Violenza domestica: quando la vittima è uomoNegli ultimi anni la violenza contro le donne ha conosciuto in Italia una pericolosa impennata, un fenomeno che non può essere tollerato. Esiste, però, anche il caso inverso, ossia quello degli uomini che subiscono vessazioni, stalking e botte da parte di mogli e compagne. Un fenomeno meno noto e meno discusso, come se fosse un tabù, ma che esiste e che lentamente sta provando a emergere dalla cortina di silenzio che lo circonda. Ne abbiamo parlato con Patrizia Montalenti, presidente del centro Ankyra di Milano, l’unico, insieme al Ceav di Vicenza che si occupa di uomini vittime di violenza domestica
di Luciana Grosso
http://d.repubblica.it/attualita/2015/0 ... ne-2524828“Gli uomini? Le prendono, eccome”. A dirlo è Patrizia Montalenti, presidente del centro Ankyra di Milano, l’unico, insieme al Ceav di Vicenza che si occupa di uomini vittime di violenza domestica. “I giornali, com’è ovvio e forse persino giusto, danno più spazio alle donne che subiscono abusi, anche perché i numeri sono inconfutabili e nella stragrande maggioranza dei casi la violenza domestica vede un aggressore uomo e una vittima donna. Ma il fatto che siano casi numerosi, non significa che siano gli unici. Esiste anche l’inverso”. Il fenomeno degli uomini vittime di violenze, vessazioni, stalking e botte da parte di mogli e compagne, è meno noto e meno discusso, come se fosse un tabù o una fandonia, ma c’è e lentamente prova a emergere dalla cortina di silenzio che lo circonda. “Se ne parla e se ne sa poco o niente", continua Montalenti, "un po’ perché è, nei fatti, meno diffuso, un po’ perché è estremamente difficile che gli uomini ne parlino: temono di essere o non creduti o, peggio, irrisi. Inoltre, quand’anche un uomo si decida a prendere coraggio e a vuotare il sacco, non trova nessuno a cui rivolgersi, perché in Italia, caso praticamente unico in Europa, i centri antiviolenza si rivolgono solo alle donne. In Svizzera, per esempio, esiste una casa rifugio per uomini vittime, e lo stesso anche in Francia o in Gran Bretagna, per non parlare degli Stati Uniti, dove il discorso in merito alla difesa dalla violenza domestica è molto più avanzato ed è completamente indipendente dal genere”. In un anno di attività, Ankyra ha ricevuto circa 100 richieste di aiuto da tutta Italia anche se solo a una parte di esse si è potuto dare seguito, perché il centro opera solo a Milano e dintorni.
Tra le violenze più spesso segnalate ci sono angherie psicologiche, umiliazioni, piccole e grandi crudeltà, ricatti, cui si aggiungono, cosa da cui le donne sono nella maggior parte dei casi graziate, i ricatti legati alla possibilità di vedere i figli, che una moglie-carnefice spesso non teme di usare come "arma".E poi ci sono le percosse, più frequenti di quanto si creda, a base di calci, morsi, graffi, schiaffi e capelli strappati. “Non solo gli uomini le prendono", continua la presidente Montalenti, "ma, nella stragrande maggioranza dei casi, non reagiscono in nessun modo. In primo luogo perché un uomo con un minimo di sale in zucca è consapevole che, per una mera questione di forza fisica, se reagisse potrebbe fare molto più male di quanto ne stia subendo, e poi perché un uomo sa perfettamente che, nel momento in cui colpisse, anche solo per difendersi, la sua aggreditrice, tutta la faccenda potrebbe risolversi in una pesantissima denuncia nella quale avrebbe la peggio”.
Un quadro confuso, dal quale scompaiono i buoni e, come per incanto, le vittime rischiano di trasformarsi in carnefici e viceversa e che non di rado riguarda anche il sesso. “Quando si parla di violenza sessuale sugli uomini da parte delle donne, ovvio, non si parla di stupro, nel senso comunemente noto", spiega Sara Pezzuolo, psicologa e autrice, con altri dell’Università degli Studi di Siena, di un ampio studio sul tema. "Però di violazione sì. Una violazione che può partire dall’imposizione di pratiche non gradite, come lo scambio di coppia o il sadomaso, fino alla privazione del sesso o all’interruzione brusca del rapporto. Situazioni, queste ultime due, a cui l’uomo non può reagire se non con il rischio di incorrere, a sua volta, in una forma di stupro”.
Così, se sessualmente aggrediti, gli uomini si trovano ancora una volta nella condizione di non poter reagire, se non con violenza ancora maggiore e con forza, fisicamente, maggiore. “Questo il punto che più di frequente sfugge agli osservatori", continua la clinica. "Non dando alcuno spazio o riconoscimento agli uomini abusati si corre il serio pericolo di trasformarli in abusanti. Se un uomo in difficoltà si guarda intorno cercando un aiuto trova solo centri di assistenza per uomini violenti, mai, o quasi per uomini che invece, la violenza la subiscono. E così si ritrova a vivere una situazione difficile nella più completa solitudine, e magari, purtroppo a far da sé, con conseguenze poi terribili”.