Presidenziali Usa, sempre più islamici si iscrivono per votare contro Trump
La comunità spinge per portare al voto centinaia di migliaia di persone soprattutto negli Swing States, quelli in bilico tra The Donald e Hillary Clinton nel voto di novembre
11 giugno 2016
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WASHINGTON - Pronti a votare, per togliere a Trump gli Stati in bilico del Midwest. Negli Usa si registra un fenomeno finora sconosciuto, l'iscrizione in massa di cittadini americani di fede islamica alle liste degli elettori che tra qualche mese sceglieranno tra Donald Trump e Hillary Clinton.
Dire che si tratti di un fenomeno di massa in realtà è quasi un'iperbole, dal momento che in tutto la comunità musulmana ammonta ad uno scarso punto percentuale della popolazione complessiva, ma non è questo il punto.
Quel che conta è che finora quell'uno per cento si considerava avulso, se non estraneo, alla partecipazione alla vita pubblica, mentre adesso freme per far sentire la propria voce, e non importa quanto debole essa possa essere.
Non è il verbo della democrazia partecipata predicato da Bernie Sanders a spingerli verso la cabina elettorale, ma il gelo che avvertono attorno a sè dallo scorso dicembre, da quando cioè una coppia di terroristi attaccarono un centro per disabili a San Bernardino in California. Syed Rizwan Farook e Tashfeen Malik, marito e moglie ed una vita votata all'intolleranza, uccisero 14 tra giovani ed anziani, e proclamarono di averlo fatto in nome e per conto dell'Is.
Il giorno dopo l'allora pittoresco pretendente alla nomination repubblicana Donald Trump esplose promettendo "la completa e totale chiusura dell'accesso agli Stati Uniti ai musulmani". Non pensava, probabilmente, quello che oggi è un candidato alla Casa Bianca che tutti sono costretti a prendere sul serio, che i musulmani in America ci sono già, e non sono pochi. E adesso che per l'appunto Trump si gioca i destini loro e del resto del paese, hanno scelto democraticamente di sbarrargli la strada.
L'idea è stata dello United States Council of Muslim Organizations, che raccoglie la maggior parte delle organizzazioni del variegato mondo islamico americano. "Quando ad essere in pericolo è la tua stessa esistenza nella società in cui vivi, l'unica cosa che puoi fare è mobilitare quelli come te", ha spiegato il segretario generale Oussama Jammal. dando l'idea. L'idea è questa: portare di qui a novembre un milione di musulmani a iscriversi nelle liste elettorali, per cercare di determinare l'esito delle presidenziali.
Non a caso l'azione è concentrata su alcune aree in particolare, a cominciare dagli swing states, gli stati in bilico tra Hillary e The Donald, dove anche un pugno di voti può fare la differenza. Ne bastano davvero un pugno: "Poche migliaia e si può decidere un intero stato", spiegano gli esperti dei flussi elettorali. Sono, in buona parte, gli stati del Midwest, proprio quelli dove sono più facilmente ospitati gli americani della prima generazione, o gli immigrati ormai naturalizzati.
Gli effetti iniziano già ad essere visibili: si è iscritto già il 60 per cento della comunità, ma la cifra ancora non è giudicata sufficiente, ed in effetti la percentuale tra gli ebrei ed i cattolici, ad esempio, è molto più alta e raggiunge l'86. Ma il trend è in crescita, spinto in parte dall'ansia di sentirsi pieni cittadini, in parte maggiore dall'ansia generata del timore di una vittoria di Trump.
Uno studio sull'islamofobia compiuto dall'autorevolissima Georgetown University, e pubblicato a maggio, dimostra dati alla mano che il problema è reale: da quando Trump ha preso a bombardare verbalmente i musulmani, "gli attacchi su suolo americano contro i musulmani sono triplicati, e metà di questi sono stati portati a termine contro moschee e luoghi di culto".
Le probabilità di un musulmano di essere vittima di episodi di discriminazione religiosa o violenza sono raddoppiati, spiega ancora il report ("When Islamophobia turns violent: the 2016 Presidential Elections"), e all'indomani delle affermazioni più violente del candidato repubblicano episodi di grave intolleranza si sono ripetuti più di una volta al giorno.
Un effetto grave quanto prevedibile. Quello imprevedibile è stata la corsa dei musulmani ad ingrossare i registri elettorali di una democrazia dove l'affluenza alle urne è più bassa che non in Italia. E dove quindi anche un milione di voti contano tantissimo, forse il doppio, forse tutta la posta.