Spara e ferisce il ladro albanese: il 16enne "scaricato" in ospedaleChiara Sarra - Sab, 27/04/2019
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 85470.html Con gravi ferite da arma da fuoco, è stato "scaricato" da un'auto davanti al Policlinico Gemelli.
Ma ora pare che il 16enne albanese sia stato sorpreso in casa da un uomo di Monterotondo (Roma).
Potrebbe trattarsi quindi del primo caso di legittima difesa dalla promulgazione della nuova legge che prevede un "giusto turbamento" per chi spara. Sarebbe stato proprio il giovane figlio del padrone di casa a raccontare l'avvenuto ai carabinieri: avrebbe visto alcuni sconosciuti nella sua proprietà con l'intento verosimilmente di compiere un furto. A quel punto avrebbe fatto fuoco, ferendo uno degli intrusi. I ladri sarebbero quindi fuggiti e poco dopo un'auto avrebbe "scaricato" il 16enne davanti all'ospedale, dove è stato operato all'inguine e dove è ora ricoverato in gravi condizioni ma non in pericolo di vita.
La polizia - allertata dai sanitari - si è messa subito alla ricerca dei complici del giovanissimo ladro. Proprio mentre a Monterotondo i carabinieri avviavano le indagini sul tentativo di furto e sulla successiva sparatoria denunciati dal proprietario di casa. Il nesso tra i due fatti è quindi stato stabilito e gli investigatori, coordinati dalla procura di Tivoli, stanno cercando di appurare l'esatta dinamica dei fatti. Non è ancora chiaro, infatti, se c'è stata una colluttazione o se in qualche modo i ladri avrebbero minacciato il giovane che ha sparato.
https://www.facebook.com/ilGiornale/pos ... on_genericAlberto Pento La minaccia è costituita dalla sola presenza di questi delinquenti all'interno della proprietà introdottisi con la frode.
Questa di per sé è una grave minaccia che giustifica la legittima difesa fino all'omicidio.
La loro persona, il loro corpo sono armi:
pugni, calci, mani che ti soffocano, corpi che possono darti spinte che ti fanno precipitare dalle scale o da un davanzale, braccia che possono stritolarti, ... una casistica variegata;
e poi la violazione della proprietà è una violenza e una minaccia personale che giustifica qualsivoglia reazione di legittima difesa.
Adriano Bianco Alberto Pento ,certamente ,almeno a logica.Poi per gli irriducibili del porgi l'altra guancia è una mission lasciarsi derubare e perdonare.
Alberto Pento Anche la difesa dei beni materiali come estensione della persona è legittima, sinanche all'omicidio.
Loro, gli irriducibili dell'altra guancia, sono liberi di farsi derubare, stuprare e uccidere, ma non possono impedire all'uomo sensato e di buona volontà di difendersi, di difendere la sua famiglia e i suoi beni con ogni mezzo anche uccidendo se necessario.
Adriano Bianco Alberto Pento ,certamente la libertà prima di tutto..
Legittima difesa, il primo ferito è un ragazzino di sedici annilorenzo padovan
28 aprile 2019
https://www.lastampa.it/2019/04/28/ital ... agina.htmlIn perfetto stile gangster, Enrico P., 16 anni, di nazionalità albanese, ieri è stato scaricato da un’auto davanti al policlinico Gemelli. Ai carabinieri sono bastate poche ore, tuttavia, per risalire all’identità del ragazzo e alla dinamica del ferimento. A sparare cinque colpi sarebbe stato Andrea Pulone, 29 anni, figlio del noto astrofisico Luigi. Proprio quest’ultimo risulta essere il proprietario della pistola utilizzata dal figlio, che in quel momento era nella casa di famiglia, a Monterotondo, con la fidanzata. Accortosi della presenza nella villetta di tre sconosciuti, Andrea si è spaventato moltissimo per il rischio che si accorgessero che anche lui era lì, e con la sua ragazza.
Così, secondo quanto ha raccontato ai carabinieri, avrebbe preso l’arma e fatto fuoco. «Ho sparato a dei ladri che sono entrati nella mia abitazione», ha detto il giovane al 112 pochi minuti dopo il tentato furto. Secondo questa ricostruzione, quello del 16enne sarebbe quindi il primo caso di ferimento per legittima difesa dopo la promulgazione due giorni fa di un provvedimento specifico. Legge che però non è ancora in vigore e dunque, probabilmente, non potrà essere applicata.
Dinamica al vaglio
Sono le 19 di venerdì quando tre persone, dopo aver forzato una porta finestra, si introducono all’interno dell’appartamento per rubare. Sentendo dei rumori sospetti, il 29enne prende la pistola e la punta contro gli intrusi. A questo punto, secondo quanto accertato fino a ora, Pulone avrebbe ordinato ai ladri di fermarsi e, subito dopo, avrebbe fatto fuoco contro di loro ferendo il 16enne nella zona inguinale. Lesioni gravi che avrebbero fatto perdere al giovane molto sangue. Dopo la sparatoria i tre sarebbero fuggiti su un’auto in direzione di Roma per poi abbandonare Enrico in ospedale alle 20 circa. Al momento l’inchiesta dei militari dell’Arma, coordinata dal procuratore di Tivoli Francesco Menditto, è senza indagati. «Vogliamo completare gli accertamenti prima di iscrivere qualcuno sul registro degli indagati», spiegano gli inquirenti che aggiungono: «Sono passate poco più di 24 ore e la dinamica è ancora al vaglio».
Certo è che - secondo quanto trapela - il 29enne che ha sparato sarà indagato nelle prossime ore con l’accusa di eccesso di legittima difesa o addirittura di tentato omicidio. Così come la sua vittima che sarà invece iscritta sul registro degli indagati con l’accusa di tentato furto aggravato. Intanto il ragazzo si trova ora al reparto di terapia intensiva, ma sembra essere fuori pericolo. E ora al vaglio degli inquirenti ci sono i filmati della videosorveglianza esterna del policlinico Gemelli. Proprio quelle immagini potrebbero essere fondamentali per trovare i complici del 16enne determinanti per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Il 29enne avrebbe riferito di non essersi reso conto di aver colpito qualcuno, ma il fatto che poco dopo Enrico P. fosse stato portato al Gemelli ha fatto ritenere quasi subito l’esistenza di un collegamento fra i due fatti.
È partita la guerra dei giudici alla nuova legittima difesaGiuseppe De Lorenzo - Sab, 27/04/2019
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 85373.htmlI rilievi di Mattarella alla legge trovano concordi le toghe: "Nessun automatismo". E spunta già il ricorso alla Consulta
C'era da aspettarselo: è partita la battaglia della magistratura alla legittima difesa. Ieri il presidente della Repubblica ha promulgato la legge bandiera della Lega (e del centrodestra) e c'è già chi, tra le toghe, sembra studiare il modo per impedire che la difesa diventi per davvero "sempre legittima".
I magistrati parlano di "incertezza", sottolineano "problemi interpretativi" e qualcuno evoca il ricorso alla Corte Costituzionale. Il Viminale è avvertito. "I rapinatori da oggi sanno che se entrano in una casa, un italiano può difendersi senza rischiare di passare anni davanti a un tribunale in Italia", esulta Salvini. Ma la battaglia non è ancora finita.
Nel mirino delle toghe sono finite due questioni: la prima, quella del "grave turbamento", condizione che con la nuova legge giustifica il ricorso alla legittima difesa. Per Mattarella il testo "presuppone" che sia un concetto "obiettivo" e non "soggettivo". Dunque sarà il giudice a valutare se vi sia effettivamente stato "grave turbamento" nel momento in cui viene esploso un colpo di pistola. La seconda, invece, riguarda l'articolo 1, dove la riforma prevede che la difesa sia "sempre" legittima: non sarà più necessario che il bandito mostri la pistola, ma basterà la minaccia generica di usare violenza per giustificare la reazione della vittima. Un salto epocale, ma che sembra andare un po' di traverso ai magistrati.
L'obiettivo della riforma, in fondo, era ed è chiaro: togliere discrezionalità ai giudici (e ai pm). Nel 2006 il governo Berlusconi decise di introdurre la legittima difesa domiciliare, stabilendo il diritto all'autotutela della propria casa, del negozio o dell'ufficio. Sembrava una rivoluzione. Il fatto è che alla fine le toghe ne hanno limitato l'applicazione. Molti giudici si sono domandati infatti cosa intendesse il legislatore per "pericolo di aggressione": basta la minaccia? La pistola deve essere vera o basta lo sembri? O addirittura serve che il bandito spari per primo? Nel 2014 la Cassazione precisò che l'ingresso fraudolento o clandestino in una dimora non era sufficiente per dichiarare la legittima difesa. Poi, con una sentenza del 3 luglio 2014, disse che la legittima difesa domiciliare non poteva "giustificare l'uccisione con uso legittimo delle armi di un ladro introdottosi in casa quando sia messo in pericolo soltanto un bene patrimoniale dell'aggredito".
È proprio su questi due punti che il Parlamento è intervenuto. D'ora in poi affinché scatti la legittima difesa non sarà necessario che il ladro abbia un'arma in mano, bensì sarà sufficiente la sola minaccia di utilizzarla. Inoltre, non sarà necessario che la minaccia sia espressamente rivolta alla persona (è prevista la difesa della "propria o la altrui incolumità" e dei "beni propri o altrui"). Infine, con il nuovo testo si esclude la punibilità di chi si è difeso in "stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto". Un cambio di passo notevole.
Non è un caso dunque se i magistrati hanno esultato nel leggere la lettera inviata da Mattarella alle Camere. Il Colle non approva il testo, è evidente. E i magistrati condividono il passaggio in cui sottolinea che, affinché la difesa sia legittima, debba continuare a sussistere l'urgenza di difendersi da un pericolo attuale (ossia in atto, contemporaneo) di un'offesa ingiusta. "La valutazione in concreto della proporzionalità, nonostante l'illusoria introduzione della paroletta magica 'sempre', rimane imprescindibile", dice oggi l'ex procuratore di Milano, Edmondo Bruti Liberati, in una intervista a Repubblica. "Il Presidente ha escluso ogni illusione di automatismi e presunzioni di legittimità" e "non basterà addurre genericamente un 'grave turbamento'".
Rilievi rispettabili quelli dei magistrati, per carità. Ognuno può pensarla come vuole. L'avvertimento dell'Anm però ha il sapore della sfida: "Nella concreta applicazione - ha avvisato Grasso - se emergeranno dubbi di costituzionalità, saranno sottoposti al vaglio della Corte Costituzionale". Tradotto: attendiamoci un intervento della Consulta. Secondo la legge, infatti, sono gli stessi giudici (all'interno di un processo) a poter chiedere l'assist della Suprema Corte. È probabile che accadrà, l'Anm l'ha fatto capire chiaramente. Per Grasso il "grave turbamento" è "un elemento di possibile incertezza", dunque "i giudici che di volta in volta saranno chiamati ad applicare questa nuova norma" decideranno come interpretarla. E eventualmente "tutto sarà sottoposto alla Consulta". A quel punto la Corte Costituzionale valuterà il testo e potrebbe dichiararlo incostituzionale. Costringendo così il Parlamento a ricominciare d'accapo.
Il Colle firma con riserva Negata la festa a Salvini sull'ok alla legittima difesaMassimiliano Scafi - Sab, 27/04/2019
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 85207.htmlMattarella disinnesca la riforma: niente licenza di uccidere. Il vicepremier tira dritto: il testo è legge
Niente Far West, nessuna giustizia fai da te. E, ragazzi, attenti a non deragliare dai binari della Carta.
Dopo averla esaminata, valutata e a lungo soppesata, alla fine Sergio Mattarella firma la nuova legittima difesa ma subito l'impiomba, accompagnandola con una densa lettera di raccomandazioni tecnico-giuridiche. Per la Lega festa rovinata: i rilievi del Colle rischiano di aprire una falla nella riforma aprendo la strada a possibili ricorsi e bocciature della Consulta. Intanto Matteo Salvini va al sodo e si accontenta: «Ascolto con interesse estremo le osservazioni del capo dello Stato ma la legittima difesa è legge e i rapinatori da oggi sanno che se entrano in una casa, un italiano può difendersi senza passare anni in tribunale».
Restano i tanti dubbi del Quirinale sulla costituzionalità del testo e i timori sugli effetti pratici. Il presidente, che non vuole vedere sceriffi in azione, indica di un perimetro preciso nel quale la normativa dovrà essere applicata. «Non si può - scrive a Conte, Casellati e Fico - indebolire la primaria ed esclusiva responsabilità dello Stato nella tutela e della sicurezza dei cittadini, esercitata e attraverso l'azione delle forze di polizia». No, insomma, ai giustizieri della notte.
Il ministro della Funzione Pubblica Giulia Bongiorno cerca di chiudere sul nascere la polemica con il Quirinale. «Le parole di Mattarella sono in linea con quanto abbiamo sempre sostenuto. Il nuovo testo non è stato pensato per offrire una licenza di uccidere ma per risparmiare inutili calvari giudiziari». In realtà i paletti del capo dello Stato possono affossare la riforma. Il primo riguarda «la condizione di «necessità» che, come spiegano dal Colle, non può essere cancellata dalla nuova legge perché sarebbe contraria ai principi costituzionali. In altri termini, perché la difesa sia legittima, deve continuare a sussistere, appunto, «la necessità» di tutelarsi da un pericolo attuale (ossia in atto, contemporaneo) di un'offesa ingiusta.
Poi c'è la questione abbastanza fluida del «grave turbamento» che, secondo il capo dello Stato, non può essere invocato automaticamente e in maniera soggettiva da chi ha sparato. Altrimenti, questo è il rischio, per evitare il processo per eccesso di legittima difesa chi ha aperto il fuoco potrebbe dire di essere stato in una situazione di grave turbamento. Invece questa condizione deve essere verificata in modo oggettivo, da un magistrato. Mattarella segnala pure due errori materiali: alcune garanzie fornite per chi si avvale della legittima difesa non vengono estese fuori del domicilio, ad esempio se si viene aggrediti per strada, né al reato di rapina, ben più grave del furto o dello scippo.
L'Anm si riconosce «nell'intervento di alto valore tecnico e morale» del presidente. «Se nell'applicazione emergeranno dubbi di costituzionalità - dice Pasquale Grasso - saranno sottoposti al vaglio dell'Alta corte». Soddisfatti pure gli avvocati. «Sostanzialmente - commenta il presidente delle Unione delle camere penali Giandomenico Caiazza - è un' interpretazione che vanifica l'intero impianto normativo e ne dimostra la vuota natura propagandistica».
"Non si può sempre sparare", l'ex pm contro Salvini. Manovra a tenaglia dei giudici: che fine gli fanno fare27 Aprile 2019
https://www.liberoquotidiano.it/news/po ... logan.html"Il presidente ha escluso ogni illusione di automatismi e presunzioni di legittimità della difesa». Così l'ex procuratore di Milano, Edmondo Bruti Liberati, in una intervista a Repubblica legge la lettera alle Camere di Sergio Mattarella. "È una legge demagogica e sgangherata e Mattarella ha indicato l'unica via costituzionalmente possibile per applicarla", afferma l'ex procuratore di Milano. "Il presidente ha motivato proprio sul punto che non vi può essere nessun automatismo", spiega. "Due righe del messaggio smontano gli slogan: la difesa 'non' è sempre legittima, il grave turbamento non è presunto ma deve essere accertato. La valutazione in concreto della proporzionalità, nonostante l'illusoria introduzione della paroletta magica 'sempre', rimane imprescindibile".
Quindi, "nessun automatismo: non basterà addurre genericamente un 'grave turbamento' perché scatti la legittima difesa e il giudice dovrà caso per caso valutare la 'concreta' situazione". E conclude: "Il presidente, con quello che ha detto e con quello che non ha detto, ha indicato la via di un'interpretazione costituzionalmente corretta. Piuttosto che di legge depotenziata direi che è stata esclusa ogni illusione di automatismi e presunzioni di legittimità della difesa. Spiace che il legislatore non abbia tenuto in alcun conto le critiche avanzate da professori, avvocati e magistrati".
E attacca Matteo Salvini secondo il quale ora "i rapinatori sanno che se entrano in una casa, un italiano può difendersi senza passare poi anni in tribunale": "Ancora una volta s'insiste su un messaggio illusorio", dice Bruti Liberati. "Una indagine sarà sempre necessaria a garanzia di tutti e dei diritti della stessa vittima dell'aggressione. La magistratura ora dovrà impegnarsi per tempi il più possibili rapidi compatibilmente con la delicatezza degli accertamenti necessari".