L'ex parà Franco Birolo uccise per difendersi: "Ora chiudo per colpa dei ladri"Gabriele Bertocchi - Mar, 21/08/2018
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 66823.htmlFranco Birolo ha sparato e ucciso Igor Ursu che insieme ai complici aveva sfondato la vetrina del tabacchi per rubare
La notte tra il 25 e il 26 aprile 2012 ha stravolto la vita di Franco Birolo, 53 anni, ex paracadutista della Brigata Folgore, sposato e papà di una ragazza che frequenta l'università, ha impugnato la sua pistola, legalmente detenuta, e ha sparato e ucciso Igor Ursu, un ladro moldavo che assieme a tre complici aveva sfondato con un'auto la vetrina del negozio del 53enne per rubare.
Il tabaccaio prima di sparare ha intimato ai ladri di andarsene ma Ursu ha impugnato il registratore di cassa che aveva sradicato dal bancone per lanciarciarlo al padrone del negozio. Solo il proiettile esploso da Birolo ha sventato l'aggressione. Da quel momento è cambiato tutto: in primo grado, nonostante la richiesta presentata dal pm di assoluzione, Birolo è stato condannato a 2 anni e 8 mesi di carcere con l' obbligo di risarcire di 325 mila euro. In Appello però viene assolto "perché il fatto non costituisce reato". Sentenza poi confermata dalla Cassazione.
"Non voglio trovarmi ad affrontare altri malviventi"
Purtroppo però, l'ex parà deve abbassare la saracinesca del negozio per sempre: ha venduto le licenze per pagare i debiti contratti per difendersi dall'accusa di eccesso colposo di legittima difesa nei sei anni di processo e perché "ho paura che possa capitarmi di nuovo: non voglio trovarmi ad affrontare altri malviventi". Come spiega a Libero ora "mi dedicherò alla famiglia: per colpa di quest'incubo l'ho un pò trascurata. Mia figlia è andata a vivere da un'altra parte perché aveva paura e non reggeva più la pressione dei giornalisti. Quando andava a scuola tutti sapevano che aveva un papà indagato. I miei genitori hanno una certa età, li seguirò da vicino. Poi magari andrò nei campi per ricominciare. Spero con un pò di tranquillità di riuscire a farlo, anche se non è ancora detto che sia finita".
Birolo infatti non ha pace. Tutta colpa dei famigliari del malvivente: "In Cassazione la mamma e la sorella del ladro ucciso avevano presentato nuovamente la richiesta di indennizzo. Il ricorso è stato ritenuto inammissibile. Nelle motivazioni della sentenza però i giudici hanno aperto un altro piccolo spiraglio ai familiari in base all'articolo 2045 del codice civile secondo cui l'autore di un fatto dannoso commesso in stato di necessità può essere tenuto a corrispondere un'indennità alla persona danneggiata". Oltre il danno la beffa insomma. Ma Birolo mantiene le idee chiare e ammette: "Se avessi saputo prima tutto quello che avrei dovuto affrontare, non lo avrei fatto. Ma cosa vuole, in quegli attimi ti passa davanti tutta la vita, è questione di una frazione di secondo, agisci d'istinto per difendere la tua famiglia, te stesso e il tuo lavoro. Certo, aver ammazzato una persona non ti fa vivere sereno. Però non avevo scelta, sono stato aggredito dentro casa mia"
Birolo: assolto per legittima difesa, ma… c’è la causa civile!Ruggero Pettinelli
28 febbraio 2019 (la data è quella di una ripubblicazione tarda della notizia)
https://www.armietiro.it/birolo-assolto ... vile-10581 Birolo assolto in Cassazione, ma la famiglia del ladro chiede un risarcimento aggrappandosi a un cavillo... che la riforma sulla legittima difesa potrebbe NON risolvere!
La vicenda di Franco Birolo, il tabaccaio del Padovano che nel 2012 uccise un ladro che aveva sfondato con l’auto la vetrina del suo negozio per depredarlo, è talmente nota da aver assunto negli anni il ruolo di vero e proprio paradigma della necessità di revisione della normativa sulla legittima difesa. Condannato per eccesso colposo di legittima difesa in primo grado, Birolo è stato poi assolto sia in secondo grado sia in Cassazione. La questione poteva finalmente dirsi conclusa, dopo che il commerciante aveva comunque dovuto cambiare vita e vendere il proprio esercizio. Ma così non è. La famiglia dell’ucciso, infatti, ha fatto pervenire in questi giorni a Birolo una richiesta di mediazione economica, cioè in altre parole una richiesta di addivenire a un accordo per un risarcimento. Se l’accordo non sarà raggiunto, si aprirà una causa civile.
In teoria, nel momento in cui venga riconosciuta la legittima difesa è preclusa qualsiasi ipotesi di risarcimento per il ladro che sia rimasto offeso dall’azione del difensore; nel caso di Birolo, tuttavia, l’assoluzione è stata determinata per la cosiddetta “legittima difesa putativa” (contemplata dall’art. 59 del codice penale anziché dal 52) e, di conseguenza, la possibilità di agire in sede civile per il risarcimento del danno non è esclusa, bensì è possibile.
“Non intendo pagare nessuno”, ha commentato Birolo, “anzi sono loro che dovrebbero dare soldi a me”.
Occorre osservare che l’attuale progetto di legge per la riforma della normativa sulla legittima difesa, portata avanti dalla Lega, prevede in effetti anche una modifica dell’articolo 2044 del codice civile, relativo appunto al risarcimento del danno, con l’aggiunta di un comma che prevede una riduzione equa del risarcimento nel caso di eccesso colposo di legittima difesa (art. 55 cp), ma (paradossalmente) non viene presa in considerazione una ipotesi di riduzione o esclusione del risarcimento per la legittima difesa “putativa” prevista dall’art. 59 del codice penale.
Occorre anche ricordare che fu invece la famosa proposta di legge di iniziativa popolare portata avanti dall’Italia dei valori a prevedere una formula più ampia di esclusione del risarcimento, che faceva riferimento alla fattispecie di reato prevista dall’articolo 614 del codice penale (violazione di domicilio). La proposta prevedeva che “colui che ha posto in essere una condotta prevista dai commi precedenti” (cioè violazione di domicilio, ndr) non può chiedere il risarcimento di quasivoglia danno subìto in occasione della sua introduzione nei luoghi di cui al primo comma”.
Nonostante il progetto di legge Idv avesse raccolto oltre due milioni di firme (record assoluto nella storia della Repubblica), una volta approdato in Parlamento non fu dato alcun seguito.
La Cassazione chiude il caso Birolo, nessun risarcimento ai familiari del ladrodi Cristina Genesin
2018/06/22
https://mattinopadova.gelocal.it/padova ... 1.16989271Dichiarato innammissibile il ricorso presentato dalla sorella del ladro ucciso dal tabaccaio di Civè sei anni fa
CORREZZOLA. È buio. Igor Ursu, 23enne moldavo, predone di mestiere, s’intrufola con alcuni complici in una tabaccheria del Piovese per rubare. Il titolare, Franco Birolo, svegliato di soprassalto con moglie e figlia nel piccolo appartamento al piano superiore, scende in bottega pistola in pugno e spara uccidendo quel ragazzo che muore, dopo aver percorso alcuni passi sulla via esterna.
È la notte del 26 aprile 2012. Con la condanna in primo grado a 2 anni e 8 mesi per eccesso colposo di legittima difesa, nei confronti di Birolo arriva anche la stangata di un maxi-risarcimento di 325 mila euro da pagare a madre e sorella del ladro. Il 13 marzo 2017 la Corte d’appello azzera tutto con un’assoluzione reclamata anche dalla procura generale, cioè da chi riveste il ruolo della pubblica accusa.
Allora la sorella del ladro, Angela Ursu, impugna davanti alla Cassazione quella sentenza limitatamente al negato risarcimento (di più non può fare). Richiesta bocciata e rispedita al mittente l’altra sera: la Cassazione ha definito inammissibile quel ricorso. Di più si saprà quando saranno depositate, tra un paio di mesi, le motivazioni della sentenza.
Decisione non scontata. Fine di un incubo per il tabaccaio di Civé di Correzzola. Fine di un calvario durato anni di sofferenze. E di non indifferenti spese affrontate per difendersi. L’esito non era scontato: il procuratore generale di Roma aveva insistito affinché fosse accolto il ricorso della sorella del ladro, presente in aula con la madre. Di più: il tabaccaio – aveva spiegato il procuratore smentendo la Procura generale del Veneto e tirando in ballo il commodus discessus previsto dal diritto romano – avrebbe dovuto aspettare dentro in casa che i ladri finissero il loro lavoro, magari nascondendosi. E avrebbe dovuto evitare di assumere qualunque iniziativa. Insomma battere in ritirata ed evitare guai.
La Cassazione. Niente da fare. Accolta la lettura dei fatti proposta dalla difesa, il penalista veneziano Luigino Martellato che aveva indicato una serie di “inammissibilità” a proposito di quel ricorso. Certo diversi possono essere i percorsi logico-giuridici seguiti dai giudici della Suprema Corte. Peraltro dopo la morte di Igor, Angela non aveva accettato la nomina ad “erede” tanto che si è qualificata nella costituzione di parte civile come “prossimo congiunto” del fratello.
Il motivo? Non farsi carico delle eventuali conseguenze patrimoniali negative provocate dal comportamento in vita di Igor, com’era emerso dall’inchiesta del pm Benedetto Roberti che, in primo grado, aveva chiesto l’assoluzione per Birolo. Il ventaglio delle inammissibilità indicate dalla difesa? Tante. Fra queste il fatto che non si può negare la ricostruzione dei giudici d’appello secondo i quali si è trattato di legittima difesa putativa (si verifica quando, per un errore, un soggetto si crede minacciato mentre il pericolo non sussiste). Come la compatibilità tra rilievi e analisi del Ris con la versione di Birolo che voleva solo difendere sé e la sua famiglia di fronte a un concreto pericolo di aggressione («Ho sparato quando l'ho visto scavalcare il bancone e venirmi addosso... Aveva qualcosa in mano: forse il registratore di cassa o un bastone ... Ho sparato per difendermi»).