccidere per legittima difesa è un dovere e un diritto umano naturale, universale e civile. Questa casta dei magistrati, irresponsabili e presuntosi, spesso arrroganti, crede di essere depositaria del bene invece fa del male ai cittadini che non potendo difendersi pienamente e liberamente diventano vittime dei criminali e dei carnefici e spesso restano uccise. Uccidere un malvivente, un assassino, un criminale per legittima difesa è opera altamente umana e benemerita. Anche difendere i propri beni materiali e la propria persona da una minaccia incombente di violenza, di rapina e di furto legittima pienamente l'uccisione del ladro, del rapinatore, dell'aggressore, se così non fosse chiunque potrebbe tranquillamente aggredire, rubare e rapinare e le vittime non potrebbero mai resistere e opporsi.
Questi magistrati anziché stare dalla parte delle vittime e del bene stanno dalla parte dei carnefici e del male.
Il diritto alla vita del carnefice, del ladro, del rapinatore non è un bene superiore ma inferiore al diritto alla vita, all'integrità della persona e al possesso dei suoi beni della vittima.
L'aggressore, il ladro, il rapinatore, il sequestratore, lo stupratore, l'assassino nel momento in cui compiono i loro crimini violando i diritti umani altrui, perdono automaticamente i loro diritti umani e pertanto nei loro confronti nessun diritto è violato da parte di chi esercità il dovere e il diritto della legittima difesa.
Questa magistratura è mostruosa:
impedire ai cittadini vittime dell'aggressione, la legittima difesa della persona e dei beni di proprietà è un farsi complici dei carnefici, degli aggressori, dei ladri, dei rapinatori, degli stupratori, degli assassini; non vi è nulla di più disumano e incivile dello stare dalla parte del carnefici Caino che aggrediscono contro i diritti delle vittime Abele che cercano di difendersi.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Legittima difesa umana e cristiana

Messaggioda Berto » lun set 17, 2018 1:13 am

Un altro pm presuntuoso e arrogante che si crede casta superiore e che non vuole che i cittadini si possano difendere


L'ex pm Caselli sta con le toghe: "Difesa legttima pericolosa"
Chiara Sarra - Dom, 16/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 76623.html

L'ex procuratore di Palermo contro la proposta di riforma presentata dalla Lega: "La corsa alle armi ha effetti perversi"

"Parlare di difesa legittima sempre significa imboccare una strada pericolosa". Anche Giancarlo Caselli sta con le toghe e stigmatizza la proposta della Lega per la riforma della legittima difesa.

"La legittimità della difesa non può presumersi sempre", dice l'ex procuratore capo di Palermo, "In uno Stato civile deve essere valutata caso per caso, in base al principio della proporzionalità con l'offesa. Le norme vigenti mi sembrano sufficienti. La corsa alle armi e al loro uso sconsiderato possono alla lunga causare effetti perversi, una specie di corto circuito".

Per Caselli quella dell'Associazione nazionale magistrati (Anm) - che ha duramente criticato il ddl leghista, andando allo scontro con il vicepremier - non è stata una "invasione di campo", ma un intervento legittimo nel rispetto della divisione dei poteri: "L'esperienza professionale e concreta dei magistrati sui vari temi della giustizia (compresa la legittima difesa) può fornire a tutti elementi di conoscenza utili e assai preziosi. A tutti, anche al legislatore", dice al Corriere della Sera, "Non si tratta di invasione di campo, ma di contributo alla riflessione su un tema spinoso. Perché respingerlo a prescindere? Sarebbe come dire che tutti possono parlare di giustizia meno gli esperti del settore. Che invece hanno il diritto-dovere di intervenire. Tanto più in un Paese come il nostro dove tutti parlano di vaccini senza saperne niente o di legionella attribuendone l'origine alla legione straniera. Mi preoccupa la tendenza a imboccare una strada di ostilità crescente verso i poteri indipendenti: la magistratura, l'informazione, certe Authority super partes. Un problema per la qualità della democrazia".
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Re: Legittima difesa umana e cristiana

Messaggioda Berto » mar set 18, 2018 6:43 am

Italia il paese dei ladri e dell'ingiustizia

https://www.facebook.com/giulio.rossiva ... 6337757023

Una ragazza alle 11 di sera, chiuso il suo bar, stava tornando a casa quando un giovane l'aggredisce alle spalle, le blocca un braccio, cerca di strapparle la borsetta e di farla inginocchiare. Lei, espertissima di Karate, con una mossa gli rompe una mano e con un calcio gli frattura la mascella. Chiama la polizia e l'ambulanza, formalità burocratiche per la denuncia e tutto sembrava finire lì, ma poi l'avvocato dell'aggressore l'ha citata per il risarcimento del danno. Anche lei s'è rivolta a un avvocato che le ha anticipato la probabilità di perdere la causa e di dover pagare. Forse non è un gran avvocato, ma il tutto rispecchia l'atmosfera giudiziaria di questo povero Paese allo sbando.
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Re: Legittima difesa umana e cristiana

Messaggioda Berto » mer set 19, 2018 8:01 pm

Bongiorno: "Chi sta dentro casa è giusto che spari per difendersi"
Luca Romano - Mer, 19/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 77895.html

La senatrice Bongiorno: "Quello che dico è che chiunque entri in casa altrui per rubare o per uccidere ne accetta le conseguenze"

"Sì, chi sta dentro casa, sente dei rumori e qualcuno che si muove dentro casa non può fare indagini, può difendersi.

Nell'incertezza si può difendere. Quello che dico è che chiunque entri in casa altrui per rubare o per uccidere ne accetta le conseguenze". Così la senatrice Giulia Bongiorno, ministra per la Pubblica Amministrazione, ad Agorà Rai 3, ha risposto alla domanda se sia giusto sparare contro chi sta entrando dentro una casa.

Il dibattito sulla legittima difesa tiene ancora banco. Nei giorni scorso l'Anm ha criticato duramente le modifiche alle norme sulla legittima difesa paventando che "si rischia una giustizia fai da te" e di "legittimare condotte illecite tra le più gravi fino ad arrivare all'omicidio, e nessuno sarà più garantito". A denunciarlo, in audizione davanti alla commissione Giustizia del Senato, è stato il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Francesco Minisci, che ha ribadito le perplessità dell'Anm sulle varie proposte di riforma.

"Non credo sia un allarme infondato o una valutazione fuori luogo. la semplice lettura di queste norme ci dice questo, secondo le norme la reazione può averla non solo il padrone di casa o chi legittimamente detiene quell'abitazione ma anche un vicino di casa, un passante che vede un soggetto che sta per arrampicarsi su un balcone ed è legittimato a sparargli e potrà invocare la legittima difesa. Quella persona potrebbe non essere un ladro, ma si legittima l'omicidio anche in quel caso. Se quella persona è il figlio del proprietario che ha dimenticato le chiavi e sta salendo a casa dal balcone le conseguenze sono le medesime". Il presidente dell'Anm invita a prevedere una "valutazione concreta caso per caso da parte di pm e giudici" e evitare "automatismi".


Alberto Pento

Che assurdi questi della Anm. Con la loro logica sarebbe come dire che andando in macchina (facendosi la patente e acquistando una automobile) si incentivano gli incidenti automobilistici.

Caso mai difendersi disincentiva l'omicidio e uccidere un criminale ladro e potenziale omicida che ti entra in casa evita la tua depredazione e il tuo essere ferito o ucciso e al contempo che anche altri esseri umani e concittadini siano depredati, feriti o uccisi.

Chi si difende e per difendersi dovessere ferire o uccidere un criminale che entra nelle case per rubare, rapinare, sequestrare, ferire e uccidere è solo un uomo di buona volontà e un cittadino benemerito.
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Re: Legittima difesa umana e cristiana

Messaggioda Berto » dom set 23, 2018 9:24 am

Festa in Pace, Perego: “Ingenuo credere che con un’arma in mano siamo più sicuri”
L’arcivescovo saluta le iniziative in piazza Municipio e non risparmia disappunto verso il ministro Salvini
dom 23 Set 2018
di Cecilia Gallotta

https://www.estense.com/?p=721784

Sono stati parecchi i passanti che sabato hanno deciso di fermarsi in piazza Municipio, in tarda mattinata già piena di persone che assieme agli studenti si confondevano fra i sei gazebo arcobaleno della Festa in Pace.

E mentre il sindaco Tagliani si soffermava alla postazione delle firme, in particolare quella per la ‘cittadinanza attiva’, anche l’arcivescovo Perego ha voluto dare il proprio contributo, con un saluto “a questa piazza che ringrazio, perchè la vostra presenza qui oggi è una provocazione”.

Una provocazione, s’intende, verso “chi oggi legittima una legge che incoraggia ad essere più permissivi sull’uso delle armi – è la frecciata al ministro leghista, seppure non dichiarata –. Non possiamo credere ingenuamente che con un’arma in mano siamo più sicuri” prosegue Perego, che contrappone “un’arma ben più potente: la capacità di non discriminare”.

Di fronte a una città come Ferrara, che conta 13.600 persone provenienti da 130 paesi diversi, con età media di 28 anni, la chiave secondo l’arcivescovo è “vederle come una risorsa importante per costruire relazioni”. La pace del resto “richiede conoscenza e senso critico, e più di tutto, una maggiore obiezione di coscienza”.


Alberto Pento
Povero arcivescovo senza rispetto per i valori, i doveri e i diritti umani, naturali, universali e civili dei nativi cittadini italiani ed europei..
La discriminazione è proprio il criterio universale e fondamentale che permette all'uomo di riconoscere il bene e il male e di distinguerli. Discriminano anche le amebe e gli organismi unicellulari, la discriminazione è la base della vita, della diversità e della molteplicità
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